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Autore: sallythecountess    02/05/2020    1 recensioni
Mina è una donna bellissima, con un enorme passato oscuro alle spalle e molte cicatrici sul corpo e nell'anima. Non è mai stata amata, ma sempre e solo posseduta come un bell'oggetto di valore da sfoggiare in giro. Mille amanti, centinaia di regali preziosi, eppure nessuno si è mai preoccupato di fare la cosa più semplice, ossia regalarle un vero amore. Riuscirà a trovare la persona che sanerà le sue ferite?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo 31: il quadro di Mina
 
Quella mattina aprì gli occhi completamente rintronato e vagamente in imbarazzo. Ricordava ancora cosa fosse successo la sera prima, ma il mal di testa e la nausea indicavano che aveva bevuto un po’ troppo.
Sapeva dove si trovava, eppure non riusciva a capire lei dove fosse, così provò con dolcezza a chiamarla, ma niente. Alla fine, un po' intontito, si alzò dall'enorme lettone completamente sfatto e si guardò intorno: la stanza era vastissima, ma totalmente al buio; alle pareti vi erano lunghissimi drappi di stoffa nera, spessi e pesanti. Curioso decise di spostarne un pezzetto, ma la luce di mezzogiorno lo colpì come una lancia negli occhi e per un secondo dovette ritrarre lo sguardo, ma poi i suoi occhi si abituarono e una volta scostate tutte le tende si accorse che la stanza aveva una vista mozzafiato. I muri esterni in realtà erano tutte finestre e quella camera sembrava quasi un osservatorio astronomico. Involontariamente premette i tasti di un telecomando e partì una canzone di Bob Dylan, e lui rise perchè non se l'aspettava da Mina. Così, si gettò su una poltrona qualunque e gli venne da sorridere pensando a lei, alla tenerezza che aveva dimostrato e alle carezze che gli aveva fatto dopo il sesso. Non si erano detti praticamente nulla, ma erano rimasti pelle contro pelle per tutta la notte e lui non era riuscito a chiudere occhio fino all’alba. L'aveva cercata, rincorsa e probabilmente aveva fatto la figura dello sciocco pazzo innamorato e pensò solo “speriamo di non esserle sembrato troppo patetico”. Eppure Juan non sapeva che Mina stava pensando esattamente la stessa cosa. Le sue profonde riflessioni erano destinate ad essere interrotte da qualcuno che lo sorprese.
“Buongiorno, finalmente si è svegliato. La mia signora mi ha ordinato di occuparmi di lei, di coccolarla e di servirle caffè e aspirine prima di qualsiasi altra cosa. In bagno troverà pantofole e accappatoio tutti per lei e volendo c'è anche un kit per la barba e uno spazzolino monouso.”
Juan sorpreso da una tale accoglienza si chiese se Mina avesse un albergo, ma sorrise soltanto alla gentile donna di colore. Per un attimo si chiese se fosse il trattamento abituale che dedicava a tutti i suoi amanti e provò una fitta di gelosia spaventosa. Ester spense lo stereo aggiunse “Madame ha una riunione di lavoro di sotto, meglio non disturbarli, ma dovrebbero avere quasi finito. Beva il caffè, prenda le aspirine, mangi qualcosa e vedrà che se la ritroverà nel letto il prima possibile.”
Juan un po' confuso e ancora rintronato accettò di buon grado le aspirine, ma pensò che non fosse il caso di occuparle casa se doveva lavorare, così rispose bruscamente “no, vado a fare colazione fuori, grazie. Me la saluti, però.”
L’avrebbe rivista dopo poche ore, quindi poteva tranquillamente lasciarle un po’ di spazio e andare finalmente a fare l’unica cosa che moriva dalla voglia di fare: dipingerla. Eppure quella strana donna lo fissò quasi con dispiacere e disse “la signorina non ha neanche fatto colazione per aspettarla, e mi aveva ordinato di servirvi il pranzo a letto, ma le dirò che ha preferito andarsene.”
Il tono e lo sguardo della domestica furono molto severi e lui capì che forse era un ospite speciale, e che magari la sua amica non si comportava così con tutti, o almeno ci sperò profondamente. Allora i piani di Juan cambiarono e rispose gentilmente “no, va bene se le ha detto che voleva pranzare con me la aspetto. Faccio una doccia e mangeremo dopo insieme...”
La donna di colore aveva capito che per la sua giovane amica quell'uomo aveva qualcosa di speciale, glielo aveva letto negli occhi e allo stesso modo si era accorta dello sguardo di lui. Anni ed anni di esperienza le avevano permesso di capire gli innamorati anche senza chiedere nulla, così gli sorrise e fece per uscire, ma poi si ricordò e disse
“…E  sul tavolo accanto al divano troverà delle matite e un blocco da disegno. Non so se possono andare bene, ma la signorina non sapeva darmi particolari istruzioni, così ho preso quello che ho trovato…”   
Juan sorrise soltanto e ringraziò, ma una volta uscita Ester si mise a ridere realizzando che gli aveva preso i cartoncini colorati per disegnare, come se avesse avuto cinque anni. Per un attimo pensò che avrebbe dovuto prenderla in giro per giorni per quella cosa e rimase a ridacchiare, ma poi si trattenne. Capì che davvero lei voleva che si sentisse a suo agio e che probabilmente rispettava anche la sua parte creativa, ma cosa diavolo doveva farci con quei cartoncini colorati?
Ci pensò un po’e provò a studiarli, ma davvero non gli venivano in mente idee particolari, così abbandonò i cartoncini e decise di fare una doccia. Il bagno di Mina era spaventoso e gigante, ma stranamente anonimo, come la sua camera da letto. Non c’erano foto, non c’erano immagini e lui finì col chiedersi dove diavolo fosse quel famoso quadro di cui gli aveva parlato.  
Aprì l'acqua e togliendosi l'unico capo di abbigliamento che aveva annegò letteralmente sotto la doccia, e iniziò a pensare a lei e a quanto si fosse lasciata andare la sera prima. Era davvero la cosa migliore che gli fosse mai capitata e molto probabilmente non se la meritava una donna così. Certamente non sarebbe durata, ma Juan decise che avrebbe provato a fare qualsiasi cosa per farla restare il più possibile. Così perso nei suoi pensieri non sentì che qualcuno era appena entrato nella stanza e stava chiamando il suo nome con il suo solito tono vellutato.
Era euforica, e bella come non mai. Avevano passato quel piccolo frammento di notte a fare l'amore, e lui era stato dolce e generoso come nessuno mai e Mina gli aveva regalato tutto il suo corpo e poi era rimasta ad abbracciarlo come non aveva mai fatto con nessuno.
La verità era molto semplice: Mina era pazza di lui, talmente tanto da svegliarsi all’alba per costringere Ester ad andargli a comprare tutte le cose che potevano servirgli per farlo sentire come a casa al suo risveglio. Lei, però, era stata costretta a partecipare ad una noiosissima riunione su un film che doveva girare e Jen l’aveva trattata malissimo per quella storia della galleria d’arte, ma Mina si era detta che non le importava di nulla, solo di quell’uomo che dormiva nel suo letto. Ora, un po' intimidita finalmente poteva rivederlo, ma si chiese se lui lo volesse quanto lei, così un po' impacciata aprì la porta del bagno e lo vide: di schiena, nudo nella sua doccia era bellissimo. Aveva i capelli completamente bagnati, che gli coprivano parte di quelle spalle muscolose che a lei piacevano tanto, e si godeva l'acqua sulla pelle, quando improvvisamente si accorse della sua presenza e sussultò prima, ma poi con un sorriso e aprì la porta della cabina doccia le disse “perchè resti lì? Vieni qui, no?”
Era stato dolce e lei impazzì dalla gioia, ma ridacchiando rispose “forse non si nota, ma sono stata un'ora dal parrucchiere e dal truccatore quindi non ci penso neanche a rovinare un lavoro così ben fatto, ma tu lasciati guardare un po', sei veramente uno spettacolo.”
Juan allora senza parlare uscì dalla doccia e  la tirò contro il suo corpo bagnato e baciandola cominciò a spogliarla sussurrandole “non m'importa, fatti rifare i capelli o resta con i capelli bagnati, ma io ti voglio e tu sei mia…”
Non riuscì a restistere ad una tale dichiarazione e ovviamente si sciolse tra le sue braccia, di nuovo. Fecero l'amore ancora per un po' e poi, dolcemente Mina cominciò a lavarlo e lui fece lo stesso con lei commentando sarcasticamente che non era normale che un uomo profumasse di mora e vaniglia e che si sarebbe vergognato mostruosamente di tornare a lavoro così, ma lei sorridendo confessò una strabiliante verità.
 “Non molti hanno il diritto di usare la mia doccia, sai? Pensandoci bene credo che tu sia il primo a restare a casa mia per una notte intera, quindi abbi un po' di pazienza, magari la prossima volta ti farò trovare qualcosa di più virile...” e mentre lei rideva imbarazzata per questa sua improvvisa sincerità lui rimase per qualche secondo di stucco rendendosi conto che gli aveva riservato un trattamento di favore. Quando si riprese dalla sorpresa la strinse fortissimo e le baciò la fronte sussurrandole “tu folle ragazzina...non potevi comprare almeno un bagnoschiuma al muschio?”provocandole un prevedibile sorriso.
“Certo che sei completamente pieno di tatuaggi tu, eh?”gli disse, accarezzando il suo braccio destro completamente colorato, ma lui annuì e basta e Mina molto piano aggiunse “…e di cicatrici…”
“Senti chi parla…” sussurrò con sguardo molto serio, accarezzandole il labbro inferiore. E Mina sorpresa gli chiese “le ho ridotte chirurgicamente e non sono molto evidenti, come hai fatto a notarle?”
Ma la verità era che lui aveva non soltanto guardato, ma anche memorizzato ogni piccolo frammento della sua pelle, già da molto tempo e alcune le aveva notate fin da subito. La prima volta che si era seduta accanto a lui aveva realizzato che la linea delle labbra era imprecisa, poi toccandole si era accorto della cicatrice, ma amandola gliene aveva trovate molte sul corpo, e persino una dietro la nuca, nascosta dai capelli.
Nel frattempo uscirono dalla doccia e si avvolsero negli accappatoi preferiti di Mina in silenzio, ma Juan decise che voleva essere completamente onesto con lei, così aprì una parte dell’accappatoio e mostrandole i segni che aveva sull’addome e sulla spalla destra le disse “…questi sono segni di proiettili. Gli altri sono di coltello, granata e uno me lo hanno fatto persino con una mazza da baseball. Però io sono stato in guerra, è normale che abbia tutte queste cicatrici, tu…”
“…tutti abbiamo le nostre guerre Juan…” sussurrò lei chiaramente a disagio, ma poi fissandolo profondamente negli occhi aggiunse “…ma ora sei mio, giusto?” e lui annuì e basta, perché l’esplosione nucleare nel suo petto non gli permise neanche di respirare, e Mina aggiunse “…e non permetterò che qualcuno ti faccia del male…”
Avrebbe voluto dirglielo lui, ma non ne aveva avuto il tempo, però scoppiò a ridere rovinando l’atmosfera.
“Scusa, scusa mi amor”le disse molto dispiaciuto perché Mina aveva iniziato a guardarlo molto male “… ma davvero ragazzina come vorresti tu, che pesi a stento quaranta chili e hai un braccio grande quanto il mio polso praticamente, difendere me?”
“Stavo cercando di essere romantica, sai?” gli disse scocciatissima e lui afferrandola forte sussurrò “…io ti difenderò, sempre, anche quando avrai capito che io non sono una buona scelta e sarai andata avanti con la tua vita…”
“Niente, non ci riesci proprio ad essere dolce tu, eh?” gli disse scocciata e lui l’afferrò di peso e la gettò sul letto. Non voleva fare sesso, era sfinito, eppure una parte di lui era stato colto di sorpresa dal desiderio di stringerla forte e Mina annegò in quell'abbraccio e pensò soltanto per l’ennesima volta “io ti amo”. Poi, incapace di trattenere tutte le sue emozioni, fece esattamente quello che faceva sempre lui: le soffocò con un commento sarcastico e si allontanò dicendo “davvero devo comprare un altro bagnoschiuma perchè è strano sentire un omaccione che profuma come me...”
Pranzarono insieme come due selvaggi, accampati sul letto di Mina, e Juan la convinse a dare qualche morsetto al suo pranzo che Mina ovviamente desiderava disperatamente.
“…ma tu non avevi un Matisse in questa stanza?” le chiese ad un certo punto, mentre Mina addentava  il suo sandwich, e lei annuì e gli indicò una porta. Solo allora Juan scoprì la famosa cabina armadio blindata di Mina, che gli parve una specie di bellissimo negozio di abbigliamento e accessori. Al centro c’era il quadro, quasi come se fosse un elemento di arredamento e lui rimase per un attimo paralizzato.
“Wow…” sussurrò rapito da quel quadro fantastico.
“Già…wow…” sussurrò Mina, fregandosene completamente del quadro e fissando profondamente lui  in contemplazione di quel dipinto, e poi piano sussurrò “…me ne regalerai uno?” e a Juan prese un colpo.
“Neanche se vendessi tutto quello che ho e usassi tutto quello che potrò mai guadagnare, riuscirei a pagare la cornice di un Matisse, ragazzina, mi dispiace. Sono l’uomo sbagliato…” le disse amaramente, ma Mina scosse la testa e sorridendo sussurrò piano “io voglio uno tuo, non me ne importa niente di un quadro di qualcun altro…”
E a Juan tremò il cuore, dimenticò il Matisse e ogni cosa, e afferrandola forte le sussurrò “ Sei davvero matta…” e Mina annuì  sorridendo. Non era matta, era perdutamente innamorata di lui e cercava disperatamente di capire quali fossero i sentimenti di lui.
“E’ da stanotte che muoio dalla voglia di disegnarti, giuro…”le sussurrò pianissimo
“E che cosa stai aspettando?” rispose lei perplessa, ma Juan scoppiò a ridere e rispose che non aveva gli strumenti.
“Ma scusa…e quelli che ha preso Ester?” chiese Mina mortificatissima, ma lui baciandola sussurrò “con quelli al massimo potrei fare gli origami, se sapessi come si fanno…” facendo ridere Mina piano.
“…grazie però mi amor. Ho apprezzato infinitamente…” aggiunse stringendola forte al petto, ma Mina si divincolò e sorridendo rispose “…e allora vai a disegnarmi, sbrigati. Ma portami qualcosa che possa tenere qui per quando avrai voglia di disegnare in futuro…”  e Juan impazzì, perché ne aveva una voglia matta, ma non osava confessarglielo, temendo che Mina potesse pensare che preferiva la sua tela a lei.
 Si salutarono solo per poche ore e Mina le usò per selezionare i suoi vestiti e la biancheria più sexy da portare a Chino. Voleva farlo impazzire, e farlo innamorare quanto lo amava lei, ma ignorava che Juan nel frattempo era completamente preso da lei. Non sapeva cosa gli stesse succedendo esattamente, ma non riusciva a smettere di sorridere e di dipingere. Aveva avuto un’idea, le avrebbe regalato il quadro che secondo lui rappresentava quel loro strano amore, ma aveva pochissimo tempo per finirlo prima del viaggio e sarebbe stato complicatissimo. Così si chiuse nel suo studio e iniziò a dipingere tanto intensamente da riempirsi di schizzi di vernice ovunque. Ci mise tutto il cuore e l’anima in quel lavoro e quattro ore dopo era pronto, ma lui era in ritardo, così si pulì il viso pieno di vernice, legò i capelli e scappò da lei in aeroporto, con le foto del suo lavoro nuovo.
“Scusa, davvero non volevo puzzare di vernice, ma non ho avuto tempo di fare la doccia di nuovo…” le sussurrò piano, perché quella gatta dispettosa non faceva che fissarlo in aereo, ma Mina gli sussurrò solo “per qualche strano motivo trovo estremamente sexy le tue mani sporche di vernice” e lui scosse solo la testa, ma quando Mina accarezzandogli il viso sussurrò “…e i capelli, e le ciglia persino. Sembra quasi che tu dipinga come fai l’amore…” decise di mostrarle le foto, così porgendole il telefono sussurrò “Solo per te…”
C’era una bambina con due immensi occhi azzurri che sorridendo appoggiava la mano sul muso di un enorme lupo grigio che le mostrava i denti.
“Sei questo tu per me. Una pazza, incosciente che non ha la minima idea di quanto sia stupido quello che sta facendo, ma che mi sta facendo sentire una persona migliore. Una folle che mi ha fatto ritrarre artigli, zanne e qualsiasi tipo di scudo e mi ha letteralmente spinto a dire più parole di quante ne abbia dette negli ultimi dieci anni…”
E allora Mina capì: anche lui l’amava, quello era il senso del quadro. Così sussurrò piano “sì, ma non riesci proprio a dirmi qualcosa di dolce senza insultarmi, vero?” e poi si abbandonò alle sue braccia senza più alcuna paura.
Nota:
Vi ho regalato un piccolo capitolo sentimentale, forse un po' troppo tenero, ma va beh. Allora impressioni su questi due? Li vedete bene/male/ un casino? E siete curiosi di capire che cosa nasconda ancora Mina? fatemi sapere!
   
 
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