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Autore: Jason Gaming    06/05/2020    0 recensioni
Prima AU, e prima Fanfiction seria che scrivo.
Il mondo è un inferno. Se non hai fortuna devi combattere con le unghie e con i denti per sopravvivere, devi impegnarti. Ma che ci crediate o no, anche detto così sembra facile, impegnandosi, per fare qualcosa che va contro noi stessi. Tradire la nostra anima, sottometterla, terrorizzarla. E chi non ci riesce muore. Perché se sei più debole di te stesso non sei più forte di nessuno.
Tashigi questo lo ha imparato, e ha costretto se stessa a fare un lavoro patetico e vergognoso, tradendo la propria anima.
Tutto ciò che può fare è sperare in un miracolo, e forse qualcuno glielo darà.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba nera, Mugiwara, Roronoa Zoro, Tashiji
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Tashigi si stava ricordando del suo primo incontro con Roronoa Zoro. La prima cosa che le venne in mente quando lo vide fu questa “Teppista da due soldi.”. La sua scuola era nota per aver un regolamento piuttosto severo, e quei ragazzi lo stavano mandando a quel paese scassinando la serratura di un luogo unicamente riservato ai docenti. Tashigi si affrettò a raggiungere quei ragazzi, per fargli capire che le regole andavano rispettate. A quel tempo Tashigi non avrebbe mai disobbedito alla sua anima, se lei le ordinava qualcosa lei lo faceva, se le ordinava di comportarsi in un modo lei lo faceva. La sua anima poteva decidere addirittura cosa le sarebbe dovuto piacere e cosa no, ma in fondo non è che ci fosse da stupirsi troppo, lei e la sua anima erano la stessa persona no? La verità era ben diversa, ma Tashigi ci avrebbe messo degli anni per capirla.
Tashigi cominciò ad avvicinarsi, “Ehi voi! Che state facendo?!”, quei quattro la sentirono, la sentirono eccome, tanto che il nasone iniziò a tremare. Iniziò a farneticare cose del tipo “io lo sapevo che finiva male.” o “meglio filarsela e non avremmo troppo guai.”, in effetti entrare del bagno docenti non era concesso agli studenti, ma più che altro era il gesto in se ad essere offensivo: già scassinare una serratura è un violazione del regolamento che proibisce l’accesso a varie zone. E poi anche solo pensare di andare contro le regole era come sfidare il regolamento stesso: quindi il preside ed il corpo docenti.
Ma quelli non erano teppisti qualunque, immediatamente il biondo si avvicinò a lei, la prese per le spalle, assunse uno sguardo minaccioso e parlò con voce grossa, troppo per uno che avrebbe dovuto avere si e no la sua stessa età, “Ascoltami bene... Anche se sei una ragazza non devi osare disturbare la mia adorata Nami-Swan!”, la corvina non si scompose, era sempre stata una ragazza forte e convinta, e non come quelle altre, che bastava mostragli un po’ di attributi per farle cedere, e renderle delle patetiche cagne. Tre, due, uno ,ed il biondo cedette, ma non perché lei avesse più forza di volontà, semplicemente perché... “Tu... Ma tu...? Sei per caso una sirena?!” quel ragazzo era un coglione, uno di quelli che per una ragazza avrebbero mandato a quel paese tutta la loro vita, il biondo cominciò a piroettare intorno a Tashigi, con lei che si trovava fra l’imbarazzato e il furioso, “Ti chiedo perdono per essere stato scortese con te mia dea! Ma purtroppo non potrei mai scegliere se stare dalla tua parte o quella della mia Nami-Swan!”, se non ci fosse stata una ragazza con loro, lui avrebbe abbandonato i suoi amici per lei, sostanzialmente è questo che stava dicendo, “Ma dai Sanji ti sembra questo il momento!? Comunque ho fatto!” li interruppe la rossa, per poi entrare nel bagno e chiudersi la porta dietro. Poi si sentì uno scatto, a quanto pare la chiave era dall’altro lato. “E tu ci lasci fuori così Nami?!”, sbraitò il nasone, per poi cominciare a correre, seguito poi dal biondo, sempre piroettante, che la salutava mandandole dei bacetti, in modo anche abbastanza irritante. Tashigi adesso doveva scegliere se inseguire quei due idioti per portarli da preside, oppure tentare di fare uscire la rossa. Be era ovvio che fosse meglio inseguire quei due, una volta portati dal preside lo avrebbe informato di quella ragazza chiusa in bagno. Tashigi non perse tempo ed iniziò a correre, vedendoli in lontananza. Ma non aveva fatto i conti con l’uomo di bronzo. Allora le sembrava solo il classico tutto muscoli niente cervello, ma si dovette ricredere perché quello stronzo è stato il suo peggior nemico per una quantità infinita di tempo, e lo era tutt’ora. Quel ragazzo la bloccò dandole uno spintone, per poi bloccarla“NON PROVARE A FARLE MALE MARIMO!” urlò il biondo mentre correva , insieme ad una rabbia devastante Tashigi provava anche un pena considerevole per quel ragazzo, chiamarsi Marimo non doveva essere molto bello. Il verde aspettò che i suoi amici girassero l’angolo prima di lasciarla “Non impicciarti negli affari altrui...” Le disse soltanto, per poi andarsene.
“Qui abbiamo un sostenitore della parità dei sessi...”, Tashigi sapeva bene che se non si era fatto scrupoli a bloccarla con tanta violenza, di certo non avrebbe esitato a picchiarla se avesse provato a seguirla. Era meglio parlarne con qualche professore. Tashigi chiese ad un paio di ragazze di bloccare la porta del bagno dei dirigenti, non voleva fare una figuraccia, se i professori non avessero trovato niente.
Salì al terzo ed ultimo piano, ed andò nell’aula dirigenti, sperando di trovarci qualcuno, come la professoressa Tsuru o la signorina Bellamere, magari il preside Sengoku , ma quando arrivò all’aula non non trovò nessuno che conoscesse.
Tashigi entrò nell’aula dopo aver bussato, il primo a parlarle fu un signore alto, con dei folti capelli rossi “CHE COSA CI FA QUI UNA STUDENTESSA A QUEST’ORA?!”, be più che parlarle si può dire che le stava urlando contro, “Calmati Bastille, magari deve dirci qualcosa.”, lo calmò un uomo con i baffi, “Scusa per il comportamento del mio collega. Mi presento il mio nome è Momonga, e sono un professore di educazione fisica.”, Tashigi si guardava intorno, tutte faccio nuove, da quel baffone con il taglio alla moicana a quell’energumeno capellone. Ma uno di loro non se lo sarebbe dimenticato, un uomo alto e con una pelle chiara, capelli di un prematuro e chiarissimo grigio tirati indietro con la lacca, muscoli nascosti da un impermeabile bianco, due sigari alla bocca alcuni peli sul mento. Quell’uomo era stranissimo, già solo fumare in una scuola non era un esempio da seguire, figurarsi se lo faceva un professore, con addirittura due sigari. Oh ma Tashigi non sapeva che quell’uomo sarebbe stato il primo a conquistarle il cuore.
Tashigi raccontò ai professori ciò che era successo, loro si dimostrarono disinteressati, non era una cosa particolarmente grave secondo il loro punto di vista, ma se non avessero almeno provveduto a tirare fuori una ragazza chiusa nel bagno dei docenti il preside li avrebbe mangiati vivi. Tashigi li portò al piano di sotto, domandò alle due ragazze se qualcuno fosse passato o se si fossero mai spostate da lì, e loro risposero di no. Momonga prese le chiavi di riserva, le mise nella serratura, due giri di chiave e... la serratura non li fece: la porta era già aperta, non era chiusa a chiave. Bastille era già furioso come una iena, e Tashigi non sapeva se era più grande la vergogna per aver preso un granchio, o lo stupore per tutta la situazione che si era venuta a creare. A quel tempo era ancora un ingenua, degli errori così erano anche passabili.
Momonga cominciò a pensare che si trattasse tutto di uno scherzo, quindi lasciò la presa dalla maniglia per non rendere la studentessa ancora più ridicola, ma a Bastille non importava. Il professore dal capello rosso spalancò la porta del bagno docenti, e diventò rosso quanto i suoi capelli quando vide che razza di buffonata era. Nel bagno non c’era nessuno, e la singola differenza che c’era rispetto a prima era una scritta: “Vaffanculo vecchi”. Che dire, non era difficile immaginare a chi lo avesse scritto, i professori pensarono subito che fosse tutto uno scherzo della corvina, ed in effetti come dargli torto. Tashigi chiese immediatamente scusa, ma non tardò a giustificarsi dicendo che non era stata lei a progettare quella buffonata, e che era stata una rossa insieme ad altri tre ragazzi, un biondo ,un nasone ed un certo Marimo. Inutile dire che i professori non le credettero minimamente, e la misero in punizione. Così Tashigi non poté andare ad esercitarsi al club di scherma dopo le lezioni.
Ecco. Primo giornata di scuola di merda. Tashigi aveva provato a fare una buona azione, anche se ai danni di suoi compagni di scuola, ed invece si è dovuta non solo prendere la colpa di un infrazione che non aveva commesso, ma addirittura si era praticamente inimicata tre dei nuovi professori. Ma la sfortuna non le avrebbe riso in faccia ancora per molto, perché adesso avrebbe avuto l’occasione di redimersi.

Qualche ora dopo e Tashigi aveva trovato sia Marimo che gli altri tre ragazzi

“Non chiamarmi Marimo!", le disse il verde con una furia inaspettata, “E dimmi allora come dovrei chiamarti?!”, rispose Tashigi, eppure pensava che fosse quello il suo nome. Ma il ragazzo non intendeva di certo darle il suo nome completo, perciò le diede il cognome, “Chiamami Roronoa.”, disse “Zoro.”, una voce profonda e scorbutica finì il nome di quel ragazzo. Ma Tashigi non si sarebbe aspettata di rincontrare quel tipo proprio lì.



















Bunker dell’autore

Ebbene si signori, lo stronzo è tornato, con un capitolo cortissimo che pare non centrare nulla con tutta la storia e di cui il finale è a dir poco confusionario (ma tranquilli, nel prossimo si vedrà come si è arrivati a quel punto, e si vedrà anche cosa succederà poi. Il che mi pare d’obbligo aggiungerei.).
Stavolta sono costretto ad entrare nel bunker perché sennò temo sarei stato ucciso malamente, e come avrei potuto biasimare gli assassini? Nell’ultimo angolo avevo detto che avrei aggiornato settimanalmente o giù di lì, ed invece mi presento solo ora.
Spero possiate perdonarmi, la colpa è solo mia che non avevo ancora pensato bene agli sviluppi. Tornando al capitolo attenzione signori perché fa la sua prima comparsa Smoker. Inoltre immagino abbiate notato un differente carattere di Tashigi, non ha più i suoi conflitti mentali. O meglio, non li ha ancora.
Spero solo di avervi incuriosito con questa parte Flash Back e che continuerete a seguire la storia che davvero ci tengo.
Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo
Un saluto da parte di me stesso Jason
   
 
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