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Autore: sallythecountess    27/04/2020    1 recensioni
Mina è una donna bellissima, con un enorme passato oscuro alle spalle e molte cicatrici sul corpo e nell'anima. Non è mai stata amata, ma sempre e solo posseduta come un bell'oggetto di valore da sfoggiare in giro. Mille amanti, centinaia di regali preziosi, eppure nessuno si è mai preoccupato di fare la cosa più semplice, ossia regalarle un vero amore. Riuscirà a trovare la persona che sanerà le sue ferite?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo 26: i sentimenti di Mimi
Myles era letteralmente devastato quella mattina e non riusciva a farsene una ragione di quella rottura. Non era la prima volta che Mina lo lasciava, e questa volta ad onor del vero lui aveva molte colpe, ma non era mai stato così: lei aveva mostrato almeno un minimo di sofferenza le altre volte, aveva versato una o due lacrime, lo aveva preso a schiaffi e aveva urlato, ma questa volta no. Sbadigliando tornò con la mente a quelli che, fino a poche ore prima erano stati i momenti peggiori della loro relazione.
La loro prima rottura era avvenuta contestualmente al matrimonio con Ginevra quattro anni prima. Una Mina allora sedicenne e splendida, gli aveva detto con dolcezza e tristezza che non poteva essere sua, non se lui sposava un'altra. Avevano fatto l'amore, e poi in lacrime si erano separati. Aveva pensato mille volte a come scappare dalla chiesa prima e dal ricevimento poi, e una volta finito il matrimonio, nell'auto che portava lui e Ginevra all' hotel dove avrebbero passato la loro prima notte, scrisse una lunghissima mail alla sua piccola, dicendole che nulla aveva senso senza di lei, e che si sarebbe ucciso pur di non perderla. Mina all'epoca seguiva fedelmente i consigli di Jennifer, quindi ignorò tutte le sue mail e lasciò soffrire per mesi, malgrado sentisse disperatamente la sua mancanza. Una sera poi si erano incontrati ad una raccolta fondi, lui ovviamente era con Ginevra, e lei non lo aveva degnato neanche di uno sguardo, facendolo impazzire. Erano mesi che non faceva che inviarle regali e fiori e chiederle di vedersi, ma lei non rispondeva mai, però di persona non era stata in grado di restargli totalmente indifferente. Così, quando si era allontanata per rispondere a telefono, d'istinto Myles l’aveva inseguita, proprio come aveva fatto al Carson’s e le aveva chiesto di guardarlo negli occhi e di ripetere che era finita. Mina non ci era riuscita, lo amava davvero tanto in quel periodo e ci stava molto male, così si era messa a piangere e cedendo alle sue suppliche era tornata sua.
La loro seconda rottura, invece, era stata più difficile da sanare. Era iniziato tutto un anno dopo il suo matrimonio con Ginevra, Mina aveva conosciuto un tizio, un musicista che l’aveva riempita di sciocchezze romantiche, ed era diventata matta al punto di voltargli le spalle. Vedete, forse a questo punto della storia avrete capito che lei non si era mai sentita molto amata da nessuno nella sua vita, e che anzi aveva avuto un pessimo rapporto con suo padre e con la sua famiglia e questo l’aveva resa estremamente fragile. Greg era un uomo incredibilmente affascinante, ma anche molto scaltro. Aveva immediatamente capito cosa volesse sentirsi dire quella bambina per cedergli il suo cuore e una per una le aveva detto tutte le cose che servivano per averla.  Usava le parole come nessuno e l’aveva incantata, facendola sentire bene come mai prima. L’aveva corteggiata disperatamente, aveva scritto canzoni splendide per lei e poi l’aveva letteralmente portata via da tutti per settimane e Mina si era innamorata e aveva chiuso con il politico. Myles aveva fatto qualunque cosa per riprendersela, le aveva intestato persino un vecchio appartamento di sua nonna a Central Park, ma lei continuava a rifiutare ogni cosa e non voleva sentire ragioni. Era innamorata persa e moriva dalla voglia di viversi la sua relazione col cantante, e proprio quando stava per rassegnarsi all'idea di averla persa per sempre, decise di farle un regalo d'addio, e le fece inviare il quadro che le piaceva tanto. Sua moglie lo aveva minacciato in ogni modo, ma lui voleva davvero che lo avesse Mina, e questo gesto apparentemente la commosse tanto da spingerla a dirgli “io ti amo troppo per perderti, va bene accetto di non significare nulla per te”.
Myles, però, ad onor del vero non aveva capito proprio niente di quella storia e non conosceva Mina bene come credeva. Non era stato il Matisse a far tornare Mina, ma il suo cuore straziato dal tradimento peggiore che avesse mai subito. Il primo e unico uomo che le aveva giurato che sarebbe stato suo per sempre, che le avrebbe dato dei bambini e che l’avrebbe amata ogni giorno, aveva tirato fuori un segreto oscuro e Mina era quasi impazzita dal dolore. Dopo qualche settimana di romanticismo estremo, Mina aveva scoperto che anche Greg era sposato, così con il cuore a pezzi si era prima vendicata nel peggiore dei modi e poi gli aveva detto addio. Il dolore provocatole da tutte quelle bugie, però, l’aveva letteralmente avvelenata e lei si era convinta che gli uomini fossero tutti così, che le avrebbero sempre e solo fatto del male. Aveva iniziato ad indossare quella famosa maschera allora, e si era giurata che non avrebbe mai più concesso a nessuno i suoi sentimenti. Così riflettendo bene sul suo futuro aveva deciso che le toccava fare un passo indietro perchè le conveniva avere Myles nella sua vita, ma non sapeva come fare, e poi le era arrivato il quadro. Mina adorava lo adorava, non per il valore del quadro in sé, ma perchè sanciva il suo trionfo sull’uomo che l’aveva comprata. Così aveva regalato a Myles altri tre anni di quel rapporto che lui amava tanto, ma che in realtà era di uno squallore spaventoso. Si erano visti circa dieci volte in quei tre anni, e mai per più di tre ore e lei aveva sempre finto un sorriso e gli aveva dato quello che voleva senza fare troppe storie. Era terribilmente infelice per gran parte del tempo, ma lui non ci badava: era un’amante fantastica, dolce e assolutamente rispettosa dei suoi spazi, per cui era sempre molto piacevole starle accanto. Myles era sempre stato convinto che sarebbe toccato a lui lasciarla, ed invece ora quella piccola matta aveva sovvertito le regole e se n’era andata senza batter ciglio e lui era rimasto a chiedersi cosa potesse fare per riprendersi il cuore di quella bambina così complicata.
Sua moglie Ginevra, nel frattempo, era furiosa come poche volte prima e si decise a capirci qualcosa di più. Sapeva tutto di Mina e Myles, ovviamente e sapeva che quando lui faceva certe scene ci poteva solo essere lei di mezzo.  Detestava quel numero, quella persona e tutto quello che rappresentava, ma non poteva far altro a quel punto della carriera di Myles.
“Cosa diavolo è successo stavolta? Perché frigna come una bambina prima dell’incontro con il Segretario di Stato?” le disse seccamente la persona all'altro capo del telefono, e Mina sbuffando rispose “ perché ha un'amante e l’ho beccato con le mani nel sacco.”
“Ah quindi tradisce anche il tormentato amore della sua vita, pensa un po’, lo credevo impossibile. Benvenuta nel club.” Aggiunse Ginevra, ma non con astio: disprezzava quella modella, ma le andava bene come amante del marito perché era stupida e non aveva grosse ambizioni. Tremava letteralmente all’idea di un’altra, perché Myles poteva essere tanto stupido da fare qualsiasi cosa per un bel faccino.
“Già, evidentemente sto diventando troppo vecchia per i suoi gusti. Comunque per correttezza ti avviso che hanno anche violato gli accordi…”
Ginevra Compton non si scompose, ma dentro di lei urlò e imprecò mentre diceva con voce calma “Se sei a Los Angeles, vediamoci per té, alle tre ti va bene?”
Mina prese il polso di Juan che la guardò sconvolto e fissando il suo enorme orologio disse “sì va bene.”
Poi, con aria solenne, ma vittoriosa annunciò a Juan che aveva un appuntamento, e lui non capì assolutamente nulla, ma decise di assecondarla perché Mina era letteralmente un’altra in quel momento: aveva uno strano sorrisetto sadico che quasi gli faceva paura.
 “Dobbiamo tornare indietro e stampare le foto che hai fatto a Myles e sbrigarci anche, perché non c’è molto tempo...”
Gli disse seria e Juan senza fare domande obbedì, immaginando che stesse pensando di ricattarlo in qualche modo, ma quando lei gli spiegò chi l’aveva chiamata rimase sconvolto.
“Fammi capire:sua moglie non solo sa che tu sei l'amante di Myles, ma lo accetta anche?”
 Le chiese sorpreso, pensando che certi figli di puttana avessero davvero tutte le fortune, e lei annuì dicendo “Ovvio. Una delle prime cose che ho fatto è stato cercare un dialogo con lei, capire quali atteggiamenti potevo tenere e quali no. E’ un politico, la sua vita è costantemente sotto un’immensa lente d’ingrandimento, e sai quante persone mi hanno fatta seguire e intercettare per scoprire se stavo con lui? Sono stata molto accorta e leale e questo mi ha fatto vincere la simpatia di quella donna. Ora, mi amor, devi sapere che la prima cosa che Ginevra mi ha chiesto è stata di non presentarmi mai in pubblico con Myles. Niente vacanze, mai lo stesso hotel, e niente shopping di coppia, non voleva essere umiliata pubblicamente ed io l'ho sempre rispettata. Insomma, un conto sono i pettegolezzi e gli sciocchi gossip che si dicono sulle persone, ma le foto sono un'altra cosa; non si possono ignorare. Ed invece abbiamo le prove del fatto che la nuova amante non si è attenuta alle regole, umiliando non solo me, ma soprattutto lei e mettendo a rischio la carriera del nostro caro ragazzo. In poche parole: la sciocca, convinta di essere furba e di averci sottratto il nostro uomo, ha involontariamente sollevato un vespaio. Ora, cosa credi che succederà?”
Juan non sapeva cosa dire, ma era piuttosto sorpreso da questa bizzarra solidarietà femminile, così non disse nulla e lei continuò.
“Te lo dico io: Ginevra s'infurierà e gli impedirà di vedere quella sgualdrina, così con la coda tra le gambe proverà a tornare il bastardo e allora io potrò maltrattarlo quanto mi pare, senza dover tornare per strada perché lui ha torto.”
Ecco, quello era il punto. Juan fu letteralmente arso da una vampata di gelosia, ma strinse solo il pugno e ringhiò “Non ci saresti tornata, te lo ripeto. Ma se preferisci quello con più soldi, bene” e Mina decise di baciarlo e basta, anche se lui stava guidando e quasi finì contro un tir per quel giochino.
Due ore dopo avevano non solo stampato le foto, ma fatto anche i dovuti ingrandimenti per fare in modo che Ginevra vedesse che il posto era un ristorante e che non si stavano solo baciando, ma il bastardo la stava anche toccando. Mina ostentava calma, ma sembrava che stesse per commettere un omicidio: aveva un sorriso spaventoso mentre si sistemava i capelli in macchina e non riusciva a smettere di pensare a tutto ciò che sarebbe successo a quella sgualdrina che aveva osato provare a prendere il suo posto. Juan fumava e la osservava e per un secondo pensò che fosse davvero grave averla come nemica, poi le chiese ironicamente: “Ma è normale che tu abbia quel sorrisetto inquietante da psicopatica? Insomma...è spaventoso e prevedibile. Chiunque ti incontri penserà “chi sta cercando di uccidere quella donna?” Va bene andare a compiere la propria vendetta, ma un minimo di classe e poker face, dannazione.”
Mina allora si scosse dai suoi pensieri, e non riuscì a non ridere e una parte di lei lo ringraziò per quel sorriso, ma gli saltò addosso per baciarlo e lui si ritrasse. Pensò fosse per Beth, ma Juan le sussurrò “ti assecondo in questa tua vendetta, ma non chiedermi di toccarti se vuoi tornare ad essere di un altro uomo, perché mi fa davvero schifo…”e Mina scoppiò in una risata che fu fastidiosissima per lui.
“Oh che sciocco mi amor, ma io non gli darò assolutamente niente”rispose ridacchiando e Juan la fissò interdetto.
 “…ti ho detto che mi serve qualche altro anno prima di sparire, no? Beh a questo punto il mio piano è un po’ cambiato: tirerò la corda finchè potrò, facendomi desiderare e vedrò finchè riesco a tenere la mia posizione, ma in nessun universo tornerò a letto con uno che mi tradisce con una brutta…”
Juan potè respirare allora, e abbracciandola sussurrò solo “se fosse stata bella invece…” e Mina fissandolo seriamente aggiunse “No Juan, non hai capito: io odio i traditori. Sono sempre stata tradita. O meglio: hanno sempre tradito le loro donne con me, e mi hanno usata e ingannata. Non ho mai avuto un uomo che fosse realmente mio…”
Juan si sentì stranamente incluso in quel discorso e gli diede un fastidio terribile che lei si sentisse usata da lui, così ringhiò “…beh se tu non sei in grado di accettare un no e ti infili nuda nel letto degli uomini, è ovvio che uno ceda, siamo tutti umani, sai?” ma Mina fissandolo sorrise e basta.
“Non stavo parlando di te, non ho nessuna intenzione di accusarti per ieri notte, perché l’ho voluto io, come tutto tra noi, e me ne prendo la responsabilità, ma era la prima volta. E ti garantisco che con gli altri generalmente non funziona come con te, o almeno gli altri che ho avuto io le tirano fuori dopo le mogli dal cilindro. Myles ha fatto l’innamorato pazzo per un anno con me, prima di dirmi “ascolta, dal mese prossimo sarà tutto diverso perché mi sposo, ma è solo per affari”. E non è stato neanche il peggiore della mia vita…”
Disse molto scocciata e lui sorrise soltanto, ma poi Mina aggiunse “…ma adesso non ne posso più di queste cose, quindi basta. E quando io dico basta generalmente è definitivo quindi anche tu fatti due conti…” e Juan baciandola sussurrò piano “ci starò attento…”
“Ieri stavo pensando che devo vendere un po’ di cose, il Matisse, la casa a Central Park e lo stupido anello di sua nonna appartenuto allo Zar, ma mi serve altro tempo…” disse Mina seria e poi aggiunse “…così quando si sarà stancato dei miei giochetti e io scomparirò non troverà nulla a casa e si mangerà le mani. Ma legalmente sono stati donati a me, quindi posso farci quello che voglio…”
“…e non tornerai con lui?” sussurrò piano, ma lei con un sorriso rispose “No. E tu la lascerai?” e Juan sussurrò pianissimo “te lo giuro mi amor…” facendola sciogliere.
Alle tre in punto giunsero al luogo fissato per l'appuntamento: era un bar all'aperto, e Mina vide immediatamente la sua alleata/ nemica seduta ad un tavolo. Sorridendo chiese a Juan di lasciarla andare da sola, e lui non battè ciglio e rimase in macchina ad attenderla, fissando la scena da lontano. Immediatamente si accorse che la bionda signora era agitata e nervosa, sebbene volesse nascondere ogni emozione e sembrare glaciale.  Lo sguardo infastidito e quasi disgustato con cui aveva salutato Mina, poi, lo spinse a pensare che la bionda non fosse una sua grande estimatrice e che forse, forse la signora Ronson non era così legata all'amante di suo marito come lei credeva.
“Bene, hai tre minuti di ritardo” le disse gelidamente. Voleva assolutamente sapere cosa sapesse la giovane prostituta e ogni minuto le parve lungo mesi.
“Quindi? Chi è? Cosa sai?”
Mina non ebbe neanche il tempo di sedersi, poi sorridendo malignamente rispose “non lo so chi è, ma non è una bella donna, sembra quasi un cane da caccia. Guarda tu stessa se la conosci.”
Dicendo queste parole Mina le porse le foto e Ginevra inorridì: la ragazzina che sbaciucchiava suo marito in quelle foto era una delle stagiste assunte da lei. Le era piaciuta fin da subito la piccola Clodette, laureata a Yale con il massimo dei voti, con una tesi sul presidente Nixon, sveglia, educata, composta e non particolarmente bella, cosa che l'aveva entusiasmata. Le era sembrata una creatura molto pratica e determinata, ed ora la sua determinazione le si stava ritorcendo contro. Era una situazione pericolosa, perchè Clodette aveva ambizioni politiche e giovani occhi da iena che da principio le avevano ricordato i suoi da ragazzina. No, non poteva permettere a quella sgualdrina di diventare first lady, così tra i due mali scelse quello che già conosceva, e che sapeva essere minore.
“Bene, licenzio immediatamente questa cagna da quattro soldi e vedrai che Myles in un paio di giorni tornerà scodinzolante come sempre. Ho apprezzato molto questo tuo gesto, grazie.”
Le disse Ginevra alzandosi, e Mina rimase di stucco perchè era appena arrivata. Chiese solo “oh quindi è una che lavora per voi?”
E Ginevra fu costretta a svelarle la verità “Evidentemente quando gli ho detto che durante la campagna elettorale non poteva andarsene in giro a sedurre ragazzine, avrei dovuto specificare che non poteva neanche sedurle in ufficio, eppure credevo di aver fatto in modo che non lo facesse; l'ho circondato di donne poco attraenti, ma a quanto pare non basta neanche questo, dovrò scegliere uomini la prossima volta. Clodette è una delle sue stagiste, ma tranquilla, farò in modo che l'unico lavoro che riesca a trovare al pentagono sia come cameriera, questa sciocca ha creato problemi alle persone sbagliate. E' tutto sistemato comunque, tutto perfettamente sotto controllo, e non immagini quanto io sia felice che li abbia scoperti tu e non la stampa. Ad ogni modo spero che tu voglia distruggere queste foto...”
Suggerì Ginevra con aria indagatrice, e lei sorridendo rispose “credimi mia cara non ho nessun interesse a tenermele. Gli originali sono già stati cancellati e questa è l’unica copia e la sto offrendo a te…”
Solo allora si tranquillizzò e giocherellando con la sua tazza rispose “Perfetto allora. La tua lealtà sarà premiata e farò in modo che Myles ritorni il prima possibile,anche se non dovrebbe essere difficile. Malgrado il suo incessante desiderio di sedurre qualsiasi cosa, credo che sia realmente legato a te in qualche modo. Stavolta ha preso la vostra rottura peggio del solito: stanotte addirittura piangeva senza ritegno e sospetto che non abbia chiuso occhio. E' un idiota sentimentale, ma purtroppo non possiamo fare a meno di lui, è così? Comunque chiamami se tra tre giorni non avrà ripreso a inviarti fiori,ma credo che già oggi ne avrai ricevuti, lo sentivo che parlava con Berenice di poesie e biglietti. Come al solito ti chiedo di contenerti però: niente regali troppo vistosi o costosi, nessun altro Matisse e nessuna casa, niente che possa attirare l'attenzione della stampa, mi raccomando. Siamo in un periodo molto delicato della sua carriera politica e ogni minimo errore potrebbe costarci tutto. Non possiamo permetterci di tirare fuori donne dalla scrivania del presidente come se fossero i conigli di un prestigiatore. Credo di averti detto tutto- aggiunse baciandole frettolosamente le guance, e rimettendosi occhialoni e guanti concluse- ed ora scusami, ma devo andare a licenziare questa sgualdrina e assicurarmi di non vederla mai più.”
Mina sorrise, pensando di aver ottenuto la sua vendetta e tornò ad arrotolarsi tra le braccia di Juan come una gatta.
 “E quindi uno ce lo siamo tolti di torno, no?” le disse Juan un po’ in difficoltà, perché non si sentiva proprio il più onesto degli uomini a farle quel discorso con una donna a casa, ma non voleva segreti e soprattutto la voleva solo per lui come non aveva mai voluto niente. Mina annuì e basta e lui sussurrò piano “…e gli altri? Insomma sono molti?”
“Gli altri cosa?” chiese lei, facendo palesemente la finta tonta e Juan sbuffò forte e aggiunse “gli altri che possono vantare diritti su di te, sono molti?”
“Sei davvero geloso?” sussurrò piano fissandolo negli occhi e Juan realizzò di non aver mai avuto tanti problemi alla guida come in quei due giorni, perché faceva davvero fatica a guardare la strada.
“Ho delle storie in sospeso, sì, ma penso che nessuno sia così stupido da pensare di poter vantare diritti su di me…” rispose lei volutamente vaga, perché voleva disperatamente che lui le dicesse chiaramente che la voleva solo per lui ma Juan disse una cosa terribile.
“E tu sei innamorata di qualcuno di questi?” sputò, cercando di fingersi indifferente, ma con il cuore in gola e Mina per un attimo pensò di dirgli “sì, di te” ma si trattenne.
“No, ho dei legami emotivi con Greg e con Reta, ma non è amore. Io odio quella parola.”
“Ecco, allora non te lo dirò mai…” si disse Juan, ma lei sembrava molto seria e continuò “…sai quanti ti amo ho ricevuto? Un’infinità e sono sempre stati usati solo come armi contro di me. Myles dice “ti amo” pretendendo che sia una giustificazione a qualsiasi cosa. “Sì, lo so che mi sono sposato con un’altra ma ti amo.” Ridicolo”
Mina aveva un tono particolarmente sarcastico e a Juan scappò una risatina, ma la lasciò continuare.
“…Reta invece usa quelle due parole per minacciarti e farti sentire in colpa per qualsiasi cosa, perché a lei non va mai bene nulla. Anche se io le ho più volte fatto capire che deve togliersi questa storia dalla testa e l’ho allontanata in mille modi, lei continua ad usare quelle due parole per tormentarmi. E poi c’è Greg…” disse seria e sbuffò forte.
“Lui è il peggiore di tutti, perché è uno stratega. Uno che ragiona mille volte sulle mosse da fare e usa sempre le parole giuste, mai una di troppo ma sempre solo quelle necessarie a manipolarti come un burattino. Greg ha vari tipi di ti amo: lo usa come Myles e Reta, ma lo usa anche come esca per attirarti e farti fare quello che vuole. Poi, una volta catturata la preda, perde interesse e quel ti amo si rivela per quello che è: un inutile specchietto per le allodole.”
“E questo qui lo ami, però…” le disse serio, perché non gli era piaciuto il tono di Mina, ma lei rise e basta e rispose “No, non lo amo. Ma tu lo sai già, perché tu te la ricordi la serata al club, no?” e Juan impallidì.
“Da quando te lo ricordi?” le chiese con il cuore in gola e lei fissandolo profondamente negli occhi rispose “da poco prima che m’infilassi nel tuo letto stanotte. Avevo dei frammenti di immagini prima, ma stanotte è tornato tutto: i tuoi occhi, la tua voce e soprattutto le tue parole e non sono riuscita a resisterti…” lasciando il povero Juan senza parole.  

Nota:
Grazie per aver letto questo lunghissimo capitolo. Allora vi chiedo se avete le idee un po' più chiare su Mina e che cosa ne pensate? E soprattutto: che ne pensate di questo finale? Fatemi sapere grazie!
   
 
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