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Autore: Kimly    10/08/2009    0 recensioni
Ino vive una vita difficile. Costretta dalla famiglia che l'ha accolta da piccola ad essere una prostituta. Un componente, però, sembra volerle più che bene, ma vivere per la strada non è sempre facile e le persone possono cambiare...[GaaIno][KibaIno][Accenno KankuIno] (Prima AU mai scritta)
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Dirty life, dirty money and dirty love.

 

 

Capitolo 1.

 

Ino si svegliò di soprassalto, stanca come se non fosse mai andata a dormire. Sbadigliò sonoramente e guardò di fianco a lei. Era successo un’altra volta: un altro uomo, un’altra notte, un altro sconosciuto che aveva abusato di lei, del suo corpo.

-Ehi, bambolina, vieni qui ancora un po’. -gracchiò l’uomo, con l’alito che puzzava ancora di alcool e fumo, e i primi segni di una barba ispida.

-No, mi dispiace. Ho un altro cliente più tardi. -mentì lei, chiudendo il discorso. L’uomo, piuttosto stizzito, le buttò in faccia delle banconote e la invitò, sgarbatamente, a levarsi dai piedi.

Ino non se lo fece ripetere due volte e fu già in strada. Stava incominciando l’inverno, le strade erano deserte o quasi.

La poca gente che passava evitava qualsiasi discussione, non parlando con nessuno e mantenendo lo sguardo basso.

Quello era un quartiere poco raccomandabile, perfino la polizia faticava a venire in quella zona della città, troppo impauriti dai teppistelli.

Un bambino la guardò e la madre, non appena se ne accorse, lo riprese con una botta sulla nuca.

Era abituata a comportamenti simili, in fondo era una prostituta.

Ino Yamanaka aveva perso i genitori da piccola, ed era stata portata all’orfanotrofio della città dal quale era fuggita.

Era stata trovata la mattina dopo, infreddolita ed affamata, da un bambino che aveva la sua età e che l’aveva ospitata a casa sua.

Da quel momento, Ino aveva smesso di vivere.

Il bambino, Gaara, viveva con suo fratello e sua sorella, in un’orrenda casa malandata, ma almeno era un tetto.

Temari, la maggiore, faceva la badante a tempo pieno per sfamare i fratelli, era gentile e affabile…con loro.

Non appena Ino aveva messo piede in quella casa, la ragazza era cambiata, a detta di Gaara.

-A stento viviamo noi, come faremo con un’altra in casa?-aveva tuonato quella volta al rosso, che aveva abbassato lo sguardo, dispiaciuto.

Con il passare degli anni, Temari era diventata arrogante, supponente e sempre di malumore, fino a quando era arrivato il suo licenziamento.

-E adesso Temari, cosa facciamo?-aveva esclamato il quindicenne Kankuro, preoccupato.

-Ho fatto un favore a una persona, ci aiuterà lei. -era stata la sua risposta.

Non sapevano ancora che Orochimaru avrebbe cambiato le loro vite.

Temari era diventata una prostituta, Kankuro un spacciatore e Gaara il teppista numero uno della zona, assieme a dei suoi coetanei.

La ragazza avrebbe voluto coinvolgere anche Ino, ma, grazie a Gaara, era riuscita a posticipare la cosa.

Quando Ino aveva compiuto quindici anni, Temari l’aveva presa con sé e l’aveva messa su una strada…

Ino scosse la testa, il ricordo di quei giorni bruciava ancora. Percorse velocemente le viuzze, evitando pozzanghere e spazzatura.

-Ehi, Ino! Come mai così mattiniera?- Kiba Inuzuka, l’unico amico che la ragazza possedeva in quel bordello di periferia.

-Secondo te?-rispose quella, eloquente.

-Ancora? Perché non lasci quella casa e ti trasferisci da me? Ti tratterei come meriti. -sospirò lui, sapendo già la risposta.

-Kiba, non insistere. Sono loro la mia famiglia. E poi, non mi pare che tu sia un santo. -disse lei, continuando a camminare.

-Beh, è vero. Anch’io rubo macchine e cose così, ma non ti metterei mai su una strada e poi…oh!-si interruppe lui, prendendole il viso e alzandolo.

-E’ stato lui?-ringhiò Kiba, disgustato.

-Sì, era furioso come sempre. Gli ho detto che non ce la facevo più, che volevo andare via da quella casa e, beh, lui mi ha colpito. -spiegò Ino, alquanto seccata nel raccontare.

-Io lo ammazzo quel dannato Gaara!-tuonò lui, lasciandole il viso e andando via.

-Kiba, aspetta!-ma era già lontano.

Kiba odiava Gaara. Non solo perché viveva (e andava a letto) con la ragazza che amava, ma perché la costringeva a fare quella vita e, quando non riusciva a controllarla, usava le maniere forti.

Eppure un tempo, lui e Gaara erano così simili; prima che quella vita li spingesse a scegliere strade opposte e a cambiare.

In fondo, ognuno reagiva diversamente alle situazioni.

Ino sospirò, rassegnata, sperando che Gaara non incontrasse Kiba quel giorno.

La bionda svoltò l’angolo e, da lontano, vide la casa che la teneva prigioniera da anni, oramai.

Poteva scappare, ma Gaara l’aveva raccolta dalla strada, le era stato accanto e Ino era convinta che il bambino meraviglioso che aveva conosciuto da piccola, era lì da qualche parte, soffocato da quell’ombra nera, ma soprattutto governata da Orochimaru, era lui la causa di tutto.

Ino voleva farlo tornare il ragazzo di un tempo, per questo ogni giorno andava avanti, certo ogni tanto cedeva ma cercava di farsi forza.

Tutto il guadagnato non andava ad Orochimaru, infatti, Ino, metteva sempre qualcosa da parte, facendo anche i doppi turni.

Con quei soldi voleva scappare, non da sola ma con la sua famiglia, voleva allontanarsi da quell’uomo, quella zona, quella vita…E presto ci sarebbe riuscita.

-Sono a casa.-disse Ino, sbattendo la porta.

-Oh, finalmente. Pensavo non tornassi più. Dove sei stata?-chiese Temari, con fare indagatore.

-Ehm, da…da Kiba, voleva parlarmi. -mentì lei. Temari non sapeva nulla del cliente di quella mattina, era lei, di solito, ad organizzare gli incontri.

-Cosa vuole ancora? Non sarà ancora convinto di esserti amico?-rise la donna, contando delle banconote.

-Io e Kiba siamo amici.-fece la bionda con tono seccato.

-Non rispondermi con quel tono, ragazzina. Non hai nessun appuntamento prima delle due, puoi anche uscire se vuoi.-chiuse l’argomento Temari, mentre Ino saliva nella sua stanza.

-Ino, come sei bella stamattina.-disse Kankuro, guardandola da capo a piedi.

-Ciao, Kankuro. Non lavori oggi?-chiese la ragazza.

-Sì, sto appunto uscendo. Ma se vuoi ritardo di qualche minuto, non c’è fretta. -disse lui, provocatorio, avvicinandosi.

-Sparisci, Kan.-

-Stai attenta, potrei anche non chiedere niente, come fa mio fratello. -riprese lui, soffiandole sul collo.

-Lasciami!-

-Che diavolo ti prende, eh?-tuonò lui, continuando a stringerla.

-Kan!- tuonò Ino, graffiandogli il viso. Sapeva che era il suo modo di scherzare, ma per lei non era divertente.

-E dai Ino, lo fai sempre…-

-Kan, basta adesso. Orochimaru ti sta aspettando.-la voce di Gaara fermò la lotta.

-Arrivi sempre nei momenti peggiori. Ci vediamo, Ino. Gaara.-salutò Kankuro, lasciandoli soli.

Si guardarono per dei minuti, finché Ino fece per andarsene, ma il rosso la trattenne.

-Dove sei stata?-chiese, quasi in un sussurro, stringendole il polso.

-Da…da Kiba.-provò lei, ma quegli occhi acquamarina la stavano analizzando.

-Stai mentendo, ma non me lo vuoi dire. Stavolta faremo a modo tuo, Ino.-disse, lasciandola andare e scendendo le scale.

Quel ragazzo le incuteva sempre un certo timore.

Finalmente al sicuro nella sua stanza, Ino si gettò sul letto e iniziò a singhiozzare, odiando la sua vita.

Frugò sotto il suo materasso, cercando tutto ciò che aveva messo da parte.

Al diavolo tutto, al diavolo Gaara e la sua famiglia, al diavolo il voler farlo tornare come un tempo.

Sarebbe partita da sola, magari avrebbe chiesto anche a Kiba, un amico poteva sempre servire.

Felice della sua decisione, si alzò e cercò meglio, ma ebbe una brutta sensazione.

Alzò completamente il materasso, ma ne fu certa…Qualcuno aveva preso i soldi.

 

 

   
 
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