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Autore: Riflessi    08/05/2020    7 recensioni
Draco lo sapeva che quella donna -prima o poi- l'avrebbe fatto morire...
D'odio, o d'amore.
Che, in un modo o nell'altro, lei non sarebbe mai uscita dalla sua vita, per tormentarlo deliziosamente fino alla fine dei suoi giorni.
Hermione Granger era nel destino di Draco Malfoy come Tom Riddle era stato in quello di Harry Potter: una persecuzione costante, continua, perenne, che l'avrebbe portato alla pazzia totale... o forse chissà, l'avrebbe invece salvato dal profondo abisso della solitudine!
SEQUEL DE "LE FIABE OSCURE"
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 28
-Ippogrifi innocenti-


 

Si muore tutte le sere, e si rinasce tutte le mattine: è così!
E tra le due cose, c’è il mondo dei sogni.

 

Inverno 2007. Wallingford, Oxfordshire.

"E' morto? E' morto o no, dannazioneee?"
"Credo di sì!"


Hermione si svegliò insieme al rumore fragoroso di un fulmine, seguito a ruota da un tuono potente che fece tremare i vetri delle finestre.
Era rannicchiata sulla poltrona di fronte al caminetto acceso, ed era circondata da almeno una ventina di fogli fittamente scritti. Si trattava della bozza di una delle fiabe di Beda il Bardo che stava traducendo con estrema minuzia da oltre due settimane, e che avrebbe pubblicato assieme alle considerazioni del defunto Albus Silente.

Aprì gli occhi piano, muovendo freneticamente un braccio formicolante per la posa scomoda che aveva assunto; dopodiché si guardò attorno, mettendo a fuoco il salotto accogliente di casa sua... ma nonostante esso le trasmettesse indubbiamente una sensazione di pace, Hermione si sentì comunque insicura e a dir poco confusa: come se un bolide impazzito l'avesse colpita dritta dritta in testa.
Si strofinò gli occhi stanchi, per poi sgranchirsi le gambe e sbadigliare senza alcun garbo, pensando all'istante che essere single dava il fantastico privilegio di non dover fingere sensualità e raffinatezza in ogni momento della giornata.

D'improvviso però, oltre al bizzarro disordine che aveva in testa, si accorse pure di sentir freddo fin dentro le ossa... ma non quel freddo dovuto alla tipica temperatura invernale, no! Un freddo che le stava gelando letteralmente l'anima; una cappa di tristezza che era calata sulle sue spalle avvolgendola tutta, a mo' di coperta: una coperta fatta di puro ghiaccio.

Non le era mai capitato di provare una malinconia tale, neanche quando Fred era morto.

Si sentiva così smarrita che si sarebbe perfino messa a piangere a dirotto come una bambina che crede di avere un dissennatore sotto il letto...

Ma qual era esattamente la ragione per piangere?! Hermione non lo sapeva.

Provò a frugare nei recessi della sua mente, abbracciandosi le ginocchia per combattere il gelo che sentiva dentro, e si rese conto che tutta quell'angoscia era causata da ciò che aveva sognato nelle poche ore di sonno che aveva consumato. Un qualcosa a metà strada tra un'allucinazione e un incubo...
O pura fantascienza.

Sognare permette a ciascuno di noi di essere tranquillamente e veramente folle, ogni notte della nostra vita.

Rabbrividì violentemente appena ricordò la voce ansiosa di qualcuno che, nei suoi deliri onirici, gridava:
"E' morto? E' morto o no, dannazioneee?"
E di qualcun altro che rispondeva: "Credo di sì!"

E' morto? Credo. Di. Sì.


Ed era sul: "credo di sì." che Hermione si era svegliata di botto, piena di sofferenza, con un groppo in gola e la voglia di urlare.

Si passò, sconvolta, una mano fra i capelli mettendo insieme tutti i pezzi che vagavano confusi nella sua testa.

Draco Malfoy.

Le voci che urlavano in preda al panico si riferivano al corpo senza vita di Draco Malfoy... già!
Ma perché mai, lei doveva provare una disperazione tanto atroce al pensiero che, dentro il suo misero sogno, egli fosse morto?

Tutto quello che vorresti o non vorresti vivere, i tuoi sogni l’hanno già conosciuto.

Che importanza doveva avere quell'uomo, per lei?
La guerra era finita da un decennio. Le loro strade si erano naturalmente divise, ed ognuno di loro aveva ripreso in mano le redini della propria vita. Hermione era diventata grande, gestiva sulle sue piccole spalle l'intero Ufficio Applicazione della legge sulla magia, e da anni non aveva dettagliate notizie di Draco Malfoy... se non si tenevano in conto gli inutili e sciocchi articoli di gossip che parlavano spesso del suo matrimonio mancato con la signorina Greengrass; o dei suoi modi di fare un po' austeri, o del suo volersi tenere quanto più possibile lontano dalla società magica (che ancora faceva fatica a perdonargli gli errori giovanili al servizio di Lord Voldemort e dei mangiamorte)!

Quindi... cosa le importava di lui?
Nulla.
Eppure, un dolore sordo dentro al petto stava tormentando Hermione senza sosta, facendole perdere la voglia di sorridere, di credere nella felicità, di sperare nel domani.

Intanto, per ogni minuto in più che trascorreva, ella ricordava dettagli sempre più assurdi di quell'incubo pazzesco...

Un bracciale di antica fattura pieno di magia oscura; lo spirito malvagio di Fenrir Greyback che si impossessava della sua mente; Malfoy che le offriva un mazzo di fiori; una scommessa dolcissima; Pepper che moriva; di nuovo Malfoy che le regalava il suo anello con il serpente d'argento inciso sopra; e poi ancora un quadro maledetto dipinto da Gellert Grindwelwald in persona. Lady Narcissa che le chiedeva di non far soffrire suo figlio; lei che piangeva disperata; lui sbattuto ad Azkaban; Ron che fingeva conati di vomito mentre la vedeva baciarsi con il loro nemico di sempre; Harry che ringraziava Malfoy per aver salvato il piccolo James dalla furia di un Obscurus; l'ufficio misteri... infine la sua morte.
La morte di Draco.


Follia! Pura follia!
Aveva sognato tutto.
Forse neppure Gilderoy Lockhart sarebbe mai arrivato a partorire simili assurdità tutte in una volta: lei innamorata di Draco Malfoy! Santo Merlino... e lui che le crollava ai piedi dimenticando le sue origini babbane -senza avere alcuna paura di venire infettato-!

Che razza di incubo era mai stato, quello?! Tra l'altro sembrava essere durato una vita, invece che poche ore!
C'era qualcosa che non quadrava. C'era ASSOLUTAMENTE qualcosa che non quadrava.
Avrebbe potuto sognare un sacco di gente, o no? Si chiese Hermione, attonita. C'era Victor Krum, Seamus Finnigan, Lee Jordan, Zacharias Smith, Roger Davies, Ernest Macmillan, Michael Corner... perfino Cormac Mclaggen, volendo!
E invece no! Le era toccato Draco Malfoy. Quale strana fatalità, aveva voluto ciò?

Forse perché si era imbattuta in lui quella stessa mattina alla Gringott!?! Rifletté improvvisamente.
Ma sì, certo! Era ovvio.

Hermione si diede uno schiaffo sulla fronte per non averci pensato prima: la mente umana immagazzinava tutte le informazioni quotidiane e poi le elaborava fantasiosamente durante la notte! Eccola, la spiegazione più semplice e razionale.
Eppure... non era certo la prima volta che incrociava Malfoy in giro per Diagon Alley! Allora perché sognarlo proprio adesso, maledizione?!
Bah...

C'era da dire però, che il loro ultimo incontro era stato molto diverso rispetto agli altri, che si erano sempre svolti nella più totale indifferenza da entrambe le parti. Già! Era successo qualcosa di particolare che prima d'allora non era mai capitato... stavolta infatti, dopo anni ed anni di disprezzo reciproco, di disinteresse, orgoglio, risentimento e vergogna cocente (da parte di lui), si erano finalmente salutati in modo civile. Un semplice CIAO. Da persone normali.

Hermione Granger e Draco Malfoy che si salutavano incontrandosi per caso alla Gringott!

Che grande passo avanti, sorrise lei senza riuscire a trattenersi.

E di quell'incontro inaspettato, era rimasto indelebile nella mente di Hermione lo stupore degli occhi grigio-azzurri di lui: occhi che, onestamente, lei non aveva mai visto sul viso di nessun altro!
Mentre lo salutava, aveva addirittura trattenuto il respiro un momento, a causa di quello sguardo intenso; uno sguardo talmente chiaro da far venire il legittimo dubbio che, forse, quegli occhi non erano totalmente umani.
Per il resto, nei pochi attimi che erano trascorsi tra il loro CIAO e le conseguenti frasi impacciate di circostanza, lui le era parso tutto impettito ed arrogante come al solito, vestito nei suoi abiti impeccabili, l'espressione aristocratica di sempre, antipatico come non mai, pieno di distacco... ma con una bellezza che (Hermione doveva ammettere), non aveva uguali! Purtroppo c'era da riconoscerlo, nonostante le costasse parecchio: Draco Malfoy era sempre stato bello oltre le umane possibilità... e l'età adulta -com'era naturale- l'aveva reso di quella perfezione quasi ultraterrena che si era potuta già prevedere quando era solo uno sciocco ragazzino.
C'era un'enorme differenza però, tra l'aver sempre constatato innocuamente che egli fosse bello, ed il realizzare improvvisamente, da un giorno all'altro, che questo dato di fatto le mozzasse letteralmente il respiro.

Può, l'odio più profondo e radicato, trasformarsi di colpo in un amore impetuoso, travolgente, intenso, generoso, romantico, e dolcissimo?

NO.
Era stato tutto un sogno, infatti! Vivido, realistico, incredibile, pieno di dettagli, di sentimenti, di situazioni illogiche... ma comunque un sogno.
Non c'era nessun Obscurus, nessun quadro maledetto, nessun pericolo mortale, oggetti oscuri da distruggere, o spiriti maligni nascosti in un gioiello.
Hermione si era addormentata sul dizionario di antiche rune, troppo stanca per continuare la traduzione delle fiabe, e quando si era svegliata, si era semplicemente resa conto di aver fatto un sogno lungo un'eternità!

Tutto era esattamente come lo aveva lasciato prima di crollare dal sonno: Pepper non era morta ma girovagava per casa con i suoi soliti vermi a penzolare dalla bocca, la pubblicazione del suo libro ancora era un evento lontano, i giornalisti de Il settimanale delle streghe non le si erano appostati dietro i cespugli di casa per scrivere articoli sulla sua assurda relazione con l'erede di una delle famiglie magiche più ricche e pure d'Inghilterra; nessuno aveva distrutto l'Ufficio misteri; Kingsley Shaklebolt non si era visto costretto ad insabbiare fatti compromettenti ed evitare pericolose fughe di notizie; lei era ancora una donna single, e... Draco Malfoy viveva la sua vita di sempre rinchiuso nel suo dorato isolamento nel cuore del Wiltshire!
Egli, quindi, non le aveva chiesto scusa per nessun errore, non si era pentito di nulla, non era diventato una brava persona, non le aveva fatto alcuna promessa, non aveva messo da parte i suoi ideali, non aveva salvato James Potter da una creatura oscura, non era innamorato di lei e... non lo sarebbe mai stato! Punto. Il suo elfo domestico (se ne aveva uno e se si chiamava davvero Toby) non la conosceva affatto e, con molta probabilità, sperava ardentemente che il suo padrone sposasse una donna aristocratica e bellissima quanto lui, mentre lady Narcissa non aveva da preoccuparsi in alcun modo dei tormenti amorosi del figlio.

La giovane strega sospirò, provando una bizzarra sensazione di nostalgia ingiustificata, e poi rise amaramente pensando che sarebbero state molte, le persone a dir poco contente di svegliarsi da un sogno simile: ad esempio Harry, che non avrebbe dovuto ingoiare bocconi amari nel debole tentativo di accettare che lei stesse con il loro vecchio nemico di scuola! O Ron, che non avrebbe avuto più bisogno di mettersi a mimare conati di vomito ogni volta che li vedeva insieme! E perfino Lucius Malfoy, che poteva continuare a dormire su sette cuscini senza aver paura che il suo albero genealogico venisse intaccato da una sanguemarcio!

Hermione si mordicchiò furiosamente un'unghia fino a farsi uscire il sangue, e fu quando provò dolore, che riuscì a riprendere bene il contatto con la sua vita reale. Vita reale che non la entusiasmava molto, ad onor del vero! Cosa avrebbe fatto adesso, infatti?

Beh... probabilmente le solite cose: avrebbe finito di tradurre Le fiabe di Beda il Bardo, avrebbe continuato a mandare avanti la sua piccola casa nel cuore dell'Oxfordshire, badato alla sua folletta della Cornovaglia, combattuto mille volte ancora per il CREPA, per le ingiustizie, la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza neanche fosse stata la paladina della rivoluzione francese... ed avrebbe continuato a lavorare come tre Goblin messi insieme per non pensare a quanto fosse sola, e a quanto avrebbe sentito la mancanza di un amore struggente che, in realtà, non aveva mai davvero vissuto.

Il mangiamorte e la nata babbana.

Quel sogno le aveva lasciato un'inspiegabile amarezza addosso: una sensazione di vuoto, di occasioni perdute, di desideri sopiti, di voglie mai confessate, di cose che potevano essere ma non erano mai state...

Fai vedere al tuo sogno che veramente ci tieni ad incontrarlo, senza pretendere che lui faccia tutta la strada da solo per arrivare fino a te, poi... le cose accadono.
I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.


Le sue gote divennero improvvisamente di brace, quando la scena vivida -quasi reale- di se stessa che gemeva nuda ed oscenamente aperta sotto di lui (sotto quell'uomo biondo dagli occhi cristallini ed intensi) le sovvenne, scioccandola come un getto d'acqua fredda inaspettato.
Ricordò tutto... tutto come se fosse stato vero: le loro gambe che si incastravano sensualmente, gli ansimi rochi che uscivano dalla bocca di Draco, i suoi muscoli che la sovrastavano schiacciandole il seno, l'espressione piena di bramosia, i suoi denti bianchi che le mordevano il labbro inferiore mentre le ondeggiava sopra senza freni, i colpi decisi che le assestava, le loro carni bollenti e bagnate, il suo profumo costoso dalle note legnose, addirittura la ricrescita della barba che arrossava il suo collo troppo delicato per subire così passivamente quella passione travolgente!

Aveva fatto l'amore con Draco Malfoy. Non una volta, ma tante volte.

E le sembrava tutto così dannatamente concreto, che ancora poteva sentire sulla bocca il sapore dei suoi baci tormentati, ed il calore intenso che aveva provato tra le gambe mentre lui penetrava prepotentente in lei fino a farla impazzire di desiderio.

Tutto un sogno. Un maledetto sogno.

Hermione raccolse i fogli sparsi sul piccolo tavolino di fronte alla poltrona in un gesto nervoso, consapevole di non avere più la minima voglia di continuare la traduzione delle fiabe. La sua testa era troppo piena di immagini, emozioni, sentimenti... e a distanza di venti minuti buoni dal suo risveglio, ancora si portava dietro gli strascichi dell'amore che aveva provato per Draco Malfoy in quel maledettissimo incubo.

"E' morto? E' morto o no, dannazioneee?!"
"Credo di sì."


Le tremò il cuore.
Forse chissà, era stata proprio la paura di scoprire che quel "credo di sì" fosse un sì incontestabile, certo, schiacciante, a farla svegliare... perché in tal caso, il dolore che l'attendeva in quel mondo parallelo, sarebbe stato troppo straziante da sopportare.
Hermione scoprì con stupore di avere pure le lacrime agli occhi.

Dannazione! Aveva le lacrime agli occhi per un uomo che neanche la sopportava! Che idiozia era, questa? Si ritrovò a sorridere affranta, mentre si asciugava i lucciconi che le rotolavano via dagli occhi.
Se per un assurdo o a dir poco fantascientifico caso, lui avesse bussato alla sua porta proprio in quel preciso momento, Hermione sarebbe corsa fra le sue braccia piangendo disperata, e non le sarebbe importato un grinzafico secco se lui avesse cominciato ad imprecare schifato e a pulirisi la giacca dagli ipotetici germi babbani che gli avrebbe attaccato addosso!!!

Merlino santissimo... poteva sentire una mancanza così disperata nei confronti di un uomo che non aveva la minima considerazione di lei? E con il quale non possedeva un minimo di confidenza? E tutto a seguito di uno stupido sogno.

Improvvisamente però, le venne un dubbio atroce...
Draco Malfoy stava bene?
Smise di rimuginare di colpo a tutte quelle sciocchezze, travolta da un pensiero terrificante: quell'incubo in apparenza tanto illogico, poteva nascondere invece qualcosa di profetico? Magari un messaggio velato per avvertirla che sarebbe successo qualcosa di brutto tra qualche tempo... e che lui ne sarebbe rimasto coinvolto?!
I sogni premonitori non erano certo una novità, né una cosa da prendere sotto gamba: Harry ne aveva fatti parecchi durante il periodo buio di Voldemort, e nessuno aveva mai pensato che fossero inutili banalità da ignorare!
Santo cielo...

Il cuore prese a pomparle impazzito, ed Hermione si portò le mani sul viso, preoccupata. Cosa doveva fare, in tal caso?! Cooosa?! Non poteva mica presentarsi ai cancelli della più grande e sontuosa villa del Wiltshire, chiedere un colloquio col padrone di casa, ed informarlo senza mezzi termini di aver sognato la sua morte! Malfoy l'avrebbe guardata con i suoi occhi gelidi, avrebbe riso fragorosamente senza un briciolo d'allegria, e poi sarebbe tornato serio di colpo per mandarla senza alcun garbo a farsi fottere. Fine della storia.

Si alzò di scatto dalla poltrona, in preda alla preoccupazione...
Cosa diavolo avrebbe dovuto fare?
Iniziò a camminare avanti e indietro per tutto il salotto, riattizzando di tanto in tanto il fuoco del camino con la bacchetta, mentre un ronzio proveniente dal piano di sopra si faceva sempre più insistente, infilandosi nelle sue orecchie.

Pepper...

Nonostante l'agitazione, un sorriso enorme si aprì sul volto della ragazza quando la sua dispettosa folletta della Cornovaglia apparve ai piedi delle scale, sospesa a mezz'aria grazie alle alette che fullavano frenetiche sulle sue minuscole e pelosette spalle blu.

Era viva. Pepper era viva.

L'immagine nebulosa della Pixie che batteva disperata i pugnetti aldilà del quadro maledetto, e il piccolo demone biondo che la uccideva disintegrandola in un unico colpo, si confermò perciò solo una brutta allucinazione da dimenticare.

Rincuorata, Hermione le si rivolse in tono dolce:
"Ciao piccoletta! Niente vermi da sgranocchiare, oggi?"

Quella mise in mostra una fila di dentini aguzzi a mo' di sorriso -un sorriso a dir poco birichino- e tirò fuori da dietro la schiena un viscido lombrico ancora vivo.
Appunto...
"Dio che schifoooo!" Hermione fece una faccia orripilata, e con un gesto delle mani fece intendere a Pepper di andarsi a mangiare l'invertebrato da qualche altra parte, per evitare di rimettere nel water tutta la cena che aveva ancora nello stomaco.

Una volta rimasta di nuovo sola, sorrise sollevata: quel sogno era molto meno tragico di ciò aveva creduto lei fino a qualche minuto prima! Una prova ne era proprio la sua folletta domestica che era viva e vegeta, grintosa, attiva, e dispettosa come non mai!

Se Pepper stava bene e non era in pericolo, forse pure per Malfoy era così! Quindi... NO, non sarebbe andata nel suo maniero a dirgli che stava per morire! E in ogni caso, sarebbe stato controproducente (ed alquanto contraddittorio), andare da un uomo vivo a dirgli che era morto... o no?!

"Ciao Malfoy! Anche se sei vivo, c'è il pericolo che potresti esser morto, sai?!"

No no. Assolutamente no.
La frenesia di accertarsi che fosse tutto a posto però, non l'abbandonò affatto...

Probabilmente era a causa della sua mania di avere tutto sotto controllo, ma Hermione si ostinò a voler cercare un modo di mettersi in pace la coscienza con Malfoy, senza rimetterci la faccia.
Doveva sapere se stava bene. Solo allora non avrebbe più pensato a lui e a quello stupido sogno! Cosa fare, però? Rimuginò pensierosa.

Un biglietto!
Gli avrebbe scritto un biglietto. Sì! Perfetto.

Hermione si illuminò, come quando a scuola aveva scoperto il compito che svolgeva quel mostro a tre teste chiuso in una stanzetta proibita del terzo piano.

Qualsiasi risposta avesse ricevuto da Draco Malfoy, anche la più crudele e maleducata, sarebbe stata una palese spia sulle sue condizioni di salute (in fondo, un uomo morto o in fin di vita, non può di certo rispondere ad una lettera di cortesia)! Quindi, lei avrebbe ottenuto il suo scopo senza neppure sbilanciarsi a raccontargli alcunché.

Sì! Un biglietto era un buon compromesso, anzi... forse l'unico possibile.


 
***
 


Malfoy,
sono felice che stamattina alla Gringott tu abbia ricambiato il mio saluto! Mi ha fatto capire che la guerra è finita davvero, e con essa tutti i motivi per cui è stata combattuta. Ho sempre erroneamente pensato che non ci fosse rimedio al nostro odio ma, a volte, la vita è sorprendente.

Purtroppo non ho avuto modo di scambiare decentemente due parole con te perché avevo davvero una fretta incredibile, ma... mi piacerebbe molto sapere come stai! E nel frattempo colgo l'occasione per invitarti alla presentazione del mio libro, che ci sarà fra un paio di mesi al Ghirigoro! Più avanti ti comunicherò il giorno preciso.
Spero verrai, ci tengo! E magari chissà, avremo pure l'occasione di parlare civilmente... è una cosa che non abbiamo mai fatto in fondo...

Ti auguro una buona serata




Hermione Granger



Era trascorsa un'ora da quando il suo gufo aveva spiccato il volo diretto verso l'Inghilterra sud occidentale. Wallingford, in linea d'aria, non era affatto distante dalla vicina contea del Wiltshire, dove si trovava l'immensa tenuta dei Malfoy... perciò, un'eventuale risposta -sempre che ovviamente lui gliel'avesse spedita- non avrebbe dovuto tardare ancora molto.

La giovane strega era seduta a gambe incrociate sul letto, con il pigiama infilato in un paio di calzini orrendamente colorati, e fingeva di leggere Il Quidditch attraverso i secoli giusto per ignorare l'ansia:

Nel 1938 il mago Zacharias Mumps mise per iscritto la prima descrizione completa del gioco del Quidditch, e cominciò enfatizzando la necessità di misure antibabbani durante lo svolgimento: Scegliete aree di brughiera deserta lontane dalle abitazioni babbane e assicuratevi di non poter essere scorti durante il volo. Gli incantesimi respingi babbani sono utili se state allestendo un campo permanente. E' consigliabile inoltre giocare di notte.

Hermione sbuffò, tornando a pensare ad altro...

Non le importava se Malfoy le avesse risposto in modo scorbutico ed antipatico (come d'altronde era sempre stato abitutato a fare), a lei bastava soltanto sapere se stesse bene, così da poter mettere a tacere i timori sulla sua salute, e dimenticare una volta per tutte quell'incubo folle.

Riabbassò la testa e riprese la lettura:

Possiamo dedurre che l'ottimo consiglio di Mumps non venisse sempre seguito dal fatto che il Consiglio dei Maghi del 1362 mise fuorilegge tutti coloro che giocavano a meno di ottanta chilometri dalle città. Evidentemente la popolarità del gioco stava rapidamente aumentando, poiché...

Toc toc toc.
Un lieve bussare alla finestra interruppe la lettura di quel noioso quinto capitolo, ed Hermione chiuse di scatto il libro con il cuore in gola, per poi saltare subito in piedi e correre finalmente ad affacciarsi.

Il suo gufo postino -anche se con le piume tutte bagnate di pioggia- era tornato e, attaccato alla zampetta sinistra, aveva una piccola pergamena arrotolata.

Draco Malfoy aveva risposto.
Era vivo.

Le sue dita tremarono incontrollate mentre tirava via il piccolo nastro rosso che teneva legato il messaggio.
Come un'ingenua, voleva illudersi che quel tremore fosse causato soltanto dal puro e semplice sollievo sopraggiunto ai minuti di angoscia trascorsi, ma... in cuor suo sapeva bene che non era così. Lo sapeva che c'era qualcos'altro dietro! Era dovuto ad un'emozione inspiegabile e, in particolar modo, alla vergogna bruciante per ciò che aveva sognato di lui... i suoi baci, le sue carezze impudiche, il suo corpo virile, il sesso che avevano fatto.

Hermione avvampò, nonostante fosse completamente sola.



Granger,
non credevo che il mio viscido saluto avesse tanta importanza per una donna potente e conosciuta come te. Devo ritenermi lusingato?
Sarei quasi tentato di inviarti un mazzo di fiori, ma in quanto eroina del mondo magico, rischieresti di essere messa sotto accusa, per aver ricevuto regali da un mangiamorte pentito.


Lesse le prime righe con il cuore che le tamburellava frenetico.

Un mazzo di fiori! Malfoy non si era fatto molti scrupoli a regalarglielo per davvero, almeno nel sogno! Ed era stato pure dannatamente romantico...

L'agghiacciante coincidenza la fece deglutire, ma ricominciò a leggere, incredula per la lunghezza di quel biglietto di risposta.



Comunque... Perché mi chiedi se sto bene? Non credo affatto che la tua sia semplice cortesia! Conoscendoti, devi avere almeno un motivo, per pormi questa domanda. Tutto questo interesse improvviso per la mia persona mi insospettisce perecchio, Granger! Quindi, sputa il rospo.
Oh, aspetta aspetta! Forse ho capito... Ti manca da impazzire il modo "delizioso e perfettamente educato" con cui ti trattavo a scuola, ammettilo!




Ad Hermione, che era tornata a sedersi sul letto incrociando le gambe come una bambina, scappò una piccola risata.
L'auto-ironia di Draco Malfoy era una piacevole sorpresa.



Beh, se così fosse... sono sempre a tua disposizione per rinnovare le piaghe, dentona!
Ma non prendermi a schiaffi, te ne prego... ora non ci sono più ippogrifi innocenti da salvare! Ed io, non sono più così cattivo da condannarne uno solo per farti dispetto.




La risata genuina di Hermione si trasformò di colpo in un sorriso dolce, che tentò di coprire con una mano, come se qualcuno potesse vederla.

Tentò di analizzare quelle frasi, vergate in una calligrafia piccola ed ordinata -da perfetto aristocratico- e fu certa che dietro le parole un po' spavalde di lui, si nascondeva una velata richiesta di perdono.
C'era ancora speranza, allora!
Draco Malfoy era diventato un uomo, ed era cambiato.
Hermione ne fu felice.



Comunque...
Io e te parlare civilmente, dicevi? Mah, non credo di poterlo fare!
Beh, a meno che tu mi chieda umilmente scusa per avermi infastidito sette lunghi anni con la tua sola presenza! E per essere stata talmente brava nello studio da oscurare qualsiasi altro compagno di classe, soprattutto il sottoscritto che, nonostante l'impegno messo nel tentare di essere migliore di te in qualcosa, non c'è MAI riuscito (e, per questo, ti porta ancora un cocente rancore!).




Che lingua tagliente! pensò Hermione. Alcune cose di lui non sarebbero mai cambiate.
In ogni caso, decise di non prendersela: fra quelle righe in apparenza così arroganti, aveva notato anche una sottile e sana ironia, e forse addirittura il desiderio di farle sapere implicitamente che l'aveva disprezzata non tanto per il sangue, ma semplicemente perché era più intelligente di lui...

Era un'ipotesi più che plausibile, dato che fra le centinaia di nati babbani e mezzosangue che allora studiavano ad Hogwarts, Draco aveva tormentato con quel morboso accanimento soltanto lei!



Tornando a me, sì! Sto bene. E se proprio ci tieni... ci verrò, alla tua presentazione! Ma non aspettarti che mi metta in fila per chiederti l'autografo, sarebbe decisamente umiliante per il mio orgoglio!
Pensandoci bene però, credo che avremo il dispiacere di rivederci molto prima: tempo fa ho prenotato un biglietto in platea per la serata d'innaugurazione dell'Unicorno Bianco, e proprio oggi ho sentito dire che tu sarai la madrina d'onore! (Beh, ovvio!!! Chi altri potevano scegliere tra voi personaggi di spicco escludendo Potter e Weasley che sono chiaramente impresentabili?!).
Non trovi che il destino sia beffardo? Io, Draco Malfoy, con il marchio nero ancora ben visibile sul braccio, andrò ad ascoltare una nata babbana che sul palco inizierà senz'ombra di dubbio a sproloquiare di uguaglianza sociale, pace, diritti, amore, progresso, e apertura mentale.
Eeeh, la vita... questa grande puttana!
Ad ogni modo, ora ti auguro buona serata Granger! Sai, non vorrei rischiare di farti credere che il mio biglietto di risposta sia troppo colloquiale... d'altronde ho sempre quella vecchia reputazione di arrogante altezzoso da difendere!!!



Draco Malfoy


Hermione si rilassò impercettibilmente sdraiandosi a pancia in su fra le coperte, e riponendo il biglietto sul comodino.

Era tutto a posto! Malfoy stava bene, ed era pieno di presunzione come al solito.
Poteva dimenticarsi finalmente quel brutto sogno e sgomberare la mente da pensieri nefasti. Era come fare una bella pulizia, cancellare con lo straccio una lavagna fittamente scritta e piena di formule, azzerare la memoria di un pc, ricominciare daccapo una giornata andata male...

Buttò fuori dai polmoni un grande sospiro di sollievo e fissò il soffitto bianco, sgombero, totalmente rilassata.

Un piacevolissimo torpore la invase tutta dopo qualche minuto, così Hermione pensò di spegnere la luce e, sbadigliando, cercò la bacchetta fra le pieghe del letto: la trovò, semi-nascosta sotto il cuscino, e quando fece per afferrarla, percepì qualcosa di duro fra le sue dita che prima non aveva notato, e che adesso aveva cozzato contro il legno della bacchetta.
Aggrottò le sopracciglia, e si osservò la mano sinistra...

Sul suo anulare spiccava un vistoso anello d'argento con un serpente inciso sopra.

L'anello di Draco Malfoy.

Hermione spalancò gli occhi, terrificata.
C-Cosa diavolo...
Co-come era possibile una cosa simile?
Che cosa cazzo stava succedendo? Coooosaaa?
Quell'anello le era stato regalato nel sogno! Draco glielo aveva dato per aver perso una scommessa... per essersi innamorato di lei! Ma tutto ciò era avvenuto SOLO nella sua testa. Come faceva ad avercelo per davvero?

Merda.
Il respiro le si fece rapido e affannato, il cuore iniziò a battere disperato, il viso perse ogni colorito sano, il corpo fu scosso da tremori incontrollati, il cervello prese a cercare una raffica di risposte plausibili.

Hermione si sollevò a stento dal letto in stato confusionale: intorno a lei tutto sembrava girare, oscillare, farsi improvvisamente sfocato.

"Mio Dio! Mio Dio mio Dio mio Dio ti prego, dammi una spiegazione razionale!" Boccheggiò impaurita.

Com'era possibile tutto ciò?
L'anello di Draco non doveva essere lì, attorno al suo anulare! Era assurdo.

Era paradossale.

Sembrava un incubo infinito.
Ma allora qual era il vero sogno?
Quello dal quale credeva di essersi svegliata, oppure questo qui?

Una debolezza incredibile la investì, facendola vacillare e chiudere le palpebre di colpo...

Prima di perdere completamente i sensi però, Hermione udì la risata agghiacciante di un bambino riecheggiare più volte... ma non riuscì a capire se quell'eco proveniva dalla camera da letto, o direttamente dalla sua testa.

Infine, il buio.

Continua...




-Si muore tutte le sere, e si rinasce tutte le mattine: è così! E tra le due cose, c’è il mondo dei sogni. (Henri Cartier-Bresson)

-Sognare permette a ciascuno di noi di essere tranquillamente e veramente folle, ogni notte della nostra vita. (William Dement)

-Tutto quello che vorresti o non vorresti vivere, i tuoi sogni l’hanno già conosciuto. (Stefano Lanuzza)

-Fai vedere al tuo sogno che veramente ci tieni ad incontrarlo, senza pretendere che lui faccia tutta la strada da solo per arrivare fino a te, poi... le cose accadono. I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi. (Fabio Volo)
   
 
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