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Autore: Europa91    03/05/2020    1 recensioni
[Soukoku]
Durante un’agguato Chuuya viene gravemente ferito. Dazai va a trovarlo in ospedale e scopre che il suo partner non si ricorda nulla, nemmeno di lui.
“Dazai si bloccò, il suo cervello ebbe un momentaneo corto circuito, cosa poteva fare?
Opzione 1: rivelare a Chuuya tutta la verità e magari fargli recuperare la memoria a suon di calci;
Opzione 2: fingere di essere suo amico e divertirsi a tormentare Chuuya fino a quando non avrebbe recuperato la memoria, sicuramente poi il rosso gliel’avrebbe fatta pagare e con gli interessi, ma di questo si sarebbe occupato a tempo debito.”[...]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.5 

 

 

 

Se qualcuno glielo avesse mai domandato avrebbe negato, non l’avrebbe ammesso neppure in punto di morte o sotto tortura, ma Chuuya aveva aspettato per tutto il giorno l’arrivo di Dazai; così come il giorno dopo, e quello dopo ancora. Quando lo vedeva entrare sempre da quella dannata finestra il suo cuore perdeva un battito, diventava improvvisamente felice e non capiva nemmeno lui il perché. Non facevano nulla di strano, Dazai passava praticamente ogni giorno e si intratteneva per un paio d’ore, parlavano di tutto, ma soprattutto delle missioni che avevano svolto in passato e della Port Mafia. Chuuya insisteva nel voler conoscere tutto, tutto ciò che aveva scordato e Dazai non poteva non accontentarlo; anche se alcune volte aveva preferito non rivelare al partner proprio tutta la verità; 

 

“Quindi noi ci siamo conosciuti lavorando a quel caso?”

 

“Esatto”

 

“E alla fine che ne è stato di Arahabaki? Si è scoperto da dove provenisse?” Dazai si trovò molto combattuto, a quel punto cosa doveva fare? Svuotare il sacco e raccontare tutto? Era tentato, davvero tentato, anche solo per assistere ad una possibile reazione di Chuuya, magari il rosso avrebbe finalmente riacquistato la memoria e distrutto lui insieme a mezzo ospedale; però, già, c’era un però, la verità era che a Dazai non stavano affatto dispiacendo quelle giornate trascorse in compagnia di quel Chuuya, aveva scoperto che il suo partner non era così male, l’aveva rivalutato; forse le cose tra loro sarebbero andate diversamente se si fossero incontrati in altre circostanze, forse quello era il vero Chuuya. Un ragazzo normale come lo sarebbe stato prima di incontrare le pecore, prima di diventare un assassino, prima di conoscere lui e la Port Mafia. Inoltre c’erano anche altri due importanti motivi che non andavano sottovalutati e si sommavano all’equazione; due grandi, enormi, occhi azzurri che in quel preciso momento lo stavano puntando seri in cerca di spiegazioni. Se prima Dazai non si era mai soffermato troppo sullo sguardo del suo partner ora che si trovavano così vicini, sia emotivamente che fisicamente, si era accorto di non farcela ad ignorare quegli occhi. O semplicemente, di non volerlo più fare.

 

“Ehi spreco di bende ci sei? Ti ho appena fatto una domanda!” A sentire quel nomignolo Dazai tornò al presente, seppur con una fitta di nostalgia; Chuuya restava sempre Chuuya era normale che avesse utilizzato quel soprannome, forse era segno che pian piano la memoria stesse tornando? Alzò le spalle divertito,

 

“Solo il boss conosce tutta la storia, al termine dell’operazione hanno recuperato la ricerca di Rimbaud ma solo i dirigenti della Port Mafia hanno accesso a quel tipo d’informazioni” era un compromesso, una mezza verità, andava bene così, per ora.

 

“A quanto ho capito tu sei il braccio destro del boss, potresti averla letta” sbuffò Chuuya

indispettito, cavolo, perché quel ragazzo doveva sempre essere così sospettoso, forse il fatto di non fidarsi di nessuno era un tratto caratteristico della sua personalità. Dazai sorrise, alzando le mani in segno di resa;

 

“Non posso rivelare informazioni top secret, nemmeno al mio partner” concluse; Chuuya gli tirò addosso un cuscino utilizzando la sua abilità, stava pian piano riacquistandone il controllo; 

 

“Sono il tuo partner solo quando ti conviene” rispose divertito, adoravano punzecchiarsi, quello non era cambiato;

 

“Non è vero e lo sai” ammise Dazai sedendosi meglio accanto a lui e guardandolo intensamente.

 

“So solo che vorrei tanto uscire finalmente da qui, vorrei aiutarti con le indagini, trovare il colpevole di questa storia e fargliela pagare” Dazai rise, quello era il Chuuya che conosceva, quel ragazzo non dimenticava mai un torto subito, era peggio di una donna e nessuno poteva saperlo meglio di lui, questo perché nessuno lo conosceva meglio di lui. 

 

“Allora usciamo” lo disse così, senza pensarci troppo. Il rosso lo guardò come se avesse detto la cosa più stupida del mondo.

 

“Mi dimettono tra tre giorni, posso aspettare non credi?” Dazai alzò le spalle

 

“Be’ tu resta pure qui altri tre giorni, io invece penso proprio che andrò a mangiarmi un gelato, tutto questo parlare mi ha proprio fatto venir voglia di un gelato, quali erano i tuoi gusti preferiti? Non ricordo cioccolato e.. Be’ vorrà dire che ne mangerò uno anche per te” un altro cuscino lo colpì in pieno viso, era stato un colpo più violento del precedente, Chuuya stava pian piano recuperando tutta la sua forza. Era stato Dazai a rivelargli della sua abilità, il secondo giorno che si era recato a trovarlo; all’inizio Chuuya non gli aveva creduto ma poi spinto dalle provocazioni dell’altro gli aveva lanciato addosso l’intero comodino e il suo contenuto. Il moro aveva riso per mezz’ora di fronte all’espressione spaventata del rosso, ma poi l’aveva rassicurato. Gli aveva spiegato che sebbene il suo potere di controllo sulla gravità fosse così pericoloso e devastante, lui ci sarebbe sempre stato e sarebbe sempre intervenuto per fermarlo. In quell’occasione gli aveva ancora stretto le mani tra le sue. Chuuya aveva chiuso  brevemente gli occhi, era vero, in qualche modo sapeva che Dazai c’era sempre stato per lui. Alla fine avevano deciso di limitare l’utilizzo delle abilità, il rosso avrebbe ripreso ad allenarsi una volta dimesso e solo con la supervisione di Dazai. Anche il boss aveva appoggiato quell’idea, non vedeva l’ora che l’incredibile Soukoku tornasse in azione. 

 

“Chuuyaaaaaa perché mi hai colpito ora?” Dazai si lamentò come un bambino, mentre l’altro si era alzato dal letto e si stava dirigendo verso l’armadio; 

 

“E ora cosa stai facendo?” Chiese, anche se temeva di conoscere già la risposta;

 

“Mi sembra ovvio idiota. Vengo con te a mangiare un gelato. Grazie per avermelo offerto Dazai” concluse in segno di sfida, aveva usato un tono che non ammetteva repliche, come quando impartiva ordini ai suoi sottoposti. Il moro alzò le spalle. 

 

“Hai detto tu che saresti stato dimesso tra tre giorni” sottolineò, giusto per dargli fastidio. 

 

“Mangiamo il gelato e rientriamo, vedrai non se ne accorgerà nessuno, ovviamente se QUALCUNO non farà la spia al boss o ad altri, vero braccio destro?” Dazai deglutì, Chuuya ora aveva impugnato una spazzola e lo stava sfidando, in quel momento lo trovò tremendamente buffo, carino e per nulla intimidatorio. Si riscosse subito, definire Nakahara Chuuya carino poteva essere troppo, si era decisamente troppo, come diavolo si era ficcato in quell’assurda e paradossale situazione ancora non lo capiva. Concluse che si sarebbe semplicemente lasciato trascinare dagli eventi e avrebbe osservato l’evolversi della vicenda.

 

 

Se un mese prima qualcuno glielo avesse raccontato, non ci avrebbe mai creduto, anzi forse l’avrebbe pure ammazzato. Mai, mai in vita sua avrebbe pensato di andare a mangiare un gelato con Chuuya, anzi offrire un gelato a Chuuya, il suo odiato partner che ora rideva e si comportava come un moccioso, semplicemente felice di fare, dopo tanto tempo, dei passi all’aria aperta.

 

C’era qualcosa di tremendamente sbagliato in tutta quella situazione eppure Dazai sentiva che in qualche modo era giusta. D’altronde come poteva restare indifferente notando il viso di Chuuya sporco di gelato al cioccolato? Anzi sarebbe stato più corretto chiedersi come aveva fatto a resistere alla tentazione di allungare una mano per pulirlo con un tovagliolo, forse era quella la cosa più preoccupante, sul quale ovviamente preferiva non indagare. Non era sicuro di voler sapere il vero motivo dietro il suo insolito comportamento. 

 

“Guarda stupido Dazai ci sono persino i cigni” Chuuya sembrava proprio un bambino, l’altro lo osservava a qualche metro di distanza mentre correva in direzione degli animali. Dazai pensò che non avevano mai vissuto una giornata come quella, una giornata così normale; non aveva ucciso nessuno, nemmeno pianificato un omicidio e soprattutto (avvenimento più unico che raro) lui stesso non aveva pensato al suicidio nemmeno una volta, ora che ci pensava era da qualche giorno che non pensava alla morte e la colpa era imputabile a quel nanerottolo dai capelli rossi che ora si stava sbracciando mentre gli urlava di raggiungerlo. Come era finito col fare da babysitter a Chuuya proprio non lo sapeva. O forse sì, forse inconsciamente aveva previsto già tutto quando aveva nominato la parola gelato.

 

“Ehi Dazai cosa ci fai tu qui? Devo preoccuparmi?” Una voce fin troppo conosciuta lo distolse dai suoi pensieri. Iniziò a sudare freddo.

 

“Odasaku, cosa ci fai TU qui?”

  
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