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Autore: iriss_    28/04/2020    1 recensioni
AU: il colore della persona che ami lascia del colore sulla pelle
Post split up
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Jamia Nestor, Lindsey Ann Ballato | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I DON'T LOVE YOU

Gerard aprì gli occhi, allungò il braccio per stiracchiarsi e non sentì nulla; ultimamente Lindsey dormiva raramente in quel letto, per non dire mai.

Si alzò per aprire la finestra e stropicciò gli occhi scuri nella speranza di farli abituare alla luce improvvisa più velocemente.

Si guardò allo specchio: la sua pelle più pallida del solito era rimasta senza colori, pure le ultime macchie gialle di Lindsey aveva deciso di sparire completamente.

Si ricordò di quel blu profondo che una volta gli cospargeva il corpo e si morse il labbro per evitare che i suoi pensieri vagassero ancora più indietro nel tempo; bloccare tutto prima ancora che cominciasse era il suo meccanismo di difesa preferito dopo il nascondersi, anche se era difficile scappare in un mondo dove l’amore tinge ogni corpo.
Il suo rosso non era mai finito su tante persone, non era il tipo da una notte e via, era sempre stato solito cercare rifugio nell’alcol piuttosto che nel sesso.

Decise di scendere in cucina per fare colazione più che altro per evitare di pensare ancora a quelle mani, quegli occhi chiari, quelle labbra…
Lindsey non era in casa, nemmeno Bandit.

Sempre più spesso se ne andavano per ore, anche giorni, ma Gerard non poteva biasimarle: era colpa sua se tutto stava cadendo a pezzi.

Il divorzio era ormai alle porte, eppure lui e la donna che si ostinava ancora a chiamare moglie continuavano a posticipare la vera decisione, si rifiutavano di parlarne, così la soluzione temporanea era vivere senza nemmeno guardarsi.

Era una di quelle mattine dove il whisky sembrava perfetto per iniziare la giornata.
Quante cose doveva ancora rompere? Si chiese.

Al rosso sembrava di distruggere ogni cosa che toccava piuttosto di colorarla: la sua fragile stabilità mentale, il suo matrimonio, la sua band… Frank.

Si erano amati e distrutti a vicenda, si erano lasciati andare e dimenticati, anche se l’ultimo punto non sembrava del tutto superato in quel momento.

Beveva forse per dimenticarlo una volta per tutte, forse perché aveva avuto successo grazie al suo nuovo progetto musicale, forse perché era felice anche senza di lui, forse perché sarebbe stato a due passi da casa per un concerto del tour.

Quella solitudine era soffocante e nemmeno l’alcol sarebbe riuscito a tirarlo fuori da quella situazione.

Prese il telefono e compose quel numero, forse in un momento di follia, forse perché non voleva ubriacarsi di nuovo da solo, forse perché voleva risentire quella voce dopo tanto tempo.

Il telefono squillava, ma nessuno rispondeva e Gerard si sentì così stupido, così ingenuo.



“ Pronto? “ rispose finalmente Frank.

“ P-pronto? “ A Gerard mancò il fiato per un attimo.

“ Gee, sei tu? Come stai? “ 
Il moro non sembrava turbato dalla chiamata, né infastidito.

“ B-bene… ti disturbo? “



Gerard volle prendersi a schiaffi; erano le cinque del mattino, ovvio che lo stava disturbando, anzi, probabilmente l’aveva pure svegliato.



“ Sai, volevo chiamarti visto che sono qua con il tour, ma non sapevo come l’avresti presa. “ confessò il più giovane.

“ Ti va di vederci? “ chiese Gerard, stringendo con troppa forza il telefono per via dell’ansia.
“ Non credo sia una buona idea… “ rispose Frank in un sussurro.

Nessuno disse più niente, rimasero in silenzio ad ascoltare i respiri dell’altro, segretamente sperando di poterli sentire realmente e non attraverso un cellulare.

“ Disegni ancora? “ chiese Frank.

Questa domanda lasciò Gerard senza parole; il moro sembrava genuinamente interessato in ciò che era la sua passione più grande dopo la musica.
La realtà era che non toccava matite da tanto tempo, come i colori avevano lasciato il suo corpo, la creatività aveva lasciato la sua mente.

“ Beh se l’offerta è ancora valida… possiamo uscire per una birra stasera. “ aggiunse Frank nervoso.

Era la prima volta durante quella telefonata che Gerard lo sentì cambiare tono.
Deglutì rumorosamente e sentì una strana sensazione.

“ C-certo. “


---


Gerard ordinò la prima birra; si era promesso più volte che non avrebbe bevuto, poi era passato a permettersi un solo bicchiere, ma sapeva che avrebbe infranto anche quella promessa, in fondo era quello che gli riusciva meglio.
Frank si sedette accanto a lui senza nemmeno dire una parola: ce ne sarebbero state fin troppe o forse non sapeva cosa dire dopo ben due anni.
Dai loro sguardi si poteva credere che amarsi troppo portasse all’autodistruzione.

“ Perché hai cambiato idea? “ chiese il rosso riguardo il loro incontro.
“ Forse per la stessa ragione per cui tu hai chiamato. “ rispose Frank, guardandosi le scarpe.

Gerard sospirò e prese un altro grande sorso di birra, se non altro mentre beveva non poteva dire cose stupide o di cui si sarebbe pentito più tardi.
La verità era che tutte quelle emozioni che gli scoppiavano dentro era meglio tenerle per sè, per evitare imbarazzo, delusioni, rimorsi.

“ Perché mi hai chiamato, Gerard? “

Il rosso sussultò nel sentire il suo nome.
Guardò Frank dritto negli occhi e non lo trovò cambiato per niente: era sempre lo stesso ragazzo dall’aria misteriosa e allo stesso tempo tormentata.
I ricordi riaffioravano sempre più velocemente e dolorosamente, non si potevano cancellare.
Tutti quei baci, parole rubate, sguardi lanciati di nascosto: non ne avevano mai abbastanza.
Le liti, le urla, il distacco: quelli arrivarono dopo, violenti come un uragano.
Erano troppo.
Quel troppo amore li aveva distrutti: erano stati come due meteore in rotta di collisione e destinati ad esplodere.

“ Forse avevi ragione... non è stata una grandissima idea questa. “ commentò Gerard amaramente.

Si alzò dalla sedia con la birra ancora in mano, ma la verità era che non sapeva se quella fosse la scelta giusta.
Doveva mettere un punto, dichiarare una fine che per tutto quel tempo non era stato capace di porre.
Per quanto tempo ancora doveva ferire le persone che gli erano state vicino?

“ Ti ricordi di quando mi hai baciato durante un concerto? “ chiese Frank nascondendo un sorriso.
“ Quale dei tanti? “ ridacchiò Gerard con una punta di amarezza.
“ Quando mi hai preso per i capelli e mi hai baciato come non avevi mai fatto, neanche da soli. È stato un attimo... Ho mollato la chitarra e ti ho stretto a me, solo per un attimo, poi sono corso via per evitare che tutti lo vedessero. Nessuno doveva vedere il tuo rosso su di me. “



Frank se lo ricordava perfettamente: era durato un attimo, ma quel rosso che si era imposto a detestare negli ultimi tempi gli aveva già coperto labbra e braccia e nessuno doveva vederlo.
Corse via, provando vergogna nel dover nascondere ciò che provava.
Ricordò l’acqua ghiacciata sul volto sudato, l’amarezza del doversi nascondere, la foga di quei tre secondi in cui si era dimenticato perfino della sua chitarra.
Gerard ripensò a come era finita la serata dopo quel concerto: una tempesta rossa e blu.
Il suo alcolismo aveva incontrato il problema con le droghe di Frank; si erano sempre curati a vicenda in qualche modo, ma era tutto così sbagliato.
Era come andare in sovraccarico e alla fine uno dei due doveva pur esplodere.
Quello a cedere per primo fu proprio Gerard.
Era il 2013 quando quella lettera venne postata su Twitter: la fine dei My Chemical Romance, lo sgretolarsi sempre più veloce del suo rapporto con Frank.
Una notte Gerard tentò il suicidio: era tutto troppo.
Doveva smetterla di vivere con le sue ansie, paure e problemi chiusi dentro di sè: doveva disintossicarsi.
Doveva allontanarsi dagli eccessi ed uno di quelli era Frank Iero: era colpa sua, maledettamente sua, se tutto era andato a puttane e ancora doveva capire perché il moro non lo odiasse dal profondo delle viscere.

“ Ci ho provato Gee ad andare avanti, davvero. È stata dura, Jamia mi ha aiutato molto. “ continuò il moro dopo tutto quel silenzio.
“ Sono felice per te. “ replicò Gerard con una punta di amarezza.

Frank si morse il labbro per evitare di dire quelle parole, di ammettere di essere sempre stato debole e di esserlo tuttora.
Scosse la testa: troppi pensieri gli stavano offuscando la vista o forse era solo l’effetto dell’alcol.

“ Ho detto di amarla così tante volte che ormai ha perso significato. È come dare ad un pezzo di vetro lo stesso valore di un diamante... è falso, è sbagliato. Il suo verde ha coperto piano piano e a fatica le tue tracce, ma... “

Frank is bloccò e tirò su col naso, ma non stava piangendo.
Si tolse la giacca di pelle e Gerard lo vide: il suo rosso.

“ Non va via Gerard. Ci ho provato, ma è inutile. “ Frank aveva un tono quasi disperato.

Il rosso sapeva benissimo che macchia fosse quella sul braccio dell’amico e quel ricordo lo colpì così forte da fargli mancare il fiato.
L’ultima notte, l’ultima carezza prima di dirgli addio per poter trovare una strada verso un futuro che gli sembrava più sano, più equilibrato.
Il suo cuore batteva all’impazzata, sembrava volesse uscirgli dal petto.
Cercò di chiudere ancora una volta quei ricordi e quelle emozioni dentro di sè, ma tutto voleva riemergere in una volta sola con la forza di un tornado, pronto a scombussolargli la vita per l’ennesima volta.

“ Lindsey come sta? “ chiese Frank.

Gerard bevve un sorso di birra per inumidirsi la gola ormai secca.
Come avrebbe dovuto rispondere?
Frank pensò a tutte quelle macchie gialle che Lindsey aveva lasciato sul rosso nel corso degli anni e gli si formò un nodo in gola.
Quel giallo che molto probabilmente senza problemi aveva ricoperto e ricopriva tuttora il suo blu sulla schiena, i fianchi, il collo e le labbra dell’uomo che aveva amato così tanto.

“ Stiamo per divorziare. “ rispose Gerard mentre fissava il vuoto davanti a sé.
“ Oh... m-mi dispiace. “
“ È colpa mia, come sempre. “

Il rosso si era ormai riseduto e aveva ordinato l’ennesima birra; non sapeva esattamente per cosa sentiva il bisogno di bere, se per l’assenza di Lindsey, per la presenza di Frank o semplicemente perché stava distruggendo tutto di nuovo.
Sentì gli ultimi pezzi di tutto ciò che aveva costruito in quegli anni sgretolarsi una volta per tutte.

“ Mi dispiace per come ho abbandonato tutto… per come ho distrutto tutto quanto. “ disse con un filo di voce.
“ Non hai colpe, o almeno non interamente tue. Era giusto così, dovevamo rimetterci in piedi altrimenti saremmo finiti morti circondati da pasticche o in prigione. Sono felice di ciò che siamo stati, Gee, come sono felice ora con la mia nuova band e Jamia. Tu sei andato avanti con Lindsey e ora meriti di poter superare anche lei e trovare qualcuno che ti ami; devi lasciarti andare ed innamorarti di nuovo. “
“ Grazie. Meriti davvero qualcuno migliore di me, meriti di poter amare Jamia senza guardare indietro. Meriti di non soffrire come è successo con me. “

Gerard sentiva arrivare la fine forzata di quello che era stato il loro passato; un altro punto da mettere all’ennesima storia finita male.
Doveva davvero andare così?
Forse doveva smetterla di pensare e per una volta cercare di mettere apposto quello che aveva davanti: un matrimonio sull’orlo del fallimento.
Forse doveva rimboccarsi le maniche e rimettere in piedi la relazione con Lindsey.
Ripensò all’ultima volta che aveva visto il colore di sua moglie impresso sulla sua pelle; a lui quel giallo non era mai piaciuto per davvero.

“ Gerard, ci siamo amati, ma è stato anni fa e possiamo voltare pagina, dopo aver messo apposto tutto il casino che avevamo lasciato in sospeso. Ora sono innamorato di Jamia e tu troverai qualcuno che riesca a coprire il colore di Lindsey, qualcuno da amare. “
“ Frank… no-non può andare c-così. I-io non voglio… “

Gerard sentì un peso nel petto schiacciarlo e togliergli il respiro.
Dalla sua bocca uscì un respiro spezzato: se vuoi bene a qualcuno devi lasciarlo andare, giusto?
Dopo tutto il male che già gli aveva causato, non poteva permettersi di lasciar soffrire Frank ancora, doveva lasciarlo andare e permettergli di vivere il suo nuovo inizio.
Finì l’ultima birra e si alzò dalla sedia: era tempo di andare.

“ Gee, niente rancore o rimorsi. Come ti ho detto prima, sono felice di ciò che siamo stati e tutto questo ha creato due persone migliori: adoro come siamo diventati. Eravamo vicini all’autodistruzione, ma ora guardaci! Ad un bar a chiacchierare dopo tanto tempo e senza nemmeno un graffio. “ Frank sorrise.

A Gerard sembrò quasi che la stanza si illuminasse di blu e per una frazione di secondo si dimenticò di ogni cosa, per poi tornare alla realtà quando anche il moro si alzò dalla sedia.
Osservò fugacemente per un’ultima volta il suo rosso brillare sul braccio di Frank prima che si mettesse la giacca e sentì qualcosa smuoversi nello stomaco.
Gli sembrava strano parlare di graffi, visto che lui aveva causato così tanti danni, ma si sentiva così ferito nel profondo e solo.
Camminarono lentamente uno affianco all’altro verso l’uscita ed una volta esposti al freddo della notte si guardarono negli occhi, si cercarono disperatamente.
Non dissero niente, si abbracciarono e basta; davvero il passato poteva mettersi apposto con due scuse dette con credibilità ed un abbraccio fuori da un bar?
Si ricordarono di tutto: dei concerti, della musica a palla, dei lunghi viaggi, dei baci, dell’amore, dell’alcol, della droga, dell’odio.
Gerard si ricordò del blu, che gli faceva pensare all’oceano, alla sua profondità, al sorriso di Frank.
Il moro invece si ricordò del rosso brillante, quello dei petali dei fiori, dei capelli di Gerard.
Si ricordarono di come si mescolavano alla perfezione: pelle contro pelle, sporcati di quei colori che in realtà non li avevano mai fatti sentire così bene.

Quando si staccarono si riguardarono nuovamente negli occhi; se quegli sguardi avessero potuto parlare…

“ E’ stato bello Frank. “ disse Gerard sorridendo con una punta di trsistezza.
“ Già… ci rivediamo. “ rispose il più giovane.

Prima di prendere definitivamente due strade diverse si sfiorarono le dita, un po’ come facevano durante tutte quelle interviste per farlo sembrare un gesto casuale, per non dare troppo nell’occhio.
Blu e rosso brillarono nel buio della notte; un amore così grande non poteva sgretolarsi con una fine imposta dopo un percorso così burrascoso, ma ancora lungo e aperto.
Gerard vide le dita dell’amico piene di tagli per via della chitarra colorarsi sempre più di rosso e non potee più nascondersi.
A Frank batteva il cuore all’impazzata; il suo blu si stava spargendo per tutto il braccio di Gerard.
Si guardarono senza dire niente, con gli occhi lucidi, il battito a mille e le dita tremanti.

Si erano amati, si amavano ancora.





ANGOLO AUTRICE

Buonasera a tutti!
Prima di tutto vi ringrazio se siete arrivati a leggere fino a qui; questa OS è stata un po' un parto da scrivere hahaha.
Poi aggiungo...
si tratta in realtà di un repost, visto che avevo pubblicato questa OS nel luglio 2018, perciò rieccola nel mio nuovo profilo.

Detto ciò, vi ringrazio nuovamente per aver letto questo mio piccolo lavoro ^^
Ogni vostro commento è ben accetto, soprattutto le critiche (se costruttive!); mi fareste molto piacere ecco haha

Infine, a chi possa piacere Percy Jackson,  dico che ho in corso una long interattiva con le iscrizioni aperte ; )

Baci <3

 
   
 
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