Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Isidar27    27/04/2020    2 recensioni
Se…
Se Loki fosse uno sguattero dall’animo nobile costretto a subire le angherie di un padre crudele, o una creatura del mare che sogna un principe che abita sulla terra ferma?
E ancora…se Thor fosse non solo un principe, ma un falegname o un giovane che se ne va in giro col suo mantello rosso nel bosco?
Eccovi qua la mia personale versione delle fiabe del mondo rivisitate in chiave Thorki.
Magari qualcuno di voi ne avrà già lette parecchie, ma per me non è così perciò ho deciso di avviare questa raccolta di One-shot e vedere cosa ne esce =)
Per i più curiosi alla fine di ogni capitolo troverete un link che vi porterà alla fiaba originale a cui mi sono ispirata se avrete voglia di leggerla.
Se vorrete leggere questa raccolta vi avviso solo che NON è necessario aver letto le mie precedenti storie perché ogni fiaba è a sé e contiene solo i personaggi MCU.
Solo talvolta nella parte introduttiva potrei richiamare alcuni personaggi delle serie “Trust my Love!” e “Odinson’s secret diaries”.
Non mi resta che salutarvi e augurare a tutti voi buona lettura! =)
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Che occhi grandi hai...

 Hello, little girl,
What's your rush?
You're missing all the flowers.
The sun won't set for hours,
Take your time.

 

Molti anni fa le foreste erano luoghi oscuri e misteriosi, che facevano paura anche ai più coraggiosi e invitavano gli uomini ad esser cauti e a non sfidare la propria sorte.
Tra queste ve n’era una regina sulle altre poiché era nata immensa e vasta a perdita d’occhio.
I suoi alberi erano alti come torri di castelli e se qualcuno si fosse arrampicato fino alla cima delle loro chiome sempreverdi avrebbe visto persino i paesi al di là del mare e potuto riconoscere ogni fiore presente sulle montagne. Il suo terreno vantava ogni tipo di pianta o bacca dalle velenose alle più medicamentose ed era tanto incontaminato che i fiori vi crescevano liberi e i loro colori erano più belli di quelli di qualsiasi altro posto.
Nessuno vi si inoltrava se non per necessità temendo di fare qualche incontro pericoloso; infatti essa era anche la casa di tanti tipi di animali selvatici.
Ma i meno timorosi che vi si erano addentrati avevano scoperto che le creature di quel luogo erano per lo più socievoli o preferivano proprio evitare gli uomini; così qualcuno negli anni aveva battuto spesso i sentieri e altri vi erano persino andati a vivere. Col tempo appena fuori di essa si era creato persino un piccolo villaggio.
E dunque…

C’era una volta un piccolo villaggio al limitare di una foresta…

Quello era il primo giorno di una nuova settimana e tutti gli abitanti erano come sempre indaffarati nelle loro mansioni.
Il fabbro batteva il ferro e il pastore gironzolava qua e là a sorvegliare le brave anime di quel luogo. Qualcuno vendeva frutta, altri il pescato, ma tutti andavano a prendere il pane.
E il pane lo faceva il mugnaio: viveva accanto al piccolo fiume che attraversava il villaggio e la macina del suo mulino era sempre all’opera e non si fermava mai né a Natale, né a Pasqua.
Nella sua bottega il mugnaio aveva un bel forno di pietra e lì con il suo aiutante cuoceva il pane che rilasciava un aroma avvolgente e caldo, ma c’era anche odor di focaccia e di dolci per i giorni di festa.
In quel momento nel forno stavano cuocendo le focacce alte e tonde e l’aiutante del mugnaio le teneva d’occhio con cura.

“Che bella giornata per andare nella foresta” Pensava il giovane Thor sistemandosi meglio i suoi capelli dorati in un codino alto.

Su un tavolo da lavoro aveva già pronto un bel cestino intrecciato dove era riposta una bottiglia di vino rosso, del formaggio e un fagottino di stoffa dalla consistenza dura e ben avvolto. Ora mancava solo la focaccia che il giovane attendeva fosse cotta e dorata al punto giusto.
Ormai era un vero esperto: infatti Thor lavorava per il mugnaio da che aveva appena quindici anni e adesso superava i venti.
Il mugnaio era anziano e non aveva avuto figli che imparassero il mestiere, ma Thor gli si era presentato come un giovane forte e volenteroso e lui lo aveva messo subito al lavoro per fargli da apprendista.
Ogni giorno Thor si occupava di macinare la farina e venderla, ma già dalle prime luci dell’alba lui e il vecchio mugnaio impastavano e cuocevano il pane per il villaggio.
La domenica però era il giorno del Signore perciò il mugnaio chiedeva a Thor di aiutarlo solo col pane e dopo la messa il giovane approfittava per andare dalla madre.
La madre di Thor si chiamava Frigga ed era una donna dolce e gentile, ma purtroppo per lei aveva sposato un uomo che col tempo aveva finito per affezionarsi troppo alla bottiglia.
Suo marito e padre di Thor si chiamava Odino; era stato un soldato e aveva combattuto in guerra, ma gli orrori di ciò che vi aveva visto continuavano a perseguitarlo e intanto invecchiava e le forze lo lasciavano rendendolo debole. Così nel tempo era diventato sempre più burbero e scontroso e aveva cercato la consolazione nell’alcol, “amico” di chi vuol dimenticare le proprie pene.  
Le liti tra i suoi genitori però erano continue perché Frigga non era certo una donna da farsi mettere a tacere se il marito ubriaco alzava troppo la voce.
Alla fine la soluzione era stata una e inevitabile: sua madre aveva lasciato il tetto coniugale e se n’era andata ad abitare da sola nella foresta. Lì era circondata dalla natura e dalla piante che lei utilizzava per creare unguenti e balsami medicamentosi e soprattutto viveva finalmente tranquilla.
La donna però aveva dovuto lasciare anche suo figlio al villaggio perché Odino aveva fatto valere i suoi diritti di padre… o così credeva lui.
Thor era rimasto soprattuto per poter lavorare e per tener a bada suo padre e il suo brutto vizio; ma andava a trovare spesso la madre, tutte le domeniche ormai, nessuna esclusa salvo incidenti col suo vecchio e le portava tutto ciò che le era necessario tanto che lei non veniva quasi mai al villaggio. Quella volta però era lunedì perciò Thor aveva saltato il loro incontro domenicale. 

«Mi spiace per ieri Thor»  disse il mugnaio apparendo alle sue spalle «ma il mulino aveva davvero bisogno di una pulita o quei topacci avrebbero banchettato anche con noi.» 

«Nessun problema. Mia madre sa che se non vado da lei c’è sempre un buon motivo, anzi grazie  per permettermi di andare oggi a trovarla.» 

Il mugnaio sorrise. Era un ometto non molto alto, dal viso gentile e i capelli corti e bianchi: solo sulle tempie però perché in testa aveva una bella pelata. Nonostante la vecchiaia aveva una tempra forte, voleva bene a Thor e conoscendo Odino comprendeva bene perché Frigga si fosse ritirata nella foresta «Allora cosa porterai alla tua mamma oggi?»  chiese gentile.

«Un po’ di vino, del formaggio e sto aspettando che la focaccia sia pronta così sarà ancora abbastanza calda da che arriverò.» 

«Stavo per dirti se non vai prima a messa, ma in effetti oggi è lunedì hahaha questa vecchia testa.» 

Di lì a poco la focaccia fu effettivamente pronta e Thor ne avvolse due bei pezzi rotondi in un fazzoletto di stoffa che sistemò nel cestino. Poi afferrò il suo vecchio mantello lungo e rosso e se lo gettò sulle spalle.

«Sii prudente ragazzo, quel cestino ha un profumino…Speriamo che gli animali selvatici abbiano già fatto colazione ahah!» Scherzò il mugnaio. 

Thor lo salutò e tutto allegro si diresse nella foresta, ma il vecchio gli gridò dietro «E attento ai lupi!»


Frigga abitava a circa mezz’ora dal villaggio e per arrivarci Thor doveva percorrere uno dei sentieri della foresta, ma a lui non dispiaceva. Era bel tempo e il sole penetrava dalle cime degli altissimi alberi illuminando la foresta e  donandogli un’atmosfera calda e piacevole.
Il giovane camminava sicuro avvolto nel suo mantello, un vecchio mantello rosso che sua madre aveva cucito per lui perché stesse al riparo dal freddo l’inverno, ma benché fossero i primi giorni di primavera  la temperatura era ancora fresca e Thor lo indossava ancora volentieri.
C’era assoluta quiete a parte per gli uccellini che cinguettavano allegri così, per tenersi compagnia, Thor fischiettò con loro.
E cammina e cammina dopo circa un buon quarto d’ora di strada ecco che si trovò davanti una bella macchia di tulipani rossi. Ora che la neve si era sciolta e il clima era meno rigido la foresta si stava riempiendo anche dei suoi bellissimi fiori e Thor pensò che un bel mazzolino avrebbe fatto molto piacere a sua madre. Così si chinò e appoggiato il cestino iniziò a raccoglierne diversi. 

«Non è prudente starsene soli nella foresta a cogliere tulipani bel giovane.»  disse una voce alle sue spalle.

Thor si bloccò, non aveva sentito arrivare quella nuova presenza. Si voltò lentamente e con cautela.
In piedi dietro di lui c’era un giovane alto, magro e molto… particolare.
Le unghie della mani erano completamente nere e brillanti e quello sembrava il loro colore naturale.
Era abbigliato in maniera molto curiosa poiché sulle spalle aveva una sorta di mantello di morbida pelliccia di lupo nero che si chiudeva sulle clavicole, ma il torso era completamente nudo se non per due strisce di pelliccia sui pettorali. Sulla testa aveva un cappuccio largo dove erano presenti persino due orecchie di lupo.
Esibiva un fisico asciutto e snello e dalla vita in giù era coperto da una pezza corta sempre di pelliccia, ma i piedi erano scalzi.
E cos’era quella che si intravedeva penzolare appena dietro alle sue gambe? Sembrava tanto una lunga coda nera e morbida.
Quello strano tipo si sfilò il cappuccio rivelando dei capelli neri lunghi fino alla base del collo, tirati all’indietro e solo appena scompigliati. Rivolse a Thor un sorrisetto sghembo. 

«Non sapete che è pieno di lupi?» Chiese guardandolo con due occhi grandi e di un verde intenso. 

Thor allungò il braccio fino al cestino e vi lasciò cadere i fiori poi si alzò con cautela.

«So badare a me stesso. Voi piuttosto? Che fate qui? Vestito così non andrete di certo a raccogliere funghi… Cacciate forse?» 

Il giovane mise su un sorriso lascivo e mosse qualche passo verso di lui «Diciamo così. Ma solo prede belle e succulente.»  assottigliò lo sguardo e gli si fece ancora un po’ più vicino «E guarda caso ne ho appena puntata una.» 

Il biondo lo guardò stupito, ma non si mosse di un millimetro mentre l’altro gli si avvicinava ancora addirittura fino all’orecchio tanto da provocargli involontari brividi sotto pelle.

«Vorreste vedermi catturarla? Sono molto bravo sapete?» 

A quel punto Thor mise su un sorrisetto. «Oh, ma questo…lo so benissimo.» e senza aggiungere altro lo afferrò per le spalle e con un mezzo giro lo sbatté contro un pino dietro di sé.

Il moro si ritrovò bloccato tra il tronco dell’albero e il corpo muscoloso del biondo.

«Sei il solito prepotente Thor.»  ridacchiò leggermente infastidito.

«È colpa tua…mi provochi. Non ti hanno insegnato che non si gioca col cibo Loki?»  rise il biondo contro al suo collo per poi iniziare a saggiarlo con baci profondi e famelici. «Mm mi sei mancato.»  sussurrò.

«Ah, ma davvero? Beh te la sei presa comoda stavolta mi pare. Iniziavo a pensare che ci saremmo rivisti tra una settimana» 

Thor si staccò e lo studiò con un sorrisetto compiaciuto «O magari credevi che ti avessi sostituito, come del resto pensi ogni volta che sto via troppo a lungo. Ammettilo…» 

«Prego? Guarda che non sei il centro del mio mondo. Ci sono tanti altri bei giovani che passeggiano per la foresta…» soffiò malizioso e la cosa gli costò entrambi i polsi bloccati sopra la testa e uno sguardo di rimprovero da parte di Thor. 

«Ma guarda…chi è il geloso adesso?» ridacchiò soddisfatto il moro «E comunque sapevo che saresti venuto.»  ghignò  «Me lo ha detto tua madre.» 

«Passi troppo tempo con mia madre.» Disse sottovoce il biondo pressandosi un po’ di più su quel corpo perfetto e strusciandovisi contro con movimenti profondi e sensuali. 

«S-si, il suo stufato di coniglio è…è ottimo sai?»  rise il moro esibendo dei denti bianchi e taglienti poi fiutò qualcosa nell’aria e rivolse l’attenzione al cestino dove giaceva anche il mazzolino di fiori. Involontariamente il suo sguardo come il suo tono si fecero dolci. 

«Stavi cogliendo dei fiori per lei?» 

«Si, sai li prenderei anche a te, ma l’unica volta che te li ho portati mi hai detto che preferisci una bella carogna o della carne secca.»  

Loki allora rise.

«Mmm in effetti c’è un odorino…che cosa c’è nel cestino?» chiese cercando di spiarne il contenuto.

«Nulla di interessante per te.» rispose Thor e affondò il naso nell’incavo del suo collo per poi risalirlo immerso nei suoi capelli neri fino all’orecchio.«Puzzi di sangue.» 

«Ho mangiato lepre a colazione»  si giustificò tranquillo l’altro.

Thor rise «Sei proprio un animale Loki.» appoggiò un mano sul suo petto e avvertì l’effetto di quella pelle fresca e morbida sotto le dita poi la fece scorrere decisa da lì lungo il suo fianco e fino alla sua gamba.

Loki sussultò appena sotto quel tocco, ma ghignò ancora «Credevo ti piacessero gli animali.» 

«Eccome e mi piace prendermene cura, soprattutto dei miei…AH!» 

Quell’ultima frase gli era appena costata un morso ben assestato alla spalla destra e un gemito di dolore.

«Dovresti sapere che io non sono proprio di nessuno.»  ringhiò Loki minaccioso.

Ma Thor tornò su di lui. Gli prese il mento tra due dita e lo guardò con una luce pericolosa e allo stesso tempo terribilmente sensuale negli occhi.

«Mordimi un’altra volta così e ti metterò una museruola.»  

Loki sorrise beffardo «Non oseresti mai…poi come faresti a baciarmi?»  

«Non mi servono i tuoi baci quando posso avere il tuo corpo non credi?» 

Lo provocò il biondo e sorrise interiormente quando vide un bagliore di stizza negli occhi del moro.  Adesso, Thor lo sapeva, era il momento in cui tutte le sue difese sarebbero crollate e lui lo avrebbe avuto in pugno e infatti…

«Beh peccato allora.  Avevo pensato di dartene un assaggio, dei mie baci, ma a que…mmm»  

Thor senza dargli il tempo di finire gli aveva già tappato la bocca con un bacio intenso e lo aveva sollevato da sotto le cosce.

Loki gli si aggrappò alle spalle e soffiò contro le sue labbra «E poi sarei io l’animale.»  

Rise mentre il biondo lo staccava dall’albero e se lo trascinava sul terreno tra le felci e gli aghi di pino secco… come ogni volta del resto.

 

La prima volta che Thor si era addentrato da solo nella foresta per raggiungere la casa di sua madre aveva diciannove anni. Frigga era andata ad abitare nella vecchia capanna degli attrezzi da lavoro di suo fratello, un taglialegna che viveva al villaggio e gliel’aveva ceduta volentieri, e quella volta Thor armato di accetta e con una latta di chiodi stava andando da lei per aiutarla a farvi qualche lavoretto.
La donna gli aveva detto di fare attenzione perché aveva sentito dei lupi ululare in quei giorni, ma anche allora lui era bello tranquillo.
Anche quella volta non aveva fatto molta strada che si era fermato a cogliere dei fiori per la madre e aveva appoggiato l’accetta e il barattolo di chiodi a terra. Ma ecco che all’improvviso si era sentito osservato e si era accorto di due grandi occhi verdi che lo scrutavano proprio dai cespugli davanti a lui. Ne era venuto fuori un lupo nero che lo fissava con la chiara intenzione di attaccarlo.
Thor non aveva fatto in tempo a recuperare l’accetta che il lupo gli era saltato addosso, ma lui aveva parato le mani di fronte a sé e aveva cercato di allontanare almeno quella bocca piena di denti aguzzi dal suo collo. Lo aveva spinto via il giusto per riuscire ad afferrare il suo coltellino legato alla cintola, ma il lupo di nuovo aveva provato ad attaccarlo. Si erano rotolati a terra un paio di volte fino a che…sorpresa?
Sotto di lui e con il suo coltellino premuto sulla gola Thor non si era ritrovato il corpo dell’animale, ma quello di un giovane.
Un ragazzo poco più giovane di lui magro e moro, dalla pelle chiara e gli occhi verdi e…Thor lo aveva trovato bellissimo.
Il biondo era rimasto un istante sorpreso e paralizzato, ma il moro lo aveva guardato con occhi pieni di sfida.

«Ma sei….sei un ragazzo!»  aveva detto Thor in un sussurro.

«Però che acuto osservatore!»  Era stato il commento acido dell’altro.

Thor non poteva crederci; aveva sentito parlare delle creature demoniache che popolavano la foresta. Il pastore la domenica lo diceva sempre durante il sermone: esse erano celate dall’oscurità da cui erano nate e ne venivano fuori per trascinarvi le anime di fedeli innocenti. Di certo quella creatura doveva essere una di loro.
Thor allora aveva premuto il coltellino contra la gola nivea del giovane.

«Perché volevi attaccarmi?»  aveva chiesto deciso.

«Ti credevo più sveglio…sai io sono un lupo e tu eri una bella preda perciò…» aveva sorriso beffardo il moro senza scomporsi minimamente.

Thor lo aveva studiato velocemente: quella che prima era pelliccia nera adesso erano una pezza e una pelliccia morbida, ma nelle parti di pelle scoperta quel giovane non aveva un solo pelo anzi era completamente glabro. 

«Che cosa sei tu?»  gli era uscito con un misto di curiosità e timore.

L’altro aveva assunto un’aria orgogliosa e infastidita allo stesso tempo «Sono quello che sono. Una creatura della foresta. È un problema forse?» 

Thor allora lo aveva guardato stupito e seppur non volendo…rapito «No…no, non lo penso affatto.»  

Loki era rimasto interdetto da quella risposta, ma aveva notato come lo guardava il giovane e così aveva tentato un’altra strada «Senti perché non mi lasci libero? Hai visto? Sono un ragazzo adesso.» 

Ma Thor era rimasto saldo «Si così appena ti lascio mi azzanni alla gola.»  

Era difficile però mantenere la posizione e allo stesso tempo il contatto con quegli occhi; si, perché Thor si stava lentamente perdendo in quel verde intenso e quegli occhi erano così belli e magnetici e…e no che diavolo!
Certo se poi ci si metteva pure che quel corpo attraente se n’era lì pressato sotto al suo e il biondo riusciva a percepire il suo odore di selvatico che non sapeva perché, ma iniziava a dargli alla testa…
Doveva tirarsi fuori da quella situazione al più presto!

«S-senti ti va uno scambio? Io ti lascio andare, ma tu non provi mai più ad attaccarmi e non mi segui chiaro?» 

Il moro però lo aveva fissato in silenzio: le occhiate e gli sguardi che il giovane aveva gettato al suo corpo non gli erano certo sfuggite perciò…

«Avrei un’altra via da proporre.» aveva detto con un sorrisetto mefistofelico e poi alzato il capo quel tanto che bastava perché le sue labbra e quelle di Thor si scontrassero.  

Thor aveva sgranato gli occhi, ma non si era rifiutato a quel contatto. Quando il moro si era separato da lui non soddisfatto gli aveva morso sensuale il labbro inferiore e lo aveva guardato provocante passandosi la lingua sulle labbra.
Thor allora era rimasto bloccato: quella creatura lo aveva baciato, nessuno lo aveva mai baciato e adesso, adesso gli stava proponendo di…

“Il Demonio si manifesta sotto molteplici aspetti” si così aveva detto il pastore “ e in molteplici vie prova a condurre a sé le sue vittime. Vi potrebbe offrire doni o beni che le vostre anime pure non osano nemmeno immaginare…ma è tutto un inganno!”
Thor allora si era riscosso e aveva premuto ancora il pugnale contro quel collo candido ed esposto.

«Tu vuoi solo irretirmi e poi uccidermi.» 

Loki aveva sorriso sensuale e non si era scomposto di un millimetro.

«Oppure voglio solo qualcosa di…piacevole per entrambi» aveva soffiato sensuale e con occhi liquidi. 

Thor si era sentito bruciare; quella era una trappola e lui non doveva caderci, ma come poteva resistere a quella creatura così dannatamente sensuale e perfetta?

“La carne è debole” era vero pensò, ma non credeva così tanto! E forse non si trattava nemmeno solo di questo…

Aveva aperto la bocca, forse per rifiutarsi, ma la sua mente aveva parlato per lui in un sussurro «Sei bellissimo.» 

Il giovane moro a quelle parole aveva sgranato gli occhi e lo aveva guardato sorpreso. Poi si era fatto sospettoso. «N-non ti faccio ribrezzo?»  

Ma ancora Thor lo aveva guardato completamente perso nei suoi occhi «Mentirei se dicessi di aver mai visto qualcosa più meraviglioso di te.»  

E stavolta Loki lo aveva guardato incredulo e sconvolto prima di sporgersi di nuovo verso di lui per baciarlo ancora, ma Thor si era ritratto «Ti prego no.» 

«Perché?» aveva chiesto il moro ad un soffio dalle sue labbra non curandosi che il coltello del biondo fosse ancora premuto contro il suo collo e già un lieve rivolo di sangue stesse rigando la sua pelle nivea. 

«Perché mi attaccheresti» aveva detto Thor in risposta, ma completamente inabile a ritrarsi da quelle labbra. 

E il moro aveva sorriso guardandolo ancora sensuale.

«Non puoi saperlo non credi?» 

Si, quella creatura era decisamente un lupo, una creatura misteriosa e oscura creata apposta per attrarre i deboli con la sua bellezza e poi trascinarli nell’abisso nero delle sue fauci o peggio. Era la via sicura per il peccato, un peccato consumato con un’entità oscura eppure Thor trovava che quella fosse la più rara che avesse mai visto.
E poi lui chi era per giudicare quella creatura che Dio, il Diavolo o chi per loro aveva deciso di mettere al mondo? Proprio nessuno perché anche lui era al mondo per la volontà creatrice di qualcun altro.
Quella creatura non aveva certo potuto decidere come nascere eppure anche così com’era lui la trovava perfetta: fiera, sensuale, bellissima…
E ora era lì a pochissimi millimetri dalle sue labbra e già i loro nasi si sfioravano appena. Poteva ancora rifiutarsi, poteva alzarsi e andarsene lasciando lì quel mezzo lupo.
Invece aveva sporto il viso verso di lui e lo aveva baciato ancora e ancora proprio lì sul terreno della foresta e con lui si era lasciato andare.
Ed era stato così per gli ultimi tre anni: Thor andava a trovare la madre e Loki lo aspettava.
Appena metteva piede nella foresta il lupo avvertiva il suo odore da lontano e lo raggiungeva ovunque si trovasse.
E se all’inizio a Thor ci voleva quasi un’ora di cammino per arrivare dalla madre, Loki gli aveva mostrato una via più veloce per arrivare nella metà del tempo, così potevano perdersi un po’ tra loro.
Era solo sesso, erano solo due giovani che si lasciavano andare ad un piacere proibito. O almeno questo era ciò che entrambi si raccontavano all’inizio…poi una volta durante l’inverno Thor non era venuto per un mese intero a trovare la madre.
Suo padre gli aveva dato più problemi del solito e la domenica doveva passarla a lavorare per ripagare i suoi debiti in taverna.
E come molte altre volte quella sera di febbraio era uscito a recuperare il suo vecchio ubriaco dalla taverna e lo aveva portato a casa. Lo aveva messo a letto e voleva prendere sonno anche lui per dormire qualche ora prima dell’alba quando improvvisamente aveva sentito un lieve ululato.
Strano: i lupi non venivano mai al villaggio.
D’istinto era andato a guardare fuori dalla finestra e proprio sul lato di strada opposto alla sua casa aveva visto un lupo nero con gli occhi verdi…

«Che diavolo!»  

Aveva indossato di corsa il suo mantello e afferrata una lampada ad olio si era precipitato fuori raggiungendo l’animale «Ma che fai qui? Se ti vedessero ti ucciderebbero senza esitazione!»  

Il lupo lo aveva guardato tranquillo e poi si era girato e aveva mosso qualche passo. Thor lo aveva fissato senza capire, ma il lupo lo aveva atteso finché non lo aveva seguito. Alla fine i due erano arrivati sul limitare della foresta.

«Se pensi che ti seguirò là dentro hai sbagliato di grosso. È buio pesto!» 

Ma il lupo si era fermato sul posto e aveva iniziato ad ululare, stavolta più forte. Se avesse continuato così qualcuno sarebbe certo uscito a vedere cos’era quel bordello e magari avrebbe cercato di sparargli così Thor gli aveva intimato di star zitto e per farlo chetare aveva dovuto seguirlo per forza.
Il biondo era rimasto dietro di lui e avevano camminato nella neve nel folto della foresta fino ad un grande albero cavo dove il lupo si era trasformato.
Forse quella era la sua tana, ma perché lo aveva condotto lì? Thor aveva perso la pazienza. 

«Ma sei impazzito?! Che sei venuto a fare al mio villaggio? Se ti avessero visto avrebbero potuto ucciderti!»  

Loki si era voltato e lo aveva guardato con sfida «Io faccio quello che voglio.»  

Ma Thor gli aveva afferrato un braccio «No tu devi stare attento! Perché sei venuto?» 

Loki lo aveva guardato stupito e aveva aperto la bocca per dire qualcosa, ma poi aveva abbassato lo sguardo come se improvvisamente non trovasse scuse per difendersi.

«Loki! Allora?» 

«Io…»  sembrava in difficoltà e non lo guardava negli occhi.

Così Thor aveva cercato di dare un senso a quell’imbarazzo e aveva chiesto con cautela.

«Eri preoccupato per me per caso?» 

Il moro aveva risollevato lo sguardo e messosi di colpo sulla difensiva «Cosa? Credi che l’abbia fatto per te? Io…io volevo una gallina. Avevo fame.» 

Thor aveva taciuto un istante, ma gettato uno sguardo alla tana aveva scorto la carcassa di qualche animale e sembrava fresca quindi la fame non era il vero motivo. 

«P-Perché non sei più venuto?»  aveva chiesto il moro.

Eccolo il vero motivo.  

«Perché mio padre non è stato bene ultimamente e ho dovuto lavorare parecchio per saldare i suoi debiti. Mia madre sa cavarsela, lei non è come lui…»  

«Ma certo, quell’ubriacone può stare tranquillo no? Tanto ci sei tu a fargli da balia» aveva quasi ringhiato Loki stringendo i pugni.

«E perché dovrebbe interessarti?»  gli aveva chiesto Thor, ma forse quella domanda gli era uscita un po’ troppa dura.

Loki infatti aveva sgranato gli occhi e a Thor era sembrato quasi di vederlo ferito prima che il suo sguardo si facesse duro.

«Hai ragione non mi interessa. Adesso vattene. Tornatene pure al tuo villaggio e da tuo padre!»  

I due si erano fissati in silenzio un istante senza muovere un solo muscolo, ma poi Thor aveva appoggiato a terra la lampada ad olio e lo aveva fronteggiato.
La luce illuminava solo flebilmente il viso dell’altro, ma Thor riusciva a scorgere qualcosa sotto quella corazza dura che in quel momento era lo sguardo di Loki.
Così gli aveva preso il volto tra le mani e accostandovisi lo aveva baciato con dolcezza, una dolcezza mai usata prima.
Loki era rimasto rigido un istante, ma solo uno; si era aggrappato a lui con disperazione perché  Thor gli era mancato come l’aria stessa.
Erano finiti nella neve e quella notte avevano fatto l’amore, avvolti dal mantello di Thor, stretti e bisognosi l’uno dell’altro come mai prima.
Da allora non c’era stato bisogno di parlare, di dirsi niente, semplicemente non valeva più la pena mentire a sé stessi.
Eppure ammettere i loro sentimenti ad alta voce era tutt’altra cosa: faceva paura, perché come si poteva stare insieme appartenendo a due mondi così diversi?
E così benché quando finissero a fare l’amore si sentissero completi il resto del tempo cercavano di far finta di nulla e di fingere che non gli importasse di vedersi alla prima occasione, ma Thor cercava di tornare da Loki ogni domenica, col sole o se la pioggia batteva.


Loki restò sdraiato in silenzio con lo sguardo rivolto alle alte cime dei pini e accarezzando distrattamente i capelli di Thor ormai tutti scomposti.
Giaceva completamente nudo sulla sua pelliccia mentre il biondo stava sdraiato sopra di lui con la testa appoggiata al suo petto e il mantello rosso copriva entrambi. 

«Non sei venuto ieri…»  sussurrò il moro.

«Lokiii è solo lunedì, sono in ritardo di un giorno dopotutto.» 

«Sei comunque in ritardo.» disse il moro soprappensiero continuando ad accarezzargli i capelli biondi.

Thor appoggiò il mento sul suo petto e non riuscì ad impedirsi un sorrisetto, ma cercò di celarlo. «Scusami.»  disse apponendo un bacio sul petto glabro dell’altro per poi farsi leva sui gomiti «Ho dovuto lavorare. Abbiamo pulito la macina e ad altro. Abbiamo avuto problemi coi topi ultimamente. Il mugnaio mi ha liberato solo oggi.» 

Loki annuì e chiuse gli occhi: in quel momento la sua pelliccia iniziò magicamente a percorrergli le spalle e il resto e a richiudersi su di lui come un abito cucito addosso. Perché in effetti Loki poteva togliersi quella pelle, ma doveva fare attenzione: se avesse recuperato il suo aspetto di lupo senza di essa non sarebbe ricresciuta mai più e lui la proteggeva gelosamente.
Anche Thor aveva imparato quanto importante fosse quella parte di lui e le riservava la massima cura.  
Loki si sfilò da sotto il corpo di Thor e mettendosi seduto si scrollò gli aghi di pino secchi dai capelli. 

«E tuo padre come sta?» 

«Per lo più ubriaco come sempre.»  disse Thor sistemandosi i calzoni e infilandosi la camicia «Ma non abbiamo litigato nell’ultima settimana stavolta.»  allungò delicatamente una mano verso l’altro per togliergli un ago di pino rimasto prigioniero tra i suoi capelli, ma Loki si scansò appena impedendoglielo.

Thor sospirò: sapeva che all’altro dispiaceva quando saltava il loro appuntamento senza preavviso. Era successo poche volte, ma Thor sapeva di ferirlo anche se il moro cercava di far finta di nulla.
E così fece anche il biondo volendo approfittare invece di quel momento per fargli finalmente una richiesta. 

«Loki pensavo… che potresti accompagni da mia madre.» 

«Si, ma certo.»  

Negli anni Loki accompagnava spesso Thor da sua madre, ma sempre sotto forma di lupo.
All’inizio Thor temeva che la donna si sarebbe spaventata, ma una volta a sua insaputa lei gli era andata in contro e li aveva visti svoltare dal sentiero insieme; e così Thor le aveva detto che quel lupo lo accompagnava spesso e glielo aveva presentato dicendo che secondo lui doveva chiamarsi Loki… così a istinto.
Frigga aveva preso delicatamente il suo muso nero tra le mani e lo aveva guardato con dolcezza tanto che Loki aveva capito subito  da chi avesse preso il suo sguardo buono Thor. Frigga aveva due occhi gentili e aveva trattato bene Loki fin da subito.
Così lui era tornato a trovarla e lei gli si era affezionata così tanto che spesso divideva con lui il suo pasto o gli parlava per ore come ad un buon amico e lui ascoltava attento tutto quello che gli diceva soprattutto quando lei gli parlava di Thor. E intanto il lupo la sorvegliava e la proteggeva dalle altre creature della foresta e Thor per questo gli era grato perché si sentiva tranquillo sapendo che Loki vegliasse su di lei.
Ma non gli avevano mai rivelato il segreto di Loki, né tantomeno tutto il resto!
Thor prese un respiro. 

«No io intendevo che…potresti accompagnarmi con…con il tuo aspetto umano…» 

Loki sgranò gli occhi e lo fissò stupito. «Thor, ma che stai…» 

«Senti Loki io ci ho pensato…tu-tu piaci a mia madre e…» 

«Si, come animale da compagnia! Vuoi farla morire di crepacuore per caso?» 

«È solo che…» 

« “Solo che” cosa Thor?»  

Thor abbassò lo sguardo imbarazzato «Beh Loki…quello…quello che c’è tra noi due ecco insomma…io pensavo che…»  balbettò impacciato.

Ma Loki lo fissò incredulo e il suo tono divenne duro «Tra noi c’è solo questo…. e non vedo perché…dovrebbe essere diverso.»  terminò amaro.

«Loki…»  provò ancora Thor.

Non c’era nulla da fare: ogni volta che cercava di iniziare quel discorso era la solita storia.
All’inizio si era sentito quasi ferito e aveva pensato che a Loki non importasse di lui se non per un mero rapporto fisico. C’era voluto un po’ prima che capisse che se Loki si metteva sulla difensiva in quel modo era per un altro motivo, di certo lo stesso che faceva paura anche a lui: l’essere parte di due mondi troppo diversi.

«Coraggio muoviamoci, tua madre si starà chiedendo dove sei finito.» concluse Loki e senza aggiungere un parola si sollevò incamminandosi in mezzo alla foresta dove assunse il suo aspetto animale.

Thor sospirò, ma prese le sue cose e dopo un momento lo seguì in silenzio. 

 

Ci vollero si e no venti minuti prima che arrivassero nel folto della foresta. Lì, all’ombra di tre grandi querce, sorgeva una casetta di legno ben curata con un piccolo portico all’ingresso e un tavolino e due sedie a dondolo proprio lì sotto. Thor si era dedicato molto ad aiutare sua madre e insieme avevano trasformato quella che era una semplice capanna per gli attrezzi in una casetta ampia, comoda ed accogliente.
Dalla porta, che aveva intagliato un cuore a mo’ di spioncino, uscì una donna dai capelli castano dorato e dai grandi occhi azzurri che mise su un largo sorriso.

«Ah eccovi!» disse facendosi incontro ai due e raggiungendoli si inginocchiò subito per accarezzare il lupo.

«Madre!»  Si lamentò Thor offeso. «E io che ti ho portato anche dei fiori!» 

La donna scosse la testa e lo abbracciò frettolosamente, ma sembrava appena turbata.

 «Sono bellissimi Thor, ma adesso dobbiamo entrare fate presto!» 

 «Madre che succede?»  chiese Thor accorgendosi di quella fretta.

 «Ti spiegherò dopo Thor, ma ora preferisco non perdere tempo!»  e si precipitò ad aprire la porta di casa mentre Thor si scambiò un rapido sguardo con Loki.

Appena i due furono entrati Frigga gettò uno sguardo a destra e sinistra dopodiché richiuse di corsa la porta.
La casetta era molto graziosa anche all’interno e nel salottino c’erano tre tavoli in legno, che Thor stesso aveva costruito, carichi di mortai e cocci che contenevano strane creme, ma l’odore era ottimo: si sentiva la menta, la citronella e note di rosmarino.
Ma il figlio notò una cosa strana: Frigga teneva sempre le tende aperte e raccolte per permettere al sole di entrare adesso invece queste erano sciolte e tirate.

«Madre va tutto bene?» chiese Thor con una punta di apprensione appoggiando il cestino sul tavolo della cucina mentre Loki intercettava un odorino di stufato proveniente dalla pentola nel camino e si leccava il muso. 

«Non proprio figliolo. Ero preoccupata…per Loki.» 

Sia il lupo che Thor la fissarono senza capire. 

La donna si fece vicina al tavolo della piccola cucina e tirò un sospiro «Vedi Thor, ieri sera ha bussato uno straniero alla mia porta. Un uomo sui trent’anni, capelli castano scuro e il volto cupo e segnato dalle occhiaie. Non lo avevo mai visto prima e mi ha chiesto se ci fosse un villaggio da queste parti. Io ovviamente gli ho indicato la via, ma ho notato che aveva con sé un fucile. Credo fosse un cacciatore»  

Thor d’istinto guardò verso Loki che però pareva essere calmo.

«Madre non c’è motivo di preoccuparsi, è pieno di cacciatori, ma Loki è in gamba e sa che deve star loro lontano.» disse Thor tranquillo mentre la madre disfaceva il fagotto e tirava fuori la focaccia e il vino.

«Non so Thor. Mi ha domandato se ci fossero lupi da queste parti e io ho negato e gli ho detto che le creature di questa foresta non danno alcun fastidio, ma lui non sembrava convinto. Continuava a fissarmi duramente e poi era un tipo così strano. Era tutto avvolto nella sua pelliccia di lupo, ma ho visto sbucarvi qualcosa e guardando meglio ho potuto vedere che il suo braccio era…era di ferro nero e pesante. Lui lo ha notato e ha detto “Oh una ferita di guerra madame, cose che capitano”, ma non mi ha convinto. Io temo che sia abbastanza pericoloso. Ho sperato con tutto il cuore che non incontrasse Loki, ma non vedendovi arrivare mi sono preoccupata.» 

Thor arrossì leggermente: si in effetti stavolta si erano “intrattenuti” un po’ più del solito.

«Ma si forse…forse mi sono preoccupata troppo. Sono sicura che il nostro Loki starà attento.»  sorrise lei verso l’animale «Coraggio adesso mettiamoci al lavoro. Chi non si da da fare niente stufato! A parte Loki chiaro.»  sorrise lei facendo un occhiolino al lupo. 

Quella mattina Thor si occupò di spaccare la legna per sua madre; gliene preparava parecchia che poi sistemava nella piccola legnaia dietro la casetta e la riempiva sempre così tanto che la donna non era rimasta senza nemmeno quando il figlio non era potuto andare a trovarla per settimane.
Ogni tanto Loki sbucava sul retro e, seppur da lupo, si godeva qualche istante Thor al lavoro: non faceva ancora caldo, ma era un lavoro faticoso perciò dopo le prime accettate Thor si toglieva la camicia rivelando il suo torace ampio e muscoloso. Ad ogni colpo d’accetta poi i suoi muscoli guizzavano sotto pelle e il sudore gli imperlava la fronte prima che lui se lo aspergesse col dorso della mano.
Loki si godeva per un po’ quello che vedeva, ma come l’altro si accorgeva della sua presenza gli dava la coda e se ne tornava in casa; dopotutto non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederlo lì a sbavare per lui!
E poi quel giorno Frigga sembrava molto turbata per cui il lupo preferiva stare in casa al suo fianco assicurandole che stesse bene.
Mentre suo figlio lavorava fuori la donna pestava erbe nel mortaio e preparava unguenti e fiale che Thor portava al villaggio a coloro che glieli avevano richiesti. Quando abitava al villaggio infatti Frigga faceva la levatrice ed era bravissima a curare i mali con le erbe della foresta che lei stessa andava a procurarsi.
Thor si ricordava di quando una volta aveva portato anche lui; doveva avere si e no dieci anni e quella volta aveva visto il suo primo scoiattolo.
La creaturina era scesa da un pino e si era fermata a pochi passi da Thor così lui l’aveva studiata con attenzione: aveva il pelo marrone chiaro e la coda lunga spessa e morbida. Gli occhietti erano tutti neri, il musino a punta e aveva due orecchie piccole piccole.
Thor avrebbe tanto voluto accarezzarlo così Frigga aveva raccolto alcune nocciole da terra e le aveva date al figlio.

“Apri la mano tesoro. Bravo così e ora con calma, appoggiala a terra. Verrà lui da te”

Thor aveva ubbidito, si era inginocchiato e aveva messo la mano aperta a terra; subito la bestiola si era avvicinata.
Thor aveva avvertito un leggero solletico quando le unghiette delle sue zampine si erano appoggiate alle sue falangi e velocemente avevano raggiunto una nocciola e poi via di corsa!
La seconda volta invece Thor gliela aveva passata con le dita e la creturina si era alzata sulle zampette posteriori e con le anteriori l’aveva raggiunta e sicuro di averla ben salda  se l’era portata via, ma senza fretta.
La terza Thor aveva addirittura sollevato la nocciola all’altezza del suo viso e lo scoiattolo, ormai tranquillo, si era arrampicato su di lui e fino al suo petto per prenderla; poi con quelle zampine che tanto facevano il solletico aveva raggiunto la spalla del bambino e con tutta calma vi si era posto sopra dedicandosi al suo pranzo. Thor era rimasto senza parole e tanto contento.

“Lo vedi tesoro? Ogni creatura se trattata con rispetto e gentilezza può volerti bene.” Aveva detto Frigga.

“Ma mamma e allora i lupi? Non sono pericolosi e cattivi?”

“Beh Thor i lupi sono predatori, cercano cibo, ma non sono cattivi. Anche loro sono creature come lo siamo noi e hanno i loro istinti. Questo non vuol dire che un lupo ti attaccherà sempre o cercherà di farti del male e come lui tante altre creature”.

Questa era sua madre una donna gentile e buona che gli aveva insegnato tanto sull’amore e il rispetto verso gli altri, sicura di sé e che credeva nelle sue convinzioni.
Purtroppo per lei da che era andata ad abitare nella foresta molti al villaggio la avevano additata come una strega, ma i meno sciocchi facevano ancora affidamento sulle sue cure e le mandavano a dire tramite Thor cosa occorreva loro, così Frigga preparava il tutto.
Loki la osservava attento mentre l’odore di stufato invadeva la casetta e gli pervadeva le narici. Non vedeva l’ora che il pranzo fosse pronto!


Quando fu tempo di sedersi a tavola Frigga servì per lei e Thor lo stufato nei piatti e per Loki lo sistemò in una ciotola di legno che gli pose davanti sul pavimento.

«Sbaglio o gli hai dato i pezzi di carne più grossi?»  osservò Thor con una punta di delusione «Ah non c’è verso Loki, sei tu il suo preferito!» 

«Non essere geloso Thor, lo siete entrambi.»  sorrise lei.

Ma Thor gettò un’occhiata a Loki che in riposta si leccò soddisfatto della salsa densa e lucida dal naso.

«Si certo come no.»  borbottò il biondo. 

Madre e figlio si raccontarono della loro settimana e delle novità in paese. Non era successo nulla di nuovo a parte che durante il sermone della domenica il fabbro si era addormentato e aveva russato così forte che il pastore era saltato su credendo dapprima che il suo discorso fosse così noioso da aver addormentato il crocifisso accanto a lui.
Finito di mangiare la donna uscì per raccogliere altre erbe mentre Thor si rilassò sulla sedia e si godette la fine del suo bicchiere di vino.
Era soddisfatto del pranzo perché durante la settimana non mangiava granché e sua madre cucinava benissimo; certo se gli fosse toccato qualche pezzo di carne in più non gli sarebbe dispiaciuto.
Si voltò verso Loki per esprimergli questo suo pensiero…Ma il lupo non c’era.

«Loki?» Lo chiamò alzandosi «Loki?» continuò inoltrandosi nella casetta fino ad una delle due camere da letto. Una era di sua madre e l’altra…beh… era sua perché Frigga in fondo sperava sempre che Thor si fermasse da lei più di un giorno e quando era capitato il giovane aveva potuto dormire in un letto morbido e caldo, molto meglio di quella sorta di brandina in cui dormiva a casa sua ogni sera e le lenzuola da lei profumavano di sapone! 

Appena arrivò davanti alla porta della camera di Frigga la trovò accostata e d’istinto la aprì.

«Ehi che ci fai in camera di mia madre?» esclamò Thor stupito vedendo Loki, non più lupo, in piedi e che si guardava intorno, ma il moro non se ne curò troppo.

«Tua madre ha dimenticato gli occhiali genio! Non ci vede bene senza da vicino, potrebbe prendere un’erba sbagliata o peggio infilare la mano in qualche cespuglio velenoso…ah ecco.»  

Disse vedendoli sul piccolo comodino accanto al letto e afferrandoli.

Thor sorrise e si ingelosì un altro po’ allo stesso tempo «Però, la conosci davvero bene. Comincio a capire perché ti toccano i pezzi di carne più grandi.» 

«Sarei un figlio migliore di te se è quello che ti stai chiedendo.»  Scherzò Loki facendo il giro del grande letto di Frigga e consegnando gli occhiali a Thor «E adesso avanti: va fare il bravo bambino e portargli questi buffi fondi di bottiglia che voi umani usate per vedere meglio» 

Ma Thor rise «Ahah, ma non tutti abbiamo la tua vista acuta. Se fossi una cara vecchina servirebbero anche a te…vediamo.»  disse avvicinandosi al moro e infilandogli gli occhiali.

Loki sbatté un po’ le palpebre «Ma non vedo niente! Come si dovrebbe fare a vedere meglio con questi cosi?» 

«Ahaha vedessi  che occhi grandi hai cara vecchina!»  rise sfilandoglieli poi.

Loki lo fulminò con aria di sfida «Vecchina a me?»  e voltandosi verso il letto cercò qualcosa con cui vendicarsi ed eccola lì: una cuffietta rosa a pallini bianchi.

La afferrò, la mise in testa al biondo e lo voltò verso uno specchio davanti al letto «Ora si che ci siamo. Chi è la vecchina adesso giovanotto?» 

Alla vista del suo riflesso Thor rise di cuore e Loki non volendo si incantò un po’ finché l’altro non si chetò e tornando su di lui lo guardò intensamente. Loki si avvicinò di più e gli sistemò meglio la cuffia in testa; Thor lo lasciò fare completamente rapito da lui.

«Si direi che ti dona. A te e ai tuoi lunghi capelli.» sussurrò guardandolo con altrettanta intensità. 

Thor a quel punto si protese in avanti e voleva rubargli un bacio, ma la voce della madre li richiamò e Frigga entrò all’improvviso alle sue spalle.

«Ma dove sarà la mia mantella? E ho pure dimenticato gli occhiali! Che testa! Probabilmente li ho lasciati…Thor, ma che fai con la mia cuffia da notte in testa?» 

Il biondo si voltò di scatto prima verso la madre e poi verso Loki che però era tornato un lupo; alzò gli occhi  e  si tolse velocemente la cuffia dalla testa rosso come non mai. 

«Io…ehm…veramente…ero venuto per gli occhiali, si gli occhiali! Eccoli qua! Mi-mi ricordavo che non ci vedi bene senza  da vicino.» 

La madre lo guardò stupita un momento, ma non fece domande piuttosto gli sorrise e lo ringraziò.
Nell’uscire dalla stanza però Thor gettò un’occhiataccia a Loki: era sicuro che l’altro se la stesse ridendo sotto i baffi. 


Quando sopraggiunse il tramonto per Thor fu il momento di salutare la madre e riprendere il cestino ora pieno di fiale e unguenti. 

«Mi raccomando nascondilo alla vista di tuo padre prima che…» 

«Sta tranquilla mamma, lo nasconderò come sempre e domani li farò avere a chi me li ha chiesti.»  

Per quanto non avesse opposto la minima resistenza al trasferimento della moglie Odino non tollerava quasi che lei mandasse avanti la sua “attività” e spesso aveva distrutto tutte le fiale e il resto mandando a monte tutto il lavoro di Frigga.
Al vecchio non sembrava importare nemmeno che coi profitti delle sue vendite la donna chiedesse sempre a Thor di comprare il minimo per lei e col resto di ripagare i suoi debiti in cantina anzi lo infastidiva che seppur lontana lei si occupasse di lui. Era sempre stato un gran testardo! 

«Bene allora ti aspetto domenica. E mi raccomando attenzione a chi incontrate per strada.»  disse abbracciando il figlio e facendo una dolce carezza a Loki che le leccò una mano dopodiché i due si misero sulla strada di casa.

Dopo circa un buon quarto d’ora di cammino, nei pressi del punto dove si erano visti al mattino, Loki si ritrasformò e si rivolse a Thor; il biondo non aveva pronunciato parola da che erano ripartiti da casa di Frigga. 

«A che pensi?»  gli chiese il moro.

«A quel cacciatore di cui parlava mia madre.»  

«Thooor è pieno di cacciatori. Cos’avrebbe questo di speciale?»  

«Non lo so magari che i nostri cacciatori lasciano stare te e gli altri lupi della foresta perché sanno che non  gli date problemi? Ma questo è un forestiero, non può sapere che state per conto vostro e poi…hai sentito cosa ha detto. Non credo gli interessi che siate pacifici.» 

Loki sbuffò e roteò gli occhi al cielo «In tal caso vorrà dire che…dovrò difendermi.» disse tranquillo, ma in maniera del tutto inaspettato Thor gli afferrò un braccio e lo attirò a sé. 

Il biondo inchiodò i suoi occhi chiari a quelli verdi del moro che lo fissò sorpreso. «No, vuol dire che devi nasconderti prima che ti trovi.»  disse serio.

«Thor ma sei impazzito? Lasciami and…» 

«Loki! Ti voglio al sicuro! Potresti…potresti stare da mia madre, gliel’ho chiesto e ha detto che puoi nasconderti anche in casa se…» 

Ma fu Loki a diventare serio e a guardarlo severo «Non ho bisogno di nascondermi! So badare a me stesso grazie. Non mi serve che ti preoccupi per me!»  

Fece per divincolarsi, ma Thor non lo lasciò andare anzi gli circondò la vita con un braccio e con la mano libera gli sollevò il mento. Loki incontrò di nuovo i suoi occhi e stavolta vi lesse una profonda preoccupazione.

«Quando la finiremo con questa farsa?»  chiese quasi in un sussurro il biondo senza staccare gli occhi da lui.

«Di-di cosa parli scusa?»  balbettò Loki preso in contropiede. 

«Lo sai di cosa parlo.»  il suo sguardo divenne persino triste «Loki se qualcuno ti facesse del male io…»  

Ma gli mancò il coraggio e abbassò lo sguardo.

Il moro trattenne il fiato, ma cercò di rimanere lucido e intuì la sua preoccupazione «Thor so badare a me stesso e so quando rimanere lontano dai pericoli, ma sono un lupo! Se mi verrà a cercare attaccherò per difendermi stanne certo!»  

Thor di nuovo tornò sui suoi occhi con gravità.

«Promettimi solo che non lo andrai a cercare!» 

«Thor, ma insomma…» 

«Promettimelo!» 

Loki rimase senza parole, incontrò i suoi occhi e…annuì.
Thor allora mollò un po’ quella presa rigida e gli accarezzò una guancia dopodiché lo baciò con dolcezza.
Il moro non si ritrasse e si fece coinvolgere in quel bacio che desiderava tanto anche lui. Avrebbe dovuto attendere quasi un’intera settimana per riceverne un altro e questo gli pesava terribilmente.
In quel tempo Thor sarebbe tornato alla sua vita di tutti i giorni, al suo lavoro, alla sua casa, a un padre di cui occuparsi e ogni volta in quei giorni di distanza avrebbe potuto anche incontrare qualcuno…Qualcuno che magari gli avrebbe dato una vita normale, non certo come quella che poteva dargli lui…
Ma in quell’istante c’era solo il loro bacio e il loro momento di tenerezza e Loki voleva saziarsi dell’essenza di quella creatura che lo aveva reso una vera e propria preda ormai da tanto tempo…una preda del suo amore, ma non poteva farci niente…

Thor si separò lentamente da lui e lo guardò con dolcezza «Stai attento mi raccomando.» 

«Sta tranquillo, sarà lui a doversi preoccupare se mi troverà.»  disse Loki con fierezza. 

Thor sospirò e gli fece un’altra carezza «Spero con tutto me stesso che non sia necessario.»  

Camminarono insieme ancora per qualche minuto fino a che raggiunsero il loro punto di incontro di quella mattina poi Thor si separò da lui e si incamminò verso il villaggio mentre la sera iniziava a calare e a riempire di azzurro la foresta.
Loki lo guardò triste andare via e senza che potesse trattenersi gli uscì un uggiolio, ma il suo naso fu attirato immediatamente da qualcosa: un odore delicato, ma persistente mischiato ad un altro che gli pareva di aver fiutato anche quella mattina dal cestino di Thor.
Cercò un po’ intorno a sé: riusciva a percepire ancora l’odore suo e di Thor sul terreno e alla fine sotto una felce vicino a dove i due erano finiti a terra Loki trovò quello che cercava.Un fagottino dove scoprì essere avvolta della carne secca e…un tulipano. Sorrise e scosse la testa intuendo che non fossero certo finiti lì per caso poi si portò il fiore al naso inspirandone il buon profumo. 

 

La sera prima nella foresta…

Vide chiaramente delle orme fresche in mezzo a quei cespugli e seppe di aver fatto la scelta giusta a non proseguire sul sentiero, ma del resto faceva sempre così.
Un cacciatore esperto non ha mai paura di lasciare un sentiero sicuro per scovare quello che cerca e lui ormai di esperienza ne aveva parecchia.
Si chinò e tastò il terreno: quelle orme erano perfette e ben marcate e se si concentrava bene riusciva ancora a percepire l’odore dell’animale a cui appartenevano.
Le seguì in assoluto silenzio e anche se il tramonto stava per giungere al termine lasciando spazio alla sera lui non ci diede affatto peso.
Altri al suo posto avrebbero avuto paura o se lo avessero visto gli avrebbero dato del folle sconsiderato; andarsene in giro nel fitto della foresta a quell’ora era pericoloso per chiunque persino con un fucile in spalla, ma non per lui…preferiva la notte per la caccia.
Cosa c’era infatti di meglio? Il buio celava la sua presenza, il silenzio lo circondava e visto che poteva vantare una vista acuta poteva scovare le sue prede senza torce o fuochi. Non aveva paura e poteva stare per ore tra le tenebre e cacciarne i mostri.
Quei mostri di cui lui non voleva lasciarne in vita nemmeno uno.
Era un cacciatore solitario e nomade; era partito da un nuovo villaggio la sera precedente e il suo girovagare lo aveva condotto in quella foresta alle prime ore del mattino.
Che giorno era? Domenica? Al suo villaggio magari sarebbe andato a messa. Già lo avrebbe fatto quando ancora credeva che Dio proteggesse i suoi fedeli.
Ma da anni ormai si ripeteva che Dio fosse troppo occupato e che solo lui potesse proteggere quelle anime lasciate sole alla paura e per questo non si fermava mai, per questo il suo vagare non poteva trovare sosta.
Non sperava di trovare la pace e se l’avesse ottenuta certo il Demonio avrebbe fatto di tutto per vendicarsi per tutti i figli che lui gli aveva ucciso, ma almeno poteva continuare ad aiutare i villaggi che incontrava e i loro abitanti e portar loro un po’ di speranza.
Aveva camminato tutto il giorno prima di trovare quelle tracce fuori dal sentiero e adesso ecco che lo avevano portato a circa cento metri da una casetta solitaria nella foresta. 

“Chissà chi abita in quella casa? Magari un taglialegna o…”

Ma proprio in quel momento la porta di legno si aprì e con sua sorpresa dalla casa uscì un grosso lupo nero seguito subito fuori da una donna che lo accarezzò e lo osservò sparire tra gli alberi nel buio per poi rientrare tranquilla in casa.

“Che sia una strega?”

Il cacciatore sapeva bene che le streghe erano esseri potenti, vivevano isolate e avevano mostri per animali da compagnia; decise di indagare.
Si avvicinò piano alla dimora e bussò alla porta; la donna venne subito ad aprirgli.
Sembrava gentile e cortese, ma non lo invitò ad entrare e lui non chiese alloggio, piuttosto le domandò se ci fosse un villaggio da quelle parti. Lei gli indicò la strada e il cacciatore colse l’occasione per sapere ciò che gli interessava.

«Ci sono molti animali che popolano questa foresta madame?» 

«Si, ma sono tutti socievoli o evitano gli uomini. Potete stare tranquillo che arriverete sano e salvo al villaggio.» 

«Uhm capisco e cosa mi dite dei lupi? Ve ne sono da queste parti?» 

La donna lo guardò sospettosa.

«No, non ci sono lupi, ma se ci fossero sono sicura che non vi darebbero alcun fastidio.»  Rispose decisa. Poi lo studiò: il cacciatore fece caso che il suo sguardo si era visibilmente soffermato sul suo braccio di ferro. Era un marchingegno che si notava sempre, ma ne andava molto fiero perché sostituiva bene l’arto perso in battaglia. 

«Oh una ferita di guerra madame, cose che capitano» 

Poi dandole la buonanotte si congedò.
Che fosse una strega o meno poco gli importava, ma quella donna gli aveva mentito e a quanto pareva non voleva che lui desse la caccia ai lupi.
Proprio lì sul portico vide due sedie a dondolo e su una notò che vi era appoggiata una mantella di lana rosa. Sollevandola ne ispirò il profumo e sorridendo soddisfatto la prese con sé: quella donna gli sarebbe stata utile dopotutto, ma adesso era troppo stanco dopo quel lungo camminare.
Così si mise sulla via del villaggio decidendo di rimandare la caccia alla notte successiva e concedendo a quel mostro di godersi tranquillo il suo ultimo sonno.


E proprio in quel momento nella foresta…

Loki se ne stava raggomitolato nel suo tronco cavo e si rigirava il fiore tra le mani. La sera era ormai giunta, ma lui riusciva a vederlo bene coi suoi occhi speciali.
Quando il giorno prima non aveva visto arrivare Thor c’era rimasto molto male: lo aveva aspettato all’inizio del sentiero per ore poi temendo che avesse preso un’altra strada, anche se non ne vedeva il motivo, si era diretto alla casa di Frigga sperando quasi in cuor suo di trovarvelo di già.
La donna era seduta in una delle sedie sotto al portico e stava cucendo qualcosa, ma era sola. Vedendolo  arrivare però gli aveva fatto cenno di raggiungerla.

“Sei venuto a vedere se Thor fosse già arrivato? Ma come avrebbe potuto senza di te? Sta tranquillo Loki. Sta pur certo che verrà domani o andrò io stessa a vedere che combina.” 

A Loki doveva essere sfuggito un uggiolio di tristezza a quella notizia perché lei gli aveva sorriso accarezzandolo amorevolmente. “Lo so…Manca anche a me” aveva detto malinconica.

Loki allora si era sdraiato accanto a lei appoggiando il muso sulle sue gambe come un cucciolo addomesticato ed era rimasto volentieri a tenerle compagnia fino a sera.
Quella donna era meravigliosa e a Loki sembrava che riuscisse persino a capirlo a volte. Lui si ricordava la sua mamma: era una lupa, una lupa vera, ma l’aveva lasciato presto da solo o forse qualche cacciatore aveva deciso di portargliela via.
Si era allontanato molto da luogo in cui era nato e aveva anche fatto parte di un branco, ma poi aveva sentito l’esigenza di vivere per conto suo. Chissà forse era stata la sua parte umana a spingerlo a quella scelta.
Quando aveva conosciuto Thor il legame tra lui e Frigga gli era sembrato quasi strano all’inizio: c’erano più affetto e carezze che tra una lupa e il suo cucciolo anche se il biondo non era di certo più un bambino. Ma poco a poco Loki aveva capito quanto quel legame per loro fosse naturale e gli era sembrato semplicemente bellissimo.
Stare con Thor e sua madre gli aveva dato un assaggio della vita umana che lui, nonostante la sua doppia natura, non aveva mai potuto sperimentare prima di Thor.
Thor…che in un primo istante era stato solo una preda e poi lo aveva subito conquistato con le sue parole sincere.
Thor…che veniva a trovare lui e Frigga riempiendogli il cuore di gioia, ma poi li lasciava soli per tornare al suo villaggio e da suo padre che invece lo trattava male.
Thor…che aveva delle “responsabilità” necessarie, dei doveri che lo obbligavano a separarsi da loro…da lui…
Loki, per quanto sapesse che fosse un rapporto impossibile a lungo termine, si era ritrovato a sperare di farne parte un giorno di quelle responsabilità…così magari Thor non se ne sarebbe andato più via e sarebbe rimasto con lui.
Continuava a pensarvi mentre se ne stava lì tutto solo; ormai l’altro doveva essere a casa perciò lui si godeva almeno la compagnia del suo fiore.
Ma a un certo punto fiutò un altro odore; gli pervase le narici e incominciò a sniffare l’aria.
Era familiare, molto familiare sembrava proprio l’odore di…Frigga, ma come?
Uscì dal suo tronco e continuò ad annusare l’aria: si era l’odore di Frigga ne era certo e sembrava vicino, ma perché era lì? Lei non veniva mai a cercarlo, forse aveva bisogno di lui?
Come con Thor lui poteva percepire gli odori da lontano perciò forse Frigga era ancora distante.
Si trasformò in un lupo e iniziando a correre seguì il suo naso per raggiungerla.
Dopo cinque minuti l’odore si fece più forte, ma Loki non vedeva la donna da nessuna parte.

“E questo cos’è?” Si chiese poi quando riuscì ad avvertirne anche un altro più acre e persistente. Sembrava sangue…

Corse più veloce e ululò persino per farsi sentire, ma non udì la voce della donna. Iniziò seriamente a preoccuparsi: forse era ferita? Forse aveva perso conoscenza e non riusciva a sentirlo? Non c’era altro che importasse in quel momento: doveva trovarla subito!
Infine quella fonte odorosa raggiunse il suo apice a pochi metri da lui; sbucò in una piccola radura rotonda nel mezzo della foresta e iniziò a cercare.
Il suo naso lo guidò da qualcosa a terra. Si avvicinò velocemente fino a quella che scoprì essere poi la mantella di Frigga, la stessa che la donna cercava quel pomeriggio a casa insieme agli occhiali, ma che ci faceva lì in mezzo alla radura? E perché era macchiata con del sangue?
Fu allora che gli sembrò di avvertire un pizzicore leggero come la puntura di un insetto al collo e avvertì un rumore quasi impercettibile alle sue spalle.
Si voltò mettendosi sulla difensiva e attese ringhiando. Un istante dopo intravide chiaramente una figura alta uscire dai cespugli. Aveva un fucile in spalla e un braccio ferro.
Era quel cacciatore di cui gli aveva parlato Frigga e quella era chiaramente stata la sua trappola per lui.
Ringhiò più forte mostrandogli i denti affilati e preparandosi ad attaccarlo, ma l’altro pareva tranquillo.
Avanzò di un passo verso di lui barcollando o fu lui a barcollare?
Gli sembrò di avere le zampe molli e avvertì le palpebre pesanti.

“NO!” Pensò intuendo in un ultimo lampo di lucidità cosa doveva avergli fatto l’altro. 

Il cacciatore seppur al buio lo guardò dritto negli occhi.

«A più tardi lupetto» sussurrò o forse fu Loki a percepire quelle parole così basse perché un istante dopo cadde a terra e perse i sensi. 

 

Quando aprì gli occhi vide una luce aranciata e calda e benché la vista fosse ancora leggermente annebbiata ci mise poco a mettere a fuoco la situazione.
Era davanti ad un fuoco, gli alberi lo circondavano e intorno era notte.
Apparentemente era solo e si sentiva debole e aveva le mani legate, ma come le mani?! Gettò una sguardo in basso e scoprì di essere tornato umano: era seduto contro un albero e coi polsi legati sopra alla sua testa.
Cercò di sfilarsi dalle corde, ma i nodi erano stretti e ben fatti. Insistette, ma niente e non riuscì nemmeno ad aiutarsi coi denti; in ogni caso un istante dopo non fu più solo.
Avvertì un fruscio provenire dai cespugli alla sua sinistra. Un giovane alto, dai capelli castano scuro e il volto quasi cadaverico ne uscì con un coltello nella mano e una lepre nell’altra, ma quest’ultima era di ferro.
Lo straniero si sedette tranquillo davanti al fuoco e senza nemmeno guardarlo iniziò a dedicarsi alla lepre.
Loki lo fissò in silenzio con occhi carichi di odio; certo di avere la sua attenzione il cacciatore parlò.

«Una volta ho aperto la pancia di un lupo e ci ho messo delle pietre. È stramazzato al suolo in pochi secondi.»  disse.

Il suo tono era calmo, fermo e sicuro. 

«Un’altra ne ho affogato uno con le mie stesse mani. È incredibile come ci siamo infiniti modi di uccidere voi mostri.» 

Loki digrignò i denti e lo fissò truce, ma il cacciatore continuò. 

«Sai speravo proprio di acchiapparti. Ti ho visto ieri sera e quando quella donna ha provato a proteggerti…beh ho pensato che dovessi essere un lupo speciale e in effetti non sbagliavo. Un mezzo umano, non molto sveglio temo…» 

Loki a quel punto scattò verso di lui per quello che poté, ma senza troppo successo e l’altro non si scompose minimamente.

«Ma che caratterino e io che speravo di parlare con te…puoi farlo giusto?» 

«Chi accidenti sei e cosa vuoi da me?!»  ringhiò Loki.

Lo straniero annuì e si presentò.

«Sono l’ex-soldato Barnes, vendicatore di vite innocenti e cacciatore di lupi e quello che voglio è semplice. Voglio ucciderti come ho fatto con ogni singolo mostro come te dopo averlo catturato. E a proposito di questo non credevo sarebbe stato così semplice, ma tu come un bravo cagnolino sei accorso a vedere se quella donna stesse bene.» 

Si, era assurdo e Loki lo sapeva. Nessuno mai era riuscito a mettere le mani su di lui e invece stavolta si era così preoccupato per Frigga che si era fatto acchiappare col più semplice dei trucchetti. Ma perché se aveva fiutato l’odore di lei non era stato altrettanto per quello del cacciatore?

«Che le hai fatto?» ringhiò minaccioso ricordandosi del sangue sulla mantella. 

«Proprio nulla, ho preso in prestito la sua mantella e l’ho sporcata di sangue. Poi ti ho iniettato del sonnifero. Fin troppo facile.» 

L’ex-soldato Barnes si ripulì le mani e lentamente si avvicinò a Loki guardandolo dall’alto in basso. Il coltello che teneva nella mano era lungo ed affilato e un brivido percorse inevitabilmente Loki quando vide l’altro portagli sotto il mento la lama insanguinata e sollevarglielo. 

«E tu lo hai riconosciuto subito vero? Questo odore…Il sangue…» girò lentamente il coltello facendolo scorrere appena sulla guancia di Loki che non si mosse, ma lo fissò con odio «Che risveglia gli istinti più bassi in voi mostri. L’unico odore che riconoscerete sempre. Il mio non l’hai avvertito prima giusto?» sorrise compiaciuto sapendo di avere ragione «Ma in fondo non è colpa tua. Muschio grigio e pino silvestre…se te lo passi addosso toglie qualsiasi odore e ti confonde con la foresta; è ottimo da usare quando si va a caccia.» 

La lama scese su una striscia di pelliccia sul petto dell’altro e la sollevò con la punta.

«Sai hai davvero una bella pelliccia e magari potrei farmene una nuova. Potrei togliertela semplicemente, ma sarebbe facile e indolore soprattutto per te. Purtroppo ti sei ritrasformato appena sei caduto a terra…perciò aspetterò che tornerai un lupo e poi te la scuoierò di dosso.»  

Loki lo fissò con un misto di odio e orrore «Sei un sadico bastardo.»  

Il cacciatore sorrise «Detto da un mostro come te lo accetterò come un complimento.» si alzò lentamente e tornò a sedersi davanti al fuoco «Fa pure con calma…Non ho nessuno ad aspettarmi a casa.» Concluse con una punta di amarezza nella voce. 

Loki non si era mai trovato in una situazione così in tutta la vita; sentirsi in trappola, sentirsi braccati era qualcosa che avrebbe voluto non provare mai e invece.

“Thor” pensò istintivamente; glielo aveva detto di fare attenzione e lui invece era stato incauto e adesso…

Ingoiò amaro riuscendo solo a pensare che non avrebbe rivisto il biondo mai più.

 

…E al villaggio

Thor sistemò il cestino sotto alla branda che gli faceva da letto e lo coprì con un sacco di iuta. Suo padre non avrebbe mai guardato lì anche se probabilmente sarebbe rientrato barcollando e non avrebbe visto che la strada per il suo letto.
Fu enormemente sorpreso quindi quando di lì a pochi muniti vide la porta di casa aprirsi e il vecchio rientrare nemmeno troppo traballante.
Era rosso in volto come sempre e mal tenuto, ma almeno stava in piedi da solo. 

«Ah sei qui.» commentò Odino «Credevo fossi da tua madre.» disse raggiungendo una sedia accanto al tavolo: la cucina della casa infatti si trovava proprio all’ingresso della piccola dimora. Vi si lasciò cadere seduto e allungò le gambe . 

«Infatti c’ero, ma sono rientrato poco fa. E tu che fai già a casa?»  

«Bah non c’era nessuno alla taverna stasera e dopo che mi hanno offerto da bere non ero in vena di spender soldi.» 

«Tsk adesso ti offrono pure da bere? I tuoi amici dovrebbero saperlo che potresti svuotar loro il borsellino a suon di bicchierini.»  disse Thor duro.

«Non sono stati i miei amici come li chiami tu, ma uno straniero. Un tipo tutto serio e sulle sue. Un ex-soldato come me. Abbiamo parlato della guerra, della battaglia e non avevo più voglia di stare alla taverna» 

«Ah perfetto ci mancavano gli stranieri a condividere i ricordi dei tempi andati e ad affogare i dispiaceri nel vino» commentò Thor attizzando il fuoco nel camino di casa, ma Odino proseguì quasi senza sentirlo.

«È stato strano sai? Ero al bancone e l’oste mi ha chiesto di te: gli ho detto che eri da tua madre nella foresta. Il tizio, che era poco distante da me, allora mi si è avvicinato. Mi ha chiesto se conoscevo la donna che abita nella foresta. “Certo che si” gli risposto “é…era…o insomma… mia moglie” e lui mi ha offerto da bere. È arrivato al villaggio ieri sera e ha detto di aver incontrato tua madre nella foresta. Poi ci siamo messi a parlare di guerra e tutto il resto, ma lui non ha toccato una goccia di vino.» 

Ma l’attenzione di Thor era rimasta colpita da quelle ultime parole.

«È arrivato ieri? E ha incontrato la mamma? Com’era fatto questo tizio?» 

Odino sbuffò «Mica sono stato lì a studiarlo Thor! Mi pare però…si mi pare che avesse un braccio di ferro. Non è rimasto più di tanto, ha detto che doveva andare a cacciare un lupo nero nella foresta e che aveva trovato le tracce. Ma io dico: uno cosa ci va a fare a cacciare un lupo di no…Thor dove vai?!»  esclamò Odino perché a quelle parole il figlio aveva afferrato il mantello, si era precipitato fuori dalla porta e presa una lampada già correva verso la foresta buia.


«LOKIIIIII!»  gridò «LOKIIIII!»  ma il moro non rispondeva. 

Aveva percorso di corsa il sentiero fin dove si erano lasciati e cercato delle tracce nel terreno, ma lui non era bravo a seguire le tracce; odiava la caccia ecco perché non aveva mai imparato e se si trattava di procacciarsi un po’ di carne usciva sempre accompagnato da Loki che cacciava per lui. E adesso? Non aveva idea di come trovarlo!
Se fosse stato tutto apposto di certo se lo sarebbe ritrovato alle spalle in pochi minuti invece Loki non si faceva vedere.
Camminò e camminò e cercò ovunque, ma di Loki non c’era traccia.

«Ti prego dammi un segno, qualcosa!»  

Continuò a camminare e corse persino gridando il suo nome quasi con disperazione, ma niente.
Quanto era stato stupido a lasciarlo solo anche quella volta… e per cosa poi?
Tornare al villaggio per pregare che la settimana volgesse al termine e lui potesse di nuovo stringerselo tra le braccia e amarlo per quel poco tempo che era loro concesso di stare insieme?
Fargli capire quanto difficile fosse stato dover attendere di poterlo rivedere? Di poterlo baciare? Di poter anche solo vederlo sorridere?
Se fosse rimasto per una volta avrebbe potuto dirglielo subito e proteggerlo! Ma aveva sbagliato e quell’errore stavolta poteva costargli caro…poteva costargli tutto!

“Loki se qualcuno ti facesse del male io…” il solo pensiero lo fece bloccare e sentì la paura pervaderlo ancora di più.

«Io ne morirei.»  concluse pronunciando quelle parole che solo poche ore prima non era riuscito ad ammettere nemmeno a sé stesso. 

Chiuse gli occhi e strinse i pugni e…avvertì qualcosa.
C’era un suono acuto, ma lontano. Cos’era? Forse un animale ferito? Sembrava un cane, ma non c’erano cani nella fore…
Spalancò gli occhi: forse era lui, forse era spaventato o ferito, ma in ogni caso era la sua unica guida.
Sperando con tutto sé stesso che quel richiamo lo portasse da lui Thor cercò di seguirlo fin dove si faceva più forte e infine vide un fuoco in lontananza tra i cespugli.
Cercando di non fare il minimo rumore vi si incamminò. 


Loki aveva cercato di trattenersi, ma non c’era riuscito: era terrorizzato e non solo per quella che di lì a breve di certo sarebbe stata la sua fine.
Le sue narici avevano fiutato un odore forte, un profumo di pane, di resina come quella di cui odoravano gli aghi secchi di pino, un odore che avrebbe riconosciuto ovunque e raggiunto a qualunque distanza…“Thor” si disse spalancando gli occhi.
Avvertiva chiaramente il suo odore; forse Thor era venuto a cercarlo? Ma questo voleva dire che sarebbe stato in pericolo anche lui se avesse provato a difenderlo da quell’uomo e lui non voleva che gli accadesse qualcosa.
Non poteva farsi trovare eppure allo stesso tempo… Loki sentiva di aver tremendamente bisogno che Thor lo rintracciasse e non lasciasse da solo.
Così il suo istinto aveva reagito per lui e quel marasma di emozioni si era espresso con lunghi e acuti uggiolii incontrollati.
Chissà se il biondo li aveva uditi…
Il cacciatore finì  la sua cena e guardò Loki tranquillo e senza scomporsi davanti ai suoi lamenti.

«Oh andiamo, cosa sono questi versi da cucciolo disperato? Ti credevo un animale selvaggio» 

Loki lo guardò con odio, ma avvertiva quell’odore sempre più forte e decise di tentare di distrarre quell’uomo.

«Perché fai tutto questo? È per il tuo braccio? È stato un lupo?» 

Il soldato rise privo di allegria.

«Oh no, questa è una ferita di guerra, ma che ci si può fare. Gli uomini sono costretti a combattere e a sottostare agli ordini di altri uomini se vogliono sperare di proteggere i propri cari. E in battaglia devi uccidere o sarai ucciso, non sei libero di scegliere un’altra opzione se vuoi sopravvivere. Ma per i mostri come te questa scelta obbligata non vale…» 

Voltò la testa di colpo verso i cespugli come se avesse avvertito qualcosa. Si sollevò e raggiunse il fucile. Lo puntò verso Loki per poi rivolgersi ai cespugli. 

«Se vieni fuori potrei invitarti ad unirti a noi» 

Thor si era portato il più vicino possibile ai due e aveva abbandonato la lampada a distanza per non essere visto. Aveva proceduto con cautela e cercando di non fare rumore, ma era pieno di rami secchi a terra.
E visto che quello straniero aveva puntato lo sguardo proprio nella sua direzione e teneva Loki sotto tiro uscì allo scoperto e con le mani alzate.

Il cacciatore sembrò studiarlo con curiosità come se non fosse chi si aspettasse di vedere, ma Thor non gli diede il tempo di fare domande «Ti prego fermo.»  lo implorò.

L’altro abbassò il fucile e studiò il nuovo arrivato «E tu chi diavolo sei?» 

«Uno che vuole solo parlare.»  disse calmo Thor, ma la sua voce tremava appena.

Il cacciatore lo studiò sospettoso poi gettò uno sguardo a Loki notando che guardava verso il biondo in un misto di terrore e sollievo.
Pensò di comprendere e tornò sul nuovo arrivato «Ah devi essere qui per lui. Sei il figlio della donna che vive nella foresta?»  

«S-si. Ti prego non fargli del male…» lo implorò ancora muovendo un passo verso il moro, ma l’altro risollevò il fucile e Thor si bloccò.

«Non fargli del male, amico ma sei impazzito? Questo mostro è pericoloso.» 

«No, non è vero! Loki è…» 

«Loki? È così che lo chiami? Come un cucciolo addomesticato?» 

Disse guardando il moro che lo fissò con odio. 

«È il suo nome e ti assicuro che è un lupo buono, non da fastidio a nessuno e caccia solo le creature della foresta che gli occorrono per sostentarsi….» 

«Fermo, fermo… buono? Lo dici come se ci credessi davvero.» il cacciatore guardò sorpreso prima Thor e poi Loki, ma da come il moro guardava il biondo ebbe un’intuizione «Oh accidenti…non mi dirai che ci sei cascato?»  chiese rivolto a Thor.

«Cosa vuoi dire?» 

«Oh avanti è la specialità di queste bestie ingannare gli uomini. Ti sei fatto abbindolare!»  

Ma Thor lo guardò deciso «Loki non mi ha ingannato e non è una bestia!» 

«Ahah e perché? Perché non ti ha ancora mangiato? E poi cos’altro? Ti ha irretito e non te ne sei nemmeno accorto…» 

Thor sentì la paura improvvisamente soffocarsi per lasciare spazio alla rabbia; abbassò le mani e rispose di getto.

«Lui non mi ha irretito, io lo…»  si bloccò e guardò verso Loki che sgranò gli occhi intuendo forse la fine di quella frase.

«Cosa? Lo ami magari?»  chiese il cacciatore serio e disgustato allo stesso tempo «È peggio di quello che credessi… Non sei solo attratto da una creatura oscura, ma provi un sentimento…sai non ti rende molto diverso da lui.» 

Thor tornò sul cacciatore e lo fissò duramente «Come fai a giudicare cosa è giusto o sbagliato? Chi sei tu per farlo?» 

Il cacciatore lo fissò un istante in silenzio prima di parlare «Sono uno che ha visto tanto dolore causato da mostri come lui, io stesso l’ho provato. Non hanno sentimenti, hanno solo istinti primordiali e tu sei troppo giovane per poterlo sapere…non hai visto quello che ho visto io…» 

Fissò Loki un istante e tirò un sospiro prima di proseguire «Vuoi sentire una storia ragazzo? Quando ero piccolo sono rimasto orfano e una famiglia nel mio villaggio mi ha preso con sé. Erano persone buone e avevano solo un altro figlio più piccolo di me. Si chiamava Steve. Siamo cresciuti insieme. Era mio fratello e il mio migliore amico. Mentre io crescevo forte e muscoloso, lui è rimasto esile e gracilino, ma con un animo grande e generoso molto più del mio. Poi è scoppiata la guerra e io sono andato a combattere. Lui voleva venire con me, ma io gli ho detto di no, che doveva stare a casa al sicuro a badare alle pecore e che io sarei tornato presto e andavo a combattere per proteggerlo. Poi sono partito e sono stato via tre anni. Quando la guerra è finita volevo solo tornare a casa e dimenticare gli orrori che avevo visto, fare il contadino magari o il pastore con Steve, ma quando sono arrivato al villaggio lui non c’era. È stata nostra madre a dirmi il perché…»  

Si fermò e prese un respiro.

«Una notte lei ha sentito le pecore belare. Steve è uscito al buio ed è andato a vedere se fosse tutto apposto mentre lei si è affacciata alla finestra. Lui ha alzato la lampada e c’erano una dozzina di pecore sgozzate a terra, abbastanza da saziare l’appetito di venti lupi, ma là fuori ce n’era uno solo. Assurdo quanto incontrollabile sia la sete di sangue di voi mostri no?» 

Si rivolse duro a Loki, poi tornò su Thor.

«Steve aveva con sé solo il bastone da pastore…il bastone capisci? Era così ingenuo che non si era certo immaginato di trovare qualcosa di crudele o pericoloso fuori. Non credo sia nemmeno riuscito ad alzarlo e difendersi. Nostra madre l’ha visto mentre quella bestia lo azzannava a morte e non ha potuto fare nulla se non piangere suo figlio. Quando l’ho saputo ho setacciato tutto il bosco vicino al villaggio e ucciso ogni lupo che vi ho trovato. Non avrei mai potuto riavere Steve indietro né le lacrime di nostra madre, ma ho giurato che voi figli del Demonio l’avreste pagata per tutti i vostri crimini, fino all’ultimo della vostra specie.»  

E tenendo alto il fucile si avvicinò ai piedi di un albero non troppo distante da lui dove aveva abbandonato una sacca di cuoio vecchio. Ne sfilò una sorta di stoffa stringendola nella mano di ferro.

«Dopo il mio giuramento sono partito dal mio villaggio e ho viaggiato a lungo e dovunque andassi  qualcuno piangeva la morte di un caro ucciso da un lupo.»  

Mostrò a Thor la stoffa che teneva tra le mani: un abito da bambina sporco di terra e sangue.

«Nell’ultimo villaggio dove sono stato un lupo aveva ucciso tre bambini. In quello prima una giovane ragazzina che passeggiava nel bosco a cercare funghi. Questo è ciò che ho trovato nella tana del lupo che l’ha mangiata ed è tutto quello che resta di lei» lo rimise al suo posto «Ovunque i lupi uccidono! E spesso non è per fame, ma per istinto di caccia soprattutto dei più deboli. Sono solo dei mostri e lo è anche lui!»  concluse rivolto a Loki.

Thor strinse i pugni. 

«Smettila. Di. Chiamarlo. Mostro! Non puoi! Lui è…» 

«Diverso? Solo perché non ha ucciso te? E prima di te? È un mezzo umano perciò ha la vita più lunga degli altri lupi. Gli hai chiesto quanti uomini ha ucciso prima di fare il bravo cucciolo? E immagino anche che non vi siate incontrati  mentre ciascuno di voi raccoglieva fiori giusto?!» 

Thor inevitabilmente ripensò al loro primo incontro e forse perché Loki lo lesse sul suo volto o perché il cacciatore aveva centrato il punto il moro abbassò lo sguardo come fosse colpevole.
Ma il biondo scosse la testa con forza.

«Questo…questo non c’entra niente…» 

«Sei proprio uno sciocco ragazzo! Mettiamo allora che sia buono e che ti corrisponda per davvero. Perché non vive con te al villaggio come un umano? Potrebbe farlo sai? Quelli come lui hanno questa fortuna, lo so perché ne ho incontrato uno. Gli basterebbe rinunciare a quella pelliccia di sua spontanea volontà.» 

Loki continuò a mantenere lo sguardo basso perché in fondo quelle parole erano vere. Odiava quel cacciatore e sé stesso per questo, ma fu Thor a sorprenderlo ancora una volta.

«Loki è una creatura libera, una creatura della foresta e questa è la sua natura! E non vorrei mai che la rinnegasse perché è ciò che lo rende colui che amo!» 

Loki sollevò di colpo lo guardò con occhi increduli e pieni di commozione e Thor li incontrò: il moro vi lesse terrore e tanta paura… paura di perderlo. 

Il cacciatore invece scosse la testa rassegnato «È evidente che l’amore ti ha reso cieco. Dio abbia pietà della tua anima ragazzo.» si avvicinò di più a Loki che lo fissò fiero «Perché quando avrò finito con lui, dovrò occuparmi anche di te…» 

Ma Thor quasi non lo lasciò finire: scattò in avanti e cercò di afferrargli il fucile.
Partì un colpo che per fortuna colpì un albero vicino, ma le schegge di legno saltarono ovunque costringendo Loki a chiudere gli occhi per evitare di rimanerne ferito; li riaprì seguendo con lo sguardo i due con la disperata consapevolezza di non poter fare nulla per aiutare Thor.
Il biondo lottava col soldato ed entrambi erano forti e non volevano mollare la presa sul fucile. Thor tentava anche di deviarne la traiettoria che l’altro cercava invece di tenere fissa su Loki.
Il cacciatore doveva essere stato un soldato davvero forte da come lo colpiva e quel braccio gli conferiva una presa ferrea per l’appunto, ma Thor non demorse e gli assestò una violenta testata sul naso.
Il suo avversario d’istinto allentò la presa e questo bastò a Thor per prendere possesso del fucile e puntarglielo contro.

«Stai indietro o…» 

«O cosa? Non mi sparerai ragazzo…»  disse l’altro sicuro.

Ma Thor lo fissò con odio «Non ne sarei così certo a questo punto!»  

Il cacciatore lesse determinazione nei suoi occhi e alzò entrambe le mani e rimase fermo nella sua posizione.
Thor, sempre mantenendo il contatto visivo con l’altro, si avvicinò a Loki: aveva sempre con sé il coltellino alla cintura perciò se lo sfilò e cercò di tagliare le corde.
L’ex-soldato Barnes seguì attento tutta quell’operazione senza emettere fiato.
Thor liberò Loki e lo aiutò ad alzarsi, ma fu un attimo di distrazione, un’occhiata al moro per assicurarsi che stesse bene, che il coltello del cacciatore volò nell’aria e gli si conficcò nella spalla strappandogli un urlo e facendogli mollare la presa sul fucile.
Il castano scattò in avanti per raggiungere l’arma, ma Loki fu più veloce, divenne un lupo e lo aggredì. I due rotolarono a terra mentre Thor si estrasse il coltello e riprese possesso del fucile; voleva prendere la mira, ma se avesse sparato in quel momento avrebbe rischiato di colpire Loki.
Non poteva fare niente! Era solo uno spettatore in quel tremendo duello per la sopravvivenza.
Mentre il lupo tentava di tenere l’altro a terra con morsi e graffi il cacciatore non demordeva cercando di difendersi e di ribaltare la situazione.
Loki però era aggressivo come non mai e mostrava le zanne grandi e bianche. Thor sapeva che il lupo stava difendendo entrambi da quell’uomo, ma vederlo attaccare senza sosta e mosso quasi da un odio profondo lo preoccupava e lo inquietava allo stesso tempo.
Quando il cacciatore riuscì a bloccare un morso a pochi centimetri dal suo viso fermando l’altro con un braccio si ritrovò a fissare quegli occhi pieni di odio che lui stesso aveva istigato e quasi ne ebbe paura. Anche Steve ne aveva avuta?
Quel pensiero sembrò rianimarlo e con un gridò di rabbia afferrò Loki al collo intrappolandolo col suo braccio di ferro in una morsa e tentando di soffocarlo.
Loki accusò persino un colpo al fianco che l’altro gli diede in aggiunta, ma non si diede per vinto e stringendo tra le zanne il ferro con un immenso sforzo gli strappò via quel braccio metallico.
Si sfilò dal soldato, lo sovrastò e inchiodandolo a terra gli morse il trapezio. Il sangue schizzò fuori mentre l’uomo gridava per il dolore.
Thor allora fu colto dalla paura: sapeva che Loki non era crudele, ma in quel momento quasi non lo stava riconoscendo.

«Loki ti prego»  lo richiamò, ma il moro non lo ascoltava.

Sollevò la testa dal punto colpito fissando il castano e ringhiando minaccioso. 

«Co-coraggio… f-fallo! Fagli vedere…il m-mostro…che sei.»  lo provocò l’altro deciso comunque a non cedere nonostante la situazione. 

Il lupo lo fissò con ancora più odio. Thor intanto gridava disperato, ma non osava muoversi. In quel momento Loki forse non avrebbe riconosciuto nemmeno lui.

«Loki non sei un mostro, lo sai…io non lo penso….LOKI NON FARLO! TI PREGO!»  

Ma Loki sembrava non sentirlo.
Il cacciatore lo vide spalancare le fauci e calare lento e feroce su di lui; il suo respiro umido e caldo ormai gli investiva le palpebre.
A quel punto si sentì lui stesso in trappola e accettando il suo destino chiuse gli occhi.
Ma Thor gridò ancora.

«NON FARLO AMORE!» 

Il cacciatore tenne gli occhi chiusi, ma non avvertì nessun morso né più il fiato della bestia su di lui. Li riaprì con cautela: il lupo era diventato di nuovo quel ragazzo e lo fissava, ma il suo sguardo era indecifrabile.
Vide i suoi occhi farsi lucidi e… erano lacrime quelle che affioravano appena? Quel mostro stava soffrendo?
Loki scosse la testa e lo guardò deciso, ma non sembrava avere più alcuna intenzione di attaccarlo. 

«Io.Non.Sono.Un.Mostro.» scandì deciso e fissò il cacciatore come ad accertarsi che avesse capito dopodiché si sollevò da lui.

Si tastò appena il viso, vide il sangue sulle mani e ne percepì il sapore in bocca; mosse qualche passo all’indietro poi lentamente si voltò verso Thor.
Aveva timore ad incontrare il suo sguardo e di cosa vi avrebbe letto: il compagno lo avevo visto perdere il controllo e quasi diventare il mostro che aveva appena negato di essere.
Ma non vi lesse nulla perché Thor abbandonò il fucile, bruciò la distanza che li separava e se lo strinse tra le braccia con un misto di disperazione e sollievo.
Loki abbassò lo sguardo, ma Thor non se ne curò e non allentò la stretta.
«Va tutto bene, è finita.» gli sussurrò piano, poi si rivolse all’uomo ancora a terra che li fissava stupito mentre si teneva premuta la ferita del morso. Il biondo lo guardò duramente.

«Se avesse voluto ucciderti l’avrebbe fatto, ma è come ha detto lui. Loki non è un mostro! Adesso lasciaci in pace e non tornare!»  gli disse mentre l’altro si alzava.

L’ex-soldato lo fissò poi guardò Loki. Sembrava spaventato e scioccato da sé stesso per quello che aveva appena fatto; Eppure lo aveva risparmiato.
Il cacciatore non voleva la sua pietà ed era pronto a morire, ma era bastata una parola…“Amore”.
L’odio, la rabbia, la furia…tutto ciò che lui stesso aveva provocato nel suo avversario era sparito e aveva potuto leggerlo negli occhi del giovane diventati di colpo del tutto innocui.
Forse quella forza era davvero così potente da abbattere il male anche in quelle creature? Forse non erano tutte crudeli? Forse quei due giovani provavano qualcosa di vero l’uno per l’altro…
E lui…non era nessuno per distruggere quel legame tanto potente.
Annuì semplicemente, prese il suo braccio da terra e lo pose nella sacca poi recuperò il suo fucile. Nel farlo Loki non lo perse mai di vista e sembrò pararsi di fronte a Thor come a proteggerlo, ma il cacciatore non aveva intenzione di sparar loro.
Dopo tanta sofferenza e dolore nella sua vita quella che aveva davanti a sé era una visione di luce  e in qualche modo scaldava il suo cuore ferito e il suo animo stanco.
Si voltò e dando loro le spalle sparì nel folto della foresta lasciando i due soli. 

«Loki…» chiamò Thor dopo un momento, ma il moro non lo guardò «Guardami Loki.» Disse ancora gentile.

Voleva accarezzargli una guancia, ma il moro si ritrasse e si portò una mano alla bocca.
Scosse la testa con forza: si sentiva sporco e aveva la bocca e le guance macchiate di sangue. Gli era finito persino sulla pelliccia.  
Thor si tolse velocemente il mantello e glielo appoggiò sulle spalle avvolgendovelo.

«Coraggio andiamo…» 

«D-dove?»  sussurrò Loki.

«In un posto sicuro.»  gli sorrise Thor gentile. 

Poi gli circondò la vita con un braccio e i due si incamminarono nel buio verso l’unico posto sicuro per entrambi. 

 

Come risvegliata da un sesto senso Frigga aprì gli occhi e accese una candela. Si sentiva agitata. Forse perché aveva sognato quell’uomo e Loki che lottavano.
Scese dal letto e si diresse cauta fuori dalla sua stanza: qualcosa non andava, se lo sentiva dentro.
Mossa da un istinto interiore raggiunse la porta di casa e la aprì. Era tutto buio, ma avvertì dei rumori tra gli alberi a poca distanza dall’ingresso: con suo grande stupore vide infatti spuntarne due figure che si diressero verso di lei.

«MADRE!»  chiamò una.

Frigga dapprima sobbalzò sorpresa poi alzò di più la candela riconoscendo suo figlio. Stringeva  un  giovane che non aveva mai visto e sporco di sangue sul viso.

«Thor, ma cosa è successo?»  chiese preoccupata.

«Madre va tutto bene, è stato il cacciatore, ma Loki  ha bisogno…» 

«Loki? Dov’è? Che gli è successo?»  chiese la madre agitandosi visibilmente e cercando il lupo con lo sguardo.

«Veramente…proprio qui…»  sussurrò Thor guardando verso il compagno.

Frigga non comprese subito e seguì il suo sguardo posandolo sul giovane spaurito che intanto non la guardava. Sgranò gli occhi, ma contenne lo stupore e facendosi forza  si scansò.
Fece loro cenno di entrare senza dire una parola. 

 

Thor fece sedere Loki su una sedia mentre Frigga attizzò il fuoco nel camino per fare luce dopodiché raggiunse suo figlio che in ginocchio stava vicino all’altro e gli teneva la mano. 

«Cos’è accaduto?» 

«Il cacciatore che hai visto ieri…ha catturato Loki e voleva…ucciderlo.» 

La donna si portò una mano alla bocca e fissò il moro ad occhi sgranati mentre questi avrebbe solo voluto sprofondare per la vergogna.

«Sono arrivato in tempo e li ho trovati nella foresta. Ho provato a far ragionare quell’uomo, ma lui…lui non si dava per vinto, così abbiamo lottato e poi Loki… Lo ha ferito per difendere entrambi e poteva ucciderlo, ma….» 

Cercò lo sguardo del compagno che ancora gli si negava «Ma lo ha risparmiato…e quell’uomo se n’è andato. Non credo ci abbia seguiti.» Si rivolse alla madre «Mamma abbiamo bisogno di un posto sicuro per questa notte.» 

La donna fissò prima il figlio poi il giovane che teneva lo sguardo a terra.  Gli si avvicinò piano, gli appoggiò una mano sulla spalla e gli spostò un ciocca di capelli neri dal volto con delicatezza.
Il moro sembrava sul punto di scoppiare a piangere e i suoi occhi erano pieni di lacrime.

«Ho sempre saputo che eri speciale. Anche se non potevo immaginare fino a questo punto»  disse dolce. 

Il moro trovò un po’ di coraggio e la guardò incredulo: non era delusa? Non le faceva ribrezzo sporco di sangue nella sua casa? Non era arrabbiata che le avesse mentito sulla sua identità? Lei si fidava di lui…

Ma Frigga gli sorrise «Però…» aggiunse e Loki la guardò con apprensione «potevi dirmi di essere mezzo umano! Avremmo preso in giro Thor insieme!» 

«Ehi!»  Non riuscì a trattenersi il biondo.

Ma la donna stava guardando Loki che per tutta risposta avvertì quelle lacrime che aveva  provato a trattenere scendergli calde dagli occhi.

«Mi dispiace…»  sussurrò con un filo di voce.

«Tesoro non hai nulla per cui dispiacerti. Hai capito?»  

Anche se non era troppo convinto Loki trovò la forza di annuire.

«Thor per favore vai al pozzo e prendi dell’acqua, la metteremo a scaldare così Loki potrà lavarsi se lo desidera.» 

Il moro annuì ancora e ingoiò tutta la vergogna che aveva provato sentendosi appena sollevato sotto quello sguardo gentile.

Frigga lo prese per mano «Coraggio vieni con me.»

 

Loki si lavò e dopo si dedicò a rimuovere il sangue dalla sua pelliccia nell’acqua ancora calda. Si sentiva in una sorta di stato di trance mentre quello veniva via e l’acqua si tingeva di rosso.
Fissò un istante quel catino; lo avrebbe rovesciato dalla rabbia.
Vi si sporse sopra e d’istinto stava per farlo, ma si bloccò ritraendosi.
Il respiro accelerato e il cuore a battere forte, le mani a tremare appena.
Si sedette sul bordo del grande e soffice letto della stanza di Thor che Frigga aveva sistemato per loro. Vi sprofondò un po’, ma senza badarci granché.
Tastò la sua pelliccia e se la portò al petto. La sentiva bagnata, ma era finalmente pulita da quel sangue non suo.
Un mostro, ecco cosa stava per diventare…
La fissò in silenzio e ne tastò la consistenza morbida tra le mani. Se non l’avesse indossata più magari…
Qualcuno bussò alla porta e la aprì senza attendere riposta. Thor comparve sullo stipite e constatato che Loki non si stesse ancora lavando si introdusse nella stanza.
Era a petto nudo e aveva la spalla ferita fasciata.

«Ti ho portato una vestaglia. Mi dispiace, ma era l’unica cosa che avesse mia madre per coprirti.»  Thor osservò l’altro seduto immobile sul letto e coi capelli e il volto ancora bagnati; teneva tra le mani la sua pelliccia e la fissava mentre la stringeva. 

Gettò anche un’occhiata al catino e lo vide colmo di acqua rossa.

«La vestaglia te la metto qui sul letto. Porto via questo e torno subito, aspettami qui.»  disse Thor  e preso il catino lo portò fuori. Quando tornò Loki era ancora lì immobile e continuava a fissare la pelliccia. 

Tirò un sospiro e si sedette accanto a lui. Lo osservò in silenzio e gli portò una ciocca di capelli scuri  e bagnati dietro l’orecchio.

«Frigga?»  chiese solamente Loki.

«Sta andando a dormire, gli ho detto di non preoccuparsi e che se avremo bisogno la sveglieremo.» 

Il moro annuì continuando a non guardarlo e Thor avvicinò cautamente la mano ad una delle sue che stringevano la pelliccia «Se ti fidi questa la mettiamo su quella sedia e lasciamo che si asciughi, tu intanto puoi metterti al caldo che ne dici?»  sfiorò con delicatezza la mano dell’altro che mollò la presa. «Ecco…» sussurrò Thor e per la prima volta tenne tra le mani quel tesoro di puro nero e con attenzione lo depositò su una sedia lì accanto. 

Ogni volta che lui e Loki erano stati insieme la pelliccia si separava dal corpo del suo amante, ma rimaneva sempre sotto di lui o comunque l’altro non gli permetteva di toccarla. Conoscendone l’importanza Thor ne capiva benissimo il motivo.
Stavolta però Loki lo seguì solo con lo sguardo, ma non proferì parola. 

Thor si voltò e lo guardò un po’ in imbarazzo «Loki…vu-vuoi toglierti anche il resto?…Insomma solo se vuoi! Lo…lo so…che ecco sotto non sei…» 

Ma Loki non gli diede il tempo di finire: si alzò e tenendo lo sguardo davanti a sé e sempre senza guardare Thor si sfilò la pezza con la coda rimanendo completamente nudo davanti a lui.
Thor allungò una mano e usando ancor più delicatezza pose anche quella parte di Loki sulla sedia poi tornò su di lui che sembrava per la prima volta sentirsi scoperto e insicuro come non mai; lo si intuiva da come stava tutto ricurvo su sé stesso e si teneva le braccia attorno al petto.

«Vieni metti questa.»  gli disse gentile l’altro comprendendo il suo disagio e prendendo la vestaglia della madre.

«Ma è di tua…» 

«A lei non dispiace credimi e poi ne ha tante, non le mette mica tutte insieme.»  rise appena e ve lo avvolse «Senti? È bella calda.»  gliela chiuse sul davanti poi gli raggiunse i polsi e glieli sfiorò.

Lentamente fece scorrere le mani da quelli sulle braccia del moro e le strinse appena.

«Stai bene?»  sussurrò con un filo di voce. 

Il moro scosse la testa e continuò a non guardarlo. 

«Non ti farà più male. Nessuno lo farà.» 

Inaspettatamente gli occhi di Loki si fecero umidi e si ingrandirono e Thor intuì che l’altro fosse di nuovo sul punto di piangere. Lo riaccompagnò a sedersi con lui sul bordo del letto e gli prese le mani nelle sue.
Non sapeva bene come comportarsi, lui era un vero disastro coi sentimenti e tre anni a tenerseli dentro non avevano certo aiutato, ma fece del suo meglio. 

«Ma-magari è un brutto momento, ma sai stavo pensando che non mi dispiacerebbe vivere in una casetta come questa, magari qui intorno. È tranquillo, c’è pace, è a solo mezz’ora a piedi dal villaggio. La mattina potrei andare dal mugnaio e tornerei la sera e così…ci-ci sarebbe la foresta e tu potresti essere libero durante il giorno e…» 

«Cosa stai dicendo?»  sussurrò Loki confuso.

«Solo che…ecco insomma potremmo viverci…insieme e così noi due…» borbottò il biondo timidamente.

Loki a quel punto lo guardò e sgranò gli occhi «Thor…mi stai davvero chiedendo di vivere insieme…come una coppia?» 

«Beh se ti piace quella parola…io preferivo “famiglia”…insomma a me basta che ci sia tu…E mia madre approva se può essere un punto a favore. Sai ti adorava anche prima e adesso ancora di…» tentò di farfugliare ancora il biondo, ma Loki scosse violentemente la testa.

«Thor no! Quelli come me sono dei mo…delle bestie! Lo capisci?! Hai-hai visto quello che ho fatto! Cos’ero diventato! E quel cacciatore non ti ha mentito….credi che prima di te io avessi sempre mangiato animali della foresta?!» la voce gli si incrinò appena «Io ho ucciso uomini Thor e non conta che io non lo faccia più. Sono un animale, una bestia e lo sarò sempre e niente cancellerà le macchie del mio passato o quelle della mia specie. Io non posso darti una vita normale Thor. Non meriti di stare con una creatura come… come…»  le parole gli morirono in gola.

Thor gli sollevò il mento e incontrò i suoi grandi occhi lucidi in silenzio; si protese un po’ verso di lui.

«Come te? Loki… tu per me sei quanto di più puro possa esistere. Magari hai fatto cose…terribili dettate dal tuo istinto eppure in questo sei cambiato. E forse….forse non posso cancellare l’oscurità dal tuo passato… ma posso costruire con te un futuro talmente luminoso che quella…non sembrerà che un piccolissimo chicco di grano in un sacco di farina ben macinata.»

Gli venne da ridere nel sentirsi pronunciare quelle parole. 

«Scusa, non sono granché a far paragoni, ma vorrei che lo capissi comunque. Perché per me Loki tu sei…quanto di più raro io potessi sperare di trovare…Sei il mio amore.»  

L’altro lo guardò smarrito e tacque, ma Thor continuò e gli prese il volto tra le mani. 

«Loki…io ti amo.» 

Loki smise di respirare e una lacrima lasciò i suoi occhi. Thor la asperse con un pollice e gli sorrise.

«Meritavi di saperlo prima lo so. Perdonami amore, ma ti prego…non piangere perché da oggi staremo insieme. Non ti lascerò più solo Loki…» 

Le labbra del moro tremarono «T-Thor…ho perso il controllo prima. Se mi accadesse con te…io non voglio farti del male.»  Si confessò in un sussurro.

«Prima? Ti è bastato ricordare chi sei, l’amore della mia vita, e tutto è andato bene…non mi accadrà mai niente perché tu non potresti mai farmi del male, io lo so.» 

Loki strizzò le palpebre e annuì mentre Thor con tanta tenerezza gli si fece più vicino e gli appose un  bacio dolce e casto sulle labbra.

E Loki sorrise contro quel bacio e stavolta lo guardò con uno sguardo nuovo e pieno di speranza  «Thor…anche io ti…ti amo, ma come …come posso chiederti di rinunciare a tutto per me?» 

«Ahah sei un po’ drastico non ti pare? Sto solo cambiando qualcosa, ma se dovessi rinunciare a tutto per te mi starebbe bene.» 

«E tuo padre? Come farai con lui?» 

«Imparerà a badare a sé stesso e poi gli darò un’occhiata quando andrò a lavorare.» 

Loki lo fissò e sembrava che un sorriso stesse per apparire sul suo volto poi gettò uno sguardo alla sua pelliccia e tornò triste «Thor forse…forse sarebbe solo meglio che io rinunciassi a…» 

«A te stesso? A chi sei? Non dirlo nemmeno per scherzo Loki! Tu sei una creatura speciale e io non cambierei niente di te, né voglio che tu rinunci a chi sei per me.» 

«Allora dici sul serio?» chiese Loki emozionato.

«No, voglio mettermi a costruire una casa come passatempo!» 

«Che stupido sei Thor.» rise il moro «Però potremmo anche avvicinarci al villaggio senza uscire dalla foresta no? Non mi va che ogni giorno tu faccia tanta strada.» 

«Temi forse che ti chieda di massaggiarmi i piedi per la fatica?» Scherzò il biondo. 

«Puoi scordartelo fin da adesso!» 

«Questo è il mio amore ahahah! Suppongo che allora troveremo la soluzione migliore.» 

Loki annuì e aggrappandoglisi alle spalle felice lo baciò e se lo trascinò addosso sul letto morbido.
Thor lo lasciò fare facendo attenzione a non fargli male: Loki era pieno di graffi e lividi freschi di qualche ora prima e separandosi da lui Thor baciò quelli visibili sul suo petto come a volerli curare.

Poi si sollevò sui gomiti e gli sorrise «Sai però ho anche un altro piano. Potresti travestirti e venire con me al villaggio. Direi a tutti che sei la mia nonnina. Questa vestaglia ti dona e guarda cos’ho per te…» disse tirando fuori a sorpresa dai suoi calzoni la cuffietta di sua madre. «Se lo scopre mi uccide, ma visto che è per te… sono sicuro che mi perdonerà!» rise mettendogliela «Ecco sei una vecchietta perfetta.» 

Il moro rise e se la sfilò «Guarda che questa sta meglio a te!» disse infilandogliela «Però non ti sta sulle orecchie…cara nonnina che orecchie grandi che hai!» 

Thor rise «Per sentire meglio la tua voce e i tuoi “complimenti” mio dolce amore.» 

Loki rise e fece scorrere le mani sulle sue braccia «Mmm e che braccia forti…» 

«Per stringerti a me e non lasciarti più scappare.»  rispose il biondo.

Il moro arrossì e sorrise, il suo bel sorriso bianco e perfetto e Thor si fece più vicino.
Gli afferrò delicatamente il mento «E tu…che labbra belle hai…» disse incatenando gli occhi ai suoi.

Loki lo guardò dolce e rapito «Per baciarti e saziarmi di te…» sussurrò su quelle del biondo.

I due si sorrisero e si avvicinarono per baciarsi dolcemente ancora e ancora. 

 

Fine 

 

Note:

Cappuccetto Rosso: https://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/cappucetto_rosso

 

Ciao a tutti!
Lo so merito il rogo per aver ucciso il povero Steve e condannato Bucky al ruolo di cacciatore, ma si prestavano così bene! Abbiate pietà e non odiatemi troppo se potete, giuro che a cose normali li adoro!
Non ho grandi note istruttive per voi stavolta tranne che la frase iniziale è tratta da “Hello Little Girl” da Into the Woods. Se non la conoscete e siete curiosi andate ad ascoltarla =)
Annunci!
Non odiatemi, lo so che l’ho già chiesto, ma devo chiedervelo ancora: ho iniziato a lavorare alla serie nuova, ma temo che ci vorrà un pochino e tornerò alle mie classiche due, tre settimane.
Nel mezzo magari pubblicherò Raperonzolo, ma vediamo cosa riesco a combinare =(
Perciò intanto un abbraccio a tutti voi e per restare in tema…

Goodbye, Mr. Wolf. 

Goodbye, little girl. 
And hello…

E dopo questa momento di ordinaria follia….alla prossima storia =)

P.s vi metto questo link che è la mia pagina wattpad. Magari siete curiosi di vedere gli obbrobri di copertine che ho creato per le mie FF.
 
https://www.wattpad.com/user/Isidar27 
Un bacio a tutti =)

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Isidar27