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Autore: Biblioteca    05/05/2020    2 recensioni
In un diario, un'anonima protagonista racconta una brutta esperienza.
Perseguitata da incubi e in particolare da un mostro (che appare anche fuori di essi), convinta di non poter trovare conforto nè in famiglia nè con la terapia condotta dal dottor Callisto, si butta tra le braccia di ASIM, un guru del web che ha le sue stesse visioni e che dipinge ossessivamente immagini di quello e altri mostri.
Ma quando il lavoro di "purificazione" inizia, la protagonista capisce che qualcosa non va e inizia a sospettare che forse il mostro e il guru non sono nemici ma alleati.
Nasce così una nuova teoria della cospirazione che sconvolgerà definitivamente il precario equilibrio della ragazza.
(Storia in via di pubblicazione su Wattpad: https://www.wattpad.com/908112403-mostro-7-dicembre-2019)
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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05 maggio 2020
Ieri è stato il tana libera tutti. Anche se si diceva che non doveva essere così, è andata proprio così.
Sono uscita anch’io. Non avevo nulla da comprare, nessun lavoro da fare né congiunti da vedere. Ma alla fine sono uscita.
Ho passeggiato e ho visto la gente che per la prima volta finalmente si salutava con un sorriso e non in modo rancoroso o borbottone.
Io però non avevo nessuno che mi salutava o nessuno da salutare. Ora che Billy è rinchiuso in galera ho perso anche l’unico amico che avevo.
Cosa è cambiato della mia vita in tutti questi anni? Cosa o realizzato? Cosa ho concluso? Nulla. Assolutamente nulla. Credo di non essere la sola a pensarla così ormai, molti si sono trovati di fronte a questo fantasma durante questa chiusura.
Ma io credo di non essere destinata a migliorare. Mentre camminavo mi sentivo vuota. Il Mostro, dopo la scoperta di cosa era successo a Billy, è sparito. Forse perché sono talmente a terra che ho esaurito le mie energie. Un osso vuoto senza midollo o carne residua. Ormai nessuna creatura, entità, egregora o quello che cazzo gira lassù si avvicinerebbe a me. Persino ASIM mi ignora. Non so cosa abbia visto esattamente dall’altra parte dello schermo, ma mi ha detto che si capiva che ero in “uno stato di atroce sofferenza”. Ha detto proprio così. Ma non ha risposto alle mie richieste di un nuovo appuntamento nè mandato un messaggio per chiedermi come stavo. In compenso lo ha fatto Alice, non le ho risposto, le avevo parlato io di Billy, forse ha capito che era lui quello di cui hanno parlato ai giornali e telegiornali. Almeno credo ne abbiano parlato. Io non ho avuto la forza di seguire o fare nulla a malapena ho mangiato. Ieri ho avuto la forza di uscire. Ma ho solo provato, per la prima volta nella mia vita, la sensazione di non provare nulla. Come se un dolore profondo avesse appena bruciato tutto il mio sistema nervoso ed emotivo riducendomi al nulla. Ho girato per tutto il quartiere. Speravo che la polizia mi arrestasse, non avevo l’autocertificazione con me. Ma niente, non c’è stato verso. Ero sola e sentivo di non fare più parte della realtà. Di essere un pezzo di nulla che vagava nella materia senza riuscire a capirci più niente.
Alla fine sono tornata a casa, sono salita fino in cima al palazzo e sono uscita nel terrazzo. Ho osservato la città che si stendeva oltre la grata e in lontananza le montagne. Ho stretto il metallo e ho messo un piede pronta a scavalcarlo.
Mi sentivo così vuota che ero convinta che nel vuoto mi sarei dissolta o che avrei addirittura volato.
In quel momento guardando in basso, con un piede poggiato ancora a terra e uno già oltre la grata, ho visto il Mostro.
Era appeso con una mano a un tubo sottostante e guardava verso di me con gli occhi più spalancati del solito. Non so perché, credo in quel momento gli coprissero mezza faccia e gran parte della fronte, forse ho visto male, comunque mi sono terrorizzata e ho subito tirato indietro la gamba. La possibilità di cadere tra le braccia di quella cosa o che lei in qualche modo si aggrappasse a me mi ha angosciato tantissimo e siccome uscivo da quasi quattro giorni di completa anestesia emotiva, il sentimento mi ha scosso il corpo al punto da provocarmi il vomito.
Poi è arrivata mia madre. Mi ha detto di avermi visto dalla finestra mentre entravo nel palazzo e che non vedendomi tornare aveva deciso di venire a vedere che stava succedendo.
“Sai ho cercato di buttarmi ma poi ho vomitato” le ho detto e non so nemmeno perché.
Lei credo fosse sul punto di avere un altro malore, giuro non ho mai visto mia madre cambiare espressione così velocemente. Si è avvicinata e mi ha detto che era meglio tornare a casa. Non ha detto nulla sull’accaduto, mi ha lasciato andare in camera mia e stendermi a dormire, cosa che ho fatto (alzandomi giusto per il bagno e qualche pasto). Avrei quasi voluto mi sgridasse, ma non è quel tipo di persona capace di esprimere bene i suoi sentimenti.
Comunque mi chiedo se non sia stato proprio il Mostro ad avvertirla.
 
È mattina, ieri ho tentato di ammazzarmi tirandomi indietro solo per paura (e non della morte). Ho scritto il pezzo all’alba, poi sono tornata a dormire, quando mi sono svegliata ho sentito qualcosa. Non so cosa sia, ma di sicuro non è più il vuoto che avevo sentito fino a prima. Ammesso che il vuoto e il nulla siano delle sensazioni. A pensarci bene, credo che nemmeno questo diario può catturare davvero quello che ho provato in questi giorni. Una cosa è sicura però: il lavoro che sto facendo per cercare di progredire, come persona e come benessere, non mi sta facendo per niente bene. Da quando ho iniziato la situazione è nettamente peggiorata. A livello emotivo e a livello di visione del Mostro. Se chiedersi il perché accadano certe cose ci porta a costruire narrazioni di ogni genere e a trovare capri espiatori negli altri, cosa che io ho sempre fatto anche prima di tutto questo in realtà, allora forse è meglio non porsi un certo tipo di domande. Penso al mio Mostro, ma anche a tante altre figure che hanno fatto parte della mia vita. Non voglio dire che non credo al sovrannaturale, ma ho notato come spesso le persone si ritaglino il sovrannaturale a loro immagine e somiglianza. Molto spesso lo fa anche la scienza che inevitabilmente si adatta a ciò che studia e alle tecnologie che ha a disposizione per studiare, quindi figuriamoci quanto possa essere semplice farlo nel momento che si parla di cose astratte. Da quando parlo con ASIM l’unica cosa che sento è un accusa continua verso gli altri: il sistema, i parassiti, i guru e compagnia bella, tutti sbagliati. Ma al tempo stesso anche una tremenda richiesta di responsabilizzazione per me, come se la mia vita fosse solo mia e dunque nelle mie mani. Come se non esistessero i miei genitori né nessun altro, nemmeno Billy. Come se non ci fosse un rapporto di interreciprocità in questo mondo umano come c’è in natura, cosa che purtroppo stiamo scoprendo non è così: ognuno di noi è responsabile di se stesso e degli altri in tutti i modi e in tutti i sensi.
E ragionando su tutto questo, non viene fuori nulla che possa aiutarmi a sfuggire da questo Mostro, che forse non è nemmeno realmente un egregora, visto pure che sembra poter ampiamente agire nel mondo materiale e cambiare aspetto. Non so cosa cazzo sia ma sinceramente io tutto quello che volevo sapere era come sbarazzarmene e invece sento che passo passo sto andando verso orizzonti e riflessioni che non mi appartengono, o che comunque vorrei pormi da sola e in modo diverso.
Ora incontrare ASIM diventa un’ansia continua anche perché succede sempre qualcosa che ci impedisce di vederci correttamente e quando capita sembrano solo chiacchierate fuori tema. Si parla di avere una visione del tutto, ma alla fine andiamo sempre a parlare solo della negatività che ci circonda. Al punto che ieri tutte quelle persone che si salutavano calorosamente mi sembravano false. Quando invece credo non lo fossero. La gente non si vuole sempre male e io non sono la sola che ha sofferto in questo periodo. Né prima.
Se non dobbiamo avere paura dell’altro, non dobbiamo stare sempre a parlare male della “gente” in generale. E questo invece è stato il pane quotidiano delle mie conversazioni con ASIM. Se con Callisto ero costretta a vedere solo il lato positivo, con ASIM mi sono trovata a vedere solo quello negativo. Che però avevo già ampiamente riconosciuto da sola. Forse approfondirlo non è stato un bene.
Alla fine ciascuno di noi darà una sua versione di questo periodo. Forse cambierà tutto o forse nulla. Ma di sicuro io devo assolutamente cambiare qualcosa. Devo smettere di stare male senza motivo, altrimenti non saprò dare la giusta energia quando ci saranno motivi di allarme. Per esempio con mia madre. Avrei dovuto aiutarla, magari anche litigarci. Invece alla fine siamo rimaste così. Lontane. Anche se è venuta in camera mia più volte, lo so perché l’ho beccata svegliandomi per il bagno o per mangiare. Ed è anche rimasta nella notte, perché ho visto il cuscino sulla poltrona. Quindi ha sofferto molto per me. Per colpa mia. Come io ho sempre dato la colpa a lei di tante delle mie sofferenze. Se invece di stare a meditare (che poi forse non meditavo neanche, stavo solo lì seduta a sentire musica e uno che parlava) o ad aspettare incontri su Skype che poi venivano cambiati avessi dedicato tempo a interrogarmi davvero su di me, su ciò che mi circonda e sul Mostro, e magari anche a dare una mano maggiore in casa, forse non mi sarebbe venuta voglia di ammazzarmi.
Invece a furia di ragionare su tutta l’esistenza, ho finito per non vederla più, per trasformarmi in nulla.
E in tutto questo, non ho trovato risposta alla domanda originale. Chi è il Mostro? Perché mi segue? Perché ce l’ha con me?
Niente. L’unica cosa che volevo sapere è proprio quella che mi viene negata.
L’unico che mi ha risposto è stato il Mostro stesso, con un gesto, indicandomi. E pensandoci, lo vedo solo io (che ASIM mi abbia mentito quel giorno in chat?), compare quando sto male o quando sta per succedere qualcosa di brutto che mi riguarda da vicino. Più è passato il tempo e io sono stata male, più lui si è composto. E quando gli ho chiesto chi fosse, mi ha indicato. Forse, come avevo già pensato, il vero mostro qua sono io.
 
Non so cosa ne sarà del mio futuro, ma so che non voglio più stare così. Devo affrontare questa cosa.
  
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