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Autore: SimonaMak    28/04/2020    2 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 19

TORTURE DELL'INCONSCIO.

 
Solitamente quando si sta vivendo un momento grandioso e di estrema felicità, sembra passare in un battito di ciglia; in verità questa notte è stata la più lunga della mia vita, oltre che la più bella. Non so spiegare il perché ma è come se la mia mente avesse cercato di trattenere ogni attimo del mio giacere con Killian in modo da imprimerlo con prepotenza nei miei ricordi e nel mio cuore.
Sul pavimento non del tutto limpido della cucina del castello, noi due siamo stati distesi e abbracciati per tutta la notte di inizio settembre, dopo la mia cerimonia di fidanzamento, con ancora indosso gli abiti eleganti oramai stropicciati e rimessi a casaccio.
Come promesso, il ragazzo in questione è riuscito ad aprire il suo cuore più del solito e ho intravisto un passato colmo di tristezza e ingiustizie, il quale spiega anche la sua difficoltà nell’esprimere sentimenti e timori. Sapevo già che avesse vissuto con una balia per quasi tutta la sua vita e che compiuti diciotto anni si fosse spostato da queste parti, ma la mia conoscenza si fermava qui.
Ha approfondito la questione, raccontandomi di come sua madre fosse deceduta dandolo alla luce venticinque anni fa e che suo padre, ritenendolo la causa della morte della sua amata, lo avesse abbandonato senza pensarci due volte.
-”Ha avuto l’accortezza di lasciarmi da un parente lontano che però non mi ha mai considerato parte della sua famiglia; ecco perché in realtà mi ha cresciuto la mia balia, Geneviève”-
Ne ha parlato con tono di voce spezzato e con uno sguardo colmo di rancore e angoscia; solo quando ha accennato alla donna si è addolcito e ho percepito tenerezza.
-”E’ l’unica persona che io abbia mai amato. So che è venuta a mancare l’anno scorso e sono andato al suo funerale. Mi si è spezzato il cuore perché ho realizzato che adesso non c’è nessuno al mondo che mi voglia bene”-
L’ha detto come se fosse stata la cosa più difficile da condividere, infatti ha nascosto il viso nell’incavo del mio collo per soffocare qualsiasi emozione lo stesse sovrastando. L’ho stretto forte a me, trattenendo la mia empatia e voglia di piangere per quello che ha passato nella sua vita. Mi sono sentita una stupida per tutti quei momenti in cui ho pensato di cambiare famiglia, vivere in modo diverso o che mia madre fosse troppo dura con me.
-”Sai che non è così, vero?”- gli ho sussurrato, mentre gli carezzavo i capelli.
-”Ah quindi non mi odi?”- è riuscito a ridacchiare.
Come potrei farlo! Dopo tutto ciò che è successo tra noi, nonostante siano di più i malintesi e le parole urlate con disprezzo, non posso impedire al mio cuore di innamorarsi di lui. Magari Killian non potrà mai provare un sentimento così, non sa nemmeno cosa sia l’amore di una famiglia, come potrebbe innamorarsi di qualcuna? Quando mi disse che non gli bastava sentirlo, ma vederlo con i propri occhi pensavo fosse una cosa impossibile, ma adesso comincio a capire cosa intendesse.
Gli ho dato un morso affettuoso sulla guancia e abbiamo cominciato a giocare, con i nostri corpi presi da un’energia inspiegabile data l’ora.
-”Geneviève era una donna luminosa, spontanea e testarda. Mi faceva arrabbiare spesso, sai che per me non è difficile, ma ho sempre cercato di non ferirla perché tutto si meritava fuorché la mia ingratitudine o la mia lingua biforcuta. La rispettavo sotto ogni punto di vista, cercavo di proteggerla così come lei proteggeva me. Ci teneva che io vivessi tutte le esperienze possibili e si assicurava che non mi mancasse nulla. Una volta mi ha portato a Dinard, la cittadina di villeggiatura sul mare più bella della Bretagna e mi ha insegnato a nuotare. Avevo tredici anni, magari penserai che io fossi grande per imparare ma fu la prima volta che vidi il mare”-
L’ho ascoltato con interesse e curiosità, la sua voce mi ha cullata e trasportata nel suo passato e ho immaginato un piccolo Killian intento a sguazzare in acqua, accompagnato da una signora un po’ robusta e dai capelli rossi, come l’ha descritta.
-”Mi insegnò ad andare in bicicletta e mi mise i punti sul mento dopo essere caduto con la faccia per terra; mi accompagnava a scuola ogni giorno e rimaneva fuori finché non fossero finite le lezioni. Era strabiliante la sua forza d’animo, la sua caparbietà e la fiducia che riponeva nei miei confronti. A sedici anni scoprii che mio padre era in America a farsi la sua vita ed ero talmente arrabbiato che avrei distrutto ogni cosa. Per non darle troppo dispiacere, presi la sua macchina e andai a Cap Fréhel, una costa rocciosa di falesia con dirupo sul mare, un luogo straordinario. Lei mi trovò ovviamente perché sapeva quanto volessi andarci e aveva promesso che mi avrebbe portato per il mio compleanno. Volevo tuffarmi e urlare con tutto me stesso e lei mi disse “Dai fallo, io ti aspetto qui. Però se poi ti senti ancora uno schifo, è solo perché non è servito a niente. Potresti invece esplorare il luogo con me e salire sul faro, ci godiamo il panorama e gridiamo da lì, che te ne pare?”. Mi misi a piangere a dirotto per la prima volta e Geneviève era con me a sostenermi. Non mi lasciò mai da solo, le devo tutto”-
Non ho potuto trattenere le lacrime e per non farglielo vedere mi sono accucciata a lui, stringendolo con tutte le mie forze per trasmettergli la mia vicinanza. Non deve pensare che io provi tenerezza nei suoi confronti, si sentirebbe ancora peggio e magari non riuscirebbe più ad aprirsi in questo modo. Sono grata che lui abbia condiviso dei ricordi così profondi e intimi, mi ha permesso di varcare i muri che aveva costruito da tempo per farmi intravedere la sua anima.
Scoprire questo lato di Killian non ha fatto altro che incrementare il sentimento che sta nascendo nei suoi confronti; è una parte di lui così personale e intensa che a pensarci mi vengono i brividi. Non immaginavo minimamente che si tenesse dentro tutti questi momenti esasperati e che avesse un passato talmente spezzato.
In verità ha provato l’amore di una madre, nonostante Geneviève non lo fosse davvero, ma si è comportata anche meglio, quasi come se volesse in tutti i modi infondere positività sotto la coltre di amarezza che ha vissuto fin da piccolo.
-”Se da un lato non volevo farmi avanti a causa del matrimonio, dall’altro non l’ho fatto perché non so se sono capace di provare e mostrare affetto e attenzioni. Non hai mai avuto un ragazzo che lo facesse, quindi non volevo essere la tua prima delusione. Riconosco di essere impossibile alle volte, scorbutico e freddo ma tu…non lo so, sei in grado di far emergere qualcosa di inesplorato e violento dentro di me”-
Mi ha guardata negli occhi mentre con una mano mi sfiorava i capelli distesi sul pavimento e io ho sentito colmare il vuoto che avevo, il mio cuore ha vibrato così come ogni singola particella che mi compone; la sua rivelazione mi ha sollevata da tutte le insicurezze che mi hanno divorata durante questi mesi. L’ho baciato con trasporto, con disperazione: io ho bisogno di lui, che mi dica questo e che me lo dimostri, non posso più farne a meno.
-”Sarò paziente, te lo prometto. Io non mi sono mai sentita così, provo delle emozioni che...”-
Fortunatamente mi ha fermata con un altro bacio perché mi sarei impappinata e agitata nell’esprimere a parole ciò che sento.
Abbiamo parlato ancora, riso di stupidaggini e aneddoti, ci siamo stuzzicati e baciati in modo da approfittarne per quei momenti in cui non potremmo nemmeno guardarci; mi sono sentita leggera come non mai, dimenticandomi della promessa di matrimonio e di tutti i problemi del regno. Ho assorbito l’odore che emana il suo corpo, il sapore della sua bocca, la morbidezza dei suoi capelli, il tono della sua voce così melodiosa e cullante, la pressione delle sue mani su di me, il piacere fisico che mi ha fatto provare e l’amore che ha invaso questa notte nella maniera più assoluta e inebriante.
Tutto ciò prima che potesse svanire del tutto: poco prima delle sei del mattino, ci siamo alzati intorpiditi come non mai e con un ultimo bacio veemente e che ha sottinteso la promessa che non fosse l’ultimo, ci siamo salutati e recati ognuno nelle proprie stanze.
Sono sgattaiolata in silenzio e trattenendo il dolore dei muscoli indolenziti, con un sorriso che non ha lasciato le mie labbra gonfie dai suoi baci.
Finché non ho toccato il letto: solo adesso posso realizzare cosa è successo. Non ho molto tempo prima che le mie dame di compagnia vengano per svegliarmi e ristorarmi.
Ora che sono da sola con me stessa, posso riflettere sul da farsi in maniera obiettiva e razionale. So di aver commesso un errore madornale essendo fidanzata ufficialmente con Christopher De Vrie, ciò vuol dire che l’ho tradito. Avevo parlato di questo con Sistiana ed ero inorridita all’idea di un inganno da parte del mio promesso sposo; non avevo considerato che avrei potuto io stessa infliggere tale dolore. Mi sento in colpa, è ovvio, ma da una parte non riesco a negare quanto io sia stata bene insieme a Killian nonostante mi sia comportata disgustosamente da egoista. Non mi giustifico, né credo che io abbia proceduto in maniera corretta: cosa c’è di più meschino e rivoltante di tradire il proprio fidanzato? Mi aspettavo, però, che mi sentissi peggio di così, poiché da una parte sono cosciente di aver agito secondo il mio volere più profondo e sincero per cui non riesco a rimpiangere del tutto quello che ho fatto. Credo comunque che sarà molto difficile cercare di mantenere un legame con lui; dentro di me, le emozioni sono in subbuglio e lottano tra loro per avere la meglio sulle mie decisioni.
Non voglio piangere, non adesso, rovinerei il momento di gioia che mi ha inondata questa notte. Ho paura di come potrò reagire una volta guardato Christopher negli occhi: solo allora vedrò il riflesso della mia terribile azione.
Mi tolgo l’abito e lo getto ai piedi del letto, rimanendo soltanto con gli slip. Se mi soffermo troppo sul mio corpo, comincio a ricordare come mi ha toccata Killian, perciò devo rimanere lucida. Vado a farmi un bagno e aggiungo all’acqua tre tipi di bagnoschiuma floreali in modo da togliermi di dosso il suo profumo, ma se fosse per me vorrei sempre odorare di lui. Immergo anche la testa e mi concedo qualche secondo per rilassare completamente i muscoli e calmare la matassa di sensazioni che vorrebbero governarmi.
-”Ariadna, sei già sveglia?”- mi chiama Sistiana dalla porta.
-”Sì, mi sono portata avanti”- la informo, strizzandomi i capelli.
Indugia e mi osserva con attenzione.
-”Non ti nascondo che ti aspettano dei giorni molto particolari”- sorride, ma i suoi occhi scuri sembrano davvero preoccupati per me.



 
***


Niente di più vero fu pronunciato. Non solo mio padre si sta occupando di istruire il mio fidanzato per renderlo futuro Re, ma già tutti sono in subbuglio per il mio ventesimo compleanno che sarà tra dieci giorni. Se fossero gli ultimi che mi rimangono per vivere la mia vita prima che tutto venga distrutto? E poi c’è chi spera di essere una principessa! Era così bello, una volta, quando tutte le responsabilità non erano concentrate su di me e non dovevo preoccuparmi del futuro del mio regno.
-”Buongiorno vostra altezza”-
Incontro il duca tra i corridoi reali e se all’inizio mi sorprendo, intuisco subito che non sia venuto per vedere me. Mi dà un bacio sulla guancia e splende di serenità, al contrario di me che temo di avere incisa sulla fronte la parola “traditrice”.
-”Come va Chris?”- deglutisco, distogliendo lo sguardo.
-”Tutto bene! Mi aspetta Re Hector nel suo studio, sono davvero entusiasta anche se vorrei stare con te”-
Distendo le labbra in un sorriso esagerato e attorciglio le dita tra i miei ricci biondi per sfogare la mia ansia.
-”Certo, p-pure io! Ci vediamo quando finisci, a dopo”-
Non gli do il tempo di rispondere perché mi incammino velocemente verso la biblioteca a nascondermi tra i fedeli libri. Fedeli più di me.
Oh dai, smettila Ariadna, va tutto bene! Per quale motivo Dimitri non mi sta alle calcagna? Proprio quando ho bisogno di stare in compagnia per evitare le torture del mio inconscio, la mia guardia allenta la sua protezione. Accidenti!
-”Che letture cercavi?”-
Killian mi coglie alla sprovvista tra gli scaffali immacolati e mi porto le mani alla bocca con l’intenzione di trattenere un gridolino.
-”Mi sembri agitata”- ridacchia, avvicinandosi a me.
Ha in mano un libro cavalleresco e ciò significa che ci siamo incontrati per caso e non è un tentativo di farmi sentire più in colpa.
-”Scusa, ero sovrappensiero”- mi giustifico, facendo finta di cercare un libro più distante da dove è lui.
Mi guarda di sottecchi, divertito, forse pensa che sia parte di un gioco intrigante. È così affascinante il suo amore per i libri e vederlo immerso tra la lettura o in biblioteca emoziona il mio lato sapiosessuale.
Ok, cerca un volume e smettila di guardarlo così, sei imbarazzante Ariadna!
-”Sì, anche io stavo pensando a tante cose”- mi affianca, sbirciando tra i manoscritti di questo reparto.
Ma perché deve provocarmi sempre? Magari si riferisce a qualcos'altro ed è la mia mente malata che ormai pensa solo a lui, al suo corpo sopra il mio e…
-”In questi giorni sei stata molto occupata?”- mi domanda girandosi verso di me.
Afferro un manuale di filologia classica e lo sfoglio come se comprendessi pienamente la materia in questione.
-”Oh certo, sono tutti elettrizzati per la mia festa di compleanno e quindi sono stata dietro a mia madre per decidere il da farsi”-
Ed è vero, quella donna non ha altri pensieri se non di rendere il mio giorno perfetto: non perché compio gli anni, ma si tratta del mio vero debutto in società come principessa e potrò partecipare alla vita politica di Tahon. Peccato che non ne avrò nemmeno il tempo a causa del pazzo furioso che vuole distruggerci.
-”E il…tizio è in giro per il palazzo per?”-
Immagino si riferisca al mio fidanzato che appunto in questi giorni e per quelli a venire sarà tutto il tempo qui, come se non mi sentissi già abbastanza controllata dalle mie ansie.
-”Devono educarlo a fare il principe e poi Re, qualcosa del genere”-
Incrocio per un attimo il suo sguardo e me ne pento nel medesimo istante. Rivedo me felice attraverso il verde dei suoi occhi e la sua necessità nel starmi vicino; è così trasparente.
-”Come ti senti?”- sussurra, giocando con una mia ciocca.
Nel panico? Divisa in due? In colpa? Desiderosa di lui?
-”Strana, insomma, come previsto”- dico infine.
Sembra amareggiato ma dopo qualche secondo ritorna il suo sorriso sghembo e mi toglie il libro dalle mani. È così sbagliato ciò che sento per lui? Quanto vorrei…
Non mi permette di pensarlo che, senza preoccuparsi di nulla, preme le labbra sulle mie e sentendomi tesa, è lui ad alzarmi le braccia per posizionarle attorno al suo collo. Il mio cuore martella quasi dolorosamente e cerco di trattenermi ma non ci riesco. Si stacca dopo poco e si guarda intorno solo adesso.
-”Non avrei dovuto?”- alza le sopracciglia e mi fa la domanda più scontata e difficile allo stesso tempo.
-”Sai che non potrei allontanarti neanche se lo volessi”- bisbiglio con rassegnazione.
-”E in teoria per renderti più facili le cose dovrei essere io a farlo. Ma te l’ho promesso, non ho intenzione di lasciarti”-
Sono io che lo avvicino per baciarlo: non voglio sprecare neanche un attimo sapendo che qualsiasi momento potrebbe essere l’ultimo per noi due.
Dischiudo le labbra e mi approprio del suo sapore intenso e lancinante e Killian mi stringe dalla vita con possesso. Mi pressa contro il mobile colmo di libri e se potessi arrossirei nell’avvertire il suo desiderio premere su di me. Mi accarezza la gamba scoperta dal vestitino, già meno leggero date le temperature più fresche, e me l’avvicina ai suoi fianchi.
-”Sai quanto è eccitante la biblioteca?”- sussurra sulla mia bocca, tra gli affanni.
-”Lo dici per esperienza?”- riesco a rispondere.
Porta la mano lì dove per la prima volta mi aveva sfiorata giorni fa e sembra voler provocarmi ulteriore piacere.
-”Lo dico perché non hai idea di quello che ti farei”-
Forse potrei averla, grazie a ciò che sta facendo con la mia intimità. Fortunatamente il mio udito funziona ancora e non è stato compromesso dall’estasi di tale momento e riesco a cogliere dei rumori all’interno della biblioteca. Sembra avvertirli anche lui perché mi tappa la bocca e con l’altra mano mi tira giù il vestito.
Si stacca da me e in un secondo sparisce dalla mia vista, lasciandomi spaesata e tramortita.
-”Eccoti qui, ti stavo cercando”-
E’ di nuovo il mio fidanzato e lo vedo tranquillo, segno che non si è accorto di niente.
Sento un groppo al cuore e l’improvvisa voglia di piangere a causa di ciò che stavo facendo con Killian, oltre che per la paura provata per un attimo.
-”Mi hanno detto che provi piacere tra i libri”-
-”Cosa? Cioè sì, mi piacciono molto”- scuoto la testa e gli sorrido maldestramente.
-”Qualcosa non va?”- aggrotta la fronte per poi leggere il dorso di qualche volume.
C’è mancato pochissimo e mi avrebbe colta in flagrante mentre lo tradivo, ancora. Non posso crederci, sono una schifosa lussuriosa che non sa tenere a freno le sue passioni oltre che i sentimenti. Come posso continuare così per altro tempo se già vacillo durante i primi giorni?
-”E’ che non sono ancora abituata a questo, a noi due”- sogghigno imbarazzata.
-”Sono convinto che con il tempo sarà del tutto normale vedermi quasi ogni giorno”-
Oh cielo, come potrò sopportare tale situazione?
Mi accarezza la guancia e vuole baciarmi, lo so, ma faccio in tempo a scostarmi, provocando un’ombra di confusione nei suoi occhi blu.
-”Non voglio che mi distrai, ahah”- prendo dei libri a caso e me li porto in giro.
-”Certo, allora ti lascio alle tue letture”- si gratta la nuca e va verso l’uscita.
Faccio un respiro profondo, di sollievo e inquietudine. Non potrò sfuggirgli per sempre, prima o poi dovrà accadere qualcosa tra noi e all’idea mi vengono i brividi. Adesso è diverso, se prima ero molto attratta e lusingata da Christopher, ora è come se non volessi tradire Killian. Ma non è lui il mio ragazzo! Accidenti, è così complicato!
-”Stavo per fargli baciare il mio pugno, ma fortunatamente mi sono contenuto”- spunta quest’ultimo, irritato.
Dove trovo la forza per affrontare tutto ciò?

 
*

Finalmente posso concedermi un po’ di pace invitando Morgan al castello per parlargli della nostra questione in sospeso e magari indagare su ciò che pensa di Nevena. È puntualissimo e ci incontriamo sotto al gazebo del giardino; gli offro della limonata biologica aromatizzata allo zenzero e noto un po’ di tensione tra noi. Ha accorciato di molto i suoi capelli neri in modo da non averli tra gli occhi, sicuramente non per suo volere, e si veste un po’ più da nobile rispetto a prima: forse l’influenza dei suoi genitori sta vincendo su di lui.
-”Come va con i tuoi?”- gli chiedo una volta che si siede di fianco a me.
Guarda un punto fisso prima di rispondere e poi mi degna del suo sguardo.
-”Hanno vinto. Sto diventando sempre di più il figlio perfetto che vogliono e mi stanno facendo entrare in politica. Splendido no?”-
In effetti non solo l’unica che se la passa male per quanto riguarda le imposizioni dei genitori; da sempre Morgan è stato un tipo ribelle e ha cercato in tutti i modi di contrastarli e sentirgli dire che stanno vincendo…beh, fa perdere la speranza.
-”Mi dispiace…non c’è altro che tu possa fare?”- provo a rincuorarlo.
-”Come faccio a dire loro che voglio fare il musicista? Crederanno che sia ridicolo oltre che una perdita di tempo. Basta, è deciso ormai”-
Quasi non lo riconosco, non avrei mai pensato che arrivasse a dire questo. È più grave di quanto sospettassi. Come potrei aiutarlo?
-”E se ci fosse un posto da veri nobili nel mondo della musica? Se grazie alle conoscenze di mio padre potessi assicurarti un futuro regale e di successo?”-
Perché non ci ho pensato prima? Il Re conosce i migliori artisti e sono certa che lo raccomanderebbe tanto da farlo conoscere e apprezzare. Lo vedo illuminarsi ma solo per poco.
-”Sarebbe grandioso ma…non farina del mio sacco”- sorride tristemente.
-”Ma che dici? Papà darebbe solo la spinta iniziale, se poi non piaci non ti prendono in considerazione quindi dipende solo da te e dal tuo talento!”- lo scuoto per fargli comprendere quanto potrebbe essere interessante la mia proposta.
So che vuole crederci e lasciarsi andare all’euforia che possa andare bene, ma è fin troppo razionale seppur le sue ambizioni dicano il contrario.
-”Non ti costa niente, magari è l’occasione per capire davvero se è la tua strada oppure no”- continuo.
-”E va bene, proviamo. Poi dovrai sopportare la mia depressione se dovesse andare male”-
Voglio che almeno in questo caso sia felice; è complicato sopportare le pressioni dei familiari, perciò è l’ideale trovare una soluzione che potrebbero condividere. Avrei preferito anche io scovare un piano B per il mio futuro.
-”Volevi comprare il mio perdono?”- alza le sopracciglia, scherzando.
Ecco, adesso possiamo risolvere definitivamente il contrasto che abbiamo avuto al torneo. Non posso farmi scappare niente riguardo Nevena ma nemmeno fargli credere che sia io interessata a lui.
-”No, però gradirei che chiarissimo. C’è una spiegazione all’atteggiamento che ti ho riservato…”- guardo in basso, delusa all’idea di averlo ferito quando la mia intenzione era diversa fin dall’inizio.
-”Lo so Ariadna, so perché hai fatto l’antipatica gelosa”-
Incrocia le braccia al petto, come ad annunciare un rimprovero. Non penso che lui abbia capito in verità.
-”Non è come sembra, sul serio”-
-”Tranquilla, so che non ti piaccio: l’hai fatto per Nevena”-
Spalanco gli occhi alla sua affermazione, mentre Morgan è sicuro di ciò che dice e non mostra né contentezza, né disappunto. È fin troppo normale.
-”Ma tu come…”- balbetto.
Come fa a saperlo? Che mi sia persa qualcosa? O forse mi ha messa alla prova e gliel’ho appena confermato; ma sembra così sereno nel dirlo.
-”Pensavo lo sapessi, a quanto pare non te ne ha parlato. Quando è finita la tua festa di fidanzamento, l’ho accompagnata io a casa con la mia macchina. Beh, mi ha baciato”-
COSA? Non immagino Nev capace di prendersi così di coraggio. Come le è saltato in mente? Ha fatto bene, certo, però è un gesto molto rischioso soprattutto con il proprio migliore amico che non sospettava nulla. Ma per quale motivo non me ne ha parlato? Poteva venire a palazzo, invitarmi da lei…
Quando mi ha raccontato del loro ballo, non mi sembrava propensa ad approfondire il rapporto, era come al solito. Probabilmente ha solo seguito il suo cuore e si è data un’occasione.
-”E tu? Cioè ti prego raccontami perché non so nulla! Vi ammazzerò, lo giuro!”-
Sì, mi sento alquanto offesa ma posso capire che la situazione sia delicata e magari la mia amica si vergognava a parlarne in un primo momento, specialmente se…e se l’avesse rifiutata? SPUTA IL ROSPO.
Morgan si passa una mano sulla barba poco accennata e finalmente soddisfa la mia curiosità.
-”Ho ricambiato, è stato piacevole. Solo che…non lo so, non me lo aspettavo. Non mi sono fatto sentire e credo sia ferita, ma ho bisogno di digerire la cosa e riflettere. L’ho sempre vista come la mia migliore amica, stop: nessuna fantasia, momento di debolezza, niente”-
Capisco, allora, come mai non me l’abbia ancora riferito; aspetta novità da lui, per mettersi il cuore in pace che sia in positivo o in negativo.
-”Sì, immagino…ma cosa senti? Analizza bene ciò che hai provato, spiegami meglio”- indago maggiormente.
-”Che devo dirti, è stato un bel bacio, non credevo baciasse così bene – si becca una spinta da parte mia a causa del suo sguardo malizioso – però…c’è un però. Devo capire cosa voglio da lei e il perché. Posso provare a frequentarla guardandola con altri occhi, ma non vorrei illuderla se poi non dovesse convincermi”- alza le spalle, un po’ amareggiato.
Anche per lui la situazione è complessa, so che si sentirebbe uno schifo all’idea di farla stare male e allo stesso tempo è curioso, riesco a leggerlo nel suo sguardo.
-”Secondo me potreste stare bene insieme, non avreste problemi di coppia o che so io. Prova, mettendo subito le cose in chiaro in modo che lei non si faccia illusioni, se non dovessi sentire niente per Nevena…beh, almeno lo saprai con certezza”-
Che altro potrei dirgli? Non posso costringerlo o condizionarlo, deve essere una sua scelta dettata dall’esperienza che farà insieme a lei. Mi dispiacerebbe moltissimo se soffrissero e io sarò loro vicina in qualsiasi circostanza. Spero ovviamente che sarà del tutto positiva.
-”Sì infatti, stasera la chiamo e gliene parlerò”-
Bene, almeno la mia amica si è messa in gioco e non avrà nessun rimpianto; avrei solo voluto incoraggiarla, sicuramente l’avrei fatta sentire meglio.
-”Invece spiegami un’altra cosa. Quando siamo andati in città in carrozza, hai detto qualcosa che mi ha confusa. Perché ti dava fastidio la situazione dei pretendenti e di…di Killian?”-
Voglio risolvere quest’ultimo punto in modo che tutto sia trasparente e non ci siano malintesi tra noi.
-”Io ti adoro Ariadna, come potrebbe piacermi vederti passare dalle braccia di uno e poi di un altro senza che ti vada bene? Non per questo ti faccio scenate o ti impedisco di fare quello che ti pare”- scuote la testa, come se non avessi capito niente dalla vita.
Ha senso, sì, speravo fosse per questo. Lo abbraccio finalmente: mi mancava stringerlo a me, è una delle persone più importanti della mia vita, non potrei mai accettare un allontanamento.
-”Ok, se proprio dobbiamo chiarire proprio tutto – comincia, distanziandosi dalla mia stretta morbosa – non ti nego che qualche fantasia su di te l’ho fatta. Baciare te sì che mi avrebbe sconvolto per mesi. Non mi guardare così, sono un maschio, che pretendi? Ma appunto non provo niente di sentimentale nei tuoi confronti, né sono geloso che tu sia fidanzata ufficialmente adesso.”-
Alla fine ridacchia a causa della mia espressione frastornata. Fantasie? Per fortuna è Morgan, altrimenti lo avrei picchiato. È stato credibile dicendomi che non sente niente per me e sono sollevata: ho troppi problemi di ragazzi per aggiungerne un altro, ma il mio migliore amico? Beh, sarebbe stato assurdo. Un po’ come la pensa per Nevena.
-”Sicuro sicuro quindi? E che genere di fantasie?”- strizzo gli occhi.
-”Sì sì, fingiti ingenua! Non lo specificherò mica a te, pensi sia stupido? E comunque sì, proprio per questo te lo sto dicendo con tranquillità, perché non sono innamorato di te o cose del genere”- sghignazza, prendendomi ancora in giro.
-”Ok, non voglio saperlo, basta! L’importante è questo!”- gli do dei colpetti sulla fronte come facevo quando eravamo più piccoli e volevo mettergli in testa le mie opinioni.
-”Con il tuo fidanzato invece? Avete già scop...AHIA”- non fa in tempo a finire che lo colpisco sul braccio con forza, stavolta.
-”Scusa scusa…avete scoperto la vostra intimità? Ti piace adesso?”- sbuffa contrariato.
Come faccio a dirgli che la mia intimità l’ha scoperta Killian, che non è affatto il mio futuro sposo? Nota il mio cambiamento d’umore e mi scruta con attenzione per decifrare l’espressione. A qualcuno dovrò pur dirlo.
Racconto in breve ciò che è successo dopo la cerimonia, senza scendere troppo nei dettagli, i quali mi farebbero solo avvampare, e le mie riflessioni in merito al mio tradimento.
-”Vedi? Te l’ho detto che ti fingi ingenua! Cavolo Aria, sei proprio nella merda più totale. Immagino che ‘sto Killian ti renda felice e non possa fare a meno di stare con lui, ma c’è anche Christopher con cui dovresti effettivamente fare queste cose. Sai che voglio tu sia felice, però devi stare attenta. Spero tu possa sistemare la faccenda a tuo favore”-
Non credevo reagisse così: mi aspettavo giudizi, rimproveri e più parolacce ma devo dire che Morgan ha capito la situazione più in fretta del previsto e senza farmi sentire disgustosa come già mi sento. Non posso evitare di abbracciarlo un’altra volta, ho proprio bisogno di qualcuno che mi sostenga poiché da sola potrei sprofondare nel panico e nella disperazione.
-”Lo spero anche io ma non andrà mai a finire come vorrei. Sto solo illudendo il mio cuore concedendogli dei bricioli di felicità prima che possa affrontare la realtà e comprendere che presto o tardi…dovrò rinunciare al mio amore per lui”-.
 
   
 
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