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Autore: loverrrr    30/04/2020    3 recensioni
Bella è una veterinaria, lavora insieme alla sua migliore amica Alice. Le sono sempre piaciuti gli animali, sin da quando era bambina.Per l'ennesima volta, Edward, fratello di Alice, le fa recapitare un bellissimo mazzo di rose rosse, ma...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Buongiorno. 

Posto già il secondo capitolo per vedere cosa ne pensate. Altra e ultima chance per la storia. Mi raccomando, fatemi sapere se vi piace o cosa vi aspettate. Un kiss. 







Pov Bella
 
Sospiro amareggiata. Al contrario del lavoro – che va alla grande – l’amore è un disastro totale. Fino a due anni fa pensavo che fosse la cosa più bella che mi potesse capitare, ero felice. Ero… erano altri tempi ed io avevo un modo di pensare, di vedere l’amore, totalmente diverso rispetto ad oggi. James. Lui era la mia concezione perfetta dell’amore, aveva costruito intorno a me, tutta una serie di bugie, alle quali io credevo fermamente; ero veramente convinta che James fosse quello giusto, ma soprattutto, che dovevo a lui la mia felicità. James, mi riempiva di regali, quasi ogni mattina si presentava con un mazzo di fiori diverso, oppure con una scatola di cioccolatini. Non passava giorno in cui non ricevessi un suo regalo, ed io stavo bene, ero felice. Avevo l’impressione che fosse un “ragazzo d’altri tempi”, all’antica. Tradizionalista. Peccato però, che si trattava soltanto di una stupida impressione. Ero talmente innamorata da non riuscire a vedere il mostro che si nascondeva dietro quel fascino da angelo. Lui non amava me e tutti quei regali erano un modo per portarmi a letto. James voleva solamente avere l’amente, una ragazza con cui fare sesso, senza che la sua fidanzata lo venisse sapere. Fu Alice a mettermi al corrente di ciò. Dopo l’ennesimo mazzo di rose rosse ricevute, prese coraggio, e mi raccontò tutto quanto dall’inizio. Come l’aveva scoperto? Mentre stava arrivando in studio, vide James con un mazzo di rose rosse, identiche a quelle che inviava a me, ma non stava venendo verso il nostro studio. Entrò in un bar all’angolo, vicino al supermercato Billy’s market, e con voce molto alta, esclamò «Ti amo Victoria!». Ed ecco svelato il motivo per cui detesto chiunque mi mandi dei mazzi di fiori. Non li accetterei nemmeno se il corteggiatore fosse il principe Carlo.
«Dico sul serio», dice Alice. «Lascia stare il fatto che sia mio fratello».
«Ma infatti lascio stare, e come sai ho chiuso definitivamente con gli uomini».
Mike entra in studio tenendo fra le braccia il suo cagnolino, un cucciolo di dalmata. Lui è un altro problema, più o meno simile a Edward.
«Giorno!»
«Anche oggi Tyler ha un problema?», faccio notare sarcasticamente.
Si presenta qui circa ogni mattina - magari non proprio ogni mattina - diciamo una sì e l’altra pure, con la scusa che il cane è stato poco bene. Tutto ciò per avere una qualche speranza di riuscire a conquistarmi. Ma tutti io li attiro? Mi dico. Non la smette di fissarmi sorridendo come un deficiente.
«Stamattina ha mangiato poco e ha fatto i bisogno un pò morbidi, potresti dargli una controllata?».
«Alice puoi pensarci tu? Io ho una questione urgente da sistemare».
Edward e il mazzo di rose rosse.
«Hai bisogno di una mano?», propone Mike. «Se vuoi posso aiutarti, lo faccio più che volentieri».
«No grazie, e poi sbaglio oppure. Tyler sta poco bene», faccio notare.
Mike balbetta. «Ah ehm sì, hai ragione».
«Ora devo andare, ci vediamo tra un po' Alice».
Prendo dalle sue mani il mazzo di fiori ed esco. Il Cullen Daily News - nota testata giornalistica e televisiva - dove Edward è sia il fondatore, che capo redattore, non dista molto dal mio studio. Mentre sono ferma al semaforo leggo il bigliettino, notando però che non c’è il mittente e la scrittura - tra l’altro - non sembra nemmeno quella di Edward. Alla donna più bella che io abbia mai incontrato. Il tuo corteggiatore misterioso. Sorrido mentre leggo il biglietto, ma torno subito seria e cammino a passo svelto verso il Cullen Daily News.
«Salve».
«Sì? Chi è?», domanda la signorina al citofono.
«Bella Swan...», prendo qualche secondo di pausa. Mi scoccia molto dirlo. «Sono una sua amica».
«Bella!», esclama sorpreso Edward alle mie spalle «e tu che ci fai qui?».
Sussulto dallo spavento.
«Sono qui per parlarti di questi», dico seria mentre mi giro verso di lui.
«È un bellissimo mazzo di rose rosse».
Sospiro esausta. «Lo vedo benissimo anche io», dico in tono serio «e vorrei che lo riprendessi».
Edward fa una smorfia.
«Guarda che non sono stato io».
Scoppio a ridere. «Non ti credo!».
«Giuro su quello che vuoi», ribadisce.
«Edward fammi il favore» e gli leggo il biglietto.
«Veramente Bella, non sono stato io» sfila il biglietto dalle mie mani. «Vedi, non c’è la mia firma sotto e se noti ancora meglio, questa non è la mia scrittura».
Giusto. Ottima osservazione! Mi dico.
«Ok e per quale ragione io dovrei crederti?».
«Quando ti mando dei mazzi di fiori, per quanto queste rose rosse siano bellissime, io non vado mai da questo fioraio e - cosa ancora più importante - non scrivo frasi banali cercate su Google».
«È un modo carino per dire che non sono bellissima?».
Sorride. «Bella, tu sei molto più che bellissima», dice. «Sei meravigliosa, hai due occhi bellissimi e un fisico mozzafiato, ma non mi piaci solo per quello. Tu sei stupenda sotto ogni punto di vista».
Per la prima volta - dopo tanto tempo - sento le guance arrossire. Stranamente, il suo complimento mi ha fatto piacere. Dal suo sguardo sembra essere sincero, specie quando dice di non essere stato lui a mandarmi quel mazzo di rose rosse. E allora chi è stato? Mi dico.
«Ok va bene, ti credo», dico spaventata «ma se non sei stato tu, chi diavolo è stato?».
Il suo sguardo diventa teso, nervoso. «Hai notato qualcosa di strano nell’ultimo periodo?».
«Beh no. Io sinceramente pensavo che fossi tu».
«Mi dispiace Bella, ma questa volta non sono io».
Inizio ad agitarmi. «Allora chi è stato?».
Sussurra. «Ehi» si avvicina e afferra con delicatezza il mio viso. Glielo lascio fare, stranamente non lo allontano. Lo accarezza dolcemente e affievolisce il tono della voce. «Ti darò una mano a scoprire chi è stato», dice. «Poi lo ammazzerò con le mie stesse mani».
Lo allontano all’istante. Farfuglio. «Non serve, posso benissimo scoprirlo da me».
«Bella», dice in un rimprovero, «non ti lascerò da sola. È troppo rischioso». Addolcisce di nuovo il tono della voce. «E la tua incolumità è tutto per me, dovresti saperlo».
   
 
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