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Autore: AliceGerini    08/05/2020    0 recensioni
L’amore è un’arma molto potente.
Ma anche l’odio non scherza.
C’era una persona che il Professore non aveva previsto. E se non l’aveva prevista lui, come avremmo potuto farlo noi?
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berlino, Il professore, Nuovo personaggio, Palermo, Tokyo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dicono che la paura sia come una mina antiuomo che esplode non appena qualcuno vi poggia il piede sopra.
Noi eravamo così…Camminatori inconsapevoli su un campo minato.
E la prima bomba stava per esplodere sotto uno di noi.
 
BANCA DI SPAGNA, PRESENTE
 
 
E così hanno sparato a Nairobi. Poverina, mi piaceva Nairobi…O forse meglio dire mi piace, non so se sia ancora viva o morta ma temo più la seconda opzione vista l’agitazione improvvisa di tutta la banda.
Tokyo. Rio. Nairobi. Denver. Stoccolma. Helsinki. Bogotà, Palermo e altri volontari.
Il Professore dietro le quinte che a quanto pare comunica con tutti loro attraverso una minuscola radiolina posizionata sulle loro orecchie.
Personalmente non li conosco ma ho letto tutti i loro fascicoli, probabilmente li conosco meglio dei loro specchi.
Vediamo un po’…Chi altro c’è in questa allegra combriccola? Oh si, il caro vecchio sciacallo di povere anime, Arturo Romàn che sembra godere del trambusto generale.
Bastardo.
Se solo fossi qui sicuramente sospireresti, scuoteresti la testa e diresti una delle tue frasi ad effetto. Poi li faresti tornare tutti in riga, assumeresti il comando e ci tireresti fuori in un batter d’occhio.
Sono bloccata alla Banca di Spagna da meno di un’ora con gli altri ostaggi e già i qui presenti rapinatori professionisti litigano tra loro come dei mocciosi.
Dio quanto vorrei alzarmi e prenderli a schiaffi uno per uno.
Stringo i pugni fino a far sbiancare le nocche, sento le unghie perforare la cane e a malapena trattengo un grido quando sento Arturo incitare gli altri ostaggi a ribellarsi, i classici analfabeti funzionali pendono dalle sue labbra ma mi fa piacere notare che ci sono alcuni che dubitano di lui, Governatore compreso.
Pover’uomo, non dimenticherà mai questa giornata di lavoro.
Così come non la dimenticheranno mai gli ostaggi.
E i componenti della banda.
Mi alzo in piedi alzando la mano, il ragazzino che ci fa da guardia alza il fucile in mia direzione sperando di potermi fare paura, inconsapevole che la paura ce l’ha davanti.
«Mi scusi, dovrei andare in bagno.» chiedo fingendo di esser spaventata a morte.
«Non è il momento, siediti.» risponde secco e deciso.
«Allora vorrà dire che la farò qui.»
Inizio a slacciare la tuta sotto lo sguardo un po’ sbalordito e un po’ schifato di tutti i presenti, arrivo in fondo alla zip e il ragazzino di guardia cede.
«Che cazzo fai? Dai, muovi il culo.»
Aspetto che volti le spalle per sogghignare soddisfatta.
Che lo show abbia inizio.
   
 
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