Crossover
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Autore: rosy03    30/04/2020    1 recensioni
[Crossover: MHA, Naruto, Fairy Tail, One Piece]
• Il Centro è un’organizzazione volta alla difesa della pace e dell’armonia tra gli Universi.
Ma cosa succederebbe se qualcosa andasse storto? Se tra le loro fila vi sia un demone di Abyss che sembra intenzionato ad aprire la Porta che conduce nel suo mondo, liberando così ciò che di più malvagio esiste?
Ivar e i suoi sottoposti non possono nulla contro Artemi, è un demone troppo potente e spietato.
Ma presto arriverà la soluzione: se loro, semplici esseri umani, non possono sperare di sconfiggerlo allora basterà chiedere a chi di umano ha ben poco, giusto?
Combattenti forti nello spirito, ecco di chi il Centro ha bisogno... comincia così un’avventura, una lotta contro il tempo per impedire ad Artemi di aprire quella Porta.
La Porta che si trova su Antilia.
• La storia è attualmente in revisione
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Battaglia dei Mondi'
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La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss

 
Capitolo 06

I Tre Ninja
 
 

Dopo essersi appisolata, Claudia cominciò a preparare la cena con quello che Amanda aveva comprato al villaggio poche ore prima.
Midoriya, gentile e disponbile come sempre, si era offerto di darle una mano e tra una chiacchiera e l’altra si erano dati molto da fare, servendo per cena stufato di verdure e tacchino ripieno.
Fortunatamente Claudia era un vero asso in cucina, ragion per cui riuscì a non combinare pasticci. Dopotutto aveva passato anni interi a cucinare per suo fratello quando i suoi genitori avevano i turni in ospedale in contemporanea. Si permise anche di usare la farina e le uova per preparare un delizioso rotolo ripieno di panna e fragole, che terminò quella sera stessa.
Claudia diede un veloce sguardo all’orologio e cominciò a mettere a posto. Si era fatto tardi e aveva proprio bisogno di dormire.
Isuke si mostrò apparentemente tranquillo e si addormentò immediatamente sul divano, non appena la sua testa aveva toccato il cuscino, cosa che la fece sorridere.
Sarà meglio lasciarlo riposare..., pensò intenerita.
Si voltò poi verso Amanda – Se vuoi puoi andare a dormire anche tu, qui faccio io –
– Sicura? – Claudia annuì e così la bruna si decise ad andare al piano di sopra – Va bene, chiamami se hai bisogno –
La vide sparire oltre le scale per poi rimboccarsi le maniche. In cucina c’erano ancora Izuku e Katsuki, entambi intenti a lavare le stoviglie, sembravano così tranquilli.
Specialmente il secondo.
– Posso finire io, ragazzi, voi potete anche andare a dormire –
Sarebbe stato molto meglio che fossero loro i più riposati, lei non avrebbe comunque potuto fare nulla in caso di attacco. Che fosse piena di energie o meno.
– Ti aiutamo volentieri, Claudia – fece Midoriya, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Gli sorrise grata.
– Sei praticamente uno straccio, va’ a dormire e non rompere – esclamò invece Bakugou dandole la schiena mentre asciugava i piatti – O ti ci manderò a calci in culo –
Claudia ridacchiò e si morse il labbro inferiore.
Alla fine dovette cedere – Okay. Buonanotte –
Ovviamente l’unico a rispondere fu Midoriya, neanche a dirlo. Il piano di sopra comprendeva tre camere da letto e un bagno.
Era già stato deciso che lei e Amanda avrebbero dormito insieme ma quando entrò in stanza la vide che ronfava beatemente coperta dal lenzuolo e poi vide la luna attraverso i vetri della finestra.
Si avvicinò a quest’ultima e l’aprì, non c’era molto vento. Anzi, quasi nullo.
Dall’altra parte vi era un balcone a cui si accedeva da un’altra delle camere e così decise di scavalcare il davanzale della finestra per affacciarsi di sotto.
La prima cosa che vide fu un Naruto addormentato ai piedi dell’albero accanto alla casa di legno e Hinata, seduta su una panca. Quest’ultima, come se niente fosse, alzò lo sguardo e la beccò.
Giustamente. Claudia si diede della stupida, con il Byakugan era ovvio che l’avesse vista.
– Non riesci a dormire? – le chiese cordialmente.
La Colonna scosse la testa – Volevo solo guardare un po’ fuori –
Aveva avuto modo di scambiare due parole con Hinata, era esattamente com’era rappresentata all’interno del manga. Dolce, educata, gentile... un vero angelo coi suoi occhi perlacei e i lunghi capelli corvini.
Fu in quel momento che, non seppe per quale assurda ragione, si ritrovò con le lacrime agli occhi.
Ovviamente lei se ne accorse – Qualcosa non va, Claudia? –
– Non preoccuparti, non voglio distrarti. Scusa – disse.
Hinata allora le sorrise incoraggiante – Non preoccuparti. I miei compagni di team sono nei paraggi e stanno tenendo d’occhio la zona. Posso parlare per cinque minuti –
Claudia annuì.
Si morse il labbro prima di esternare il suo malessere – È che sono... devo essere sempre protetta, non posso fare nulla. Vorrei poter dare una mano e invece... –
La voce le morì in gola.
– Vorresti essere più forte – concluse per lei Hinata, alché l’altra annuì vigorosamente – Sai, tempo fa non ero neanche lontanamente come sono adesso. Quand’ero piccola mi arrendevo spesso e non ero forte abbastanza per proteggere il villaggio e i miei amici –
Claudia tirò su col naso. Lo sapeva, conosceva la storia di Hinata, di chiunque altro personaggio di quel manga meraviglioso che le aveva cambiato la vita.
Aveva pianto alla morte di Jiraya e di Asuma, aveva fatto il tifo per Naruto, per lei, per Gaara, e aveva imparato ad andare oltre le apparenze. Itachi non era cattivo. Obito aveva sofferto tantissimo.
Madara si era sentito devastato quando aveva compreso che tutto ciò che amava e che aveva sacrificato in nome della vendetta, di una pace... l’aveva perso per sempre.
Naruto non era il solito stupido incapace, Sasuke non era un santo ma neanche tanto cattivo. Semplicemente era stato vittima degli eventi e della crudeltà delle altre persone, dell’ideologia del buon ninja, delle ambizioni di Orochimaru e delle bugie di suo fratello.
Guardò Hinata, sempre più triste – Come posso fare per aiutarli? – le chiese.
In realtà non era affatto sicura che lei fosse in grado di spiegarle cosa avrebbe potuto fare. Come acquisire delle minime abilità che le avrebbero permesso di difendersi da sola.
– È difficile – disse infatti la Hyuuga – Nel mondo dei ninja ci si allena sin da piccoli. Per imparare a concentrare il chakra, a richiamarlo e utilizzarlo in maniera appropriata ti ci vorrebbero anni di preparazione e di pratica –
Claudia sospirò, poggiando i gomiti sulla ringhiera e incassando la testa nelle spalle.
– Ma tu non sei un ninja – continuò a dire – Sono sicura che troverai qualcosa che farà al caso tuo. Sappi però che ci vorrà tempo e pratica, dovrai allenarti e soprattutto... –
– Non arrendermi – concluse.
Hinata le sorrise raggiante – Esatto –

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Midoriya sbadigliò portandosi una mano alla bocca.
Il fuso orario di quel posto l’aveva stremato e non vedeva l’ora di andare a dormire. A pochi passi da lui Bakugou asciugava le stoviglie in religioso silenzio rotto da qualche raro sbuffo o imprecazione quando per poco non gli scivolavano i piatti dalle mani.
Ogni tanto gli lanciava delle occhiate, Izuku, per cercare di capire cosa diavolo stesse pensando. E ovviamente senza farsi beccare, sia mai che diventasse più intrattabile del solito.
Poi, all’improvviso, proprio il biondo prese la parola – Ehi, Deku –
Midoriya quasi sobbalzò sul posto – Sì? Dimmi –
Lo sentì sbuffare come una locomotiva prima di parlare – Abbattere quel tizio non sarà semplice – cominciò a dire senza voltarsi, lo sguardo puntato lontano oltre la finestra, verso l’inizio del bosco immerso nel buio della notte – È un Villain fottutamente forte –
Gli era bastata un’occhiata per capirlo. Quelle iridi verde ghiaccio non si potevano certo dimenticare in un secondo.
Dannazione!
– Mh-mh. Senza contare poi quell’aura spaventosa – disse l’altro.
Già, l’unica volta che aveva provato quello stesso senso di terrore dal profondo delle sue viscere era stato ai tempi di Stain lo Stermina Eroi. Anzi. Non era neanche lontanamente paragonabile a quello.
– Stammi bene a sentire – grugnì il biondo – Se ti fai ammazzare troverò il modo di perseguitarti fino all’inferno perché non accetto di perdere contro di te per via di uno stronzo simile –
Pronunciò quelle parole velocemente.
Izuku ne rimase piacevolmente sorpreso – S-Sì, va bene… e anche tu, sta’ attento –
– Per chi mi hai preso, Deku?! Sei tu che ti riduci a una pezza del cazzo quando non è affatto necessario quindi dacci un taglio! – gli urlò in faccia e Midoriya pregò che Isuke, steso in soggiorno, non si fosse svegliato.
Incassò la testa nelle spalle e annuì – Okay, okay. Va bene, Kacchan –
– Hai del coraggio a insinuare cose del genere! –
– Shh! Kacchan, così sveglierai gli altri... – cercò di dirgli.

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Non conosco nessuno che possa voler fare una cosa del genere e non ho mai sentito parlare di un’organizzazione chiamata Centro – spiegò il bestione.
Naruto sospirò. Aveva approfittato della nottata tranquilla per chiedere informazioni a Kurama, dato che, essendo vecchio di migliaia di anni, avrebbe potuto sapere qualcosa riguardo Artemi.
E invece... – Sei davvero sicuro che vuoi partire? Konoha ha ancora bisogno di te
C’è Sasuke. O meglio, ci sarà. Aspettiamo il suo ritorno e poi ce ne andremo. Mi fido di lui
Kurama sghignazzò.
Da quando era stato sigillato dentro il corpo di quel biondastro ne aveva viste di tutti i colori ma la cosa che lo divertiva maggiormente era vederli litigare ancora, dopo anni, per delle banalità.
Naruto non era di certo una cima ma neanche Sasuke scherzava quando si toccavano i punti giusti.
Ad ogni modo la situazione è pessima. Un solo passo falso e ci ritroveremo nella merda, eh?
Già. Senza contare che non sappiamo quali siano le reali capacità del nemico. Tra l’altro, secondo Isuke e Amanda, quel tipo si sta circondando di persone alquanto forti e dalle abilità più disparate – spiegò Naruto.
La volpe era stesa a pochi metri da lui, teneva il muso appoggiato alle zampe anteriori e di tanto in tanto muoveva qualche coda. A vederlo così sembrava alquanto innocuo.
Sapeva però, Naruto, come tutti gli altri ninja, che se voleva era capace di distruggere un intero villaggio in meno di un’ora. Una forza della natura, ecco cos’era l’Enneacoda.
Non farti ammazzare, Naruto – disse a un certo punto il grande animale – Che se muori tu poi muoio anch’io
Il ragazzo scoppiò a ridere.
Certo, l’avrebbe seguito nel regno dei morti... ma poi sarebbe tornato, libero e senza doversi sorbire le stupidaggini dello shinobi biondo – Come sei romantico
Kurama non si curò neanche di mostrare le zanne in segno di irritazione.

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Aveva chiuso gli occhi appena trenta minuti prima che un boato la fece letteralmente saltare.
– Ma che cazzo...? – non sentì neanche Amanda che era corsa subito alla finestra a controllare cosa diamine stesse succedendo, che si ritrovò a spalancare la bocca quando un uccello sfondò la parete come fosse un proiettile – Ma che cazzo...? – ripeté la bruna, indossando rapidamente gli stivali.
Agguantò Claudia per una mano e la trascinò al piano di sotto, senza aspettare che il rapace si riprendesse dalla botta.
– Isuke! Per poco un dannato uccello non ci ha ammazzate! – urlò.
Lo sentì imprecare – E tu ti preoccupi degli uccelli? –
Amanda non poté credere ai suoi occhi. Il soggiorno era pieno zeppo di bestiacce, alcune di queste ringhiavano e snudavano le zanne con insistenza.
Arrivò un’altra esplosione, questa volta proveniente dal piano di sopra e i due apprendisti eroi apparvero sulla rampa di scale pochi secondi dopo, trafelati – Che cazzo hanno questi animali? –
Midoriya doveva ancora riprendersi dall’aver avuto un anaconda a pochi centimetri dalla faccia.
L’agente del Centro stava per rispondergli che non ne aveva idea ma il soffitto crollò in quel preciso istante e solo l’ennesima e potente esplosione di Bakugou direzionata verso l’alto aveva evitato che rimanessero schiacciati, riuscendo anche ad allontanare le bestie più vicine.
A quel punto, dopo che la polvere si diradò, Hinata apparve dando loro le spalle – Scusate, avremmo dovuto avvertirvi ma c’è stato un piccolo problema –
E con ‘piccolo’ intendeva che perfino Akamaru aveva cominciato a dare di matto e aveva iniziato ad attaccare il suo padrone senza dargli tregua. Inoltre l’Hokage aveva appena fatto suonare l’allarme e il villaggio era nel caos, attaccato da qualsiasi animale più grande di un chiwawa.
– Dov’è Naruto? – chiese allora Isuke mentre toglieva la sicura alla pistola.
– Il nemico è stato avvistato a ovest, si è diretto là –
Amanda quasi si strozzò con la sua stessa saliva – Da solo?! –
La kunoichi si voltò di tre quarti verso il gruppetto mostrando un sorriso – Non preoccupatevi. Se la caverà sicuramente –
Poi, il caos.
Dapprima quelli a lanciarsi senza remore sulla giovane Hyuuga furono dei cani lupo, a seguire serpi, rapaci, cinghiali, daini e volpi che la mora prontamente respinse usando il Palmo d’Aria, la cui onda d’urto spedì gli animali contro i tronchi della prima fila di alberi.
Si muoveva fluidamente, i suoi movimenti erano precisi e grazie al Byakugan attivo aveva sott’occhio tutti i nemici senza rischiare di essere presa di spalle.
– Cosa facciamo? – chiese allora Amanda – Non possiamo restare qui –
Isuke annuì ma prima di fare qualsiasi cosa si rivolse a Hinata – Chi è il nemico? E che cosa vuole? –
Dopo aver stroncato l’ennesimo tentativo del cinghiale, la kunoichi espirò – Sono gli stessi ninja di cui parlava Sakura. Shino è riuscito a captare alcune loro conversazioni e a quanto pare stanno cercando te, Claudia – spiegò in un sospiro.
La Colonna restò immobile, muta come un pesce.
Era notte. La visibilità era scarsa ed erano circondati da bestie di ogni sorta.
A un certo punto Hinata portò una mano all’orecchio dove i due agenti poterono notare un auricolare, subito dopo parlò con chi era dall’altro capo – Ho capito. Ci penso io qui, anche se... – poi si bloccò e volse lo sguardo verso la vegetazione, aggrottando le sopracciglia.
Lo sentiva, lo vedeva. Il ninja proprio davanti a lei, nascosto dagli alberi e non ci mise molto a capire di chi si trattasse: il chakra confluiva negli occhi.
– La kunoichi con lo Sharingan – disse soltanto.
Amando alzò un sopracciglio, non ci stava capendo assolutamente nulla mentre le sole parole di Hinata bastarono a farla tremare, Claudia sapeva bene di cosa era capace quella tecnica oculare.
Fu la Hyuuga a proferire parola, in modo da renderli partecipi della questione – Il nemico è nascosto tra gli alberi e possiede una particolare tecnica che gli consente di intrappolare le sue vittime in potenti illusioni. Non guardatela negli occhi! – esclamò.
– Uff, che rottura – cantilenò una voce – Tra tutti i ninja che ci sono dovevano mettere a guardia della Colonnina proprio una Hyuuga? E io che volevo risolverla velocemente... –
L’avversaria uscì dalla coltre di oscurità dov’era nascosta e mostrò fiera gli occhi rosso sangue, l’iride tipico dello Sharingan, l’occhio delle illusioni – Akame, piacere – disse – Tu devi essere la primogenita del capoclan, Hisashi Hyuuga. E voi... i tipi del Centro. Oh, sei tu la Colonnina? –
I lunghi capelli viola rendevano la sua figura ancora più slanciata, sul viso un’espressione divertita.
Abbassò lo sguardo, Claudia. Non voleva cadere in nessun tipo di illusione.
Lo stesso fecero gli altri.
Come facciamo a combattere se neanche possiamo guardarla in faccia?, si chiese Bakugou.
Akame batté le mani un paio di volte prima di ghignare – Va bene, bestioline. È l’ora della pappa. Il piatto principale è... la piccola Hyuuga –
Hinata fu costretta ad allontanarsi dal gruppo del Centro con un balzo nel momento in cui un orso alquanto grande fece per saltarle addosso. Le zanne snudate, ringhiava nella sua direzione con la bava alla bocca.
Isuke alzò la pistola e sparò un colpo, il proiettile però venne attentamente deviato da uno shuriken.
– Che crudeltà... colpire dei poveri animali affamati – affermò il nemico.
Allora Amanda assottigliò gli occhi – Sei tu che li controlli? –
– Esatto – disse – Ed è inutile che cerchiate di colpirmi. Leggo tutte le vostre mosse –
Il biondo agente del Centro, allora, provò a spararle ma non ci fu niente da fare.
Claudia avrebbe dovuto immaginarselo. Con lo Sharingan schivare dei semplici proiettili era una passeggiata! – È inutile, Isuke. I suoi occhi possono vedere tutti i nostri movimenti, analizzarli e anticiparli. Riuscirà sempre a evitare i tuoi colpi – spiegò infatti.
Akame rise di gusto – Ma allora è vero che sai tantissime cose! Ma che brava! –
– E allora come la battiamo, secondo te? – ruggì Bakugou.
Claudia sobbalzò, non si aspettava di essere chiamata a rispondere a una tale domanda.
Non ne aveva idea e poi... perché lei che di combattimento non sapeva nulla?!
Quello ha ragione, Cla – intervenne allora Amanda – Tu conosci molto bene questo mondo. Sei l’unica che può spiegarci come combatterla –
Sgranò gli occhi, impaurita – Conosco delle cose, è vero. Ma da qui a dirvi cosa fare...! – era stata presa in contropiede, le mani avevano cominciato a tremare – E poi non ho mai visto quella tizia! Non so neanche ci sia! –
– Ma conosci parte delle sue abilità, no?! –
Claudia si morse la lingua.
Guardava i suoi protettori uno ad uno in cerca di aiuto, voleva uscire da quella tremenda situazione perché non se la sentiva. Non avrebbe mai potuto farcela. Guidarli?
Lei? Scherziamo?!
Li avrebbe condotti alla morte, altroché!
– Claudia, ce la puoi fare – fece Izuku sorridendole.
Perché aveva così tanta fiducia in lei? – Midori- –
– Piantala di frignare e dacci una mano, Quattrocchi! –
Posso farcela? Davvero? Posso davvero dare una mano in questo senso?
Sono cresciuta con il manga
Naruto, conosco tecniche che neanche il protagonista conosce e la storia di moli personaggi. Sì, potrei. Che mi costa provare?
Annuì, Claudia. Annuì e cominciò a elaborare le informazioni così da spiegarle in maniera semplice e veloce agli altri.
Ma ovviamente, mai che una cosa vada nel verso giusto.
– E secondo voi ve lo lascio fare? – fece Akame, tirando fuori dal marsupio dieci shuriken, cinque per mano, e lanciandoli nella loro direzione.
Isuke agì prontamente e sparò nove colpi, l’ultimo shuriken fu fermato dalla lama di uno stiletto. Claudia sgranò gli occhi quando capì a chi appartenesse – A-Amanda? –
La bruna sbuffò e alzò le spalle – Li ho nascosti un po’ ovunque, perfino nelle scarpe – disse, a mo’ di spiegazione.
– Siete proprio delle pesti –
– Dacci un taglio, noi ora ti faremo il culo – ruggì Bakugou.
Akame ridacchiò – Ne sei proprio convinto? –
Il tono sibilino che usò fece temere il peggio. E infatti dopo neanche pochi secondi Hinata, che affannosamente si difendeva dal continuo attacco di belve feroci, gridò nella loro direzione – Stanno arrivando gli altri due! Attenzione! –
Neanche il tempo di ulteriori dettagli che venne colpita con un calcio alla base della schiena.
Veloce, era stato tremendamente veloce che neanche con il Byakugan era riuscito a vederlo. La Hyuuga crollò a terra ma si rialzò immediatamente sotto gli occhi preoccupati degli altri cinque.
Gli animali si erano fermati a un ordine della kunoichi.
Colui che aveva colpito la mora era un giovane dalla pelle ambrata e i capelli scuri, non molto alto e dall’espressione austera – Non resisterai ancora a lungo, arrenditi – disse serio.
Hinata scosse la testa e si morse l’interno della guancia. Non aveva molto chakra, il suo avversario era veloce come il vento e in più era arrivato una montagna di muscoli dietro di lui.
– Se proprio ci tieni a morire, ti accontento –
Claudia non riuscì a non gridare il nome della Hyuuga ma il ninja avversario non la uccise, contrariamente a ciò che aveva pensato.
Velocemente, tanto da sparire e ricomparire alle spalle di Hinata, l’afferrò per la testa e la spinse al suolo. Izuku non aspettò oltre e attivando il Full Cowl spiccò un salto per raggiungerla e aiutarla ma i due scomparvero nell’istante in cui mise piede a terra.
Hinata venne trascinata dinanzi ad Akame che la costrinse a spalancare gli occhi.
Fu questione di un attimo, la kunoichi di Konoha crollò come fosse addormentata, le palpebre socchiuse e chissà quale inferno in testa.
– Che cosa le ha fatto? – fece Amanda, non riuscendo a capire come mai la loro alleata avesse smesso all’improvviso di dimenarsi.
A rispondere fu la Colonna, in tono grave – L’ha chiusa in un’illusione –
Si rese conto di avere il respiro pesante ed era stanca, stanca di vedere gli altri soffrire a causa sua.
Perciò si voltò verso Bakugou, gli altri due e Izuku, che li aveva raggiunti nel frattempo – Okay, non so dove sia Naruto ma per ora ci arrangeremo. Sakura vi ha detto altro riguardo questi tre che l’hanno attaccata? –
Isuke annuì prontamente – Ha detto che quello tutto muscoli ha una forza fisica spaventosa –
– E il terzo? Ti ha parlato di qualche sua abilità? – chiese ancora, questa volta però scosse la testa.
I palmi di Katsuki presero a scoppiettare e un ghigno malefico si fece strada sul suo volto – Sappiamo che è veloce al punta di diventare invisibile, è già qualcosa –
– Talmente veloce che Hinata non è riuscita a vederlo – concluse Claudia, volgendo lo sguardo verso l’amica stesa a terra ai piedi dei tre ninja – Normalmente uno shinobi viene addestrato nelle tre arti di base: le arti marziali, le arti magiche e quelle illusorie. Fate attenzione, potrebbero saper utilizzare il fuoco, l’acqua, la terra, il vento o il fulmine. Addirittura potrebbero avere delle Abilità Innate – spiegò, in fretta e furia.
Non voleva che venisse interrotta o, peggio, che fossero impreparati.
Amanda annuì – Okay. Tu resta indietro. Ci pensiamo noi –
– Io penso al tipo tutto muscoli – cominciò a dire Bakugou.
L’agente gli lanciò un’occhiataccia – Se vuoi metterti in mostra non è il momen- – ma venne interrotta da Izuku che le posò una mano sulla spalla.
Non sorrideva, ma i suoi occhi dicevano tutto. Era una muta richiesta di fidarsi del suo amico.
Claudia non ebbe alcun dubbio e annuì, dopotutto sapeva bene che, nonostante il carattere irascibile, Bakugou ragionava con fredda lucidità nelle situazioni più disperate.
– Allora io mi occupo del tizio con la pelle scura. Con il mio Full Cowl dovrei riuscire a tenergli testa – disse allora Midoriya.
Certo che non so se mi basterà il 20%..., pensò preoccupato.

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Konoha era assediata dagli animali.
La cosa avrebbe fatto ridere i polli che non immaginavano neanche cosa realmente stava accadendo. Il villaggio era stato preso di mira da bestie fameliche e tutti i ninja erano stati chiamati a protezione dei civili. Persino i genin erano stati ingaggiati all’azione.
Quello sarebbe dovuto essere un periodo di pace.
Kakashi sapeva cosa stava succedendo: quei tre ninja che fino a poco tempo prima si erano divertiti a distruggere piccoli villaggi, avevano preso di mira la loro città. Konoha era piena di civili che correvano verso i rifugi sulla montagna, scortati da innumerevoli shinobi.
Lui era lì a cercare di trovare una soluzione.
Ma mentre pensava a un modo per risolvere la questione, si disse, avrebbe potuto prendere a calci quelle belve che minacciavano di distruggere il villaggio.

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La cosa che più gli premeva era allontanare il bestione dagli altri così da poter combattere in pace senza rischiare che gli alleati venissero coinvolti nelle sue esplosioni.
Per questo motivo si lanciò a rotta di collo verso di lui, usando il suo Quirk per acquisire maggiore velocità e allo stesso tempo Midoriya si mosse per conto suo, attivando il suo Full Cowl e caricando in direzione del nemico.
Allungò le braccia in avanti e gli lanciò un’esplosione moltiplicata per dieci sulla faccia lanciandolo nel mezzo della foresta. Certo, lì il rischio di incendio era alto ma almeno non doveva preoccuparsi di colpire per sbaglio tutti gli altri.
– Ragazzino – ruggì il colosso – Ti stai mettendo nei guai –
Aveva la mascella grossa ma appuntita, gli occhi piccoli e affilati.
– Ti ridurrò in poltiglia –
– Non sei un ninja per cui non mi interessi – continuò il rosso.
Bakugou digrignò i denti.
Stava cominciando a perdere la pazienza. L’avrebbe massacrato, altroché.
Senza dire nient’altro, si lanciò nuovamente all’attacco: gli era più facile muoversi a mezzaria con le sue esplosioni e riuscire in questo modo a colpirlo, acquisendo maggiore rapidità.
Tai, questo era il suo nome, parò il viso dietro le braccia, come aveva fatto poco prima.
La potenza delle esplosioni era notevole ma ci voleva ben altro per scalfire i suoi muscoli.
Non appena gli fu possibile caricò il pugno e fece per colpirlo, ma Bakugou lo schivò agilmente.
– Sei fastidioso, tu e le tue esplosioni –
Andarono avanti così per diversi minuti, un continuo confronto fisico in cui nessuno dei due aveva la benché minima voglia di arrendersi e lasciarsi vincere.
Il più giovane era attento a non farsi colpire neanche una volta. Sapeva bene che con quella forza avrebbe potuto rimanerci secco, la sua stazza gli ricordava quella di All Might, anche se...
Non è neanche paragonabile a lui, si ritrovò a pensare, E di questo passo le mie esplosioni diventano sempre più potenti. Posso farcela!
Era questa la particolarità di Katsuki Bakugou: più si muoveva, più il suo Quirk risultava micidiale.
Certo, a lungo andare il suo stesso corpo ne avrebbe risentito, ma non era ancora vicino al suo limite. Avrebbe potuto abbatterlo con una serie di esplosioni ben indirizzate.
Purtroppo però non era l’unico con qualche asso nella manica.
Quando fu costretto ad allontanarsi per non essere preso in pieno, Tai formò degli strani segni con le mani. La mente di Bakugou ebbe appena il tempo di elaborare l’informazione che cominciò a sentire il vento cambiare direzione e girare vorticosamente attorno all’avversario.
Assottigliò gli occhi e mosse un passo in avanti.
D’altro canto, il colosso mostrò un vago sorriso – Taiton – disse – Scommetto che non ne hai mai sentito parlare –
Bakugou corrucciò la fronte. Che diamine sarebbe questo Taiton?
– Altresì chiamata Arte del Tifone. Osserva –
Le sue mani cambiarono di nuovo posizione e un potente uragano si generò attorno ai due combattenti. Katsuki si guardò intorno, non c’era via d’uscita.
L’unico modo sembrava abbattere chi aveva messo in piedi quel ciclone.
– Questo è il più alto livello di controllo dell'Arte del Vento – spiegò sghignazzando.
Bakugou sapeva solo una cosa: che avrebbe dovuto impedirgli di muovere quelle maledette mani e forse avrebbe evitate altre problematiche di quel tipo.
Aveva deciso quale sarebbe stata la sua prossima mossa ma questa volta avrebbe dovuto superare i suoi limiti, doveva aumentare la potenza delle sue esplosioni e ignorare il dolore alle braccia.
Tai mosse le mani, componendo i vari segni – Taiton: Grande Ciclone – e, detto ciò, il vento cominciò a soffiare ancora più forte attorno a loro.
Bakugou saltò in aria e cominciò a girare grazie alle sue esplosioni, sempre più velocemente formando un moto circolatorio. Girò e girò, dopo che l’impulso accumulato gli sembrò sufficientemente distruttivo, Katsuki sparò.
La vittoria sarebbe stata decisa dalla forza d’impatto.
Un ciclone creato e mosso dal chakra di un essere umano creato artificialmente e un tornado esplosivo carico di rabbia.
Si udì un boato. La terra tremò, gli alberi che li circondavano si disintegrarono all’istante.
Subito dopo ci fu il silenzio. Bakugou respirava affannosamente, in piedi per miracolo.
La camicia dell’uniforme scolastica era quasi del tutto distrutta e i pantaloni sporchi di polvere, leggermente bruciacchiati.
Ai suoi piedi Tai giaceva immobile.
La nuvola di fumo e detriti si diradò lentamente, a quel punto il biondo si mosse e guardò il tipo contro cui aveva appena combattuto. Sembrava morto.
Si inginocchiò per scrupolo e allungò due dita poggiandole laddove sapeva ci fosse l’arteria.
Gli sembrò assurdo. Il cuore di Tai non batteva. Neanche un po’.
Non respirava. Restò per un attimo immobile. Alla U.A. gli avevano detto e ripetuto che non era compito dell’Eroe decidere della vita e della morte delle persone, neanche se si trattava di spietati Villains... l’importante era rendersi inoffensivi e arrestarli.
E invece aveva appena ammazzato un colosso di due metri senza neanche accorgersene.
In verità, per un attimo, gli era sembrato che avrebbe potuto resistere a un attacco del genere. Gli era parso più resistente, più forte, più... ma no, forse non lo era.
Possibile fosse solo apparenza?
Si alzò e andò a sedersi su un grosso masso lì vicino, posando i gomiti sulle ginocchia larghe, la testa abbandonata in avanti. Neanche uno come lui poteva rimanere impassibile.
Che cazzo..., Aveva appena ucciso un uomo?
Si lasciò sfuggire un sorriso amaro.

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– Non sei un ninja e non conosci il mondo dei ninja. Non puoi pensare di battermi –
Il ginocchio di Midoriya crollò a terra ma quest’ultimo si rialzò subito dopo.
Aveva collezionato colpi su colpi, escoriazioni a causa delle cadute e per poco non gli aveva slogato una spalla. In quel frangente il One For All l’aveva salvato.
Non posso pensare di eguagliare la sua velocità utilizzando solo il 20% e dire che mi fanno male già le ossa e i muscoli, pensò tra sé.
La soluzione più veloce era utilizzare il suo Quirk a piena potenza ma in quel modo avrebbe rischiato di rompersi, poi ci avrebbe messo chissà quanto tempo a riprendersi dallo scontro.
Sarebbe stato già fuori gioco.
Shitai, d’altro canto, aveva perso la pazienza. Era da quando avevano iniziato a combattere che quel moccioso si rialzava, qualsiasi fosse il colpo che accusava – Smettila. Stai diventando irritante –
– E tu non pensare che io mi possa arrendere. Il mio compito è proteggere Claudia – affermò sicuro, negli occhi verdi brillava una luce di pura determinazione – Full Cowl: Shoot Syle
Corrucciò le sopracciglia e strinse i denti, sopportando altro dolore a quello solito.
21... 22... 23..., contò nella propria mente, 24... 25%...!
Sentì le sue gambe bruciare, l’energia scorrere in ogni tessuto del suo corpo, in ogni cellula minacciando di farli esplodere dall’interno.
Fa male, dannazione, ma devo resistere. Un po’, solo per un po’!
– Puoi incrementare la tua forza ma se non riesci a colpirmi è inutile –
Midoriya sospirò di fatica – Questo lo vedremo –
Scattò in avanti e tentò di colpirlo con un calcio, Shitai lo schivò e contrattaccò piegandosi in avanti, girando su stesso e mollandogli una gomitata.
L’altro, allora, tentò una seconda volta e Shitai dovette per un attimo rivalutare la situazione.
Era una sua impressione o quel ragazzino stava diventando più veloce più il tempo passava? Certo, gli sembrava altrettanto stanco e sofferente, come se quella velocità gli costasse parecchio.
Doveva trovare il modo di muoversi e farlo fuori.
– Adesso basta –
Shitai era il più bravo tra i tre nelle arti marziali e il più veloce. Gli sembrava impossibile che stesse faticando a far fuori un moccioso.
Si preparò ad agire quando sentì chiaramente un filo spezzarsi.
Quel filo si spezzò nel momento in cui una potente esplosione fece tremare la terra poco distante da loro, l’onda d’urto li raggiunse seppur più lieve rispetto all’epicentro.
I suoi occhi neri come il carbone puntarono in quella direzione e in un attimo seppe per certo cos’era successo.
Lo ha ucciso. Quel ragazzino ha ucciso Tai!
Midoriya lo vide sparire e prontamente cominciò a seguirlo nella foresta. Se la sua intuizione era giusta era stata tutta opera di Bakugou, doveva sbrigarsi. Era stata un’esplosione potentissima, sicuramente non doveva trovarsi al massimo delle forze.
Shitai giunse per primo nella radura, al centro di un enorme cratere c’era il corpo esamine di Tai: la sua pelle sembrava rotta un po’ ovunque. No, erano vere e proprie crepe.
– Kacchan! – esclamò Izuku arrivando subito dopo.
Successe tutto molto velocemente. Il moro si lanciò contro Bakugou colpendo con un pugno il plesso solare e subito dopo con un calcio facendolo sbattere con il viso sulla roccia.
– Tu, bastardo, non osare guardarmi dall’alto in basso – ringhiò il biondo, cercando di alzare la faccia che Shitai teneva premuta contro il terreno con un piede.
– Non muoverti Kacchan! – gridò ancora Midoriya ed eseguendo il St.Louis Smash sul nemico.
Il calcio venne prontamente schivato, Shitai gli afferrò la caviglia e lo sbatté a terra, accanto all’altro. Era furioso. Era davvero furioso.
Bakugou abbaiò diversi insulti prima di farsi forza sulle braccia indolenzite per via delle esplosioni, voltarsi e sferrargli una ginocchiata in viso. Esultò mentalmente anche se avrebbe dovuto indossare le sue ginocchiere di metallo per fargli ancora più male.
Al tempo stesso Midoriya aumentò l’energia del One For All, arrivando al 37%.
Ciò che sentiva era soltanto dolore. Immenso dolore in ogni parte del corpo.
Doveva superare quel limite, doveva riuscirci.
Gli occhi di Shitai lampeggiarono nel buio della notte, si mosse molto velocemente, più velocemente di quanto abbia mai fatto, si spostò alle spalle dei due ragazzi afferrò le loro teste – Morite – sibilò, iroso.
Il corpo di Izuku esplose di energia nel medesimo istante, afferrò il braccio del nemico e lo tirò in avanti. Dopodiché caricò il Detroit Smash e colpì duramente.
Si udì un sonoro crack, poi il corpo di Shitai percorse diversi chilometri prima di fermarsi. Alla fine Midoriya crollò in ginocchio tenendosi il braccio destro e con un fortissimo dolore anche alle gambe.
Si morse l’interno della guancia e strizzò gli occhi per abituarsi al dolore.
Al suo fianco Bakugou tossicchiò un paio di volte, poi lo guardò irritato – Ti avevo detto di non romperti, cazzo –
Izuku incassò la testa nelle spalle – Mi dispiace – gracchiò sofferente – Ma almeno è finita –
Già. Finita. Due su tre erano stati sconfitti.
Per ora.

---

– Merda! –
L’esclamazione contrariata di Isuke fece sobbalzare Claudia che faticava a guardare nella direzione del nemico senza incrociare i suoi occhi.
Amanda si era lanciata all’attacco contro la kunoichi ma con i suoi stiletti non riusciva a fare molto, i suoi movimenti, seppure notevolmente agili e veloci, non erano abbastanza. Lo Sharingan era difficile da contrastare e loro non aveva nessun potere.
– Hai qualche idea? Qui la situazione si mette male... e Midoriya è in difficoltà –
Claudia strinse le labbra.
I suoi occhi saettarono verso i due che combattevano qualche metro più in là, nello spiazzale primo di alberi; poi guardò Hinata, ancora a terra, inerme.
Doveva farsi venire in mente qualcosa. Ma cosa?!
– Siete proprio divertenti voi agenti del Centro. Non fate altro che provarci ma è evidente che è tutto inutile – esclamò Akame.
La bruna sbuffò una risata – A parte quegli occhi non hai nulla di particolare, no? –
– È qui che ti sbagli, cara – e detto ciò, cominciò a comporre i segni con le mani – Kouton: Sfere di Ferro
Ai lati di Akame si formarono, appunto, delle sfere nere grandi quanto un pugno che saettarono addosso agli avversari. Isuke e Claudia li schivarono facilmente, essendo più lontani, Amanda riuscì a deviarne la traiettoria usando i suoi stiletti ma la seconda la colpì in pieno nello stomaco.
La Colonna tossì per via della polvere e si rialzò dolorante – Cavoli, questa proprio non ci voleva –
Isuke tirò fuori le pistole e provò a colpire le sfere di metallo ma non sembravano avere effetto e intanto, suddette sfere ricominciarono a muoversi in maniera autonoma provando a colpirli.
La battaglia si trasformò in una specie di gioco a palla avvelenata, dove chi veniva preso perdeva non solo la sfida ma, forse, anche la vita.
Amanda, dal canto suo, cercava di capire cosa avesse di rotto all’altezza del petto. Ogni respiro diventava doloroso ed era quasi certa centrasse una costola – Maledetta stronza – grugnì.
Il biondo allora provò ad avvicinarsi all’avversaria, spiccando un salto e usando una sfera di ferro per darsi lo slancio necessario. Si avvicinò in questo modo ad Akame ed estrasse due pistole, sparò un paio di colpi ma fu tutto inutile.
Kouton: Sbarre di Ferro!
Claudia vide distintamente le sfere fermarsi a pochi centimetri da lei, mentre ai piedi di Isuke spuntarono grosse sbarre acuminate di metallo che lo trafissero e a causa del dolore lancinante perse la presa sulle pistole che caddero ai suoi piedi.
– Isuke! – esclamarono le altre due, l’una circondata da sfere di metallo, l’altra cercando di rialzarsi e tenendosi con una mano la parte lesa.
– È stato abbastanza semplice, eh? – fece Akame – Tranquille, non ho colpito nessun organo vitale. Ve l’ho detto, siete divertenti... ad ogni modo è finita, mi dispia- – si bloccò al suono di boato.
Sentì chiaramente anche lei il filo spezzarsi e restò immobile, le braccia lungo i fianchi snelli.
Fece per parlare ma prima si inumidì le labbra e scosse la testa – Non ci credo – sussurrò, subito dopo vide Shitai sparire e il piccoletto con le lentiggini inseguirlo – Non ci credo! –
Non so cosa stia succedendo... ma mi pare proprio il momento di darsi una mossa, pensò Amanda scattando in piedi. Afferrò i suoi stiletti e ignorò il dolore, corse a più non posso verso la kunoichi azzardando un attacco.
Claudia approfittò della distrazione della nemica per sgattaiolare lontano dalle sfere micidiali e avvicinarsi a Isuke, tenuto in piedi dalle sole sbarre che uscivano dal terreno. Il sangue aveva cominciato a colare e sporcargli i vestiti.
Le veniva da piangere ma ingoiò il malessere e si abbassò in tempo per prendere in mano le pistole dell’agente. Non aveva mai sparato in vita sua ma avrebbe imparato in quel breve lasso di tempo.
– A-Aspetta, Claudia... prendi q-quella che ho dietro la schiena – gracchiò Isuke, attento a non respirare troppo forte.
La Colonna restò a bocca aperta, non si aspettava un tale consiglio ma annuì e allungò una mano dove lui le aveva detto di cercare. Sarebbe stato imbarazzante in un’altra occasione e sarebbe arrossita come un pomodoro maturo nello sfiorare (per sbaglio, eh) la pelle di Isuke; ma agguantò la pistola e fece come gli aveva visto fare.
Doveva solo mirare, giusto? Il problema era che quella pistola non sembrava affatto come tutte le altre. Era interamente bianca, sul lato della canna c’erano scritte soltanto due iniziali E.J.
Non sono le iniziali di Isuke, pensò curiosamente.
– Prendi b-bene la mira e sp-ara. A-Attenta al rinculo –
Claudia annuì mordendosi il labbro inferiore.
Volse poi gli occhi verso Akame che proprio in quel momento sferrò un calcio laterale alla bruna che si piegò in due dal dolore. Tirò fuori tre shuriken e li lanciò ma Amanda fece appena in tempo a pararne due e schivarne uno, anche se quest’ultimo riuscì a graffiarle il viso.
Prese un bel respiro profondo, Claudia, e puntò la pistola tenendola con due mani.
Akame, ovviamente, se ne accorse e ridacchiò – Sul serio? Non avete ancora imparato la lezione? – quando Amanda cercò di tornare all’attacco però le lanciò un’occhiata irritata – Tu stanne fuori, adesso mi hai scocciata –
Le sfere di metallo la colpirono con violenza alle spalle spingendola a terra e facendole sputare sangue. Il dolore al petto non intendeva diminuire.
Claudia tremò. Akame mosse sinuosamente un passo dopo l’altro, gli occhi rossi ancora più minacciosi di prima.
Devo sparare. Ma se mancassi il tiro? E se lo evitasse?
– Coraggio, Colonnina, usa pure quella strana arma. Non servirà a nulla ma ti lascio provare –
A quel punto sentì la voce di Isuke mugugnare un ‘spara’ biascicato.
Okay, sparo. Speriamo in bene!
Il dito premette il grilletto e subito dopo le braccia vennero spinte all’indietro per il contraccolpo. Il proiettile viaggiò a una velocità pazzesca, Akame lo osservò arrivare e sfiorarle l’orecchio sinistro
Cavoli, che brutta mira, avrebbe voluto dire ma all’ultimo secondo quel proiettile cambiò forma ed esplose a un centimetro dalla sua faccia.
La kunoichi gridò di dolore, portò immediatamente una mano sull’orecchio sinistro, o quel che ne rimaneva. Il sangue uscì a fiotti, colando sulla spalla e la parte lesa cominciò a bruciare e a dolere in maniera esagerata – Maledetta!! Cosa cazzo era quello?! –
Claudia non seppe cosa dire, non si aspettava tutto ciò da una semplice pistola.
Akame cercò di caricare sulla Colonna, doveva portare a termine la sua missione prima che anche Shitai facesse una brutta fine ma aveva perso la sensibilità all’orecchio e non udiva nulla.
Il timpano era rotto a causa del forte rumore dell’esplosione, il sangue non accennava a diminuire e concentrò il chakra negli occhi.
Pessima mossa.
Qualcosa dentro di lei smise di funzionare. Un meccanismo, qualcosa che le impedì di gridare. Spostò le mani, compresa quella intrisa del suo stesso sangue, sugli occhi che avevano iniziato stranamente a sanguinare. Cosa le stava accadendo? Cos’era quella reazione del suo corpo?
Possibile che fosse bastata una piccola esplosione per mandarla in tilt?
Quelle stesse domande se le poneva anche Claudia che aiutò per prima cosa Amanda ad alzarsi in piedi, poco dopo il metallo che tenevano Isuke in piedi svanirono come per magia e lui ruzzolò giù.
– Dannazione. Dannazione. Dannazione –
Akame proprio non riusciva a capire cosa le stesse succedendo.
Che non vi salti in mente di esagerare – aveva detto loro – Il chakra, le abilità innate, i vostri stessi nomi, sono stato io a farvene dono. Soprattutto tu, Akame
Il tuo Sharingan è soltanto un’imitazione. Non pensare di poterlo attivare quando e come vuoi
È incompleto e precario. Non corri il rischio di perdere la vista ma è già un miracolo che quell’Uchiha non ti abbia uccisa quella volta
Le sue viscere tremarono. Ecco cos’era, allora. Lo Sharingan si stava ribellando? Sul serio?
Ed è tutta colpa di quel colpo, che ironia... la Colonnina ha tirato fuori il coraggio, eh?
Lentamente il suo corpo smise di muoversi, perse funzionalità e cadde a terra, a pancia in su.
Respirava a stento, a breve avrebbe smesso.
Claudia e Amanda aiutarono Isuke a mettersi seduto e la bruna cominciò a dargli un’occhiata, era stato ferito in più punti ma non era grave. Certo, tutto dipendeva dalla quantità di sangue che aveva già perso. Dovevano sbrigarsi a curarlo.
– Sei stata grande, Claudia – disse – L’hai sconfitta –
Ma la Colonna sapeva che non era stato soltanto grazie a lei. Per cui scosse la testa – Io non ho fatto nulla. La pistola è di Isuke e... non so, è crollata troppo facilmente – osservò mogia.
Amanda sospirò e le intimò di restare lì e non muoversi, lei avrebbe cercato il kit di pronto soccorso in casa (o quel che ne rimaneva).
– N-Non puoi pretendere di- diventare una combattente all’improvviso... ma questa notte sei stata b-brava – gracchiò Isuke tirando un sorriso.
– Non parlare, così ti faranno più male –
Isuke ridacchiò ma subito dopo gemette.
– Però – continuò a dire, tornando a scherzare – Hai una mira schifosa –











#Ciao!! ^^ Rieccomi! Un po’ tardi, eh.
Come va? Come trascorrete queste noiose giornate di quarantena? Io studio, scrivo, leggo, studio, leggo, studio ancora un po’ e poi scrivo, scrivo, scrivo... ah, poi mangio. Tanto. E dormo.

Come vi sembra il capitolo? L’ho scritto tutto in un solo giorno, poi l’ho riletto e riletto e riletto perché delle cose non mi convincevano, alcune cose le ho cambiate, altre no. Spero che sia stata una piacevole lettura ^^ io ce l’ho messa tutta. In realtò avrebbe dovuto contenere un'altra piccola scena ma poi mi son detta che sarebbe stato meglio lasciarla per dopo...!

Che dire? Povera Claudia, la sto facendo dannare ^^ vabbé, prima o poi si riprende, giuro. Però qui si è data un bel po’ da fare, eh? Certamente non inizierà a tirare pugni o sparare raggi fotonici da un momento all’altro, ma pian piano giungerà a un bel traguardo.
Amanda e Isuke, dal canto loro, non sono deboli... è solo che con una con lo Sharingan come si fa?
In questo capitolo ho inserito ben TRE combattimenti! Tai, Shitai e Akame, come vi sembrano? Spero vi siano piaciuti, dai.

So già che lo starete pensando tutti... dove caspita sono finiti Naruto, Sakura e Sasuke? Beh, innanzitutto Sasuke non è neanche al villaggio, quindi per lui la scusa c'è per non farlo arrivare subito ^^ ma tranquilli, non sono morti (ma daaaai?!) e a breve faranno la loro entrata.
Giustamente mi avete fatto notare che loro sono davvero TROPPO per gente come Midoriya &Co ma ehi, ho pensato anche a questo! è già tutto nella mia testolina!

Vi lascio, io questa sera mangio la pizza e tanti, tanti grazie ^^ mi rende contenta sapere che la storia stia piacendo.
Alla prossima

rosy

P.S. Le immagini: il team 8: Shino Aburame, Hinata Hyuuga e Kiba Inuzuka



Per gli altri personaggi (gli antagonisti) non ho ancora trovate delle immagini decenti, sorry T.T



 
  
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