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Autore: lmpaoli94    03/05/2020    3 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Quando il Conte di Limerick si risvegliò, non riuscì ancora a credere di essere in vita.
Durante quella sparatoria e l’innumerevole trappola scattata, Raymond aveva creduto che la sua fine era ormai giunta.
Ma anche nonostante tutte le cattiverie e i suoi sotterfugi, qualcuno aveva pregato che rimanesse in vita.
Il dottore che Bob era riuscito a trovare per il suo padrone, era riuscito a estrargli la pallottola che aveva colpito lo stomaco senza infliggergli danni troppo gravi.
< Il Signor Steele dovrà rimanere a riposo per almeno una settimana. Passato questo lasso di tempo, tornerò a visitarlo nella sua dimora di Malahide. >
< Quindi mi state dicendo che non può muoversi per nessun motivo? Non so se lo sapete, ma il Conte Steele… >
< Risiede a Limerick, lo so. È buona norma per lui e per la sua salute di rimanere in casa a letto per tutta la durata prevista. Ma se vuole rischiare la sua vita, io non sono nessuno per ostacolarlo. >
< Ma cosa dite? Voi siete un dottore e… >
< Noi dottori veniamo trattati come dei contadini della peggior specie e i nostri studi e i nostri sacrifici non vengono ripagati in nessun modo. Quindi lasciatemi dire che il volere del paziente, mi riguarda fino ad un certo punto. >
< Mi dispiace, dottor… >
< Isaac. Il mio nome è Isaac. >
< Dottor Isaac, vi capisco perfettamente essendo un servitore dei più potenti come voi. Se solo potessi fare qualcosa. >
< Non può far niente, Signor Bob. Almeno fino a quando la gente di questo Regno non si sarà stufata di rimanere come la peggio plebaglia… Prepariamoci alla rivoluzione, Bob. È l’unico modo. >
Le dichiarazione del medico scossero non poco l’animo di Bob, uomo di sani principi e sempre devoto ai desideri della famiglia Steele.
< Certo. Vedremo poi sul da farsi. >
< Non vorrei avervi scosso troppo, spero. >
< Certo che no. Sono solo in pensiero per le sorti del Conte. >
< Sì è appena svegliato e potete vederlo anche subito. Ma non affaticatelo, d’accordo? >
< Certo. Ci vediamo qui tra una settimana allora. >
< A presto. >
Appena Bob rimase solo con il Signor Steele, le sue preoccupazioni furono soltanto per la sua salute e la sua persona.
< Signor Steele, lieto di vedervi sveglio. >
< Bob, potresti porgermi un po’ d’acqua? >
< Certo. Ecco a voi > rispose il servo porgendogli il bicchiere.
< Grazie… Devo dire che me la sono proprio vista brutta contro quel Duca di Ashford. Ci pensi, Bob? Stavo per appropriarmi delle sue terre a Kilkenny. La mia famiglia sarebbe stata la più forte e la più ricca del regno. >
< Adesso però dovete pensare di rimettervi in sesto e nel farlo dobbiamo restare qui per una settimana. Ordini del medico. >
< Che cosa? ma dobbiamo tornare dalla mia famiglia. Dobbiamo spiegargli che il Duca ci ha traditi in malo modo. >
< Senza contare il fatto che era lui sul punto di morte > lo redarguì subito Bob < Se mi avesse dato ascolto… >
< Lo so, hai ragione in pieno Bob. Ma le sue parole accattivanti mi hanno teso una trappola. La mia bramosia e la mia lussuria di diventare sempre più ricco di come sono adesso ha preso il sopravvento. >
< E per tutta risposta dobbiamo ringraziare il Signore che voi siete ancora vivo. >
< Ed io devo ringraziare soprattutto tu per aver chiamato aiuto in tempo, Bob. Senza di te non sarei vivo adesso. >
Bob fu colpito dalle parole del Conte Steele, ma si limitò a fare un inchino e a non scomporsi troppo.
< Allora, posso fare qualcosa per lei prima che si riposi? >
< Hai notizie dell’ospite che… insomma… >
< Non ho ricevuto nessuna notizia dal convento di Kylemore. Credo che la signorina in questione non abbia ancora avuto la lettera. >
< Bob, e se qualcuno ci avesse tradito? >
< Se non riceveremo nessuna risposta entro questa settimana, mi recherò personalmente a Kylemore per discutere con la diretta interessata… C’è altro? >
< Scrivi subito alla mia famiglia e dirgli che rimarrò fuori zona per più di dieci giorni. Così Carla non sarà in pensiero… E chiedigli già che ci sei di mia figlia… Se quella poco di buono ha osato tradirmi e disubbidirmi ancora una volta, ne pagherà le conseguenze. Anche se sono molto arrabbiato con lei, devo studiare un azione difensiva atta a proteggere lei, mia moglie e tutto il castello>
< Ci riuscirà, Signor Conte. Limerick è un’ottima zona di difesa e i nemici non oserebbero mai attaccare un bastione come quello. >
< Lo so… Ma nel corso degli anni Limerick ha perso di fascino e di protezione. Come ho appena detto, devo rimediare in fretta. >
< A tempo dovuto, Signore. Ora però dovete riposarvi. >
< Un’ultima cosa, Bob. >
< Ditemi. >
< Che cosa sei venuto a sapere del Duca di Ashford? È riuscito a sopravvivere? >
< L’unica cosa che ricordo è che sono riuscito a colpirlo, ma non so se l’ho fatto fuori… Secondo me dovremmo stare molto attenti a lui: potrebbe colpirci in ogni momento. >
< Perfetto. Una preoccupazione in più. Bob, mi dispiace tanto. >
< Non ci pensate, Signor Steele. Se è così che doveva andare, va bene così. L’importante è che voi recuperiate alla svelta. >
< Cercherò di fare del mio meglio. >
< Bene. Adesso a letto e senza discussioni. La sveglierò io quando sarà pronta la cena. >
< Il carico d’oro? È al sicuro? >
< Al riparo da ogni malintenzionato. >
< Bene… Ma ci sono scorte in questo castello? Non lo utilizzo da molto tempo, ormai. >
< Credo che ci potrebbe essere qualcosa per stasera. Domani mattina andrò a prendere qualcosa in città stando molto attento0 a non farmi riconoscere. >
< Sono contento che tu abbia ogni situazione sotto controllo, Bob. >
< Altrimenti che maggiordomo sarei. E comunque non vedo l’ora di tornare al più presto a Limerick. Anche a me sta stretto questo posto. >
< Ci torneremo. Stai tranquillo. >
 
 
Appena i fratelli Grey arrivarono dinanzi alla loro abitazione, Anastasia fu talmente contenta che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di scendere da cavallo.
< Non sono abituata a cavalcare per così tanto tempo > fece la ragazza sorridente.
Intanto, guardandosi attorno, Katherine non riusciva ancora a capire dove si trovava.
< Ana, che posto è questo? >
< Lo scoprirai più avanti > rispose la ragazza facendogli l’occhiolino.
Il castello, immerso nel verde e con l’oceano molto vicino, era una bellissima dimora che apparteneva alla famiglia dei Grey da molti secoli.
Ma purtroppo Anastasia e Katherine non potevano sapere che la famiglia Steele era sempre stata in competizione come forza maggioritaria d’Irlanda.
< Una volta mio padre mi ha parlato di questo posto > fece Ana appena si ritrovò all’interno del castello < Ma non mi ricordo mai per cosa… >
< La famiglia Steele è molto influente in queste terre. Magari nostro padre è passato di qui senza che voi lo sapeste. >
< Immagino. Mio padre ha girato tutta l’Irlanda in lungo e largo. >
< Il Conte Raymond Steele… Un pioniere del potere della nostra isola. >
< Potte dirlo forte. >
In quel momento, Ana non si era mai accorta che parlare con il tenebroso Christian Grey l’avrebbe fatta sentire molto più che a suo agio.
< Ana, ti vuoi fermare? > fece Katherine interrompendoli < Sì può sapere dove ci troviamo? >
< Nella tenuta dei Grey: benvenuta nel castello di Dunguaire. >
< Questo però toccava a me dirlo > replicò Christian con tono divertito.
< Scusate, ma vi ho anticipato. >
< Ho visto… Vi faccio preparare due stanze comode per i vostri bisogni. Siete fortunate perché stasera avrete la possibilità di conoscere i miei genitori. Sono sempre in giro per sbrigare faccende burocratiche di goni tipo e la loro vicinanza al popolo fa in modo che si assentino molto spesso da casa. >
< Sarà un vero onore per me e Katherine fare la loro conoscenza. >
< La tenuta dei Grey? Non ne ho mai sentita parlare > replicò Kate confusa.
< Il motivo è che non ti documenti sul nostro Regno. Altrimenti sapresti che i Grey sono una delle famiglie più importanti del Regno. >
< Davvero? Addirittura più importante di tuo padre, Ana? >
< Questo non lo so, Katherine… Adesso andiamo a prepararci per stasera. Dobbiamo essere al meglio. >
< Va bene, ma vedi di non spingere! >
Appena Christian rimase da solo con suo fratello, il primogenito non si curò minimamente di quello che l’incontro con i suoi genitori poteva comportare. >
< Christian, non dovevi invitarle a cena > fece Elliot redarguendolo < I nostri genitori non devono sapere che abbiamo invitato la figlia degli Steele. Non ti ricordi i rapporti che hanno con loro? >
< Certo che lo so… Ma cosa dovevo fare al riguardo? Tenerle rinchiuse in camera fino a quando i nostri genitori non sarebbero ripartiti? >
< Sarebbe stata una cosa inevitabile e sono sicuro che la tua amichetta Anastasia l’avrebbe capito. >
< Non parlare di lei in questo modo: è una contessa. >
< Una contessa che ci porterà un sacco di guai... Ascoltami bene, Christian: dobbiamo tenere all’oscuro l’identità di quelle due donne. Sono stato chiaro? >
< E cosa vorresti dire sul suo conto? >
< Non lo so. Diciamogli che sono nostre lontane cugine. Mamma e papà non si curano minimamente del nostro albero genealogico. >
< Nemmeno quando stanno cercando per noi fanciulle per sposarsi? Stai molto attento, Elliot. Lo sai che imbrogliare i nostri genitori non è mai una cosa giusta. >
< Non c’è altro modo. Te l’ho detto > disse infine Elliot prima di lasciare da solo suo fratello.
 
 
Intanto, nel remoto convento di Kylemore, una giovane fanciulla pregava la madonna e il buon Dio per la misericordia data e per le sontuose preghiere che evocava per ringraziare di avere una dimora.
< Leila, è arrivata questa lettera dal Castello di Limerick. >
Sentendo il nome della dimora, gli occhi della giovane fanciulla si illuminarono come una luce di speranza.
< Grazie mille, sorella. >
< E’ buona norma che tu la legga nella tua cella. Non vorrei che qualcuno… >
< Lo farò subito dopo le mie preghiere. Grazie di tutto, sorella. >
< Prego figliola. Dio sia lodato. >
< Sempre lode al Signore. >
Ma la giovane fanciulla non riusciva a trattenere la curiosità e quello che lesse nelle prime righe la lasciò senza parole.
“E’ giunta l’ora di tornare a corte. La prigionia di Kylemore è finalmente conclusa.”
   
 
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