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Autore: Meggy the Witch    07/05/2020    2 recensioni
Dunque… il mio passato? Ormai lo sanno tutti. Segreti? Ho rubato la biancheria intima a Rey. Ah, sì giusto, ho anche ucciso Snoke,... come dimenticarlo. Droghe? sì, mi sono fatto di qualcosa qualche volta con gli altri Rens… Alcolici? Be', potrei avere qualche problema a riguardo. Oh, insomma! Perché tanto scandalo? Cosa vi aspettate che io sia? Una sorta di principe azzurro senza macchia? No, diamine! Sono il Leader Supremo!
-ALERT: non considera i fatti avvenuti in "The rise of Skywalker"-
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Generale Hux, Kylo Ren, Nuovo personaggio, Rey
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Registrai il mio ingresso sulla nave ammiraglia e per quella sera non ero davvero intenzionato ad uscirci. Ero riuscito a fuggire dalle grinfie di Miss Saji per puro caso, non avevo assolutamente voglia di rischiare nuovamente.

L4 mi seguì fino ai miei alloggi mentre mi ripeteva gli impegni del giorno successivo.

-Domani alle nove ci sarà il colloquio con i senatori per decidere a chi andrà la nomina tra i candidati Defa e Saji. Il senatore Bruss consiglia di affidare una scorta al giovane Defa, almeno finché non si trasferirà a Coruscant.-

-Fagli sapere che manderò dei assaltatori a sua protezione immediatamente.- risposi. –L4, sei stato geniale prima con l’idea della fidanzata non ufficiale. Come hai fatto ad inventarla così velocemente?-

-Non l’ho inventata.- cigolò secco. –Ieri sera ha ricevuto un messaggio dalla regina di Naboo che augurava a lei e alla signorina Ren una piacevole permanenza nella regione dei laghi.-

La regina Akib sapeva che avevo una ragazza e io no?

Quello era davvero assurdo.

Non avevo mai accennato a nulla che posse farle pensare una cosa simile, e per quanto fosse anziana e un po’ sorda, avevamo parlato di argomenti totalmente diversi e non fraintendibili con quello. Solo quando era appena entrata nel mio ufficio aveva borbottato qualcosa sulla ‘signorina che aveva incrociato nel corridoio’, che era Rey travestita…ah.

Aveva pensato che Rey fosse la mia ragazza.

-No, deve aver scambiato un’amica che usciva dal mio ufficio per altro. Non c’è nessuna ‘signorina Ren’.- spiegai.

-Capisco.- L4 fece per andarsene.

-So che sono solo un droide segretario e non dovrei intromettermi nelle faccende private, ma sarei rimasto molto deluso nel scoprire di non essere stato messo al corrente di una ‘signorina Ren’.- si indispettì, uscendo dagli alloggi.

Era talmente ficcanaso che sarebbe stato impossibile tenerglielo nascosto.

Mi stravaccai su una poltrona, felice di trovarmi al sicuro tra le mura della mia nave ammiraglia. Chiusi gli occhi per qualche istante. Il mal di testa era finalmente passato, avevo anche acquisito un aspetto più decente, ma mi sentivo ancora uno straccio.

L’unica cosa che volevo fare era strisciare fino al letto e dormire.

Mi alzai pigramente dalla poltrona, stropicciandomi gli occhi che non ne volevano sapere di stare aperti, feci qualche passo verso la camera da letto mentre tentavo di sbottonarmi la camicia che… era già sbottonata???

E quando l’avevo aperta? Non me lo ricordavo, eppure non avevo bevuto.

Amnesia da stanchezza? Certo che era strano…

Ero talmente intento a capire perché mi fossi svegliato con i pettorali al vento, che non mi resi conto che davanti alla porta era comparsa una figura… contro la quale andai inevitabilmente a sbattere.

-Attento!- esclamò Rey.

-Scusa!-

La presi istintivamente tra le braccia temendo cadesse... il che fu abbastanza inutile, non avendo dato nemmeno un misero segno di perdere l’equilibrio.

-Ben,… potresti lasciarmi?- mormorò timidamente.

No!

Insomma, finalmente avevo una scusa per abbracciarla! Effettivamente però non aveva molto senso che la tenessi stretta contro il petto in quella maniera decisamente maniacale...

Lasciai mio malgrado che si svincolasse dalla stretta. Zigomi arrossati, lo sguardo decisamente imbarazzato, contornato da un insolito bagliore dorato.

Si era messa del trucco! Era bellissima!

“Di certo non lo ha fatto per te.” realizzai, smorzando l’entusiasmo.

-Scusa, non ti ho sentito arrivare.- mi giustificai.

-Sì,… stavi dormendo…- balbettò.

Dormivo?

Dovevo essermi appisolato sulla poltrona senza accorgermene.

-Però ti sei svegliato subito dopo che sono arrivata.- aggiunse con tono improvvisamente deciso –Devi avere avvertito la connessione.-

Probabile.

-E ti sei svegliato per colpa della Forza.- confermò nuovamente.

Va bene, avevo capito. Non c’era alcun bisogno di ripetermelo con così tanta veemenza.

A meno che non mi stesse mentendo… nah, era troppo improbabile che fosse rimasta lì a fissarmi mentre dormivo, soprattutto avendo il fisico in mostra.

Rey intanto aveva iniziato a guardarsi attorno.

-Non sei nel solito ufficio.- si accorse.

Mi venne un brivido.

Controllai velocemente che non ci fossero aperture che mostrassero il deserto all’esterno. Era tutto chiuso: perfetto, non si sarebbe accorta che mi trovavo su Jakku.

-No, sono sulla nave ammiraglia. Sono in missione diplomatica.- risposi mentre mi riaccasciavo sulla poltrona.

Per quanto potesse considerarsi diplomatico l’aver eliminato un candidato senatore.

Anche Rey si accomodò su un delle poltrone davanti a me.

Dovevo cambiare argomento prima che mi chiedesse su che pianeta fossi.

-Chi sceglierai tra Saji, Rinvin e Defa?-mi anticipò.

Me lo chiese con assoluta tranquillità. Niente scleri e niente scene di crisi isteriche che avevo temuto.

-Come fai saperlo?-

Fece spallucce.

-Anche noi della resistenza guardiamo i notiziari. Sarà quasi una settimana che non parlano di altro.-

Ah.

Avrei potuto prevederlo.

-E poi in questa cabina c’è un forte odore di Gunah di Jakku.- aggiunse in una smorfia.

-Gunah?-

-Una droga per sopportare il calore. Te l’ha data quello stronzo Rinvin? Teneva lui il monopolio.-

Mi scioccava la calma con cui parlava di quella droga, come se fosse un normale articolo di uso comune.

-Sì. Ha cercato di farmi prendere un po’ di sostanze varie prima di provare a corrompermi.- sii sincero.

Neanche a sforzarmi riuscivo a ricordare quale fosse la suddetta Gunah tra le tante.

-Tipico.- commentò in un sorriso beffardo –Com’è finita?-

Era inutile mentirle: avrebbe intuito cosa fosse accaduto non appena la notizia della morte di Rinvin le fosse giunta.

-L’ho ucciso.- confessai.

Nonostante sembrasse apparentemente indifferente sentivo da lei una sensazione di sollievo.

Rey rimase per un attimo impassibile, poi strappò un mezzo sorriso.

-Non sarò di certo io a giudicarti male per questo.- si limitò.

Potevo immaginarlo. Doveva averlo davvero odiato tanto quel tipo. Si guardò intorno, poi si alzò e andò verso la porta di uscita dei miei alloggi.

-Dove stai andando?- la seguii con lo sguardo.

-Fuori. Voglio vedere una cosa.- rispose senza nemmeno voltarsi. –Vieni anche tu?-

Nel deserto?

Non se ne parlava neanche! Con tutto quello che era successo la sera precedente, l’ultima cosa che volevo era finire in qualche altro guaio. Non avevo la benché minima intenzione di vagare nuovamente in quell’ammasso di sabbia e non c’era ragion logica per cui dovessi uscire!

Rey si voltò sorridente in attesa di risposta.

-Ovviamente.- cedetti.

 

Della sera precedente non ricordavo diverse cose, che riscoprii mentre sfrecciavo su uno speeder cercando di stare dietro a Rey.

Innanzitutto il deserto di notte era gelido, nulla a che vedere con il caldo torrido del giorno. Un freddo incredibilmente fastidioso che penetrava fino al midollo. La sabbia gli faceva da concorrente: mai come mentre ero sullo speeder rimpiansi di aver disintegrato la mia maschera contro il muro della nave di Snoke, che mi avrebbe protetto dal ricevere in faccia continue manciate di sabbia. La situazione non migliorò una volta scesi dai nostri mezzi: ogni passo era un incessante sprofondare nelle dune e un persistente apporto di sabbia negli stivali.

Che odio!

Se io affogavo nel deserto, Rey invece procedeva spedita senza alcun problema, galleggiando elegantemente sopra quelle immense distese di nulla. Un’esile e bellissima forma che tagliava la notte di Jakku.

-Rinvin se l’è cercata, e non è la prima volta che spinge qualcuno a tentare di ucciderlo.- commentò dopo che finii di raccontarle l’intera vicenda.

-Non ne dubito.- cercai di stare al suo stesso passo.

Rey, più avanti a me di qualche metro, si fermò ad aspettarmi, per poi riprendere appena la raggiunsi.

Di fronte a noi intanto, oltre al limite di una duna, si stava delineando una sagoma squadrata che non riuscii ad identificare. Da come stavamo procedendo, pareva che Rey fosse intenzionata a raggiungere proprio quel posto.

-Non ho ben capito se lo hai fatto fuori perché la ragazza morta mi somigliava o perché eri strafatto.- continuò.

Onestamente non lo sapevo. Avrei agito nello stesso modo se fossi stato più lucido?

Forse non avrei avuto la vista offuscata a tratti, e la ragazza non sarebbe quindi somigliata così tanto a Rey, ma era probabile che l’avrei vendicata ugualmente. Forse avrei agito meno di istinto, avrei riflettuto un po’ di più e avrei evitato di compromettermi così tanto.

Quando mai non avevo agito di istinto? Quante volte, seppur sobrio, avevo eliminato persone come Rinvin per risolvere facilmente i problemi che mi creavano?

Avevo sempre fatto così. Non sarebbe cambiato nulla.

-Era giusto vendicarla.- risposi. – E ti somigliava molto.-

Rey continuò impassibile la marcia verso quella che sembrava sempre di più una carcassa di qualche vecchia nave. Qualche minuto dopo di cammino in silenzio, riconobbi nel buio la sagoma di un camminatore imperiale, semi sepolto dalla sabbia.

-È la seconda persona che uccidi per colpa mia.- spezzò la quiete Rey. -Che non diventi un’abitudine.- aggiunse ironica.

-Ti da fastidio che sia disposto ad uccidere per te?- commentai senza riflettere.

Era un frase abbastanza romantica?

“Ucciderei per te”? Era così il modo di dire, vero?

Rey mi lanciò uno sguardo molto perplesso.

-No…-

MORIRE! Il modo di dire era “morirei per te”, non “ucciderei per te”!

Che idiota!

Be’, “ucciderei per te” non suonava comunque romantico? Ok, no.

Proseguimmo fino ad arrivare al camminatore che chissà da quanti anni giaceva sdraiato nella sabbia. Rey gli girò intorno, osservandolo con cura.

-Cos’è?- chiesi non capendo cosa l’avesse spinta a camminare fin lì.

Parve notare qualcosa nella sabbia. Si chinò ed estrasse un casco logoro, ormai inutilizzabile, da cui sotto uno strato di sporcizia risaltò il simbolo della ribellione.

-Era casa mia.- entrò nel relitto.

La seguii incuriosito. Un rifugio molto spoglio, con qualche utensile che affiorava da sopra casse piene di sabbia e il tetto, che in teoria sarebbe dovuto essere una delle pareti laterali dell’ AT-AT, era decisamente basso.

Insomma un posto orribile per vivere.

Rimasi sull’uscio, incapace di seguire Rey mentre si inoltrava agilmente nelle anguste viscere del camminatore. Mi appoggiai ad una lamiera che fungeva da porta, accomodandomi sulla sabbia. Rey tornò dopo un paio di minuti. Tra le braccia teneva dolcemente una bambola insabbiata fatta di stracci, cavi elettrici e altre parti di qualche marchingegno meccanico.

-Questa me la riprendo.- mi mostrò allegramente il pupazzo.

Era dolcissima, con quel sorriso così sincero, felice per aver ritrovato un oggetto così semplice.

Si sedette accanto a me.

-Allora? Che ne pensi della casa?- ironizzò.

-Bellissima. Forse un po’ bassa, non riesco a rimanere in piedi.-

Soffocò una lieve risata.

-Provvederò a far alzare il soffitto.-

Di fronte a noi il pavimento dell’AT-AT ribaltato fungeva da parete: era pieno di piccoli tratteggi paralleli, decisamente insoliti. Sembrava quasi che fossero stati fatti manualmente uno ad uno.

-Cosa sono?- le indicai gli strani segni.

-Il conteggio dei giorni che sono stata qui.-

Ah.

-Più o meno. Il primo l’ho fatto che avevo sei anni, ma ero già stata abbandonata qui da due.- spiegò.

Un filo di malinconia nella voce.

Non mi ero mai reso conto di quanto fosse il tempo che aveva trascorso da sola, in vana attesa di genitori che per lei non c’erano mai stati.

Da quando era piccola, sapevo. In quel momento però avevo di fronte l’intero ammontare dei giorni passati nella solitudine. Una parete intera. Centinaia di piccole linee che si susseguivano ininterrottamente. Ogni linea, un giorno vissuto nell’illusione. Ognuna come un macino che l’aveva colpita quando aveva scoperto che non avrebbe mai ricevuto risposta alle sue speranze e che nessuno sarebbe mai tornato a prenderla.

Una solitudine durata anni.

‘Non sei sola.’ le avevo detto un anno prima su Ach-to per consolarla da quella terribile sensazione di abbandono che la tormentava. Una frase che, più che un conforto, suonava come una promessa.

L’avevo rassicurata che per lei ci sarei sempre stato.

Invece le avevo proposto di studiare gli olocroni e i testi Jedi per interrompere i collegamenti della Forza, per fermare quell’innegabile legame che ci univa. Ero l’unica presenza certa della sua vita e la stavo abbandonando proprio come i suoi genitori.

La stavo ributtando nel terrore di rimanere da sola, nuovamente.

No. Non potevo permetterlo.

In quel momento decisi che non l’avrei mai abbandonata e mai l’avrei lasciata sola.

Costasse la follia di dover continuare a mentire a chi circondava.

Non era sola. Le posi una mano sulla spalla, rinnovando ancora una volta quella promessa.

Per lei sarei rimasto per sempre.

Sfiorò la punta delle mie dita con le sue. Un flebile tremolio nella Forza.

-Grazie.- mormorò.

Rimanemmo in silenzio a lungo, intenti a contemplare le sensazioni che ci scambiavamo con la Forza.

Persi un po’ la cognizione del tempo e me ne resi conto solo quando notai lo stendersi dell’aurora sul deserto.

-Devo tornare alla nave ammiraglia.- spezzai il silenzio.

-Certo.- commentò Rey.

Ritornammo verso gli speeder.

-Mi dispiace di essermi comportata in quel modo.- disse improvvisamente -Di essere stata così aggressiva per un anno intero con te.-

L’ultima cosa che mi sarei aspettato erano delle scuse. Rimasi per qualche secondo confuso, non sapendo come reagire.

-Perché?- non riuscivo a spiegarmelo -Perché eri così?-

-Io… preferirei parlane con calma la prossima volta. Va bene?-

Annuii e accettai.

-Credo che dovremmo comunque continuare a studiare gli olocron e i testi Jedi. Vorrei almeno capire il perché la Forza ci unisce.- continuò.

Effettivamente era un vero peccato limitare le nostre conoscenze sulla Forza.

-Sono d’accordo. Come procede con gli olocroni?- chiesi.

-Gli ho solo aperti. Purtroppo non credo che nei prossimi giorni riuscirò ad analizzarli meglio.-

Montò elegantemente sul suo speeder.

-Come mai?-

-Quell’idiota di Poe mi ha coinvolta in una missione idiota quanto lui!- sbuffò. –Non so nemmeno quanto durerà. Forse una decina di giorni.-

Non ne era per niente entusiasta.

-Tu, invece? Con i testi Jedi?-

-Per colpa della faccenda dei candidati, non ho avuto modo di guardali. Però…- mi fermai.

Non ero proprio convinto di dirle che per i dieci giorni successivi sarei stato in vacanza a far nulla su un pianeta da sogno, mentre lei faticava per conto della resistenza.

-…però domani partirò per Naboo…-

-Per Naboo? Seriamente?- mi interruppe.

Alzò perplessa un sopracciglio.

-C’è qualcosa di strano?- non capii.

Sul suo viso si distorse un sorriso ironico.

-Ci andrai con la nave ammiraglia?-

-No, con un trasporto minore. Non voglio che nessuno sappia che sono lì. Dovrebbe essere una sorta di vacanza segreta.-

Tanto segreta non doveva esserlo, dato che non sapevo come Rinvin ne era a conoscenza…

-E giustamente farai risultare dai registri ufficiali del Prim’Ordine che tu non ti trovi su quella nave.-

-Sì…-

Scoppiò a ridere.

-La missione a cui sono stata forzatamente assegnata consiste nel spiare una sospetta nave del Prim’Ordine che giungerà a Naboo domani.- rivelò.

-Davvero?!-

Non ci credevo.

La resistenza stessa aveva inconsciamente obbligato Rey a spiarmi. L’avessero obbligata più volte…

-Veramente! Tra l’altro per vari motivi questa missione è stata assegnata solo a me. Non ho nessuno che mi accompagnerà!- spiegò.

Era troppo un sogno per essere vero. Da solo con Rey nel posto più romantico della galassia!

-Ben, questa è un’opportunità da non perdere!- esclamò entusiasta.

Eccome! Avrei finalmente avuto l’occasione per provarci spudoratamente.

-Potremo studiare la Forza insieme! Analizzare i testi e gli olocron in tutta tranquillità, senza il problema dei collegamenti che si interrompono e senza nemmeno il rischio di venire scoperti da qualcuno!- aggiunse.

Ah, sì, giusto. La Forza prima di tutto.

Certo.

Ovvio.

Magari tra un’olocron e l’altro ci sarebbe stato anche tempo per… non saprei… approfondire anche altri tipi di reciproca conoscenza???

-Cosa ne pensi Ben?- mi chiese con l’entusiasmo alle stelle.

Il completino intimo da sexy sith.

Stavo pensando a quello.

Rey però era davvero elettrizzata per quella occasione. Sembrava del tutto intenzionata a trascorrere seriamente dieci giorni nel totale studio della Forza. Avrei rovinato il suo entusiasmo se avessi pensato solo ai miei desideri su di lei e probabilmente avrei anche fatto a pezzi il rapporto di collaborazione che si era finalmente instaurato.

Bene.

Dieci giorni di esclusivo e serio studio della Forza.

Nulla di più. Mi sarei davvero impegnato a non provarci.

-È un’occasione stupenda!- le risposi sincero.

Non sarebbe stato così difficile mettere i sentimenti da parte per dieci giorni, vero?

VERO?!

 

Rey era da poco svanita; avevamo riposto gli speeder nella rimessa a fianco all’hangar e ci eravamo salutati avvertendo la Forza farsi sempre più lieve, entrambi desiderosi di rivederci dal vivo in quel sogno chiamato Naboo.

Mi diressi saltellando allegramente verso la nave ammiraglia.

Capii che qualcosa non andava, non appena varcai l’ingresso dell’hangar.

Le luci accese a giorno, i miei assaltatori personali che circondavano la nave, tutti in stato di massima allerta.

-LEADER SUPREMO!-

L4 e il Capitano Lair mi corsero incontro non appena mi videro sull’uscio del portone. Non mi diedero nemmeno il tempo di chiedere cosa stesse accadendo.

-Dove è stato?- mi interrogò L4.

Il tono più preoccupato che accusatorio.

-Ero fuori nel deserto con la tipa che mi ha friendzonato.-

Sì, era davvero assurdo da credere.

Le loro espressioni erano però decisamente troppo angosciate per pensare ad uno scherzo.

-La ragazza può testimoniarlo? C’è qualcun altro che può dichiarare di avervi visti?- continuò ansiosa Lair.

Eravamo in mezzo al nulla. Chi mai poteva averci visti?

Provai a riflettere.

-Il custode della rimessa degli speeder.-

Non aveva fatto troppo caso a Rey; probabilmente aveva pensato fosse una comunissima ragazza di Jakku.

Sia Lair che L4 trassero un enorme sospiro di sollievo.

-Perfetto. Abbiamo abbastanza prove che lei era veramente fuori dai suoi alloggi sull’ammiraglia.-

-Posso sapere cosa è successo?- spazientii.

Dall’ingresso dell’ammiraglia vidi alcuni assaltatori scortare due figure ammanettate verso un’uscita secondaria dell’hangar.

-I figli di Saji, Lord Kush e Lady Daphne, sono stati trovati nei suoi alloggi.- dichiarò Lair. –Ancora non sappiamo quali fossero le loro intenzioni.-

Boicottare l’elezione in qualche modo senza dubbio.

Mi sarei dovuto aspettare che non sarebbe bastato allontanarmi dal casinò per sfuggire ad un altro tentativo di corruzione da parte di Saji.

-È un vero bene che lei sia uscito.- commentò L4.

Dannazione se lo era. Con quel episodio anche Saji si rendeva non idoneo alla candidatura e il giovane Defa poteva finalmente diventare senatore senza alcun problema.

E pensare che non volevo uscire dalla nave per evitare guai…

   
 
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