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Autore: Lost In Donbass    06/05/2020    2 recensioni
Midnight Olson è ribelle, testarda, violenta, sregolata. Non ha freni, non li ha mai avuti.
Denis Shostakovich è rabbioso, sfacciato, arrogante. Non è in grado di fermare la sua vita di eccessi.
Lei è una studentessa, lui il cantante della band metalcore più in voga del momento. Non si conoscono, e se si conoscessero si odierebbero. Ma caso vuole che Richard, fratello di lei e bassista nella band di lui, si porti dietro la sorella per strapparla ai guai nei quali si è cacciata. Così i mondi di Denis e Midnight vengono in contatto, e c'è da mettersi le mani nei capelli. Tra litigate epocali, tradimenti, violenza gratuita, droga, luci della ribalta e soprattutto tanta musica metalcore, ecco a voi la storia d'amore più sregolata di sempre. Perché noi siamo il rock'n'roll e non abbiamo intenzioni di fermarci. Nemmeno da morti.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO SETTE: BAD GIRL

Miss me, miss me, now you wanna kiss me
We both know that you love me 'cause I'm so bad

[Avril Lavigne ft. Marilyn Manson – Bad Girl]

Midnight

 

Dire che ero furiosa con Denis, era dire poco. Fuori pioveva, e io me ne stavo raggomitolata nel mio letto, con la testa sotto le coperte. Sentivo mio fratello parlare al telefono con mamma nella stanza affianco e sentivo anche un attutito suono di chitarra, segno che anche Andrew era sveglio. Ma io di alzarmi proprio non ne avevo voglia – ero allibita dal comportamento del cantante. Perché aveva fermato me ed Asher? Cosa voleva davvero da me? Gli interessavo? Fino a quel momento, anche io avevo provato una fortissima attrazione per lui, ma anche una certa antipatia. E poi, se l'avessi visto impegnato a scoparsi una non avrei di sicuro fatto scenate. Mi girai sotto le coperte, e pensai che forse sì, un pochino mi sarebbe dispiaciuto vedere un'altra vittima delle sue attenzioni. Nonostante tutto, non potevo accettare il fatto che mi avesse separata da Asher. Cercai di affrontare me stessa sulla situazione: ero stata segretamente felice del suo istinto di protezione? Forse. Ma non dovevo esserlo! Lui non era niente per me, era solo un idiota ucraino che voleva mettermi i bastoni tra le ruote. Mi rigirai ancora nel letto, sentendo di là mio fratello che mi chiamava per parlare con la mamma. Non avevo nessuna intenzione di farlo. Volevo solamente rimanere a letto a pensare a Denis, e ai suoi occhi ambrati che mandavano lampi. Non sapevo come mi sarei comportata quando l'avrei rivisto. L'avrei ignorato. Sì, avrei fatto così, per fargli capire che non era così che si trattava la sottoscritta. Chi diavolo era per frapporsi così nella mia vita privata? Nessuno, appunto, solo uno stupido e arrogante ucraino.

Il suono di un messaggio sul telefono mi fece riemergere dalle coperte. Afferrai l'apparecchio e controllai, trattenendo un urletto quando vidi chi mi aveva scritto. Asher. Asher Sykes. Lessi immediatamente: diceva che si scusava per la sera precedente e che gli sarebbe piaciuto rivedermi. Un gran sorriso mi si dipinse sul volto: non potevo credere che Asher mi avrebbe cercata nuovamente dopo la serata disastrosa. Mi affrettai a rispondere, dicendogli che certo, anche a me sarebbe piaciuto passare altro tempo con lui. Poco dopo mi arrivò un indirizzo. Strinsi le ginocchia al petto, entusiasta. Il fatto che Asher mi stesse cercando e che richiedesse la mia presenza mi mandava in fibrillazione. Non mi illudevo che non fosse altro che per una scopata, ma mi andava bene pure quello, pur di stare col mio cantante preferito. E poi, forse, almeno quella volta Denis non ci avrebbe interrotto.

Saltai in piedi e uscii finalmente dalla camera. Appena mi vide, Andrew mi abbracciò, comunicandomi che oggi sarebbe andato a comprarsi un coniglio e Richard mi sgridò subito perché non ero venuta a parlare con la mamma.

-Stasero comunque esco.- esordii.

-E con chi?- Richard mi guardò sospettoso.

-Richard, ho vent'anni, non due. Esco quando mi pare.

Io e mio fratello ci guardammo a lungo negli occhi, ma fu lui il primo a cedere, sbuffando e tornando a lavare i piatti della colazione.

-Va bene. Ma alle undici torna a casa.

-All'una.

-Undici.

-Mezzanotte.

-Va bene.

Il coprifuoco imposto da Richard non mi faceva impazzire, e mi chiesi se davvero sarei riuscita a rispettarlo. Da un lato mi conveniva, per convincerlo a farmi uscire più volte e a mollare un po' la guardia sulla sottoscritta. Gli scoccai un bacio sulla guancia e lui grugnì qualcosa. Quel giorno sarei andata in giro per Londra a cercarmi dei vestiti carini per la serata.

-Dove posso trovare dei vestiti carini?

-Midnight Elizabeth Olson, non provare a …

-Ho detto carini e intendo carini, Richard. Datti una calmata. Ti giuro che non andrò vestita come ieri alla festa.- sbattei le ciglia in modo convincente.

-Puoi chiedere a Denis. Una delle sue innumerevoli ex ragazze aveva un negozio di vestiti dark. Erano carini.- mi consigliò Andrew e sia io e che Richard strabuzzammo gli occhi. Io perché non potevo pensare di andare a fare spese con Denis, Richard perché immaginavo non trovasse quel negozio adatto.

-Drew, caro, i vestiti di Ebony erano un po' … - iniziò infatti.

-Bellissimi.- cinguettò Andrew, agitando la sigaretta in aria – Con tutto quel pizzo carino e i fiorellini neri e le perline …

-Oh, sì, grazie del consiglio Drew ma non mi sembra il caso di … - dissi io, ma Andrew fu più lesto. Avevo pensato che il chitarrista fosse uno più lento di un bradipo ma a giudicare dalla velocità con cui afferrò il cellulare e compose il numero, dovevo essermi sbagliata.

-No, Andrew, lascia stare!- urlammo in coro io e mio fratello, ma lui ci sorrise, col suo sorriso fuori fuoco e trillò

-Den … Den, caro, senti … non è che potresti accompagnare Midnight a comprarsi dei vestiti carini? Tipo, da …

Mentre io volevo sprofondare, Richard si nascose il viso tra le mani. Non potevo pensare di dover andare a fare spese proprio con Denis, anche se da un lato la cosa mi intrigava perché avevo una gran voglia di vederlo. Anche solo per insultarlo.

-Ti viene a prendere tra mezz'ora.- concluse Andrew, mettendo giù il telefono. Poi sorrise e guardò Richard – Ricky, noi andiamo a prendere il coniglietto?

 

Dopo mezz'ora, ero pronta, in attesa che Denis suonasse alla porta. Ed ero leggermente su di giri, perché stavano succedendo un sacco di cose assurde nella mia vita. Denis, Asher, Londra … un triangolo nella città più rock di sempre, potevo chiedere di meglio? Dopo una ramanzina infinita di mio fratello su che tipo di vestiti fossi autorizzata a comprare, dopo una filippica su come avrei dovuto comportarmi, dopo un'orazione su quanto Londra fosse un posto pericoloso, finalmente Denis suonò. Corsi fuori con un sorriso smagliante. Quel giorno mi ero vestita normalmente, quindi evitavo di ciondolare sui tacchi a spillo, ma dovetti fare comunque una bella impressione perché Denis fece un mezzo fischio.

-Sempre uno schianto, Midnight.

-Sempre, Denis.

Anche lui era uno schianto, in realtà. Per un attimo, pensai a quanto dovesse essere eccitante una cosa a tre con noi due e Asher … wow, avrei dato non so cosa per averli entrambi, nello stesso momento, nel mio letto. Anzi, no, il mio letto era piccolo e poi c'era la toeletta rosa: meglio quello a baldacchino di un albergo a cinque stelle. Un brivido mi percorse la spina dorsale immaginando i due uomini impegnati su di me, e, perché no, impegnati tra di loro. Avevano entrambi un fascino talmente tossico da farmi andare il sangue al cervello.

In realtà, nonostante fossi ancora innervosita con lui per quel scena del bagno, non riuscivo davvero a fargli scenate o a tenergli il muso. Intanto, Asher si era di nuovo reso disponibile, e poi Denis era così bello che fare l'offesa era impossibile. Predicatrice del “ogni lasciata è persa”, non mi formalizzavo mai tanto quando si parlava di bei ragazzi potenzialmente scopabili.

Ci avviammo lungo la strada e lui mi guardò da sotto il ciuffo

-Non ho intenzione di chiederti scusa per ieri notte, sappilo.

-Non pensavo che l'avresti fatto comunque.- ribattei, accendendomi una sigaretta – Ma non mi importa. Io mi scopo chi mi pare.

-Sykes è un bastardo. Stavo solo cercando di metterti in guardia prima che tu ne esca davvero scottata.- Denis mi guardò a lungo, e mi porse la sua sigaretta da accendere.

-So da sola come difendermi, grazie mille.- roteai gli occhi al cielo – Non fare il bravo fratello maggiore. Non ne sei capace.

-Stavo solo cercando di evitare a Richard la pena di vederti tornare a casa in lacrime.

Era amaro mentre parlava, e mi dispiaceva in realtà che tutto quello che era successo lo avesse destabilizzato così tanto, ma, di nuovo, lui non era nessuno per dirmi cosa dovevo fare e come.

-Non tornerò a casa in lacrime, te lo garantisco.- lo guardai con aria di sfida. Poi mi avvicinai, mi alzai sulle punte e gli sussurrai nell'orecchio – O vuoi farmi piangere tu, ragazzo ucraino?

Un sorriso affamato gli si dipinse sul viso angoloso. Mi soffiò un bacio nell'orecchio a sua volta e mormorò, facendomi rabbrividire

-Ti farò piangere eccome, dolcezza. Così tanto che non vorrai più guardare nessun altro uomo che non sia io.

La recepii come una velata minaccia ad Asher, ma era tutto troppo eccitante. La sua voce morbida mi rimbombò dentro, il suo fiato leggero sulla pelle, la mano che mi accarezzava la schiena. Sfarfallai le ciglia truccate e gli scoccai un bacio in punta di dita

-Allora prova a prendermi.

Mi misi a correre, e lui mi corse dietro. Ridemmo, mentre zigzagavamo tra la gente, finché non mi afferrò per il braccio e mi fece fare una giravolta. Risi forte, e quando sentii le sue mani scivolare appena sulla pelle lasciata nuda dalla maglietta, tremai. Era una sensazione … bella. Diversa da quella che avevo provato con Asher, che era puro fuoco di passione. Aveva mani esperte, fredde, adulte, mentre quelle di Denis erano calde, ancora giovani, callose. Ci guardammo un secondo nel profondo degli occhi, e per un attimo pensai a come dovesse essere baciare quella labbra da donna che si ritrovava.

Ci staccammo solamente quando un vecchietto ci scontrò borbottando. Lui si riscosse e si passò una mano tra i capelli, mentre io tossicchiai, distogliendo lo sguardo. Mi chiesi come mai Denis mi facesse questionare addirittura la mia tendenza ad andare al sodo direttamente, come mai mi sconvolgesse così tanto il sistema nervoso. Lui dovette pensare lo stesso perché fece un sorriso impacciato e mi invitò a proseguire ancora un po' lungo la strada, in silenzio, fino a fermarci davanti a una deliziosa boutique di roba goth.

-Wow, ma che posto è!- trillai, fissando la vetrina con gli occhi spalancati. Lì avrei sicuramente trovato vestitini assolutamente emo e assolutamente sexy da indossare per Asher. E magari, chissà, anche per Denis, in un futuro non troppo lontano.

-E' della mia ex ragazza.- commentò lui, aprendo la porta e invitandomi a entrare.

Scivolammo all'interno, tra vestiti, musica metal nelle casse, e quadri inquietanti alle pareti. Un posto da urlo, letteralmente.

-Buongiorno, ragazzi, benvenuti da … Denis!

Una ragazza che dire bellissima è dire poco sbucò dal retro del negozio, facendosi avanti con un sorriso splendente.

-Ciao Ebony, tesoro.

Denis la abbracciò e lei lo baciò sulle guance, a mio avviso troppo vicino alle labbra per poterla definire solo come ex fidanzata. Alzai un sopracciglio, perché, obbiettivamente, anche io mi rendevo conto che di fronte a lei non avrei avuto la benché minima speranza di conquistare Denis. Non contro un fisico da urlo, associato a capelli biondi lunghi fino alla vita, occhi grigi sapientemente truccati, e un abbigliamento gotico da vampiro. Cosa avrei potuto fare io, con la maglietta stracciata degli Speaking With Sirens, gli skinny jeans bucherellati e le scarpe da tennis sfondate? Appunto.

Mi chiesi come mai mi desse così fastidio l'affetto con cui i due si stavano salutando e scambiando effusioni varie. Non avrebbe dovuto fregarmene niente di Denis, invece ero lì a rodermi. Perché?!

-Ciao, io sono Ebony, tu sei?- la principessa goth mi rivolse un largo sorriso e mi porse la mano guantata.

-Midnight, piacere.

Mi resi conto di essere suonata vagamente acida, ma avevo benissimo visto le mani di Ebony scivolare troppo sul corpo di Denis. Non dovevo essere gelosa, però. Io avevo Asher. Già, Asher, il motivo per cui ero lì.

-Sei la nuova fiamma di Denis?

-No!- strillai. Anche lui strillò “no” contemporaneamente e Ebony rise. Anche la sua risata era praticamente perfetta. Ci guardò un pochino, con un'aria furba che non mi piaceva, ma Denis fu rapido a spiegare la situazione.

-E' la sorella di Ricky.

-Aw, Richard. Come stanno i ragazzi? È tanto che non vi vedo in giro.- sbatté le lunghe ciglia, e io mi innervosii a sentire il tono con cui aveva detto “Richard” e “i ragazzi”. Insomma, la parente lì ero io, mica lei!

-Tutti bene, grazie.- mi intromisi, infastidita dagli occhi di Denis che vagavano sul corpo perfetto di Ebony. - Comunque sono qui per comprare dei vestiti. Ovviamente. Cercavo qualcosa di hot, non so se mi spiego. Magari un vestitino aderente, o una minigonna ...

Di nuovo, Ebony ci guardò con aria furba e io volli sprofondare.

-Penso di sapere cosa proporti, vado a prendere qualche capo.- concluse, con aria più professionale.

Quando scomparve di là, Denis si mise a ridere.

-Dolcezza, a cosa ti serve la roba hot?

-Per farti morire di invidia visto che con te non la indosserò mai.- ribattei. Ero leggermente nervosa.

-Non ti scaldare, pasticcino.- mi accarezzò la guancia – E non guardare Ebony come se stessi per accoltellarla.

-Non la stavo guardando …

-Ti ho vista. Ci siamo lasciati, comunque. Tempo fa.

-Non mi importa, puoi anche scopartela sul bancone che non sono affari miei e non batterei ciglio.- sbottai, cercando di darmi un tono ma scoprendo di aver fallito quando lui rise ancora.

-E non ridere!

-Non ti interessa il motivo per cui ci siamo lasciati?

-No!

-Ha scoperto di essere lesbica. Quindi io temerei più per la tua incolumità che per la mia.

Cercai di mostrarmi disinteressata, ma in realtà ero interessata eccome. Bene, era lesbica. Quindi si spera che non avrebbe allungato le mani su Denis. Ma poi no, basta!, mi rimproverai. Perché continuavo a fare scene di gelosia verso un ragazzo che nemmeno mi interessava?

Ebony entrò in quel momento con un po' di vestiti in mano e me li mostrò. Erano splendidi. Decisi di provare un vestitino corto e aderente con croci rovesciate disegnate sopra, e una minigonna di latex nera con appese delle catenelle. Afferrai anche un top con le maniche con delle immagini simili a graffi di artigli e una giacchetta di pelle corta. Per non farmi mancare nulla, acchiappai anche un completo intimo di pizzo nero che lasciava molto poco all'immaginazione. Con il mio bottino, saltellai nel camerino e cominciai a provare gli abiti, ma solo sentire le risate sovrapposte di Ebony e Denis di là mi faceva venire il nervoso. Sbirciai dalla tendina del camerino, e la vidi toccare troppo Denis per i miei gusti. Sì, quella era lesbica tanto quanto io ero vergine. Sentii di là delle voci nuove, e immaginai fossero entrati dei clienti, per cui strillai

-Denis, puoi venire un attimo?

-Sì, cosa …

Lo tirai con violenza dentro al camerino, anche se ero a torso nudo e la minigonna era infilata per metà. Lui capitombolò dentro

-Midnight, ma cosa fai?!

-La pianti di farti toccare da quella lì?!

-Ma a te che te frega, scusa?

Già, che me ne fregava? Non dovevo comportarmi così. Non dovevo.

-Nulla, ovviamente.- cercai di recuperare, tirandomi su la gonna – Volevo solo … ecco … che non ti sporcassi troppo le mani visto che mi devi aiutare a chiudere la zip del vestito e …

-Hai indosso la gonna, primo. E secondo, come faccio a sporcarmi la mano toccandola?

Dannazione. Mi stavo mettendo nei casini da sola, solo perché ero una stupida gelosa. Di cosa poi dovevo ancora capirlo.

Denis mi sorrise e mi fece scivolare la mano sulla vita, un po' troppo in basso. Si chinò su di me e mormorò

-Ammetti che mi vuoi, dolcezza.

-Io …

-Dimmelo.- si abbassò pericolosamente sul mio viso, sfiorandomi la guancia con le sue labbra.

Mi sollevai sulle punte dei piedi e fui quasi sul punto di baciarlo che la tenda del camerino si spalancò.

-Allora, cara, come vanno i vestiti?

Dire che odiai Ebony in quel momento è un eufemismo. La guardai con tutto il mio odio, e sperai che Denis le facesse capire che non era per nulla la benvenuta, ma invece lui scoppiò a ridere e uscì, passando un braccio attorno alle spalle di Ebony

-Vero che la nostra piccoletta sta da dio?

Gli feci il medio e chiusi la tenda di scatto. Facile sì, stupida no. Voleva giocare? Benissimo. Ero pronta.

 

 

  
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