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Autore: camillavaamare    06/05/2020    0 recensioni
Ares va dalla sua amata Afrodite. Si amano... perché è l'amore a calmare la violenza. Non potrebbero essere più diversi. Sono opposti mab si completano. L'amore ferma quella sua furia omicida ingiustificata. Ares solo quando è con Afrodite non fa il pazzo, anzi. Riesce ad essere perfino dolce! Lei lo calma... sono molto innamorati. Zeus, manderà il suo irresonsabile figlio a cercare un misterioso oggetto; in questo modo Afrodite vedrà realmente la natura del Dio Guerriero.
Genere: Avventura, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Triangolo, Violenza
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3.FAI SUL SERIO, PADRE?!

Ares guarda l'avvoltoio mangiare il cadavere. Si alza per avvicinarsi, quello invece di volare lo uarda infasidito, non vuole venire interrotto mentre mangia. Lui ignorando lo sguardo irritato dell'uccello gli accarezza il collo e decide di portarselo a casa.

Lo schiavo vedendo Ares smontare dal cavallo si avvicina con la torcia.

"E' pronta la cena, se volete. Vostr sorella ha preferito aspettarvi."

"Prendi l'uccello e mettilo nel serraglio."ordina calmo dando allo schiavo l'avvoltoio, ignora la frase precedente detta dall'uomo. Andato nel salone, Ares siede sulla sedia e capisce che sua sorella è arrabbiata.

"Fratello... è ero che dovrai partire con Afrodite, per andate a Delfi?"

"Sì. È stato nostro padre a deciderlo. Domani. All'alba."dice sconsolato nfilzando la carne con il coltello. Mangia disinteressandosi della sua gelosia.

Ares finito la cena va nella casa di Afrodite, ma sente delle voci provenire dal giardino. Non è suo marito... allora, chi può essere? Ares da dietro una colonna vede Afrodite bacire Adone. Impazzisce di gelosia.

"Ci vediamo un altro giorno. Appena mio marito non c'è... vai... forza."dice serena Afrodite accarezzando i lunghi capelli di Adone.

"Spero presto. Eros ci ha trafitto con le sue frecce. E sono contento che l'abbia fatto."aggiunge dolce Adone accarezzando la ragazza. Lentamente.

Ares impazzito dalla gelosia si trasforma in un cinghiale! Uccide Adone incornandolo. Carica il ragazzo al galoppo infilando le zanne dentreo a uel corpo molle. Lo sbatte ovunque, Afrodite ha troppa paura per intervenire. E comunque, Adone è già morto dissanguato.

"Fermati... Ares. So che sei te... dimmi... perché? Ucciderlo in questo modo crudele."dice sconvolta la raazza vedendo il corpo massacrato di Adone, ma Ares non avendo nessuna intenzione di rispondere galoppa ontano nel bosco; dopo essersi trasformato si lava. L'acqua del lago è scura e immbile, solo le mani del Dio Guerriero la muovono increspandola.

Ares tornato a casa passeggia nel cortile tra uliverti e vigne. Le fiamme delle torcie tremolano con il venticello.

"Chi state cercando? Quale dei due fratelli?"domanda apprensiva la guardia all'ospite.

"Ares."risponde disperata Afrodite e il soldato la porta dal ragazzo. L'uomo li lascia.

"Cosa ti è successo? Perché stai piangendo?"domanda innocente Ares facendola sedere su una delle panche intorno al laghetto. La abbraccia.

"Adone... è stato massacrato da... un cinghiale. Dimmi... che non c'entri..."

"Non c'entro... a volte pastori e caciatori vengono uccisi o feriti dagli animali..."

"Ho fatto una domanda stupida... scusa. Hai ragione. Lui... era entrambi."

"Zeus... vyuole che andiamo a Delfi per parlare con Apollo. Partiamo domani. All'alba..."

"Perché? Non può mandare uno dei suoi messaggeri?"domanda sconsolata al ragazzo, il quale scuota la testa piano; Afrodite annuisce. Non possono disobbedire all'ordine di Zeus. Deono partire. Non voglio che hai altri amanti. Solo me. Ho ucciso quel ragazzo. Poiché è bello lo amavi e mi avresti dimenticato. Come tutti... del resto. Chi può amare un codardo che scappa dal combattimento? Rifltte vergognandosi guardando l'amante andarsene. Ares va a preparare le armi per la partenza, non può rischiare che Afrodite vanga ferita! È inpensabile. Assolutamente. Deve tprnare sana e salva.

Lamattina seguente; Ares vede che il cielo è nuvoloso, spera che possano partire. Le navi non salpano quando c'è butto tempo, rischia di uccidere l'equipaggio, naufragare o perdere la marce. Nel mare c'è uno dei mostri più pericolosi e subdoli: sirene. Sono cannibali. Sbranano gli sfortunati marinai che naufragano, a volte se sono barche di emergenza li trascinano dall'imbarcazione negli abissi.

Ares indossata l'armatura e presa la lncia esce dalla casa.

"Avete dimenticato i mantello! Signore!"esclama agitato lo schiavo rincorrendo Ares per darglielo. Se ne va. Il ragazzo infila l'oggetto nella sacca e riprende la camminata. Sebbene chiunque lo odi nessuno prova a deriderlo. Ci tengono alla vita, sanno che Ares li ucciderebbe senza farsi problemi. Ama l'odio e la violenza. Incontra Alexis.

"Siete in partenza, Dio Della Guerra? Posso chiedervi dove andate?"domanda l'altro ragazzo porgendogli la mano. Ares lo guarda sprezzante.

"Non siamo amici. Perché dovrei darti la mano? Rispondi, umano."replica irritato camminando. Vine seguito dal ragazzo; non vuole allontanarsi.

"Avete ragione. Se volete partire con una nave temo di deludervi. Niente partenze con questo tempo. Ci sarà la burrasca. Ed i marinai diventeranno cibo per le sirene."spiega deluso Alexis abbassando lamano.

"Cosa dovrebbe importarmi se degli umano verranno mangiati dalle sirene?"

"Voi non siete un marinaio. Chi remerà? Ci vogliono tante persone, non una."

"Molto bene. Viei con me, marinaio."ordina arreso il Dio Guerriero. I due ragazzi vengono raggiunti da Afrodite. La poverina ha ancora gli occhi gonfi.

Il gruppo non potendo partire dal porto di Bisanzio (Istanbul) va a Neos Marmaras. Camminano per giorni sotto la tempesta, zuppi nei mantelli.

Il pomeriggio di un giorno impreciso, Afrodite sfinita trscina le redini del mulo; quando si ferma viene tramortita da un ladro. Ruba l'animale. Alexis ed Ares prendono le armi, ma lo sconosciuto è già lontano. E con quella pioggia non possono inseguirlo! Sui sentieri c'è fango e le rocce rotolano dalle pareti montuose o collinari.

"Che facciamo? Quello ha rubato tutte le nostre cose, compresi i soldi."

"Fermiamoci a riposare sotto quella tettoia."dice triste Ares indcando un piccolo edificio, di lato c'è un recinto con del pollame.

"Ho un'idea... potrestre fingere di essere marinai. E cercare lavoro su una nave. Lei potrà fare l'eterea."

"Assolutamente, no! Non farà sesso con quei marinai! È fuori discussione!"

"D'accordo. Lo facio... mi fingerò un'eterea... se può portarci a Delfi."aggiunge rassegnata Afrodite prima di andare ad uccidere un pollo, orna con l'animale. I rami degli alberi essendo zuppi non possono venire usati per accendere il fuoco: sono costretti a mangiare la carne cruda. Poi esausti e depressi si rannicchiano vicini per scaldarsi.

Il pomeriggio seguente Alexis, Ares ed Afrodite salpano dal porto di Neos Marmaras (Skiathos).

I ragazzi vengono messi insieme ai marinai ed Afrodite fa l'eterea per il capitano.

Alla sera una nave trireme abborda quella dove stanno Ares, Afrodite ed Alexis.

Le de navi iniziano la guerra! I sioldati attraversanoil ponte e combattiono.

Ares estrae la spada ed uccide i nemici, ma un uomo cerca di ferirlo. Alexis lo spinge lontano, ma quello gli tira una freccia nel braccuio.

Ares la estrae e corre ad uccidere un solato sl ponte; gli lancia la lancia nella schiena. Il corpo floscio cade dal parapetto e le sirene lo prendono.

Afrodite è nascosta dietro a dei barili... Alexis e Ares sono accerchiati dagli uomini. In realtà, questi sono pirati in cerca di schiavi da vendere nell'agorà. Atene per costruire quei templi maestosi ha bisogno degli schiavi; in quanto è un lvavoro molto faticoso.

Il gruppo di pirati vedendo che entrambi i ragazzi sono feriti (non hanno riconosciuto Ares), li spingono dal parapetto. Con quei tagli saranno morti in poche ore. Le sirene vedendo i corpi nuotano vero di loro per portarli negli abissi, ma vengono decapitate da Eris. Ares vede solo il sangue uscire dai colli delle sirene.

Afrodite si tuffa nel mare per venire mangiata dai mostri, non ha più nessuno! Etrambi gli amanti sono morti... e lei detesta uo marito.


   
 
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