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Autore: xxzicohh    01/05/2020    0 recensioni
Essere l'erede del clan Wen e del clan Nie può essere molto stressante, specialmente se, da un momento all'altro, i tuoi genitori vengono a dirti che vogliono separarsi. Liuxian voleva passare la sua intera vita ad allenarsi con la sua sciabola e parlare con sua cugina, eppure una moltitudine di eventi cambieranno la sua vita per sempre.
Insieme a gli altri Giovani Padroni dei vari clan, la piccola Nie proverà a fare luce sul mistero che avvolge l'improvvisa scomparsa di un'intero clan e a sconfiggere l'assassino che ha macchiato le sue mani con del sangue secolare.
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Attenzione: questa storia continiene OC!
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Jin Ling/Jin Rulan, Lan Yuan/Lan Sizhui, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Era strano, vedere la scena in terza persona. I pianti quasi disperati del suo Baba le stavano lacerando il cuore e A-Die la teneva stretta a sé, non riuscendo neanche lui a trattenere i forti singhiozzi. Il suo viso, una volta di un bel colorito olivastro, diventava più pallido ogni minuto che passava, e i suoi capelli stavano perdendo la loro lucidità, sembrando solo paglia secca. E probabilmente lo erano anche al tatto.

Erano passate ore dall’attacco e, secondo il medico che era arrivato poco dopo e l’aveva visitata un’ultima volta, era un miracolo lei fosse, tutto sommato, quasi viva. Era sul filo del rasoio, ne era cosciente, avrebbe potuto abbandonare il suo corpo fisico da un momento all’altro e in parte lo aveva già fatto, guardando la scena da un angolo della stanza. Da quanto era riuscita a capire, il nemico era sfuggito prima che avessero potuto interrogarlo, con il suo nucleo dorato. Anche se fosse sopravvissuta, sarebbe stato impossibile essere ancora in grado di utilizzare la spada.

Aprendo piano gli occhi del suo corpo fisico, mise a fuoco gli sguardi dei suoi genitori, detestando la miriade di emozioni che vedeva dipinti sui loro visi. Era colpa sua, se ora stavano soffrendo così tanto, perché non aveva tirato subito fuori la spada e l’aveva attaccato, oppure perché non era scappata? Chiamato aiuto? Pensava davvero sarebbe riuscita a farcela da sola?

"Sono così stupida…e Baba e A-Die soffriranno infinitamente quando morirò…"

Guanting aveva perso ogni speranza nel poter sopravvivere, e stava accettando lentamente la sua sorte, non volendo però lasciare quel tepore che i suoi genitori stavano creando attorno a sé. Voleva restare con loro per sempre, renderli fieri di sé e portare il nome Jiang con onore. Non sarebbe accaduto mai più, il suo corpo sarebbe bruciato e, con gli anni, probabilmente anche dimenticato.
Nessuno si sarebbe ricordato di lei.

Sentiva le labbra estremamente secche, provando ad articolare qualche flebile sillaba, voleva dire loro così tante cose, ma la sua vita stava davvero svanendo via troppo velocemente.

-Non parlare…non parlare piccola, riposati, domani ti sentirai meglio.- Disse il suo Baba tra i singhiozzi, accarezzandole piano la fronte e baciandogliela un paio di volte, rabbrividendo quando capì quanto era davvero fredda. Prese alla svelta una coperta e la coprì un paio di volte, in un vano tentativo di riscaldarla.

-A-Sang...-

-Domani starà meglio!-

Con la poca forza che le era rimasta, afferrò debolmente le loro mani, portandosele alle labbra e baciandole piano, sentendosi estremamente stanca e volendo solamente chiudere gli occhi. Tentò nuovamente di parlare, ma l’aria le venne a mancare, perciò li guardò semplicemente negli occhi, pieni di lacrime, e sorrise leggermente, provando a sollevarli, alleviare il loro dolore, distrarli per un secondo.

Ma, il momento dopo, tutto divenne buio, e lei ritornò a vedere la scena in terza persona.

Era morta, o almeno, il suo corpo era morto, notando come si era lasciata cadere tra le braccia di entrambi, non muovendo il minimo muscolo e non sollevando neanche il petto per respirare. Il tutto con un minuscolo sorriso sulle labbra.
Per qualche secondo niente si mosse, neanche i suoi genitori, sembravano essersi bloccati, ma quando compresero che la loro figlia aveva abbandonato quel mondo, non riuscirono a trattenere due urla piene di dolore e tristezza, provando in ogni modo possibile per risvegliarla, sapendo però benissimo che sarebbe stato impossibile. Ad un certo punto, anche i suoi nonni si aggiunsero, Madame Yu sembrava la più affranta di tutti, pur provando a celare il dolore dietro a un misero fazzoletto in stoffa.
Restò a fissare la scena solo per qualche secondo, per poi chiudere gli occhi e crollare in una pozza nera, piena di entità che sembravano in coma, galleggiando a mezz’aria proprio come stava facendo lei.

"Chissà cosa succederà adesso…ci sarà il mio funerale se sono fortunata, e poi…i miei dovranno trovare un altro erede. Jasmine e Guiying saranno tutti soli, chi terrà loro compagnia?"

Non seppe dire quanto restò in quell’enorme posto vuoto, ma quando riuscì ad aprire gli occhi, si trovava all’esterno. Era sdraiata sotto a uno degli alberi che amava scalare da bambina e il cielo era così grigio da sembrare quasi nero, eppure era certa che fosse solo mattina. Si tirò in piedi e iniziò a guardarsi in giro, cercando di capire quanto tempo fosse passato e perché il silenzio regnasse sovrano a Lotus Pier, sempre frenetica ed energetica. Non doveva essere troppo distante dagli appartamenti, perciò decise di passare per il giardino principale per tagliare la strada, non aveva tempo da perdere, doveva sapere che giorno era.

Corse per qualche minuto, ma quando arrivò ai giardini, si bloccò completamente, fissando la marea di persone vestite di bianco davanti a sé. A poco di distanza c’era una bara aperta, messa sopra a tronchi di legno massicci ed erba secca. Le persone più vicine alla bara erano i suoi genitori, entrambi vestiti totalmente in bianco e con il dolore scritto a caratteri cubitali sui loro visi, mentre si chinavano per dare un ultimo sguardo al corpo mortale della loro figlia. Sembravano non aver dormito da giorni interi.
In prima fila si trovavano tutti i suoi parenti più stretti, l’arcobaleno che prima formavano con le loro divise era scomparso, lasciando spazio solo al bianco. Liuxian, Sizhui e Jin Ling, i suoi cugini di primo grado, erano presenti e avevano gli occhi estremamente rossi e gonfi da tutte le lacrime che non riuscivano più a trattenere. Il suo zio Wuxian stava accarezzando lentamente le spalle di Sizhui con una mano, provando a consolarlo, anche se lui stesso lasciava ogni tanto cadere una lacrima, asciugata prontamente da suo marito, Wangji.
Jin Ling stava facendo il possibile per smettere di piangere, passandosi ogni tanto la manica della tunica sugli occhi, riuscendo solamente a irritarli persino di più. I suoi genitori, Jiang Yanli e Jin Zixuan, avevano un’espressione di dolore stampata in viso, potendo solo immaginare quello che il Capo Clan Jiang stesse provando in quel momento. Anche Nie Mingjue non sembrava immune al dolore di sua figlia, concedendosi un momento per stringerla a sé, accarezzandole lentamente i capelli sciolti in un vano tentativo per consolarla.

Vedeva anche una marea di persone del clan Lan, persone che non pensava conoscesse, anzi, probabilmente molti di loro erano sconosciuti, ma era A-Die che li aveva chiamati, in un modo o nell’altro ne era sicura.
Due ragazzi della sua età si trovavano al fianco del Capo Clan Lan, Lan Xichen, ed erano due gocce d’acqua, uguali se non fosse stato per la pettinatura, dato che il ragazzo li portava legati in una lunghissima treccia.
La ragazza, invece, sembrò attrarre la sua attenzione. Aveva gli stessi tratti del fratello (gemelli, evidentemente), ma c’era qualcosa che la differenziava.

"Sembra una dea." Pensò tra se e se, notando come nessuno del loro clan si stesse muovendo, restando fermi come delle statue. E lei aveva pensato a complimentare una ragazza mai vista al proprio funerale.

Fino a quando la ragazza girò la testa verso di lei e la guardò dritta negli occhi, con una serietà da farle quasi spavento. Neanche Guanting si era mossa, troppo scioccata dalla scoperta. La ragazza si girò verso il proprio capo clan e, con un perfetto inchino, chiese il permesso sottovoce per poter allontanarsi dalla cerimonia, rimettendosi in piedi solo dopo aver sentito l’approvazione nel tono delicato del proprio padre.

Si sforzò di ricordarsi almeno il nome della figlia del Capo Clan Lan, senza nessun risultato positivo, aveva evidentemente il vuoto in mente. Sbatté un paio di volte le palpebre, e la ragazza in bianco si presentò davanti a lei, guardandola ancora negli occhi come se lei fosse davvero su quel pianeta in carne ed ossa, il che era impossibile, dato anche il fatto che avevano chiuso la sua bara e il suo corpo stava letteralmente bruciando.

-Seguimi.- Sussurrò la ragazza, per poi girare i tacchi e camminare verso la parte più nascosta dei giardini come se sapesse perfettamente la strada.

"Lei mi vede, lei mi vede, lei mi vede, lei mi vede. NO ASPETTA, E’ IMPOSSIBILE CHE LEI POSSA VEDERMI, IO SONO MORTA!" Pensò Guanting, per poi guardandosi intorno per assicurarsi che la ragazza stesse davvero parlando con lei, perché sarebbe andata fuori di testa se si fosse resa conto che lei non centrava nulla.

Fece per seguirla, quando sentì due cani abbaiare e correre nella sua direzione, fermandosi proprio ai suoi piedi. La guardavano con la lingua fuori dalla bocca e le code che si muovevano velocemente. I suoi occhi si riempirono di lacrime che riuscì a trattenere a malapena, posando le mani sulle loro teste e si meravigliò quando riuscì ad affondare le mani nel loro soffice pelo. Jasmine e Guiying sembravano…così magri, quanto tempo era passato? Era morta da così tanto tempo? Il loro legame era davvero così forte da non poter essere distrutto neanche dalla morte?

I due cani guardarono Jiang Cheng raggiungerli velocemente e chiamarli per farli tornare nella loro cuccia, dalla quale si alzavano ormai raramente. Anche Guanting fece segno loro di andare, sarebbe stato meglio non farli andare in giro quando c’era lo zio Wuxian presente, fare un secondo funerale non era economico.
Anche Fata iniziò ad abbaiare, attaccata al guinzaglio che Jin Ling teneva in mano. Il padrone del cane sembrò un po’ sorpreso dall’atteggiamento del proprio cane, essendo conosciuta per essere molto calma e tranquilla quando non avevano alcuna caccia notturna da portare a termine.

Guanting si alzò in piedi dopo aver coccolato i propri migliori amici per l’ultima volta, dicendo loro di seguire le regole di A-Die, non voleva che venissero sgridati, ma un mezzo urlo la bloccò, facendola girare velocemente verso la folla a poco di distanza.
Il suo Baba era sorretto da zio Mingjue, ed era scioccato all’inverosimile, essendo perfino più bianco delle vesti che portava. E la stava guardando negli occhi, proprio come aveva fatto quella ragazza, l’unica differenza erano le copiose lacrime che continuavano a bagnargli il viso.

-A…A-Min…-

La ragazza si guardò velocemente le mani, notando come non sembrava più trasparente, ma più colorata di prima. Il suo Baba doveva averla vista e sembrava sul punto di svenire davvero. Nessuno, però riusciva a vederla così bene come lui, perciò decise semplicemente di lanciargli un sorriso leggero, per poi girarsi e seguire velocemente la ragazza all’interno dei giardini, dando loro le spalle per nascondere le lacrime che non volevano smettere di scendere. A giudicare dai rumori dietro di sé, anche Jasmine e Guiying avevano deciso di seguirla, non importava dove, e questo le riscaldò il cuore.

"Magari c’era ancora speranza."

Non appena riuscì a ritrovare la ragazza, era tornata di nuovo trasparente e lei era in ginocchio per terra, muovendo le sue abili dita sulle corde di un guqin bianco, decorato qua e là con delle piccole perline azzurre. La melodia che stava suonando era bellissima, in grado di calmare la sua mente dalla moltitudine infinita di emozioni che stava provando.

-E’ difficile assistere al proprio funerale?- Sentì dire alla ragazza, la quale aveva smesso di suonare e si era girata verso di lei. Le fece segno di sedersi accanto a sé e Guanting, un po insicura sia dalla situazione sia dalla bellezza della compagnia che aveva, decise di sedersi, a qualche centimetro di distanza, anche se non sapeva davvero perché, dato che lei era un fantasma, non avrebbe causato fastidio.

Deglutì nervosamente e decise di fare un piccolo test, per capire fino a dove lei era capace di spingersi.

-E’ strano vedere la propria famiglia provare dolore per te, e vederti…morta dentro a una bara.- Borbottò tirandosi le gambe al petto, fissando le dita della ragazza che erano tornate a muoversi, suonando un altro pezzo di canzone che lei non conosceva per nulla.

Per qualche minuto nessuno parlò e Guanting era ormai sicura che lei non l’avesse sentita, come ogni persona al momento, ma rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva quando sentì la risposta.

-Non posso dire che ti capisco, come puoi vedere sono ancora viva.- Disse in un tono più gentile, con gli occhi socchiusi e un dolce sorriso stampato sul viso, guardandola come se stesse provando a studiare la sua espressione.
E meno male che non la vedeva, dato che sentiva uno strano calore alle gote, cosa impossibile dato che lei era un fantasma! Doveva assolutamente esserselo immaginato, ma il fatto che la ragazza le avesse risposto era persino più incredibile!

-Tu..tu..tu mi senti? E mi vedi???- Chiese sporgendosi leggermente in avanti dall’emozione e, sotto sotto, per confermare l’intera situazione, non notando come lei si fosse allontanata leggermente a disagio. Le abili dita sullo strumento si bloccarono, mutando ogni suono che stava per uscire.

-Ti sento. Non ti vedo, ti percepisco.- Rispose semplicemente. –Sono Lan Shuren, figlia del Capo Clan Lan. Non serve che ti presenti.- E tornò a suonare, restando in silenzio.

Anche Guanting decise di starsene in silenzio e guardare i suoi cani giocare poco lontano, non sapendo cosa dire da quel momento in poi. D’altronde, neanche lei (Shuren, Guanting si disse, si chiama Shuren.) le aveva davvero spiegato perché avesse portata là, aveva iniziato a suonare e basta.
Restarono in silenzio per una manciata di minuti, fino a quando non sentirono dei passi e due figure alte spuntarono quasi dal nulla, vestiti in due divise bianche uguali e un nastro attorno alle loro fronti. Il fantasma quasi non morì per la seconda volta, realizzando chi aveva davvero davanti al momento.

I Gemelli di Giada di Gusu, Lan Xichen e Lan Wangji, stavano venendo nella loro direzione.

Guanting si alzò velocemente in piedi, inciampando a momenti, ma rimettendosi dritta e facendo un profondo inchino verso i suoi due superiori. Shuren sembrò quasi ridacchiare, imitandola e mettendo poi via il guqin dentro alla propria sacca, mettendosela in spalla.
Lan Xichen rise delicatamente, coprendo le labbra con una sua mano, per poi parlare.

-Giovane Padrona Jiang, non serve inchinarsi, dato che non vi vediamo. Vi prego di tornare in piedi.- E Guanting rischiò di morire dall’imbarazzo, notando come si era appena messa in ridicolo davanti ai suoi eroi, perché loro erano delle celebrità nel mondo della cultivazione!

Il maggiore era il Capo Clan Lan, riconosciuto come Zewu-Jun, ed era sposato con Meng Yao, il fratellastro del Capo Clan Jin, ed era famoso per la sua bellezza e gentilezza. Molti uomini volevano essere come lui e molte donne volevano stare con lui, ignorando ogni tanto il matrimonio che si era svolto in grande stile molti anni prima.
L’altro invece era Hanguang-Jun, chi si trova sempre dov’è c’è il caos. Altrettanto famoso era suo marito, Wei Wuxian, suo zio e il Patriarca di Yiling. Entrambi erano intoccabili, essendo i cultivatori più potenti della loro generazione, e probabilmente anche della prossima. Era nauseante a volte vederli insieme, ma Guanting li adorava, la facevano sentire al sicuro, anche se li vedeva molto raramente.

-Zio Wangji? Non…non hai portato lo zio Wuxian, giusto? Jasmine e Guiying stanno giocando.- Disse a bassa voce, sollevata quando suo zio negò con la testa, dicendo che l’altro zio era rimasto a provare a consolare Jiang Cheng e Huaisang.

Con un colpo di tosse, il suo sguardo slittò sul più vecchio dei fratelli, il quale lo guardava con un sorriso dolce e abbastanza caldo da farle quasi dimenticare la situazione.

-Giovane Padrona Jiang, siamo al corrente della situazione, dopo avervi…percepito e sentito. Abbiamo sentito quello che è successo settimane fa, prima della vostra morte, e noi abbiamo un piano.-

-Che tipo di piano?- Chiese un po’ titubante, scioccata anche dal fatto che fossero passate settimane dalla propria morte. Dove diamine era finita tutto quel tempo?!

-Pensiamo di aver localizzato il vostro corpo e abbiamo anche realizzato che l’assassinio a Baling e la vostra morte sono stati causati dalla stessa persona.- Captando la confusione che Guanting aveva in mente, Wangji decise di intervenire.

-Guanting, vogliamo portarti a Gusu per farti tornare nel tuo corpo.-

   
 
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