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Autore: _sweet    06/05/2020    3 recensioni
Dal Prologo:
“Remus Lupin smise di essere un bambino la notte del suo quinto compleanno mentre sognava di draghi, foreste incantate e lampi di colorati incantesimi.
La sua innocenza se ne andò per sempre nel giro di pochi secondi, inghiottita assieme al suo sangue, dal lupo mannaro che lacerò, con zanne di veleno, le sue tenere carni.” (…)
Stralci di vita di un bambino costretto a crescere troppo in fretta, di un ragazzo travolto da una guerra più grande di lui e di un uomo morto per ciò in cui credeva.
Il tempo di Remus J. Lupin narrato nell’attimo esatto in cui sta già fuggendo nell’ultimo secondo.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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VOLAT IRREPARABILE TEMPUS

 

PROLOGO

Remus Lupin smise di essere un bambino la notte del suo quinto compleanno mentre sognava di draghi, foreste incantate e lampi di colorati incantesimi.
La sua innocenza se ne andò per sempre nel giro di pochi secondi, inghiottita assieme al suo sangue, dal lupo mannaro che lacerò, con zanne di veleno, le sue tenere carni.
L’urlo che emise svegliandosi non aveva nulla di infantile e le lacrime che sgorgarono dai suoi occhi erano quelle di un uomo che invocava la morte dopo una vita di tormenti.
Remus Lupin smise di essere un bambino la notte del suo quinto compleanno con lo sguardo rivolto al soffitto della sua cameretta e il respiro rotto da singhiozzi di dolore.

 
 

CAPITOLO 1
IL LATO OSCURO DELLA LUNA
 
 

Il dolore peggiore che un uomo può soffrire: avere comprensione su molte cose e potere su nessuna”.
(Erodoto)

 
10 Marzo 1960
 
«Io non capisco Lyall, non capisco che cosa sia successo.»
L’uomo guardò la moglie seduta accanto a sé con il volto sconvolto e arrossato dal pianto, i capelli biondi spettinati e la vestaglia indossata velocemente sopra la camicia da notte; sospirò e le prese le mani tremanti tra le sue cercando di raccogliere le idee.
«Hope, è solo colpa mia.» Sussurrò con la voce incrinata e gli occhi fissi a terra per non incontrare l’azzurro di quelli di lei, «ho commesso uno sbaglio a lavoro e ora ne sto pagando le conseguenze.»
«Ma che cosa c’entra Remus con tutto questo?»
Il marito aprì la bocca per rispondere ma le sue parole vennero soffocate dal rumore di una porta che si apriva poco lontano e dai passi affrettati di un Medimago dall’aria stanca e il camice verde macchiato di sangue che andò loro incontro.
«I signori Lupin, giusto?»
A quelle parole la donna balzò in piedi annuendo con un secco movimento del capo. «Remus sta bene?»
«Vostro figlio è fuori pericolo.» Spiegò il medico spostando lo sguardo da lei al marito con espressione interrogativa, «volete vederlo?»
«Si, certo.» Rispose Lyall alzandosi a sua volta e affrettandosi a seguirlo, oltre la sala d’aspetto del tutto deserta, fino ad una camera piuttosto piccola e spoglia lungo il corridoio fiocamente illuminato.
«Remus!» Trasalì Hope avvicinandosi malferma sulle gambe all’unico letto della stanza dove, malamente coperto da un lenzuolo leggero, stava suo figlio profondamente addormentato.
«L’abbiamo sedato nell’attesa di sapere che cosa farne.»
Lyall guardò sua moglie depositare un bacio leggero sulla fronte del piccolo imperlata di sudore e strinse i pugni nelle tasche dei pantaloni come per farsi forza. «Ce ne andiamo.»
«Molto bene signor Lupin, deve soltanto firmare il modulo e poi provvederemo noi a disfarci del corpo.» Disse il medico con tono professionale porgendogli un foglio appena apparso dal nulla.
«Forse non ha capito.» Replicò l’altro con durezza, «io non ho alcuna intenzione di abbandonare mio figlio, voglio soltanto riportarlo a casa.»
Un improvviso lampo di comprensione attraversò il volto del dottore che ripiegò con attenzione la pergamena prima di riporla nella tasca della divisa. «Se questo è il suo desiderio allora devo informarla che non può lasciare l’edificio prima che il Ministero sia stato informato.»
«Sono a conoscenza della legge ma se solo potesse…»
«Non intendo commettere alcun tipo di reato, signor Lupin.» Lo interruppe l’altro battendo con un dito sul logo del San Mungo ricamato sul camice all’altezza del cuore, «il mio lavoro di Medimago mi impone di riferire il fatto al Ministero e niente mi impedirà di farlo.»
Detto ciò, l’uomo agitò la bacchetta davanti al viso in un ampio movimento del braccio e, dopo aver sussurrato qualche parola, puntò i suoi occhi scuri su un Lyall visibilmente agitato mentre un corvo argenteo attraversava il vetro della finestra in un silenzioso battito d’ali.
«Che cosa era quello?» Domandò Hope voltandosi verso i due uomini in piedi dietro di lei, con una mano ancora stretta attorno alle dita del figlio abbandonate sul materasso.
«Oh, ma lei è Babbana signora!» Esclamò il medico con un sorriso di scherno, «se non sa riconoscere un Patronus, allora non saprà neppure a quale orrido essere si trova accanto in questo istante.»
«Orrido essere?» Ripetè confusa la donna aggrottando le sopracciglia, «ma è mio figlio.»
Il sorriso del medico si ampliò ancora di più facendo tremolare i folti baffi grigi. «Mi rincresce contraddirla signora Lupin ma quello che sta toccando è un Lupo Mannaro.»
Hope, incredula e frastornata, spostò la sua attenzione sul marito. «Lyall, che costa sta dicendo?»
Ma quello rimase in silenzio e continuò a studiarsi la punta delle pantofole lasciando parlare il Medimago.
«Signora Lupin, suo figlio è stato morso da un lupo mannaro e di conseguenza anche lui…»
«Ma i lupi mannari non esistono, sono mostri inventati!» Disse Hope scuotendo il capo e continuando ad accarezzare con delicatezza la manina di Remus.
«E’ la verità: suo figlio è un lupo mannaro e sì, ha ragione quando dice che si tratta di mostri.»
Le parole del dottore colpirono con forza Hope Howell che non riuscì a fermare una nuova ondata di lacrime e singhiozzi; aveva accettato la magia che permeava il mondo del marito forte di uno spirito giovane e in nome dell’amore ma mai come in quel momento si era resa conto di quanto potesse essere orribile.
Quando, pochi minuti dopo, l’Unità di Cattura del Ministero della Magia fece il suo ingresso Lyall uscì in fretta dalla stanza con il volto chino nell’inutile tentativo di nascondere la sua identità ai colleghi che gli sfilavano davanti.
Sapeva che cosa sarebbe accaduto e non voleva restare a guardare mentre Robert sollevava il pigiamino azzurro del figlio marchiandogli la pelle del fianco sinistro con le quattro X segno della sua pericolosità; non voleva restare mentre il giovane stagista appena diplomato, un certo Bill, tracciava il nome del suo bambino sul registro dei Lupi Mannari e non voleva restare ad ascoltare le urla della donna che amava incapace di svegliarsi dall’incubo in cui lui l’aveva gettata.
Con la schiena appoggiata alla parete del corridoio del reparto al primo piano Lyall Lupin rabbrividì di freddo nonostante fosse Marzo e la maglia del pigiama gli aderisse al corpo come una seconda pelle. In quella mattina che già sapeva di primavera, mentre la timidezza dell’alba affievoliva i pallidi contorni della luna piena riducendoli a vecchie cicatrici nel cielo sempre più chiaro, sentì il cuore tremare di una colpa che, sapeva, non se ne sarebbe mai andata.
 
ANGOLINO DELL’AUTRICE:
Salve!
Finalmente, dopo un sacco di tempo, oggi mi sono svegliata con quel pizzico di coraggio in più di cui avevo bisogno per pubblicare questa storia.
*ora mi faccio un bell’applauso perché sì, ci sta*
 
Detto ciò, direi di lasciare spazio alle Note vere e proprie:
  1. L’idea, che mi frulla in testa non so da quanto, è quella di raccontare qualche momento, sicuramente significativo, della vita di Remus Lupin.  Già, di certo non vincerò il premio per l’idea più originale ma alla fin fine nessuno sa con certezza che cosa sia successo durante la sua infanzia, adolescenza ecc.… QUINDI mi posso dire giustificata.
  2. Da quanto so Remus non viene morso il giorno del suo quinto compleanno ma pazienza; secondo me ci sta infatti, dopo il morso, è come se per lui iniziasse una nuova vita.
  3. Per quanto riguarda il Registro dei Lupi Mannari, sono quasi certa che Remus ci si iscriva soltanto dopo il “Prigioniero di Azkaban” in seguito ad un certo discorsetto di un ben noto professore di Pozioni. Per questo, anche se ancora la cosa non è resa esplicita, ho pensato che Lyall avesse fatto cancellare il nome del figlio poco dopo la scena in ospedale sfruttando la sua posizione al Ministero. Non so, nella mia testa aveva abbastanza senso…
  4. Il titolo vuol dire “Il tempo vola irreparabilmente” ed è tratta da un verso delle Georgiche di Virgilio.Sinceramente, non mi è venuto in mente un titolo più adatto di questo vista la natura della storia e, probabilmente, anche il mio amore reverenziale verso il latino; lingua “morta” ma indiscutibilmente bellissima.
 
Bene, a questo punto ringrazio tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a qui e che vorranno farmi sapere che cosa ne pensano. 
Alla prossima!
 
 
   
 
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