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Autore: McGonaogall_Sister    27/04/2020    1 recensioni
What IF:
Se negli anni di Harry Potter a Hogwarts ci fosse stata un'insegnante in più, una legilimens, come sarebbero andate le cose? Cosa sarebbe cambiato?
Una cattedra nuova a Hogwarts, una ragazza parecchio strana (perfino per i criteri del mondo magico).
Dumbledore avrà fatto questa scelta davvero solo per ampliare la didattica?
N.B. La storia è il primo capitolo di una serie, le coppie si riferiscono alle coppie presenti nella seria, non nella singola storia
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Quando riaprì gli occhi, Pamela non riuscì a mettere a fuoco dove si trovasse. C’era troppo rumore, troppe voci che si sovrapponevano una sopra l’altra. Sbattè le palpebre un paio di volte e mise a fuoco le tende verde spento che circondavano la branda su cui stava stesa. Richiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Si concentrò sul proprio respiro contando lentamente quattro tempi per inspirare e quattro tempi per espirare. Di nuovo. Quattro tempi per inspirare, quattro tempi per espirare. Poco a poco le voci si allontanarono, i pensieri degli altri divennero un brusio di fondo sempre più tenue finché non tornò totale proprietaria della sua mente. Riaprì gli occhi e si rese conto che la luce bassa e calda che filtrava dalle vetrate illuminando il tessuto verde che la racchiudeva, indicava un’ora già tarda della sera. Poi si rese conto delle due voci che restavano chiare e distinte alle orecchie, anche se sussurrate sottovoce.
Una era la voce calda e sbrigativa di Madame Pomfrey che stava dicendo: “Non c’è bisogno di venire ogni sera, la manderò a chiamare io quando si sveglierà. Adesso, da bravo se ne vada e mi lasci lavorare.”
E l’altra era la voce monotona e irritante del professor Snape.
“Grazie, Madame Pomfrey. Suppongo la sedia sia al suo posto.”

Pamela richiuse gli occhi prima di vedere aprirsi le tende. Rimase immobile ascoltando dietro il buio delle palpebre i movimenti vicini. I passi, il frusciare della stoffa, la sedia sistemata e poi le pagine scorse di un libro. Prese fiato e cercò di superare l’imbarazzo, non c’era tempo, dovevano fare qualcosa se non era già troppo tardi.
Si voltò verso il profilo affilato di Snape immerso nella lettura.

“È lui. È tornato” disse fissandolo seria. Il Professor Snape alzò gli occhi dal libro guardandola senza parlare, come se stesse parlando in una lingua straniera. “Lei-sa-chi è tornato, è nella testa del Professor Raptor, dobbiamo fare qualcosa!” Mise nella voce tutta l’enfasi e l’energia che riuscì a recuperare, non era molta.

Severus chiuse il libro di scatto.
“Il Preside vuole parlarle” rispose alzandosi dalla sedia “il Professor Raptor è morto. Sono sicuro che Dumbledore vorrà darle i dettagli.”

 

+++


“Non serve che vi dica che la vostra condotta è stata terribilmente imprudente, e sciocca, e ha messo a rischio l’intera scuola.”
Dumbledore parlava con una serietà che impediva di alzare la testa anche volendolo. Per altro Pamela aveva piena coscienza di quanta ragione avesse il preside così se ne stava nel mezzo dell'ufficio a testa bassa, lasciando che il vecchio mago imponesse tutta la sua autorità dalla cima dei gradini che portavano alla sua scrivania.
“Avreste dovuto controllare i movimenti di Quirinus, e invece avete lasciato che arrivasse fino alla pietra. Avete lasciato che tre studenti del primo anno mettessero a grave rischio le loro vite…”

“Lo hanno fatto davvero?”
La ragazza non riuscì a trattenere lo stupore.

“Lo sapevi?”
Snape era talmente esterrefatto da perdere l’abituale contegno.

“No. Cioè… sapevo che avevano trovato il cerbero e la botola, ma non credevo che avrebbero davvero… erano convinti fosse lei a voler prendere la pietra e ho cercato di far capire alla Granger che non era il caso, ma pensavo fosse una fantasia da ragazzi, una specie di gioco!”
Si difese in fretta voltandosi verso il Professore di Pozioni alle sue spalle.

“Un gioco che avrebbe potuto costare la vita!”
Li interruppe Dumbledore in tono severo.
“Non posso permettermi di avere tra i miei insegnanti persone che tradiscono la mia fiducia contravvenendo a delle indicazioni precise!”

“No, aspetti, con tutto il rispetto: sono stata io a insistere, il Professor Snape ha cercato di convincermi a lasciar perdere, ha solo cercato di evitare che mi facessi del male.”
Pamela aveva messo in conto di non tornare ad Hogwarts l’anno seguente, ci aveva rimuginato da quando era tornata abbastanza in sé da ragionare a mente lucida su quanto successo. Ma non esisteva che Dumbledore cacciasse Snape.

“Ho già provveduto a spiegare nei dettagli la tua insistenza.”
Le assicurò Snape alle sue spalle gelido.

“Mi aspetto che durante l’estate entrambi riflettiate con attenzione sul vostro comportamento e che l’anno prossimo dimostriate più buon senso. Ora,” il preside scese i gradini accennando alle poltrone “voglio sapere tutto quello che hai visto o sentito. Ogni dettaglio.”

A Pamela sembrò di essersi tolta dalle spalle un peso esorbitante. Si sentiva le gambe stanche come se avesse scalato una montagna. Le stava confermando il corso, lo stava facendo davvero. Riprese a respirare e fu grata di potersi mettere a sedere.
“Non sono riuscita a vedere molto, in realtà. C’era molto dolore, fatica, e… e rabbia. Non è facile da spiegare, non avevo mai sentito qualcosa di così buio e freddo, mai.”

“Sei stata fortunata: Voldemort è ancora debole, tenuto in vita da sangue di unicorno e poco altro. Se fosse stato nel pieno del suo potere ti sarebbe capitato qualcosa di peggio della morte. Il tuo dono, Pamela, può essere pericoloso e dovrai stare molto più attenta in futuro. Non credo che Voldemort se ne sia andato per restare lontano a lungo: tornerà e quando lo farà sarà più forte.” Il Preside lanciò un’occhiata a Snape da dietro gli occhialetti a mezzaluna. “Ci sono cose che non vogliamo che Voldemort venga a sapere, e dobbiamo avere la certezza che le nostre menti restino ben nascoste ai suoi occhi. Dovrai lavorare sulle tue capacità di occlumante. Ricordati che ora lui sa che tu esisti e che potrebbe venirti a cercare anche fuori da queste mura, proprio come ha cercato Quirinus.”

“Starò attenta” promise la ragazza “e farò più esercizi. Sta… sta davvero tornando e voglio fare la mia parte. Credo fosse quello che vedevo l’anno scorso. Ricorda? Quando le dicevo che dovrò sedere anche io a quel tavolo.” “Forse” il Preside annuì “di certo c’è che dovremo essere pronti.”


 


Note dell'autrice

Prima di tutto grazie :D se sei arrivat* fino a qui vuol dire che hai seguito tutta la storia e spero ti sia piaciuta. Come sempre ti invito a lasciare un commento, anche per dirmene di tutti i colori se vuoi ;) è sempre bello cosa ne pensa chi legge, no?
E poi ti invito a tenere d'occhio le nuove storie perché credo che tra poco potresti trovare un seguito delle avventure di Pamela. XD

Un abbraccio forte!

   
 
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