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Autore: RyodaUshitoraITbis    26/04/2020    3 recensioni
Zootropolis, 2035.
Un anno dopo essere ritornato per dare l'ultimo saluto a sua madre, Nick ha ripreso a lavorare come agente del corpo di polizia cittadino al fianco di Judy, in modo da instaurare un rapporto più profondo e duraturo non soltanto con lei, ma anche con il suo primogenito Nicholas. Nel frattempo, dovranno avere nuovamente a che fare con due vecchie conoscenze e sventare una nuova, terribile minaccia che rischia ancora una volta di gettare nel caos la metropoli in cui ogni mammifero - almeno in apparenza - può aspirare a diventare ciò che desidera.
Riusciranno i nostri eroi in divisa a proteggere i loro cari da questo pericolo e a chiudere definitivamente i conti con gli errori commessi in passato?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellwether, Doug, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XVIII

Ostaggi in pericolo

 

(dal punto di vista di Nicholas)

 

Non sento alcun rumore. Non riesco a percepire nulla. È davvero come essere morti?

Non passa molto tempo prima che mi renda conto di essere ancora vivo, perché all’improvviso mi rendo conto di mentire su qualcosa. Questo significa che riesco vagamente a percepire quello che succede intorno a me. Cerco di muovermi per capire meglio su cosa stia mentendo, ma il mio corpo non vuole saperne. Neppure i miei occhi vogliono aprirsi.

Seppur lentamente, inizio a ricordare cosa è successo. Stamattina mi sono sicuramente alzato dal letto e sono andato con Robin alla pasticceria di Gideon. Ho incontrato Joshua, io e Robin siamo usciti fuori, e poi…

Niente. Non riesco a ricordare altro.

Oddio… sono stato colpito dal Risveglio dei Morti? No… non può essere. Ho sentito quali sono gli effetti di quella roba e sebbene confesso di sentirmi piuttosto spaventato in questo momento, sento di non aver perso il controllo di me stesso. Di certo non mi sento come se fossi diventato selvaggio. Sono altrettanto certo che ne sarei stato consapevole.

La mia mente intorpidita cerca di trovare una via di fuga, ma poi realizzo di… avere sonno? Perché mai dovrei essere assonnato?

Sento una voce. Non so a chi appartenga, ma mi sta esortando a darmi una svegliata.

All’improvviso, avverto il desiderio di non svegliarmi, ma quella stessa voce insiste affinché sia sveglio per vedere ciò che sta accadendo.

Lentamente, i miei occhi si aprono e sento tutte e quattro gli arti riprendere vigore. Una forte luce investe i miei occhi e per un breve istante mi sembra di essere stato accecato, ma la mia vista si abitua e lentamente riesce a mettere tutto quanto a fuoco. Con uno sforzo che mi sembra a dir poco titanico, mi metto seduto e mi guardo intorno. Avverto qualcosa di pesante attaccato a una delle mie zampe, ma al momento non riesco a capire di cosa si tratti. Desidero soltanto sapere dove mi trovo.

Scopro di essere in una specie di stanza piena di attrezzi utilizzati nel campo dell’edilizia. La mia schiena è contro qualcosa di freddo e duro. Cerco di muovere le braccia, ma mi accorgo che sono legate dietro la mia schiena. Tiro delicatamente per capire cosa mi impedisce di muovermi liberamente. La trama sembra spinosa, il che mi suggerisce che le mie braccia siano state legate con una fune. La mia attenzione viene infine attirata da quella cosa pesante attaccata alla mia gamba. C’è un’altra corda attorno alla mia caviglia e mi accorgo che sono stato legato accanto a… Robin? La corda è avvolta attorno anche alla sua caviglia.

Anche Robin inizia lentamente ad agitarsi. Mentre sollevo il collo, avverto un forte dolore. Considerando il tutto – il dolore al collo, tutto il tempo trascorso finora e questa persistente sensazione di sonnolenza – oserei intuire che non potevamo stare tranquilli in alcun modo.

Mi guardo di nuovo intorno e finalmente capisco a chi appartiene quella voce che mi aveva spinto a svegliarmi. Sembra un lupo dal pelo bianco, ma le sue orecchie… sono troppo lunghe. Mi accorgo anche che è un po’ troppo… basso per essere un comune lupo. La sua testa è segnata da alcune strisce grigie, simili a quelle che ho visto su altri conigli a Bunnyburrow. Indossa un completo bianco.

Tutto questo mi fa capire che mi trovo faccia a faccia con un altro incrocio.

******

“I figli di Judy Hopps e Nick Wilde…” disse l’incrocio.

Nicholas rimase in silenzio.

“Immagino che voi due sappiate già chi sono.” proseguì il mammifero in completo bianco.

“Sei la cosa che vuole la morte di mia madre.” ringhiò Nicholas.

“Mi piace questo termine.” commentò l’ibrido, “Ma se sono soltanto una ‘cosa’, allora tu che cosa saresti? Sei altrettanto… unico, proprio come me.”

“Che cosa vuoi da noi?” gli domandò Nicholas.

“L’ho già ottenuto.” rispose Michael, “Voi siete qui e non ho alcun dubbio che presto verranno anche i vostri genitori.”

“Ci stai usando come esca.” realizzò Nicholas, mentre Michael si lasciava sfuggire una risatina di compiacimento.

“Soltanto il figlio di due poliziotti poteva essere così perspicace…” puntualizzò l’ibrido, “Ebbene sì, sto usando entrambi per attirare i vostri genitori fin qui. Per la verità, voglio soltanto tua madre, ma sono legato da un vincolo di… alleanza, diciamo, e il mio alleato vuole anche tuo padre.”

“Alleato…” Nicholas ripeté il termine con palese disprezzo, “Intendi il mammifero che ha cercato di uccidere mia madre con quella droga.”

“Indovinato.” rispose Michael, “Beh, non posso certo ammettere che sia un alleato affidabile. Ho dovuto impartirgli una dura lezione dopo che aveva cercato di… affrettare l’inevitabile sorte di tua madre e mandare all’aria tutto ciò per cui, nel frattempo, avevo lavorato così duramente.”

L’ibrido si appoggiò a una catasta di assi di legno addossate contro una parete e incrociò gli arti superiori.

“Perché non ci uccidi e la fai subito finita?” gli chiese Nicholas.

“Oh, potrei farlo.” rispose Michael, “Sarebbe fin troppo facile per me. Ma, vedi… nel corso degli anni ho appreso alcune verità fondamentali. Una di queste è piuttosto semplice: puoi sconfiggere veramente il tuo nemico soltanto quando lo avrai totalmente distrutto. Ucciderti qui e ora distruggerebbe sì lo spirito di tua madre… ma sarebbe molto più doloroso per lei – oltre che più soddisfacente per me – privarla della speranza di salvarti a distanza di pochi piani piuttosto che a decine di miglia.”

Nicholas digrignò i denti.

******

Questo qui dev’essere il famoso ‘Michael’ di cui i miei genitori parlavano a voce sommessa, nella speranza che né io né Robin potessimo ascoltarli. Una cosa è certa: questo tizio è completamente folle. Dobbiamo uscire di qui, ma…

Ci sono altri mammiferi su questo piano. Lupi, orsi polari, lepri, pecore. In particolare, c’è un montone che mi sta fissando con un’espressione che sprizza odio. Sembra avere una cinquantina d’anni e indossa una polo rossa e un paio di pantaloni. Vedo una luce lampeggiare a lato del suo collo; indossa una specie di collare.

Riconosco questi affari, visto che fanno parte della storia di Zootropolis. Sono collari elettrificati.

Questo tipo è stato così crudele da averli fatti indossare ai suoi stessi scagnozzi!

Devo assolutamente inventarmi qualcosa che permetta a entrambi di uscire di qui, ma… come posso fare? Siamo circondati e ho le zampe legate dietro la schiena.

So come uscire da situazioni di questo genere, ma il trucco potrà funzionare solo se non sarò notato. La superficie alla quale sono legato è dura e fredda; non riesco ad avvertire la presenza di spigoli appuntiti, perciò non posso tagliare la corda in nessun modo. Le mie zampe non sono legate insieme, ma quella destra è legata alla sinistra di Robin.

Sto pensando a una cosa che mi aveva fatto vedere papà. Mi aveva convinto a legargli le zampe, ma era riuscito a liberarsi più rapidamente di quanto avessi pensato. Mi aveva anche insegnato il trucco, ma è molto più facile metterlo in atto quando sei cosciente mentre le tue zampe vengono legate.

Mentre rimugino su quanto ho appena detto, mi rendo conto di qualcosa.

Non mi riferivo più a lui come il ‘signor Wilde’.

Io… l’ho chiamato ‘papà’.

Non volevo farlo di proposito, ma… forse questo significa che è ora che lo accetti come…

Perché ci sto pensando proprio ora? Devo trovare il modo di scappare, piuttosto. Perciò, che cosa mi aveva insegnato il signor Wi… papà…?

Beh, la prima cosa che noto è questa: le nostre zampe sono state legate quando eravamo privi di sensi; se così non fosse stato, si sarebbero venuti a creare degli spazi fra i polsi e la corda. Questo mi permette di provare a liberare le mie zampe. Posso farlo, ma il trucco consiste nel fare movimenti lievi; se provassi a farlo con movimenti più ampi, le mie braccia si muoverebbero leggermente e questo potrebbe essere notato da chiunque mi tenga gli occhi addosso. Qualcuno intelligente come questo Michael potrebbe accorgersene immediatamente. Perciò il trucco è compiere dei movimenti lievi, quasi impercettibili.

Michael si allontana da noi e avverte il montone che ci guardava storto che deve fare una telefonata, quindi lascia la stanza e quello stesso ariete ci viene incontro. All’inizio pensavo che si trattasse soltanto della mia immaginazione, ma ora mi rendo conto che sta guardando sia me sia Robin con occhi carichi di odio; eppure, sono convinto che, sebbene rivolga il suo disprezzo a entrambi, gran parte della sua ira sia indirizzata a me.

******

“Che cosa stai guardando, mezzosangue?” domandò l’ariete, mentre fissava Nicholas con rabbia. Nicholas non gli rispose, ma assunse un’aria di sfida mentre sosteneva il suo sguardo. Il montone estrasse una pistola e la controllò, mentre inseriva una piccola capsula di colore blu scuro nella canna, che venne estratta dalla parte posteriore dell’arma, prima di rimetterla al suo posto e inclinarla.

“Sai, mi è stato detto di non ucciderti.” disse la pecora, “Ma non mi è stato detto nient’altro. Vuoi mettere alla prova la mia pazienza e vedere fino a che punto uno sporco mezzosangue come te può diventare selvaggio? Sono pronto a scommettere che il marmocchio legato con te sarebbe la prima vittima.”

“Tu sei malato.” gli disse Nicholas ringhiando.

“Non sono io il mostro innaturale fra noi due.” rispose l’ariete con un ghigno.

Un lupo picchiettò sulla spalla del montone, facendolo allontanare. Nicholas, approfittando dell’occasione, iniziò a muovere i polsi legati nella speranza di poter quantomeno allentare la stretta della corda.

******

Avverto quanto sia stretta questa dannata fune. Riesco appena a muovere i polsi, il che è un buon segno, sebbene sia fastidioso. Significa che i miei polsi non sono legati stretti come temevo. Riesco a rivolgere uno sguardo significativo a Robin, cercando di fargli capire di non dare ai nostri rapitori un pretesto per avvicinarsi, mentre cerco in tutti i modi di liberarmi.

Lui capisce, anche se è comprensibilmente spaventato. Riesco ad avvertire l’odore della sua paura. Dovrebbe aver percepito anche il mio, perché sebbene stia facendo del mio meglio per assumere un atteggiamento coraggioso e provocatorio, anch’io ho una paura tremenda.

Michael ritorna nella stanza e si avvicina di nuovo a noi. Si ferma di fronte a me e si inginocchia al mio stesso livello.

******

“Beh, visto che i tuoi genitori saranno qui fra poco, che ne diresti di ammazzare un po’ il tempo prima che ci raggiungano?” suggerì Michael.

“Te lo puoi scordare.” rispose Nicholas, mentre l’ibrido ridacchiava divertito.

“Sei così… combattivo.” osservò Michael, “Suppongo che abbia preso da tua madre… lei ti ha mai parlato degli eventi accaduti diciannove anni fa? Dei cosiddetti tumulti dei ‘predatori selvaggi’?”

Nicholas rimase in silenzio, mentre il suo rapitore tirava fuori il cellulare.

“Ci penso ogni giorno non appena mi sveglio.” ammise Michael, “Perché è stato proprio allora che ho perso la mia famiglia.”

“È questa la ragione per cui stai facendo tutto questo?” gli domandò Nicholas pieno di rabbia, “Che cosa ha a che fare con mia madre’”

“Lei è stato un ingranaggio molto importante all’interno della macchina che Dawn Bellwether aveva allestito in maniera così scrupolosa, con l’obiettivo di asservire e soggiogare tutti i predatori della città.” disse Michael.

“Mia madre l’ha fermata.” affermò Nicholas.

“Niente affatto, ha dato inizio a tutto. Ti è mai capitato di ascoltare il discorso da lei pronunciato durante quella conferenza stampa? Tutte quelle disgustose calunnie… ah, ma non ti farò un riassunto. Hai presente il detto ‘mostra, ma non racconta’? Ecco… guarda tu stesso.”

Michael pose il telefono davanti agli occhi di Nicholas mentre premeva il tasto d’avvio. Sullo schermo, il giovane ibrido poteva vedere Judy davanti a un leggio, quando era più giovane.

******

Sto osservando mia madre mentre diceva che il motivo per cui i predatori erano diventati selvaggi era da ricondurre a una motivazione di tipo biologico. Fa male vedere quel video perché so che se me l’avessero fatto vedere quando ero più… in collera con me stesso e gli altri… avrebbe inasprito i miei rapporti già abbastanza tesi con lei.

C’è solamente una cosa che mi impedisce di essere più turbato di quanto già non lo sia.

Mi dispiace deluderti, Michael, ma l’avevo già visto. La mamma me l’aveva mostrato quando aveva appreso che gli incidenti dei Predatori Selvaggi sarebbero stati trattati nella mia classe durante la lezione di Storia. Mi aveva detto che sarebbe stata la cosa migliore. Non ne era affatto orgogliosa, ma era convinta che dovessi saperlo in modo da comprendere meglio il ruolo che aveva avuto all’epoca, prima di ascoltare una versione distorta della storia che mi avrebbe attratto verso l’odio di qualcun altro. Inutile aggiungere che mi aveva fatto star male vedere quel video da solo la prima volta, quando avevo sentito quelle parole distorte uscire dalla bocca della coniglia che in seguito sarebbe diventata il capitano dello stesso Distretto che rappresentava quel giorno.

Adesso so che mia madre non pensava davvero quelle cose. Conosco la storia abbastanza bene da sapere che si è pentita amaramente per quello che aveva detto allora e che aveva fatto del proprio meglio per rimediare.

******

“Che cosa ne pensi?” domandò Michael.

“Credo che tu abbia perso del tempo prezioso nel mostrarmelo.” lo derise Nicholas, “L’avevo già visto.”

Michael sembrava essere rimasto colpito da quella risposta, ma riacquistò immediatamente il proprio autocontrollo.

“Lo sapevi che, subito dopo quella conferenza stampa, tuo padre si era allontanato da tua madre di propria iniziativa?” domandò nuovamente Michael, “Era rimasto profondamente scosso da ciò che lei aveva detto e che aveva fatto. Scommetto che non sai neppure che tua madre stava per colpirlo con uno spray repellente per volpi.”

Nicholas non disse nulla.

“Capisci dove voglio arrivare?” continuò Michael, “So che Nick Wilde ha lasciato Zootropolis sedici anni fa. Se dovessi tirare a indovinare, direi che se ne era andato per colpa di qualcosa che tua madre gli aveva detto o fatto. Lei lo aveva spinto tra le braccia di un’altra volpe e la prova di quanto ho appena affermato è legata a te in questo preciso momento.”

“Chiudi il becco.” ringhiò Nicholas, mentre il suo sequestratore sorrideva compiaciuto.

“Considera questo: tua madre fa sempre del male a tutti coloro cui dice di voler bene. Ha allontanato tuo padre per ben due volte e scommetto che ha fatto la stessa cosa con te quando era il capitano della polizia. La ferocia potrebbe non essere più presente nella biologia dei predatori, ma fare del male a tutti coloro che le vogliono bene fa sicuramente parte della sua natura. Pensaci un po’ su.” concluse Michael, prima di rialzarsi. Un montone dal manto nero si avvicinò e gli sussurrò qualcosa all’orecchio; nonostante Nicholas fosse abbastanza vicino da sentire distintamente ogni parola.

“Sono arrivati in città.” annunciò l’ariete a Michael.

“Sapete dove si trovano di preciso?” domandò quest’ultimo al suo sottoposto.

“Le telecamere del circuito stradale li hanno ripresi mentre si dirigevano verso l’appartamento di Hopps.”

“Questo significa che lei sta cercando di ottenere qualcosa che, almeno secondo i suoi piani, dovrebbe aiutarla.” osservò Michael, “Qual è la situazione all’esterno?”

“Le forze d’assalto congiunte dello ZBI e del Corpo di Polizia di Zootropolis si sono già riunite e stanno aspettando l’ordine di fare irruzione nell’edificio.”

“Spediteli dritti all’inferno.” ordinò Michael, “Ma se vedete Hopps e Wilde fra di loro… lasciateli passare. Mi occuperò di loro personalmente.”

La pecora nera uscì, mentre estraeva una pistola dalla cintura dei suoi pantaloni e la caricava. Michael ritornò dai suoi ostaggi.

“È arrivato il momento di entrare in scena.” disse.

******

È buffo quando ti rendi conto delle cose che pensi in questo genere di situazioni. È chiaro che questo pazzo desidera ucciderci tutti. I miei pensieri vanno a mamma e a papà, che stanno venendo a salvarci. Mi rendo conto che la sorpresa che ho provato quando l’ho chiamato papà è stata effimera. Lui è mio padre sotto tutti gli aspetti, anche se ho dovuto farmi rapire da un mammifero fuori di testa per capirlo una volta per tutte.

Spero davvero che riescano ad arrivare fin qui e che lo fermino… perché non voglio affatto morire.

Mentre lo penso, riesco a sentire la corda attorno ai miei polsi allentarsi; mentre Michael si allontana, tiro fuori una delle zampe.

Mamma e papà arriveranno a momenti… ma farò tutto il possibile per tirarci fuori di qui.





Note dell’autore: Con questo siamo giunti al diciottesimo capitolo!

Casomai qualcuno avesse ancora nutrito dei dubbi in proposito, in questo capitolo Nicholas ha dimostrato di essere il degno figlio di Judy e Nick. Non soltanto ha tenuto testa sia a Michael sia a Doug, ma ha anche fatto ricorso a uno dei trucchetti da artista della truffa di suo padre nel tentativo di liberarsi. Che altro aggiungere, ancora una volta Nicholas ha dato prova della sua tenacia e del suo coraggio. È proprio il caso di dirlo… tali genitori, tale figlio!

Come è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:

Pagina DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/

Capitolo XVIII di Waking Death: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Waking-Death-19-Hostage-Situation-732906090

Storia completa: https://archiveofourown.org/works/11441793?view_full_work=true

 

Questo è quanto. Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione. Al prossimo capitolo!
   
 
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