Oh, you poor little boy, still waiting for your happy ending
You know what?
If you wait to be saved, you’ll always be locked in the tower where they imprisoned you
(dal web e un po’ da me)
C’era un buco ovale sulla parete di camera sua. Un foro magico che permetteva di guardare un altro mondo senza mai entravici dentro.
Gli mostrava una realtà simile alla sua, anche se distorta, abitata da un mostro con gli occhi da assassino che lo fissava spesso, quando si affacciava alla finestra misteriosa per sbirciarne l’interno.
Vedeva una stanza come la sua, ma riconosceva elementi che lui non possedeva, nel suo mondo.
Una testa mozzata ricoperta di talismani, sul comodino, le iridi vuote che lo guardavano senza vederlo.
Il mostro che passava davanti al buco aveva le mani pulite, ma lo sguardo sporco.
Meng Yao avrebbe giurato che profumasse di sangue.
ANGOLINO D’AUTRICE
Ok, ormai lo avrete capito: ho una fissa per la relazione tra Jin GuangYao e gli specchi.
Sapete, ho sempre trovato geniale che, nella novel, l’unico oggetto riflettente nella sua stanza fosse un passaggio per una sala segreta, e che quindi lui non lo usasse per guardarsi negli occhi e vedersi davvero. Forse si sarebbe accorto prima di ciò che stava facendo, se lo avesse usato come meritava… ma poteva anche non importargli, in fondo.
Mh, oggi va così, sono malinconica.
Ringrazio Athe e Deb che mi sopportano sempre, e dedico questa storia alla pazza correttrice che ha trovato spesso il collegamento dello specchio nelle mie drabble. Vi voglio bene ragazze, siete stupende.
Un bacio a tutti, Sarah_lilith