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Autore: Kia85    02/05/2020    1 recensioni
"I just want to be sure
When I will come to you
When the time will be gone
You will be by my side
Cherry Blossom Girl"
(AIR)
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7 prompt
7 storie, una al giorno.
[Raccolta partecipante all'iniziativa #TheWritingWeek indetta da Fanwriter.it]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Kinomoto, Syaoran Li | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Day 6 – HURT/COMFORT – Panico

 

Lo aveva riconosciuto subito. Per quanto non le fosse capitato spesso, sapeva certamente riconoscerlo.

Era panico.

Aveva iniziato con le mani che sudavano inspiegabilmente. Poi erano cominciati i tremori e le palpitazioni. Il cuore aveva iniziato a batterle così velocemente che pensava sarebbe scoppiato da un momento all’altro.

Si era fermata, quindi, mentre tornava a casa dall’università. Il fiato le si era accorciato, la sensazione di oppressione al petto stava diventando insopportabile e la testa le girava. Se non si fosse appoggiata sarebbe caduta sicuramente. Così si appoggiò con la schiena ad una parete e si accovacciò per terra.

Doveva solo ricordarsi che sarebbe andato tutto bene.

Era il suo incantesimo invincibile, no?

Andrà tutto bene, si ripeté.

Ma non era invincibile. Tutti gli altri pensavano che lei lo fosse, che fosse sempre forte e ottimista. Eppure talvolta doveva fingere che tutto andasse bene e poi alla fine, inevitabilmente, arrivava quel nemico silenzioso e terribile.

Panico.

Per quante situazioni avesse dovuto affrontare, faceva ancora fatica ad affrontarlo e sconfiggerlo.

Soprattutto quando troppi pensieri lo alimentavano.

Il passaggio dal liceo all’università era stato difficile. Doveva ancora trovare il ritmo tra lezioni, esami e club del pomeriggio. Voleva impegnarsi tanto, voleva che la sua famiglia e i suoi amici fossero orgogliosi di lei. Ma lei conosceva i suoi punti deboli e il timore di fallire era sempre lì, dietro l’angolo, pronto a tenderle un agguato quando meno se lo aspettava.

Le mancavano i suoi amici del liceo, le mancava vedere Tomoyo tutti i giorni. Lei era andata all’università di Stanford, in California, una delle migliori al mondo e sarebbe tornata solo durante le vacanze di Natale. Certo, Tomoyo la chiamava spessissimo, ma non era come averla accanto.

Sakura si portò una mano sul petto, come a costringersi a ricordarsi di respirare e che non c’era nessun reale pericolo alla sua vita, anche se era difficile. Solitamente pensare alle persone che amava la aiutava, ma in questo preciso momento avrebbe peggiorato tutto. La persona che poteva aiutarla non c’era, anzi, aveva contribuito al suo attacco di panico.

Aveva litigato con Syaoran. Non capitava spesso, qualche volta ci cascavano, ma quella volta in particolare era stato molto brutto. A scatenare il litigio era stato un altro incontro saltato perché Sakura avrebbe dovuto studiare dopo cena per essere preparata alla lezione del giorno successivo.

Lei non era come Syaoran, aveva bisogno di tempo per studiare, di ripetere e ripetere gli argomenti. Syaoran lo sapeva e l’aveva sempre appoggiata e aiutata. Ma era anche vero che non si vedessero più come prima. E Syaoran, che era sempre stato terribilmente geloso, non l’aveva presa bene.

Sakura non pensò neanche di ribattere per quanto riguardava la sua gelosia, lui in fondo sapeva di essere la persona più importante per lei e lei glielo aveva dimostrato più volte.

No, ciò che davvero l’aveva infastidita era che così facendo Syaoran aveva mostrato di non fidarsi di lei. E dannazione, avere fiducia l’uno nell’altra era il loro punto forte. Qualunque cosa fosse successa, sapevano che potevano contare sempre l’uno sull’altra.

Il fatto che le fosse venuta meno questa certezza le aveva dato il colpo di grazia.

E ora era lì, a cercare di combattere quel nemico che non poteva essere sconfitto con la sua magia.

Se solo fosse stata a casa sua, sentiva che sarebbe andata meglio. Ma era per strada, da sola, a pochi passi dalla fermata dell’autobus a cui era scesa di ritorno dall’università. Forse avrebbe dovuto chiamare suo padre, ma non voleva farlo preoccupare. Magari era ancora al lavoro…

“Sakura!”

Quella voce la riportò immediatamente alla realtà e subito dopo qualcuno le si inginocchiò di fronte, abbracciandola forte.

Syaoran?”

“Va tutto bene, ci sono io.”

Sakura strinse le dita sulla sua schiena, come se fosse l’ultimo suo appiglio prima di cadere nel baratro. Faceva ancora maledettamente paura.

“Tranquilla, chiudi gli occhi e respira ora.”

Syaoran le accarezzò la nuca, percependo il fiato corto della ragazza sul proprio collo.

“Non c’è motivo per cui tu non debba riuscirci.”

Sakura si costrinse a seguire le sue parole e inspirò a fondo, la testa nascosta nel suo torace e la mano di Syaoran che la accarezzava dolcemente la stavano aiutando. L’odore della sua camicia, così familiare, alleviò piano piano l’oppressione al petto, un respiro dopo l’altro.

Era al sicuro, doveva convincersene. La presenza di Syaoran l’aveva rassicurata fin da quando erano bambini. Lei glielo aveva sempre detto e lui puntualmente non si faceva mai attendere. Anche ora, nonostante tutto, era lì con lei.

Sakura non seppe esattamente quanto tempo passò così, ma alla fine riprese il controllo sul proprio respiro, le vertigini terminarono e il cuore tornò a battere a un normale ritmo.

“Va meglio?” le chiese Syaoran accorgendosi del cambiamento.

“Sì, grazie.” rispose Sakura e si scostò un po’ per guardarlo negli occhi, “Ma tu che ci fai qui?”

Syaoran distolse lo sguardo, imbarazzato, “Io… beh… mi sono sentito un completo idiota non appena hai messo giù. E non mi andava di far finire questa giornata così.”

“Stavi andando a casa mia?”

Il ragazzo annuì, prendendole le mani tra le sue, “Sì, ma ti ho vista per terra e ho capito che stavi avendo uno dei tuoi attacchi.”

“Scusa se ti ho fatto preoccupare.”

Syaoran scosse il capo, “Sono io che devo chiederti scusa. Sono stato uno stupido. So che stai passando un momento difficile e mi ero ripromesso che ti avrei sostenuta. Ad ogni costo. Ma insomma… è da tanto che non ti vedevo e…”

Syaoran abbassò lo sguardo, evitando di guardarla negli occhi e diventando completamente rosso in viso.

“E?” lo incalzò Sakura.

“E sentivo la tua mancanza.”

Sakura gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi, “Anche io.”

Il ragazzo sorrise, attirandola verso di sé per far incontrare le loro fronti, “Mi dispiace, tanto tanto tanto.”

“Va tutto bene, Syaoran.”

Syaoran rise leggermente, “Dovrei essere io a rassicurarti, invece…”

“Hai già fatto tanto. Sono molto contenta che tu sia qui.” esclamò Sakura, sorridendo e abbracciandolo.

Syaoran la strinse a sua volta e Sakura sospirò felice. Forse il suo incantesimo non era più invincibile, perché lei aveva imparato quanto la vita potesse essere difficile crescendo.  Ma quando Syaoran era con lei, allora sì, era davvero invincibile.

“Dai vieni, ti accompagno a casa.” disse poi Syaoran, aiutandola ad alzarsi, “Devi riposarti un po’ ora.”

“Ti va di restare a cena?” gli chiese lei guardandolo con una preghiera negli occhi, “Almeno stiamo un po’ insieme.”

Syaoran le sorrise dolcemente.

“D’accordo, ma poi torno a casa, così potrai studiare.” rispose lui toccandole la punta del naso con il dito.

Sakura rise e lo prese sottobraccio, stringendosi a lui.

“Grazie, Syaoran.”

 

 

Note dell’autrice: sì sì, l’ispirazione per questo capitolo è arrivata dall’episodio 14 della serie Clear card. Credo che quell’episodio mi abbia fatto sciogliere come neve al sole guardando questi due. <3

Grazie ancora a Vale per la correzione.

Ci vediamo domani con l’ultima os della raccolta.

Chiara

   
 
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