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Autore: Come What Klaine    05/05/2020    3 recensioni
Artù e Merlino sono coinquilini.Un giorno qualcosa cambia per entrambi,ma qualcosa li trattiene.Entrambi hanno in testa un'altra persona,conosciuta in un gioco di ruolo,di cui non sanno il nome e che non hanno mai visto. Artù pensa al suo Stregone,Merlino pensa al suo Re.
***
TheKing:
Forse non te lo dico abbastanza spesso, ma grazie per esserci. Sei diventato una presenza costante nella mia vita e non hai idea di quanto sia importante per me. Quanto tu sei importante. So che può sembrare assurdo dal momento che ci parliamo da poco più di quattro mesi, non ci siamo mai visti, non so la forma del tuo viso, il colore dei tuoi capelli o dei tuoi occhi, non so se quando sorridi spuntano le fossette sulle tue guance, non so com’è stare fra le tue braccia, non so neanche come sono le tue braccia. Santo cielo non so neanche il tuo nome...Ma c’è una cosa che so. So che ci sei, so che mi posso fidare di te, e ogni volta che vedo un tuo messaggio, ogni volta che parlo con te, dimentico tutto ciò che mi ha infastidito durante la giornata (continua...)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Salveeee! :D
 
E' passata una vita, lo so. Tempo fa ho iniziato a modificare qualcosa di questa fanfiction e negli ultimi giorni l'ho continuata, ma andando avanti, mi sono resa conto che da questo capitolo in poi ci sono modifiche un po' più "drastiche" e che non potevo inserirle nel capitolo già presente (come ho fatto nel capitolo 2 e 3, in cui ci sono solo piccole modifiche che non vanno a cambiare di molto le cose scritte precedentemente), quindi a malincuore ho cancellato gli ultimi tre capitoli e li ripubblicherò modificati.  Non volevo perdere le vostre bellissime recensioni, così ho fatto gli stamp e le ho salvate tutte ❤
 
Non so se ci sia ancora qualcuno a seguire questa storia o magari qualche nuovo lettore a cui potrebbe interessare, ma è la mia prima Merthur e ci tengo troppo a finirla. Anche se nel corso della scrittura mi sono incasinata da sola xD
Sono stata indecisa fino all'ultimo, ma non voglio lasciarla incompleta. Quindi, tornerò a postare ❤
Anche se ho più ansia adesso rispetto alla prima volta xD 
 
Detto questo, vi lascio al nuovo capitolo! Mi sono resa conto che era un po' troppo lungo, così l'ho diviso.
 



 
CAPITOLO IV


 
 
 
Artù non sapeva spiegare come mai il suo cervello non si fosse fermato a riflettere due, tre, dieci volte prima di rispondere a Merlino. Non che si fosse pentito di avergli detto , ma in nessuna vita, in nessuna realtà parallela esisteva che lui dicesse sì con quell'enfasi. Avrebbe dovuto pensarci un po' su, farneticando qualcosa per poi uscirsene con un sì disinteressato, ma la sua bocca si era animata di vita proprio.
E Merlino aveva sorriso in un modo che gli fece contorcere qualcosa alla base dello stomaco. E neanche questo poteva esistere in nessun universo parallelo. Era assurdo. 
Artù si chiese come avesse fatto a non notare mai il modo in cui le sue palpebre si socchiudevano o come si formavano delle pieghe agli angoli degli occhi e della bocca.
Qualcosa in fondo alla sua mente gli fece ricordare che Merlino sorrideva  in quel modo ogni qualvolta che lo prendeva in giro, quindi Artù era impegnato a pianificare il suo omicidio,e non poteva concentrarsi su quegli stupidi, insignificanti dettagli. Era questione di priorità.
 
Artù prese un respiro profondo e si impose di smetterla di fare quei pensieri. Erano inutili e insensati. E di sicuro erano dovuti allo stress emotivo di ciò che era accaduto. Niente di più. 
Nonostante ciò, non riuscì a spiegare perché ci fosse quell'aria carica di imbarazzo fra di loro, mentre camminavano lungo il marciapiede, tenendosi a debita distanza. Il ristorante era proprio in fondo alla strada, ci volevano circa una decina di minuti per raggiungerlo a piedi, quindi non valeva la pena prendere qualche mezzo. 
 
"Come stanno Gwen e Lancillotto?" chiese Artù. Se per alleggerire la tensione o per puro interessamento, nessuno dei due lo capì. Forse era per entrambe le cose.
"Stanno bene. Lancillotto va in giro credendosi Harry Potter. Non è servito a nulla dirgli che dovrebbe avere la cicatrice sulla fronte e non sulla tempia" rispose Merlino, sbuffando divertito. Artù fece una piccola risata.
"E' sempre bene vedere il lato positivo delle cose"
 
Dopo ciò nessuno dei due disse niente. Artù vide con la coda dell'occhio Merlino che sembrava sul punto di dirgli qualcosa, ma poi richiudeva la bocca.
 
"E' sempre stato così il rapporto con tuo padre?" chiese infine Merlino, e Artù sospirò. 
"Sì e no. Non è mai stato quel tipo di padre che ogni domenica ti porta al parco o alle giostre. Cioè ogni tanto lo faceva, ma erano rare volte. Sono sempre stato più legato a mia madre, lei era incredibile. Chiunque l'abbia conosciuta non ha che le migliori parole da esprimere su di lei. 
Comunque ho sempre stimato mio padre. Per me è sempre stato un esempio da seguire, nonostante tutto. Aveva una carriera brillante, aveva portato grandi successi all'azienda, aveva una famiglia bellissima, e io lo ammiravo così tanto. Quando seppi che aveva avuto una figlia con un'altra donna avevo 10 anni. All'inizio mi sentii tradito e anche arrabbiato, ma poi Morgana è entrata a far parte della nostra famiglia e io gli ero grato per averla portata nelle nostre vite. Avevo sempre voluto una sorella" raccontò, guardando dritto verso la strada illuminata. 
 
"Quando sono cambiate le cose?" domandò Merlino, e Artù si voltò a guardarlo in modo ovvio.
"Quando hai fatto coming out" disse e Artù fece un piccolo cenno.
"Diciamo che affrontare la morte di mia madre, la mia omosessualità e la ribellione di Morgana contemporaneamente lo ha reso freddo. Quasi non lo riconoscevo. Ma credevo fosse normale, sai... era tanto da affrontare, e in più era a capo dell'azienda e il suo lavoro era triplicato. Dopo un po' le cose sono migliorate, ma il rapporto è rimasto comunque distaccato." concluse, stringendosi nelle spalle con un sospiro rassegnato.
 
"Mi dispiace" gli disse Merlino, poggiando una mano sulla sua spalla e dandogli una pacca.
Artù si limitò a rivolgergli un piccolo sorriso. Nessuno dei due aggiunse nulla, in quanto arrivarono di fronte al ristorante. Entrarono e subito vennero accolti da una pimpante receptionist.
 
"Signori, benvenuti al Light Garden" disse allegra. 
"Il solito?" chiese, dal momento che spesso Artù e Merlino ordinavano lì il cibo. E questo succedeva dato che Artù riusciva a cucinare qualcosa di decente tre-quattro volte su sette. 
 
"Uhm no, vorremmo un tavolo" rispose Artù, e il viso della ragazza si illuminò. 
"Oddio, finalmente vi siete decisi ad avere un appuntamento! E proprio nel nostro locale. Vi faccio preparare un tavolo all'esterno." disse euforica, alzandosi dalla sua postazione. 
 
"Non è un appuntamento" borbottarono contemporaneamente e lei, se possibile, sorrise ancora di più, guardandoli in modo scettico.
"Seguitemi" disse solamente, portandoli verso l'esterno. Era proprio da lì che il locale prendeva il nome di Light Garden. 
Si trattava di un giardino dalle modeste dimensioni, con  una ventina di tavoli o poco più, sistemati sotto un tendone trasparente per tenerlo riparato da eventuali piogge o dall'umidità della sera, ma da cui era possibile osservare il cielo. Intorno ai cespugli e ai rami degli alberi erano sistemati dei fili di luce bianca, mentre sulle sbarre che tenevano in piedi il gazebo, erano disposti fili di luce che alternavano vari colori, rendendo l'atmosfera intima e romantica.
"Eira, non sarebbe possibile avere un tavolo qui dentro?" le chiese Artù, ma lei scosse la testa, fingendosi dispiaciuta. 
"No, sono tutti già prenotati" 
 
"Se la cosa ti mette a disagio, possiamo ordinare e andare a casa" disse Merlino ad Artù, guardando con un cipiglio la luce soffusa sui toni del verde acqua. 
"No, non è un problema. E per te?"
"Nessun problema"
 
Eira chiamò uno dei camerieri, facendogli sistemare un tavolo per due. Una volta che fu pronto Artù e Merlino si sedettero uno di fronte all'altro, con le gambe che si toccavano sotto il tavolo. 
Sarebbe stata una lunga serata. Solo che non immaginavano quanto. 
 
***

Se qualcuno avesse detto ad Artù che si sarebbe trovato nello stesso tavolo con Merlino, Galvano e Percival in quella che sembrava un'uscita a quattro, lui sarebbe scoppiato a ridere, fino a farsi venire le lacrime. 
Eppure era successo. Si trovava davvero al fianco di Merlino, e con Galvano e Percival di fronte a lui mentre si scambiavano effusioni.
Era successo per caso, ovviamente. Mentre Artù e Merlino aspettavano di ordinare, si erano presentati Galvano e Percival, raccontando che erano andati a casa loro, non li avevano trovati e, quando li avevano intravisti lungo il marciapiede, li avevano seguiti. E poi si erano uniti a loro, trascinando da soli un tavolo e attaccandolo a quello loro. 
Come se non fosse abbastanza imbarazzante così, Merlino e Artù erano così vicini che nel modo di mangiare, le loro braccia si scontravano continuamente, tanto che dopo la terza volta avevano smesso di scusarsi. 

"Allora, hai ricevuto la visita del paparino?" chiese Galvano, stendendo le labbra in un ghigno divertito. Artù sospirò e gli lanciò un'occhiataccia. 
"Sì, vuole che venerdì io non faccia scenate. Dovrò stare 'tranquillo'" rispose, sbuffando una risata senza allegria.
"Ti terremo d'occhio noi, promesso" gli disse Galvano, incrociando le dita a mo' di scout. 
"Già, dimenticavo che ci sarai anche tu" replicò Artù, aggrottando la fronte.
"Il bello di avere un ragazzo che lavora in azienda" ammiccò, facendo un occhiolino a Percival, che scosse la testa rassegnato, ma che gli sorrise comunque. 
"Sono spacciato" commentò Artù, sorridendo sarcasticamente. 
"Oh andiamo, non potrà mai essere così male, no?" si intromise Merlino, ricevendo un'occhiataccia da parte del suo coinquilino e una soddisfatta da parte di Galvano.
"Tu neanche te lo immagini" rispose Artù, mandando giù il vino rimasto nel suo bicchiere. 
"Potrebbe venire anche Merlino" propose Percival con tutta tranquillità, lasciando sbigottiti i due interessati. 
"Sì, non è male come idea. Saremo tutti insieme" concordò Galvano, scambiandosi un'occhiata complice col suo ragazzo.

Artù ci pensò  qualche istante e poi si voltò verso Merlino, con fare quasi esitante. "Tu ci vorresti venire?"
Merlino aprì e richiuse la bocca, non sapendo cosa rispondere. "Non lo so, se la cosa non ti crea problemi, allora va bene" 
"Non devi venire se non vuoi o se la cosa ti mette a disagio. Probabilmente sarà noiosa, però ecco..se vuoi, puoi venire" borbottò Artù e Merlino non capì se il suo coinquilino voleva davvero che ci andasse o se glielo avesse chiesto solo per quello che avevano detto Percival e Galvano. 
"Tu vuoi che venga?" gli chiese, guardandolo con i suoi grandi occhi blu che, sotto quelle luci azzurre, sembravano spiccare ancora di più.
"Sì" rispose di getto Artù, per poi riscuotersi. "Voglio dire, per me non è un problema"
Merlino si ritrovò ad annuire in modo impercettibile. "Va bene, verrò"
 
"Ragazzi, non vorrei interrompere, ma Eira mi sta lanciando delle occhiate così assassine che mi sorprende di non essere ancora fulminato" disse Galvano, facendo un minuscolo cenno con la testa verso la ragazza.
"Ma non è stata lei a lasciarti?" chiese Merlino, che sapeva la storia solo in linee generali.
"Bé, non proprio. Lei mi ha tradito e io l'ho lasciata." rispose Galvano, bevendo un gran sorso di vino.
"Stronza psicopatica, ha anche il coraggio di guardarmi in quel modo come se fossi stato io il cattivo della situazione." aggiunse, guardandola un'ultima volta con la coda dell'occhio.
"Forse è perché ti ha visto amoreggiare con Perci?" domandò Artù, saracasticamente. 
"Sapeva della mia bisessualità ancor prima che ci mettessimo insieme. Non dovrebbe sorprenderla la cosa" gli fece notare infastidito. 
"Forse potremo farla esaurire ancora di più" suggerì Percival, passando un braccio intorno alla sua vita. Galvano lo guardò e ghignò, capendo le sue intenzioni. Sfortunatamente anche Artù e Merlino lo capirono e si nascosero dietro i menù, mentre Galvano e Percival si scambiavano un bacio che di casto aveva ben poco, attirando quasi tutti gli sguardi dei presenti. 
Interruppero il bacio con uno schiocco che sembrò rimbombare all'interno del gazebo  e si sorrisero. 
"La stronza deve ringraziare che non mi va di fare scenate. Altrimenti non ci saremmo limitati a questo" sibilò, facendo un occhiolino al suo ragazzo.
Merlino e Artù abbassarono i menù e si guardarono velocemente, sospirando. 

***
 
TheKing:
 
Ehi! Scusa se non mi sono fatto più sentire, ma sono stato con degli amici
 
The_Sorcerer:
 
Figurati, neanche io mi sono fatto sentire. Scusa :(
 
 
Giornata pesante?
 
TheKing:
 
Non immagini neanche quanto... sono distrutto 
 
The_Sorcerer:
 
Posso aiutarti in qualche modo? u.u
 
TheKing:
 
Ho bisogno di un abbraccio
 
The_Sorcerer:
 
*abbraccia* 
 
TheKing:
 
Grazie u.u ❤
 
TheKing:
 
ps: mi sei mancato oggi.
 
The_Sorcerer:
 
Mi sei mancato anche tu. 
 
TheKing:
 
Un po' mi mancano anche le nostre conversazioni senza senso...
 
The_Sorcerer:
 
Anche a me. Sono un po' di giorni che ci sentiamo di meno rispetto a prima, ma credo sia un periodo impegnativo per entrambi. Ma questo non cambia niente. 
E sai che ci sono sempre. Non è una frase fatta o detta tanto per dire, ma per qualunque cosa, sono qui.
 
TheKing:
 
Lo so, grazie. Sai che lo stesso vale per te. 
 
Adesso scusami, vorrei davvero stare a parlare con te, ma è stata una giornata stressante e sto morendo di sonno
 
The_Sorcerer:
 
Va bene, buona notte :)
 
TheKing:
 
Buona notte a te :3 
***
 
Artù si girò e rigirò nel letto, cambiando di continuo posizione. Sbuffò e allungò un braccio verso il comodino per prendere il cellulare.
 
TheKing:
 
Ehi, so che è tardi, ma mi chiedevo se per caso fossi sveglio..
 
The_Sorcerer:
 
Sì, non riesco a dormire. Ho finito di studiare quasi un'ora fa, ma non riesco a prendere sonno :( 
 
TheKing:
 
Come mai? Qualche pensiero ti tiene sveglio?
 
The_Sorcerer:
 
No, niente in particolare. E' solo un periodo un po' così..
 
TheKing:
 
Ti capisco. Se vuoi parlarne, sono qui ❤
 
The_Sorcerer:
 
Lo so. ❤
Ma davvero, non c'è molto da dire. Sto così e non so neanche perché.
Tu piuttosto perché non riesci a dormire? Se c'è qualcosa ti turba, sono qui per ascoltarti
 
TheKing:
 
Mi dispiace, vorrei poterti aiutare a stare meglio. Se c'è qualcosa che posso fare, qualunque cosa, basta solo che tu me lo dica. Puoi contare su di me, sempre. 
 
The_Sorcerer:
 
Sei davvero fantastico, lo sai vero? Mi basta sapere che tu ci sei per stare meglio. 
 
E non hai risposto alla mia domanda.
 
TheKing:
 
E' solo un periodo un po' così anche per me.
Vorrei tanto vederti. Sono sicuro che riusciresti a farmi dimenticare tutto ciò che mi tormenta 
 
The_Sorcerer:
 
...ci risiamo. 
 
TheKing:
 
Perché  sembra che la cosa ti infastidisca? 
 
The_Sorcerer:
 
Non è che mi infastidisce, è solo che mi sento a disagio perché ogni volta non so che dire
 
TheKing:
 
Dì di sì. Dì che vuoi vedermi e fallo. 
 
The_Sorcerer:
 
Io voglio vederti, tantissimo, lo sai..
 
TheKing:
 
Bé, forse non così tanto, altrimenti faresti qualcosa a riguardo. Sono sempre io a chiederti di vederci, sono sempre io che faccio un passo verso di te, ma tu ne fai due indietro. 
 
The_Sorcerer:
 
Io ho solo bisogno di tempo
 
TheKing:
 
Sono cinque mesi che dici così. Quanto tempo ti serve ancora? 
 
The_Sorcerer:
 
Sai una cosa? Non ti ho mai chiesto di restare e aspettarmi. Puoi lasciarmi stare in ogni momento, visto che sembra che la cosa ti stia stancando così tanto
 
TheKing:
 
Seriamente, cosa ti blocca? Sono qui, e ti sto aspettando. Questo non è sufficiente per farti vincere le tue paure?
 
The_Sorcerer:
 
Tu proprio non capisci o non vuoi capire. Sono terrorizzato all'idea di perderti
 
TheKing:
 
Perché pensi che mi perderai? Pensi davvero che io sia così superficiale da dare peso solo all'aspetto fisico? Pensi davvero che nell'attimo in cui ci vedremo, tutto ciò che ci siamo detti in questi mesi perderà qualunque significato? Pensi davvero che io possa rinunciare a te? 
 
The_Sorcerer:
 
Non so cosa pensare..
 
TheKing:
 
Wow, solo wow, davvero. E' bellissimo sapere che la persona che ha la tua più totale fiducia, abbia una pessima opinione di te. 
 
The_Sorcerer:
 
Non è così. Giuro che non è così. 
 
TheKing:
 
Come vuoi. Buona notte. 
 
The_Sorcerer:
 
Aspetta, non andare
 
Ehi?
 
Scusa, ti prego. 
 
Possiamo chiarire, per favore?
 
Leggi i messaggi e neanche rispondi. Davvero molto maturo. 
 
Va bene, ho capito che non vuoi parlarne. Notte.
 
 
Merlino gettò con poca grazia il cellulare sul letto, fissandolo insistentemente, quasi sperando che con la forza del pensiero potesse segnalare l'arrivo di un messaggio, inconsapevole del fatto che a pochi passi da lui, Artù aveva spento il cellulare per evitare di rispondergli.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Nel prossimo capitolo:
 
"Hai mai la sensazione di non essere abbastanza? Non importa quanto duramente ci provi, non importa quanto impegno tu ci metta, niente sarà mai abbastanza" gli disse, con lo sguardo perso nel vuoto.
"E non intendo solo con mio padre. E' in generale. Ho la sensazione che nessuno si renda veramente conto di quello che provo e di quello che faccio, o semplicemente non gliene importa" continuò, stringendosi nelle spalle.
Merlino cercò le parole giuste da dire, qualche rassicurazione, senza sapere che parte di quel discorso era implicitamente riferito anche a lui, nei panni dello Stregone.
  
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