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Autore: bridgetvonblanche    29/04/2020    3 recensioni
[bts crime/noir au]
«Volevo davvero riuscire ad odiarti per aver pensato a cosa fosse meglio per me quando eri tu il meglio per me»
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLACK INK.

 

[4]



 Taehyung, ma che ci fai q-, — aveva solo avuto il tempo di chiedere, alzandosi di scatto dalla sedia e lasciare così che la sua domanda venisse bruscamente interrotta proprio dalle labbra del ragazzo che, senza alcun preavviso, si posarono veloci e sicure sulle sue.

— Non posso venire a trovare la mia ragazza in ufficio? — lo sentì mormorare a fior di labbra, prima che la sua bocca riprendesse a studiare più approfonditamente quella di Jieun, che invano stava comunque cercando di mantenere un certo decoro.

— A quest'ora del mattino? Non è molto da "figlio del procuratore", — si permise di stuzzicarlo poi lei, portando la mano sulla chioma folta del ragazzo a pochi centimetri dal suo viso ed iniziando così ad accarezzargli delicatamente i capelli, — Mi stai forse nascondendo qualcosa? —

Kim Taehyung avrebbe tranquillamente potuto essere il ragazzo dei sogni di qualsiasi tipo di donna, e non solo. Alto, fisico asciutto ma non troppo muscoloso, spalle ampie e una folta e voluminosa massa di capelli castani che spesso e volentieri gli coprivano la fronte e parte di quello sguardo così intenso che sarebbe stato in grado di intimorire anche un leone. Ma Kim Taehyung era molto più di un giovane uomo elegante e dal fascino irresistibile: era un ragazzo coraggioso, volenteroso di seguire le orme del padre che lo aveva preceduto a capo di quella stazione di polizia. Era un ragazzo cresciuto con grandi ideali e che sapeva essere, allo stesso tempo, gentile e premuroso ma anche severo e autoritario.

Era un uomo che avrebbe potuto conquistare anche la più restìa delle regine, ma quella sera di cinque anni fa, al White Wall, il suo sguardo profondo e intenso si era posato sul volto pensieroso e leggermente arrossato dalle lacrime e dall'alcool della giovane Jieun e, da quel momento, non l'aveva più lasciata.

— Ti ho portato quella confezione di tè che ti piace tanto, — le disse piano, concedendole finalmente l'occasione di staccarsi da lui solo per osservare curiosa il piccolo ma prezioso contenuto che Taehyung aveva estratto con tanta delicatezza dalla sua ventiquattrore.

— E dirti che abbiamo trovato un altro cadavere, —

All'interno della centrale erano solo due le persone che avevano il coraggio di spalancare la porta dell'ufficio di Jieun e mettervi piede senza cadere nelle sue ire o farla innervosire: Kim Taehyung e.. Kim Seokjin.

Laureatosi con lode nel suo stesso percorso di studi, Kim Seokjin aveva però dalla sua parte una maggiore esperienza, dovuta se non altro alla loro differenza d'età. A differenza di quanto ci si potesse aspettare però, Jieun provava per lui un'ammirazione tale da renderlo paragonabile al sentimento di estasi che si prova solo guardando l'esibizione del proprio idolo a pochi passi dal palcoscenico. Non era un segreto infatti che, fin dal suo primo giorno in centrale, la giovane Jieun - allora una semplice stagista - era rimasta come incantata dal modo di lavorare del suo più esperto collega: per questo motivo ogni caso che veniva affidato al loro distretto costituiva per lei un'occasione per riuscire a fermarsi anche dopo la fine del suo turno, spinta dalla curiosità di osservare la professionalità di Seokjin.

Nonostante tutto, era però innegabile che anche il suo smisurato affetto quasi fraterno nei confronti di Jin avesse dei limiti e lui aveva appena superato uno di essi, catapultandosi senza permesso nel suo piccolo ufficio di prima mattina, forse nella vaga speranza di vederla già all'opera. Dal canto suo peró, Seokjin non si stupì comunque di trovarla insieme a Taehyung: benché la loro relazione non fosse mai stata un'affare di Stato e ad entrambi piacesse mantenere una certa riservatezza, le voci al distretto non avevano certo atteso che uno dei due rendesse pubblica la cosa prima di iniziare a circolare.

Ma se Seokjin era uscito dai laboratori sotterranei, il suo luogo di lavoro prediletto, doveva averlo fatto per un motivo che poteva oscillare solo tra il buono ed il grave. Jieun quindi non si meravigliò dunque quando non ricevette le sue scuse per aver fatto un'irruzione del genere nel suo ufficio senza nemmeno preoccuparsi di bussare prima di aprire la porta ma, al contrario, lo osservò avvicinarsi al tavolo con aria preoccupata e seria.

— Il cadavere è fresco, una pallottola nel cranio e un'incisione a forma di "V" sul polso destro, — iniziò a spiegare Jin, aiutandosi nella descrizione con alcune fotografie del corpo della vittima che sparse sul tavolo alla rinfusa, permettendo in questo modo a Jieun e Taehyung di dare una forma più concreta alle sue parole, — Non un metodo particolarmente innovativo, ma pur sempre funzionale allo scopo, —

— Che sarebbe? — chiese Taehyung, sollevando non senza un certo disgusto dipinto sul volto una delle tante foto scattate al dettaglio della testa perforata da un piccolo proiettile.

— Uccidere senza lasciare traccia, — fu la semplice risposta del medico legale che, fornendo questo tipo di dettagli, aveva già riconquistato tutta la fiducia e l'affetto di Jieun.

— Cosa pensi stia succedendo? — fu proprio lei a rivolgere quindi la propria curiosità al suo fidato collega che, per tutta risposta, si ritrovò a fare spallucce.

— Secondo il mio modesto parere qui abbiamo a che fare con qualcuno che vuole il controllo sul Black Ink per poter poi gestire i propri affari totalmente indisturbato e temo non si fermerà fino a quando non avrà tolto di mezzo il legittimo proprietario e chi lo protegge, — ammise poi l'anatomopatologo, tornando a sua volta ad osservare quelle foto che lui stesso aveva scattato poco prima dell'autopsia.

— Il Black Ink diventerebbe una base sicura per i loro traffici illegali, — aggiunse Jieun in tutta fretta. E, così facendo, inevitabilmente i suoi pensieri tornarono a Jungkook e a come quei soli cinque anni di distanza lo avessero reso tutta un'altra persona. Mai avrebbe creduto possibile che il ragazzo introverso e taciturno di qualche anno prima si sarebbe trasformato in un giovane uomo d'affari, probabilmente invischiato in situazioni a dir poco pericolose per il controllo sulle varie gang della città, seguendo le orme di suo padre prima e del suo defunto fratello poi. E se davvero anche lui avesse avuto a che fare con quei traffici illegali?

— Per agire indisturbati devono liberarsi anche del secondo figlio di Jeon Jiwoon, Jungkook, —

— Che attualmente è il proprietario del Black Ink giusto? —

Completamente assorta nei propri pensieri, Jieun si rese presto conto di essersi persa lo scambio di battute e di possibili ipotesi tra i due, perchè la sola cosa a cui riusciva realmente a pensare in quel momento era che quella sera, quando era andata ad avvisare Jungkook del ritrovamento del primo cadavere, Jieun non era riuscita ad ottenere alcun tipo di informazione da lui e di come fosse già a conoscenza dell'accaduto. Come se davvero Jeon Jungkook fosse riuscito ad eludere ogni suo tentativo di carpire una qualsiasi tipo di informazione. Si riprese da quel suo stato di trans solo quando avvertì la mano calda di Taehyung sfiorarle delicatamente la spalla, richiamandola a sé e ad una realtà in cui, nel distretto presso cui lavorava, erano già stati ritrovati due cadaveri.

— Jieun mi stai ascoltando? —

Trasalì nel sentirsi chiamata in causa, cercando in qualche modo di sfuggire allo sguardo preoccupato del suo ragazzo e approfittando di quel breve istante per tornare ad osservare tutte le macabre immagini ancora sparse alla rinfusa sulla superficie lucida della sua scrivania.

— Cosa posso fare? — si limitò a chiedere poi, scostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di ristabilire un contatto con lo sguardo di Taehyung, che mai l'aveva abbandonata. Era tutta sua intenzione voler essere di maggior aiuto possibile nello svolgimento delle indagini, per quanto la sua mansione fosse limitata al perimetro di un laboratorio sottoterra in cui la sola cosa a regnare fosse l'acre odore di corpi in avanzato stato di decomposizione.

— Voglio che mi presenti questo Jeon Jungkook, lavorerò per lui in incognito e nel frattempo cercherò di scoprire qualcosa di più sugli affari che vengono condotti al Black Ink, —

Ma questo certamente non rientrava nell'infinita serie di possibilità a cui la mente di Jieun aveva potuto pensare in quel breve lasso di tempo. Non poteva credere a ciò che aveva appena sentito, non voleva crederci. Persino Seokjin, che fino a quel momento si era dimostrato perfettamente a suo agio nonostante fosse ben consapevole di aver interrotto uno dei loro pochi momenti di intimità, si irrigidì nell'udire quella richiesta, apparsa fin da subito tanto geniale quanto pericolosa e assurda.

— No Tae, tutto ma non questo, è troppo rischioso, — fu quindi la sola risposta che uscì dalle labbra lucide della ragazza prima ancora che la sua testa potesse elaborare con maggiore calma il contenuto dell'insensata richiesta di Taehyung.

— Per me o per te? —

— Aspetta, cosa sta-, —

Una parte di lei desiderava non sapere a cosa Taehyung stesse facendo riferimento con quella insinuazione, ma purtroppo la parte più obiettiva e razionale del suo inconscio, o almeno di quello che ne rimaneva, era già consapevole di quale fosse la risposta a quella sua sciocca richiesta di spiegazioni.

— Cosa? Che sei stata la "fidanzata" di un giovane gangster? —

— Gangster è un termine che ho sempre sentito solo nei film, — cercò inutilmente di sdrammatizzare la situazione Seokjin, solo per poi avvertire sulla sua stessa pelle il peso dello sguardo agghiacciante di Taehyung. Decise quindi di sbrigarsi a raccogliere velocemente tutto quel prezioso materiale dal tavolo per dileguarsi così senza aggiungere una sola parola, limitandosi a chiudere la porta dell'ufficio di Jieun alle sue spalle, salutando entrambi con un solo cenno del capo.

— Ora sei con me Jieun, non devi più preoccuparti di nulla, —

Kim Taehyung la avvolse così in un abbraccio caldo e affettuoso, lasciando che lei si aggrappasse saldamente al tessuto delicato e soffice di quel suo cappotto nero. Sorrise quando la avvertì poggiare il proprio capo sulla sua spalla, stringendosi ancora di più a lui.

— E' invece proprio questo che mi preoccupa, — cercó blandamente di ribattere lei, prima che quel suo profumo di ambra e patchouli non inebriasse completamente i suoi sensi.

Rimase accoccolata a lui in totale silenzio per qualche minuto, beandosi del calore di quel confortevole abbraccio e dell'impercettibile rumore de suoi respiri almeno fino a quando Taehyung non la lasciò di nuovo sola nel suo studio, regalandole un ultimo buffetto sulla guancia prima di staccarsi da lei e assicurandole che sarebbe tornato a trovarla dopo la sua prima riunione della giornata.

Rimase a fissare inutilmente lo schermo del suo computer per una buona mezz'ora prima di decidere di alzarsi nuovamente  e mettere di nuovo piede fuori dal suo ufficio. Si diresse verso un corridoio per preciso, nella speranza di non trovare nessuno in coda per prendere il caffè ma Jieun  non riuscì che fare qualche passo prima di essere raggiunta da uno dei suoi amici più cari, l'unico che in quel momento avesse realmente voglia di vedere.

— Quindi Taehyung è anche il tipo da "sveltina"? — la provocò scherzosamente con quel suo tipico sorriso a fior di labbra che, Jieun ne era certa, sarebbe tranquillamente riuscito a schiarire anche le giornate più nere.

— Geloso dei nostri rendez-vous Hoseok? — nonostante questo però, anche la giovane Jieun era ormai diventata bravissima a giocare al suo stesso gioco e tenergli testa con un altrettanto loquace sorriso.

— Sai che non potrei mai declinare un tuo invito, ma purtroppo non sono qui per questo, — ammise lui ad un tratto in tono improvvisamente serio, costringendola ad allontanarsi dall'idea di poter raggiungere la caffetteria per prediligere invece il retrogusto amaro del caffè delle macchinette, un toccasana per chiunque facesse le "ore piccole" all'interno della centrale.

— Jieun, Namjoon lo sa già? —

— Cosa? —

Anche se il gioco delle parti era finito da un pezzo, a Jieun piaceva pensare che Hoseok non fosse venuto da lei proprio per quel motivo.

— Di te che prendi la macchina e te ne vai da-, — e invece si dovette ricredere ancora una volta, avvicinandosi a lui sfruttando la macchinetta del caffè come sostegno, dando così le spalle ad ogni persona che in quel momento della mattinata aveva ogni diritto per muoversi a più o meno ampia velocità da un ufficio all'altro.

— Ok no, e ti prego Hobi questa volta è vitale che lui non lo sappia, — si ritrovò a pregarlo con le proprie mani strette in un'unica morsa. Si rese conto solo allora che non compiva quel gesto da un bel pò di tempo la giovane Jieun, impressione che non sfuggì nemmeno al suo altrettanto giovane e sveglio interlocutore.

Era ben consapevole che Namjoon fosse quasi un fratello per lui e non solo un semplice compagno di squadra ma, in fondo, sperava che lui provasse quegli stessi sentimenti di rispetto e fratellanza anche nei suoi confronti.

Jieun si mordicchiò il labbro inferiore con i denti, osservando Hoseok estrarre dalla tasca della sua divisa una chiavetta dall'acceso colore arancione per infilarla così all'interno della macchinetta. Digitò poi un numero a due cifre sullo schermo e la giovane dottoressa non potè fare a meno di sorridere quando lo vide digitare l'opzione "senza zucchero", offrendole poi il risultato della lavorazione della macchina. Non c'era davvero nessuno all'interno della centrale che la conoscesse meglio di Jung Hoseok.

— Solo per questa volta e perchè sai che in fondo voglio più bene a te che a quel nevrotico di Namjoon, — ammise lui a quel punto, prima di estrarre dalla macchinetta il suo caffè rigorosamente macchiato, un nuovo e più ampio sorriso di nuovo stampato sul suo bel viso.

— Sei davvero il migliore, — esclamò Jieun a quel punto, osservandolo soffiare sulla superficie della propria bevanda ancora bollente.

— Lo so ed è per questo che mi devi una serata al karaoke, —

Lo vide allontanarsi così, non riuscendo a trattenere una leggera risata quando lo vide imprecare contro se stesso per non aver avuto modo di aggiungere più zucchero alla sua bevanda.

— Hai la mia parola, — fu tutto ciò che fu in grado di aggiungere una volta dopo averlo visto scomparire lungo i corridoi affollati di agenti in divisa e dipendenti che, tra le mani, portavano pile e pile di pesanti scartoffie.

Sarebbe stata davvero una lunghissima giornata anzi, l'inizio di un'ancora più lunga e complicata indagine.






 

a/n 

anneyeong haseyo! 👋🏻

torno con un nuovo aggiornamento! siamo tornati di nuovo nel presente. un presente in cui la nostra Jieun sembra essere felicemente fidanzata con Tae che - udite udiite - è il figlio del procuratore del distretto. e, come figlio del capo, può prendere le decisioni che più gli sembrano corrette, anche se questo vuol dire presentarsi davanti a Jeon Jungkook e farsi assumere. 

e che dire del nostro raggio di sole preferito? braccio destro di Namjoon e sinistro di Jieun

beh, almeno con le presentazioni abbiamo finito!

attendo come sempre i vostri pareri a riguardo e vi aspetto alla prossima!
see you soon,


 

「bvb

 

  
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