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Autore: sallythecountess    28/04/2020    1 recensioni
Mina è una donna bellissima, con un enorme passato oscuro alle spalle e molte cicatrici sul corpo e nell'anima. Non è mai stata amata, ma sempre e solo posseduta come un bell'oggetto di valore da sfoggiare in giro. Mille amanti, centinaia di regali preziosi, eppure nessuno si è mai preoccupato di fare la cosa più semplice, ossia regalarle un vero amore. Riuscirà a trovare la persona che sanerà le sue ferite?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo 27: una strana coppia
Ritornati a Chino continuarono la loro solita routine per qualche giorno prima di rientrare a New York, ma dopo poche ore tutti si accorsero che di “solito” non c'era più nulla, perché quei due erano ufficialmente una coppia. Le cose apparentemente procedevano normalmente, ma in realtà l'atmosfera tra loro era cambiata: Juan parlava e soprattutto scherzava con lei, come non aveva mai fatto con nessuno, e la sua famiglia spalancava gli occhi nel vederlo così loquace, ironico e soprattutto sorridente. La provocava costantemente e poi ridendo le ripeteva “piantala” ma si divertiva troppo. Felipa era molto preoccupata e Carlos li studiava da lontano, ma sorrideva sotto a quei suoi enormi baffoni perchè era una donna troppo pericolosa per Juanito, ma sembrava abbastanza innamorata.
 Dopo ventiquattro ore chiunque li aveva beccati a baciarsi come due ragazzini e Mina aveva iniziato a comportarsi pubblicamente da compagna con lui, con tanta dolcezza da lasciarlo senza fiato. Nessuno dei due toglieva mai gli occhi di dosso all’altro e lei faceva sempre di tutto per stargli vicino, ma gli lasciava i suoi spazi quando capiva che lui aveva solo voglia di disegnare. Ormai aveva imparato: Juan si perdeva nei suoi pensieri poco prima di andare a prendere il blocco da disegno e lei gli sorrideva sempre. Amava il suo lato artistico, come tutto il resto di lui, e non aveva nessuna voglia di soffocarlo, quindi quando Juan si allontanava per disegnare mettendole una mano sulla testa come saluto, Mina rideva e restava in cucina a chiacchierare con le ragazze. Eppure quella parte di Juan stava cambiando: aveva sempre sentito la necessità di allontanarsi da tutti per disegnare, chiudersi nel suo mondo con la sua musica, le sue amate sigarette e qualcosa da bere, ma ora gli mancava qualcosa. Gli davano fastidio le persone,in generale e soprattutto se stava lavorando, ma voleva tenere Mina vicino. Se ne accorse dopo un’oretta della loro prima sera a Chino, così andò a cercarla e se la portò via senza tante parole e da quella sera non aveva più voluto lavorare da solo. Mina gli lasciava i suoi spazi e aspettava che fosse lui a richiedere chiaramente la sua presenza, così tutte le sere aveva dovuto dirle esplicitamente di seguirlo. Adorava stare con lei e gli piaceva persino parlarle, anche se di solito Mina parlava e lui disegnava, ma sembrava si capissero molto bene. Entrambi detestavano la tv, i giornali e i media in generale, ma le loro idee ciniche si incontravano perfettamente quando parlavano di religione.
“Secondo loro noi dovremmo sentirci in colpa a prescindere, capisci quanto questo sia folle? Tu nasci e già devi sentirti in colpa e lavare i tuoi peccati. Dovremmo trascorrere tutta la nostra vita a chiedere perdono per qualsiasi cosa, andiamo! Che vita è così?”
Le disse la terza sera, dividendo con lei il dondolo e una bottiglia di vino e lei rispose seccata “Hey tesoro ma di che diavolo ti lamenti? Almeno tu sei maschio, io sono cresciuta pensando che Dio mi odiasse! Pensaci un attimo: dobbiamo stare a casa ad occuparci di tutto, continuamente coperte integralmente anche con quaranta gradi, non possiamo assolutamente pensare un secondo a noi stesse, no, solo al nostro uomo e poi ci tocca sfornare bambini dopo bambini fino a quando non siamo troppo vecchie e troppo stanche per continuare a farlo...”
“Questo anche secondo noi. O almeno secondo mia madre e le sue amiche che sono pazze estremiste. Non sai quante storie fa a Clari quando d’estate si veste in modo normalissimo, ma mostra un minimo di pelle. Temo che la dottrina sia simile…”
 “Bene, quindi l'unica cosa che il mio Dio e il tuo hanno in comune è la misoginia?” Chiese lei sovrappensiero, e Juan annuì ma poi aggiunse “...però il mio profeta era amico delle prostitute...quindi forse per la mia religione potresti ancora salvarti se ti penti, se sposi una brava persona e decidi di iniziare a sfornare miliardi di ragazzini che dovranno assorbire tutto il tuo tempo...”
Ci fu un attimo di silenzio, poi fissandola negli occhi le gridò “Su avanti: pentiti!”ma lei ridendo gli fece la linguaccia e rispose “No, affatto.”
Le accarezzò i capelli con molta delicatezza, allora perché non aveva capito bene neanche lui cosa le avesse appena detto, ma poi  Mina sfoderò lo sguardo più languido che i suoi enormi occhi blu potessero esibire e sussurrò “non sfornerò tanti figli Juan Jimenez, preparati mentalmente all’idea. Massimo ne avrò uno, e non smetterò di lavorare…” e a lui mancò l’aria.
Pensò solo “non stai davvero dicendo di volere i miei bambini, vero?” ma non ebbe il coraggio di dirlo. Baciandola con molta dolcezza sussurrò “ah vedremo, credo che da qualche parte nelle scritture ci sia scritto che decide il marito…”
“Basta non sposarti, allora. Mi sembra particolarmente semplice” rispose Mina ridendo, e Juan pensò ancora una volta “non puoi essere seria” ma la baciò forte. Non aveva la minima idea di che tipo di rapporto ci fosse tra lui e Mina, ma si era vergognosamente innamorato e ne aveva una paura terribile.
“Semplice? Beh se hai una famiglia normale, sì. Io penso che mia madre morirebbe se avessi figli fuori dal matrimonio” le disse, cercando di sembrare rilassato e sarcastico, ma non lo era affatto e Mina gli sorrise, ma poi chiese confusa “scusa, va bene avere il figlio boss del narcotraffico, va bene avere il figlio in galera, ma per carità se uno non si sposa è un casino?”
“E’ assolutamente così” rispose lui ridendo forte “…ed è per questo che sono sempre stato distante da questo tipo di atteggiamenti…”
“…e va bene, allora accontenteremo la signora Jimenez e non metteremo a repentaglio la verginità di questo suo bambino così delicato…” gli disse con molta dolcezza e Juan rise forte, ma sempre con un colpo al cuore.
“Ma non puoi sposare me…” le disse con immensi occhi languidi e Mina fu scossa da un brivido terribile e per un attimo morì di paura, ma poi lui accarezzandole le labbra sussurrò “…non penso di contare come brava persona. Io e te insieme al massimo possiamo finire in purgatorio, ma se ci impegniamo molto, eh!” lei sorrise e stava per dirgli “Non importa” quando si beccarono un terribile rimprovero.
Quel discorso irrispettoso e irriverente era giunto alle orecchie della persona sbagliata, così Felipa Jimenez raggiunse i due peccatori e li rimproverò amaramente per la loro blasfemia. Juan tornando serio si scusò per aver insultato la sua fede, ma quando sua madre se ne andò fissò Mina e scoppiò a ridere spiegandole che non si beccava un rimprovero così da quindici anni almeno e che era stata solo colpa sua.
Andarono avanti così per tutte e cinque le sere, cercando di non parlare dei loro sentimenti e cercando di rispettare le distanze, ma era ogni giorno più difficile, perché Juan la desiderava talmente tanto da riempire il suo album di disegni di loro due in atteggiamenti molto intimi. E poi l’ultima sera Mina decise di sconvolgere quell’equilibrio. Erano rimasti a chiacchierare per un po’, poi Mina era andata a letto e le erano venute le paranoie. Tremava all’idea di tornare a New York e di lui con Beth, aveva il terrore che lui realizzasse che quello che c’era con Beth fosse più forte della loro stupida relazione e letteralmente non riusciva a stare calma, così andò in cerca di rassicurazioni. Era notte fonda e Mina scese di sotto praticamente nuda, con una leggerissima vestaglia di seta rossa, ma quello che vide la lasciò letteralmente senza fiato: Juan era immerso in una nuvola di fumo, aveva il colletto della camicia un po' sbottonato ed era seduto sulla sedia in un modo assurdo: aveva il tronco appoggiato sul bracciolo destro e le gambe gli scendevano sulla sinistra. Aveva tolto la giacca, e si era alzato le maniche fino al gomito, ma quello che colpì Mina, fu il suo sguardo: attentamente stava disegnando qualcosa, e i lineamenti del suo viso si erano completamente distesi e pareva incredibilmente dolce. Era bello da togliere il fiato così, con i capelli tirati su, la sigaretta tra le labbra, un bicchiere in una mano e la sua amata matita nell'altro. Non sapeva cosa dire, non voleva disturbarlo, ma improvvisamente urtò contro un mobile e attirò la sua attenzione; la sua espressione tornò rigida come sempre, e le disse brusco “che cosa diavolo indossi ragazzina? Vuoi davvero farmi finire male con mio fratello?” lei sorrise con molta dolcezza e gli chiese scusa, ma Juan sbuffò seccato, perché gli parve che non volesse rispettare l’unica regola che le aveva imposto: quella di aspettare.
“…Se giri per casa così, sicuro ti salta addosso e col cavolo che ci puoi ragionare…” aggiunse, fissando il suo corpo attraverso la vestaglia trasparente e lei sussurrò piano “scusa, non ho pensato a Carlos. Stai ascoltando musica?”
Juan era terribilmente seccato, ma se la fece sedere sulle ginocchia e le passò una delle sue auricolari e Mina la prese senza parlare. Quella musica così avvolgente, così lenta le piacque molto ma lui era scocciato e chiunque se ne sarebbe accorto.
“Che cos’è?” chiese Mina piano, con tanta dolcezza da ammansire una tigre, e lui per un po’ si calmò e piano rispose “Miles Davis...ti piace?”
Mina non aveva mai sentito quel nome, ma adorava quel pezzo, in realtà adorava vedere Juan così rilassato. Scosse la testa, e lui ridendo le chiese “Andiamo? Ma sei davvero una bimba ignorante? E questa la conosci?” ma Mina purtroppo non conosceva neanche quella canzone, eppure le piaceva. Scosse nuovamente la testa, e lui ridendo le rispose “Oh ragazzina ma sei davvero ignorante. Questa è Billie Holiday, e adesso stai buona e ascolta questo piccolo capolavoro.”
E la ragazzina aveva appoggiato languidamente la testa sulla sua spalla e aveva deciso di restare lì a guardarlo disegnare in silenzio, con la vestaglia semiaperta, cosa che gli fece tremare il cuore e persino la mano, così si alzò e ricomponendosi le chiese “Ok, piccola asina, vediamo se questo lo conosci, ma ti avverto: ti caccio via se non conosci questa canzone.”
Mina allora spalancò gli occhi, ma per fortuna riconobbe il cantante e disse “Frank Sinatra? Davvero? Tu?”
Juan sorrise, in un modo strano, quasi indifeso e disse “Ognuno ha i suoi gusti... e comunque dipende dai periodi; ci sono giorni in cui ascolto rock e cose simili, e altri in cui mi perdo in certe cose un po' retrò, però questa canzone mi sembra adatta a te stasera”
Allora gli sorrise dolcemente, e lui un po' imbarazzato per la dolcezza che aveva usato, si ricompose e le chiese piano che diavolo volesse “…oltre a farmi saltare le coronarie”ma lei sussurrò piano “voglio te, non è ovvio?” e lui sbuffò, congelandola letteralmente.
  “Scusa, non credo di aver capito…” rispose Mina rigidissima, perché nessuno si era mai permesso di rifiutarla in quel modo così sgarbato, ma Juan stringendosi nelle spalle rispose triste “…devi sempre forzarmi la mano, vero? Non puoi soltanto rispettare i miei sentimenti, giusto? Pensavo che ci capissimo bene, ma magari mi sbagliavo…”
Mina rimase letteralmente di stucco e fece per andarsene, quando lui arrabbiato aggiunse “è così? Se non ottieni quello che vuoi subito, te ne vai e basta come una bambina capricciosa senza dirmi neanche una parola?”
“E tu cosa diavolo vuoi da me, si può sapere?” chiese furiosa, ma Juan strinse le spalle e sussurrò “stanotte solo un bacio, magari. Ma domani saremo già a New York, e le cose saranno già diverse…”
Ed era proprio quello che spaventava a morte Mina, ma non disse nulla si sentì terribilmente stupida e fece per andarsene, quando lui aggiunse confuso “perché stanotte?” e Mina sbuffò forte e basta. Non voleva parlargli dei suoi dubbi, ma quando lui alzò la voce e chiese “perché pensi che scopandomi io ti resterò accanto, no? Perché devi sempre usare il tuo corpo come un’arma per ricattare gli uomini, no? Perché io non posso essere uno che ci tiene tanto da voler stare con te solo dopo aver risolto i suoi problemi, no?” lei si infuriò.
Per un attimo si disse che doveva dirgli la verità, che doveva dirgli che si sentiva insicura, ma Juan era arrabbiato e le aveva praticamente dato della puttana, così Mina ringhiò “…beh devi vedere se quando avrai finito di risolvere tutti i tuoi problemi mi troverai…” spezzandogli il cuore.
Non credeva in quella frase, lo avrebbe aspettato per mesi, ma lui l’aveva offesa e lei era stata stronza e Juan lo capì e cambiò tono.
“Non servono questi giochini con me Mina, te lo dico. Ti garantisco che se avessi avuto dubbi su me e te non avrei neanche mai sfiorato il tuo corpo, che non mi sono avvicinato a te solo perché ti sei presentata nuda nel mio letto. Però se pensi che non valga la pena aspettare, vai pure, però ti chiedo di dirmelo sinceramente” 
 Mina lo fissò con due enormi occhi tristi e sussurrò piano “…ma ho aspettato, ti ho rispettato…”
“Mah Mina, non hai fatto nessuna delle due cose…” le disse piano con tono un po’ divertito e lei scosse solo la testa e gli disse “Buonanotte” ma Juan non voleva lasciarla andare così, perciò afferrò la sua mano per fermarla e con il cuore in gola le sussurrò “aspetterai?” e Mina annuì triste, lasciandolo a chiedersi se avesse fatto la cosa giusta o meno. La amava, ma quel suo modo di fare era terribilmente prepotente, in fondo le aveva chiesto solo di aspettare per cinque giorni, non gli sembrava una cosa così difficile. Era arrabbiato, ma poi gli tornò alla mente lo sguardo di Mina e pensò solo “cazzo!” perché realizzò che lei probabilmente aveva solo bisogno di essere rassicurata e lui le aveva urlato contro e le aveva dato della manipolatrice. “Che stronzo!” si disse, e ci pensò molto, ma poi decise di andare a dirle una cosa. Mina era scoppiata in lacrime nel frattempo, per quel rifiuto così duro e Juan capì subito dai suoi occhi che aveva pianto.
“Ciao piccola…” le sussurrò piano steso accanto allo stipite della sua porta e Mina pensò che fosse incredibilmente bello, ma gli chiese solo cosa volesse e lui sussurrò piano “sono venuto a dirti che se è quello che vuoi davvero, resto qui stanotte”
 Juan la stava fissando con due occhi languidi e innamorati spaventosi e lei non riuscì a non sorridere, ma capì che lo stava forzando e sussurrò “Certo che è quello che voglio, ma non succederà stanotte. Aspetterò che tu ti senta a tuo agio con tutto questo…”e Juan scoppiò. Lo stava finalmente ascoltando e non potè fare a meno di pensare per l’ennesima volta che l’amava, ma Mina aggiunse piano “…volevo solo essere sicura che tu lo volessi. Insomma, che non mi dicessi di no perché hai dubbi…”   
 “Nessun dubbio, Mì” le disse piano e lei gli saltò letteralmente al collo, ma quando lui sussurrò “giuro che farò ogni cosa per stare con te domani notte. Hai capito?” il cuore di Mina esplose.
Andarono entrambi a dormire certi dei loro sentimenti, ma ignorando totalmente che qualche ora dopo la loro situazione sarebbe completamente cambiata, perché qualcuno aveva visto per caso delle foto della loro serata al club ed era fermamente deciso a separarli.

Nota:
Allora spero che non abbiate trovato Juan e Mina troppo cinici, ma dovevo "regalarvi" un pezzo dei loro discorsi. Vi chiederei che ne pensate del finale, di lui che cede e le offre di stare insieme e soprattutto della persona che li separerà. Chi sarà mai? Fatemi sapere
   
 
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