Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Raci_    01/05/2020    2 recensioni
Sappiamo tutti cosa è successo il primo settembre di diciannove anni dopo, eravamo lì in quel momento e abbiamo tutti lasciato il cuore alla stazione di King's Cross. Forse però c'era anche qualcun altro...
-
La mia prima FanFiction, dedicata a G, che è rimasta con me e con Harry fino alla fine.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdA
Buonasera, questa è la mia prima FF, ma diciamo che mi ronza nella testa da mille e mille anni, quasi da subito dopo che ho chiuso per la prima volta I doni della morte. 
Descrive i fatti realmente accaduti alla stazione diciannove anni dopo e ho cercato di renderla più verosimile possibile, anche attraverso il mio stile, che ovviamente non è nulla di paragonabile a quello di J.K.R.. 
Spero, essendo la prima volta, di ricevere critiche costrurrive e di imparare sempre di più a fare meglio. 
Buona lettura
R (: 

 
L’altra Prova
 
 
Quel primo settembre è una piacevole giornata di inizio autunno e la stazione di King’s Cross è affollata come lo è sempre stata negli anni precedenti, in quel preciso giorno.

É tutto un via vai di visi sorridenti, strette di mano di saluto e abbracci di arrivederci. Lo sbatacchiare delle ali di gufi di tutte le taglie contro le gabbie, i miagolii impazienti di gatti arruffati, i tonfi provocati dai bauli e il tintinnio di vari oggetti, sono la colonna sonora della banchina del binario 9 e ¾, quella che sancisce l’inizio di un nuovo anno a Hogwarts.

Harry James Potter ha appena sistemato il baule e il gufo del suo secondogenito, Albus, sul treno e sorride divertito alla confessione da suo amico Ronald Weasley, di un incantesimo confundus che l’uomo dai capelli rossi ha usato sull’esaminatore durante l’esame di guida babbana, che sua moglie Hermione Granger lo ha costretto ad affrontare.
É proprio per lo sguardo indagatore di lei che Harry affretta a cancellare l’espressione divertita sul suo volto, sperando vivamente che l’amica non abbia sentito quello che Ron gli ha appena detto.

Fortunatamente l’attenzione si sposta sulle battute che Ron fa sull’imminente smistamento a Hogwarts dei due neostudenti, Albus e Rose, che rimangano tesi e seri nonostante la spiritosaggine sempre poco delicata del rispettivamente zio e padre dei due ragazzi.

Hermione e Ginny lo fulminano con lo sguardo e tentano di consolare i propri figli, ma l’attenzione di Ron è catturata dalla presenza di Draco Malfoy che, Harry constata, si sta stempiando visibilmente.
Ron approfitta di questa cosa per ricordare alla figlia di fare del tutto per battere il sicuramente serpeverde figlio di Malfoy e di nuovo il pensiero dello smistamento si manifesta con preoccupazione sui visi ragazzi già nervosi per la partenza.

Questa volta a rompere la tensione però è l’arrivo del primo figlio di Harry e Ginny, James fa irruzione nel gruppetto familiare e con decisamente troppo entusiasmo dichiara di aver visto Ted Lupin -il nostro Teddy- baciare Victoire Weasley -la nostra Victoire- contro il muro di una delle colonne della banchina.
Harry scuote la testa con fare rassegnato quando sua moglie Ginny paragona il comportamento indelicato e assolutamente fuori luogo di James a quello di suo fratello Ron, e sta per ammonire suo figlio anche lui quando per caso posa lo sguardo oltre le teste dei componenti della sua famiglia e le parole gli si fermano in gola.

A una decina di metri da lui, tra genitori che stringono apprensivi i figli e un gruppetto di alcuni studenti poco più grandi di suo figlio, Harry scorge un orrendamente familiare testone biondo che scatta spaesato a destra e sinistra.

“Non può essere” si ritrova a pensare, “ho le allucinazioni”.

Ma quando quella testa si gira ancor di più nella sua direzione, un viso paffuto con lo sguardo tra lo sconcertato e il terrorizzando danno ad Harry la certezza che lì, il primo settembre dell’anno, sulla banchina del binario 9 e ¾, accanto al rosso espresso per Hogwarts – la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts c’è un Dudley Dursley di circa 40 anni.

Un misto di orrore e curiosità invade Harry, che muta in genuino stupore quando incrocia gli occhi di suo cugino babbano, come se guardalo dritto negli occhi confermasse la sua assurda e assolutamente immotivata – inopportuna- presenza tra il via vieni di streghe e maghi nella stazione.
“Non è giusto! Ci voglio andare anche io” sente dire in tono piagnucoloso da sua figlia Lily accanto a lui.

“Porta pazienza ancora per un po’, il prossimo anno andrai anche tu… vero Harry?” dice Ginny rivolta a suo marito, ma in quel momento lui non la sta ascoltando e scatta in avanti e Ginny lo vede farsi largo tra la piccola folla davanti a loro, tra sguardi sorpresi e confusi.

Ignorandoli, Harry si precipita con un po’ troppa foga nel punto dove ha visto Dudley e cerca di non far caso alle dita che continuano ad indicarlo.
Si trova davanti a suo cugino prima di quello che ha calcolato e punta i piedi così all’improvviso che quasi non si schianta con l’immutato, se non ancor più grosso, petto del parente ritrovato, che dal canto suo, per tutta risposta, ha un’espressione di puro shock sul faccione rosato.
“Che ci fai qui?” Harry si rende conto subito dopo aver pronunciato la frase che avrebbe potuto essere più garbato nei confronti dell’uomo che ha davanti, ma lo sconcerto di averlo lì gli ha fatto dimenticare le buone maniere, anche il buon senso.

Perché, per la barba di Merlino, c’è Dudley Dursley al binario 9 e ¾.

Dudley sembra per un attimo sull’orlo di una crisi di pianto ma subito dopo assume un’espressione che è tremendamente simile, constata con orrore Harry, a quelle di quando stava per picchiarlo o infilarlo in uno dei gabinetti della scuola elementare babbana che frequentavano insieme, prima del suo undicesimo compleanno, prima che quella notte Hagrid facesse irruzione nella sua vita.

Prima della storia.  

“Accompagno mia figlia il suo primo giorno di scuola” dichiara infine Dudley brusco, ma sulla difensiva, con una punta di quella prepotenza di cui Harry ha portato i segni per molto tempo.
“Tu… Cosa?” Harry si sente come se un bolide fosse schizzato da qualche parte e lo avesse preso dritto in testa e si chiede, subito dopo, se in realtà non abbia colpito invece il cugino.
Ed è sul punto di aprire bocca per chiedergli di quale assurdità stia parlando quando, per la seconda volta nel giro di cinque minuti, la voce gli si spenge.
Questa volta però trattiene impercettibilmente il fiato, alla vista di cosa c’è accanto a Dudley, di chi c’è accanto a Dudley.

Harry si passa automaticamente una mano fra i sempre dritti e scompigliati capelli neri, come se quel gesto potesse dargli prova che sta sognando, che è ancora nel suo letto e fra poco dovrà alzarsi per andare a svegliare i ragazzi per portarli alla stazione.
Perché oggi è il primo giorno di scuola - il primo giorno ad Hogwarts - per i suoi di ragazzi e non per quella bambina di circa undici anni che stringe la mano orrendamente simile a un prosciutto di suo cugino.
Ma Harry già si è alzato da quel letto, già ha preso tutta la sua famiglia e si è già diretto a King’s Cross.

Harry èma non sa perché ci sia anche una ragazzina con un viso paffuto e i capelli biondi lunghi fino alle spalle, legati in due trecce, in cui c’è una somiglianza nel bambino che Dudley è stato, ma Harry non può fare a meno di notare che sia i suoi lineamenti che il suo sguardo sono più dolci in confronto a quelli del padre.
Si nota perfino ora, mentre guarda con spaventata confusione Harry davanti a lei.

“Zio Vernon come l’ha presa?” Harry si accorge di rivolgere questa domanda con un tono piuttosto apprensivo, ed è forse perché è in quel momento che si rende veramente conto che Vernon e Petunia Dursley hanno avuto una nipote strega, che Diddino ha avuto una figlia strega.
Dudley si rabbuia improvvisamente a quella domanda, e c’è una forte nota di delusione e rammarico nella sua voce quando dice “come vuoi che l’abbiano presa? All’inizio negavano… non ci potevano credere, e neanche io…Erano così contenti che gli avessi dato una nipote… Sai io e mia moglie abbiamo avuto diverse difficoltà…” fa una pausa, e Harry all’improvviso si pente di quella conversazione, perché è a disagio, perché Dudley e a disagio, e quelle cose non le vuole sentire perché si rende conto che anche suo cugino ha vissuto negli ultimi diciannove anni, da quando le loro strade si sono separate.

Ma Dudley continua e il suo viso si rasserena per un attimo quando arriva al punto in cui finalmente sua moglie rimane incita e la bambina nasce “ …fin da subito faceva diverse cose strane, ma abbiamo preferito continuare a non vedere finché…be finché in pieno agosto, dopo che Ada faceva i capricci perché non volava andare in vacanza al mare perché le piaceva più la neve, all’improvviso ..ha iniziato a nevicare, dentro casa nostra”.

Harry è come folgorato, sposta lo sguardo da Dudley a sua figlia, in modo quasi maniacale e vorrebbe dire tante cose, ma non riesce, la voce lo ha abbondonato definitivamente.

“Mamma e papà… no, non l’hanno presa molto bene, quest’estate erano a casa mia quando è arrivata la lettera, via gufo…”.
Questa volta Harry non ce la fa e sul suo viso si dipinge un’espressione di orrore, raggiunta subito dopo da una minima traccia di sadico divertimento, mentre immagina zio Vernon di nuovo alle prese con la posta via gufo, e non per lui.
Dudley pare notare il cambiamento di espressione in suo cugino, sospira con aria abbattuta e borbotta “questa mattina prima di andare, gli abbiamo chiesto se volessero venire con noi, ma credo che venire qui, dopo anni, e non per venire a prendere te, sarebbe stato troppo per loro” un velo di tristezza attraversa il volto di Dudley, e Harry ha un moto di compassione e si mortifica per quello che ha provato un attimo prima.

Ora si sente come parecchi anni fa, e d’improvviso la stazione scompare e lui è nel salotto vuoto del n. 4 di Privet Drive, alla vigilia del suo diciassettesimo compleanno, che stringe la mano di suo cugino, in un addio agro dolce.

Harry viene riportato alla realtà da Dudley che dichiara con evidente difficolta “comunque credo che una parte di loro, e anche una parte di me, l’ha sempre saluto che poteva succedere… insomma con te in famiglia… con tua mamma in famiglia...”.

E in quel momento Harry si sente come scaraventato in un altro suo ricordo, questa volta al n. 12 di Grimmaul Place, dentro la stanza di Sirius, mentre stringe una lettera di molti anni prima, scritta con una calligrafia bella e pulita.
E non si rende quasi conto, che nell’istante in cui ricorda di aver pensato di avere fra le mani la prova che Lily Potter fosse esistita, è chino su quella bambina di undici anni, così straordinariamente simile a Dudley -quanto assurdamente a lui - e la stringe a sé. 

Il tempo si ferma per un attimo e la banchina è vuota. C’è solo Harry, quella bambina, l’altra prova, e Dudley, che per un motivo che non sa spiegare bene neanche lui, poggia il grosso manone sulla spalla del cugino, che percepisce per un attimo, con una certa nostalgia, come lo smilzo e malconcio ragazzino che ha tormentato per parecchi anni.

Quando Harry si stacca e con cautela la guarda, questa volta è la figlia di suo cugino a sembrare di aver preso un bolide in testa, con tutta la mazza e forse compresi anche il battitore e la scopa.

Il fischio del treno spezza quella specie di trans in cui i - nuovi- Dursley e Harry si sono ritrovati.
 “Buon primo anno” dice poi rivolto alla ragazzina che, per un motivo che lei non riesce bene a capire, sembra fidarsi un po’ di più dell’uomo con gli occhiali tondi e dagli occhi verdi.
“Grazie” gli dice infatti sorridendo timidamente e, ancora visibilmente smarrita per essere stata abbracciata da uno sconosciuto, si gira verso il padre e dice “Papà… è meglio se andiamo a recuperare la mamma”.
“O si… andiamo… Harry ci vediamo. Magari la prossima volta ti presento anche mia moglie”
“Sì magari la prossima volta ti presento anche la mia, magari a cena, una di queste sere” Harry, che sembrava aver ripreso leggermente il controllo di se, vacilla nuovamente dallo shock per aver appena invitato Dudley Dursley a cena a casa sua.
Dudley lo guarda sorpreso e intimorito, ma poi il suo viso si rilassa e allunga una mano verso Harry.

“Allora… a presto”
“Si, magari, stammi bene Big-D”.

I due uomini si separano, dopo aver sciolto l’imbarazzo e la tensione di quel momento - e forse degli ultimi vent’anni - con quella stretta di mano, e Dudley si gira e si avvia verso una donna minuta che Harry nota solo ora.

Sta per tornare su i suoi passi, quando la bambina, ancora mano per la mano con il padre, si volta per lanciargli un ultimo sguardo curioso e Harry si ritrova a pensare che in una di queste sere - in una di queste cene - gli piacerebbe ascoltarla mentre parla dei compiti di trasfigurazione con Al, a tavola, tutti insieme.

Questo pensiero e la scena di Dudley e di sua moglie che abbracciano e danno un ultimo saluto alla figlia, ricordano ad Harry del suo di figlio e così si affretta a tornare da moglie, figli, nipoti e cognati e arriva giusto in tempo per fare ad Albus Severus un discorso che sembra, almeno per il momento, tranquillizzarlo sulla questione dello smistamento.  
Lo incoraggia a salire sul treno ma poco prima che possa mettere anche l’altro piede dentro la carrozza Harry parla “Posso chiederti una cosa Al? Questa sera, quando sarai smistato, ci sarà con te anche una ragazzina di nome Ada Dursley, tenta di farci amicizia, e magari nella lettera che mi scriverai dimmi anche in che casa è finita lei.”
Albus guarda confuso suo padre, apre la bocca per chiedergli spiegazioni ma l’espresso comincia a muoversi e il ragazzo è costretto staccarsi da lui.

Con gran foga, un Albus un po’confuso ma leggermente più rilassato, una Rose più serena e un James Sirius spavaldo e casinista degno dei nomi che porta, si affacciano dal finestrino e cominciano a salutare la loro famiglia.
Harry li segue per un po’finché il treno non prende velocità, e quando arriva alla curva guarda sparire la locomotiva scarlatta facendo un gran sorriso.


Andava tutto bene
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Raci_