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Autore: Frieda B    01/05/2020    1 recensioni
Lui, freddo, cinico, spaventato da se stesso.
L'altro lui, bel sorriso, mancino, gran rompiscatole.
Due piloti, un solo aereo.
Aviazione tedesca, ai giorni d'oggi.
Genere: Guerra, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo III
Il programma della lavatrice


 
 
                Bastian scese dall’aereo che stava ancora ridendo.
Si era tolto le cuffie e gli occhialoni da pilota e subito si era messo gli occhiali da sole sul naso. Il sole era accecante quel giorno. «E’ stata una delle cose più divertenti della mia vita, Karl, ti ringrazio,» gli disse guardandolo negli occhi. Poi gli sorrise dolcemente.
Karl ricambiò lo sguardo e poi abbassò gli occhi sulle sue cuffie, le mise via e scese anche lui dal veivolo, senza rispondere.
Il tenente Breyer non era del loro stesso avviso.
«Che diavolo vi è saltato in mente?!» esclamò arrabbiato, guardandoli negli occhi.
Loro subito si misero sull’attenti cancellando il sorriso dalle loro facce.
«Volate insieme da tre mesi e ho già dovuto mettervi in punizione tre volte. Per ogni esercitazione ve ne inventate una, che voliate da soli oppure insieme. Oggi la vite orizzontale! Siete dei soldati o buffoni di corte?! Un’altra alzata di testa del genere e vi faccio degradare.»
La vena sul collo dell’ufficiale pulsava e le sue labbra tremavano di rabbia. Cercò di calmarsi con un gran sospiro, poi li guardò, di nuovo, ancora furioso.
«Domani coprirete il turno in lavanderia per tutto il giorno, un po’ di lavoro vi rinfrescherà le idee.»
«Sìssignore!» risposero entrambi all’unisono.
Quando Lukas Breyer si allontanò, Bastian si voltò verso il suo co-pilota e scoppiò a ridere.
«Che cazzo ridi? Siamo in punizione, finirà nel nostro fascicolo,» borbottò Karl, più serio.
«Non ti ho mica obbligato a fare quella manovra, avresti potuto impedirmela.»
«Ci saremmo ammazzati. Due piloti nello stesso aereo devono pensare come una sola persona. Tu hai cominciato e io ti ho seguito.»
«Non dirmi che non ti è piaciuto…»
Karl sospirò, rivolgendogli le spalle. «Certo che sì,» ammise. «Ma non voglio altri guai con Breyer. Il mio fascicolo era immacolato prima di conoscerti. Mi stai portando solo un mucchio di rogne.»
Quando si voltò se lo ritrovò davanti, i loro piedi quasi si incrociarono. Esitò, strinse le labbra e distolse lo sguardo dai suoi occhi. Appoggiò una mano al suo braccio e gli passò accanto, superandolo. «Ci vediamo domani mattina in lavanderia,» disse soltanto.
 
 
                Non credevano che la lavanderia aprisse così presto al mattino, ma furono puntuali.
«Se avessi saputo che fossi in grado di arrivare in orario soltanto se punito, ti avrei minacciato più spesso,» borbottò Karl guardando l’altro con la coda dell’occhio.
Bastian rise e si passò una mano sul viso.
Impiegò circa mezz’ora a capire come azionare la lavatrice, mentre Karl era decisamente più avvezzo di lui con queste cose.
«Che cavolo hai… Bastian!» esclamò ad un certo punto lui. «Che cazzo hai combinato?»
I suoi occhi scuri si posarono sulle prime divise che Bastian Kluge aveva tirato fuori dalla lavatrice, che si erano tutte sbiadite e rovinate.
«Cazzo... ho fatto quello che mi hai suggerito, com'è potuto succedere?»
Sospirò. «Sei un incapace. Lascia stare, ci penso io.»
Prese alcune divise dal cesto che l’altro aveva davanti e le infilò in lavatrice, azionando il programma corretto. «Sei totalmente inadatto alla vita. Lascia fare me, prima che Breyer ti rimandi da dove sei venuto.»
«Non è vero che sono inadatto alla vita,» bofonchiò lui. «E’ solo che non so fare la lavatrice.»
«Inciampi di continui sui tuoi piedi, non sei in grado di riparare il tuo stesso aereo…»
«Ci sono camerati che si occupano solo di meccanica, perché dovrei saperlo fare io?» lo interruppe.
«…E oltre a questo, ti sporchi sempre quando mangi. Sei un disastro. Hai bisogno di una balia. O di una badante.»
Karl si occupò di azionare tutte le lavatrici, poi si appoggiò su un tavolo attendendo che terminassero il ciclo di lavaggio.
Bastian non disse nulla, si appoggiò accanto a lui fissando un punto indistinto del pavimento, una mattonella come le altre che però sembrava aver attirato il suo interesse. Mentre l’oblò della terza lavatrice ruotando e muovendo i vestiti a ritmi regolari attirava lo sguardo del suo co-pilota, Bas si voltò e prima di potersene pentire, appoggiò una mano al suo braccio, per attirare la sua attenzione. Quando incrociò gli occhi dell’altro, si sporse appena per incontrare le sue labbra. Si scostò dal tavolino e gli prese il viso con una mano, prolungando il bacio e spostandosi di fronte a lui.
Karl, del tutto sorpreso, appoggiò una mano dietro di sé sulla superficie liscia del tavolo, per reggersi, e l’altra l’appoggiò al suo fianco, ricambiando il bacio. Bas intrecciò la lingua alla sua e lui lo lasciò fare.
Un rumore improvviso lo risvegliò improvvisamente da quel momento e lo fece alzare di colpo, allontanando l’altro.
«Cosa…?» domandò Bastian confuso.
Lui deglutì e con la mascella rigira si guardò intorno. «Mi sembrava di aver sentito qualcosa…» mormorò. Abbassò gli occhi distrattamente. «…La lavatrice. Ha finito.» Si allontanò da lui e si chinò leggermente per controllare che il ciclo di lavaggio fosse completo.
Bastian gli si avvicinò, gli prese il polso e lo costrinse a voltarsi. Lo fece indietreggiare di qualche passo e lo intrappolò costringendolo a mettersi tra sé e la lavatrice. Appoggiò le mani su di essa, accanto ai suoi fianchi, e lo baciò di nuovo.
«Bastian…»
«Non me ne fotte un cazzo di quelle divise di merda. Limonami e basta.»
Il bacio stavolta incontrò qualche resistenza.
Bastian allungò la mano sinistra sul suo viso e gli carezzò la guancia. «Cosa c’è?» sussurrò dolcemente, guardandolo negli occhi.
Karl ricambiò lo sguardo, titubante. «…Potrebbe entrare qualcuno, potrebbero vederci.»
«Il sesso tra commilitoni è garantito da regolamento[i]
«Non durante una punizione, però.»
Bas sorrise, scuotendo la testa divertito. «Vuoi che ci vediamo dopo, allora?»
Karl non sapeva cosa dire, così lui soggiunse con un certo sarcasmo: «hai paura che ti piaccia troppo?»
«Questa cosa mi ha già dato troppi problemi…»
«Questa cosa è quello che sei.» Bastian si allontanò da lui e prese qualche divisa in mano, distrattamente. «Ma se sei troppo complessato per ammettere a te stesso che sei…»
«So cosa sono,» interruppe Karl. «Ma so anche quanto mi è costato esserlo.»
Bas strinse le labbra e si allontanò. «D’accordo. E quindi cosa proponi? Vuoi fare finta di niente? Hai ricambiato quel bacio, all’inizio, però. Era quello che volevi.»
«Lo è. Non posso negarlo. Ma non voglio tutti i problemi che porterebbe.»
Bastian colmò di nuovo la distanza tra loro e lo baciò con passione una terza volta. Chiuse gli occhi ed appoggiò le mani sulla sua nuca, per stringerlo a sé. Testardo, vinse anche l’iniziale resistenza dell’altro, e quando fu più sicuro cominciò a giocare con la sua lingua.
Karl chiuse gli occhi a sua volta e si lasciò andare. Sciolto il bacio, si accorse di avere le braccia attorno ai suoi fianchi, così le riportò sulla lavatrice, dietro di sé.
«Quanti guai mi stai portando, sergente Kluge,» borbottò.
«Tutti guai piacevoli, però» fece lui con un sorriso.
«Non ne sono sicuro. Non ne sono affatto sicuro.»
 
[i] I rapporti sessuali tra i soldati dell’esercito tedesco sono regolarmente consentiti, ma solo se entrambi i partner sono consenzienti.
   
 
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