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Autore: OrderMade96    28/04/2020    0 recensioni
Crowley è il maestro delle tentazioni.
Ha collezionato una lunga lista di tentazioni durante la sua longeva vita da essere occulto.
Ma tre tentazioni gli sono particolarmente a cuore.
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla “The Writing Week” a cura di Fanwriter.it!
★ Tema: Good Omens
★ Prompt/Traccia:  Day2 - "Bacco, tabacco e venere..."



BACCO, TABACCO E VENERE...
 

Crowley era il maestro dei tentatori.

Come serpente dell’Eden, che aveva tentato Eva, la prima donna, a mordere la mela dell’albero proibito nel giardino creato da Dio in persona, si era guadagnato il primato in questa categoria. 

Nessun demone sulla faccia della terra o all’inferno avrebbe potuto sperare di spodestarlo dal podio. Qualsiasi impresa demoniaca sarebbe sembrata infinitesimale rispetto al peccato originale

Comprese le sue.

Motivo per il quale Crowley doveva sempre trovare qualcosa di originale e malvagio, ogni qualvolta fosse costretto a fare rapporto alle basse sfere. O almeno doveva provarci per riuscire mantenere il suo status. 

Ma le tentazioni e i peccati che ti facevano guadagnare encomi non piovevano dal cielo. 

Così, iniziò a collezionare una lunga serie di bugie, attribuendosi il merito delle malefatte che gli umani riuscivano anche da soli a compiere. 

Al demone sarebbe piaciuto che i suoi capi lo avessero elogiato per le sue idee diaboliche, ma aveva probabilmente una visione troppo avanguardistica sul significato di tentazione per i gusti dei suoi superiori. 

Alcune delle malefatte che gli vennero attribuite non lo resero certo fiero di se stesso se doveva essere onesto, anzi gli facevano proprio storcere il naso al pensiero. 

Ma nella vita bisognava scendere a compromessi con se stessi.

Di tutte le tentazioni che Crowley aveva compiuto nella sua lunga esistenza da essere occulto, quelle di cui andava più fiero riguardavano tutte un certo angelo. 

Di nessuna di queste tentazioni il demone si era preso merito con l’Inferno. Preferiva tenere gelosamente per se stesso queste vittorie, crogiolandosi nella appagante sensazione di aver tentato un angelo. O nella peccaminosa estasi che si irradiava dall’angelo stesso quando si concedeva di assecondare uno dei suoi desideri. 

Tentare Aziraphale non era un compito del tutto facile, seppur l’essere etereo fosse già incline a cedere ad alcuni piaceri terreni. 

Tre occasioni in particolare erano particolarmente care al demone. 

La più antica, risaliva a poco dopo il Diluvio Universale.

Gli esseri umani, piccole menti intelligenti, avevano trovato un modo per trasformare l’uva in un nuovo affascinante prodotto. Il vino. 

Crowley ne era subito diventato un grande fan. 

Deliziato dagli effetti conseguenti l’assunzione di alcool, il demone decise di condividere quell’affascinante scoperta con l’angelo. 

Lo fece più per noia e curiosità, che per il vero intento di tentare.

“Angelo, dovresti provare questo.” Aveva detto semplicemente in un’occasione, allungando verso di lui un otre ricolmo di vino. 

“Che cos’è?” Chiese sospettoso l’angelo, accogliendo però l’offerta tra le mani.

“Solo la nuova brillante invenzione degli umani.” 

Aziraphale stappò l’otre e ne annusò il contenuto. 

“Vino. Ne ho sentito parlare. I miei superiori non sanno ancora come esprimersi al riguardo.” 

Crowley sollevò un sopracciglio, fiutando la ghiotta opportunità, sporgendosi nello spazio personale dell’angelo con un sorriso malizioso. 

“Dovresti provarlo, così da poter dare il tuo onesto parere la prossima volta che farai rapporto alle alte sfere.” 

“Ho sentito le storie che circolano sugli effetti collaterali della sua assunzione, Crawley.” 

Lo ammonì Aziraphale, fiutando un possibile inganno.

“Quindi saprai che per lo più sono conseguenze passeggere. Inoltre, non sempre l’assunzione ha risvolti negativi. A volte rende anche molto sereni e regala una piacevole sensazione di euforia. E’ molto popolare nelle feste e celebrazioni.” L’angelo sembrò per un momento rassicurato. “Io l’ho provato più volte e, come puoi ben vedere, non ho subito conseguenze permanenti.” Il demone fece un gesto con la mano verso la sua intera figura, dimostrando il suo punto. 

Sebbene l’uso prolungato, quotidiano o eccessivo potrebbe essere deleterio per l’uomo.  Si astenne dal menzionare il serpente. 

“Quanto bisogna assumerne per… sai, sentirne gli effetti?” 

“Per noi è un po’ più difficile ubriacarsi. Le nostre corporazioni sono resistenti e la quantità di alcool che il nostro corpo riesce a sopportare è discretamente maggiore.” 

“Oh.” Il dubbio tornò a insinuarsi sul volto del principato.

“Se ti rende più tranquillo, possiamo condividere l’esperienza.” Spinse il demone, togliendogli dalle mani l’otre per dare una lunga sorsata. “Non sei curioso del sapore?” 

Crowley sapeva di avere la vittoria in tasca nel momento in cui avrebbe fatto leva su quel tasto.

“...Forse.” Ammise in imbarazzo l’altro, spostando lo sguardo tra il demone e l’otre che aveva in mano. 

Alla fine, una decisione sembrò farsi strada nei suoi occhi chiari e l’angelo afferrò l’otre, lasciandosi andare a un piccolo e coraggioso assaggio. 

“E’ buono.” 

“Hmh.” Concordò il demone con un suono.

Un otre vuoto e tre schiocchi di dita dopo per riempirlo magicamente, Crowley poteva godere delle conseguenze della sua tentazione. 

Aziraphale ubriaco era un’esperienza interessante. 

La pelle diafana del viso era spolverata di rossore, i suoi brillanti occhi erano languidi e la bocca morbida era contorta in un broncio che qualcuno avrebbe potuto definire adorabile. 

Non lui. Lui era un demone, trovava adorabile il caos, la disperazione e il terrore.

Certamente non il broncio ubriaco dell’angelo. O l’angelo in ogni caso.

In seguito, il paradiso giunse a una decisione sul consumo dell’alcool. 

Non era sbagliato in sé il consumo, ma era tutto un altro paio di maniche per quanto riguardava le azioni compiute sotto l’influenza di esso. 

La seconda tentazione di cui Crowley andava fiero, risaliva ad un loro fugace incontro in Cina.

“Consumare alcool è un discorso, mio caro. Fumare stupefacenti un altro.”

“Andiamo angelo. Guarda come sono rilassati tutti.”

I due esseri soprannaturali stavano partecipando ad una festa indetta da qualche influente funzionario di corte, di cui nessuno dei due al momento ricordava il nome.

Gran parte degli invitati era distesa su soffici cuscini decorati, abbandonandosi al piacere della droga.

“Crowley, sono qui per lavorare.” 

“Anch’io. Ma entrambi non abbiamo ancora avuto idee su come portare a termine il nostro incarico.” Fece notare, sollevando una lunga pipa alle labbra.

Lasciò riempire i polmoni e poi dischiuse le labbra in un lungo sbuffo di fumo, sorridendo. 

“Sai che l’oppio viene usato anche in medicina?” 

“Ne sono consapevole, mio caro ragazzo.” Sbuffò Aziraphale, accettando da un’ancella quella che sembrava una fetta di un qualche genere di dolce tradizionale. 

L’angelo la addentò con gusto, sospirando compiaciuto.

“E sai anche che l’oppio è un ingrediente per alcuni dolci tradizionali della regione?” Sogghignò serpentino il demone, osservando con divertimento le sopracciglia del principato sollevarsi per lo shock. 

Entro sera, il demone riuscì a convincere l’angelo a provare a fumare.

La sua reazione all’oppio fu molto diversa rispetto a quella all’alcool.

Man mano che la droga iniziava a fare effetto, l’angelo sorrideva sempre più rilassato, sprofondando nei cuscini per infine scivolare lentamente in uno stato di comatosa beatitudine. 

Crowley sapeva che l’angelo non dormiva, ma si chiese se l’aspetto che avesse al momento fosse simile a quello che avrebbe assunto durante un ristoratore sonnellino. 

Successivamente portarono a termine i loro incarichi grazie a un conveniente compromesso.

Aziraphale avrebbe convinto il sovrano del regno ad investire sulla coltivazione dell’oppio, portando così prosperità alla sua dinastia e Crowley si sarebbe preso il merito di tutti i risvolti negativi di quella decisione. 

Il risultato soddisfò ambe le loro parti. 

La tentazione di cui però Crowley andava più fiero, era alquanto recente. 

Durante i primi anni dell’età vittoriana, venne incaricato dai suoi superiori di tentare qualche influente signore inglese a commettere adulterio. 

Probabilmente all’inferno si stavano annoiando e volevano collezionare anime facili mettendo zizzania tra famiglie influenti, scatenando una reazione a catena che avrebbe magari portato a un incidente politico. Chi poteva dirlo.

Crowley non sfoggiava la sua apparenza femminile da diverso tempo e fu ben lieto di utilizzarla per agevolarsi nel compito. 

Tra le altre cose, molti uomini sembravano già ben propensi al peccato, trasudando desiderio dalla testa ai piedi anche solo quando una donna entrava nella stanza. Bastava sfoggiare un vestito appena più provocante o un sorriso malizioso e potevi vederli già strisciare sbavanti ai tuoi piedi.

L’incarico si rivelò così abbastanza noioso per i suoi gusti, ma continuò a collezionare piccoli peccati come gli era stato chiesto. 

“Crowley!” 

Il demone sobbalzò alla voce, voltandosi verso il raggiante angelo che gli veniva incontro. 

“Aziraphale. Che piacere vederti qui.” Rispose affabile, allungando la mano in un gesto automatico.

“Il piacere è reciproco…” Iniziò l’angelo, fermandosi per lasciar correre un lungo sguardo attento lungo tutta la sua figura. “...mia cara.” Concluse con un sorriso affettuoso, posando delicatamente le labbra sulla mano che l’altro gli aveva offerto.

Il demone arrossì furiosamente, spostandosi a disagio sui suoi piedi. 

Erano passati millenni dal loro incontro sul muro del giardino e ormai aveva realizzato di provare qualcosa di più della semplice amicizia per l’angelo. A volte sembrava sospettare che anche l’angelo provasse qualcosa di simile in cambio. Ma nessuno dei due sembrava abbastanza coraggioso da affrontare concretamente l’argomento.

“Cosa ti porta qui?” Chiese il principato, sembrando estremamente propenso a fare conversazione. 

“Mhm, solite cose. Qualche tentazione semplice.” Fece spallucce il serpente, inclinando il capo verso un gruppetto di uomini che parlava all’altro capo del salone della grande casa nobiliare. 

L’angelo seguì il suo sguardo, aggrottando la fronte.

“Mia cara, quelli sono tutti uomini sposati.” 

A Crowley non sfuggì l’accusa nella sua voce. 

“Lo so, Aziraphale.” Sbuffò, incrociando le lunghe ed esili braccia al petto. “Tentare uomini sposati non sarà l’incarico più entusiasmante nella lista delle mie tentazioni, ma si tratta di lavoro.” 

“Preferisco vederti coinvolto in un altro genere di tentazioni.” Borbottò a mezza bocca il biondo principato.

“Oh?” 

“Non so...” Aziraphale fece una pausa per tormentarsi le mani. “Ecco, l’idea di te con quegli uomini… non sembra giusta nella mia testa.”

Crowley non poteva credere alle sue orecchie.

“Angelo, sei geloso?” 

“No!” Esclamò con enfasi il principato, arrossendo selvaggiamente. 

Alcune ragazze risero, parlottando tra di loro, lanciando occhiate curiose nella loro direzione. Qualche uomo storse il naso verso di loro. 

Crowley folgorò con lo sguardo un uomo che osò prendersi gioco del suo angelo con un amico. Con uno schiocco di dita, il cameriere che gli era accanto versò il contenuto del suo vassoio su di lui, spargendo un esercito di tartine sulla sua giacca. 

I due esseri soprannaturali decisero di spostarsi in un luogo più appartato, uscendo nel giardino sul retro. 

Era quasi sera e l’aria di fine settembre iniziava ad essere particolarmente pungente, ma nessuno dei due sembrò prestarci caso. 

Aziraphale gli offrì il braccio in una muta offerta di passeggiare. 

Rimasero in silenzio per diversi minuti, camminando tra alte siepi e cespugli di fiori, finchè il demone non fu quasi sicuro di poter sentire i pensieri dell’angelo fare rumore mentre gli rimbalzavano nella testa.

“Sai…” Aveva sussurrato, premendosi appena contro il suo fianco. “Puoi convincermi a non tentare nessuno stanotte, se vuoi.” 

Quella non era nata come una tentazione. Il suo scopo era giusto quello di tirare fuori dai suoi pensieri l’angelo.

Non si aspettava di venir catturato in un bacio.

Riuscì a riscuotersi solo quando le calde labbra del principato si allontanarono dalle sue, lasciandogli emettere il sospiro che gli si era bloccato nel petto.

“Per favore…” Due grandi pozzi azzurri lo guardarono imploranti.

Il demone si sentì ridurre in cenere dalla disperazione nascosta nella richiesta. 

Deglutì pesantemente, annuendo.

“Solo per stasera.” Concesse. 

Aziraphale sembrò illuminarsi e sorrise, prima di baciarlo nuovamente con appena un tocco casto di labbra. 

Oggi, molti anni dopo e un’Apocalisse sventata, Crowley non aveva più bisogno di tentare l’angelo nei piaceri della vita. 

“Caro, non dovresti fumare a letto.” Lo rimproverò il principato con voce impastata, lasciando vagare la mani lungo l’esile corpo del demone nella foschia postcoitale. 

“E’ elettronica, angelo. Nessun rischio di dar fuoco a nulla.” Sentenziò il serpente, godendosi le carezze e le piccole scintille che lo attraversavano ancora ogni volta che le mani raggiungevano i suoi seni, giocando con i capezzoli sensibili. “Vuoi provare?” 

L’angelo allungò la bocca verso la piccola stecca di plastica che gli veniva offerta. 

Aspirò profondamente, trattenendo il fumo nella bocca mentre lanciava uno sguardo allusivo verso il demone stretto tra le sue braccia. 

Si sporse su di lui, premendo la bocca contro la sua, lasciando che il fumo si trasferisse tra le loro bocche mentre lo coinvolgeva in un bacio sporco.

Crowley gli leccò le labbra, assaporando un appena percettibile sapore residuo del vino che avevano consumato a cena e che li aveva poi condotti inesorabilmente nel loro letto. 

“Hmh… tentatore. Questo dove l’hai imparato?” Crowley sospirò gongolante, affondando con il viso nel petto dell’amante. 

Il principato sorrise, strusciando il naso tra i suoi lunghi capelli arruffati. 

“Ho avuto un buon maestro.” 


NOTE DELL'AUTRICE:
Essere riuscita a rispettare due giorni di fila penso sia un  miracolo xD Eccomi con il secondo giorno, in un tema su uno dei miei "modi di dire" preferiti. 
Bacco, tabacco e Venere... riducono l'uomo in cenere. 
Ho cercato di svolgerla affrontanzo i tre vizi separatamente per poi unirli in una conclusione in cui, forse Aziraphale o forse Crowley, ne sono vittime. Spero si sia inteso quello che ho cercato di fare. 
Forse mi è sfuggito un po' di fluff, scusate (?)


 

 

 
   
 
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