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Autore: Aulularia    04/05/2020    2 recensioni
Piccolo racconto su un imbarazzato momento tra Kyo e Tohru.
Ambientato dopo l'abbraccio sul terrazzo il giorno dell'anniversario della morte di Kyoko.
- Tohru era seduta sul grande letto che Shigure le aveva comprato, le ginocchia portate al petto le nascondevano il volto rigato dalle lacrime. Alzò rapidamente lo sguardo quando sentì la porta aprirsi e con sgomento vide Kyo avanzare rapidamente verso di lei. Le farfalle nello stomaco iniziarono a volare vorticosamente... -
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyo Soma, Toru Honda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tohru era seduta sulla riva del fiume da qualche ora, le gambe intirizzite strette al petto, lo sguardo fisso sull’orizzonte. Ormai il sole stava per sparire oltre il promontorio dietro di lei, le ombre tese al massimo verso l’acqua scura. Non era rimasto più nessuno sulla piccola spiaggia; da poco le giornate erano diventate più calde ma non appena il sole tramontava gli ultimi giorni d’inverno abbassavano ancora troppo la temperatura per poter stare fuori. Con un pizzico di indolenza Tohru pensò che era ora anche per lei di tornare a casa. Sì alzò, prese le buste della spesa con se e si incamminò verso casa Souma dove da ormai più un anno viveva insieme a Yuki, Shigure e Kyo.

Da quando Kyo pochi giorni prima l'aveva sorpresa abbracciandola attraverso le lenzuola stese, non sapeva bene come comportarsi con lui. Era ormai conscia dei sentimenti che provava per il ragazzo ma questo aveva provocato in lei una perenne agitazione quando se lo trovava di fronte. Eppure era fin troppo consapevole di come, nonostante la paura e nonostante facesse di tutto per evitarlo, in cuor suo sperava di incapparsi in lui ad ogni angolo. Cresceva in lei ogni giorno di più il desiderio di poterlo vedere, di potergli parlare, di poterlo toccare... A quel pensiero le guance di Tohru si accesero e le farfalle nel suo stomaco iniziarono a volare.

Arrivò a casa che era ormai ora di preparare la cena.
“Sono tornata! A breve preparerò la cena...”
Non ricevendo alcuna risposta Tohru si diresse in cucina. Sul bancone trovò un foglietto con un breve messaggio: “Sono alla tenuta dei Souma, tornerò tardi”. La calligrafia era quella inconfondibile di Shigure. Tohru lesse il messaggio ed iniziò ad imbastire la cena. 

Era a metà dell'opera quando sentì la porta d'ingresso sbattere. Il suo cuore fece una piccola capriola quando vide Kyo a petto nudo e sudato fare capolino nella stanza. Subito distolse lo sguardo, temendo che la sua faccia rossa tradisse i suoi sentimenti.
“Ah Tohru, ero ad allenarmi! Vado a cambiarmi e vengo a darti una mano!” disse il ragazzo quando la vide.
“Uh.. Kyo-kun, O-ok... Ma non ti devi disturbare, ti chiamo io quando è pronto!” rispose Tohru, visibilmente agitata.
Il giovane, che aveva notano, con non poco imbarazzo, lo sguardo di Tohru sul suo petto, non poté fare a meno di pensare a quanto fosse carina mentre cercava di guardare da un altra parte. Imbarazzato quanto lei sparì oltre la soglia: “Va bene, allora farò con calma...” disse, sapendo che in questi casi era meglio lasciarle il tempo di riprendersi.
Dopo alcuni istanti Tohru riuscì a ritrovare il controllo di se anche se purtroppo la calma durò poco. Come un fulmine a ciel sereno si ricordò che Yuki le aveva detto quella mattina che avrebbe cenato con i ragazzi del consiglio studentesco.
In casa ora erano solo lei e Kyo...
Come se n'erano andate, le farfalle nel suo stomaco tornarono e si rassegnò al fatto che non sarebbe riuscita a scacciarle per tutta la sera.

La cena fu particolarmente silenziosa. L'imbarazzo di Tohru e la consapevolezza di essere soli in casa aveva presto contagiato Kyo che ogni volta che la guardava di sottecchi non riusciva a non ritornare con la mente a quell'abbraccio in terrazza. La sensazione del corpo di lei così vicino al suo, separati solo dalla leggera stoffa delle lenzuola lo faceva ribollire.
Sapeva di dover dire qualcosa, di dover stemperare la tensione ma l'imbarazzo aveva fatto tabula rasa nella sua testa. Il desidero anche solo di sfiorarla lo stava facendo impazzire, oltre a farlo sentire un perfetto pervertito come Shigure. Fu facile così per lui, così estraneo a questi nuovi sentimenti, trasformare quel desidero in colpa e quella colpa in rabbia verso se stesso. Il suo volto si adombrò e nessuno dei pochi e timidi tentativi della ragazza di iniziare una conversazione andò a buon fine.

Finita la cena Kyo pensò che fosse meglio allontanarsi il prima possibile da quella situazione. Non poteva permettersi di illudersi ulteriormente su questa storia, prima se la faceva passare meglio sarebbe stato! Già quell'abbraccio era stato un errore... Un dolcissimo errore. Ma essere soli ora era troppo rischioso per lui.
“Grazie per il pasto” disse, “Ci penso io qui, tu vai tranquilla a riposare.”
Tohru fu scossa dalle parole di Kyo. Come se fosse stata svegliata da un sogno si rese conto che presto si sarebbero separati e che non avrebbe più avuto l'occasione di parlare a Kyo dei suoi sentimenti!
“No, Kyo-kun, non sono stanca! Posso aiutarti!”, disse, sperando di poter passare ancora un po' di tempo con il ragazzo.
“Ti ho detto che faccio io!” rispose Kyo, subito pentendosi del proprio tono che non voleva essere così brusco come invece fu.
Il cuore di Tohru fece un tonfo mentre, senza aver il coraggio di alzare lo sguardo su di lui, rispondeva: “Ah... Scusa, si... Allora io mi ritiro... Buonanotte Kyo-kun”.
Detto questo corse su per le scale e si chiuse in camera sua. Dei grossi lacrimoni iniziarono a scorrerle sulle guance. La serata non sarebbe potuta andare peggio di così e la paura che il ragazzo che amava potesse non ricambiarla le spezzò il cuore. L'abbraccio sulla terrazza non significava nulla, era stato solo il tentativo di un amico di consolarla.

Finito di sistemare la cucina Kyo si diresse verso camera sua, era meglio far finire il prima possibile quella giornata e mettersi a dormire!
Come faceva ormai spesso, quando passò di fronte alla porta chiusa della camera di Tohru si fermò a guardarla immaginando la ragazza dall'altra parte, seduta alla sua scrivania intenta a studiare, o magari già addormentata sotto le coperte.
“In fondo che male c'è a crogiolarmi ancora un po' in quest'amore?” pensò, “L'importante è che Tohru non soffra a causa mia. Non posso permettere che si innamori di me. Non potrei starle accanto e sarebbe solamente doloroso”.
Si sentiva male per come era finita la serata, per come si era comportato e per come, alla fine, le aveva ancora risposto male, come non faceva più da un po' di tempo e come invece faceva troppo quando ancora si conoscevano da poco.
Stava per proseguire oltre quando un breve singhiozzo giunse alle sue orecchie. Silenziosamente Kyo accostò l'orecchio conto la porta e potè sentire distintamente altri singhiozzi.
Il suo cuore si riempì di rimorso e si maledisse per averla ancora una volta fatta piangere. Tutte le sue decisioni sullo starle lontano il più possibile vennero spazzate via dal battito accelerato del suo cuore. Il sangue gli andò presto alla testa e senza neanche bussare entrò di slancio nella camera della ragazza.

Tohru era seduta sul grande letto che Shigure le aveva comprato, le ginocchia portate al petto le nascondevano il volto rigato dalle lacrime. Alzò rapidamente lo sguardo quando sentì la porta aprirsi e con sgomento vide Kyo avanzare rapidamente verso di lei. Le farfalle nello stomaco iniziarono a volare vorticosamente...

Quando Kyo vide il volto sconvolto di Tohru si lasciò semplicemente guidare dall'istinto. Rapidamente arrivò al letto e si sedette accanto alla ragazza senza mai distogliere lo sguardo da quei grandi occhi nocciola, vitrei per le lacrime, che lo fissavano, trafiggendogli il cuore. Con la manica della felpa iniziò delicatamente ad asciugarle le lacrime che non accennavano a fermarsi.
“Perdonami Tohru” sussurrò a fior di labbra.

La ragazza avrebbe voluto rispondergli subito che non aveva fatto nulla, che non doveva scusarsi con lei ma le parole non volevano uscirle di bocca. Aveva paura che se avesse parlato l'incantesimo si sarebbe spezzato, che Kyo se ne sarebbe andato. Invece lei voleva che restasse, voleva che la sua mano continuasse a sfiorarle il viso, che quegli occhi rimanessero nei suoi.
Ma non poteva sopportare quello sguardo, così profondamente turbato; così si obbligo a riscuotersi e, se proprio non trovava le parole, tentò di regalare a Kyo uno dei suoi sorrisi più dolci e riconoscenti.
Il sorriso che illuminò il volto di Tohru fu per Kyo un balsamo fresco. La gioia che ne scaturì fu tale che anche sul volto dello splendido ragazzo si dipinse uno dei sorrisi più belli che Tohru gli avesse mai visto fare.
Ed ora erano lì, a poca distanza l'uno dall'altra e sorridevano come due scemi, felici come non mai. Le lacrime di Tohru si erano fermate così Kyo riscossosi e conscio della situazione in cui si trovava, si obbligò ad allontanarsi da lei. Lasciò ricadere la mano dal suo viso e cominciò ad alzarsi mentre, rosso come un pomodoro si preparò ad augurarle la buona notte
“Beh, allora buonano...... Tohru attenta!!! Cos..?!”
Quando Tohru vide che Kyo si stava alzando le farfalle nella sua pancia le diedero la spinta e istintivamente si sollevò verso di lui afferrandolo per la felpa. Colto alla sprovvista il rosso perse l'equilibrio e ricadde sul letto, quasi travolgendo la ragazza e bloccandosi sui gomiti appena in tempo prima di finirle addosso e trasformarsi così irrimediabilmente in gatto.

Tohru si ritrovò sdraiata sul letto con Kyo sopra di lei; a separare i loro corpi uno spazio che mai era stato così esiguo. I loro volti erano talmente vicini che potevano sentire i loro respiri, fattisi sempre più pesanti, fondersi e confondersi.
Kyo sapeva che doveva alzarsi al più presto ma era come incantato da quella visione, da quella Tohru che solo lui in quel momento aveva il privilegio e la fortuna di poter ammirare. Vide le guance rosse e le sue labbra socchiuse che tremavano impercettibilmente, mosse dal respiro della giovane, o forse dal suo... erano così incredibilmente vicini! Ancora pochi centimetri e le loro labbra si sarebbero incontrate.
Chissà che sapore avevano le labbra di Tohru?
Il corpo di lei, che tanto lo aveva ossessionato dopo l'abbraccio in terrazza, era sotto di lui. La maglietta del pigiama, leggermente sbottonata, rivelava alla fine del lungo e sottile collo le piccole clavicole che si abbassavano e sollevavano velocemente a ritmo dei respiri; poteva sentire ogni parte del suo corto che fosse a contatto con quello di Tohru, dalla punta delle sue dita che sfioravano il fianco di lei al suo ginocchio in mezzo alle sue cosce... Questo era troppo per lui!
La amava e la desiderava alla follia ed ora era lì, così alla portata! Senza che nemmeno se ne rendesse conto le sue dita si fecero strada tra la stoffa del pigiama sollevandole leggermente la maglietta e posandosi sulla sua pancia morbida e calda.

Tohru era immobile per paura di spezzare qualcosa che stava succedendo e che nemmeno lei sapeva bene cosa fosse. Sapeva solo che la vicinanza del ragazzo che amava le provocava una sensazione intensa ma stranamente bella, una sensazione che mai aveva provato prima. Si ritrovò a desiderare che le loro labbra si incontrassero... quell'attesa infinita la stava mandando pazza ma non riusciva a trovare il coraggio per estinguere la poca distanza tra loro.
Quando sentì la mano di Kyo sfiorarle la pancia brividi intensi invasero il suo corpo e un calore iniziò a propagarsi dal punto in cui la stava toccando.
I suoi occhi si dilatarono e si fecero vitrei per un desiderio che non aveva mai provato prima e che, senza che potesse controllarsi, le fece emettere un piccolo suono dalle labbra semi aperte “Ah...”.

La magia si spezzò, Kyo si rese conto di cosa stava facendo. Gli occhi di lei che così chiaramente mostravano, anche a uno come lui che di queste cose non capiva (o faceva finta di non capire?) nulla, quanto lo amasse e quando lo desiderasse lo riportarono con i piedi per terra.
Lui non poteva renderla felice; era il gatto e non poteva più illudersi che quell'amore fosse possibile. Tohru avrebbe sofferto troppo. Forse ormai era tardi ma non poteva superare quella soglia. Baciarla ora avrebbe significato farla soffrire troppo dopo...
Con un sospiro chiuse gli occhi e si alzò dal letto. Con la coda dell'occhio vide ancora per un istante la sua bellissima Tohru sdraiata, con i capelli in disordine sul cuscino, la maglietta alzata a rivelare la pancia bianca e il suo viso rosso e stupito.
“Questa immagine mi tormenterà per un bel po'!” si disse.
Questo pensiero lo fece sorridere mentre con più dolcezza di quanto pensasse di esserne capace augurò la buonanotte al suo bellissimo fiore ed uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.

Una cosa era certa, nessuno dei due avrebbe chiuso occhio per tutta la notte.

  
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