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Autore: Blue_Wander    30/04/2020    3 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Senza un piano


Era l'alba e Seyun dormiva ancora, sdraiata sul pavimento in una stanza buia separata da Veral solo da una sottile parete. La minore era preoccupata: nonostante avesse elaborato un piano in compagnia di Lahab non era sicura che potesse funzionare; sapeva di aver sbagliato in precedenza a non aver dato ascolto a Namjoon, molto più consapevole di lei in situazioni del genere. Aveva fatto il gioco di Lapislazzuli senza neanche saperlo e si malediceva per quello. Non osava neanche immaginare che cosa potesse pensare in quel momento Jungkook di lei, non si sarebbe meravigliata a non vederlo arrivare per salvarla. Perciò avrebbe dovuto salvarsi da sola.

Non aveva molta scelta e per prima cosa avrebbe indebolito Lapislazzuli: Lahab le aveva spiegato che il mostro prendeva la sua forza dall'invidia degli altri, quindi, per sconfiggerlo, le sarebbe bastato agire in modo da fargli perdere tutto ciò che possedeva, indebolendolo usando il suo stesso gioco. Aveva già anche elaborato un piano curato nei dettagli, ma aveva bisogno di tempo e di alleati. Dalla sua parte, oltre a Seyun, poteva contare sugli uomini di Lahab, ma non era sicura che le bastassero.

Sapeva bene che non sarebbe stato saggio da parte sua coinvolgere altre persone nel suo piano, ma, appunto, non aveva alternative. Tuttavia i prigionieri del castello avevano accettato perché non avevano più nulla da perdere. Sapevano che Lapislazzuli aveva già preso loro tutto ciò che poteva essere sottratto e gli rimanevano solo gli amori ormai; un'occasione per salvare le ragazze per cui erano ancora in vita non poteva essere sprecata.

Veral si rallegrò per un secondo, ricordandosi però che avevano tutti accettato perché speravano in un combattente valoroso che avrebbe affrontato il nemico, eliminandolo una volta per tutte. Il suo mezzo sorriso si spense. Sapeva che Jungkook non si sarebbe mai più fidato di lei e questo voleva dire che nessuno sarebbe arrivato per salvarla, quindi aveva dato vita a quella sua strategia Non le piaceva l'idea di ingannare i propri alleati, anche se sapeva dell'inesistenza di un piano migliore. Si stupì di se stessa, da quando era così arrendevole?

Il suono della serratura la fece scattare in piedi, ma appena la porta della sua cella improvvisata si aprì vide il volto paffuto e rigato di lacrime di una delle concubine di Lapislazzuli. Dai capelli legati estrasse una molletta e la porse a Veral, poi strappò con entrambe le mani un pezzo dei suoi pantaloni rossastri e semitrasparenti, allungandolo alla castana che notò le gambe per nulla snelle ricoperte di tagli e morsi. La giovane si ritrasse, inorridita. Che diavolo le era successo?

-P-per favore...- sussurrò. -Saneu mi ha detto che t-tu hai accesso alla s-sua stanza.- balbettò leggermente, come se fosse profondamente spaventata. Veral annuì: Lapislazzuli la lasciava libera per il palazzo anche se era sempre sorvegliata da due delle guardie. Non si era chiesta il perché, era passata solo mezza giornata da quando erano arrivate al castello, quindi non poteva arrivare a conclusioni certe. La voce della ragazza continuò a tremare. -P-potresti da-dare questi al mio Hatyim? Ha i capelli biondi ed è molto bello, ha gli occhi scuri e una cicatrice sul braccio destro che parte dal gomito e finisce sul polso.

Veral fece un cenno positivo con il capo. -Hai qualcosa che desideri fargli sapere?

Inizialmente la ragazza stette in silenzio, poi strappò alcune ciocche dei suoi capelli scuri e si mise ad intrecciarli tra loro, cercando di creare una sorta di treccia che poggiò tra le mani della giovane davanti a lei che la guardò. Sembrava persino più piccola di lei e le sembrava così incredibilmente crudele il fatto che Lapislazzuli la torturasse in quel modo. -Digli solo che non mi sono dimenticata di lui e che lo amo con tutta me stessa. Digli di essere forte per noi per sempre, qualunque cosa accada, ti prego.

La castana annuì. -Te lo prometto.- concluse, guardandola ringraziarla ed uscire.

Fu solo quando la porta si chiuse e i passi si fecero sempre meno udibili che ricordò di non averle chiesto il nome.

 

Una guardia aprì la porta della stanza in cui Veral avrebbe dovuto dormire; la ragazza aveva deciso che doveva assolutamente mettere in atto il suo piano prima che qualcuno rimanesse seriamente ferito. Un altro soldato aprì quella in cui stava Seyun e la condusse nuovamente ai piedi del trono per legarla. Veral invece fu scortata nuovamente nella camera di Lapislazzuli. Come il giorno precedente la trovò tutta bagnata e la puzza di umido le stava penetrando le ossa, impedendole di respirare normalmente. Non sapeva come aveva fatto a non notarla il giorno precedente, forse era per l'ansia o magari perché effettivamente non c'era, non poteva esserne sicura.

-La nostra ospite ha gradito la sua notte a palazzo?- le chiese il mostro, non ricevendo risposta. -Questa sera arriveranno i Jawahrat per portarti da Opale. Non posso credere che sia stato così facile.- bevve un sorso di vino da una coppa argentea. Qualche goccia violacea gli cadde sul viso, finendo per macchiare le lenzuola bianche che accompagnavano la coperta rossa. Il letto su cui era ancora sdraiato era in disordine e Veral cominciò a pensare che non venisse mai rifatto.

Pensandoci quella era l'unica camera in tutto il palazzo ad essere in pessime condizioni. Certo, c'erano stanze completamente distrutte e le mura avevano buchi e crepe ovunque, ma non erano comunque nulla rispetto a quella. La giovane pensò che, probabilmente, doveva essere protetta con una specie di incantesimo, ma tenne a freno la curiosità di indagare. Controllò mentalmente tutti i giovani ragazzi per capire chi di loro fosse Hatyim; anche se ne aveva notato diversi con alcune cicatrici sulle braccia non poteva correre il rischio di sbagliare. Non aveva molte possibilità di agire se prima Lapislazzuli non fosse uscito e quindi non poteva sprecarla.

Era stata fortunata da un lato: lei era rimasta solo poco più avanti della porta e gli dava le spalle, mentre il letto era alla sua destra, appoggiato alla parete su cui era montato uno sfarzoso baldacchino. Sulla sinistra c'erano tre ragazzi incatenati, tra cui Lahab, una stretta libreria con romanzi appartenenti alla regina, una cassettiera in legno e la porta che conduceva al bagno privato, mentre sul muro di fronte a lei erano legati gli altri tre sotto le grosse finestre coperte da delle corte tende rosse. Non voleva essere frettolosa, ma l'ultimo ragazzo gli sembrava corrispondere alla descrizione; fece finta di nulla e rimase ferma, cercando di non guardarlo.

Lapislazzuli scese dal grande letto e poggiò per terra le suole degli stivali alti dalla forma di uno zoccolo di cavallo. Si avvicinò ad un ragazzo vicino alla porta del bagno e gli mise le mani attorno alla testa, senza però toccarlo. Veral aggrottò le sopracciglia, confusa: che cavolo voleva fare?

Il mostro ghignò e in un attimo catene d'acqua legarono i polsi del giovane e l'intera faccia venne immersa in una sfera d'acqua che stava a mezz'aria, governata dalla mente e dalle mani della creatura. Il povero ragazzo trattenne il fiato e chiuse gli occhi, strizzandoli e Lapislazzuli si girò verso la ragazza, ma non disse nulla. La guardò solamente con il suo sorriso perfido e tranquillo, mentre il ragazzo faticava sempre di più a tenere il respiro. Il finto re lo guardò e scosse la testa, perdendo il ghigno ed emettendo dei versi di disappunto. -Non ci siamo proprio, mio prigioniero. Come potevi essere parte delle guardie del re se non riesci a sopportare un po' d'acqua?- lo schernì. -Sei davvero patetico. Non meriti la vita.

Veral rimase impietrita. Voleva davvero fare qualcosa: avrebbe dovuto mettersi in mezzo e lottare per la vita di quell'innocente, ma non riusciva neanche a pensare ad un piano appropriato. La sua mente era completamente vuota. Quando vide che il giovane smise di dimenarsi, Lapislazzuli fermò il suo incantesimo, liberandogli anche le mani. Non poteva dire se fosse morto o meno, ma non sembrava preoccupato di questo, visto che lo sarebbe stato presto a giudicare da tutta l'acqua respirata e nessuno pronto ad aiutarlo.

-Ora devo andare.- ricominciò. -C'è una battaglia divertente a cui voglio partecipare. Guardatemi, sono libero, felice e ho tutto quello che vi è rimasto. Credo che tra un po' porterò qui Latifya, ho proprio bisogno di un po' di carne.- con queste ultime parole uscì dalla stanza, sorridendo. Le sue guardie lo seguirono e chiusero la porta dietro di lui, lasciando il silenzio.

Veral si avvicinò al ragazzo ormai deceduto e cominciò a piangere. I presenti non le attribuivano colpe dato che era solo una ragazzina debole, non avrebbe potuto niente contro di lui. Non si spiegavano un simile gesto da parte di Lapislazzuli: i sopravvissuti gli servivano per prendere più potere, ma allora perché?

In realtà Veral aveva capito. Ora sapeva perché quella ragazza si era presentata da lei la stessa mattina. Evidentemente la concubina che corrispondeva al giovane ucciso doveva essere morta durante la notte, per questo lui non serviva più. Tuttavia non pensava che fosse colpa di Lapislazzuli, sarebbe stato troppo avventato e, in più, sarebbe andato contro ogni suo principio di potere.

Lahab ruppe il silenzio. -Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere.- dichiarò, con la testa bassa. Veral si asciugò le lacrime. -Abbiamo bisogno che tu metta in atto il tuo piano, ragazzina. Se moriamo come lui sarà vano il sacrificio che abbiamo fatto fino ad ora, soprattutto se c'è una speranza per andarsene da quest'inferno.

La giovane annuì e deglutì a fatica, non riuscendo bene neanche a respirare e provando a riempirsi i polmoni con quell'aria ammuffita. -Anche per questo sono ancora qui. Lahab, mi sai dire chi tra voi è Hatyim?

Una voce profonda proveniente da sotto l'ultima finestra della parete di fronte a quella dove si trovava prima Veral rispose al posto suo. -Perché mi cerchi, ragazza di Zamek?

La giovane si girò e puntò i propri occhi smeraldini in quelli scuri di lui, mentre gli si avvicinava, abbassandosi. Le ricordava un po' Seokjin se non fosse per i capelli poco curati e lunghi e quella cicatrice di cui le aveva parlato la ragazza quella mattina. Mise una mano nella tasca interna della cappa nera che ancora portava sul corpo e ne tirò fuori gli oggetti della giovane. -Questi me li ha dati lei, sono per te. Dice che devi farti forza e sopravvivere, qualsiasi cosa succeda.

L'uomo riempì i propri occhi di lacrime. -Come si chiama?- Veral si accigliò e lui ripeté la domanda. -La ragazza che te li ha portati, come si chiamava?-

Contorcendo il viso in una smorfia dispiaciuta la giovane scosse la testa. -Non me lo ha detto e io mi sono dimenticata di chiederglielo...- sussurrò l'ultima parte, sembrava tutto davvero surreale.

Ma lui scoppiò a piangere e prese con avidità ciò che Veral gli aveva mostrato. -Latifya odia il suo nome ed è troppo timida per presentarsi. Il fatto che non te l'abbia detto è un segno che era davvero lei.

-Hai già pensato a dove ti procurerai i materiali?- chiese Lahab, riferendosi al piano che la ragazza gli aveva spiegato il giorno precedente.

Veral si portò una mano al mento. -Questo è il problema. Ho bisogno che le ragazze partecipino, se le sue guardie mi scoprissero sarei fregata.- sussurrò. -E a quel punto lo sareste anche voi.- il ragazzo le fece segno di sedersi al suo fianco e lei obbedì. Le disse qualcosa nell'orecchio e la castana sussultò per poi annuire. Si alzò nuovamente in piedi e salutò i prigionieri con la promessa di ritornare.

 

Non aveva molto tempo e sapeva che non avrebbe potuto cercare ciò che le occorreva nel palazzo perché le guardie che la seguivano avrebbero sicuramente avvisato Lapislazzuli. C'erano solo tre posti in cui non la seguivano -la camera da letto del re di Ignogan, la stanza che le avevano dato per dormire e il bagno- in cui sicuramente non avrebbe trovato quel che cercava. Era perciò questo il motivo per cui aveva condiviso il suo piano con Lahab che, avendo la fiducia dei suoi compagni, avrebbe fatto in modo che tutti seguissero alla lettera i consigli della ragazza.

Lapislazzuli aveva detto che i Jawahrat sarebbero arrivati per lei in serata quindi aveva circa la giornata per salvarsi da sola. Non sapeva se le sarebbe bastata, ma doveva almeno tentare.

Sospirò ed entrò in quella che doveva essere una specie di cella, guardando i piccoli occhi degli uomini che le stavano alle spalle dato che erano l'unica cosa che l'armatura lasciava visibile; uno li aveva azzurri, mentre l'altro li aveva scuri. Chiuse la porta e non sentì più nulla. Erano rimasti lì. Veral scosse la testa cercando di concentrarsi unicamente nel salvare se stessa, Seyun e, soprattutto, i prigionieri di Lapislazzuli.

Prese la sua tunica nera e ne strappò cinque lembi, alcuni più spessi e altri più sottili per via della mancanza di un paio di forbici, finendo per farsi male alle mani per lo sforzo. Stava per uscire nuovamente quando ebbe un'idea migliore: se avesse fatto tutto il lavoro da sola avrebbe sicuramente fallito perché le guardie si sarebbero interrogate sui suoi movimenti sospetti. Rimase all'interno della stanza e indietreggiò fino a sbattere contro la parete.

Nulla.

Veral alzò gli occhi al cielo, quelle due guardie erano davvero una seccatura. Si staccò dal muro e ci picchiò più forte con la schiena.

-Che cosa succede?- chiese in modo grezzo uno dei due uomini mantenendo la porta chiusa.

-M-mi sono ferita la schiena...- piagnucolò Veral, recitando. -Per favore, mandate qualcuno!

-Cosa facciamo?- continuò l'uomo, riferito all'altro soldato, mentre la ragazza si lamentava e cercava di fare il più rumore possibile. -La ignoriamo?- la castana deglutì. Non aveva pensato a quello: ma che diavolo le stava succedendo? Non riusciva più a pensare lucidamente.

-Ma sei diventato matto?- rispose l'altro. -Il capo ci ammazzerebbe se venisse a saperlo. I Jawahrat verranno per lei e la dovranno portare a Tachyta da Sua Maestà Opale. Hai idea di quanto valga quella ragazza?

Veral si portò una mano al mento mentre faceva ancora finta di piagnucolare. Lei credeva di essere un'esca per Jungkook, il principe della capitale, ma da quello che aveva sentito sembrava che Opale volesse proprio lei. Ma per cosa?

I passi delle guardie si fecero più lontani e la castana smise di lamentarsi.

Non riusciva a capire che cosa stesse succedendo. Jungkook si era portato dietro Veral solo per far uscire i nemici allo scoperto e sconfiggerli, voleva proteggerla e usarla allo stesso tempo. Ma quella che per lei era stata una certezza fino a quel momento stava cominciando a vacillare. Non capiva proprio il senso di quello che stava succedendo: lei era solo un'orfana, che cosa poteva mai valere in una simile situazione?

Veral sentì nuovamente le guardie avvicinarsi, ma quella volta ci fu qualcun altro con loro. La porta della sua cella si spalancò e una guardia gettò all'interno la ragazzina che le aveva fatto visita quella mattina, ordinandole di prendersi cura della prigioniera se ci teneva alla vita del suo ragazzo.

-Latifya.- la chiamò la maggiore, facendole inumidire gli occhi. -Hatyim mi ha detto che ti ama. Non devi dimenticarlo mai.- concluse prendendole le mani. Cambiò argomento, porgendole i lembi stappati dal suo mantello. -Devi portarli ai ragazzi e dire loro di metterseli sugli occhi e di tapparsi le orecchie. Oggi Lapislazzuli farà uso di tutte voi di nuovo perché si aspetta una battaglia che però non ci sarà e per questo dovete fare il meno rumore possibile.- Latifya annuì e Veral continuò, portando una mano al mento. -C'è un'altra cosa che dovrete fare voi ragazze: ogni tesoro che quel mostro possiede, ogni cosa che usa per farsi invidiare dagli altri...dovete farla vostra, rubarla e tenervela stretta. So che è una richiesta impegnativa, ma è l'unica possibilità che abbiamo per scampare al pericolo.

-P-perché fai tutto questo per noi?- chiese la giovane, massaggiandosi un ginocchio violaceo per via di un livido.

La ragazza la guardò negli occhi e rimase seria, senza risponderle. Lei sapeva il motivo per cui lo stava facendo, ma il pensiero di dirlo ad alta voce la spaventava. Non poteva di certo dirle che non era riuscita a salvare la sua squadra e ora voleva rifarsi con loro, perché altrimenti nessuno si sarebbe fidato di lei.

Una guardia aprì nuovamente la porta. -Ragazzina.- cominciò, prendendo Latifya per un braccio. -Lapislazzuli ti vuole nella camera rossa.- la trascinò fuori e le due si scambiarono un gesto d'intesa poco prima di vedere la porta chiudersi un'altra volta.

In realtà la minore aveva capito.

 

Veral non poté far altro che sperare. Si trovava in una delle stanze del vecchio re e aveva messo appunto un buon piano per rubare la corona. Era fortunata perché Lapislazzuli non la portava e sapeva come distrarre le guardie, sia quelle che seguivano lei che quelle che sorvegliavano la stanza.

Ma non sperava che il suo colpo andasse a segno. Lei stava pregando per i prigionieri, sia quelli in stanza con Lapislazzuli, sia quelle che avevano il compito di rubare in giro per il castello. Lo scopo del suo piano era togliergli tutto in fretta, fargli perdere ciò che aveva rubato a sua volta, privarlo persino del suo potere. Il tutto facendogli credere di essere senza un piano.

Nonostante Veral non avesse passato tanto tempo a palazzo -si trattava di poco meno di ventiquattro ore ormai- aveva capito che Lapislazzuli non aveva tempo per preoccuparsi di lei o dei suoi prigionieri, lui voleva solo usarli come mezzo per avere più potere. In più le era sembrato tanto stupido quanto fuori di testa e di certo non avrebbe sospettato di un attacco dall'interno.

Tra le mani stringeva il suo vecchio mantello nero rovinato per via delle bende che aveva strappato qualche ora prima e, fingendo di singhiozzare, si stava facendo scortare nella camera in cui la corona di Ignogan era custodita. Sentì l'ansia pervaderle il corpo: non aveva mai fatto niente del genere e se anche semplicemente una singola persona non avesse fatto la sua parte sarebbe andato tutto in fumo. Anche il minimo errore di scoordinamento sarebbe potuto essere fatale.

Cominciò a piangere, per davvero.

Bagnando leggermente la cappa che stringeva tra le braccia si accorse che una delle due guardie prese ad accarezzarle in modo quasi amichevole la schiena, come a volerla consolare. Veral per un secondo si chiese se volesse ripensarci.

-Siamo arrivati.- tuonò l'altro soldato. -Conosci già le regole di questa stanza.- Veral annuì e lui aprì la porta rossa abbassando la maniglia dorata, mostrando alla giovane l'interno. Ne stava osservando solo la teca trasparente sotto la quale giaceva una massiccia corona in oro con incastonate delle gemme rosse. Alla castana tornò in mente la leggenda di Zamek che raccontava a Lucille. La pietra preziosa riservata a quel regno era il Rubino. Ma allora perché mandare Lapislazzuli a Ignogan? Secondo l'equilibrio degli elementi l'acqua prevale già sul fuoco, quindi che bisogno c'era di arrivare a quel punto? Non aveva più senso trovarci l'aria che, per natura, sarebbe sconfitta contro le fiamme di Ignogan?

Veral dovette interrompere i propri pensieri quando vide due soldati presidiare la teca imbracciando le loro lance. Li guardò negli occhi azzurri di entrambi e poi poggiò nuovamente l'attenzione sulla corona. In tutto doveva sbarazzarsi di quattro guardie, ma non sarebbe stata quella la parte difficile. Si inginocchiò sul pavimento, continuando a piangere un po' per finta e un po' per davvero. -J-Jungkook...- sussurrò, attirando su di se l'attenzione delle quattro sentinelle. -Principe Jungkook...- quella volta lo disse più forte, senza urlare. -Io vi amo.- si annebbiò la vista da sola incrociando gli occhi e guardando in alto, per poi fare un respiro profondo e cadere a terra.

I soldati cercarono di scuoterla, ma la giovane sembrava non volersi ridestare. -Dovete andare a cercare aiuto, io rimarrò con lei. Se il capo scopre che le è successo qualcosa ci farà ammazzare tutti.- proclamò uno di loro, mentre la ragazza si mordeva impercettibilmente l'interno guancia. Quello non l'aveva previsto.

Sentì i passi delle altre guardie allontanarsi, mentre quella che era rimasta con lei chiudeva la porta con una chiave e si girava verso la giovane. -Puoi alzarti adesso, se ne sono andati e non torneranno tanto presto.- Veral rimase sdraiata sul pavimento e la guardia si abbassò su di lei. -Sei una brava attrice, ma riconosco se qualcuno sta dalla mia parte o meno.- terminò, lanciando qualcosa oltre il corpo della ragazza. Lei aprì lentamente un occhio e vide la stessa collana che aveva notato sui petti scoperti dei prigionieri di Lapislazzuli. Era anche lui un soldato di Ignogan? O l'aveva semplicemente rubata da qualche cadavere? In ogni caso l'aveva scoperta.

Veral si alzò. -Chi sei? Perché vuoi aiutarmi?

-Non sei l'unica che cerca di sopravvivere.- rispose lui, togliendosi l'elmo e mostrando alla giovane il suo volto e i suoi occhi scuri. -Io non avevo qualcuno da cui ritornare, io non avevo trovato l'amore. Lui mi avrebbe ucciso e io non volevo morire. Mi misi la prima armatura che fui in grado di trovare e mi comportai come parte dell'esercito azzurro.

Ma lei aveva già la sua prova. Inizialmente non aveva notato che gli occhi di tutte le guardie erano azzurri, ma quando il ragazzo davanti a lei le aveva mostrato che i suoi erano castani capì. Le stava dicendo la verità.

Il soldato continuò. -So cosa vuoi fare, ma non sarà semplice. Se gli altri scoprono chi sono mi uccideranno e a te non andrà molto meglio.

-Non preoccuparti.- gli disse, assottigliando gli occhi e girandosi verso la corona ancora sotto la teca. -Non ti troveranno.

 

Un ragazzo alto e muscoloso che teneva in mano un qualcosa coperto con quello che sembrava un mantello nero aprì la porta della sala del trono e ci trovò cinque concubine con lenzuola piene di oggetti dorati appartenenti al palazzo. Dietro di lui comparve una figura femminile che l'aiutò a slegare un'altra ragazza incatenata ai piedi della poltrona. Non passò molto tempo che anche le porte del castello si spalancarono e tutti i presenti si girarono a guardare i nuovi arrivati che si stavano sparpagliando velocemente nella stanza. -Lunga vita al re.- si sentì provenire dalle bocche di tutti tranne che da quelle delle due ragazze.

Yoongi era davanti ad un piccolo esercito di giovani e, in prima linea, si potevano contare anche Jungkook, Namjoon, Kerasi e Seokjin.

Seyun alzò le sopracciglia. -Ce ne avete messo di tempo.- ammise sorridendo, mentre Veral non riusciva a togliere gli occhi da Jungkook. Per la prima volta da quando aveva messo piede in quel palazzo si sentiva nuovamente felice.

-Dov'è Lapislazzuli?- chiese Seokjin, assottigliando gli occhi. -Credevo che lo avremmo trovato qui come ieri.- alle sue ultime parole di sovrappose un urlo straziante e l'attenzione di tutti andò sulla creatura che era appena entrata. La pelle bluastra del viso era diventata violacea per la rabbia e gli occhi coperti da quegli orribili occhiali dalle lenti triangolari squadrarono gli intrusi all'interno del castello, per poi poggiarsi su Veral. Lapislazzuli corse verso di lei che mantenne il suo sguardo. Il suo piano aveva funzionato e quello voleva dire solo una cosa.

Lahab si parò tra lei e il mostro.

I poteri del nemico si erano indeboliti e i prigionieri incatenati al muro erano ormai liberi.

-Fatti da parte.- sussurrò al generale la creatura blu. -Altrimenti...

-Cosa?- chiese. -Anche se mi uccidessi, qui c'è un esercito pronto a ricambiare il favore.

Lapislazzuli scoppiò a ridere. -Intendi quella ventina di persone là dietro?- tornò serio di colpo. -Questo è un esercito, ragazzo.- proclamò e nel frattempo tutti i suoi soldati entrarono dalla porta che era stata precedentemente aperta dall'accompagnatore di Veral.

Yoongi cominciò ad avanzare insieme al suo schieramento. Persino Seyun aveva preso nuovamente possesso della sua minigun e stava marciando al suo fianco. Le ragazze ne approfittarono per scappare e portare ciò che avevano rubato a Lapislazzuli in salvo, mentre i superstiti delle truppe originarie di Ignogan si mischiarono con l'esercito dell'unico vero re.

-Io sono il tuo nemico mortale.- cominciò Yoongi, fermandosi a pochi passi da quella che pensava fosse la sua nemesi. -Facciamola finita.- impugnò con più forza e convinzione la sua ascia e Lapislazzuli fece apparire la lancia.

-Ti pentirai di questa scelta.

L'esercito azzurro si scontrava con quello improvvisato del re, lasciando ai due abbastanza spazio per combattere da soli, senza interferenze di alcun tipo. Era la loro battaglia e non sarebbero state perdonate intrusioni.

Jungkook cercava di tenere a bada tre delle guardie che avrebbero provato a colpire Yoongi alle spalle, mentre Seokjin teneva lontano chi cercava di avvicinarsi al loro campo di battaglia, colpendo i nemici con la lama della falce. Seyun e Kerasi si coprivano le spalle a vicenda, schiena contro schiena. La minore sparava a vista, mentre l'altra scoccava e recuperava le proprie frecce dai corpi caduti dei soldati. Solo Namjoon si era precipitato da Veral per proteggerla, ma la giovane notò qualcosa di strano nei suoi movimenti. Erano lenti e sembrava come se non si stesse affatto impegnando, come se stesse combattendo solo perché era stato obbligato a farlo. La ragazza si morse un labbro: probabilmente era colpa sua. Era certa che il generale preferisse di gran lunga combattere al fianco di Yoongi piuttosto che proteggerla anche se era stato lui stesso ad avvicinarsi e a dirle che l'avrebbe fatto.

Veral riposò l'attenzione su Lapislazzuli quando vide che le guardie azzurre erano quasi tutte sul pavimento, anche quelle che nessuno aveva ancora ucciso. I loro corpi cominciarono a perdere acqua al posto del sangue e vide che entrambi i capitani delle due fazioni erano a terra, stremati.

Fu in quel momento che Veral capì. Poteva vedere il motivo per il quale Opale, chiunque fosse, avesse scelto di mandare Lapislazzuli in un regno che già poteva essere piegato dall'elemento stesso. Era così ovvio, la risposta era esattamente lì sotto i suoi occhi

Yoongi non poteva vincere contro Lapislazzuli.

Il mostro si alzò, ghignando. Raccattò la sua lancia che aveva gettato poco lontano e si avvicinò all'avversario. Lentamente la alzò su di lui e il biondo neanche se ne accorse, occupato a riprendere fiato e a stabilizzare la vista offuscata dalla stanchezza.

-Salutami tuo padre.- proclamò, abbassando le braccia.

L'unica cosa che riuscirono ad essere in grado di sentire fu il suono di un liquido che schizzava sul pavimento e sulle pareti.

-E tu mandami una cartolina dall'inferno.- il corpo di Lapislazzuli cadde trafitto da una freccia. Kerasi la recuperò e la creatura cominciò a sciogliersi lentamente. I superstiti si guardarono in silenzio e poi puntarono la sguardo su di lei. -È finita.

  
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