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Autore: PRISHILLA    06/05/2020    1 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Salve a tutti, ben ritrovati!
Mi sembra quasi assurdo essere qui dopo così tanto tempo, e in realtà è stato davvero un caso...
Sono già trascorsi sei anni da quando scrissi quella che adesso chiamo la prima parte di Cuore Celato, che lasciai a metà per diversi problemi che adesso però ho superato (diciamo bene per essere positivi XD), ma in tutti questi anni non sono mai riuscita a superare il blocco per questa storia.
L'avevo data per morta in realtà...
Erano più o meno sei anni che non scrivevo affatto...
Sinceramente qualche volta mi era tornata in mente ma non sapevo più come continuarla perché non ho idea di che fine abbiano fatto i miei appunti in merito!!!
La quarantena mi ha ricordato il piacere nel mettere giù le idee nero su bianco, la bellezza di creare con la mente e poi dar vita. La luce nel buio insomma...
Ho iniziato a scrivere qualcosa, poi per qualche ragione ho lasciato quello che stavo facendo perché sono finita di nuovo su Cuore Celato, mi ero anche dimenticata la storia, l'ho riletta ( mi è piaciuta XD...) e in un giorno mi è venuto in mente tutto il continuo fino al finale! Allora mi sono detta, è arrivato il momento di superare il blocco.

Volevo chiedere scusa, davvero, di cuore, a tutti quelli che hanno aspettato, sperato, e sono rimasti delusi. A coloro che HO deluso.
Forse è troppo tardi per alcuni, che non leggeranno mai, ma spero di rifarmi almeno con quelli che si ritroveranno qui per caso, come me, e leggeranno il continuo di questa storia...

Ripeto, non ho idea della trama iniziale, non ricordo affatto la piega che doveva prendere la storia, come l'avevo immaginata allora, quindi ho cercato di darle un proseguo adatto, sensato, e soprattutto di darvi un finale.

Spero davvero davvero davvero vi piaccia, perché tutta quest'attesa per una ciofeca (che dalle mie parti è l'equivalente di una cagata XD... ) sarebbe un fallimento.

Vi lascio alla storia, avete atteso abbastanza, ma ci tenevo a chiedere scusa e ad augurarvi una buona lettura!

Fatemi sapere che ne pensate!!!!! Recensiteeeee!!!! ^^


Capitolo 16


L'infermeria era stata piuttosto affollata per tutto il resto del giorno, un via vai di gente continuo e instancabile. Blaise e Theo avevano vegliato su Draco per gran parte del tempo mentre lui era disteso privo di sensi nel letto solitario.

Pansy aveva fatto la sua comparsa ad un certo punto, e frignando come una bambina viziata aveva fatto un teatrino in cui dimostrava di tenere a lui immensamente e di essere distrutta all'idea di saperlo incosciente, ma i ragazzi non se la bevvero affatto e non parvero commuoversi neanche per un attimo davanti a quel dolore privo di lacrime e sentimento.

Quando se ne furono andati tutti era piuttosto tardi, poco prima del coprifuoco, il via vai era cessato e anche Madama Chips pareva essersi ritirata.

Come un'ombra uscita fugacemente dal buio, Ginny fece la sua comparsa nella grande sala dell'infermeria.

Si avvicinò a lui lentamente, a passi tremanti, la gola arida e graffiante le faceva male per il troppo piangere.

Aveva trascorso così l'intero pomeriggio e la serata, nascosta nell'ombra per non essere vista, aspettando con ansia che tutti fossero andati via almeno fino al mattino dopo.

Si era stretta le gambe al petto in un angolino solitario e si era cullata dondolandosi, mantenendo la calma mentre le lacrime scolavano via dagli occhi stanchi senza poter essere fermate e l'ansia le stringeva lo stomaco in una morsa dolorosa.

Ma si era imposta di aspettare, di resistere, di essere pazente.

La sua atesa era in fine terminata, la sua pazienza premiata, e finalmente poteva andare da lui. Quello che non sapeva era che ritrovarsi davanti al corpo di Draco, inerme e immobile su quel lettino, le averebbe fatto quell'effetto...

Aveva sempre creduto di essere piuttosto forte, c'era chi negli anni le aveva dato dell'insensibile. Si sbagliava. Si sbagliavano tutti.

Soffocò un singhiozzo, portandosi le mani alla bocca, non voleva, non doveva fare rumore, ma non riuscì a frenare quelli che seguirono subito dopo.

La testa le girava terribilmente e una nausea pressante la costringeva a respirare in fretta. Aveva caldo, davvero tanto caldo e in un attimo non ebbe più le forze di trattenere tutto quel dolore e si lasciò andare in un pianto straziante, stringendo i denti fino a farsi male, trattenendi il respiro fino a soffocare.

Aveva davvero creduto di aver già pianto tutte le lacrime che aveva in corpo, ma a quanto pareva non era così.

Si avvicinò al letto, piano, e allungò una mano tremante per accarezzargli il viso, lasciandola sospesa a mezz'aria quando si rese conto di non riuscire a farlo, di non riuscire neanche a toccarlo.

Sembrava così sereno...

Gli spasmi provocati da quei singhiozzi prepotenti le fecero levare la mano in fretta, ritirandola come si fosse scottata. Cercò di prendere fiato ma le vie respiratorie parevano bloccate, otturate, chiuse! Si portò la mano allo stomaco stringendo forte, tremando e agitandosi.

Era colpa sua. Era stata tutta colpa sua...

Fu in quello stato che Hermione la trovò. Quasi piegata in due davanti al letto di Malfoy, piangeva ormai rumorosamente. Era in uno stato pietoso. -Ginny!- sospirò di sollievo nonostante tutto nel essere riuscita a trovarla. L'aveva cercata per tutta la scuola senza risultati e iniziava ad avere un brutto presentimento. Per fortuna era finita.

Ginny si spaventò nel sentirsi chiamare, gli occhi sgranati e sul viso chiari segni di colpevolezza. Hermione pensò che forse era per l'essere stata scoperta a vegliare su Draco, ma c'era dell'altro nel suo sguardo, qualcosa di indecifrabile, sembrava una pazza con i capelli sciolti arruffati e la divisa...

-Hermione...- disse quasi senza fiato.

Hermione le si avvicinò e la prese per le spalle. -Va tutto bene Ginny sono qui... sono qui...- la guardava ma sembrava assente, gli occhi vacui e spenti, arrossati per il troppo piangere e gonfi. Non l'aveva mai vista così. Una parte di sé se la prese con se stessa, non avrebbe dovuto assecondare quel piano idiota!

-Hermione...- disse ancora. -E colpa mia.- le sentì dire con un fil di voce. A Hermione si spezzò il cuore nel sentirle dire quelle parole. Non era vero...

-No Ginny, no. Non è affatto così...- tentò di dirle ma Ginny non l'ascoltava persa com'era nei suoi pensieri.

-Hermione guardami...- le disse allontanandosi da lei bruscamente. Aveva le mani levate a mezz'aria e continuava a guardare le dita affusolate ricoperte da quello che in quella penombra non poteva ben decifrare, sembrava sporca... -Guarda...- ripeté. -E' il suo sangue Herm, il suo sangue. - le disse inorridita per poi perdere fiato, e la vide tentare di respirare faticando.

-Ginny calmati!- le ordinò senza averne reali speranze. La situazione era grave.

-Il suo sangue. Sono ricoperta del suo sangue...- diceva mentre non toglieva lo sguardo dalle sue mani sospese.

Hermione la guardò meglio ed era vero. Le mani e anche la divisa di Ginny erano impregnati del sangue di Malfoy. Aveva sangue seccato ovunque sulle gambe.

Hermione sapeva bene che era stata lei a trovarli nel bagno, lei a chiamare Piton, se non lo avesse fatto adesso lui probabilmente non sarebbe stato neanche lì. Ma Ginny non pensava a questo, poteva solo pensare a quello che era successo, probabilmente rivivendo quella scena infinite volte di seguito nella sua mente senza mai una pausa.

-Io ero lì, l'ho visto cadere davanti ai miei occhi, non ho potuto fare niente non ho potuto fermarlo.- continuò parlando in fretta quasi a volersi giustificare con la voce rauca e scossa. Poi si fermò di colpo e scosse il capo prima piano, poi con più vigore. -Dovevo fermarlo.- disse in un soffio con tono severo. -Io ho sbagliato tutto dovevo fermarlo, dovevo correre più in fretta, dovevo raggiungerlo per prima, dovevo essere lì...-

-Ginny basta!- le urlò Hermione non potendone più di sentirla parlare a quel modo. -Tu hai fatto l'unica cosa sensata che potessi fare: Hai chiamato Piton!- urlò ancora per sovrastare la voce di lei che continuava a ripetersi come un disco rotto che era colpa sua.

-Dovevo essere lì e impedirlo, dovevo salvarlo!- questa volta era Ginny che urlava in preda ad una crisi di nervi in cui tremava e si piegava in due respirando a fatica. Hermione fece l'unica cosa sensata che potesse fare in quel momento...

L'abbracciò.

L'avvolse tra le braccia per tenerla ferma, per impedirle di contorcersi, di cadere mentre continuava a piangere. -E' stata tutta colpa mia! Hermione mi sento morire! Mi sento morire!- urlava, e Hermione non poté impedire a quel groppo alla gola che tentava di respingere di salire prepotentemente. Stava vincendo la battaglia contro la sua difesa. Le straziava il cuore vederla così, ancora di più sapere di non poter fare nulla per lei.

-Ginny smettila.- le disse abbracciandola più forte sul punto di piangere lei stessa.

-Cosa sta succedendo qui?- chiese Madama Chips entrano nell'infermeria attratta da quelle voci, trovandosi difronte quella scena.

Hermione in un primo momento sobbalzò, presa alla sprovvista, ma sapeva che l'infermiera sarebbe accorsa da un momento all'altro con tutto quel baccano, in parte ne fu sollevata. -Ginny non sta bene.- le disse, e infondo era la verità.

-Lo vedo signorina Granger.- disse avvicinandosi a loro mentre un'affannata Ginny continuava a respirare a fatica aggrappandosi saldamente al suo braccio per non cadere. L'infermiera si avvicinò a loro prendendo il viso di Ginny tra le mani, guardandola poi con attenzione. -La faccia sedere mentre le preparo qualcosa.- disse con tutta tranquillità l'infermiera mentre si allontanava con passo sicuro e prendeva a mischiare certi liquidi tra di loro.

Hermione fece come le era stato detto e cercò di far sedere Ginny sulla sedia accanto al letto dove giaceva Draco. Sembrava essersi calmata un attimo, ma nel voltare il viso lo vide ancora e riprese a piangere. Hermione non sapeva che fare. Cosa avrebbe pensato l'infermiera sentendole ripetere che era colpa sua e che doveva essere lì a salvarlo? Tentava di farla tacere ma era impossibile.

-Granger- la richiamò la signora. -Venga qui.- le disse, ma lei era restia ad allontanarsi dall'amica. Dovette farlo ad ogni modo richiamata ancora dall'infermiera che “non aveva tutta la notte”. -Tenga.- le disse porgendole un bicchiere pieno di un liquidi di cui non vedeva il colore in quell'oscurità. -Glielo faccia bere tutto.- le disse per poi voltarsi dall'altra parte rimettendo tutto in ordine.

Hermione era titubante, si morse le labbra, ma doveva chiederlo. -Madama...- la chiamò, e lei si voltò nella sua direzione guardandola. -Come sta Malfoy?- le chiese in un solo respiro.

L'infermiera sollevò un sopracciglio, il suo sguardo era dubbioso. La vide voltarsi totalmente nella sua direzione e guardarla con aria di sfida, poi guardò Ginny che seduta su quella sedia ancora si fissava le mani sporche del sangue ormai stagnante di Draco e si dondolava sulla sedia come una matta.

Infine tornò a guardare lei. -Può dire alla signorina Weasley non appena si sarà ripresa che il signorino Malfoy starà benissimo.- le sorrise furba mentre Hermione si schiariva la voce. -Temo che ora non sarebbe in grado di capirci, è un attacco di panico il suo, le faccia bere la pozione e vedrà che starà meglio.- le indicò con un cenno del capo la pozione tra le sue mani. -Per fortuna il professor Piton è arrivato in tempo, può dirle che gli ha salvato la vita.- e così dicendo si allontanò riprendendo il suo da fare mentre Hermione si avvicinava all'amica e chinandosi su di lei cercava di farle ingollare quel liquido puzzolente.

-Bevilo Ginny ti farà bene.- le disse sopportando pazientemente le sue proteste ma riuscendo in fine a convincerla. La vide affogarsi un pochino ma senza smettere di bere. -Dobbiamo andare adesso. Dai.- sorrise all'amica dolcemente mentre lei finalmente la guardava negli occhi quasi presente.

-Le dia una ripulita.- disse Madama Chips dal fondo della sala.

-Andiamo, ti lavo e ti metto a letto, dormi con me stanotte così non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno.- sorrise ancora mentre la vedeva annuire. Era la soluzione migliore, era un prefetto quell'anno e aveva la camera tutta per se, era il modo migliore per non alimentare chiacchiere.

Benedì solo la lucidità che Ginny aveva avuto nel nascondersi fino all'ultimo momento...

Prima di lasciare la sala l'infermiera diede loro un permesso giustificato che Hermione non comprese subito. -E' oltre l'orario del coprifuoco.- le disse accennando in particolare alla presenza di Ginny per i corridoio di notte.

Hermione sorrise ringraziandola, prendendo poi il biglietto e cercando di allontanare Ginny da quella sala mentre lei guardava Draco con l'aria di chi non aveva voglia di andare da nessuna parte. -Non possiamo restare su.- le ripeteva trascinandola via di lì a forza.




Una volta nella vasca Ginny si sentì meglio. La pozione iniziava a fare effetto, si sentiva più lucida e più rilassata. Era certa che fosse l'effetto della pozione.

Hermione era lì con lei, non l'aveva lasciata per un solo istante, l'aveva portata in bagno, l'aveva spogliata e infilata nella vasca piena di acqua calda e bolle di sapone. La stava lavando come avrebbe fatto sua madre al suo posto, con attenzione, delicatamente, strofinandole prima un braccio e poi l'altro mentre lei vedeva il sangue finalmente andar via dalle sue mani. Era un po' ostinato, ma Hermione era paziente.

-Grazie.- le disse d'un tratto cogliendola alla sprovvista, ma la vide sorridere e scuotere il capo.

-Non devi ringraziarmi di nulla Gin, tu avresti fatto lo stesso.- le disse ridacchiando.

Ginny annuì piano e consapevole, era vero, lo avrebbe fatto di certo.

Non sapeva davvero come avrebbe fatto senza di lei. Era la migliore amica che avesse potuto avere, e sarebbe stata davvero felice se Ron si fosse finalmente deciso a dirle quello che provava per lei. Sarebbero diventate famiglia. Sorrise appena del primo pensiero gradevole che la sua mentre riuscì a formulare dopo tanto tempo.

Ripensare a quello che era successo le dava dolore, ma era più lucida adesso e riusciva a non piangere più e a non ripetere assurdità. Si vergognò moltissimo al pensiero di come si era comportata, di essere stata vista in quello stato anche da Madama Chips. Per Merlino che figura.

Si lasciò sprofondare nell'acqua ormai tiepida mentre sentiva Hermione ridere in superficie, probabilmente sapeva esattamente a cosa pensava.

Poi un pensiero...

Uscì fuori dall'acqua a corto di fiato mentre Hermione prendeva a strofinarle forte la testa. -Laviamo via questi pensieri.- disse mentre strofinava più forte facendole anche un po' male, ma aveva altro a cui pensare.

La situazione poteva essere andata molto peggio di così. Molto peggio...

Se Draco si fosse svegliato e l'avesse vista in quello stato? Cosa avrebbe pensato di lei?

Si coprì il viso con le mani. -Ah, sono una stupida.- rantolò e il suono arrivò ovattato alle orecchie di Hermione, ma riuscì a capirla lo stesso.

-No, non lo sei.- la corresse con tono neuro e sicuro.

-Si Herm, si, lo sono. Non tentare di giustificarmi. Mi sono comportata da perfetta imbecille.- e sprofondò ancora nell'acqua, questa volta però Hermione non si fermò continuando a lavarle i capelli anche da lì sotto.

Se si fosse svegliato e l'avesse vista avrebbe pensato che fosse davvero una stupida. L'avrebbe derisa per il resto della vita e se già non le parlava più a quel punto l'avrebbe allontanata peggio della peste.

D'altra parte, perché preoccuparsene tanto? Pensò, lui già non mi parla più. Con quel pensiero riemerse, stanca e afflitta da tutta quella situazione.

-Madama Chips mi ha detto di riferirti che si riprenderà, dormiva solamente.- Hermione non la guardava, concentrata com'era, ma aveva l'aria serena ed era sincera. Ginny annuì sollevata. -Curioso come mi abbia chiesto di riferirlo a te non trovi?-

Conosceva quello sguardo, la diceva lunga, ma arrivati a quel punto tanto valeva confessare. -Draco mi venne a trovare in infermeria la notte dell'incidente nel bosco, e anche allora fummo beccati da lei.-

-Beccati Ginny?- la guardò con un sopracciglio sollevato.

Capì che l'amica stava di sicuro pensando che con “beccati” intendeva colti in flagrante. -Non facevamo niente, lo giuro.- rettificò e vedendola ridacchiare, sorrise sollevata.

Lo sguardo di Ginny s'intristì. Se solo sapessi, pensò.

Se le avesse detto di quel bacio come avrebbe reagito? Certo le aveva ammesso che il suo piano non era proprio “innocente”, ma non credeva che Hermione pensasse davvero che avrebbe avuto cuore e stomaco di metterlo in atto. Se le avesse detto del bacio cosa avrebbe pensato di lei?

Notò distrattamente che le bolle si erano come dissolte e ormai l'acqua si era tinta di rosso, del suo sangue. Era ancora una volta immersa nel sangue di Draco. Hermione parve accorgersi della cosa e levò il tappo facendo scorrere via tutta l'acqua, aprendo la doccia. Il getto dell'acqua fredda sulla testa la distrasse riportandola alla realtà. Herm le aveva propinato una vera e propria doccia fredda.

Le era grata, le aveva impedito di perdersi ancora nel fluire dei suoi pensieri. Le sentì dire “finisci da sola, io mi vado a mettere il pigiama” o qualcosa di simile, ed era andata più in là verso quelli che sembravano spogliatoi.

Solo in quel momento si rese conto che quello era il bagno dei prefetti.




Una volta nel lettone si diedero la buonanotte e si girarono dandosi le spalle. Ginny però non riusciva a dormire, aveva un peso sulla coscienza e voleva liberarsi.

Si rigirò fissando allungo silenziosa la schiena di Hermione. Come diglielo? Perché poi? Doveva proprio? No. Ma voleva farlo...

Sentiva di doverlo dire a qualcuno, e in più lei si era dimostrata leale nei suoi confronti, voleva fare lo stesso. Doveva fidarsi di lei e confessarle tutto.

Hermione si mosse. Si voltò nella sua direzione e Ginny rotolò prontamente nell'altra dandole le spalle. Il cuore le martellava in petto, come una bomba ad orologeria pronto ad esplodere. Prese una bella boccata d'aria e la chiamò. -Hermione, sei sveglia.- domandò sottovoce. Non sentendola rispondere pensò che dormisse, e in qualche modo sollevata all'idea, si arrese a rimandare tutto...

-Si.- sussurrò peró una voce biascicante alle sue spalle.

A Ginny si congelò il sangue nelle vene, il suo piano da codarda aveva fallito e adesso le toccava dirglielo. Si maledisse mentalmente dandosi dell'idiota. Era o non era una Grifondoro per la miseriaccia?! Stare così tanto con quella serpe l'aveva resa debole.

Un brivido le attraversò la schiena pensando a lui. Quella sera, su nella torre, le tornò alla mente come fosse la scena di un film babbano, di quelli che piacevano tanto a suo padre.

-Dimmelo e basta Gin.- disse Hermione con voce neutra.

Sentendosi come colta in flagrante sputò fuori la cosa di getto.-Ci siamo baciati.- confessò tutto d'un fiato, poi chiuse gli occhi stringendoli forte preparandosi all'impatto, che però non arrivò mai.

-Lo so.- le sentì dire. -O meglio lo avevo immaginato.-

Ginny si voltò nell'udire quelle parole. -Come potevi saperlo?- le chiese quasi d'istinto. Non poteva essere.

Hermione ormai supina si voltò a guardarla con un lieve sorriso sulle labbra distesa comodamente come se stessero semplicemente parlando del più e del meno, a differenza sua la cui agitazione era palpabile. -Ginny ormai ti conosco abbastanza bene, conosco benissimo quello sguardo di colpevolezza che ti si dipinge sul viso quando fai qualcosa di sbagliato.- la canzonò.

In un primo momento lei ridacchiò, dando merito ad Hermione di conoscerla davvero piuttosto bene ma... -Credi che abbia sbagliato?- le domando dubbiosa, senza guardarla, concentrandosi invece sui suoi capelli con cui giocherellava per dissipare l'ansia.

-Gin io non credo si dovrebbe scherzare con i sentimenti degli altri.- le disse con un accenno di severità nella voce.

-Credi che io stia giocando con i suoi sentimenti?- le chiese allibita.

-Non è forse quello che stai facendo?- l'ammonì. Ginny si sentì lievemente in colpa ripensando al suo piano diabolico. -Ma no... non credo che tu stia giocando con lui.- ammise. -E ammetto che la cosa un po' mi spaventa.-

Cosa voleva dire Herm con quella frase. Forse credeva che lei in realtà fosse innamorata di lui? Ma le cose non stavano così, non potevano stare così. -No Herm ti assicuro che io...-

-Credo che sia lui a giocare con i tuoi Ginny.- l'interruppe prima che finisse la frase, togliendola dall'imbarazzo di ciò che stava per dirle.

Ginny ci rifletté un attimo su. Lo sguardo intristito, si rendeva benissimo conto, era evidente agli occhi dell'amica che la guardava con una sorta di pietà, tanto che le afferrò la mano dicendole che andava tutto bene. Ma non era così. Non andava tutto bene. Draco stava giocando con i suoi sentimenti. Davvero?

Sobbalzò destandosi da quello strano torpore, riprendendosi da quella riflessione assurda. Ma quali sentimenti?!

Si rituffò nel letto stringendo forte la mano di Hermione.

-Ti sei scottata Gin, io sapevo sarebbe successo.- la voce era lieve e dolce. -Temo sia tutta colpa mia.- si voltò a guardarla, accigliata e preoccupata. -Avrei dovuto fermarti.-

-Non avresti potuto.- le confessò, e sapeva che Hermione ne era consapevole. -E poi non mi sono scottata.- le disse, e ci credeva.

-Ginny...- le disse invece Hermione al limite dello scandalizzata. -Tu non ti sei vista quando eri in infermeria poco fa... io si!- aveva il viso sconvolto. -Eri disperata.-

-Perché credo sia colpa mia.-

-No.- la fermò Hermione. -Perché tu sei inna...-

-Non dirlo.- la fermò. La guardò sorridendo. -Non dirlo.- le ripeté.

-Ma...-

-Se non lo diciamo allora sarà come se non fosse mai successo niente.- Ginny era certa, se avesse continuato a ignorare quella vocina nella sua testa e ad azzittire quella ancora più rumorosa nel suo cuore, allora ne sarebbe uscita indenne. -E potremo tutti andare avanti.- aggiunse in un soffio, più convinta che mai.

Hermione allora non disse nulla. Guardò l'amica mentre le si stringeva il cuore, e Ginny fu grata del suo silenzio. Si erano capite, e questo le bastava. Non voleva che Hermione la portasse al ragionamento, non voleva arrivare a nessuna conclusione.

-Tanto ormai non siamo neanche più amici.- le disse facendo spallucce. Ed era la verità. A che pro confessare qualcosa di così doloroso se poi il mattino seguente avrebbe dovuto dimenticare tutto, riporlo in un cassettino della sua memoria, lo stesso in cui custodiva tutti i ricordi che aveva con lui, e fingere che nulla fosse mai stato dal momento in cui lui non le rivolgeva neanche la parola.

-Eravate amici?- le chiese Hermione divertita.

Ginny ci pensò su. -In un modo unico...- e speciale, finì la frase nella sua mente dove nessuno l'avrebbe udita, dove le parole mai pronunciate non potevano farle male, perché non pronunciandole non erano mai esistite.




Draco era in infermeria disteso nel suo letto e rifletteva guardando la luna fuori alla finestra.

C'era davvero troppo su cui doveva fare chiarezza in realtà. Lei era appena andata via, e lui aveva sentito tutto.

Quando Ginny era entrata nella stanza aveva creduto davvero che fosse ancora Pansy.

Aveva chiesto a Theo e Blaise poco prima di dirle che non si era ancora risvegliato, quando in realtà aveva ripreso i sensi già circa un'oretta prima del suo arrivo. Loro gli avevano retto il gioco, e dopo qualche scenetta da teatro erano riusciti a portarla via.

Non riusciva neanche lui a spiegarsi com'era riuscito a mantenere le apparenze di ragazzo svenuto quando quell'oca le si era lanciata addosso finendogli sullo sterno facendogli anche piuttosto male. Ma non poteva emettere neanche un suono o l'avrebbe smascherato!

Per fortuna erano riusciti a portarla via di lì, ringraziò mentalmente quei due idioti che al momento giusto si rivelavano buoni amici.

Poi era entrata lei, e non aveva mosso un muscolo.

Solo sentendola piangere aveva capito che non era Pansy ma Ginny, d'istinto volle riaprire gli occhi e dovette lottare contro se stesso per non farlo. Poi udì la Granger quasi si strozzò per evitare di emettere qualunque suono.

Fu allora che Ginny parlò e le sue parole lo colpirono come un pugno nello stomaco. Era stata lei a chiamare Piton, era stata lei a salvarlo. Ma si era anche convinta in qualche modo di essere stata lei la colpevole di tutto quello che era successo.

Stupida bambina sciocca, pensò.

Non era stata affatto colpa sua, anzi. L'unico colpevole di tutta quella faccenda era proprio lui, se dovevano proprio incolpare qualcuno era lui da biasimare, neanche lo stesso Potter era colpevole di ciò che aveva fatto. Lui credeva di essere nel giusto.

E in effetti...

Sentire Ginny agitarsi a quel modo era stato straziante, non riusciva neanche a spiegarsi perché aveva quella voglia pressante di alzarsi dal letto e mettere fine a quell'agonia. Ma non lo aveva fatto. Era rimasto in silenzio a sentirla soffrire per lui.

In realtà in qualche modo il suo ego ne aveva gioito.

Si, perché nessuno, che non fosse stata sua madre, si era mai preoccupato tanto per lui. Lo aveva fatto sentire in qualche modo importante.

Scacciò quel pensiero grattandosi in malo modo la testa, pensando che quel colpo ricevuto doveva essere stato piuttosto potente.

Rise. Che idiota che era.

Ricordava benissimo il momento prima di stramazzare al suolo svenuto. Ricordava benissimo il momento in cui aveva sentito la sua voce. Sapeva bene in quel momento che ogni distrazione poteva essergli letale, che Potter faceva sul serio, ma era stato un richiamo più forte di lui, e lui era risaputo fosse un debole.

Si era voltato, l'aveva vista, guardata, studiata per quelli che potevano essere gli ultimi millisecondi della sua vita. E aveva deliberatamente deciso di morire così, guardando lei che con lo sguardo più spaventato che le avesse mai visto, lo guardava urlando disperata mente veniva colpito e scaraventato al suolo.

Era stato bello. Sorrise appena di se stesso. Si. Era stato piuttosto bello morire guardando negli occhi qualcuno che davvero teneva alla sua vita, e anche se allora non ne era certo, adesso...

Come negarlo?

Ginny sembrava impazzita qualche minuto prima quando, inarrestabile nel suo dolore davanti alla possibilità che lui potesse anche non risvegliarsi, piangeva e delirava dicendo sciocchezze.

Un attacco di panico, aveva dello l'infermiera.

Ma davvero Weasley? Aveva pensato lui sconvolto e attonito.

Anche in quel momento non riusciva quasi a crederci. Ma doveva farlo, era innegabile. Le voci erano vere, gli studenti ci avevano visto giusto, il primo pettegolezzo fondato in quella scuola da quando la frequentava.

Solo, lui non era riuscito mai a crederlo fino infondo, aveva preferito non farsi nessuna illusione in merito per...

Illusione...

Ma che andava a pensare? Illudersi di che cosa? Che la Weasley potesse davvero essere innamorata di lui? E se anche fosse? Che idiota, continuava a pensare dandosi dei colpetti sulla fronte con il pugno chiuso.

E se anche fosse stato così? Non poteva certo mettersi con lei, fingere che in tutti quegli anni nulla era mai accaduto, che i dissapori tra le loro famiglie non esistevano e che non stavano in realtà combattendo su due fazioni diverse del campo di battaglia

E poi a lui non piaceva.



Stava mentendo.

Solo un'imbecille poteva mentire così spudoratamente a se stesso. Mentire nei propri pensieri dove nessuno aveva il permesso di accedere, dove nessuno mai lo avrebbe sentito. La sua mente, che era schermata anche dall'intrusione dello stesso Signore Oscuro.

Ma quello di cui aveva più paura infondo, era proprio se stesso.

Quella sera era andato a cercarla.

Perché?

Perché...

Chi lo aveva costretto?

Nessuno.

Aveva scelto di farlo, o meglio si era ritrovato lì senza riflettere.

Ogni cellula del suo corpo voleva vederla.

Era stato facile trovarla, era stato più difficile restare freddo alle sue accuse, ai suoi occhi che a lui sembravano implorarlo. Forse era stata davvero solo una sua impressione, ma in quel momento non volle resistere, non volle controllarsi, non volle dar retta alla vocina che nella sua testa gli diceva che era assolutamente sbagliato quello che stava per fare. E lo fece. Una volta così vicino non aveva più potuto fermarsi, e l'aveva baciata.

E dannazione a lui lo avrebbe rifatto ancora!

Diede un pugno sul letto, agitandosi, come se ogni fibra del suo corpo reagisse in malo modo a quel pensiero. Ma era vero. Chiuse gli occhi inspirando profondamente. Tornò a guardar fuori dove la luna aveva ormai completato il suo giro ed era sparita dalla sua vista.

Sapeva che Ginny non era una delle ragazze della sua casa. Sapeva che non poteva trattarla come una di loro. Se lo era ripetuto un'infinità di volte, così tante che credeva di aver recepito il messaggio. Ma non era stato così.

Una volta tra le sue braccia aveva perso il controllo. Nella sua mente si erano formulate le idee più disparate. Si era lasciato prendere dal panico. Continuava a credere che fosse impossibile che davvero la Weasley si fosse potuta innamorare di lui. Di lui per Merlino!

L'aveva baciata anche per quello.

Era certo che lo avrebbe rifiutato, respinto in malo modo non sopportando neanche l'idea di averlo sulle sue labbra, ma...


Lei aveva... risposto.

Dannazione a lei aveva risposto a quel bacio e se doveva proprio dirla tutta gli era sembrata piuttosto convinta. Era stata colpa sua quello che era successo dopo.

Almeno questo era quello che si era ripetuto per i giorni seguenti creandosi una sorta di alibi.

La verità era che si era spinto troppo oltre con lei, lo aveva capito solo in seguito. Ma forse era stato meglio così.

Nel momento in cui l'aveva sentita irrigidirsi sotto le sue mani aveva creduto di avere la risposta alla sua domanda, aveva creduto che lei stesse fingendo e che si fosse irrigidita perché gli aveva mentito per tutto quel tempo.

Un po' offeso l'aveva lasciata lì ed era scappato via come un vigliacco.

L'aveva anche punita in qualche modo, a modo suo, mostrandosi in pubblico con Pansy, facendole capire che lui poteva avere tutte le ragazze che voleva, ricordandole che c'era gente che si prostrava ai suoi piedi, che non aveva bisogno dei suoi stupidi giochetti per umiliarlo o prendersi gioco di lui! Non sapeva cosa avesse avuto in mente ma doveva farle capire che con Draco Malfoy non si scherzava.

Decise di non presentarsi più ai loro “appuntamenti” e allontanarsi da lei definitivamente.

Punendola.

Ma a chi la voleva dare a bere?

Se avesse voluto punirla si sarebbe vendicato sul serio, in quel modo stava solo cercando di dimostrare a se stesso che, se voleva, aveva a disposizione altre ragazze con cui spassarsela, e che era perfettamente in grado di farlo. Che non aveva bisogno di lei.

Ma i baci di Pansy non erano più come una volta, erano violenti, avventati, rumorosi. E anche lei era come i suoi baci.

Non gli piacevano più, gli davano quasi fastidio.

In realtà ora capiva che il motivo era il paragonarli sempre a quello che si era scambiato con Ginny, così caldo e avvolgente, lento eppure profondo.

Sbatté le palpebre più volte mentre si metteva a sedere sul letto sperando di distogliere la mente dai particolari che, ancora al solo pensarci, lo riempivano di desiderio.

Allora aveva pensato che fosse stata bugiarda, e si era sentito ferito, usato, ingannato da una persona di cui iniziava a fidarsi in qualche modo. Ma in quel momento il quadro pareva essere più completo e capì che era arrivato alla conclusione sbagliata, aveva pensato in modo affrettato. Eppure lui in genere era un tipo piuttosto razionale.

Ginny non si era irrigidita perché non voleva quel contatto, il suo corpo diceva esattamente il contrario, lui sapeva bene come reagiva il corpo di una ragazza quando lo voleva, e il corpo di Ginny, caldo e accogliente, aveva risposto molto bene alle sue carezze. Ma come aveva potuto anche solo pensare per un attimo che lei fosse stata come le ragazze a cui era abituato?

Sbuffò sonoramente rimproverandosi quella debolezza che gli aveva impedito di ricordare che le ragazze come Ginevra Weasley non andavano a letto con un ragazzo l'istante dopo averlo baciato per la prima volta.

Magari semplicemente non era pronta ad un passo del genere, magari era davvero vergine e sarebbe stata la sua prima volta e voleva esserne sicura, o magari stava pensando che la persona che stava baciando era Draco Malfoy, serpeverde, e che dopo un bacio le avrebbe chiesto di più e non sapeva come reagire.

Certo era stato un imbecille, ma forse era stato meglio così.

Se lei era davvero innamorata di lui allora troncare i loro rapporti era stata la cosa migliore che avesse potuto fare fino a quel momento. Non era tempo di storielle impossibili, di illusioni o di frivolezze.

Aveva un compito, una missione. Doveva andare fino in fondo o...

Pensò a sua madre, e perché no anche suo padre. Era stato il suo idolo da sempre, ora non era più così, ma nonostante tutto teneva a lui, sua madre lo amava, e lui voleva salvare la sua famiglia. Non poteva permettere che per un momento di debolezza tutto il suo duro lavoro andasse in fumo.

Ginny lo amava, ma lui no. Non l'amava affatto. La desiderava forse, ma non era la stessa cosa.

Avrebbe finito con il ferirla accrescendo le sue illusioni su di lui, e non voleva.

Non poteva amarla, ma non voleva neanche vederla soffrire.
 

Un giorno sarebbero stati sui lati opposti di un campo di battaglia all'ultimo sangue, e non poteva permetterle, per un attimo di debolezza, un momento di esitazione che le sarebbe costato la vita.

Non l'amava ma non meritava di morire cosí, per lui...

Meritava di odiarlo, di essere ferita da lui al punto da volerlo morto e combattere con il sangue negli occhi finché non avesse avuto la sua vendetta.

Sorrise. Ancora la confondeva con le altre.

Davvero, si era immischiato in qualcosa di più grande di lui. Per capire lei, doveva uscire fuori dai suoi schemi mentali ed esplorare vie mai conosciute. In realtà non sapeva come avrebbe reagito Ginny ad un suo allontanamento, ma dopo quello a cui aveva assistito quella sera sapeva benissimo che non si sarebbe mai vendicata con la violenza in battaglia, forse avrebbe anche tentato di proteggerlo in qualche modo... maledizione a lei!

Cosa aveva combinato? L'aveva condannata a morte?

-Signorino Malfoy.- la voce di Madama Chips lo distrasse dai suoi pensieri. -Ancora non dorme.-

Lei lo sapeva. -Perché mi ha retto il gioco poco fa?- le chiese invece.

Madama Chips aggrotto la fronte ma la vide rilassarsi in un attimo sorridendogli furba. -A dire il vero sono già trascorse diverse ore. Tra un po' inizierà ad albeggiare.- gli fece notare. Guardando fuori dalla finestra vide che aveva ragione, il buio presto avrebbe lasciato spazio alla luce del giorno. -Credevo stesse facendo finta perché non aveva interesse a parlare con loro.- gli disse poi lasciandolo basito. Non le credeva. In quello sguardo leggeva molto di più, leggeva la sapienza di chi la sapeva più lunga di lui. La vide voltarsi e fare qualche passo.

-Grazie.- le disse comunque vedendola fermarsi e voltarsi ancora verso di lui, stupita forse di quell'atteggiamento.

-Credo che sia la signorina Weasley quella che dovrebbe ringraziare. Se non avesse chiamato il professor Piton a quest'ora non staremmo qui a guardare una nuova alba.- sorrise e lo lasciò lì con i suoi pensieri.

Non poteva farlo, non poteva ringraziarla.

Anzi.

Non avrebbe dovuto rivolgerle mai più la parola.
 
Lo faceva per lei.





Grazie a tutti di essere arrivati fin qui!!! Spero vi sia piaciuto un bacione al prossimo capitolo!!!!! :))
  
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