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Autore: Piumadoro    02/05/2020    1 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Sirius si svegliò presto il mattino seguente e rimase a fissare il soffitto con una strana sensazione positiva nello stomaco. 

“Di cosa sapeva la tua Amortentia?” Per poco il giovane Black non ebbe un infarto sentendo la voce di James così all’improvviso. 

Cioccovaniglia, salsedine e cannella.” Ripose Sirius, era inutile mentire. 

“Cioè nemmeno un profumo per me?” Si finse offeso James. 

“Perché la tua di cosa sapeva?” 

“Credo legno, Cioccovaniglia e menta.” Rifletté il giovane Potter.  

“Il fatto che abbiate un profumo in comune è agghiacciante.” Commentò Remus alzandosi dal letto. 

“Sei proprio una pettegola spiona.” Lo rimproverò Sirius 

“La tua di cosa sapeva?” Si incuriosì James. 

“Cane bagnato, legno e cioccolato.” Ricordò Remus. 

“Oh, ma siamo noi!” Si sorprese James correndo ad abbracciare l’amico. 

“Cane bagnato?!” Si finse invece offeso Sirius annusandosi poi le ascelle. “Ok, la doccia è mia.” 

I suoi amici risero. 

Per quanto strano, nel dormitorio delle ragazze del quinto anno si stava parlando dello stesso identico argomento. 

“La mia aveva dei profumi così strani!” Stava dicendo Sophia. “Odorava di miele e stoffa, cose simili. La tua Lily?” 

La rossa si stava infilando la divisa e si fermò un secondo. “Fiori, legno e metallo.” Ci rifletté un attimo e concluse: “I fiori mi ricordano casa, il metallo del calderone e il legno dei banchi di scuola.” 

Star si era immobilizzata con la camicia mezza infilata addosso. Legno e metallo erano odori che per lei contraddistinguevano James, e se fosse...? 

“Star? La tua Amortentia?” Incalzò Ann. 

“Un profumo molto strano, una specie di mistura particolare che non saprei descrivere bene, poi legno e metallo e cioccolata.” Rispose la giovane troppo concentrata a cercare di ricordare dove aveva già sentito il primo profumo. 

“Perché legno e metallo?” Le domandò Lily curiosa. 

“Sono i profumi che mi ricordano... una persona.” Star aveva imparato una cosa di Lily: più la si metteva davanti all’evidenza più lei ne sfuggiva. Così si guardò bene dal nominare James. 

“Questa sera c’è la festa di Lumacorno. Con chi verrai?” Le chiese Lily mentre le altre loro compagne continuavano a parlare di Amortentia. 

“Con Remus. Tu con Severus, immagino.”  

“Esatto. Ho sentito che verrà anche Sirius, porterà qualcuno?” Continuò Lily. 

“Credo di si.” Rispose vaga Star. 

Scesero insieme a fare colazione e dopo un po' si unirono a loro Alice, Marlene e Emmeline. 

“Dov’è Mary?” Domandò Star. 

“Sta con uno del settimo, dice che è una giornata stupenda per passeggiare in compagnia.” Spiegò Emmeline. 

“Questa sera voi due andrete al Lumaclub, vero?” Alice spostò immediatamente la discussione su argomenti, a suo parere, più interessanti. 

“Si. Ci andrò con Remus.” E Star specificò subito quello che immaginava volesse scoprire la sua amica. 

“Io con Severus.”  

“Ma tra voi due c’è forse qualcosa di più? Insomma, non ti innamori mai di nessun ragazzo e l’unico con cui esci stabilmente è Sev.” Commentò Alice. 

Lily rise. “Oh, no. Io e lui siamo solo amici, non potrei mai vederlo come qualcosa di più, non è esattamente il mio tipo, anche se gli voglio molto bene.”  

“E’ come per Star e James, giusto?” Intervenne Marlene. 

Star sorrise. “Esatto, tranne per il fatto che...” La ragazza si bloccò; stava per specificare che lei amava James, ma quel suo modo di dire aveva creato fin troppi danni, così si limitò a concludere con un impacciato: “...viviamo insieme, perché siamo fratelli.” 

Ann e Sophia piombarono al tavolo in quel momento lanciando un giornalino a Star.  

Sirius Black è di nuovo il ragazzo più sexy della settimana.” Annunciò Sophia. 

“Vedo.” Fu l’unico commento della loro amica mora che osservò Sirius sulla copertina; la foto era stata scattata in Sala Grande mentre il giovane “studiava”, era seduto al contrario sulla panca, la schiena e un braccio poggiati sul tavolo, mentre con una mano teneva un libro. Alzava lo sguardo dal testo ridendo, probabilmente ad una battuta di James seduto accanto a lui, ma tagliato fuori dalla foto. “A James non piacerà.” Aggiunse poi. 

“MA INSOMMA!” La rimproverò Sophia. “Non vuoi dirci la verità?” Star la fissò a dir poco perplessa. 

“Leggi l’articolo.” Sbottò Ann aprendole il giornalino sotto il naso.  

Questa volta la “notizia” occupava l’intera pagina, e il titolo recitava a chiare lettere “Il Ragazzo più Sexy e la Ragazza più Bella: Storia d’amore o solo amicizia?” 

“Perlomeno hanno un dubbio pure loro.” Constatò Star. L’articoletto era un insieme di supposizioni fantasiose e si concludeva con una foto di lei e Sirius ad Hogsmeade che si sorridevano tenendosi a braccetto, a giudicare dai vestiti era stata scattata a San Valentino. 

Bhe?” Fece Sophia impaziente.  

“Siamo usciti insieme perché Mary stava male, ricordate? Cosa dovrei dirvi?” Domandò Star. 

“Qui c’è scritto che se non vi mettete insieme voi chi altro?” Sbuffò Ann. 

“Sulla base del fatto che siamo entrambi attraenti dovremmo stare insieme?” La mora rise di gusto. “Vi adoro ragazze.” 

“Dovresti provarci almeno! Non puoi dire che non ti piaccia.” Insistette Sophia. 

Sirius è un ragazzo bellissimo, ma se mi innamorerò di qualcuno sarà anche per il suo carattere.” Replicò Star. 

Evidentemente questo non era contemplato nei piani delle due giovani che se ne andarono insoddisfatte. Mentre Star le seguiva con lo sguardo avvistò i Malandrini entrare nella Sala e si affrettò a salutare le sue amiche per potersi unire a loro. 

“Questa sera ci prepariamo insieme?” Le chiese Lily. 

“Sicuro.” Promise Star alzandosi e raggiungendo i ragazzi che si stavano accomodando poco più in là. 

“Buon giorno, stellina.” James la baciò sulla guancia e le fece spazio accanto a sé sulla panca.  

“Ho pensato che potremmo allestire un rifugio nella Stanza di ieri sera, possiamo usarlo per disegnare la Mappa in santa pace oppure per esercitarci o....” Sirius ascoltò Star parlare solo i primi secondi e poi si perse nei suoi pensieri: ora che doveva fare qualcosa per attirare la sua attenzione e farle sapere che lui la vedeva in modo speciale... niente. Nessuna idea. Non sapeva nemmeno come salutarla. Cosa avrebbe dovuto dirle? Hei, ciao, ti ricordi quando l’anno scorso sei scesa in Sala Comune mezza nuda di notte e io ho fatto l’indifferente mentre in realtà ogni particella del mio corpo avrebbe voluto gridarti che ti amo? Non sembrava una buona idea. Il ragazzo però si ritrovò a ripensare a quella notte. 

 

Sirius?” Si sentì chiamare. Si voltò verso la fonte del suono e dovette sforzarsi di tenere la bocca chiusa: Star era in mutande e indossava la maglia del suo vecchio pigiama con le impronte di zampe di cane, le stava larga e la faceva sembrare esile e alta. Molto alta.  

Perchè sei sveglio?” Gli chiese.  

Comportati normalmente, ripeté a sé stesso prima di rispondere in un tono che sperò fosse tranquillo: “Non lo so, mi sono svegliato poco fa con un gran mal di testa. E tu?”   

“Io...  le ragazze stanno ancora parlando e volevo fare un riposino.” Replicò lei rapida sedendosi sul divanetto accanto a lui. 

Sirius realizzò che la stava fissando, doveva distogliere lo sguardo. Così guardò verso il dormitorio femminile. “Tante chiacchiere segrete lassù, eh? Mi piacerebbe sapere di cosa parlate.” Commentò.  

“Di ragazzi... e amore...” Rispose pronta lei. “A proposito: so che odi che io cerchi di scoprire i tuoi segreti… ma sei davvero innamorato di qualcuno? Perché a me non sembra… insomma… non ti sforzi nemmeno di provarci con questa persona e per te non dovrebbe essere difficile.”  

“La situazione è complicata…” La bloccò lui; non aveva nessuna intenzione di parlare di quella cosa o avrebbe rischiato di professarle amore eterno inginocchiandosi ai suoi piedi, e sarebbe stato imbarazzante.  

Star stese le gambe sopra le sue e lo fissò sempre più curiosa. Il ragazzo la guardò, non riuscì a farne a meno. Iniziò dai piedi e poi dai polpacci perfettamente lisci, e le cosce così toniche e belle che si chiudevano appena nascondendo le mutandine di lei solo per un soffio. Era stupenda, e non se ne rendeva nemmeno conto. Si accorse di star sorridendo così la prese per quelle gambe perfette tirandola, facendola così scivolare più vicino a sé. Dopo di che la sovrastò completamente. “Tesoro, ti ha mai detto nessuno che non hai più l'età per andare in giro vestita così?” Le disse, ormai che senso aveva mentirle? Star non rispose.  

Sirius avvicinò il viso al suo, talmente vicino che poteva sentire il suo profumo di Cioccovaniglia penetrargli fin nello stomaco.  “Qualcuno potrebbe impazzire” le sussurrò, poi si avvicinò ancora di più. Pochi centimetri e l’avrebbe baciata, e sarebbe stato bellissimo. Bellissimo e falso, almeno falso secondo lei che non gli avrebbe mai creduto, cosa le avrebbe detto dopo? Si alzò di scatto fingendo nonchalance anche se dovette voltarsi da un'altra parte per nascondere il suo rossore. 

“Anche tu?” Chiese lei riuscendo a malapena a nascondere la sua preoccupazione.  

“No, io so gestire me stesso.”  Il ragazzo tornò a guardarla, certo... come no, si sapeva gestire perfettamente. “Con me e gli altri Malandrini non corri rischi…. Bhe… non posso garantire per Remus … sembra che quando fai queste cose lo confondi parecchio. Ma non ti farebbe mai del male.”  

“Ho sentito tante storie su di te dalle ragazze… non sembri uno che sa gestire sé stesso…” Replicò lei con tono di sfida.  

“Ah… quelle storie...” Sirius la guardò, il mezzo sorriso sul volto, come poteva discolparsi? “Storie di sesso” Concluse poi spostandosi lievemente i capelli dalla fronte per dissimulare la tristezza che provava. “Non devi credere a tutto quello che senti… e poi… tu con me sei al sicuro.”  

Al sicuro, ripeté a sé stresso. Si sporse verso di lei e la baciò tra i capelli. Non si sarebbe mai permesso di ferirla. Se ne andò alla svelta chiudendosi alle spalle la porta del dormitorio realizzando che non l’aveva nemmeno salutata.   

 

“...che ne pensi, Sirius?” Star lo guardava, lo guardava ora, nel presente. E gli aveva fatto una domanda. Il ragazzo le sorrise, nascondendosi dietro la sua solita maschera. “E’ un’idea splendida.” Le rispose. 

“Perfetto.” Si entusiasmò lei. “Ci vediamo davanti all’arazzo tra mezz’ora, speriamo non ci sia troppa gente.” 

Un attimo dopo la ragazza, Remus e Peter erano già spariti, per fortuna rimase James a guardarlo con aria divertita. 

“Non hai capito una parola, vero?” Gli chiese. 

“Come...?” Cominciò a domandare Sirius. 

“L’hai fissata tutto il tempo con lo sguardo perso nel vuoto. Se avesse parlato per altri due minuti avresti incominciato a sbavare.” Replicò James. 

“Io non sbavo.” Sbottò Sirius offeso. 

“Come vuoi. Ti interessa sapere quello che devi fare?”  

“Si.” 

“Tu ti occupi di andare a prendere gli album di foto e la macchina fotografica.” 

“E tu?” 

“Io vengo con te ma per prendere la mappa.”  

I due ragazzi rimasero seduti per qualche secondo. “Io credo che dovresti dichiararti a Lily.” Disse Sirius dal nulla. 

“Lo farò dopo che tu ti sarai dichiarato a Star.” Ribatté James. 

“Maledetto.” Sirius si alzò di scatto. “Ho tutto oggi per corteggiarla, e questa sera balleremo sicuramente insieme.” 

“Ballate sempre insieme.” Gli fece notare James mentre si dirigevano verso la torre dei Grifondoro. 

“Ma le farò dire che sono stupendo, non mi toglierà gli occhi di dosso.” Aggiunse Sirius. 

James stava per rispondergli ma cambiò idea, era molto più divertente se lui non interveniva. Ma lui doveva intervenire, Star non si era dichiarata perché Sirius stava con Mary, ma ora che non era più così lui doveva riportarle alla mente la sua promessa. La questione Starius si sarebbe risolta in un paio di giorni. 

Una volta radunati tutti di fronte all’arazzo Star parlò carica: “Allora, senza offesa Sirius, ma io pensavo che potremmo desiderare un luogo più confortevole, tipo un salottino o...” 

“O il Covo.” Suggerì James. 

“Esatto, e Covo sia.” Decretò la ragazza. Insieme passarono tre volte davanti alla parete pensando al loro posto a Casa Potter, la porta comparve e i giovani ci si infilarono dentro appena prima che alcuni studenti girassero l’angolo e si dirigessero verso di loro chiacchierando. 

“Sarà una giornata fantastica.” James si guardò intorno strabiliato, la stanza somigliava moltissimo al loro Covo; c’erano divanetti e amache, persino il soppalco. Tutti i ragazzi erano entusiasti, ma Star no. La ragazza si guardava attorno con un’espressione confusa. 

“Tutto bene?” James le si avvicinò piano. 

“Ci siamo già stati qui.” Rispose lei. 

“Sarà una tua impressione perché somiglia molto a ...” Cominciò a spiegare razionalmente Remus. 

“No.” Lo bloccò lei. “Siamo già stati in questa stanza, l’abbiamo già usata come Covo... noi eravamo qui... eravamo qui e c’erano dei passaggi segreti. Al terzo anno.” 

I Malandrini la guardarono perplessi. 

Sirius la chiamava il Covo di Hogwarts.” Continuò lei. “La usavamo per gli scherzi e per uscire dalla scuola senza essere bloccati dagli Auror.” Qualcosa si mosse nel profondo degli occhi dei suoi amici. “Corte...abbiamo trovato un indizio qui...” 

James si guardò attorno. “Aveva rapito Peter, e altri ragazzi della squadra. Ci siamo sempre sentiti in colpa per questo.” Ricordò. 

“Il passaggio, portava anche al nostro dormitorio.” Sirius si avvicinò alla parete passandoci sopra la mano. 

“Ma perché non ce lo ricordavamo?” Remus si guardò intorno in quella stanza oramai familiare. 

“Silente...” Rifletté Star. “Non voleva che ci venissimo più. Inoltre, se ci pensate bene, tutti i brutti ricordi del terzo anno sono un po' sfocati.” 

“Quel vecchio furbone!” Commentò James. 

“Io non ricordo di essere stato rapito. Non ricordo niente di quello che è successo dopo che sono entrato qui con gli altri finché non sono tornato a scuola.” Rivelò Peter. Tutti si voltarono verso di lui sorpresi. 

“Dev’essere difficile.” James gli poggiò una mano sulla spalla ma il ragazzo scosse la testa. “Credo che sia molto più facile invece. È come se avessi dormito per un po'.” Spiegò. 

Dormito. Sirius ripensò alla notte prima di prendere l’Espresso per Hogwarts; Star aveva dormito a Casa Black, nella stanza adiacente alla sua. 

 

Il ragazzo aveva accolto la sua amica con il contegno che i Black richiedevano, l’aveva aiutata a risistemarsi nelle sue stanze e avevano mandato via Kreacher per potersene occupare da soli. Parlarono del più e del meno, di quando sarebbero tornati ad Hogwarts il giorno dopo e di come stava James.  

“Posso fare da sola ora.” Gli assicurò lei. 

“Bene. Se dovessi aver bisogno di me...” Sirius si sentiva stranamente a disagio. 

“So che c’è un passaggio segreto che mi farà arrivare da te.” Concluse Star. 

“Già...Notte.” Il giovane la salutò e andò nella sua camera, si stese sul letto a fissare i poster e le foto alle pareti. Rimase in silenzio a lungo senza riuscire a dormire, così si alzò e poggiò la schiena al muro, accanto al passaggio segreto. Lei si trovava dall’altra parte di quella parete; gli sarebbe bastato usare il passaggio per andare da lei, starle accanto, magari dirle ciò che si teneva dentro da tempo. Restò lì, ad assaporare il contatto con la fredda parete e a maledirsi per le sue incertezze.  

Sirius?” Regulus era alla porta, era mattino. “Hai perso la colazione, siamo pronti ad andare.” Gli riferì suo fratello uscendo svelto dalla stanza.  

Sirius si alzò, indolenzito, e sospirò pesantemente. Si cambio rapito e scese fino all’atrio.  

“Andiamo.” Eseguirono tutti l’ordine di Orion e salirono sulla carrozza. Il viaggio fu lungo e silenzioso, fortunatamente alla fine giunsero a King Cross e lì Sirius e Star poterono separarsi dai Black per salutare i loro amici. 

 

Quando Sirius tornò al presente Star e Remus stavano sistemando il cibo in un tavolo.  

“Dovremo stare molto più attenti questa volta, se Silente sospettasse che abbiamo ritrovato questa stanza probabilmente ci cancellerebbe di nuovo la memoria.” Ipotizzò James. 

“Già, e dovremo ricordarci di non usarla più per aprire passaggi al di fuori di Hogwarts, non sono bei tempi.” Ricordò loro Remus. 

“E’ piuttosto bello, però, stare di nuovo un po' soli, avere uno spazio nostro.” Star sembrava molto felice quel giorno.  

“Sei raggiante.” Notò Sirius guardandola con un che di inquisitorio. 

“Si, mi mancava passare del tempo con voi, e poi Lily mi ha chiesto di prepararmi con lei per questa sera. Sarà solo una festa ma io sono comunque emozionata, quasi come per lo spettacolo l’anno scorso.” Spiegò lei. 

Sirius, senza volerlo, ritornò con la mente al dietro le quinte di quella sera. Era stato così stupido. 

 

Il sipario si chiuse per un'altra brevissima pausa. Gli applausi furono ancora più forti. Dietro le quinte Star indossava l'abito dalle molteplici sottogonne nere.  

Bonjour” La salutò scherzosamente Sirius quando vide la testa della giovane spuntare fuori dal vestito.   

“Non ridere di me, Ser Villano Black.” Sbuffò lei mentre Ann la aiutava a chiudere i lacci sulla schiena.  

Tranquilla faccio io. Va ad aiutare la nostra Enny.” La rassicurò Sirius prendendo i nastri del corpetto, la schiena nuda della ragazza sembrava quasi porcellana ricoperta di velluto finissimo. 

“Ma sai almeno come si fa?” Lo prese in giro Star. Per tutta risposta lui le strinse il vestito fino a toglierle il respiro. “Ah, ok! Scusami!”   

“Così va meglio.” Replicò il ragazzo sorridente allentando i nastri. “Sei pronta alla grande scena?”   

“Credo di sì…” Rispose lei.  

“Sei nervosa, eh?” La ragazza annuì di controvoglia. “E perché mai?”  

Star prese un respiro profondo. “Le ragazze dicono che tu ed io in realtà ci amiamo, quando vedranno questa scena mi tormenteranno ancora di più e …”  

Wo wo! Frena un po’! Le ragazze dicono? Non puoi farti condizionare da loro. Ricordi quando dicevano che tu e James vi amavate? E non solo come fratelli… e quelle cose orrende che i ragazzi dicono su di te? Suvvia! Saprai tu cosa è vero o no? Noi su quel palco siamo Chuck e Roxanne. Quei sentimenti non sono i nostri. Quella scena non è la realtà, giusto?” La rimproverò lui. Non era il momento di confondere la fantasia con la realtà o non sarebbe più riuscito a recitare. 

La giovane sorrise rilassata. “Giusto! La persona che ami sarà davvero fortunata, sai? Dovresti farti avanti.”   

Sirius le sorrise di rimando, poteva essere un buon momento per dirle tutto, se solo non fossero sul punto di entrare in scena. “Pensiamo allo spettacolo intanto. Faremo furore.” Disse solo. 

 

Quei continui ricordi lo facevano sentire come trafitto da lame affilate. Cercò di distrarsi aiutando i suoi amici a sistemare il cibo, ma non ne avevano portato molto quindi finirono in fretta. Fortunatamente James estrasse la Mappa poggiandola su un tavolo spazioso su cui apparvero strumenti di precisione. Quello distrasse il giovane Black per un bel po'. Avevano quasi finito il quarto piano ormai, ne mancavano solo tre e le torri di Corvonero e Astronomia. La mappa era piuttosto grande e aveva molte parti sovrapposte, ma avevano deciso che una volta disegnati tutti i dettagli l’avrebbero rimpicciolita e incantata affinché sembrasse una semplice pergamena vuota ripiegata più volte.   

“Lunedì sera potremmo andare nella Sala Comune dei Corvonero.” Propose James. 

“Se ideiamo un buon piano che ne tenga impegnati la maggior parte possiamo andarci anche prima del coprifuoco. Così entreremo con uno di loro.” Consigliò Star. 

“E’ rischioso ma potrebbe funzionare.” Sirius passò il dito sulle carte degli appunti “Se noi... Ahi!” Si era tagliato un dito, che cosa banale. Dal taglio, per quanto piccolo, cominciò a fuoriuscire molto sangue. Con un gesto meccanico, quasi annoiato Star gli passò la mano sulla ferita che sparì immediatamente. Sirius la ringraziò e lei annuì senza alzare lo sguardo dalle bozze continuando a conversare con suo fratello. Niente a che vedere con la dose di attenzione che gli aveva dato quando James lo aveva picchiato quell'estate. In quel caso lei gli aveva minuziosamente controllato le mani e aveva curato tutti i tagli, gli aveva sistemato anche un livido attorno all'occhio e poi James le aveva detto di controllare le costole. Il momento in cui Star gli aveva alzato la maglia, le sue mani calde e delicate che gli correvano sul torso nudo; quelle sensazioni Sirius non le avrebbe scordate mai. Molte persone lo avevano toccato più volte, ma il modo in cui lei lo aveva sfiorato era totalmente diverso. Ricordando quel momento il battito del giovane accelerò. Era in ammissibile che si sentisse così emozionato solo per un fatto accaduto mesi prima. Cercò di calmarsi riportando l'attenzione alla mappa.  

Lavorarono riportando gli schizzi nel foglio ufficiale con estrema precisione per tutta la mattinata. Solo quando lo stomaco di Peter brontolò sonoramente si fermarono per mangiare qualcosa. 

“Buonissima questa torta.” Esclamò Peter. 

“Grazie, l’abbiamo fatta io e Hagrid ieri.” Rivelò Star. 

“Quando? Quando sei riuscita a fare qualcosa ieri che non fossero le lezioni?” Si stupì James, sua sorella fece spallucce e non rispose. 

“Ma dove hai imparato a cucinare?” Le chiese Sirius. 

Bho, seguo le ricette e viene tutto bene.” Ripose lei tranquilla. 

“Ah, giusto, me ne ero scordato.” Realizzò lui. 

James si stiracchiò con un lamento. “Ah, all’ultimo allenamento ho potenziato molto le mie braccia! Fanno ancora male, però ora sono più muscoloso di Sirius.” 

“Non credo proprio.” Sbottò l’interessato.  

“Invece si, te lo dimostro subito.” James si tolse la maglia velocemente e mise in mostra braccia e torace. Sirius aveva perfettamente capito che quello era solo un modo per concedergli l’opportunità di mostrarsi a Star, era un trucchetto sciocco ma non si tirò certo indietro per questo. Anche il giovane Black si tolse la maglia. 

“Che te ne pare Star?” Chiese James. 

La ragazza alzò pigramente lo sguardo dalla sua cioccolata calda. “Fortunatamente nessuno dei due ha messo su una di quelle masse muscolose esagerate, perché sinceramente le trovo brutte, ma avete entrambi un fisico molto asciutto e, si, Jame, hai delineato di più i bicipiti, si vede.” 

“Non sembri entusiasta come al solito.” Si rabbuiò James. 

Bhe, sembrate un po' troppo pieni di voi ultimamente, e poi sono invidiosa, anche io voglio avere la tartaruga e i bicipiti ben delineati.” Sbuffò lei. 

Suo fratello cominciò a prenderla in giro mentre Sirius fu scaraventato di nuovo al suo passato, precisamente all’estate precedente. 

 

Bhe, in effetti.” Commentò Star osservandolo attentamente. 

“In effetti cosa?” Chiese lui spaesato dall’avere lo sguardo di lei su di sé. 

Bhe...” Cominciò la ragazza afferrando una maglia da una bancarella e lanciando qualche moneta al venditore senza quasi staccare gli occhi da Sirius. “...diciamo che durante l’inverno hai fatto progressi, è il Quidditch che ti fa venire quegli addominali? E le spalle? No, perché dovrei averli anche io, cioè, giochiamo nello stesso ruolo.” Spiegò lanciandogli la maglietta. 

“Mi stai, per caso, dicendo che sono sexy e bellissimo come un dio greco?” Ipotizzò lui con il suo mezzo sorriso sul volto poggiandosi la maglietta sulla spalla senza indossarla, era piacevole essere guardato da lei. 

“NO!” Replicò Star. “Volevo solo dire che anche io dovrei avere quei muscoli.” 

Era davvero possibile che lei non sentisse niente? Il ragazzo la afferrò per la vita spingendola contro un muro e stringendola a sé, facendo aderire il suo corpo a quello di lei. “Vuoi dire che tutto questo non ti fa nessun effetto?” Le domandò sussurrando. 

“No.” Rispose lei tranquilla. 

“Hai i brividi però.” Le fece notare Sirius stringendola ancora di più tanto che la ragazza dovette poggiare la mano sul suo petto per riuscire a non finire col viso su di lui. Il ragazzo assaporò ogni secondo di quel contatto, i loro corpi vicini, la mano di lei sul suo corpo. 

Perchè tu sei caldo, perché sei così dannatamente caldo?!” Sbottò Star. 

“Sono caliente! E poi sei tu che sei fresca, è piacevole...” Ribatté lui cercando di restare il solito ragazzo sicuro di sé. Era bello avere il controllo, per una volta, di solito si sentiva perso quando stava con lei, ma ora... l’aveva letteralmente messa con le spalle al muro. 

“Sono fredda perché sono ancora bagnata e...” Cominciò a spiegare lei ma venne interrotta da una risatina del ragazzo. “Cosa?!” Sbuffò al limite della sopportazione. 

“Niente, è che tutte le ragazze mi dicono questo ma da te non me lo sarei mai aspettato.” Rispose Sirius ancora ridendo. Adorava metterla in difficoltà con i doppi sensi. 

“Cosa... che sono bagnata...? Ma che...?” La ragazza guardò il suo amico combattere con sé stesso per non scoppiare in una fragorosa risata. Dopo qualche secondo Sirius la vide comprendere la battuta e gonfiare le guance irritata, con uno spintone lei si liberò dalle braccia del suo amico che prese a ridere fortissimo. 

“Ci hai messo una vita!” La prese in giro. “Dovevi vedere la tua faccia!” Era a dir poco meraviglioso poterla vedere confusa e costringerla a riflettere, era raro vederla pensare davvero a qualcosa. 

“Sei pessimo.” Commentò lei avviandosi a passo di carica verso un negozio. “Ma fai sempre così con tutte le ragazze?” 

“Non prenderei mai in giro le altre ragazze, anche perché loro sanno perfettamente cosa intendono quando mi sussurrano certe cose all’orecchio.” Le raccontò lui seguendola, più lei si arrabbiava più lui si divertiva. 

“Non voglio sapere altro!” Lo bloccò Star entrando nel negozio. 

 

“Non credo che ti donerebbero tutti questi muscoli, preferisco le ragazze dall’aspetto soffice.” Scherzò Sirius, doveva smetterla di imbambolarsi. 

“Hai appena insinuato che sono grassa?” La ragazza si portò la mano al cuore offesa. 

“NO! Ma perché siete tutte così isteriche voi donne!” Sbottò lui. 

“Perché ci piace vedere voi uomini in crisi.” Replicò lei con una linguaccia. 

“Ti faccio vedere io!” Senza pensarci il ragazzo la prese per la vita e la sollevò posandola sopra il tavolo e iniziando a farle il solletico sui fianchi, per sua fortuna James gli diede man forte perché un’ondata nostalgica lo travolse nuovamente. 

 

Star scosse la testa poi all’improvviso fissò la porta e a Sirius sembrò quasi di vederla drizzare le orecchie. 

“Qualcuno si avvicina.” Lo avvertì lei. 

Con un movimento repentino il ragazzo la afferrò per la vita facendola sedere sul tavolo e poi si posizionò tra le gambe di lei afferrandole il viso tra le mani per baciarla a pochi centimetri dalle labbra. Dovette trattenersi per non spostare la bocca giusto un po' più a destra e baciarla davvero, conoscere finalmente il sapore delle sue labbra. Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, con le dita le sfiorava i morbidi capelli e una sofficissima porzione di pelle sotto la mandibola. Desiderava spostare le mani sulla schiena di lei per poterla stringere forte a sé e non lasciarla andare mai. Invece si distanziò un po'. 

“Se n’è andato?” Chiese in un sussurro poi. 

Lei annuì. “Era proprio necessario, comunque? E se fosse stato solo un ragazzino che voleva infrangere le regole?” 

“Così sono andato sul sicuro.” Replicò lui, in realtà si stava approfittando di quella storia della finzione per poterla sentire più vicina. Era così stupido, ma in quei rapidi momenti tra fantasia e realtà poteva sognare di stare davvero con lei; erano occasioni che non voleva lasciarsi scappare. 

 

“Ti arrendi?” Le chiese Sirius solleticandole il collo. 

“Fanculo, Black!” Replicò lei tra una risata e l’altra. 

Per tutta risposta Sirius se la caricò su una spalla come un sacco di patate e iniziò a girare su sé stesso. 

“Mettimi giù, cagnaccio!” Gridò lei. Il giovane obbedì e la ragazza cercò di rimettersi i capelli in ordine. Sirius si dispiacque di quel suo tentativo; era così bella con i capelli arruffati e con ciocche che le ricadevano sul viso, selvaggia e naturale. 

“Mi hai palpeggiato il sedere!” Affermò lei sconvolta. 

Sirius la guardò perplesso, avrebbe voluto rispondere “Se ti avessi palpato davvero non ti lamenteresti.” ma gli occhi della giovane sembravano davvero offesi e quindi incespicò sulle parole e tirò fuori una specie di “Mi dispiac...non l’ho fatto ... app...stra.” 

Ovviamente Star rise. “Sei nervoso? Che succede? Di solito sei sempre calmo e spudorato.” 

Calmo. pensò Sirius mentre altri ricordi lo inghiottivano. 

 

Hei, è solo un momento. Passerà. Andrà tutto bene.” Senza pensarci Sirius le prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo baciandola sulla fronte. 

Star poggio la testa sul petto del ragazzo che pregò che lei non sentisse il suo cuore perdere un battito, o forse due. La strinse un po' a sé, senza malizia, solo perché era un’amica che stava soffrendo e voleva darle il suo sostegno. Dopo poco la ragazza di riscosse e si allontanò scusandosi. 

“Non ti preoccupare.” Sirius le sorrise calmo. Ma non era calmo, non era affatto calmo. 

 

“Scusa se mi sono preoccupato per te.” Ribatté il giovane scocciato riacquistando finalmente un po' della sua dignità. 

“Sai che sei di nuovo in copertina di quel giornalino?” Cambiò argomento lei. 

“Ma perché non considerano nessun altro?” Chiese James scocciato. 

“Perché è ovviamente scritto dal fan club di Sirius.” Rispose Remus che aveva appena finito il suo panino. 

“Io non ho un fan club!” Sbottò Sirius. 

“Giuro che se trovo le ragazzine del primo anno in gruppetto a parlare di te ti sfotto a vita.” Replicò Star ridendo. 

Il giovane dagli occhi grigi le sorrise. “Sei invidiosa, tesoro?” 

La ragazza si portò la mano al petto e si profuse in un’espressione di tremenda offesa. “Io? Invidiosa!? En garde!” Star sfilò la bacchetta dalla tasca e la puntò contro il suo amico. 

Sirius sfoderò a sua volta la sua bacchetta e si mise in posizione. James e Peter si sedettero sul tavolo per avere una visuale migliore e Remus sospirò ma comunque li guardò interessato.  

Partì un duello in piena regola, che Sirius non perse subito solo perché Star si ostinava ad usare la bacchetta. Nonostante questo, dopo qualche minuto il ragazzo si ritrovò bloccato da una sostanza nera e appiccicosa e la sua amica lo disarmò facilmente. Sirius si trasformò in cane e si liberò di una sostanza con una scrollata, prese la rincorsa e si gettò contro Star che perse l’equilibrio e cadde a terra ridendo.  

“Ma chi è un bel cagnolone, chi è il più puccioso cane del mondo?” Prese a dire la ragazza con una vocina cantilenante mentre grattava le orecchie del cane che scodinzolava felice. 

“Potresti restare così per sempre.” Lo prese in giro James. “Sei molto più tenero e affettuoso.” 

Sul pavimento della stanza riapparve il loro amico seduto a gambe incrociate che li guardava di sbieco. “Sono molto affettuoso anche da umano.” 

“Sei molto scontroso da umano, ma almeno questa volta sei riuscito a non perdere i vesti nel trasformarti.” Continuò a deriderlo James.  

Sirius sorrise. Gli tornò in mente il giorno della sua prima trasformazione e mentre riempiva il suo amico di insulti rivisse quel ricordo.  

 

Dopo quasi due ore di continue trasformazioni Peter ebbe la brillante idea di chiedere qualcosa a Sirius proprio mentre tornava un cane per l'ennesima volta. Il risultato fu che i vestiti del ragazzo caddero a terra e un grosso cane nero si ritrovò impigliato nella camicia. James corse a liberare il suo amico che preso dall'agitazione si ritrasformò subito in umano. Sirius si rese a malapena conto di essere nudo, era più impegnato a riprendersi dallo spavento e insultare Peter. Poi realizzò una cosa alquanto importante: Star lo stava guardando, no, lo stava fissando. Il ragazzo era consapevole di essere piuttosto attraente per alcune persone ma non avrebbe mai creduto di esserlo per lei. Finalmente aveva un vantaggio. 

“Tesoro, so che sono davvero affascinante ma se continui a fissarmi così mi consumerò.” Scherzò Sirius mentre si infilava le mutande che James gli aveva lanciato.  

“Eh?!” Fece lei. “Stavo pensando a come si può essere così rimbambiti da farsi distrarre da Peter nel momento cruciale di una trasformazione.” Replicò lei sfrontata. 

Bhe! Prima di tutto…” Cominciò a ribattere Sirius sicuro di sé, ma lei si alzò da terra, dove si era seduta per fare compagnia a Remus, e si diresse alla porta. “Andiamo a mangiare che siete sfiniti.” 

 

“Ok, basta voi due, che facciamo ora?” Chiese Star. 

“Tu e Sirius potreste suonarci qualcosa.” Propose Remus. 

“Oh, a me piacerebbe ascoltarvi.” Si entusiasmò James. 

Sirius ebbe l’impressione che il piano Starius fosse rientrato in azione, sorrise; era impossibile che i suoi amici si facessero gli affari loro. Senza nemmeno il tempo di formulare il pensiero di avere degli strumenti quelli apparvero in un angolo della stanza. I Malandrini si radunarono su pouf e morbide poltrone, Star si sedette al piano e Sirius afferrò una chitarra, suonarono una versione lenta e melodica di Drift Away. 

“Oh, give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Oh, give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Cantarono piano tutti insieme, non importava anche se Peter non era intonato, o se Remus non riusciva ad adeguarsi al giusto ritmo, e nemmeno che Sirius fosse troppo concentrato su Star per suonare al meglio. La guardava posare le dita sui tasti, gli occhi chiusi, il viso rivolto verso l’alto. Era così delicata, così aurea. 

Beginning to think that I'm wastin' time 
don't understand the things I do 
The world outside looks so unkind 
So I'm countin' on you to carry me through 

Contava su di lei, certo. Ma non poteva fare a meno di chiedersi se anche Star si appoggiasse a lui di tanto in tanto. Come quando era tornata dall’aver curato uno dei lavoratori del Torneo Tre Maghi. 

 

“Certo, ho incontrato una persona, devo raccontarvi molte cose.” La ragazza fece per partire di corsa verso il dormitorio dei ragazzi ma Sirius le afferrò un polso e la attirò tra le sue braccia. Non sapeva perché lo aveva fatto, era stato un istinto, qualcosa dentro di lui gli diceva che era la cosa giusta da fare per lei. Sentì le gambe della ragazza cedere e le strinse di più per sostenerla. Era sconvolta, forse non voleva ammetterlo ma come poteva essere diversamente? Sirius poteva solo starle vicino, le passò piano una mano tra i capelli sperando di tranquillizzarla. Apparentemente funzionò perché poco dopo Star ricominciò a reggersi di nuovo in piedi, ma non si allontanò ancora e il ragazzo ne fu felice. I capelli di lei odoravano di cannella e qualcos’altro di più indefinito, forse mela. Aveva sentito un profumo simile in una località di montagna dell’Austria in un viaggio con suo zio, era una fragranza calda e croccante, di quelle che si accordavano perfettamente con le giornate fredde; un profumo che ti scaldava dentro. Il giovane sentì la sua amica respirare profondamente e poi si allontanò un po'. “Grazie.” mormorò lei, niente altro. Si voltò e iniziò a salire le scale riacquistando il suo buon umore. Sirius la seguì, nel petto ancora una strana sensazione di calore dove il respiro di Star era penetrato sotto i vestiti fin alla pelle. 

 

“Oh, give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Give me the beat boys, and free my soul 
want to get lost in your rock and roll and drift away 

Finirono tutti insieme, come sulla spiaggia l’estate passata. 

“Dovreste suonare qualcosa di più movimentato, tu e James.” Star si alzò dallo sgabello e andò a prendere delle chitarre elettriche per entrambi.  

Sirius partì subito con un ritmo sostenuto. “Vediamo come e la cavi Potter.” Lo sfidò. 

James cercò immediatamente di tenere il ritmo, conosceva la canzone. 

You need cooling 
Baby I'm not fooling 
I'm gonna send ya 
Back to schooling 

Cominciò a cantare Sirius. 

“A-way down inside 
A-honey you need it 
I'm gonna give you my love 
I'm gonna give you my love” 

Proseguì James. 

Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love” 

Cantarono insieme il ritornello, accompagnandolo con movimenti provocanti.  

Sirius si ricordava bene tutte le volte che aveva cantato per Star, anche quando lei non poteva saperlo. Come quando le aveva dedicato una canzone costretto dai suoi genitori, avrebbe tanto voluto dirle che tutto quello che le stava dicendo era vero, ma lei credeva fosse finzione. Finzione, come il suo invito al Ballo del Ceppo, ogni singola parola che aveva pronunciato quel giorno era vera, ma non per lei.  

“A-way, way down inside 
A-honey you need-ah 
I'm gonna give you my love, ah 
I'm gonna give you my love, ah oh 

Whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love 
Want to whole lotta love” 

Sirius si stava scaldando, come alla festa per il Campione. Stava pensando a lei mentre cantava Gloria ed era sicuro che tutti lo avevano visto perdere il controllo. Si, pensava a Star anche in un modo in cui non avrebbe voluto, ma non poteva escludere quel desiderio. 

Fortunatamente la canzone finì e gli applausi dei suoi amici lo fecero tornare alla realtà. Cantarono e suonarono tutti insieme ancora un po', infine James fece ripetere loro il piano per entrare nella Torre dei Corvonero per assicurarsi che lo sapessero a memoria e ovviamente anche il piano per aiutare Peter ad intrufolarsi quella sera alla festa. 

Concluso il ripasso militare di suo fratello Star uscì per prima dalla stanza per raggiungere Lily e prepararsi. La sua rossa amica la attendeva stesa sul letto a leggere. 

“Allora, tu ci sei già stata, quanto eleganti bisogna essere?” Le chiese Star senza tanti preamboli aprendo il suo baule. 

“Oh, molto. A Lumacorno piace lo sfarzo, però è un bravo insegnante quindi lo apprezzo.” Rispose Lily alzandosi e chiudendo il pesante libro di Aritmanzia 

“Perfetto, allora ho una cosa per te.” Star estrasse dal baule un abito di un bronzo chiaro e metallico, lungo, lievemente a coda di sirena e con uno scollo sulla schiena molto profondo.  

“E’ molto aderente.” Notò Lily. 

“Ci puoi scommettere.” Le assicurò Star. 

“Lo metto se ne metti uno uguale.” Replicò la rossa convinta di averla spuntata. 

“Sfida accettata.” Replicò invece Star sventolando il vestito e facendone apparire uno molto simile di fattura ma di un colore più dorato anche se sempre metallico. 

“Sarete favolose se metterete quelli!” Il grido di Sophia, appena entrata nel dormitorio, perforò le orecchie delle due amiche. Ma ora che le loro compagne di stanza avevano visto i vestiti non si poteva più tornare indietro, quindi cominciarono a prepararsi.  

Star raccolse i capelli di Lily in una crocchia elaborata e elegante lasciandole libero qualche ciuffo che le solleticava la schiena nuda. Indossarono i vestiti e Star si lasciò i lunghi e mossi capelli sciolti. 

“Eh no!” Protestò Lily. “Se io devo mostrare la mia schiena lo farai anche tu.” 

Star fece spallucce e con un gesto di bacchetta si tagliò i capelli, ora le arrivavano poco oltre le spalle e il taglio era talmente sbarazzino da dare un effetto molto sensuale. 

“Non finirà bene.” Si agitò la rossa guardandosi allo specchio. 

“Ci divertiremo.” Le assicurò Star passandole un mantello nero e prendendola sottobraccio. 

“Oh, che fortunate!” Si lamentò Ann. 

“Se tu andassi meglio in Pozioni ora potremmo andare anche noi.” La rimproverò Sophia. 

“Io? Tu dovresti andare bene in Pozioni!” Sbottò Ann. 

Mentre le due bisticciavano e Jane si preparava per andare a letto, Star e Lily si diressero nei sotterranei coperte dai mantelli. Star aveva avvisato Jane di aver invitato Remus solo come amico e le aveva assicurato che lui non aveva alcun interesse per altre ragazze, quindi si sentì serena nel vedere la sua compagna così tranquilla. 

Le due amiche attesero i loro cavalieri nel corridoio, Lumacorno doveva aver insonorizzato il suo ufficio perché non si udiva nessun suono. Remus arrivò dopo qualche minuto in un elegante completo classico.  

Sirius?” Chiese Star perplessa. 

“Si sta vestendo.” Rispose lui roteando gli occhi, era evidente che il loro amico stava facendo impazzire tutti nel dormitorio perché non trovava gli abiti che voleva indossare. 

Attesero ancora un po' ma di Severus nemmeno l’ombra dell’unto dei capelli. 

“Lily, entriamo intanto? Ci divertiremo noi tre.” Le propose Remus gentile, ma lei scosse la testa risoluta. Senza volerlo Star lesse nella sua mente, vide la paura che Lumacorno le chiedesse dov’era il suo accompagnatore, le era molto affezionato ma i suoi modi erano esuberanti e a volte la mettevano in imbarazzo. 

“Puoi entrare accompagnata da Remus, intanto.” Suggerì la mora. 

“E tu?” Chiese Lily preoccupata. 

“Entrerò da sola, per me non è un problema.” La rassicurò la sua amica. Ci vollero ancora alcuni minuti per convincerla ma alla fine cedette. 

“Benvenute!” Lumacorno le accolse cordiale e con un tono talmente alto che tutti si voltarono verso di loro. “Oh, hai cambiato compagnia questa sera vedo!” il professore fece un occhiolino a Lily e le sussurrò qualcosa che la fece sorridere. “Sei splendida! Vieni, ti presento alcune nuove promesse che ho scovato questa settimana, la tua guida sarà utile a tutti loro.” Lumacorno trascinò via Lily e di conseguenza anche Remus, così Star restò sola. Si tolse il mantello per appenderlo e notò che molti sguardi si spostavano su di lei. Che idea stupida le era venuta! Vestirsi d’oro! Un colore più appariscente non poteva trovarlo; il tessuto con effetto metallico catturava ogni sprazzo di fiammella e la facevano risaltare nella massa. Almeno anche Lily sembrava brillare di luce propria, anche se lei era certamente più a suo agio in quell’ambiente. Star si guardò attorno cercando di ricordarsi come si cammina normalmente, le sarebbe servito Sirius con uno dei suoi discorsi sull’avere più fiducia in sé e non essere spaventata dal suo aspetto o robe simili. Oh, il buffet. La giovane si diresse verso il cibo. La cioccolata; quella si che era fonte di sicurezza.  

Star stava spizzicando da un po' tutti i dolci al cioccolato cercando di evitare le attenzioni di alcuni ragazzi che cercavano coraggiosamente di fare conversazione con lei, nonostante rispondesse a monosillabi, quando le porte si aprirono. 

James e Sirius entrarono insieme tenendosi per mano, ma, cosa più importante, erano elegantissimi e meravigliosi. James indossava un completo nero dai ricami argentati, sicuramente trovato nel baule di Sirius, il tessuto e la fattura erano talmente raffinati! E la giacca sfiancata chiusa da un unico bottone gli si stringeva sul torace facendolo sembrare più atletico e slanciato del solito. Sirius era letteralmente da divorare con gli occhi. Portava un gilet damascato nero, sopra ad una camicia bianca che gli aderiva perfettamente al corpo, talmente su misura che il giovane la portava fuori dai pantaloni ma l’orlo di una fiorava appena il bordo degli altri. Anche i pantaloni erano neri e, seppur mantenessero un taglio elegante, erano leggermente attillati. Star poté percepire alcuni pensieri delle ragazze presenti, anche se, essendo tutti su suo fratello e sul ragazzo per cui ancora provava qualcosa, avrebbe preferito non sentirli. Istintivamente guardò Lily e provò una fitta di felicità e orgoglio nel notare che anche lei stava guardando i nuovi arrivati con stupore e incredulità. 

“Oh, signor Black e lui dev’essere...” Li accolse Lumarcono ma anche lui sembrava parecchio confuso. 

“Il mio accompagnatore, si.” Concluse per lui Sirius, perfettamente a suo agio. James sorrise tranquillo passandosi la mano tra i capelli. Solo allora Star notò che quelli di Sirius erano estremamente folti e avevano un aspetto così soffice, in più gli arrivavano fino a sfiorargli il punto in cui spalle e collo si uniscono, lievemente ondulati e così... tanto stupidi. La giovane cercò di riacquistare un po' della sua antica dignità, si trattenne dal cercarla sotto il tavolo perché era sicura che facendolo quella l’avrebbe abbandonata del tutto.  

“Prego, accomodatevi.” Finalmente Lumacorno li fece entrare e sparì ad occuparsi di qualche giovane promessa da istruire. James e Sirius scandagliarono la stanza, smettendo di tenersi per mano, entrambi alla ricerca di persone ben specifiche. James trovò Lily impegnata in una discussione con alcuni ragazzi tra cui Remus, non si fece scappare l’occasione e si avvicinò al gruppo con la scusa di salutare il suo caro amico.  

Sirius stava cercando Star, pensando che fosse finita al centro dell’attenzione, dove meritava di stare. Invece la trovò in un angolo poco illuminato della stanza vicino al tavolo del buffet. Eppure anche in quel ritaglio di ombra lei risplendeva. Indossava un abito aderente e mozzafiato, sembrava oro liquido, aveva un taglio di capelli quasi selvaggio che invece di cozzare con l’eleganza del vestito la faceva apparire sexy. E, cosa più importante, quando i loro sguardi si incrociarono sorrise. Un sorriso così bello da guarire i malati. Tutto ciò gli ricordò quando l’aveva vista sulle scale la sera del Ballo del Ceppo. Il modo in cui lei aveva cercato un viso familiare in tutta la stanza, il suo sorriso quando si era accorta di lui ai piedi della scalinata. Il cuore di Sirius aveva perso un battito in quel momento. Non l’aveva mai vista così bella, e non era il vestito, seppur stupendo, o il trucco o altro... era il modo in cui i suoi occhi si erano illuminati riconoscendolo, come se lo stesse aspettando, come se non fosse solo una finzione. 

Senza rendersene conto Sirius si mosse verso di lei e le tese la mano con un inchino. Non sapeva nemmeno cosa stava facendo, ma per la prima volta essere stato addestrato alle buone maniere gli tornava utile. Star accettò la sua mano e lui rialzò lo sguardo su di lei.  

“Sei...” Cominciò il ragazzo. 

“...una meraviglia?” Tirò ad indovinare la giovane. 

Sirius le posò una mano sul fianco, come per prepararsi a danzare. La guardava negli occhi cobalto e sentiva il suo cuore accelerare e fare le capriole, si poteva essere più stupidi di così? Il suo unico desiderio era chinarsi e baciarla, dirle ogni cosa, ogni singola cosa emozione che aveva provato da più di un anno a quella parte. Voleva solo stringerla a sé e sentirla appoggiarsi a lui, fidarsi. Si sporse verso di lei. Avvicinò le labbra all’orecchio della ragazza. 

“Sei decisamente una meraviglia, ma anche un pericolo per questo buffet.” Le sussurrò con una punta di malizia che lasciava trapelare il vero significato di quello che avrebbe voluto dire.  

Star lo guardò, si rese conto di avere la bocca semi aperta dallo stupore e la chiuse subito. “Un pericolo per il buffet?” Ripeté con uno sbuffo divertito. 

Il ragazzo annuì convinto. “Ma se balli con me potrai ancora salvare del cibo innocente.” Le propose. 

“Ballo con te.” Accettò lei. “Ma perché è divertente, non per salvare il cibo.” 

Sirius sorrise e iniziarono a muoversi a ritmo della musica che in realtà era solo un sottofondo. 

“Si, un ballo!” Si esaltò Lumarcono alzando il volume con un colpo di bacchetta. “Forza, danzate tutti, avanti! Non siate timidi.” 

“Abbiamo scatenato una rivoluzione.” Commentò Star guardandosi attorno mentre, timidamente, altre coppie iniziavano a ballare. 

Il ragazzo sorrise e spostò la mano dal fianco alla schiena di lei per poterla accompagnare in una figura complessa, purtroppo la sua mano incontrò della pelle nuda che non si era aspettato. si domandò. E poi successe; la vicinanza del corpo di lei, la sua schiena nuda e il fatto che fosse semplicemente Star, lo fecero arrossire. Distolse lo sguardo dalla ragazza cercando di mantenere la calma, lieto che lei fosse intenta a fissare un’altra coppia e che nessuno degli invitati lo stava guardando. Ma si sbagliava: Remus Lupin aveva gli occhi puntati proprio sul suo viso, e con un sorriso sornione in volto levò il calice alla sua salute. rifletté Sirius tra sé e sé. Come spesso capita, tutti questi pensieri si erano susseguiti ad una velocità impressionante, così il giovane si rese conto che sarebbe stato ancora normale agganciarsi all’ultima frase della ragazza che volteggiava tra le sue braccia. “Tu stai scatenando molto più di una rivoluzione con questo vestito.” disse allora, stampandosi in volto il suo miglior sorriso malandrino. 

Non c’era cosa più bella degli occhi di Star quando si rendeva conto che lui le aveva fatto un complimento: lo guardò sorpresa per mezzo millesimo di secondo, e poi realizzò che era un complimento piuttosto spinto, allora mise su un’espressione offesa con occhiatacce e tutto il resto. Sirius la trovava a dir poco adorabile, ma questo non lo avrebbe ammesso mai.  

“Parli proprio tu.” Sbottò lei prima di dargli un’occhiata; una lunga, bella, intensa, occhiata. Si, era decisamente sexy. Fortunatamente la musica scelta dal professor Lumacorno concedeva solo balli casti e puri, altrimenti...  

Sirius passò lo sguardo sui presenti nella stanza, solitamente non lo avrebbe fatto, ma stava cercando di darsi un contegno e non poteva guardare Star o avrebbe fatto qualcosa di stupido come inciampare sui suoi piedi, e Sirius Black non faceva mai cosa simili. Ovviamente, proprio perché cercava di evitare di guardarla, i ricordi del ragazzo gli vennero in aiuto. In aiuto per perdere la dignità visto che si trattava della sera della festa del Campione, quando, per la prima volta, era stata la ragazza ad invitarlo a ballare. E come se non fosse bastato quel gesto a confonderlo lei era incredibilmente sicura di sé quella sera. 

 

Ad un certo punto il ragazzo si avvicinò a lei con fare seducente e le posò una mano sulla schiena costringendola vicino a lui. Poi le prese una gamba e lei la piegò accanto al bacino di lui, era una figura che avevano già fatto per il tango ma non erano mai stati così vicini. Il ragazzo se ne rese perfettamente conto e dovette sforzarsi per mantenere un certo contegno, era anche consapevole di averle afferrato la coscia nuda estremamente vicino al bordo della sua gonna corta. Tutto ciò non andava bene, non andava affatto bene. La lasciò all’improvviso facendola girare ancora e poi la musica finì, per fortuna. 

 

Visto che la gran parte degli invitati era impegnato nelle danze James si mise all’opera per attuare il piano e far entrare Peter di soppiatto. Non fu difficile come credeva, nessuno lo notò mentre apriva la porta e Peter poté sgusciare dentro sotto il Mantello. Almeno così credeva, quando si voltò, invece, si trovò di fronte all’espressione inquisitoria di Lily. 

“Cosa stai combinando?” Lo accusò lei. 

“Non pensavo di interessarti tanto.” Replicò James passandosi la mano tra i capelli.  

“Tu non mi interessi, ma sono un Prefetto e sono sicura che ne stai per combinare una delle tue.” Spiegò la rossa. 

“Però oggi non porti la spilla sul petto, vedo solo una profonda scollatura niente mal...” Il ragazzo non concluse mai la frase perché Lily lo colpì con una sberla fortissima e tutti si voltarono verso di loro. 

Lily arrossì violentemente, Lumacorno la fissava tra il perplesso e il deluso e lei sentì di aver tradito la sua fiducia. La ragazza balbettò delle scuse e uscì. In un lampo Star si staccò da Sirius per raggiungere suo fratello che con la mano sulla guancia si guardava attorno spaesato.  

Sirius rimase solo.  

“Non so nemmeno cosa è successo ma so che te la sei meritata.” Esordì Star guidando suo fratello in un angolo in disparte. 

“Credo proprio di si... però aho!” Concordò lui. 

Sua sorella sospirò. “Ma perché ti comporti sempre così male con lei?” 

“Non lo so, mi si spegne il cervello e riesco solo a dire cose stupide! Non è colpa mia.” Ribatté James. 

“Questo lo scriveremo sulla tua lapide, è perfetto.” Commentò Remus avvicinandosi a loro. 

“Non sei con Lily?” Si stupì Star. 

“Pensavo andassi tu da Lily.” Replicò Remus. 

“Oh... avrebbe senso...” Rifletté la ragazza, poi guardò suo fratello; il giovane aveva uno sguardo afflitto, nei suoi occhi si leggeva l’imbarazzo. “Tu dovresti imparare a essere meno arrogante.” 

“Hei, non sono arrogante!” Sbottò lui. 

“Non lo sei, ma ti comporti come tale!” Replicò sua sorella. 

“Non ti ucciderebbe mostrare un po' di umiltà, in effetti.” Concordò Remus. 

“Già, dovresti smettere di essere così perfetto in tutto: Capitano, ottimi voti, sempre bellissimo, sempre allegro...” Elencò Star. 

“Si, so di essere bellissimo ma non capisco... dovrei prendere brutti voti? Pensavo ai Lily piacessero i ragazzi intelligenti.” Il giovane sembrava piuttosto confuso. “E comunque senti chi parla!” Aggiunse guardando il corpo di sua sorella fasciato d’oro. 

“Io ci sono nata così.” Replicò lei. 

“A Lily piace chi si impegna, a te viene tutto facile.” Incalzò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Si, più impegno, dovresti mostrare più impegno!” Commentò Peter eccitato da sotto il Mantello. “Poi sarà tua." 

“Non sarà mia, Pete. Non voglio possederla, voglio stare con lei... voglio... essere amato da lei.” Mormorò James. 

Aww, che dolce il mio fratellino!” Star lo abbracciò. 

 

…........ 

 

Nel frattempo Sirius si era allontanato dalla stanza, e si era seduto a terra con la schiena al muro in un corridoio semi buio. Alla fine era stato un bene che Star se ne fosse andata, i suoi ricordi avevano preso una piega strana. Non faceva altro che pensare a lei, in modo non molto casto e puro. Gli bastava la memoria delle mani di lei sul suo corpo mentre era impegnata a chiudergli la camicia la sera del Ballo del Ceppo, solo quella semplice vicinanza era abbastanza per smuovergli sensazioni profonde. Le emozioni che provava per altri ricordi erano talmente forti da essere fisiche. Come quelli di Casa Black. 

 

 

“Avanti! Come se non avessimo mai dormito insieme.” La prese in giro lui, disteso comodamente sul letto. 

La giovane sospirò. “Si ma tu…” 

“So che ho sempre cercato di indossare almeno i pantaloni dormendo con te ma qui non sarebbe realistico. E poi non cambia così tanto dai. Ti prometto che lo terrò a bada.” La rassicurò, era un piano perfetto, una sola notte vicino a lei e avrebbe convito il suo stesso orgoglio a rivelarle tutto. 

“Chi…?” Chiese lei spontaneamente, sorpresa da quel cambio di persona, ma poi realizzò. “Oh, stavi parlando del tuo… oh… Certo! Questo mi mette proprio a mio agio.” Borbottò poi. 

Sirius sbuffò spazientito e si sporse fuori dal letto per afferrare il polso della ragazza e trascinarla accanto a sé. Era deliziosamente ingenua a volte, il che era meraviglioso. 

“Ti ripeto che mia madre ci osserva. So che è odioso, ma se vuoi aiutarmi dovresti almeno fingere di non potermi resistere.” Le ricordò lui carezzandole la schiena con le dita. Poi passò un braccio sotto il fianco di lei e la strinse a sé, con l'altra mano le toccò i capelli con delicatezza. Era una sensazione stupenda averla così vicina, ma forse lei non pensava lo stesso, era silenziosa e pensierosa. “Ti chiedo perdono, sembri davvero non a tuo agio.” Si scusò Sirius. 

Star gli sorrise. “No… tranquillo. Mi hai solo colto di sorpresa. Vuoi dormire qui questa notte?” 

“Il piano è questo.” Le spiegò il ragazzo tranquillo. Il piano. Un piano che ora come ora non aveva più molto senso, la stava costringendo a fare qualcosa che non voleva. 

“Vuoi proprio fargli capire che non possiamo fare a meno uno dell'altra.” Scherzò lei. 

Bhe certo! Vogliono che ci sposiamo? Perfetto. Devo comportarmi da bravo figlio? Ok. Ma almeno rendiamolo un po’ divertente. Deve essere scandaloso!” Il giovane finse esaltazione, ma in realtà era dispiaciuto per quello che aveva fatto. 

“Come il Rocky Horror?” Chiese la ragazza. 

“Esatto!” Gli occhi di Sirius brillarono alla luce della candela, lei sembrava di nuovo allegra, di nuovo sé stessa. 

“Sono felice che questo ti metta di buon umore. Ti aiuterà a stare bene.” Commentò lei poggiando la testa sul petto di lui. 

“Grazie… è l'unico modo per sopravvivere a questi giorni.” Il ragazzo rimase in silenzio qualche secondo. “Sicura che non sia un problema per te? Mia madre.. le regole..” Chiese poi. <..io e i miei stupidi piani.> aggiunse mentalmente. 

Star alzò la testa per poterlo guardare negli occhi. “No. Non è pensante. E poi sto bene finché non devo interagire con tuo padre.” 

“Ah, hai paura di mio padre, eh?” La prese in giro lui, ma la capiva. 

“Tu no? È terrificante! Austero, quella serietà…la sua freddezza… mi dà l'idea che possa uccidere o che lo abbia già fatto.” La giovane finse un brivido come per scuotersi via quell'idea. 

“Capisco. Ti chiedo scusa. Ma tu resta con me…non ti succederà niente.” La rassicurò lui  

“Lo so. Tu non lo permetterai.” Improvvisamente Star si senti stanca e cercò di mettersi comoda in quella posizione. “Come l'anno scorso.” 

“In che senso?” Chiese lui perplesso. 

“So che sei stato tu e non James, quel giorno.” Rispose lei addormentandosi. 

“Come fai a saperlo?” Le domandò di nuovo, il cuore che batteva a mille. Ma lei non parlò più. 

….. 

Si svegliò di soprassalto con la mano di Star sul suo petto nudo, sentì il corpo di lei avvicinarsi in un modo estremamente difficile da ignorare. Non avrebbe retto oltre. Così la chiamò: “Star?” E si svegliò.  

Il ragazzo cercò di dimostrare pieno controllo di sé; si esibì nel suo mezzo sorriso più perverso di sempre. “Potevi continuare se volevi.” Commentò. 

 “Mi dispiace, dev'essere…” cominciò a scusarsi ma lui concluse al posto suo: “L’argomento di ieri che si ripercuote nei tuoi sogni? Molto probabile.”  

Sirius si alzò in piedi stiracchiandosi, i suoi muscoli si tendevano flessuosi. “Ma forse è anche il fatto che io sono l'uomo più sexy del mondo e nessuno può resistermi.” Poi iniziò a vestirsi. “Comunque, indipendentemente da quello che pensa tuo fratello, tra un anno sarai un’adulta nel mondo magico. Se vuoi fare sesso fallo e basta.”  

“Non voglio fare sesso!” Sbottò lei. 

“No, certo che no. Tu sei pura come un fiorellino, proprio per questo ti stavi strusciando contro di me cinque minuti fa.” La prese in giro il ragazzo. 

Star gonfiò le guance furiosa. “Stammi bene a sentire, Ser Villano Black! Io non mi stavo strusciando su di te.” 

Lui rise di cuore, era stupenda così arrabbiata. “Era da una vita che non usavi quel nomignolo. Comunque io non ti giudico, capisco che tu possa essere curiosa.”  

Ma non era curiosa, voleva solo amore prima dell’attrazione fisica... quando lei gli spiegò questo, lui non poté fare a meno di sentirsi un essere spregievole. 

…. 

Sirius sospirò ma poi la seguì in bagno, riempì la vasca mentre lei si spogliava dietro un paravento e poi ci si immerse. Star si avvicinò a lui, l’asciugamano stretto addosso.  

“Chiuderò i miei bellissimi occhi se ti fa sentire meglio.” Annunciò lui abbassando le palpebre, la verità è che probabilmente non avrebbe retto a quella vista. Sentì il rumore del suo corpo a contatto con l’acqua che salì di livello. 

“Puoi aprirli ora.” Lo avvertì mentre si passava una spugna sulle braccia e lasciava cadere la testa all'indietro sul bordo freddo della vasca. “Ah! Non sai quanto mi mancava!” Mugolò lei. 

Sirius rise cercando di dissimulare il suo imbarazzo. “È dura vivere in questa casa, eh?” 

“Abbastanza.” Star fece emergere un piede dall'acqua e lo sbatté sulla superficie schiumosa per schizzare il suo amico. “Ma non ti lamentare troppo, è pur sempre una casa.” Aggiunse poi scherzosa. 

“Hai ragione. Però, ammetti che la mia famiglia non è delle migliori.” Replicò lui asciugandosi il volto con una mano. 

“Lo so. E mi dispiace, per quello che ho detto anni fa, avevi ragione tu: non sapevo niente di te e di loro e di come fosse vivere qui. Forse è vero che saresti più felice se te ne andassi, però io continuo a credere che in parte ne soffriresti.” Spiegò lei giocherellando con la schiuma. Ogni volta che le sue dita si sollevavano facevano apparire tante piccole bollicine iridescenti che incominciarono a volteggiare nella stanza. 

“Chi lo sa.” Commentò il giovane cupo. 

Star lo fissò e poi sorrise. “Non credi che stiamo crescendo troppo in fretta?”  

“In che senso?” 

“Qualche anno fa facevamo il bagno nudi nel Lago. Ora siamo in imbarazzo a stare nella stessa vasca, nemmeno James riesce più a fare il bagno con me con la stessa serenità di prima.”  

Sirius sbuffò. “Gli ormoni non sono facili da controllare. Non so per voi ragazze ma per noi ragazzi… ci sono giorni in cui basta che una ragazza ci sfiori la mano per mandarci completamente in tilt. E tu sei una ragazza molto bella, e che tu lo ammetta o no stai crescendo, e il tuo corpo sta cambiando, e non è facile per tutti noi Malandrini ricordarci in ogni momento che sei nostra amica e che… bhe … hai capito il concetto.”  Fare quella rivelazione gli costò molto, ma perlomeno era la verità. 

Lei lo fissò stupita e poi lo colpì ancora con dell'acqua. “Voi ragazzi pensate solo a quello!” Sbottò poi fingendosi sconvolta.  

“L’ho appena ammesso! Che altro vuoi?” Replicò lui, e rispose a suon di schizzi. Partí una piccola battaglia che fu divertente finché Star non ebbe la brillante idea di sporgersi in avanti per dare una spinta amichevole ad una spalla di Sirius. E bhe, erano nudi, in una vasca molto stretta. Il ragazzo si spostò prontamente di lato facendola finire completamente sott’acqua mentre lui usciva rapido dalla vasca e si legava l’asciugamano in vita. Gli era praticamente saltata addosso, non osava immaginare come avrebbe reagito ad avere Star nuda tra le sue braccia. Si diresse in camera cercando di mettere più spazio possibile tra loro. 

“Tu sei pazza! Ma ti pare?!” Sbraitò agitato, non riusciva a calmare il battito del suo cuore. Infilò in fretta i pantaloni e la vide entrare nella stanza con solo l’asciugamano legato addosso. “Vestiti!” La rimproverò lanciandole un rapido sguardo, prima di mettersi a cercare una camicia nell’armadio per nascondere il viso arrossato.  

“Perché?” Rise lei. “Ti ho messo a disagio?” Gli si avvicinò tranquilla. “Ho messo a disagio il grande Sirius Black che è a proprio agio con il suo corpo?” Continuò a prenderlo in giro facendosi sempre più vicina. Pensò Sirius, in un attimo la prese per un polso e la spinse contro il muro, poggiò la mano sulla parete accanto alla spalla di lei per bloccarla. Il ragazzo alzò lo sguardo piano, i capelli neri che gocciolavano a terra come l'anno precedente. “Non sfidarmi.” Sussurrò lui mentre la guardava negli occhi, i visi vicini, i corpi a pochi centimetri l'uno dall'altro. Sirius si avvicinò ancora di più, i due si guardavano negli occhi già da un po’. <È il momento giusto> pensò lui, si, le avrebbe detto tutto, ogni cosa. Ma non fu così, rapida come una freccia ben scoccata lei passò sotto il braccio del ragazzo che trovandosi con le mani incrociate fu costretto a lasciarle il polso. Sorrise serena. “Sei bravo!” Commentò. “Ero davvero curiosa di sapere come facevi ad andare a letto con tutte quelle ragazze, ma adesso l'ho capito. Complimenti.” Aggiunse poi con un lieve tono di scherno che lasciava ben intendere che con lei non aveva funzionato. 

“Sì, bhe, ti prego di non svelare a nessuno i miei segreti.” Replicò lui poggiandosi alla parete con aria soddisfatta, ma non era affatto soddisfatto. 

 

 

Un sospiro tetro e profondo lo fece tornare in sé, si guardò attorno e scorse Lily di fronte ad una finestra che osservava il cielo buio chiaramente in attesa di qualcosa, o qualcuno. In quel momento la giovane si voltò e si bloccò notandolo.  

“Black, cosa ci fai qui?” Sbottò lei. 

“Bhe, tu hai preso a sberle il mio migliore amico quindi Star è andata in suo soccorso.” Replicò acido lui. “Quei due mi faranno impazzire.” 

Lily lo osservò in silenzio, qualcosa nel suo sguardo cambiò, non era più severo e rigido. 

“Lei ti piace, vero?” Gli domandò 

Sirius la fissò per un secondo, poi distolse lo sguardo e sorrise. “Ma certo che mi piace, dico, l’hai vista?” 

L’hai vista? La sua stessa voce gli risuonava nel cranio. Oh, l’aveva vista. L'aveva vista il primo aprile con la sua maglia della divisa addosso e quei pantaloncini così corti, aveva avuto il cuore in gola per tutto il tempo. L'aveva vista leccarsi la panna dalle dita qualche ora dopo, con così tanta innocenza da farlo sentire sporco. L’aveva vista in quel costume a due pezzi la sera del compleanno di Remus. E non solo.... 

 

“Ma quale passione? Recitavamo tutto!” Ribatté la ragazza. 

Sirius sospirò, era stanco di parlare di Mary, non voleva Mary. Per quanto potesse negarselo e dire a James che era passato, lui voleva solo Star. All’improvviso le prese una gamba da dietro il ginocchio e la portò verso di sé, contemporaneamente la spinse contro il bordo piastrellato della vasca e avvicinò la bocca al collo di lei. Si fermò così, con le labbra a pochi centimetri dalla morbida pelle di Star. Non la meritava. Non sapeva controllarsi. 

“Hai il cuore che batte fortissimo.” Commentò lui, voleva baciarla ma resistette. Forse c’era una possibilità. 

Perchè non me l’aspettavo. Mi hai colta di sorpresa.” Si scusò lei cercando di riacquistare la calma. 

“Eppure hai lasciato che ti facessi questo.” Continuò il ragazzo, lei non si era irrigidita, nemmeno un po', se lo avesse fatto lui non sarebbe mai finito in quella situazione. In quella posizione. 

Perchè...” Cercò una spiegazione Star. Ma Sirius fu più veloce: “Perchè ti fidi di me.” Finalmente lui allontanò la bocca da lei e la guardò negli occhi. “L’intesa che avevamo anche se stavamo fingendo era reale perché ti fidi di me, sai che non ti farei mai male.” Proseguì. La ragazza non rispose e lui finalmente la lasciò andare allontanandosi un po’, ma questo non voleva dire che lui poteva approfittarsi di lei, anzi, tutto il contrario. Non aveva il diritto di trattarla così. “E’ questo che vorrei. Ma Mary non si fida, per questo fa tutte quelle scene.” 

“Ne hai parlato con lei?” Chiese Star semplicemente. 

Il suo amico scosse la testa. “Ci proverò.” Promise. 

 

 

La rossa scosse la testa. “Non fingere di badare solo alle apparenze come il tuo amico Potter. Ti ho visto la sera della festa per il Campione. Non è solo per la sua bellezza.” 

“Stavamo fingendo.” Replicò il ragazzo. 

Lei sbuffò. “Non era solo finzione; a te piace vederla felice.” 

Vederla felice. Era vero. Sirius non seppe più cosa dire, si scervellò per trovare una delle sue solite battute sarcastiche ma le parole di Lily gli offuscavano la mente. Insieme ad altri ricordi. Ricordi decisamente meno impuri e molto più belli. Tutti i sorrisi di lei, così tanti, molti glieli aveva regalati, erano solo per lui. Si ricordava la festa del Campione, ma lì era tutto falso. Invece al compleanno di James... nessuno l’aveva costretta ad invitarlo a ballare, a stare con lui, eppure lo aveva fatto, ed era felice, almeno lo sembrava. 

 

Sirius notò Mary alzarsi dal tavolo per corrergli incontro. Era pronto a passare tutta la serata con lei, era diventata meno piacevole ultimamente, ma lui le era affezionato. E poi qualcosa lo distrasse: Star si alzò a sua volta, indossava una gonna a pieghe a quadri scozzesi rossi e neri e una semplice maglia. Proprio quando la bionda fu a pochi passi da Sirius ,con le braccia già aperte pronte ad un abbraccio che avrebbe sicuramente portato ad un bacio, Star si appoggiò appena al bordo del tavolo dietro di sé e con disinvoltura gridò: “Hei, Sir Villano Black! Mi devi un ballo o mi sbaglio?” 

Sirius poté guardarla apertamente, notò con la coda dell’occhio che Mary non aveva gradito quel cambio di attenzione, si sentì spregevole. Soprattutto quando si ritrovò a sorridere a Star e risponderle con un divertito: “Non mi sembra.”.  Vide Mary assumere un’espressione soddisfatta e vittoriosa che gli ricordò Cissy. 

Bhe, forse tu credi di aver pareggiato quella sfida, ma ammetti che ne sei uscito incolume solo grazie a me, quindi: un ballo.” Spiegò Star. 

Il ragazzo si profuse in una risata tra il divertito e il sorpreso. “Lo ammetto.” Non capiva le insistenze di lei, ma non si sarebbe perso l’occasione di ballare insieme. Camminò verso la ragazza, la prese per mano e la condusse sulla pista. Si, era una persona terribile, ma almeno non stava costringendo Star a fare nulla che non volesse fare. 

…. 

“Eh, già. Hai perfettamente ragione!” Il ragazzo rise e approfittò di uno slancio di lei per sollevarla da terra, lei si ancorò con le gambe sui fianchi di lui e poi gettò indietro la schiena. La musica finì in quel momento e Sirius dovette sforzarsi per lasciarla andare, era davvero sorpreso da lei. Le tenne una mano guidandola in una lenta giravolta. “Sei una meraviglia anche questa sera.” Le confidò. 

“Grazie.” Replicò la ragazza con un inchino scherzoso.  

Rapido come sempre Sirius l’attirò a sé e la baciò sulla guancia. Non avrebbe dovuto farlo, un altro chiaro segno della sua incapacità di comportarsi in modo adeguato. Si allontanò alla svelta e senza mai lasciarle la mano si voltò pronto a farsi largo tra la folla e nascondere una nuova ondata di imbarazzo, ma dove aveva nascosto la sua dignità? “Andiamo a cercare tuo fratello.”  

“Si, aspetta.” Fece lei. Aspettare? Sirius si voltò verso la ragazza; era successo tutto in un attimo, la vide chiudere gli occhi e sbiancare, si gettò in ginocchio a terra e afferrò il corpo di Star prima che sbattesse violentemente contro il suolo. Tenendola tra le braccia la girò supina e le afferrò il viso con una mano sollevandolo per cercare di capire se stesse ancora respirando, il cuore gli batteva a mille per la paura. Star riaprì subito gli occhi e ricominciò a riprendere colore. 

“Oh, stai bene!” Esordì lui con il viso teso per lo spavento. “Mi hai fatto prendere un colpo.” Borbottò, dopo di che passò un braccio dietro le ginocchia di lei e con l’altro ancora dietro le sue spalle la strinse a sé e si alzò in piedi tenendola in braccio. La portò nel dormitorio dei ragazzi e la posò su un letto. 

Star non protestò. “Dimmi qualcosa, ti prego.” Il ragazzo la osservava spaventato. 

Star sbatté le palpebre e scosse piano la testa. “Mi dispiace.” Disse piano. Sirius tirò un sospiro di sollievo ma ancora non riusciva a calmarsi del tutto. 

“Che ti è successo?” Le chiese. 

Star si sistemò a sedere con la schiena dritta sul letto. “Non ne sono sicura, ma credo una specie di dejavù, sai... come quando ti sembra di aver già vissuto quello che stai vivendo. Solo che non l’ho vissuto io...”  

“Un ricordo di qualche tua antenata?” Ipotizzò lui. 

La giovane annuì. “Può darsi.” 

I due rimasero in silenzio un po' e Sirius si sentì sollevato quando vide la ragazza più sveglia e reattiva.  

“Prendi un po' di cioccolato dalla scorta privata di Remus, sono certa che a lui non dispiacerà per questa volta.”  

Il ragazzo si alzò per portarle il cioccolato richiesto. “Senti, se vuoi scendo a dire a James che sei stata male e …” 

“Oh, no. Sto meglio e voglio tornare giù a distrarmi un po'. E James sa già che sono stata male.” 

“E non è qui?” Si stupì Sirius. 

“Gli ho chiesto di restare giù, è il suo compleanno, e poi sa che non sono sola.” 

“Capisco. Comunque questa storia del vostro legame mi incasina la mente.”  

Star rise piano. “Si, non è semplice da capire, ma io sto iniziando a percepire meglio anche te e Remus. Quello che provate e come vi sentite.” 

“Ah, si?” Fece Sirius nervoso, se davvero lei poteva sentire le sue emozioni... cercò di non pensarci. 

“Si... cerco di non farlo perché rispetto la vostra privacy ma quando provate un’emozione molto forte vi sento.” Spiegò lei. 

Il ragazzo annuì, sembrava che lei non volesse aggiungere altro, allora non si era accorta di niente. Per un attimo aveva quasi sperato di si, solo per sapere che almeno lei sapeva. 

“Possiamo andare ora.” Annunciò Star alzandosi in piedi. 

“Star Gioia Potter, mi concede di essere il suo cavaliere?” Domandò Sirius in falso tono pomposo porgendo il braccio alla ragazza che accettò ridendo. Rideva, questo gli bastò. Cercava sempre di vederla felice. 

“Ma certo, Sir Villano Black” 

 

Voleva davvero vederla felice, anche quando gli faceva male al cuore. Come il giorno in cui era uscita con Lily e quei ragazzi. Lei era così allegra, e lui l’aveva aiutata a sentirsi carina, glielo doveva; era sempre più bella quando credeva in sé. Eppure vederla andare via fu pari al farsi strappare un braccio. Quel giorno trovò la Stanza delle necessità, di nuovo. Aveva bisogno di esprimere quello che provava, almeno in musica.  

But now I hear you found somebody new 
And that I never meant that much to you 
To hear that tears me up inside 
And to see you cuts me like a knife 

Poi si ricordò anche della brillante idea di James di andare a trovarla. Durante il suo appuntamento con un altro. Stupido James. 

 

“Non le piacerà.” Sbuffò Remus. 

“Concordo con lui.” Sbottò Sirius. 

“Tu puoi fare finta di niente ma so che quando la vedrai con quel ragazzo ti pentirai di ogni tua azione, forse troverai pure il coraggio di dichiararti.” Replicò James procedendo convinto tra le viette, sapeva di essere sempre più vicino a lei. 

“La verità è che vuoi assicurarti che Lily non si innamori di un bell’imbusto.” Notò Remus. 

“Questo è falso. Lo faccio esclusivamente per Sirius.” James scacciò i pensieri su Lily e si addentrò in un boschetto. 

“Oh, ci siamo stati qui.” Ricordò Remus. 

“Non c’è tempo per i tuoi progressi di memoria su quello che hai fatto durante il PPP, Rem.” Sbuffò James scrutando tra gli alberi. “Eccola!” Sussurrò poi. 

Seppur contrario, Sirius guardò nella direzione indicata dal suo amico e la sua mascella si irrigidì quando vide un bel ragazzo avvicinarsi a Star sempre di più, ma la cosa che gli fece più male fu vedere il sorriso tranquillo di Star e la sua sicurezza in quel momento. Era riuscito a farle credere in sé stessa e a non aver paura dei rapporti, ottimo. Bel lavoro. 

“La bacerà credo.” Commentò James guardando Sirius che strinse il pungo ma non fece altro. “Chiamala.” Lo incitò poi, ma il suo amico non si mosse. Andava bene così, pensava Sirius, andava bene perché lui non la meritava.  

“Se non lo fai tu lo farò io.” Sbottò James, poi prese fiato ed esclamò“Hei! C’è Star! Guardate!”  

Star si guardò attorno individuando suo fratello e gli altri Malandrini. “Hei, ragazzi.” Li salutò la giovane senza entusiasmo. 

Mentre i due piccioncini si scambiavano qualche sussurro, Sirius pensò a quanto fosse sbagliato essere lì. L'avevano infastidita. Il bel giovane prese per mano Star conducendola vicino ai suoi amici. 

“Ciao, sono Kyle.” Si presentò poi. 

“Io sono James, e loro sono RemusSirius e Peter.” James sorrideva tranquillo, sembrava totalmente ignaro di aver interrotto un momento privato. 

“Non credevo che gli studenti conoscessero questo posto.” Commentò il ragazzo. 

“Oh, noi si. Girovaghiamo molto.” Replicò il giovane Potter. 

“Ah.” Kyle guardò Star che cercò accuratamente di evitare il suo sguardo. “Gentile da parte tua cercare di non farmi sentire uno schifo.” La ringraziò. 

 “Oh, forse non te lo ha detto perché siamo venuti di nascosto, di notte.” Spiegò James. 

“Oh, sei una che infrange spesso le regole allora. Si, lo avevo intuito quando ci siamo incontrati ma averne la certezza ora... mi piace.” Kyle aveva gli occhi fissi sulla ragazza alla quale teneva ancora la mano e quando pronunciò le ultime parole Star si decise a lanciargli uno sguardo divertito. Poi ne lanciò uno molto meno amichevole a suo fratello. Sirius voleva sparire. Kyle le piaceva, piaceva a Star davvero. 

“Allora cosa stavate facendo? Possiamo unirci a vo...” Incominciò a chiedere James nella speranza di interrompere il contatto visivo fra Kyle e sua sorella, ma fu lui a essere interrotto da Sirius: 

“Non rompere il cazzo, James. Andiamo.” Sbottò il giovane Black afferrando il suo amico per un braccio pronto a trascinarlo via. “Buona giornata.” Augurò alla coppietta prima di voltarsi portandosi dietro James. Peter li seguì rapido e Remus si fermò giusto il tempo di lanciare un sorriso mortificato alla sua amica prima di raggiungere i suoi amici. 

“Non farlo mai più.” Sbottò Sirius. 

“Sei geloso... non mentirmi.” Insinuò James. 

“Non ha importanza. Loro due sono una bella coppia, Star era felice, prima che arrivassimo noi, questo ha importanza.” Replicò Sirius. 

 

Vedere il suo sorriso, quella era la cosa più importante. Per questo aveva la camera tappezzata di foto di lei. Aveva strappato di nascosto anche la pagina del giornalino con la foto di loro due il primo aprile. Almeno poteva avere un ricordo di aver tenuto tra le braccia una sorridente Star. 

 

“Star, vieni un attimo per favore?” La chiamò Sirius alle prese con uno stendardo che non voleva farsi appendere dritto. Quando lei si avvicinò il ragazzo incrociò le mani posizionandole con i palmi in alto e piegò un po' le ginocchia tenendo le mani più in basso possibile. “Salta su.” La incoraggiò. 

Star poggiò un piede sulle sue mani e si sentì sollevare immediatamente, svelta sistemò lo striscione che si era attorcigliato e poi Sirius la afferrò per i fianchi accompagnandola a terra. La ragazza era raggiante da tutta la mattina, ogni volta che si rendeva utile per migliorare qualcosa diventava ancora più felice. Il giovane si godette il sorriso emozionato di lei nel vedere lo striscione ben appeso. “Grazie. Ottimo lavoro.” Le disse poi, sorridendole di rimando. 

 

Sirius non sapeva da quanto tempo era in silenzio, ma calcolò fosse molto. “Bhe, è ovvio... che io voglia... insomma, è mia amica. Voglio che sia felice.” Se avesse potuto si sarebbe preso a sberle. Doveva tirare fuori il vecchio Sirius al più presto o Lily avrebbe capito tutto. Fortunatamente l’arrivo di Mocciosus distrasse la Prefettina 

“Bene, buona festa.” La salutò il Grifondoro cercando di svignarsela. 

“Non ti preoccupare, questo segreto è al sicuro con me.” Gli assicurò lei. 

Sirius avrebbe tanto voluto se ne fosse stata zitta e basta; Severus lo guardava con un certo interesse. Se lei avesse spifferato... 

Il giovane Black li guardò entrare nell’Ufficio di Lumacorno, attese qualche minuto e poi decise di rientrare a sua volta, più che altro per prendere le misure di cui doveva occuparsi secondo il piano di James. Estrasse un pezzo di pergamena e una scheggia di carboncino e prese a muoversi lungo le pareti della sala cercando di non farsi notare mentre mormorava gli incantesimi di rivelazione delle misure. Proprio quando stava concludendo l’ultima misurazione si scontrò con qualcuno, ripose la pergamena nella tasca del gilet in fretta e furia, e si congelò alzando lo sguardo su suo fratello. Non si parlavano da quando aveva lasciato casa. Sirius avrebbe voluto dirgli molte cose, scusarsi, o altro ma il Serpeverde fu più veloce.  

“Hai ballato con lei.” Commentò. 

“Già.” Replicò Sirius cauto. 

“Ma non stai con lei.” Continuò Regalus. 

“No.” Confermò l’altro. 

“Che vuoi fare? Illuderla come hai illuso la nostra famiglia? Farle credere di essere speciale e poi abbandonarla? Nostra madre sta malissimo da quando...” Cominciò Regalus. 

“Nostra madre sta bene.” Lo interruppe Sirius. “E lo sai anche tu. E sai che provo qualcosa di vero per Star, anche se ciò non ti riguarda.” 

Regulus lo guardò sorpreso. “Quello che hai detto...” 

Sirius ricordava benissimo quella sera. 

 

 

Sirius si avvicinò rapido a Star. “Stai bene?” Le chiese preoccupato. Lei annuì guardandosi intorno. 

“Vai a casa tua.” La pregò Sirius 

“Voglio restare con te.” Affermò lei mentre Orion riprendeva pian piano conoscenza. 

“È la mia famiglia. Me ne occuperò io. Devo farlo da solo.” Insistette lui. 

Star imprecò, e sembrava davvero preoccupata. “Se griderai il mio nome io tornerò subito qui.” Gli promise.  

“Avrai mie notizie prima dell'alba, promesso.” La tranquillizzò Sirius, poi le sorrise e la baciò sulla guancia. “Vai.”  

Sirius guardò nel cobalto degli occhi di lei finché non scomparve. Poi attese. Orion si alzò in piedi per primo e gli puntò la bacchetta contro, ma il ragazzo fu più rapido e lo disarmò. Walburga, Bellatrix e Regulus si ripresero subito dopo, anche se erano ancora storditi.  

“Sei un disonore per questa famiglia.” Commentò Orion. 

“Lei dov’è? Voglio trovarla, deve soffrire!” Bellatrix si guardò attorno alla ricerca di Star. 

“Tu non le farai niente, è lontana ormai, e anche se fosse qui io non permetterei a nessuno di voi di farle male. Per anni mi avete controllato, maltrattato e mai amato. E andava bene, finché non ho capito che meritavo di meglio. Finché non avete iniziato a voler controllare anche lei. Star in questa famiglia è come in fiore in un deserto arido, e io non vi lascerò mai, MAI, avere il controllo su di lei. e da ora non lo avrete nemmeno su di me.” Sirius li guardava tutti uno ad uno, eccetto suo fratello. 

“Che sciocchezze sono queste? Senza di noi non avresti mai avuto la possibilità di stare con lei.” Sbottò Walburga. 

“No, io la amo da prima che voi rovinaste tutto, quello che lei ha fatto era solo una finzione... si, madre, abbiamo finto tutto, e lei lo ha fatto solo per darmi uno spiraglio di libertà.” Raccontò il ragazzo vittorioso. 

“Libertà... il nostro cognome ti dà potere, e tu cerchi la libertà, la libertà è per i deboli. Tu un giorno erediterai tutto questo potere, inizia ad esserne degno altrimenti...” Lo rimproverò Orion. 

“Altrimenti? Mi crucierete? Mi frusterete? Cosa? Nulla di tutto questo funzionerà, io amo Star, amo James e Remus. Loro sono la mia famiglia, loro staranno sempre con me e non mi faranno mai del male.” Replicò Sirius. 

“Quante scempiaggini! Parli come uno sciocco, quando capirai? Con questo comportamento non fai altro che portare vergogna alla nostra famiglia!” Gridò Walburga furiosa.  

“Benissimo.” Sirius alzò la sua bacchetta con gesti freddi e controllati. “Allora smetterò di farvi vergognare per sempre. Me ne vado.”  

“Se te ne vai da questa casa oggi non ti considerare mai più un Black. Se vuoi la tua stupida libertà cercala lontano dalla nostra protezione.” Lo ammonì Orion. 

“Volentieri.” Ribatté il giovane. 

Fun in quel momento che Bellatrix perse la pazienza e attaccò, ma Sirius evocò un incantesimo di protezione talmente forte da sbalzare di nuovo via tutti i Black. Non sapeva da dove gli veniva tutto quel potere ma non restò fermo a chiederselo: controllò che Regulus stesse bene e poi andò di corsa nella sua stanza cercando di arraffare quanto poteva e di ficcarlo in un baule. Trascinò il pesante bagaglio giù per le scale e poi fuori di casa, in strada. Sentiva le grida dei suoi genitori dietro di lui, alzò la bacchetta e un autobus viola a tre piani apparve dal nulla frenando appena prima di investirlo. Lanciò cinque galeoni al bigliettaio issando rapido il baule sul mezzo mentre gridava “Ve ne do altri cinque se andiamo via subito!”. Il veicolo partì con una sgommata e Sirius fece appena in tempo a vedere sua madre uscire dalla porta di casa urlando qualcosa, che l’autobus sbalzò e il panorama fuori dai finestrini cambiò totalmente. 

“Dove vuoi andare?” Gli chiese il bigliettaio intascandosi le monete. 

“A casa Potter, sta...” Disse il ragazzo convinto. 

“Sappiamo bene dove vivono i Potter.” Lo interruppe il bigliettaio, poi lo lasciò solo. 

Sirius si sedette su un letto che scivolava rapidamente avanti e indietro ogni volta che il mezzo compariva in un luogo nuovo o frenava bruscamente. Era libero. 

 

“...era tutto vero...” Concluse Regulus. 

“Non è affar tuo!” Sbottò Sirius. 

“Eccoti qui!” Esclamò Star comparendo proprio in quell’istante. “Ti abbiamo cercato ovunque.” Lo informò prendendolo per una mano e trascinandolo via mentre salutava Regulus con un cenno. 

“Che fretta! Vi sono mancato così tanto?” Scherzò Sirius. 

No... è che stavi per dire cose di cui ti saresti pentito.” Rispose lei tenendo lo sguardo basso e fermandosi di colpo. 

“Come fai a saperlo?” Le chiese lui. 

“L’ho sentito nominare quella notte... perdi sempre la ragione quando si parla di quello... e non hai torto.” La ragazza tacque per un po'. 

Sirius pensò a quello che era successo una volta arrivato a casa Potter, il modo in cui lo avevano accolto, l’abbraccio di Star, e la chiacchierata con James. 

  

 

 

“Come stai?” Star li aveva lasciati soli da qualche secondo ma James non sembrava voler perdere tempo. 

Sirius sospirò. “Sinceramente, amico, non ne ho la più pallida idea.” 

Silenzio. 

“Te ne sei andato per lei?” Chiese James. 

Sirius scese dal balcone e iniziò a camminare su è giù per la stanza. “E’ quello che ho detto ai miei, ho detto cose tipo che lei era libera e che loro non potevano costringerla a fare un bel niente, e che se la credevano di loro proprietà solo perché ci amavamo io me ne andavo.” Il ragazzo si fermò e sorrise. “Potrei dirti che la verità è che me ne sono andato per non farle vivere tutto quello nell’eventualità in cui sarei riuscito a conquistarla. Eppure penso che la verità sia un’altra: io volevo andare via, ho sempre voluto andare via. Non voglio negarti che avevo e ho paura, mi chiedo cosa farò ora, e dove starò...” 

“Puoi stare qui.” Il tono del giovane Potter non ammetteva repliche. 

“Si ma non per sempre.” 

“Nemmeno io voglio stare qui per sempre. Ma finché ne avrai bisogno questa è casa tua.” 

Sirius sorrise. “Grazie. Comunque ho paura anche perché so che mi mancherà mio zio, e mio fratello. So che ho fallito come fratello maggiore, perché avrei dovuto proteggerlo, avrei dovuto rispettare le regole e garantire ad entrambi una vita più serena. Ma non potevo. Non potevo fingere di non disprezzare ogni singola idea che loro hanno. Era tutto così ridicolo! Assurdo! Se avessi fatto come volevano loro sarei finito in Serpeverde, non avrei conosciuto te, Star, Remus e Peter, non sarei la persona che sono. Io sono così, e so di averlo ferito, ma non posso nasconderlo. E non potevo più resistere in quella casa. Però mi sento un vigliacco per averlo abbandonato lì.” Ancora silenzio. “E al tempo stesso so che non sarebbe mai venuto via con me, lo so, perché quella è la sua famiglia, l’unica che conosce. Invece io ho voi.” 

James si alzò in piedi e abbracciò il suo amico. “Non è colpa tua. Tuo fratello deve fare le sue scelte, non è giusto che sia tu a scegliere per lui, nemmeno se sai che la tua via è giusta.” 

“Sono comunque preoccupato.” 

“Questo te lo concedo.” I due risero e si staccarono. “E ora torniamo al problema che ti assillato in questi giorni e per il quale hai assillato me attraverso quel dannato specchio: mia sorella.” 

“Quella donna mi ucciderà!” Esordì Sirius. “L’ultima notte mi si è strusciata addosso.” 

“Come scusa?!” 

“Stava sognando, avevamo parlato di sesso, evidentemente era un sogno erotico, e lei si è fatta sempre più vicina a me e ha iniziato a passare la sua mano sul mio petto, in modo così... sexy! E’ stata dura resistere, ho dovuto concentrarmi al massimo sul fatto di essere a casa mia e sulla probabilità che mia madre ci stesse spiando, però ce l’ho fatta. E lei si è svegliata, dovevi vederla: un attimo prima sconvolta e quello dopo perfettamente calma! E quella sera stessa abbiamo fatto il bagno insieme e non si è minimamente preoccupata di essere nuda con me, non le faccio il minimo effetto!” Raccontò Sirius. 

“Questo non lo puoi sapere.” Lo bloccò James. 

“Lo so per certo, invece. Subito dopo il bagno io me ne stavo in boxer e lei in asciugamano e mi sono avvicinato, nessuna mi resiste di solito, ho usato anche il tono sexy, era abbastanza vicino per baciarla, e lei? Con nonchalance mi passa sotto il braccio si allontana, e mi fa pure una battuta. Niente. E’ come se fosse immune.” 

“Forse non le interessa l’aspetto fisico o l’attrazione sessuale.” Ipotizzò James. 

“Può essere, ma devi ammettere che gioca la sua parte.” 

“Certo. Ma quindi come intendi procedere?”  

“In nessun modo. Ho la certezza di non interessargli. Quindi mi metterò con Mary per davvero, una volta tornati ad Hogwarts, lei mi piace.” 

“Ma non la ami!” Si disperò James. 

“E tu cosa intendi fare con Lily?” Cambiò argomento Sirius. 

James arrossì. “La sera del Ballo è andata bene, vorrei avere sempre con lei quell'intesa. Come quella che avete tu e Star. Per ora mi basterebbe.”  

“Ah, quindi secondo te noi siamo ad un buon punto.” 

“Almeno non ti odia.” 

 

Almeno non ti odia.  

“Grazie.” Mormorò Sirius e senza pensarci abbracciò la sua amica. 

Lei gli sorrise passandogli una mano sulla guancia, una carezza tenera, ma che trasmetteva forza. “Non c’è di che.” 

“So che mi hai aiutato, quella sera... te ne sei andata ma non mi hai lasciato solo...” Le raccontò lui. 

“Ti ho solo lasciato un po' di energia magica di riserva, niente di più.” Rise Star. 

“Sei... meravigliosa.” Commentò il ragazzo e ci credeva davvero. Andromeda e suo zio credevano lo stesso.  

Quando erano andati a casa di sua cugina e lui era rimasto solo con lei le aveva rivelato tutto quello che provava per Star. Le aveva anche detto di essere riuscito a dichiararsi la sera del ballo ma che lei non aveva creduto ad una parola. “Ma come si fa ad essere così cieche?!” nonostante la sua esasperazione Andromeda sembrava così felice, finché lui non le aveva detto che Star non provava nessun interesse. Ci era rimasta talmente male che si era proposta di chiedere alla ragazza se fosse davvero così, ma Sirius la pregò di non farlo. Non sarebbe stato giusto usare degli intermediari, quello era il motivo per cui aveva proibito a James e Remus di farne parola con Star. Lui le avrebbe detto di persona quello che provava, e avrebbe accettato qualsiasi risposta.  

Il cuore gli si strinse quando pensò all’ultima volta che aveva visto suo zio, prima che partisse. Gli aveva chiesto di Star. 

 

 

“Come procede con quella ragazza?”  

“Non bene.” Rispose Sirius. 

“Oh, no, non voglio sentirtelo dire. Non provare a fartela scappare. Se mi giunge anche solo mezza voce che non ti sposerai con lei io torno immediatamente indietro e ti costringo a farlo. Tu l’ami. E io non ti ho mai visto, in tutta la mia vita, sorridere come quando stai con lei. Vedi di conquistarla, perché non avrai troppe occasioni, una come lei sa badare a sé stessa e non ci metterà niente a rimpiazzarti.” Lo ammonì Alphard. 

“Sarei felice se trovasse qualcun altro. Io sto male anche solo a vederla parlare con altre persone. Non è sano. È da malati! Eppure non riesco a smettere.” Si disperò il ragazzo. 

Lo zio sorrise. “Non c’è niente di sbagliato in quello che provi, è solo il tuo cuore che cerca di darti il mio stesso consiglio. Lei è quella giusta.” 

 

 

Star si staccò dolcemente da lui e lo guidò verso gli altri Malandrini. La festa stava per finire.  

“Allora, abbiamo tutte le misure che ci servono, Peter è stato davvero bravo.” Annunciò James. 

“Grazie.” Trillò Peter da qualche parte alla destra di Remus. 

“Io ho preso queste.”Sirius estrasse il foglietto e lo passò al suo amico.  

“Ottimo, si. Abbiamo decisamente tutto. Missione compiuta.” Si congratulò lui. 

“Si, abbiamo fatto un misfatto, yeee. Ora possiamo goderci la festa in tranquillità?” Commentò Remus sarcastico. 

“Fatto il Misfatto... mi piace...” Rimuginò invece James.  

Mentre i suoi amici discutevano sulla frase si Remus e sul come collegarla alla mappa, Sirius rifletté su quello che era accaduto a San Valentino. Forse suo zio aveva ragione perché quel giorno era così furioso di essere di nuovo costretto ad uscire con Star che non riusciva nemmeno a guardarla, era certo di essere ormai vicino al dimenticare i suoi sentimenti per lei, e forse era così, ma starle accanto di nuovo aveva riportato tutto a galla. E cantare Roxanne, ormai odiava quella canzone, era sempre più straziante ogni volta che la eseguiva. Fu in quel momento che Sirius notò che la sua amica portava degli orecchini spaiati, uno era una piccola stellina d’oro e l’altro era un pendente; un’ala in metallo dorato appesa con una catenella al gancetto. Quell’ala l’aveva comprata lui, era il suo regalo di San Valentino, non era altro che un oggetto inutile e antico ma lei era riuscita a trasformarlo in qualcosa di bello e intrigante. 

“Un ultimo ballo?” La ragazza gli tese la mano. 

James e Remus erano spariti chissà dove.  

“Si, volentieri.” Sirius accettò l’invito e cominciarono a ballare restando nell’ombra, nessuna strana coreografia, niente passi particolari; si muovevano dolcemente a ritmo della musica di sottofondo mentre Lumacorno, nell’altro lato della stanza, faceva il suo discorso di chiusura della festa e augurava la buona notte a tutti.  

“Ok, è ora di andare.” Li avvertì James sbucando dal nulla. Tutti insieme si diressero di nuovo alla torre e i ragazzi salutarono Star prima di salire al loro dormitorio. Sirius si spogliò e si infilò sotto le lenzuola in mutande, e pensare che Star aveva dormito con lui anche in quel letto. Quando James spense le luci il giovane Black strinse a sé il cuscino e si lasciò cullare dal più bel ricordo che aveva di Star, cercando di non pensare al fatto che le aveva mentito sulle sue intenzioni quando lei gli aveva chiesto perché. Lo faceva spesso, la notte, pensava a quella sera speciale e al gusto di miele di rose delle labbra di lei. 

 

 

 

Una nuova canzone stava per cominciare e Sirius era deciso a provarci davvero, individuò Star tra le ragazze, si avvicinò a lei e le porse la mano. “Credo che ora io possa riavere indietro la mia promessa sposa.” 

La ragazza annuì, Sirius la vide raddrizzare la schiena all’impossibile e assumere un’espressione seria.  

“Oh no! Non ti irrigidire così!” Sbuffò lui mentre si metteva in posizione. “Eri così bella prima mentre ti divertivi davvero. So che non vorresti stare con me ma sarà solo per qualche ballo, possiamo divertirci lo stesso.” 

Star sorrise. “Scusami... pensavo volessi che recitassi la mia parte.” 

“Mia madre non è qui, mi importa solo che lei venga a sapere che siamo stati insieme, non mi interessa cosa saprà di come ci siamo comportati.” Spiegò Sirius. 

La ragazza annuì mentre incominciava a muovere i primi passi. “A me non dispiace stare con te, comunque.” Disse dopo un po'. 

Sirius le sorrise, era sorpreso di quell’affermazione. “Mi fa piacere sentirlo. Mi sentirò meno in colpa.” 

Lo sguardo interrogativo di Star non necessitava di parole, ma lei le aggiunse lo stesso: “In colpa per cosa?” 

La canzone giunse alle ultime note e Sirius la fece piroettare lontano da sé per evitare di risponderle. Quando lei tornò tra le sue braccia, però, lui ridusse al minimo lo spazio tra loro; la sua presa era salda, la mano aperta sulla schiena di lei con il polso che le toccava il fianco. Era giunto il momento. 

“Non è che avevo bisogno di un po' di colore...” Cominciò a spiegarle mentre le prime note della canzone successiva li circondarono. Star ripensò immediatamente alla cravatta del ragazzo e a come lui non avesse proferito parola al riguardo. “E’ che avevo bisogno di questo specifico colore...” Era un tango. La ragazza era impegnata a fissare la cravatta e Sirius ne approfittò per prendere coraggio e stringerla ancora un po' a sé. Lei lo guardò negli occhi all’improvviso, e lui si perse in quel cobalto. Erano estremante vicini, i corpi che aderivano l’uno all’altro premendo sugli strati di stoffa tra loro. Il ragazzo avvicinò le labbra all’orecchio di lei mentre i suoi piedi si muovevano lentamente pronti ad accennare il primo passo di danza. “... Blu cobalto, come i tuoi occhi.” 

Non poteva credere di averle detto una cosa simile. La spinse via facendola saltare in alto ma senza lasciarle la mano, pronto a riportarla vicino a sé. Star incominciò a seguire la musica cercando di non pensare a nient’altro che a divertirsi. Sirius lo capì dal modo in cui sorrideva e rideva; lei si sentiva bene, si sentiva... intrigante. Il giovane la spinse via di nuovo per poi afferrarle entrambe le mani mentre lei le teneva dietro la sua schiena e così la giovane lasciò che il suo corpo si inarcasse in avanti, quasi del tutto sostenuto dal contrappeso del ragazzo e in quel momento ali oro e scarlatte le si aprirono tra le scapole. Era diventata PiumadoroSirius era meravigliato: le lasciò le mani e le girò attorno per poterla fronteggiare. E poi le sorrise, un sorriso vero, non la sua solita maschera. La prese di nuovo vicino a sé e le fece fare un casquè, le ali sfiorarono il pavimento. Era un tango davvero molto bello e doveva essere ballato con passione. La stessa del loro spettacolo teatrale. Ma questa volta...questa volta lui non avrebbe permesso che tutto fosse finzione. 

Quando la musica finì i due avevano le fronti appoggiate l’una all’altra e sorridevano divertiti, i corpi perfettamente in figura. Risero appena e si distanziarono. 

“Sei stata... tu sei...” Sirius non riusciva nemmeno ad esprimere il suo stupore, era meravigliosa, con quelle ali in cui piccole piume d’oro riflettevano le mille luci della sala, come i riflessi dorati nel nero dei suoi capelli. Emanava luce propria. 

In quel momento le ragazze si avvicinarono.  

“È stato stupendo!” Si esaltò Sophia. 

“Una passione incredibile.” Le fece eco Ann. 

Star sorrise, ma poi notò il suo sguardo si fece cupo. “Credo di aver bisogno di un po' d’aria.” Disse e poi si diresse a passo deciso verso un terrazzo chiudendosi le porte alle spalle. Sirius fissò il punto dove l’aveva persa di vista per qualche secondo, poi si decise a seguirla. 

Nel parco ogni cosa era ricoperta di neve, il ragazzo seguì le impronte di Star con facilità e la ritrovò ferma sotto un salice piangente, le cui foglie erano palline luminescenti. Era così bella illuminata da quella luce soffusa. 

Sirius prese un respiro profondo e le si avvicinò silenziosamente, si lasciò guidare dal suo istinto e le passò le dita sulla pelle nuda della schiena seguendo la colonna vertebrale. Quando arrivò al bordo della gonna si fermò e si mise in ginocchio, lo avrebbe fatto per bene. 

“Scusami.” Mormorò il ragazzo quando lei si girò. Dopo qualche attimo di silenzio alzò lo sguardo su di lei. “Credo di averti messa a disagio.” 

“Oh, no. Non è colpa tua, devo aver ballato troppo e mi sentivo un po' soffocata dalle attenzioni delle ragazze... sai come sono...” Star sorrise. 

“Ok...” Il giovane si alzò in piedi, si sentiva spaesato, perché poi? No, doveva essere deciso, era il momento giusto. La prese per i fianchi e la guardò dritto negli occhi. Grigio contro cobalto. 

“Però, io penso davvero che tu sia meravigliosa. E non solo questa sera, ma sempre. E non solo perché sei... bhe, incredibilmente bella ma anche per come sei. Per il tuo sorriso. E il tuo modo di ridere. Io adoro tutto di te e... sei la mia meraviglia. L’unica persona per cui abbia senso vivere questa mia esistenza.” Sirius si sentì pronunciare quelle parole come se fosse stato fuori dal suo stesso corpo, era una sensazione piuttosto bizzarra. Il cuore prese a battergli forte; la guardava in viso e non poteva fare a meno di chiedersi se anche lei provava lo stesso sentimento, lo stesso forte bisogno di stare insieme. 

“Credo di aver deciso cosa voglio da te per quella vittoria…” Il ragazzo la strinse più forte a sé, gli sembrava di non avere abbastanza tempo, credeva che lei sarebbe fuggita da un momento all’altro. Sirius aveva vinto la scommessa; poteva effettivamente chiederle tutto ciò che voleva, era un patto. Avrebbe tanto desiderato chiederle cosa provava lei per lui, ma poi si sentì uno sciocco. Non avrebbe potuto forzarla così, ma una cosa poteva fare; poteva assaggiare un pizzico di felicità senza doverne dare conto a nessuno. “Non fare domande.” Decretò poi sicuro di sé. 

“Non fare domande in merito a cosa…?” Cominciò a chiedere lei ma la voce le si spense. Sirius spostò le mani sulle scapole di lei e la strinse a sé facendo aderire i loro corpi. Subito dopo portò una mano a sfiorarle la guancia, poi sotto il mento, cercando di fare piano, per sollevare il viso di lei, e la baciò. 

Le labbra della ragazza sapevano di miele di rose ed erano tiepide e morbide. Sirius sentiva ogni fibra del suo corpo gioire per quel contatto, sotto le sue dita le piume delle ali di lei erano soffici e calde. 

Ogni fibra del suo corpo. Sirius la lasciò andare e si staccò da lei, la guardò negli occhi solo un secondo e poi si voltò e scappò via. Codardo, pensò mentre rientrava rapido nella Sala Grande. Quello che aveva fatto era imperdonabile e bellissimo; le aveva rubato un bacio e lo avrebbe tenuto al sicuro con sé per sempre. 

James era già nel dormitorio quando Sirius vi arrivò, gli fu difficile non raccontargli tutto, ma pensò che alcuni dettagli li voleva solo per sé.  

“L’ho baciata, è stato meraviglioso, sono un codardo, non ne parleremo mai più, ciao.” Blaterò il giovane. James si voltò vero di lui con un’aria trasognata. “Sono feliceee...” Disse allegro. “... per te.” Aggiunse poi cercando di smettere di sorridere come un ebete, ma non ci riuscì. 

Il giovane Black lo guardò e sorrise a sua volta. “Senti... devo sgarbugliarmi un po', vado alla torre di Astronomia, ma quando torno mi racconti cosa è successo con Lily perché solo lei ti rende così” 

 

 

“I think I love youElenore, love me.” Canticchiò piano Sirius stringendo il cuscino tra le braccia e chiudendo finalmente gli occhi dopo quella lunga giornata nostalgica. 

 
 

************* 

 

Ho finitoooooo. 

Saluto tutti ciao. 

  
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