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Autore: PattyOnTheRollercoaster    10/08/2009    3 recensioni
Kim: quando conobbi Robert lui era solo un punto in più sulla mia lista. Il punto numero sei, se vogliamo essere precisi. Ma il corso degli eventi è stato leggermente diverso di come me l'ero immaginato. Tutto cominciò quando saltai sul sedile posteriore della sua limousine.
Rob: ultimamente mi capitano cose strane, e non mi fido più delle persone come una volta, quindi, lo ammetto, me la feci quasi addosso quando una ragazza s'intrufolò nella mia macchina. Ma è stato un bene, perchè dopo tanto casino, posso dirmi con sicurezza un uomo felice.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due: Nel quale si fa una corsa

Rob
“Sei a sette” mi avvisò Kim scartando un pacchetto di grissini.
“Cazzo!” dissi togliendomi subito la mano dai capelli.
“Hai visto? Oh guarda! Anche i grissini sono chic!” disse tendendomi un grissino. Lo presi e lo esaminai. Che mai avrà avuto di tanto chic non lo so, ma lo mangiai comunque. “Non sono mai stata in un ristorante come questo” continuò Kim guardandosi attorno.
In effetti l’Hutchintosh era davvero un bel ristorante. Mi ci avevano invitato una volta ed era uno dei pochi ristoranti di lusso che conoscevo. Eravamo arrivati presto, non erano nemmeno le sette e mezza.
“Tu qui ci sei già venuto, no?” chiese Kim.
“Una volta sola. In genere non vado nei ristoranti. Sono più un tipo da bar, o da serata a casa di un amico” risposi.
“Ah. Ma questo è uno di quei ristoranti dove ti servono mini porzioni su piatti giganti?”.
Sorrisi. “Certo. Sennò non è un ristorante elegante”.
“Forse servono poco così le modelle anoressiche non ingrassano” azzardò Kim.
“Probabile. Spero di non restare affamato. Il conto sarà molto alto credo”.
“Dai scappa come me” tentò di convincermi Kim. “Non dovrai pagare nulla e potrai mangiare tutto quello che vorrai”.
“Mh … non so. E se mi riconoscono? Se dicono che non pago le cene? Il mio agente mi ucciderà”.
“Allora, prima di tutto non è detto che veniamo beccati. Secondo: hai paura che le tue legioni di fan prendano cattivo esempio da te?” chiese la ragazza con voce critica.
“No però il mio agente, la volta scorsa che è uscito un articolo brutto, mi ha sgridato”.
In quel momento arrivò una cameriera sorridente a prendere le ordinazioni. Dopo che se ne fu andata Kim mi assalì: “Che cos’è un articolo brutto? Stavi sputando per terra? Mettendo dei soldi nel reggiseno di una lap dancer? Eri travestito da pirata e/o da donna?” chiese con quella che pareva genuina curiosità.
Sospirai. “Quello … la lap dancer” dissi agitando una mano.
“Sul serio?” chiese lei stupita, “Io dicevo tanto per dire”.
“Scherzo! No, nulla, ero solo un po’ ubriaco in giro con alcuni amici”.
Kim parve delusa. “Peccato”. Le rivolsi uno sguardo interrogativo, al che rispose: “Mi sarebbe piaciuto vederti con un costume da pirata donna”.
“E tu potresti travestirti da pirata uomo”.
“Potrei”.
Dopo qualche minuto arrivarono i primi piatti che avevamo ordinato. Io una cosa che, nel menù, era un risotto, ma in quel momento sembrava più che altro un grumo di riso decorato come un uovo di pasqua. Kim guardò il suo piatto e sorrise.
“Potrei mangiarlo in un boccone”.
“Cos’è?” chiesi sbirciando il piatto.
“Non mi ricordo più, era scritto tipo in francese. L’ho preso solo per quel motivo. E perché costava trentadue dollari”.
“Trentadue?” deglutii. Osservai il mio piatto e, ragionando, pensai che non avevo proprio pensato realmente a quanto potevo spendere. Anche se credo di potermelo permettere.

Kim
Presi la forchetta e infilzai quelli che parevano funghi.

Erano funghi. Solo con un sapore strano.
“Sai che a Budapest fanno i cappelli con i funghi?” dissi improvvisamente.
“A Budapest?” chiese Robert guardandomi interrogativo. “Sei stata a Budapest?”.
“Si. Un paio di anni fa. Per … visitarla”.
“B’è ovvio. Dimmi un po’, perché hai fatto quella lista?” chiese Robert prendendo una forchetta e tentando di infilzare un sedano elegantemente poggiato sul piatto.
“Ma sono io che devo conoscerti” obbiettai.
“E’ vero. Allora facciamo così: tu mi fai una domanda e poi te ne faccio una io”.
“D’accordo”.
“Però dobbiamo rispondere sinceramente”.
Feci un impercettibile pausa. “D’accordo” ripetéi.
“Allora … vai”.
Ci pensai su un secondo. “Quanti anni hai?”.
“Ventitré”.
“Ok”.
“Ora tocca a me. In effetti hai fatto una domanda interessante. Tu quanti anni hai?”.
“Ventuno. Comunque … perché vuoi sapere qualcosa su di me? Non credevo di essere così interessante”.
“Boh. Forse perché sei entrata nella mia macchina all’improvviso, quindi m’interessa sapere qualcosa di più sulla sconosciuta che mi ha rapito”.
“Ah. Capito” dissi. Avevo già finito di mangiare quella che credo fosse semplice pasta con i funghi con un nome francese e funghi molto costosi. “Ho finito la mia porzione per anoressiche”.
“Non è che puoi criticare le anoressiche. Anche tu sei molto magra”.
“Lo so ma io mica muoio di fame. Anzi mangio come un cammello a digiuno appena arrivato in una oasi”.
“Bel paragone” disse Robert. Un cameriere prese i nostri piatti e li portò via. “Se non sbaglio il secondo è un po’ più grande”.
“Peccato. Continuiamo con le domande. Hai passato qualche episodio traumatico nella tua infanzia?” chiesi. Era una domanda legittima.
Robert ci pensò su. “Credo che la cosa più traumatica fosse mia sorella che mi vestiva da ragazza”.
“Wow. Questo si che è bello forte” dissi agitando una mano.
“Probabilmente si. Non so però se ha avuto una ripercussione così forte su di me. Forse se non lo avesse fatto ora io sarei uno di quei tipi orrendi palestrati che vincono un sacco di gare di body building”.
“O, se avesse esagerato, ora potresti essere un travestito che canta in un locale” azzardai.
“Può essere. Ha tirato fuori il mio lato femminile” disse esibendo un sorriso stupido.
“Buon per te”.
“Perché hai deciso di fare la lista?” chiese Robert. Eccola, la domanda temuta.
“Perché mi devo trasferire in un paesino piccolo e infimo, da mio zio, e prima di rimanerci incastrata volevo far qualcosa di bello, per me”. Una di quelle stronzate che farei meglio a ricordarmi, prima che qualcuno me lo domandi di nuovo.
“Ah si? Dove?”.
“Mah, un paese sconosciuto fuori, molto fuori, New York”.
“Non sarà così fuori mano, spero, da non poter venire a trovarti”. Ma ci stava provando? Un cameriere posò un fumante piatto di frutti di mare di fronte a me.
“Non lo so. Potrebbe essere più lontano del previsto.” meglio mettere subito in chiaro le cose. “Passiamo a fatti più sconcertanti e che, sicuramente, le tue fan pagherebbero per sapere”.
“E cioè?” chiese Robert accennando un sorriso e infilzando una mini-patata.
“Ad esempio” ci pensai un attimo. “Quanto è grande” dissi lentamente, al che Robert rimase a bocca a aperta con la forchetta a metà strada fra il piatto e la bocca, “il tuo appartamento?”.
Robert rise, e anche io, passandomi una mano sugli occhi. Era un periodo in cui ero un po’ stanca. “E’ enorme!” disse infine.
“Oddio!” esclamai scandalizzata, sorridendo.
“Allora, siccome siamo in tema: qual è stata la tua peggior esperienza con un ragazzo?”.
“Oh sicuramente quando avevo quattordici anni. Mi piaceva un mio compagno di classe, che aveva un nome secondo me molto sexy: Kyle. Un giorno una mia amica mi invitò a casa sua e c’era pure lui. Siccome lei sapeva che a me piaceva Kyle allora con una scusa ci lasciò da soli. All’inizio è stato bruttissimo, del tipo che non riuscivo nemmeno a parlare, poi lui si è avvicinato e mi ha baciata. Ero contentissima! Fosse continuata così sarebbe stato uno dei miei ricordi più belli … ma, ovviamente qualcosa doveva andare storto”.
“Ora sono proprio curioso” disse Robert.
“Era perfetto. Finché Kyle non ha iniziato ad … emozionarsi, diciamo”. Robert scoppiò a ridere. “Cosa ridi? Ma cosa ridi? E’ stato imbarazzante! Orribile. Non sapevo cosa fare perciò sono scappata via e, per il resto dell’anno scolastico, non l’ho nemmeno guardato in faccia. Io volevo solo una bacio casto e romantico, come nei poemi. Lui invece si è … cavolo, non mi piace nemmeno dirlo”.
“I poemi nascondono molto di più” disse Robert come se la sapesse lunga.
“Avevo solo quaatordici anni, non m’interessava per nulla fare … certe cose”. Robert continuava a ridere e, mio malgrado, sorridevo anche io. “Ok. Lasciamo stare, un po’ mi pento per quello che ti ho raccontato. Non ricordarti di nulla. Tu piuttosto: cosa mi racconti sulla fantomatica prima volta?”.
“Oh” disse Robert smettendo di ridere e fissando il piatto. “Te lo devo proprio dire?”.
“Non ti sto chiedendo com’è stato. Solo se ti viene in mente qualcosa di curioso al riguardo”.
Robert ci pensò su un attimo. “B’è … mi ricordo benissimo come mio padre ci sgamò in pieno. Era appena tornato dal lavoro e io neanche mi ero accorto di che ore fossero. Eravamo proprio … proprio lì, che … si, vabé hai capito, eravamo lì. E mio padre spalanca la porta, rimane lì per tre secondi, lunghissimi secondi, e poi chiude”.
Scoppiai a ridere. “Che brutto! Io credo di non aver mai parlato con i miei genitori di certe cose. E’ un tacito accordo. Ma questa è fantastica!” esclamai.
“E’ bruttissimo. Quando avrai dei figli raccomandagli di chiudere la porta a chiave” disse Robert cupamente.

Rob
Dopo che finimmo di mangiare, con tanto di dolce e caffè, una cameriera ci portò il conto. Presi il portafoglio e controllai cos’avevo dentro. Neanche volendo sarei riuscito a pagare tutta la cena. Mi ripromisi di uscire con più soldi in tasca, probabilmente un barbone stava meglio di me. Ok, no, probabilmente no.
Il nostro tavolo stava accanto alla porta delle cucine. Ora capivo perché Kim aveva insistito per sedersi lì. Feci finta di lasciare dei contanti nel libretto di pelle nera che mi avevano portato e, velocemente, mi alzai e feci segno a Kim di seguirmi. Entrammo furtivamente nelle cucine. All’inizio nessuno si accorse di noi, che avanzavamo velocemente in direzione di una porticina che appariva così lontana. Ad un tratto un cuoco ci fermò.
“Signori, non potete stare qui” disse facendoci segno di uscire.
Kim era paralizzata e mi lanciò uno sguardo. Io, preso da un’improvvisa ispirazione, mi rivolsi al cuoco: “Questo è il peggior ristorante in cui ho mai mangiato” dissi puntando un dito sul petto del pover’uomo e avanzando. “E’ scandaloso! Dovrebbero venire a farvi chiudere!”. E, arrabbiato, m’incamminai verso la porta, seguito da Kim. Uscimmo dalla porta delle cucine e stavamo proprio sorpassando il cancelletto sul retro che un cameriere si affacciò alla porta e ci guardò malevolmente.
Presi Kim per mano. “Corri!”.
Corremmo lungo tutto il vicolo e sbucammo lungo la strada principale, inondata di luce. Dalla porta davanti del ristorante stavano arrivando altri due camerieri. Kim gemette e riprese a correre. Urtavamo un sacco di persone e, fra quasi cadute e grida di scusa e di protesta, arrivammo di fronte ad un negozio dove si accalcavano diverse persone. Ci infilammo fra la folla e riprendemmo fiato.
Dopo un paio di minuti Kim prese dalla borsa la lista e una biro e, con un sorriso divertito e soddisfatto, tracciò una riga sul punto due.




Buon salve lettori (il buon salve si applica a tutte le ore del giorno). Come vi è parso questo capitolo? Vi è piaciuta la parte delle domande? Come vedete alcune cose che ho detto sono vere, e cioè che Robert veniva usato dalle sue sorelle come una Barbie, altre sono ovviamente finte. -.-'' Questo perchè vorrei che la storia risultasse realistica.
Tanto per incuriosirvi un po' vi dico che nel prossimo capitolo parleremo di Mc Donald, scopriremo che Kim ci nasconde un qualche segreto, e infine vedremo Robert alle prese con la cucina indiana! Continuate a segurmi e saprete che cosa succederà!
E ora le risposte ai miei recensitori;

Satyricon: grazie mille per la recensione, sei stata la prima recensitrice, hai vinto un 'Grazie mille piccola' da parte di Robert! XD A parte le scemenze, spero che continuerai a seguirmi, dimmi che ne pensi di questo Rob di cui mi sono praticamente inventata il carattere! XD

Luxi: ciao! Ho riconosciuto il tuo nick di forumcommunity! B'è, mi raccomando, non svelare niente a nessuno sul finale, sarà un segreto fra noi due. Mhuahahhaha! Ci sentiamo sul forum ^^

PlInCy4: wow questa si che è una grande dimostrazione di fedeltà! B'è, se ti può consolare, i capitoli non sono molti, quindi non dovrai sottoporti alla tortura di recensire la mia storia per così tante volte! XD Grazie mille, spero che questo capitolo ti sia piaciuto, a presto!

Ringrazio i lettori silenziosi e chi ha messo la fic tra le Seguite e i Preferiti! ^^ Ci vediamo nel prossimo capitolo, che sarà ben lungo adesso che ci penso. Un saluto,
Patty.
   
 
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