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Autore: Miharu_phos    30/04/2020    0 recensioni
[Fudoukidou]
-Giochiamo a nascondino!- aveva proposto Mark, pieno di entusiasmo.
I compagni di squadra lo guardarono inarcando un sopracciglio mentre alcuni di loro scoppiarono a ridere credendo che stesse scherzando.
No, i componenti della Inazuma Japan non si trovavano all'asilo ma bensì alla festa di compleanno per i quindici anni di Jude, il quale per l'occasione aveva invitato l'intera squadra a casa sua per una festa memorabile.
Il problema?
Aveva dovuto invitare anche Caleb, la sua nemesi, il suo principale motivo di scocciatura ogni qual volta si ritrovava con i suoi amici.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Giochiamo a nascondino!- aveva proposto Mark, pieno di entusiasmo.

 

I compagni di squadra lo guardarono inarcando un sopracciglio mentre alcuni di loro scoppiarono a ridere credendo che stesse scherzando.

 

No, i componenti della Inazuma Japan non si trovavano all'asilo ma bensì alla festa di compleanno per i quindici anni di Jude, il quale per l'occasione aveva invitato l'intera squadra a casa sua per una festa memorabile.

 

Il problema? 

 

Aveva dovuto invitare anche Caleb, la sua nemesi, il suo principale motivo di scocciatura ogni qual volta si ritrovava con i suoi amici.

 

Ma aveva invitato veramente tutti per il suo compleanno: i vecchi compagni, le riserve, le manager e gli allenatori; non poteva escludere proprio Caleb, ci sarebbe rimasto malissimo, oltre al fatto che tutti lo avrebbero considerato crudele da parte sua.

 

Jude lo avrebbe fatto senza problemi, non sopportava quel ragazzo che si era dimostrato ostile dal primo momento in cui lo aveva incontrato, quando era diventato capitano della Royal, per poi ritrovarselo addirittura in squadra, nella sua squadra.

 

Ma i compagni avevano insistito affinché ci fosse anche lui, chissà come mai, si chiedeva Jude, quello pseudo punk stava antipatico a tutti in squadra -tranne a Mark ovviamente, ma Mark non contava, a lui piacevano tutti-.

 

Così per mantenere un'apparenza pacifica Jude dovette fare uno sforzo, tanto era certo che il punk se ne sarebbe stato in disparte come al solito, senza prendere parte al divertimento insieme ai compagni.

 

Oppure ne avrebbe approfittato per sfottere e deridere Jude come al solito, proprio in quel giorno importante.

 

Il rasta non sapeva cosa aspettarsi da lui, averlo invitato era stato un rischio, e a dirla tutta si era stupito  anche che avesse accettato l'invito e si fosse presentato alla festa.

 

Nonostante tutte le preoccupazioni di Jude però, stranamente Caleb quel giorno si era comportato quasi in modo normale: aveva giocato energicamente la partita organizzata in onore di Jude, aveva mangiato al buffet insieme ai compagni e gli aveva fatto addirittura un regalo: un ciondolo a forma di pallone da calcio.

 

Jude era riconoscente per quei gesti inaspettati da parte di quello che fino ad allora aveva creduto un eterno nemico, ma nonostante tutto aveva ancora dei sospetti nei confronti del castano e non riusciva ancora fidarsi totalmente di lui.

 

Oltre a questo fin dall'inizio della festa aveva notato strane occhiate fra i vari compagni di squadra: Mark e Nathan ad esempio non facevano che scambiarsi sguardi complici come se stessero tramando qualcosa ed ogni tanto li vedeva andare a parlare con Caleb in modo riservato, sussurrandogli alcune cose nell'orecchio.

 

Jude trovava il tutto molto strano e sospetto ma tentava comunque di mantenere viva la sua allegria, non voleva farsi rovinare la festa dai brutti pensieri.

 

Quando però Mark propose di giocare a nascondino, guardando Nathan e Caleb con un sorriso sgargiante, a Jude cominciarono a venire alcuni sospetti.

 

-Ma è un gioco per bambini!- si lamentarono alcuni compagni, prendendo in giro il capitano, mentre altri più infantili -come Jordan o Scott- ne sembravano entusiasti.

 

Alla fine si decise di giocare: più che un nascondino sarebbe stata una vera e propria caccia al tesoro, date le enormi dimensioni della casa di Jude.

 

Si divisero in due gruppi: il primo avrebbe contato, e poi cercato, mentre i componenti dell'altro gruppo si sarebbero nascosti.

 

Ancora una volta Jude notò Mark andare vicino a Caleb per sussurrargli qualcosa all'orecchio, ed il punk, pur non sembrando molto convinto, dopo un po' annuì arrossendo appena.

 

Jude trovò ancora una volta il tutto molto sospetto, ma cominciò a giocare, lui era stato assegnato alla squadra che si nascondeva, di cui faceva parte anche Caleb.

 

Il primo gruppo cominciò a contare, mentre il secondo aveva a disposizione ben tre minuti per trovare il giusto nascondiglio; chi veniva trovato automaticamente avrebbe perso, ed al turno successivo sarebbe stato nel gruppo di chi doveva contare.

 

Per chi contava non c'era un limite di tempo entro il quale avrebbe dovuto trovare i compagni: avrebbe potuto rimanere a cercare anche per ore.

 

Jude aveva memorizzato bene le regole e conoscendo bene la casa sapeva già dove si sarebbe nascosto.

 

Cominciò a correre al piano di sopra con il suo mantello che gli svolazzava sulle spalle e si infilò con uno scatto dentro un armadio pieno di lenzuola e altra biancheria.

 

Già se la rideva mentre si spingeva sempre più in profondità, e dopo pochi secondi dovette togliersi gli occhialini per poter guardare un po' meglio nel buio.

 

Non passò neanche mezzo minuto che la porta dell'armadio si aprì e vi entrò Caleb facendo cenno a Jude di fare silenzio.

 

Non sembrava sorpreso di trovarlo lì, anzi Jude era quasi certo che il castano lo avesse seguito, era impossibile che con tutti i nascondigli che offriva la casa Caleb ne avesse scelto per caso uno già occupato.

 

-Hei, Stonewall! Guarda che qui è già occupato, trovati un altro nascondiglio!- aveva mormorato a denti stretti il rasta, cercando di mantenere basso il tono di voce.

 

Caleb aveva mimato ancora una volta il gesto del silenzio e si era avvicinato lentamente a Jude, fino a farlo ritrovare appiattito contro la parete dell'armadio.

 

Jude era senza occhiali, li stringeva fra le dita ma non se la sentiva di rimetterli con quel buio, non ci avrebbe visto niente e voleva decisamente tenere d'occhio il castano.

 

Una volta che i loro corpi furono abbastanza vicini Jude ringhiò un "che cosa vuoi?!" a pochi centimetri dal volto del compagno di squadra che lo fissava negli occhi come rapito da un incantesimo.

 

Jude abbassò le iridi rosse, sentendosi improvvisamente imbarazzato per la vicinanza con il castano e quando sentì delle dita sollevargli il mento, nel buio, rabbrividì e si sentì vulnerabile tutto ad un tratto.

 

-Hei, Jude- gli soffiò Caleb a pochi centimetri dalle labbra.

 

Jude mugugnò un verso in risposta, sentire l'alito caldo di Caleb sulla propria bocca lo stava destabilizzando.

 

-Ti è piaciuto il mio regalo?- domandò il castano, con la voce sempre più bassa.

 

-Si ma adesso che c'entra? Perché non ti levi?- gli aveva risposto Jude a denti stretti.

 

Caleb non aveva detto nulla e senza curarsi della resistenza di Jude lo aveva baciato, provocando nel rasta una reazione di sbigottimento.

 

Jude spalancò gli occhi non appena sentì le labbra calde del punk sulle proprie e restò immobile, senza ricambiare ma al tempo stesso senza rifiutare quel contatto inaspettato.

 

Caleb gli afferrò il volto con entrambe le mani ed intensificò il bacio: spinse delicatamente la propria lingua nella bocca ardente di Jude e cominciò ad inseguire quella del rasta, che invece rimaneva ferma e trattenuta il più indietro possibile.

 

Jude cominciò a tremare, quello era il suo primo bacio e per di più non era un semplice bacio a stampo ma si stava facendo sempre più intenso e pieno di desiderio da parte del punk che ormai premeva con il suo intero corpo contro quello del rasta, inerme contro la parete, privato di ogni forza.

 

La lingua di Caleb era calda ed esperta; Jude si sentiva  completamente abbandonato ai suoi gesti sapienti e dopo i primi momenti di esitazione, fra una boccata d'aria e l'altra, lentamente cominciò a ricambiare, muovendo a sua volta la propria lingua contro quella del punk.

 

Sentì Caleb sorridere contro la sua bocca: era felice.

 

Jude invece non sapeva descrivere bene come si sentisse al riguardo; era sorpreso ed al tempo stesso incuriosito, ma più di ogni altra cosa era attratto, incredibilmente attratto dalla presenza sicura di Caleb che lo stava guidando in quella nuova esperienza, tante volte immaginata e progettata, ma mai con la persona con la quale effettivamente stava avvenendo.

 

Jude aveva sempre pensato -anzi ne era certo- che il suo primo bacio sarebbe stato con una ragazza; ma non c'era nessuna che gli piacesse, così aveva fantasticato sulla possibilità di conoscere qualche nuova compagna quando avrebbe cominciato a frequentare il liceo, di lì a poco.

 

E invece non solo la prima persona che aveva baciato -o meglio, che lo aveva baciato- era stato un ragazzo, ma per di più era stato proprio il ragazzo che meno di tutti sopportava al mondo: Caleb.

 

Eppure durante quel contatto incredibilmente intenso ed intimo, Jude cominciò a provare qualcosa di diverso nei confronti del castano; era simpatia? Attrazione? Ammirazione? Jude non avrebbe saputo spiegarlo.

 

Ma quel bacio gli stava piacendo da matti, ed entrambi sembravano volerne sempre di più.

 

Si staccarono solo quando sentirono bussare sulla porta dell'armadio, e velocemente si ricomposero, pulendosi le bocche con il polso.

 

-Jude, Caleb, siete qui? Mancate solo voi, abbiamo trovato tutti!- si sentì gridare dall'esterno, era la voce di Nathan.

 

I due ragazzi uscirono, Caleb con un sorriso trattenuto sul volto, Jude invece completamente rosso in viso.

 

Nathan guardò di sbieco Caleb, mentre si incamminava verso Mark per avvisarlo che gli ultimi due erano stati trovati; poi sussurrò qualcosa all'orecchio del capitano, ed entrambi guardarono con un sorriso malizioso Caleb, che rispose con un occhiolino, come per dire "missione compiuta".

 

Jude, nonostante avesse impiegato alcuni secondi per rimettersi gli occhialini, non si era lasciato sfuggire questo gioco di sguardi ed aveva osservato Mark, di sottecchi, come per dire "me la pagherai".

 

Mark ovviamente non poté cogliere il suo sguardo a causa degli occhialini e così si mise fra i due ragazzi, circondando i loro colli con le braccia, mentre li accompagnava dal resto della squadra.

 

-Allora ragazzi, vi piace questo gioco? Che ne dite di nascondervi di nuovo al prossimo round?- domandò malizioso, facendo arrossire ulteriormente Jude che non poté trattenersi dal tirare un pizzicotto sul fianco del capitano.

 

-Per me va bene- aveva commentato Caleb, lanciando uno sguardo pieno di significato al rasta che aveva subito abbassato la testa.

 

-Vieni Nathan, andiamo a contare- aveva detto allora Mark, massaggiandosi il fianco mentre guardava con un ghigno i due ragazzi.

 

-Stavolta vi diamo cinque minuti per nascondevi- aveva detto poi, facendo l'occhiolino.

 

Nathan lo aveva preso sotto braccio ed insieme si erano allontanati mentre Caleb aveva preso per mano un Jude ultra imbarazzato e lo aveva guidato nuovamente verso quell'armadio.

 

E stranamente il resto dei compagni sembrò dimenticarsi di loro per più di cinque minuti, quella volta.

   
 
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