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Autore: lmpaoli94    29/04/2020    3 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Dopo aver intrapreso un viaggio che durò quasi tre giorni, alla fine Raymond Steele e il Duca di Ashford riuscirono ad arrivare a Dublino.
< Questa città è sempre in continuo movimento > fece Raymond Steel sorridente < Non le pare anche a voi, Signor Hyde. >
< Conte Steele, credevo che saremmo giunti fino al castello di Malahide. Perché siamo qui in città? >
< Per prendere una boccata d’aria. Rimanere su quella carrozza sgangherata mi ha procurato non pochi problemi alla schiena. Spero che per lei non sia un  problema se ritarderemo un po’. >
Al contrario, il Duca di Sshford fu molto adirato da come si stava comportando il Conte Steele.
< Signor Conte, se non vi conoscessi abbastanza potrei dire che state perdendo tempo. A quale scopo? >
<
< Si distrarrà al momento opportuno e non ora. Il mio oro sta reclamando. >
< Non avrei mai immaginato che voi foste così attaccato alla ricchezza > ribatté il vecchio Steel con tono ripugnante.
< Perché voi? Credete che per tutto il Regno non si vociferi quanti denari avete rubato alla popolazione per arricchirvi? Signor Steele, non facciate la morale a me. È completamente fuori luogo. >
< Comunque prenderò questa birra che vi piaccia o no. Se volete, posso offrirvela io > replicò l’uomo entrando nel pub.
< No, grazie. Aspetterò fuori. >
Attendendo il ritorno di Raymond, Jack non perdeva la sua preda, divenendo sempre più preoccupato una volta che l’uomo continuava a bere incessantemente.
Per evitare di avere gli occhi addosso, il Duca di Ashford corruppe un cameriere dicendogli di portare il corpo ubriaco del Signor Steel lontano dal pub.
< Mi raccomando, voi non sapete niente… Vi sto solo eliminando di un gravoso impiccio. Quell’uomo potrebbe attaccare briga con chiunque. E noi non vogliamo che accada, vero? >
< Certo che no > rispose l’uomo prima di ubbidire alla richieste del Duca.
Allontanandosi dal pub, il povero Conte Steele fu buttato in mezzo alla strada dove un mucchio di passanti disgustati cercavano di stargli alla larga.
Appena la folla si dissolse, Jack andò incontro a Raymond tirando su la sua carcassa ubriaca.
< Vi reggete a malapena in piedi. Quanto avete bevuto. >
< Abbastanza per prendermi una bella sbronza > rispose Raymond con sorriso sghignazzante < Era da un bel po’ di tempo che non mi sentivo così. A Limerick dovrei bere più spesso. >
< Sempre che questa sera ve lo possiate permettere. Ho paura che dovrete accantonare un sacco di vostri vizi. >
< Non si toglie mai l’alcol ad un uomo. Se lo ricordi, Signor Hyde. >
< Ne so qualcosa, conte. Siete in grado di dirmi dove si trova il Castello di Malahide oppure devo attendere che voi torniate ad essere sobrio aumentando così la mia rabbia? >
< Non vi scaldate tanto, Duca. Ce la faccio. Proseguite fuori la città. Vedrete che poi il castello sarà più vicino di quello che penserete. >
Infatti, una volta usciti dalla città di Dublino, il Castello di Malahide si vedeva a grande distanza, emanando un senso di felicità per il Duca.
“Molto bene. Ci siamo.”
Una volta giunti all’entrata principale, il Duca di Ashford fu alquanto sbalordito nel vedere il conte Steele sorreggersi nonostante avesse bevuto in gran quantità.
< Adesso seguitemi. E non fate domande. >
Con grande caparbietà, il Conte Raymond si destreggiava come una perfetta guida nei cunicoli segreti e poco illuminati del castello.
< Signor Steele, da quanto tempo questo castello vi appartiene? >
< Io e la mia famiglia veniamo qua appena giunge l’estate. Anche se Limerick ha un clima favorevole, è troppo rumoroso per i nostri gusti e preferiamo immergersi nel tranquillo silenzio che questo posto ha da darci. >
< Dopo che avrò ottenuto l’oro mi piacerebbe fare un giro rapido di questo castello. Sempre che voi siate d’accordo. >
< Certo, nessun problema… Spero soltanto che non vogliate comprare anche questa dimora. Ci tento molto. >
< Vedremo… Magari potremmo giocarcelo a poker > rispose il Duca con ghigno malefico.
< No, grazie. Ho capito la lezione. >
Capendo che ormai stavano camminando da ore, il Duca di Ashford si stava domandando se mancava molto ad arrivare a destinazione.
Improvvisamente però, i due uomini si fermarono in un grande salone illuminato a malapena da una fioca luce che oltrepassava i muri del castello.
In quel momento il Duca di Ashford capì subito che qualcosa non andava.
< Perché avete chiuso la porta? > domandò Jack mentre fissava un individuo dalla testa incappucciata < Che cosa sta succedendo? >
< Duca di Ashford, credevate davvero che io avrei dato tutta la mia ricchezza ad un uomo sciocco e ignobile come voi? Questo vuol dire che non mi conoscete abbastanza… E’ un vero peccato eliminarvi, ma purtroppo non posso fare altrimenti. Pagherò con la vostra vita il mio debito di gioco e nessuno lo verrà mai a saperlo. >
Cercando in maniera inutile di poter fuggire sfondando la porta di legno malandata, il povero Duca di Ashford fu sbattuto contro il muro causandogli un grande dolore.
< Bob, è arrivato il vostro turno. Sapete cosa dovete fare. >
Sguainando un’ascia appuntita, il povero Duca di Ashford fu spaventato da tale visione mettendosi a piangere dalla disperazione.
< Vi prego, Conte Steele, non uccidetemi! >
< Perché dovrei lasciarvi in vita? Non siete stato buono nemmeno a conquistare il cuore ribelle di mia figlia. Ormai non mi servite più. >
< Sono un uomo molto potente, Signor Steele. Ve lo siete scordato? Possiamo trovare un compromesso. Non lo voglio il vostro oro, voglio solo uscire da qui vivo e vi prometto che non sentirete parlare di me. >
Fermando all’ultimo minuto il suo uomo, il conte Steele stava per essere convinto dalle parole del Duca.
< E ditemi Duca, cosa mi potreste dare in cambio? >
< Terre a volontà, Signor Steele. Oltre alla residenza di Ashford, sono anche proprietario del castello di Kilkenny: un edificio pieno di armamenti che potranno servirvi per diventare l’uomo più ricco di tutta l’Irlanda. Voi ambite a questo, non è così? >
< Signore, dobbiamo eliminarlo alla svelta > fece il boia con insistenza < Ormai sa troppe cose. >
< Aspetta, Bob. Non così in fretta… E dopo avermi dato la vostra residenza che cosa farete? >
< Mi rinchiuderò nei miei possedimenti di Ashford e non sentirete mai più parlare di me. Vi do la mia parola. >
Convinto dalle parole del Duca, adesso era il Conte Steele a poter gridare la vittoria.
< D’accordo, vi lascerò vivo… Ma sarete sempre in pericolo di vita finché non avrò l’atto di proprietà di Kilkenny. >
< Si trova nella biblioteca di Dublino nascosto gelosamente da alcuni miei uomini di fiducia. Dobbiamo solo recarci lì e Kilkenny sarà vostro. >
< Molto bene. Adesso toccherà a voi fare strada. >
 
 
Mentre la paura di morie non aveva ancora abbandonato il Duca di Ashford, Raymond poteva considerarsi già l’uomo più influente e pericoloso allo stesso tempo d’Irlanda.
< Devo parlare con il bibliotecario Sawyer. È lui che custodisce la mia proprietà. >
< Bene. Non avete niente in contrario se vengo con voi. >
< Certo. Nessun problema. Però dovreste mettere giù la pistola che state usando per minacciarmi e nascondere l’ascia di guerra, altrimenti Sawyer potrebbe sospettare qualcosa. E noi non vogliamo che ciò accada. >
< Signore, questa è una trappola. >
< Lascia stare, Bob. Facciamo come dice il Signor Duca. Ma vedete di fare in fretta… Se entro due minuti non vi vedrò tornare, mi insospettirò molto. >
< Signor Conte, due minuti sono molto pochi… >
< Allora portatemi con voi. È la decisione migliore. >
Messo alle strette una seconda volta, alla fine il Duca di Ashford dovette acconsentire al volere del conte.
< Tu aspettami qui, Bob. Non ci metterò molto. >
Appena Jack e Sawyer si ritrovarono faccia a faccia dopo tanto tempo.
< Duca, è un vero piacere rivedervi. >
< Lo stesso vale per me, Sawyer. Ho bisogno dell’atto di proprietà di Kilkenny. È abbastanza urgente e vado molto di fretta. >
Capendo che c’era qualcosa che non andava, Sawyer cercò di rimanere impassibile.
< Va bene. Aspettatemi qui. Torno tra tre minuti. >
Mentre il cuore del Duca di Ashford batteva all’impazzata, il Conte Steele era stranamente tranquillo.
“Spero che Sawyer abbia capito che mi serve assolutamente aiuto, altrimenti non ho più speranze.”
Fortunatamente, il giovane bibliotecario tornò insieme ad una corta armata cominciando a sparare contro il Conte Steele che rimase visibilmente ferito.
Per far fronte al peggio, Bob cercò di accorrere in suo aiuto sparando a sua volta contro gli alleati del Duca e ferendo solo lievemente l’uomo in questione.
< Conte! Dobbiamo andarcene da qui! >
< Bob, non ho preso l’atto… >
< Che s ne importa dell’atto di proprietà di quel castello?! Avete bisogno assolutamente di cure. Siete ferito allo stomaco. >
Vedendo scomparire il Duca di Ashford in una nube di fumo nero dopo la sparatoria appena avvenuta, il Conte Steele svenne subito dopo con la consapevolezza di essere ancora vivo e di aver ricevuto una delle vendette più rapide della storia d’Irlanda.
   
 
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