27/04/2020

Cecità

« Daozhang… » un sussurro morbido come un manto, rende la notte meno oscura per un attimo, accendendola con il ricordo ricostruito di un corpo ferito, fragile. « Daozhang sei sveglio? » 

« Sì. » 

L’Ombra, come di fumo buio, si muove, avanza a passo felpato, e si avvicina al suo letto. 

Si siede, timida, e rimane immobile, tesa come una corda. 

« Va tutto bene? » nell’oscurità tutto intorno Xiao Xingchen può solo intuire dove il giovane si trovi, può riempire con la mente lo spazio vuoto che occupa in quel tessuto scuro con battito e respiro. 

« Non riesco a dormire. » l’Ombra che è il giovane è irrequieta, malleabile come vetro rovente e altrettanto pericolosa. Xiao Xingchen, però, non riesce a percepirne il calore. 

« Posso stare qui con te per un po’? » la sua voce è come fusa, bassa e ribollente eppure leggera, con la freschezza di una maturità precoce. 

Xiao Xingchen lo accoglie tra le braccia aperte, cieco e sordo al pericolo perché il cuore copre ogni segnale d’allarme. 

La Serpe gli scivola in seno, si accuccia sul suo petto, una mano a cercare proprio quel cuore. Immagina di stringerlo, di sentirlo pulsare tra le dita, di veder precipitare Xiao Xingchen verso il suo ultimo respiro. 

Per questo sospira, sollevato. La notte non sembra più così spaventosa, così lunga, così buia. 

Xiao Xingchen accarezza le forme di quella piccola Ombra per crearsi un’immagine che possa renderla reale.

Ignaro, affonda le dita tra i suoi capelli, percorre il profilo del viso, delle piccole spalle.

L’Ombra freme e stringe le braccia al petto, nascondendo il suo punto più vulnerabile. A Xiao Xingchen pare un gesto adorabile, pieno di genuino spavento. Ma l’Ombra ha solo paura che possa capire toccandolo dove non dovrebbe: alla fine del braccio, alla fine della mano, da dove circola il veleno. 

« Hai fatto un brutto sogno? » chiede Xiao Xingchen, discreto, le mani che si allontanano dalle spalle dell’Ombra per tornare ad accarezzargli la testa.

L’Ombra si quieta, le braccia si rilassano, si consente di strusciarsi sotto quel tocco come gatto randagio.  

« Sì. » risponde, la vocetta rotta come un coccio di ceramica. Affilato. 

Un sogno terribile, senza dolcezza, un sogno dove Xio Xingchen moriva per mani di altri e non per la sua. Un sogno dove gli portavano via la sua vendetta. 

L’Ombra trema al pensiero e Xiao Xingchen, accecato e cieco, gli accarezza la testa per consolare il suo animo, cullandolo tra le braccia senza accorgersi dei barbigli di oscurità che si tendono verso di lui. Fili sottili di orrore che l’Ombra sta tessendo intorno alla sua gola accarezzando avida il pulsare della sua vita. 

« Era solo un sogno. » mormora Xiao Xingchen. Gentili come brezza estiva sono le sue parole, e l’Ombra se ne sente invadere piacevolmente. 

Tra le sue braccia si sente accolta, le sue forme instabili prendono finalmente una dimensione e uno spessore, si adagiano al suo corpo e le danno uno scopo. 

Struscia la guancia contro il suo petto, sente il suo cuore battere calmo, stabile. 

« Raccontami una storia, Daozhang. » l’Ombra ha un desiderio segreto, ha paura che possa trapelare tra le fessure del suo spirito, ed è così bello che Xiao Xingchen non possa vederlo, che per lui non ci sia altro che un’oscurità da confortare.

« Non sono molto bravo… » 

« Lo so. » lo interrompe l’Ombra con uno sbuffo infantile. « Però ne ho davvero bisogno per dimenticarmi quell’incubo. Per favore. » 

Xiao Xingchen ride, sottovoce per non svegliare il mondo, e scuote la testa.

Profuma di bianco e quell’odore è inebriante come il più pregiato dei liquori. 

« D’accordo. » risponde Xiao Xingchen con quel velo di divertimento nella voce.

L’Ombra si sistema meglio tra le sue braccia, comoda e ormai fusa a lui come un’unica cosa. 

Daozhang quando racconta lo fa con la leggerezza di ali d’uccello e l’Ombra si lascia trasportare dalle sue parole lontano, lontano dalla sua miseria, lontano dal suo buio.

Per un attimo riesce persino ad immaginare un futuro dove lui è ancora vivo, dove il respiro soffia ancora nei suoi polmoni, dove nel suo petto batte ancora un cuore.

Quell’attimo è fugace, così come il sorriso ferino sulle labbra dell’Ombra. 

Xiao Xingchen non vivrà tanto a lungo da vedere un’altra alba. Un modo divertente di pensarla dal momento che non può veramente vedere l’alba. 

Forse si lascia sfuggire una risatina, perché Xiao Xingchen interrompe il racconto per chiedergli, soffice: « Cosa c’è da ridere? » 

L’Ombra scuote la testa.

“Tu, tu mi fai ridere.” 

« Niente, continua Daozhang, ti prego. » 

Xiao Xingchen riprende il racconto.

L’Ombra chiude gli occhi e si lascia galleggiare nelle immagini create dalla sua voce, finché l’incubo non diventa un ricordo lontano. 

Piacevoli pensieri lo conducono verso il sonno. Tutti intrisi di sangue innocente.