Capitolo
XVIII
Ostaggi
in pericolo
(dal
punto di vista di Nicholas)
Non
sento alcun rumore. Non riesco a percepire nulla. È davvero come essere
morti?
Non
passa molto tempo prima che mi renda conto di essere ancora vivo,
perché
all’improvviso mi rendo conto di mentire su qualcosa. Questo significa
che
riesco vagamente a percepire quello che succede intorno a me. Cerco di
muovermi
per capire meglio su cosa stia mentendo, ma il mio corpo non vuole
saperne.
Neppure i miei occhi vogliono aprirsi.
Seppur
lentamente, inizio a ricordare cosa è successo. Stamattina mi sono
sicuramente
alzato dal letto e sono andato con Robin alla pasticceria di Gideon. Ho
incontrato
Joshua, io e Robin siamo usciti fuori, e poi…
Niente.
Non riesco a ricordare altro.
Oddio…
sono stato colpito dal Risveglio dei Morti? No… non può essere. Ho
sentito
quali sono gli effetti di quella roba e sebbene confesso di sentirmi
piuttosto spaventato
in questo momento, sento di non aver perso il controllo di me stesso.
Di certo
non mi sento come se fossi diventato selvaggio. Sono altrettanto certo
che ne
sarei stato consapevole.
La
mia mente intorpidita cerca di trovare una via di fuga, ma poi realizzo
di…
avere sonno? Perché mai dovrei essere assonnato?
Sento
una voce. Non so a chi appartenga, ma mi sta esortando a darmi una
svegliata.
All’improvviso,
avverto il desiderio di non svegliarmi, ma quella stessa voce insiste
affinché
sia sveglio per vedere ciò che sta accadendo.
Lentamente,
i miei occhi si aprono e sento tutte e quattro gli arti riprendere
vigore. Una
forte luce investe i miei occhi e per un breve istante mi sembra di
essere
stato accecato, ma la mia vista si abitua e lentamente riesce a mettere
tutto
quanto a fuoco. Con uno sforzo che mi sembra a dir poco titanico, mi
metto seduto
e mi guardo intorno. Avverto qualcosa di pesante attaccato a una delle
mie
zampe, ma al momento non riesco a capire di cosa si tratti. Desidero
soltanto
sapere dove mi trovo.
Scopro
di essere in una specie di stanza piena di attrezzi utilizzati nel
campo
dell’edilizia. La mia schiena è contro qualcosa di freddo e duro. Cerco
di
muovere le braccia, ma mi accorgo che sono legate dietro la mia
schiena. Tiro
delicatamente per capire cosa mi impedisce di muovermi liberamente. La
trama
sembra spinosa, il che mi suggerisce che le mie braccia siano state
legate con
una fune. La mia attenzione viene infine attirata da quella cosa
pesante
attaccata alla mia gamba. C’è un’altra corda attorno alla mia caviglia
e mi
accorgo che sono stato legato accanto a… Robin? La corda è avvolta
attorno
anche alla sua caviglia.
Anche
Robin inizia lentamente ad agitarsi. Mentre sollevo il collo, avverto
un forte
dolore. Considerando il tutto – il dolore al collo, tutto il tempo
trascorso
finora e questa persistente sensazione di sonnolenza – oserei intuire
che non potevamo
stare tranquilli in alcun modo.
Mi
guardo di nuovo intorno e finalmente capisco a chi appartiene quella
voce che
mi aveva spinto a svegliarmi. Sembra un lupo dal pelo bianco, ma le sue
orecchie… sono troppo lunghe. Mi accorgo anche che è un po’ troppo…
basso per
essere un comune lupo. La sua testa è segnata da alcune strisce grigie,
simili
a quelle che ho visto su altri conigli a Bunnyburrow. Indossa un
completo
bianco.
Tutto
questo mi fa capire che mi trovo faccia a faccia con un altro incrocio.
******
“I
figli di Judy Hopps e Nick Wilde…” disse l’incrocio.
Nicholas
rimase in silenzio.
“Immagino
che voi due sappiate già chi sono.” proseguì il mammifero in completo
bianco.
“Sei
la cosa che vuole la morte di mia madre.” ringhiò Nicholas.
“Mi
piace questo termine.” commentò l’ibrido, “Ma se sono soltanto una
‘cosa’,
allora tu che cosa saresti? Sei altrettanto… unico, proprio come me.”
“Che
cosa vuoi da noi?” gli domandò Nicholas.
“L’ho
già ottenuto.” rispose Michael, “Voi siete qui e non ho alcun dubbio
che presto
verranno anche i vostri genitori.”
“Ci
stai usando come esca.” realizzò Nicholas, mentre Michael si lasciava
sfuggire
una risatina di compiacimento.
“Soltanto
il figlio di due poliziotti poteva essere così perspicace…” puntualizzò
l’ibrido, “Ebbene sì, sto usando entrambi per attirare i vostri
genitori fin
qui. Per la verità, voglio soltanto tua madre, ma sono legato da un
vincolo di…
alleanza, diciamo, e il mio alleato vuole anche tuo padre.”
“Alleato…”
Nicholas ripeté il termine con palese disprezzo, “Intendi il mammifero
che ha
cercato di uccidere mia madre con quella droga.”
“Indovinato.”
rispose Michael, “Beh, non posso certo ammettere che sia un alleato
affidabile.
Ho dovuto impartirgli una dura lezione dopo che aveva cercato di…
affrettare
l’inevitabile sorte di tua madre e mandare all’aria tutto ciò per cui,
nel
frattempo, avevo lavorato così duramente.”
L’ibrido
si appoggiò a una catasta di assi di legno addossate contro una parete
e
incrociò gli arti superiori.
“Perché
non ci uccidi e la fai subito finita?” gli chiese Nicholas.
“Oh,
potrei farlo.” rispose Michael, “Sarebbe fin troppo facile per me. Ma,
vedi…
nel corso degli anni ho appreso alcune verità fondamentali. Una di
queste è
piuttosto semplice: puoi sconfiggere veramente il tuo nemico soltanto
quando lo
avrai totalmente distrutto. Ucciderti qui e ora distruggerebbe sì lo
spirito di
tua madre… ma sarebbe molto più doloroso per lei – oltre che più
soddisfacente
per me – privarla della speranza di salvarti a distanza di pochi piani
piuttosto che a decine di miglia.”
Nicholas
digrignò i denti.
******
Questo
qui dev’essere il famoso ‘Michael’ di cui i miei genitori parlavano a
voce
sommessa, nella speranza che né io né Robin potessimo ascoltarli. Una
cosa è
certa: questo tizio è completamente folle. Dobbiamo uscire di qui, ma…
Ci
sono altri mammiferi su questo piano. Lupi, orsi polari, lepri, pecore.
In
particolare, c’è un montone che mi sta fissando con un’espressione che
sprizza
odio. Sembra avere una cinquantina d’anni e indossa una polo rossa e un
paio di
pantaloni. Vedo una luce lampeggiare a lato del suo collo; indossa una
specie
di collare.
Riconosco
questi affari, visto che fanno parte della storia di Zootropolis. Sono
collari elettrificati.
Questo
tipo è stato così crudele da averli fatti indossare ai suoi stessi
scagnozzi!
Devo
assolutamente inventarmi qualcosa che permetta a entrambi di uscire di
qui, ma…
come posso fare? Siamo circondati e ho le zampe legate dietro la
schiena.
So
come uscire da situazioni di questo genere, ma il trucco potrà
funzionare solo
se non sarò notato. La superficie alla quale sono legato è dura e
fredda; non
riesco ad avvertire la presenza di spigoli appuntiti, perciò non posso
tagliare
la corda in nessun modo. Le mie zampe non sono legate insieme, ma
quella destra
è legata alla sinistra di Robin.
Sto
pensando a una cosa che mi aveva fatto vedere papà. Mi aveva convinto a
legargli le zampe, ma era riuscito a liberarsi più rapidamente di
quanto avessi
pensato. Mi aveva anche insegnato il trucco, ma è molto più facile
metterlo in
atto quando sei cosciente mentre le tue zampe vengono legate.
Mentre
rimugino su quanto ho appena detto, mi rendo conto di qualcosa.
Non
mi riferivo più a lui come il ‘signor Wilde’.
Io…
l’ho chiamato ‘papà’.
Non
volevo farlo di proposito, ma… forse questo significa che è ora che lo
accetti
come…
Perché
ci sto pensando proprio ora? Devo trovare il modo di scappare,
piuttosto.
Perciò, che cosa mi aveva insegnato il signor Wi… papà…?
Beh,
la prima cosa che noto è questa: le nostre zampe sono state legate
quando
eravamo privi di sensi; se così non fosse stato, si sarebbero venuti a
creare
degli spazi fra i polsi e la corda. Questo mi permette di provare a
liberare le
mie zampe. Posso farlo, ma il trucco consiste nel fare movimenti lievi;
se
provassi a farlo con movimenti più ampi, le mie braccia si muoverebbero
leggermente e questo potrebbe essere notato da chiunque mi tenga gli
occhi
addosso. Qualcuno intelligente come questo Michael potrebbe
accorgersene
immediatamente. Perciò il trucco è compiere dei movimenti lievi, quasi
impercettibili.
Michael
si allontana da noi e avverte il montone che ci guardava storto che
deve fare
una telefonata, quindi lascia la stanza e quello stesso ariete ci viene
incontro. All’inizio pensavo che si trattasse soltanto della mia
immaginazione,
ma ora mi rendo conto che sta guardando sia me sia Robin con occhi
carichi di
odio; eppure, sono convinto che, sebbene rivolga il suo disprezzo a
entrambi,
gran parte della sua ira sia indirizzata a me.
******
“Che
cosa stai guardando, mezzosangue?” domandò l’ariete,
mentre
fissava Nicholas con rabbia. Nicholas non gli rispose, ma assunse
un’aria di
sfida mentre sosteneva il suo sguardo. Il montone estrasse una pistola
e la
controllò, mentre inseriva una piccola capsula di colore blu scuro
nella canna,
che venne estratta dalla parte posteriore dell’arma, prima di
rimetterla al suo
posto e inclinarla.
“Sai,
mi è stato detto di non ucciderti.” disse la pecora, “Ma non mi è stato
detto
nient’altro. Vuoi mettere alla prova la mia pazienza e vedere fino a
che punto
uno sporco mezzosangue come te può diventare selvaggio? Sono pronto a
scommettere che il marmocchio legato con te sarebbe la prima vittima.”
“Tu
sei malato.” gli disse Nicholas ringhiando.
“Non
sono io il mostro innaturale fra noi due.” rispose l’ariete con
un
ghigno.
Un
lupo picchiettò sulla spalla del montone, facendolo allontanare.
Nicholas,
approfittando dell’occasione, iniziò a muovere i polsi legati nella
speranza di
poter quantomeno allentare la stretta della corda.
******
Avverto
quanto sia stretta questa dannata fune. Riesco appena a muovere i
polsi, il che
è un buon segno, sebbene sia fastidioso. Significa che i miei polsi non
sono
legati stretti come temevo. Riesco a rivolgere uno sguardo
significativo a
Robin, cercando di fargli capire di non dare ai nostri rapitori un
pretesto per
avvicinarsi, mentre cerco in tutti i modi di liberarmi.
Lui
capisce, anche se è comprensibilmente spaventato. Riesco ad avvertire
l’odore
della sua paura. Dovrebbe aver percepito anche il mio, perché sebbene
stia
facendo del mio meglio per assumere un atteggiamento coraggioso e
provocatorio,
anch’io ho una paura tremenda.
Michael
ritorna nella stanza e si avvicina di nuovo a noi. Si ferma di fronte a
me e si
inginocchia al mio stesso livello.
******
“Beh,
visto che i tuoi genitori saranno qui fra poco, che ne diresti di
ammazzare un
po’ il tempo prima che ci raggiungano?” suggerì Michael.
“Te
lo puoi scordare.” rispose Nicholas, mentre l’ibrido ridacchiava
divertito.
“Sei
così… combattivo.” osservò Michael, “Suppongo che abbia preso da tua
madre… lei
ti ha mai parlato degli eventi accaduti diciannove anni fa? Dei
cosiddetti
tumulti dei ‘predatori selvaggi’?”
Nicholas
rimase in silenzio, mentre il suo rapitore tirava fuori il cellulare.
“Ci
penso ogni giorno non appena mi sveglio.” ammise Michael, “Perché è
stato
proprio allora che ho perso la mia famiglia.”
“È
questa la ragione per cui stai facendo tutto questo?” gli domandò
Nicholas
pieno di rabbia, “Che cosa ha a che fare con mia madre’”
“Lei
è stato un ingranaggio molto importante all’interno della macchina che
Dawn
Bellwether aveva allestito in maniera così scrupolosa, con l’obiettivo
di
asservire e soggiogare tutti i predatori della città.” disse Michael.
“Mia
madre l’ha fermata.” affermò Nicholas.
“Niente
affatto, ha dato inizio a tutto. Ti è mai capitato di ascoltare
il
discorso da lei pronunciato durante quella conferenza stampa? Tutte
quelle
disgustose calunnie… ah, ma non ti farò un riassunto. Hai presente il
detto
‘mostra, ma non racconta’? Ecco… guarda tu stesso.”
Michael
pose il telefono davanti agli occhi di Nicholas mentre premeva il tasto
d’avvio. Sullo schermo, il giovane ibrido poteva vedere Judy davanti a
un
leggio, quando era più giovane.
******
Sto
osservando mia madre mentre diceva che il motivo per cui i predatori
erano
diventati selvaggi era da ricondurre a una motivazione di tipo
biologico. Fa
male vedere quel video perché so che se me l’avessero fatto vedere
quando ero
più… in collera con me stesso e gli altri… avrebbe inasprito i miei
rapporti
già abbastanza tesi con lei.
C’è
solamente una cosa che mi impedisce di essere più turbato di quanto già
non lo
sia.
Mi
dispiace deluderti, Michael, ma l’avevo già visto. La mamma me l’aveva
mostrato
quando aveva appreso che gli incidenti dei Predatori Selvaggi sarebbero
stati
trattati nella mia classe durante la lezione di Storia. Mi aveva detto
che
sarebbe stata la cosa migliore. Non ne era affatto orgogliosa, ma era
convinta
che dovessi saperlo in modo da comprendere meglio il ruolo che aveva
avuto
all’epoca, prima di ascoltare una versione distorta della storia che mi
avrebbe
attratto verso l’odio di qualcun altro. Inutile aggiungere che mi aveva
fatto
star male vedere quel video da solo la prima volta, quando avevo
sentito quelle
parole distorte uscire dalla bocca della coniglia che in seguito
sarebbe
diventata il capitano dello stesso Distretto che rappresentava quel
giorno.
Adesso
so che mia madre non pensava davvero quelle cose. Conosco la storia
abbastanza
bene da sapere che si è pentita amaramente per quello che aveva detto
allora e
che aveva fatto del proprio meglio per rimediare.
******
“Che
cosa ne pensi?” domandò Michael.
“Credo
che tu abbia perso del tempo prezioso nel mostrarmelo.” lo derise
Nicholas,
“L’avevo già visto.”
Michael
sembrava essere rimasto colpito da quella risposta, ma riacquistò
immediatamente il proprio autocontrollo.
“Lo
sapevi che, subito dopo quella conferenza stampa, tuo padre si era
allontanato
da tua madre di propria iniziativa?” domandò nuovamente Michael, “Era
rimasto
profondamente scosso da ciò che lei aveva detto e che aveva fatto.
Scommetto
che non sai neppure che tua madre stava per colpirlo con uno spray
repellente
per volpi.”
Nicholas
non disse nulla.
“Capisci
dove voglio arrivare?” continuò Michael, “So che Nick Wilde ha lasciato
Zootropolis sedici anni fa. Se dovessi tirare a indovinare, direi che
se ne era
andato per colpa di qualcosa che tua madre gli aveva detto o fatto. Lei
lo
aveva spinto tra le braccia di un’altra volpe e la prova di quanto ho
appena
affermato è legata a te in questo preciso momento.”
“Chiudi
il becco.” ringhiò Nicholas, mentre il suo sequestratore sorrideva
compiaciuto.
“Considera
questo: tua madre fa sempre del male a tutti coloro cui dice di voler
bene. Ha
allontanato tuo padre per ben due volte e scommetto che ha fatto la
stessa cosa
con te quando era il capitano della polizia. La ferocia potrebbe non
essere più
presente nella biologia dei predatori, ma fare del male a tutti coloro
che le
vogliono bene fa sicuramente parte della sua natura. Pensaci un po’
su.”
concluse Michael, prima di rialzarsi. Un montone dal manto nero si
avvicinò e
gli sussurrò qualcosa all’orecchio; nonostante Nicholas fosse
abbastanza vicino
da sentire distintamente ogni parola.
“Sono
arrivati in città.” annunciò l’ariete a Michael.
“Sapete
dove si trovano di preciso?” domandò quest’ultimo al suo sottoposto.
“Le
telecamere del circuito stradale li hanno ripresi mentre si dirigevano
verso
l’appartamento di Hopps.”
“Questo
significa che lei sta cercando di ottenere qualcosa che, almeno secondo
i suoi
piani, dovrebbe aiutarla.” osservò Michael, “Qual è la situazione
all’esterno?”
“Le
forze d’assalto congiunte dello ZBI e del Corpo di Polizia di
Zootropolis si
sono già riunite e stanno aspettando l’ordine di fare irruzione
nell’edificio.”
“Spediteli
dritti all’inferno.” ordinò Michael, “Ma se vedete Hopps e Wilde fra di
loro…
lasciateli passare. Mi occuperò di loro personalmente.”
La
pecora nera uscì, mentre estraeva una pistola dalla cintura dei suoi
pantaloni
e la caricava. Michael ritornò dai suoi ostaggi.
“È
arrivato il momento di entrare in scena.” disse.
******
È
buffo quando ti rendi conto delle cose che pensi in questo genere di
situazioni. È chiaro che questo pazzo desidera ucciderci tutti. I miei
pensieri
vanno a mamma e a papà, che stanno venendo a salvarci. Mi rendo conto
che la
sorpresa che ho provato quando l’ho chiamato papà è stata effimera. Lui
è mio
padre sotto tutti gli aspetti, anche se ho dovuto farmi rapire da un
mammifero
fuori di testa per capirlo una volta per tutte.
Spero
davvero che riescano ad arrivare fin qui e che lo fermino… perché non
voglio affatto
morire.
Mentre
lo penso, riesco a sentire la corda attorno ai miei polsi allentarsi;
mentre
Michael si allontana, tiro fuori una delle zampe.
Mamma e papà arriveranno a momenti… ma farò tutto il possibile per tirarci fuori di qui.
Note
dell’autore: Con
questo siamo giunti al diciottesimo
capitolo!
Casomai
qualcuno avesse ancora nutrito dei dubbi in proposito, in questo
capitolo
Nicholas ha dimostrato di essere il degno figlio di Judy e Nick. Non
soltanto ha
tenuto testa sia a Michael sia a Doug, ma ha anche fatto ricorso a uno
dei
trucchetti da artista della truffa di suo padre nel tentativo di
liberarsi. Che
altro aggiungere, ancora una volta Nicholas ha dato prova della sua
tenacia e
del suo coraggio. È proprio il caso di dirlo… tali genitori, tale
figlio!
Come
è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:
Pagina
DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/
Capitolo
XVIII di Waking Death: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Waking-Death-19-Hostage-Situation-732906090
Storia
completa: https://archiveofourown.org/works/11441793?view_full_work=true