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Autore: lmpaoli94    02/05/2020    1 recensioni
Paperon De Peperoni, costruendo la sua fortuna con azzeccati investimenti e sulle sue influenze mondiali, trascorre gli anni della sua vita nel meraviglioso castello di Schwerin in Germania.
Nella sua grandissima dimora ha tutto quello che può desiderare: degli ottimi nipoti e una consolidata salute che non lo mette in pericolo dinanzi a niente.
Ma il suo passato sta per tornare a bussare alla sua porta e la sua fortunata ricchezza sta per essere messa a dura prova a causa di alcuni individui della sua famiglia e non che faranno di tutto per impossessarsene e togliere di mezzo il papero più ricco del mondo.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cuoridpietra Faredoro e Paperon De Paperoni si fissavano l’un l’altro con sguardo accigliato.
< Non avrei mai pensato di rivederti dopo tutto quello che hai fatto alla mia famiglia. >
< Gli affari sono affari, paperone. Ed io volevo solo giocare un po’ con te. >
< Hai giocato abbastanza… Di sicuro non scorderò mai quella notte di cinque anni fa’ quando hai cercato di rubarmi le mie terre con il suo denaro. >
< Il complotto stava per avere successo… Se non fosse per Archimede Pitagorico che ha scoperto tutto prima della fine del mio piano e ha mandato tutto a monte. Accidenti a lui, alla sua vena matematica e alla sua furbizia. >
< Chi l’avrebbe mai detto, vero? Archimede è molto più furbo di quanto si può immaginare anche a causa del suo sovrappeso. >
< Signore, mi vuole forse dire… >
< Sì, Jet. Archimede ha sbrogliato la situazione mentre tu e tutti gli inetti dei tuoi colleghi ve ne stavate a zonzo per il castello senza fare niente. >
< Quella notte non ho intravisto nessun tipo di difficoltà. >
< Immagino. Purtroppo non è la prima volta che succedeva, vero? Vuoi che ti ricordi quando i miei antenati Ortensia e Matilda stavano cercando di sottrarmi tutto sotto il mio naso? Tu cosa stavi facendo? >
< Stavo rendendo il loro soggiorno impagabile e perfetto. >
< Invece di proteggermi! Stupido che non sei altro!... Ma adesso non è questo il problema principale… Sono venuto qui dinanzi al cospetto di Faredoro per sbrogliare una situazione che negli ultimi giorni attanaglia la mia persona: questa dannata lettera è firmata con il tuo sigillo, Faredoro. Come la spieghi? >
< Non so di cosa stai parlando, Paperone. Io non ho mai scritto una lettera minacciosa verso di te e la tua famiglia. >
< Certo, come no. E tu pensi che io ti creda? >
< Puoi fare benissimo quello che vuoi. Non sono stato io e non troverai nessuna prova al riguardo. >
< Mettiamo caso che sia vero: adesso Gastone dovrai spiegarmi tu il motivo della tua fuga repentina da Schwerin. >
< Ho le mie motivazioni personali, zio. >
< Ah sì? Allora dimmele. Oppure dovrei sospettare di te? >
< Lo stava già facendo, signore. >
< Tu taci, Jet. La tua posizione è ancora compromessa… Allora Gastone, non hai niente da dire al riguardo? >
Mentre Gastone rimaneva in silenzio e la paura attanagliava la sua persona, stava cercando una qualsiasi scusa che l’avrebbe potuto scagionare.
< Gastone, non ho tutto il giorno. Parla immediatamente, dannazione! >
< E va bene! Sono stato io a scrivere quella lettera! >
La confessione di Gastone lasciò interdetti tutti i presenti.
Cuordipietra Faredoro, che era uno dei suoi stretti complici, doveva farlo tacere al più presto prima che il papero potesse fare il suo nome.
< E hai pensato di condurre Paperone fino a qui? Con quale pretesto?! >
< Volevo fuggire da lui. Ne avevo abbastanza di stare sotto i suoi ordini. Anche se ero molto influente e ricco nella regione tedesca, non riuscivo ad essere libero e me stesso. Dovevo sempre dipendere da lui e dai suoi soldi… Dopo tutti questi anni passati ad essere il suo finanziare, ho deciso che i suoi soldi dovevano appartenermi in qualche modo, pensando che scrivendogli una lettera del genere lo avrebbe intimorito. >
< Bravo, hai pensato bene > rispose Paperone digrignando il becco < Ma non hai pensato a tutto quello che ho fatto per te in tutti questi anni? Io ti ho amato come un figlio. E questo è il ringraziamento?! >
< Mi hai solo sfruttato, zio. Non cambiare le carte in tavo0la. >
< Accidenti! Se fossimo nel mio castello, ti ucciderei con le mie stesse mani. >
< Non so se ce la faresti: sei molto invecchiato rispetto a qualche anno fa’- non tiri i pugni quando0 eri ancora giovane. >
< Questo lo dici tu, Gastone. Mi sono allenato abbastanza e posso farti fuori in questo momento. >
< Non credo che accadrà in nessun modo, Paperone > intervenne Cuordipietra < Il papero è sotto la mia protezione, e se tu sei contro di lui, sei anche contro di me. >
< Sono contro di voi in qualunque caso! Mi avete fatto lasciare la mia dimora solo per giungere in questo insulso castello! Spero per te Gastone che tu non abbia un secondo fine, altrimenti… >
< Gastone no, ma io sì. >
< Che cosa vuoi dire, Faredoro? >
< La tua famiglia è stata deposta giusto qualche ora fa’ dall’insistenza e dalla furia magica di una tua vecchia conoscenza: Amelia. >
< Come? Amelia si trova a Schwerin? Ma io credevo che fosse in isolamento. >
< Le mie influenze sono riuscite a liberarla, caro il mio Paperone. E adesso è la nuova padrona di Schwerin. >
< E la mia famiglia? Che ne è di loro? >
< Credo che siano in mezzo ad una strada a fare l’elemosina… Sai quanto me ne può fregare? >
< Che tu sia dannato, Faredoro! Non la passerai liscia! >
Prima che Paperone potesse infliggergli un colpo mortale con il suo bastone che si era trasformato in un’arma appuntita, le guardie di Faredoro lo protessero all’istante prima che la situazione diventasse tragica.
< Un soggiorno nelle segrete del mio castello servirà a schiarirti le idee… Ah, e dimentica la tua fortuna di magnate riccone di Germania: presto tutti i tuoi averi saranno in mano mia. >
< Non oserai mai! >
< Mi dispiace per te, ma aspetto questo momento da molto tempo. È giunta l’ora di prendere il toro per le corna e diventare il papero più ricco del mondo. >
< Non accadrà mai! >
Mentre un rumore assordante rimbombò nella sala del trono, Paperone si ricordò che gli abitanti di Carcassonne erano insorti contro il signore della città.
< Faredoro, credo che dovrai guardarti bene dai tuoi sudditi prima di rubare il mio denaro. >
Mentre il popolo di Carcassonne si stava facendo largo tra le mura, Cuoridpietra dovette radunare alla svelta tutto il suo esercito ordinandogli di fermare la rivolta prima che fossero entrati nel castello.
< Io rimarrò nella torre più alta del castello finché tutto questo non sarà finito. Mi sono piegato? >
< Come volete voi, mio signore… Ma cosa facciamo dei due paperi? >
< Non ho tempo di pensare al loro futuro prossimo. Uccideteli immediatamente. >
Ma approfittando della situazione che si era venuta a creare, Paperone e Jet McQuack fuggirono all’istante mentre la popolazione di Carcassonne aveva sfondato il portone principale del castello.
< Adesso come faremo ad uscire di qui? > domandò Jet con tono arrendevole.
< Non ti preoccupare, Jet. Non tutto è perduto. >
La rivolta dei cittadini si stava riversando in ogni angolo del castello mentre i soldati di Faredoro stavano per bloccarli e ricostituire la pace contro la loro volontà.
< Gli insorti non ce la faranno mai. I soldati sono molto di più e attrezzati più di loro. >
< A questo punto dobbiamo aiutarli, Paperone. Non possiamo lasciarli al loro destino. >
< Sì, hai ragione. >
Guidando la rivolta dei contadini, Paperone gli consigliò di lasciare il castello prima che i soldati potessero mettere mani all’armeria pesante e all’imprigionamento di massa.
< Ma lei ci ha detto… >
< Ricordo cosa ho detto, ma è meglio ritirarci finché siamo in tempo. Avete fatto sentire abbastanza la vostra voce grossa, amici miei. Il signore della città non vi darà più nessun fastidio. Promesso. >
< Non possiamo ritirarci ora. Abbiamo il castello in pugno. >
Mentre i soldati si stavano organizzando, molti dei popolani insorti stavano venendo uccisi o catturati.
< No, non è così. Perderemo la nostra battaglia se rimarremo qui. Ritiriamoci e basta. >
Ascoltando le parole sagge di Paperone, i rivoltosi riuscirono a salvarsi solamente la metà di quelli che avevano attaccato la cinta muraria e il castello.
La situazione era molto nefasta e tutta la povera gente sopravvissuta se la prese con il povero Paperone.
< Dovevamo rimanere nelle nostre case. A cosa è servito ribellarci? A perdere vite umane inutilmente. >
< No, non è così. Adesso  che vi siete fatti sentire, Cuordipietra Faredoro vi lascerà in pace una volta per tutte. Date retta a me. >
< Non dovevamo fidarci di un papero come te, soprattutto ben sapendo chi sei veramente. >
< E con ciò? Anche se non sono un poveraccio come voi, vi volevo aiutare molto volentieri. >
< Hai peggiorato la situazione. Ora che siamo definitivamente deboli, il signore della città non aspetterà molto prima di catturarci tutti e ucciderci. È solo questione di tempo. Meglio lasciare la città prima che sia troppo tardi. >
< No, non fatelo. Ancora tutto non è perduto. >
Mentre Paperone e Jet venivano colpiti da frutta e verdura marce, dovettero allo0ntanarsi dalla folla inferocita se non volevano venire massacrati.
Correndo oltre la città, i due paperi si rifugiarono sulle sponde del lago dove poco più in là era precipitato il loro aereo.
< Paperone, credo che il nostro soggiorno sia finito in questo luogo. Dobbiamo tornare a Schwerin e alla svelta. >
< E come pensi di fare? Non abbiamo nessun mezzo di trasporto che possa aiutarci in qualche modo. >
< Sì, ha ragione. Non ci avevo pensato. >
< Caro Jet, se vogliamo andarcene da qui come eroi, dobbiamo aiutare quel branco di bifolchi a fidarsi di noi e a far sì che Cuordipietra Faredoro non sia più un problema per nessuno… Però non posso nemmeno dimenticare la mia famiglia. Spero davvero che stiano tutti bene. >
 
 
Mentre i soldati di Carcassonne erano impegnati a spegnere gli incendi appiccati dai loro sudditi, la rabbia di Faredoro stava diventando implacabile.
< Quei bifolchi hanno visto me, il loro signore della città, come un papero debole e indifeso! E questo non posso sopportarlo! >
< Signore, avete represso la loro furia grazie all’organizzazione del vostro esercito. Adesso che sono decimati, non saranno più un grave problema. >
< Sì, forse hai ragione… Ma finché ci sarà quel papero da strapazzo con il suo sorvegliante, hanno ancora una possibilità di prendere il mio castello e tutto quello che mi appartiene! >
< Non se scendo in campo io. >
Una voce femminile dolce e soave risuonò nelle orecchie dei due paperi.
< Doretta Doremì, quando sei arrivata dal tuo Castello del Valentino? >
< Pochi minuti fa’… Ho creduto saggio farti visita dopo tutti questi anni e finalmente eccoti qua. >
< Spero che il tuo viaggio non sia stato movimentato come quello di Paperone > rispose Cuordipietra facendogli il baciamano < Ho sentito dire che il mezzo di trasporto volante di quel riccone è andato in mille pezzi. >
< Paperone è qui? >
< Purtroppo sì, mia cara. Però si è schierato dalla parte dei sudditi di questa città e sono convinto che stanno cercando un modo per sottrarmi il castello e le mie terre. >
Negli occhi di Doretta Doremì si illuminò qualcosa che non passò inosservato a Gastone.
< Doretta… Ho sentito molto parlare di te: tu sei stata la vecchia fiamma di mio zio Paperone. >
< Con chi ho il piacere di parlare? >
< Con un suo cugino: Gastone Paperone. Lieta di servirla > replicò il papero anch’egli facendo il baciamano.
< Ma se è davvero così, abbiamo con noi un altro nemico di Paperone. Guardie! >
< Non si disturbi, Faredoro. Non sono venuto qui per Paperone, ma per lei. >
< Che vuole dirmi? >
< La ragazza ha ragione, Faredoro: abbiamo trovato una degna alleata che ci servirà per distrugger per sempre l’animo di papero innamorato del nostro acerrimo nemico. >
< Spiegatevi meglio. Non capisco. >
< E’ semplice: farò innamorare Paperone di me ancora una volta e sarò letale come non mai. Se gli abitanti di Carcassonne si fidano di lui, non avranno più un condottiero quando lo toglierò di mezzo con le mie mani uccidendolo nel sonno. >
< Il vostro piano è davvero molto efficace e ben elaborato > rispose Faredoro con ghigno malefico < Non vedo l’ora di squartare quel dannato papero e mangiarmelo per cena. Sono nelle vostre mani, Doretta Doremì. >
< Perché parla al plurale? >
< Perché l’aiuterai anche tu, Gastone… O preferisci svignartela? >
< Ma io… >
< Meglio che tu accetti se non vuoi essere rinchiuso nelle segrete del castello. >
Senza via d’uscita, Gastone dovette allearsi con una perfetta sconosciuta di cui non si fidava minimamente.
< Molto bene. Quando pensate di entrare in azione? >
< Questa notte stessa > rispose Doretta sfoggiando tutto il suo fascino e la sua crudele bellezza. >
   
 
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