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Autore: Shora    05/05/2020    2 recensioni
Può l'amore esistere tra persone separate da secoli di differenza? E se ciò accadesse che ripercussioni avrebbe sugli anni a venire? Il destino ha deciso di unire tre ragazzi. Amore, morte, misteri... Cosa nasconde Parigi che tutti ignorano? Che segreti custodiscono le persone che ognuno di loro pensava di conoscere?
Ecco a voi il primo capitolo di quella che spero cresca e diventi una trilogia. Buona lettura e spero vi piaccia XD!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dieci:
Nello studio di villa Agrèste mi sembrò di essere tornata indietro nel tempo, quando mi ero trovata scaraventata in questa storia assurda. Mi trovavo sempre in piedi a fianco a mia madre, mentre Adrien e Chloè si erano accomodati sulle poltrone dove li avevo visti la prima volta. Le uniche cose che cambiavano erano la presenza di mio padre e la presenza di molte meno persone rispetto alla prima volta. Oh e anche la faccia sconvolta di Chloè. Poveretta, sembrava aver appena visto un fantasma! Mi chiesi cosa avesse subito nel 1682 per avere quell’aspetto. Gli occhi di tutti erano fissi su di me, inquisitori e mi sentivo davvero imbarazzata.
«Allora cosa ti è successo nel passato?» incalzò M. Agrèste. Mi toccai leggermente la guancia. La ferita era stata chiusa con una serie di piccoli cerotti a striscioline. Feci una piccola smorfia per il bruciore che provai.
«Ci hanno teso un agguato.» ovviamente questo lo sapevano già, ma volevo comunque rimanere sul vago. Avevo ancora le parole di Tikki nelle orecchie.
«Intendo dopo, quando ti sei separata da Adrien e Chloè» continuò l’uomo. Presi un bel respiro. Ora arrivava la parte difficile, dovevo filtrare le informazioni o raccontare ogni minimo particolare? Mi morsi il labbro, tirando un po’ il taglio.
«Beh, essendo disarmata mi sono un po’ da sciocca.» ammisi, cercando di guadagnare tempo.
«Ma avevo visto Tikki e quello era il nostro principale obbiettivo e così ho pensato di inseguirla.»
«Sei stata un’incosciente!» si intromise Chloè. Aveva di nuovo le lacrime agli occhi. Si alzò stingendo i lembi del vestito azzurro che indossava per il viaggio nel tempo.
«Non sai quanto mi sono preoccupata quando quel tizio mi ha rotto la guardia e ha cominciato ad inseguirti!» Chloè era preoccupata per me? Oddio doveva essere stata davvero una pessima idea allora. M. Agrèste alzò una mano per bloccare il seguito dei rimproveri della ragazza. Poi puntò i suoi occhi azzurri su di me. Deglutii a vuoto. Sentii mia madre mettermi una mano sulla spalla e sollevando lo sguardo mi rivolse un sorriso un po’ tirato.
«Prosegui pure.» mi disse l’uomo. Presi un bel respiro.
«Una volta terminato l’inseguimento mi sono ritrovata davanti ad un vicolo cieco. L’uomo che mi seguiva mi ha attaccato.» Ebbi un flash di come mi gettavo di lato, mentre quel tipo cercava di uccidermi.
«È spettacolare come tu sia riuscita a sfuggirgli, dopotutto eri in un vicolo cieco e disarmata!» Gabriel aveva un tono molto ammirato, ma in risposta gli arrivò solo un'occhiataccia dai miei genitori.
«Mia figlia ha rischiato la vita, non c’è nulla di eroico in ciò!» sentenziò mia madre serrando la presa sulla mia spalla.
«Lasciala finire, Sabine» la liquidò lui e puntò di nuovo i suoi strani occhi su di me. In qualche modo dovevo essermi tradita. Lui aveva capito benissimo che c’era altro. Come diavolo aveva fatto?
«Beh, per caso ho trovato un portale per il 1421. Probabilmente era quello che aveva usato Tikki per scappare, così l’ho attraversato anche io.» quella frase fece l’effetto di una bomba. Ammutolirono tutti. I loro sguardi erano la rappresentazione figurata dello sbigottimento. Poi Adrien rise.
«Avanti Marinette, dicci come sei riuscita a scappare per davvero.» lo fissai confusa da quella reazione.
«Ma io sono seria.» protestai. Perché era così assurdo? Anche loro viaggiavano nel passato, non avrebbero dovuto avere dubbi sulle mie parole.
«Non è divertente Dupein-Cheng!» scattò di nuovo Chloè, mi guardava con astio.
«Non si può tornare indietro nel tempo quando si è già in un altro arco temporale al quale non si appartiene.» cosa cosa?
«Ma io non sto scherzando. Mi sono rifugiata lì o altrimenti mi avreste trovata a fettine.» ribadii. La ragazza fece per aprire la bocca, mentre il ragazzo aveva aggrottato le sopracciglia, propendendo anche lui per uno scherzo. Bella squadra ragazzi! M. Agrèste precedette ognuno di noi dal dire qualcos’altro.
«È possibile.» sentenziò. Mi sentii invadere dal sollievo, avevo paura di essermi immaginata tutto per un attimo.
«Cosa?» Adrien si era alzato, sorpreso quanto la ragazza accanto a lui. Il padre si sistemò gli occhiali.
«È una proprietà solo della Coccinella. Può attraversare tutti gli archi temporali che vuole. Anche se è molto rischioso per il fisico che deve sopportare uno sforzo davvero sovrumano.» mi ricordai delle scariche elettriche provate in quello Squarcio. Intendeva quello? L’uomo si abbandonò allo schienale della sedia e si portò una mano alla tempia.
«Te lo avremmo detto a tempo debito.» continuò, guardandomi. Non mi piaceva quello sguardo, mi sentivo come analizzata fin dentro l’anima.
«Cosa è successo poi?» volle sapere. Indurii un po’ lo sguardo. Mai come in quel momento le parole di Tikki suonavano vere. Inventai una bugia.


Fuori l’aria era fredda. La primavera non scaldava l’aria anche la sera e io avevo una semplice maglietta a maniche corte e dei jeans strappati. Seguii i miei genitori verso la macchina, mentre mi sfregavo le braccia con le mani. Mi affrettai a raggiungerli, ma prima che potessi effettivamente muovere un passo qualcuno mi fermò. Mi prese una spalla costringendomi a girarmi. Adrien mi guardava con un’intensità tale che mi sembrava potesse leggermi nel cuore. Istintivamente tentai di rimpicciolirmi.
«Marinette cosa è successo davvero nel 1421?» mi domandò a bruciapelo. Mi aveva scoperta! Non so come ero riuscita a tradirmi come al solito! Che cosa avevo detto che mi aveva fatto scoprire?
«Proprio quello che ho detto nello studio di tuo padre.» risposi con la voce che tremò leggermente. Era stato solo un momento, ma lui lo aveva percepito perfettamente. Maledetto.
«Senti, potrai ingannare mio padre, ma non me.» fece un mezzo sorriso, ma la presa sulla sua spalla si fece più ferrea.
«Te lo chiedo di nuovo: cosa è successo nel 1421?» rimasi zitta. Una parte di me voleva dirgli la verità, ma una vocina nella mia testa mi diceva di essere cauta. Se quello che stavamo cercando era davvero così pericoloso forse non andava nemmeno trovato. Poi chi mi assicurava che si sarebbe tenuto quelle informazioni per se e non sarebbe andato a riferirle al padre? Adrien interpretò il mio silenzio a modo suo.
«Marinette tu sei la Coccinella, sei nostra compagna!» la sua voce aveva un tono quasi supplichevole. Ma non fece presa. Indurii lo sguardo. Quella frase non avrebbe dovuto dirla.
«Non è bello sentirsi tagliati fuori, eh?» mi liberai con uno strattone dalla sua presa, senza cambiare il modo di guardarlo. Quel profondo affetto che avevo provato prima si era ritirato, fatto piccolo piccolo. In quel momento ero arrabbiata. Pretendeva informazioni da me, quando per settimane nessuno si era degnato di dirmi nulla. Nemmeno lui che si professava mio compagno. Lui dovette intuire quello che pensavo.
«Non dipendeva da me.» scossi la testa. Tutto questo mi faceva male, perché se finalmente pensavo di aver costruito un rapporto mi rendevo conto di quanto tutto questo fosse un’illusione. Mi sembrava di essere lontana anni luce dal capire minimamente il loro modo di ragionare. Questo pomeriggio nemmeno credevano al fatto che avessi ricevuto notizie sulla missione. Nemmeno volevano rendermi partecipe e adesso eravamo tutti amici per la pelle? Mi prendevano per scema?
«Buonanotte.» dissi come ultima e lapidaria risposta. Mi volati, mentre piccole lacrime mi pungevano gli occhi. Non volevo che lui le vedesse.
«Marinette...» tentò di chiamarmi. Io non lo ascoltai. Salii in macchina dove i miei genitori mi stavano aspettando. Volevo solo dormire. Prima che ci fossimo del tutto allontanati guardai fuori dal finestrino. Adrien era ancora lì, davanti al suo enorme cancello. Sembrava disorientato. Bene, che lo rimanesse. Volevo che si sentisse come mi ero sentita io fino a poco tempo fa. Sulla soglia intravidi Chloè. Non si era cambiata e con la luce alla spalle sembrava un bellissimo angelo. Come un fulmine capii. Io non c’entravo praticamente nulla con loro. Pensai ad Alya. A quanto mi mancava. A quanto mi mancava la mia vita di prima, senza antenate dai discorsi enigmatici, viaggi nel tempo e sopratutto senza sentimenti che non dovevano nascere. Perché in fondo era così. Per quanto avessi cercato di sopirlo e lo avessi cacciato nell’angolo più remoto del mio cuore quella fiammella era rimasta. Ardeva ancora quella piccola luce accesasi quando Adrien mi aveva abbracciato al mio ritorno. Arrossii al ricordo, nonostante la rabbia. Poi pensai a Tikki e alla sua reazione al nome di Plagg. Speravo davvero di non diventare così anche io.
«Tutto bene?» la voce di mia madre mi riscosse. Sfoderai un sorriso falso.
«Certo.» mentii. Mia madre mi mandò uno sguardo preoccupato dallo specchietto della macchina. Pregai che non volesse partire con un discorso, non ne avevo le forze. Volevo solo dormire. E forse non svegliarmi mai più non sarebbe stato male.

  
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