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Autore: Gatto1967    29/04/2020    3 recensioni
“Revenge” è una nota serie tv di qualche anno fa, in cui una giovane donna che da bambina aveva avuto la vita sconvolta a causa degli intrighi di una ricca e potente famiglia, torna ai suoi luoghi di origine (gli Hampton di NewYork) per mettere in atto una terribile vendetta.
Uhm… ma questo che c’entra con Candy?
Candy non è tipo da vendette, o forse sì?
In questa storia decisamente OOC, una Candy indurita da esperienze di vita che sono andate diversamente dalla serie originale, arriva alla villa dei Legan decisa a vendicarsi della ricca famiglia che le ha sconvolto l’esistenza.
Ci riuscirà? Sarà davvero capace di mettere in atto la sua vendetta?
p.s. ATTENZIONE!!! Questa NON è una storia sentimentale, bensì una storia che predilige il filone avventuroso/drammatico della saga Candyana.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Candy era in piedi davanti al fiume. I pugni stretti fino a farseli dolere, le lacrime che sgorgavano copiose dagli occhi, l’ennesima umiliazione appena subita dai perfidi Legan le bruciava dentro.

-Non voglio più stare in questa casa! Voglio tornare alla casa di Pony!-

La barca ormeggiata sul pontile davanti a lei attirò la sua attenzione.

-Con questa potrei discendere il fiume e…-

Già, e che cosa? Non poteva sapere dove portasse quel fiume, e poi… non c’erano remi in quella barca, come avrebbe potuto controllarla?-

Quando si fu calmata si rigirò su se stessa e tornò verso la stalla dei Legan.

 

Candy alias Amanda, uscì dalla stanza degli ospiti e si diresse verso la scala che portava al piano inferiore.

-Buongiorno signorina!- la salutò la piccola Emily 

-Buongiorno Emily!- con quella bambina Candy riusciva a dismettere la sua maschera e a tornare quella di un tempo.

-I signori la attendono nella sala pranzo per la colazione.-

-Grazie piccola, stavo giusto andando da loro. Non disturbarti a sistemare la mia stanza, ho già provveduto io.-

-Ma signorina, quello è il mio lavoro. Se la signora Legan lo sapesse…-

-E tu non dirglielo!- le rispose Candy strizzando l’occhio alla piccola cameriera.

Fossero tutti così gli ospiti dei Legan, pensò la piccola Emily, che tuttavia entrò lo stesso nella stanza degli ospiti.

-Caspita, qui è ancora più pulito e ordinato di come ho lasciato io ieri.-

-Emily!- la sgradevole voce della padrona di casa la fece sobbalzare.

-Sì signora Legan.-

-Cosa aspetti a sistemare la stanza degli ospiti?-

-Ehm… l’ho appena fatto signora.-

Sara Legan si affacciò nella stanza e constatò che era tutto in ordine.

-Bene piccola, mi compiaccio. Adesso raggiungi le tue colleghe.-

-Vado signora!-

 

-Candy adesso basta! Tu non resterai un minuto di più in questa casa! Fra pochi giorni un nostro uomo verrà dal Messico e tu partirai con lui!-

La voce della signora Legan non era mai stata gradevole quando si rivolgeva a lei, ma quella volta le suonò particolarmente aspra.

Quei due maledetti rampolli avevano avuto partita vinta: Candy era stata ingiustamente accusata di furto e doveva lasciare per sempre Lakewood!

-Non andrò in Messico.- aveva detto a Dorothy -Andrò da qualche altra parte.-

-No Candy, non puoi farlo!- le aveva risposto la sua amica -Se scappi via cominceranno a circolare brutte voci sui bambini della casa di Pony e nessuno vorrà più adottarne uno.-

Così Candy si era sacrificata ed era partita per il Messico insieme al rude signor Garcia.

 

Candy stava in piedi davanti alle stalle dei Legan, a poca distanza dal cancello d’ingresso. La sua espressione impassibile mal celava la rabbia che le covava dentro.

-Qualcosa non va signorina Engalls?-

La voce di Iriza Legan la distolse dai suoi dolorosi ricordi, e si voltò. Di fianco a lei c’erano i due fratelli serpenti, i due perfidi Legan che tanti problemi le avevano causato.

-Oh no signorina, stavo semplicemente guardando le vostre stalle, sa io sono un’appassionata di cavalli.-

-Neal, perché non accompagni la nostra gradita ospite a fare una cavalcata nei dintorni?-

Neal fu spiazzato dall’iniziativa di sua sorella.

-Oh certo! Ne sarei onorata signor Legan!- cinguettò Candy rivolta a quel ragazzo per cui non nutriva certo i migliori sentimenti.

-Ehm… sì certamente signorina… venga, la accompagno dalle nostre cameriere che le forniranno i vestiti più adatti per cavalcare…-

-La signorina Engalls avrà più o meno la mia stessa taglia, falle dare quelli che di solito utilizzo io.-

-La ringrazio signorina Iriza, la sua cortesia mi onora.-

-Prego signorina mi segua…-

-La prego Neal, mi chiami pure C… Amanda!-

-C-c-certamente Amanda, adesso sono io a sentirmi onorato.-

  

Poco dopo Neal e Candy erano giunti in vista del cancello delle rose di casa Andrew.

-Molto bello questo cancello Neal!-

Neal sembrava triste.

-Qualche problema Neal?-

-Scusami Amanda. Questo posto mi mette sempre malinconia.-

-Posso chiederti perché? O sono troppo indiscreta?-

Neal sembrò esitare.

-Questa è la villa degli Andrew, una famiglia imparentata con la nostra. Qui abitavano insieme alla zia Elroy, i nostri tre cugini, Anthony Brown e i fratelli Cornwell, Archibald e Alistear.

Avevano più o meno la mia stessa età.

Due di loro sono morti.-

-Mi… mi dispiace…- e le dispiaceva davvero a Candy. Aveva già saputo prima di recarsi a Lakewood del triste destino dei suoi amici, ma sentirselo raccontare le rinnovò il dolore. 

Ovviamente cercò di non tradirsi.

-Anthony morì a soli 15 anni cadendo da cavallo, e Alistear è morto durante la Grande Guerra. Si era arruolato come volontario nell’esercito francese…-

-Povero Stear…-

-Cosa hai detto?-

-Ehm… io?-

-Hai detto Stear, come fai a sapere che lo chiamavamo così?-

-Ehm… io… ho conosciuto un altro Alistear anni fa, Alistear Smith, e anche a lui lo chiamavano tutti Stear…-

Neal se la bevve, d’altronde che motivo aveva di non prendere come buona la scusa dell’affascinante ereditiera?

-Io e Iriza non andavamo molto d’accordo con i nostri cugini… eravamo ragazzi…-

Candy mordeva il freno: come sarebbe volentieri saltata addosso a quel viscido damerino impomatato!

-…soprattutto a causa di…-

Candy inarcò gli occhi, cosa stava per dire?

-Vieni Amanda, andiamo!-

 

Dopo un’ora che cavalcavano decisero di fermarsi presso un ruscello  per abbeverare e far riposare i cavalli, e si sedettero sull’erba.

-Prima hai parlato di tre cugini.-

-Sì certo.-

-Il terzo cugino dov’è adesso?-

-Oh lui è vivo e vegeto, abita a Chicago come noi, e si è sposato con Annie Brighton.-

Candy sussultò. Annie, la sua cara Annie aveva sposato Archie?

-Voi abitate a Chicago?-

-Sì certo, siamo qui a Lakewood solo per un periodo di vacanza e fra due settimane torneremo a Chicago. Sai, io lavoro nella banca di cui mio padre è presidente.-

-Già, la Banca di Chicago.-

-Ma i veri proprietari di quella banca sono gli Andrew.-

-Sai? Mi ha affascinato la storia del capo di quella famiglia, William Andrew. Che tipo è?-

-Quando lo abbiamo conosciuto ci è preso un accidente.- disse Neal ridendo -Tutti noi pensavamo che lo “zio William” fosse un vecchio barbogio ormai prossimo alla morte, e invece ci siamo trovati davanti un giovanotto poco più grande di me come età!-

-Ma perché si teneva nascosto? Non l’ho mica capito.-

-Quando suo padre, in un certo senso il vero “zio William” morì, la zia Elroy, che ne era la sorella, ritenne di dover tenere nascosta la vera identità dell’erede degli Andrew. Se si fosse saputo che il capo designato della potente famiglia Andrew era appena un bambino, il clima di fiducia intorno alla famiglia avrebbe potuto destabilizzarsi.-

-Quindi la signora Elroy decise di prendere in mano gli affari di famiglia e di far credere che il signor William fosse un anziano signore amante della solitudine.-

-Proprio così.-

 

-Mandiamola in prigione questa piccola ladra!-

 

La potente voce dell’arcigna donna risuonò nella mente di Candy.

-E ora che fa la signora?-

-La zia Elroy è morta un anno fa, ormai era anziana.-

-E la villa che abbiamo visto poco fa?-

-Quella è sempre vuota. Lo zio William ci viene ogni tanto per riposarsi e ritrovarsi, almeno così dice lui. Due servitori, marito e moglie, la tengono sempre in ordine, ma credo proprio che finirà in vendita prima o poi.-

 

Tornarono a villa Legan a metà pomeriggio, e consegnati i cavalli allo stalliere Candy si congedò dal suo accompagnatore.

-Ti ringrazio Neal, ho trascorso una bella giornata insieme a te.- gli disse con un sorriso radioso -Ma adesso sento proprio il bisogno di riposarmi un po’. Inoltre devo finire di mettere in ordine i documenti che devo mostrare a tuo padre dopodomani. Ci si vede a cena Neal!-

Dopo aver assistito alla scena nascosta dietro un albero, Iriza si avvicinò al fratello.

-Allora? Com’è andata?-

-Bene direi, Amanda è una creatura… divina.-

-Sì, posso immaginarmi cosa ti suscita quella bionda, ma sei riuscito a sapere qualcosa di più su di lei?-

-Mi ha raccontato più o meno le stesse cose che ci aveva già detto, cioè che i suoi erano dell’Indiana, che si erano trasferiti in Messico per lavorare come consulenti di zootecnia e che lì hanno fatto fortuna, ecc. ecc.-

-Rimane abbottonata la pollastra eh?-

-Non chiamarla così, quella è una che sa il fatto suo. Mi ha fatto mille domande sullo zio William e sugli Andrew.-

-E tu?-

-Mi sono tenuto sul vago, gli ho raccontato di Anthony e Stear e stavo quasi per raccontargli di Candy.-

-Ma sei scemo?-

-Tranquilla, mi sono trattenuto. Figurati se vado a raccontare quella storia, non abbiamo certo di che esserne fieri.-

-Dì un po’, non avrai mica dei rimorsi…-

-Rimorsi? Naaa che vai a pensare?-

 

   
 
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