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Autore: Come What Klaine    09/05/2020    5 recensioni
Artù e Merlino sono coinquilini.Un giorno qualcosa cambia per entrambi,ma qualcosa li trattiene.Entrambi hanno in testa un'altra persona,conosciuta in un gioco di ruolo,di cui non sanno il nome e che non hanno mai visto. Artù pensa al suo Stregone,Merlino pensa al suo Re.
***
TheKing:
Forse non te lo dico abbastanza spesso, ma grazie per esserci. Sei diventato una presenza costante nella mia vita e non hai idea di quanto sia importante per me. Quanto tu sei importante. So che può sembrare assurdo dal momento che ci parliamo da poco più di quattro mesi, non ci siamo mai visti, non so la forma del tuo viso, il colore dei tuoi capelli o dei tuoi occhi, non so se quando sorridi spuntano le fossette sulle tue guance, non so com’è stare fra le tue braccia, non so neanche come sono le tue braccia. Santo cielo non so neanche il tuo nome...Ma c’è una cosa che so. So che ci sei, so che mi posso fidare di te, e ogni volta che vedo un tuo messaggio, ogni volta che parlo con te, dimentico tutto ciò che mi ha infastidito durante la giornata (continua...)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Buona sera! Eccoci qui con un nuovo capitolo :D 
Ringrazio tutti coloro che hanno iniziato/continuato questa storia. Non potete capire quanto mi faccia piacere! Grazie di cuore, davvero.
 
 
Piccolo premessa: in questo capitolo succederà una cosa very important, e magari potrà stonare un po' con il resto degli avvenimenti e dei discorsi soprattutto, ma nel prossimo cercherò di spiegarlo!
 
 
                            CAPITOLO V
 
 
 
Erano passati tre giorni da quella discussione e nessuno dei due sembrava intenzionato a fare il primo passo e scusarsi. Era diventata una questione di puntiglio. 
 
"Perché dovrei essere io il primo a scusarmi? Gli ho scritto io per ultimo, l'ho implorato di restare, ma lui mi ha ignorato" disse Merlino, sotto lo sguardo esasperato delle sue amiche.
 
"Bé, ma non ha tanto torto" gli fece notare Freya, beccandosi un'occhiataccia. 
"Come prego?"
"Sì, sembra davvero che ti dia fastidio quando lui ti chiede di vedervi. Anche io mi sentirei offesa se qualcuno a cui tengo mi respingesse ogni volta" 
"Io non l'ho rifiutato. Sai quanto voglio vederlo, sai quanto tengo a lui, sai quanto è importante"
"Lo so, ma è quello che sembra. Sono mesi ormai che questa cosa va avanti" gli fece notare, e Merlino sospirò.
 
"Lo so, ma ho la sensazione che tutto finirà, c'è qualcosa dentro me che mi blocca. E io non riesco ad affrontarla, non ancora"
 
"Io capisco che tu abbia bisogno dei tuoi tempi. Ma di tempo ne hai avuto parecchio. Quando si stancherà di aspettarti e troverà qualcun altro, non venire a piangere da noi"  gli disse con tono brusco.
"Freya" la riprese Gwen, guardandola severamente, ma lei scrollò le spalle. 
"Cosa? E' la verità. Per quanto possa essere preso da Merlino, se lui continua così non fa che allontanarlo" 
 
Merlino la guardò ferito, pensava che lei sarebbe stata dalla sua parte, ma, allo stesso tempo, si rendeva conto di quanto fossero vere le sue parole.
 
"Cerca di capirlo, Merl. Non deve essere facile neanche per lui. Magari anche lui è spaventato, ma la voglia di vederti è più grande di qualsiasi cosa" si intromise Gwen, sorridendogli in modo incoraggiante.
Merlino sospirò. "Lo so"
"Quindi, gli scriverai?" chiese Freya, e Merlino si ritrovò ad annuire, seppur poco convinto. Ma era sempre un passo avanti.
 
***
 
"Perché dovrei cercarlo io, dopo che mi ha fatto capire che non vuole vedermi?" chiese Artù, mentre Morgana leggeva la conversazione che aveva avuto con lo stregone.
"Forse per il fatto che non ha mai detto che non vuole vederti?" ipotizzò la ragazza, guardandolo in modo eloquente.
"Si chiama leggere fra le righe"
"No, si chiama avere il paraocchi. Capisco che ti possa sentire rifiutato, ma devi anche capire che questo ragazzo possa avere paura"
"Ma paura di cosa? E' questo che mi fa incazzare. Pensa davvero che io lo possa escludere dalla mia vita, dopo tutto quello che ci siamo detti?" sbottò Artù e Morgana sospirò, ruotando gli occhi.
 
"Magari ha paura di scoprire che tutto questo sia costruito su un'illusione e la realtà lo spaventa. Non puoi biasimarlo"
"Anche io sono terrorizzato all'idea di cosa possa accadere, ma non mi importa. Perché quello che provo per lui è più grande di questa paura e correrei da lui anche in questo preciso momento, se solo me lo chiedesse" 
 
" Lo so, e so che ti senti ferito da questo suo comportamento. Ma non puoi lasciare che questa discussione vi allontani. Metti da parte il tuo stupido orgoglio e scrivigli, anche solo per dirgli ciao, ma fallo. Mostragli che quello che avete è più forte di tutto il resto" gli disse Morgana, porgendogli il cellulare.
 
Artù guardò sua sorella e si ritrovò a sospirare. 
 
***
 
TheKing:
 
Ehi
 
The_Sorcerer:
 
Ehi
 
TheKing:
 
...telepatia. Ci siamo scritti nello stesso momento.
 
The_Sorcerer:
 
Già...
 
TheKing:
 
Volevo chiederti scusa per l'altra notte. Me ne sono andato senza neanche rispondere ai tuoi messaggi, e mi dispiace. Ma se fossi rimasto, avremmo finito con il litigare e magari dirci cose che non pensiamo, solo per ferirci.
 
The_Sorcerer:
 
Va bene, scusami tu. Non dovevo reagire in quel modo
 
TheKing:
 
Credo che dovremmo parlare.. E' chiaro che ci sono dei punti irrisolti e io voglio chiarire, prima che finiamo per attaccarci 
 
The_Sorcerer:
 
Credo di essere un po' paranoico. 
 
TheKing:
 
Solo un po'??
 
Ascolta, capisco che tu possa essere nervoso all'idea di vedermi, lo sono anche io. Ma siamo due adulti e credo che riusciremo a gestire qualunque situazione si presenti. Sia se ci rendiamo conto che non c'è alcuna alchimia, sia se scatta la scintilla. Ne parliamo, ci confrontiamo e decidiamo cosa fare. Insieme.
 
The_Sorcerer:
 
E se la scintilla scattasse solo per uno dei due? Se solo uno di noi si rendesse conto di provare qualcosa per l'altro e non fosse ricambiato?
 
TheKing:
 
E se ci concentrassimo solo sul vederci per ora? Poi ciò che verrà, verrà.
 
The_Sorcerer:
 
Se son rose fioriranno?
 
TheKing:
 
Esatto. Di cosa hai più paura? Di deludere me o di rimanere deluso da me? 
 
The_Sorcerer:
 
Non potrei essere deluso da te. Qualunque sia il tuo aspetto...
 
TheKing:
 
E non pensi che questo possa valere anche per me? 
 
The_Sorcerer:
 
Sai cosa? Hai ragione. 
(imprimiti nella memoria questo momento perché non lo dirò una seconda volta)
 
TheKing:
 
Scemo ahah 
Lo so che ho ragione!
 
The_Sorcerer:
 
Quindi, è tutto okay fra noi?
 
TheKing:
 
Certo, non sarà mica una piccola discussione ad allontanarci. Non ti liberi di me così facilmente!
 
The_Sorcerer:
 
Peccato, e io che pensavo di essere riuscito nel mio intento!
 
TheKing:
 
.... Sei così simpatico
 
The_Sorcerer:
 
Scusami ancora. Sono stato malissimo in questi giorni senza sentirti
 
TheKing:
 
Anche io. Mi sei mancato. 
 
E ti chiedo di nuovo scusa. Non voglio farti alcuna pressione. Io sono qui e ti aspetto, non importa quanto tempo ci vorrà.
 
The_Sorcerer:
 
Dovevo essere un santo in un'altra vita, per meritarmi una persona come te  

TheKing:
 
Eheh, non esagerare!
 
No okay scherzo, sei davvero molto fortunato. Seriamente, dove lo trovi un altro come me?
 
The_Sorcerer:
 
E' questo il punto, perché dovrei trovare un altro come te, quando ho già te? (ha senso ciò che ho detto??)
 
TheKing:
 
No, ma ho capito cosa intendi. Io sono unico e  l'unico :D
 
The_Sorcerer:
 
Vedo che sei sempre molto modesto. 
 
TheKing:
 
Tu mi fai volare 
 
The_Sorcerer:
 
Non troppo in alto, però. Rischi di bruciarti col sole.
 
TheKing:
 
Tu sei il mio sole. Illumini le mie giornate ❤
 
The_Sorcerer:
 
...che originalità 
 
TheKing:
 
Sssh, non rovinare l'atmosfera
 
The_Sorcerer:
 
Sei un idiota ahah
Ma mi piaci anche per questo
 
TheKing:
 
Oh oh, 'anche'? Per quali altre cose ti piaccio? 
 
The_Sorcerer:
 
Come se te lo venissi a dire! Pff. 
 
TheKing:
 
Ho il diritto di saperlo.
 
The_Sorcerer:
 
Devo andare, ciao  ❤
 
TheKing:
 
Non puoi lasciarmi così! Sei cattivo :( 
 
The_Sorcerer:
 
Mi farò perdonare ;)
 
TheKing:
 
Sarà meglio per te. u.u
 
***
 
Artù e Merlino avevano scoperto che passare del tempo insieme, non era così male come pensavano. Non potevano dire di essere diventati super amici, ma si stava creando un nuovo legame fra loro. Se prima ognuno stava per conto suo, adesso quelle rare volte che erano entrambi a casa, lo passavano insieme. Invece di chiudersi ognuno nella propria stanza, restavano in cucina o nel salone, rispettando l'uno lo spazio dell'altro. Spesso si rivolgevano a stento la parola, troppo impegnati a studiare, ma si scambiavano occhiate fugaci, o facevano qualche commento esaurito su un argomento difficile da studiare. La sera invece si sedevano alle due estremità opposte del divano, passando la maggior parte del tempo a litigare per scegliere che film vedere, piuttosto che vederlo per davvero.
 
"Wow, sembriamo quasi dei coinquilini normali" commentò una sera Artù, gettandosi con poca grazia sul divano, mentre Merlino scorreva distrattamente la lista dei film su Netflix. 
Merlino sbuffò una risata. "Quasi" sottolineò, guardandolo di sottecchi.
Artù ricambiò il suo sguardo e sorrise. Sì, decisamente non era male passare del tempo insieme a quell'idiota di Merlino.
 
***
 
Merlino si era immaginato tutto per quel venerdì sera. Per la testa gli erano passati gli scenari più assurdi, ma quello che stava vivendo in quel momento, non lo aveva preso proprio in considerazione. Stare seduto in macchina con Artù, mangiando un panino unto con hamburger e patatine, con la maionese che rischiava di cadere minacciosamente sulle loro camicie dai colletti inamidati  non era proprio ciò che si aspettava. 
Durante tutto il tragitto Artù non aveva detto nulla sul cambio di programma. Merlino  aveva realizzato che non erano dove dovevano essere, quando davanti a loro c'era un furgoncino con cibo di strada e non l'edificio imponente dell'azienda. 
Artù  aveva continuato a non dire nulla, se non per chiedergli come volesse il panino. Solo qualche minuto dopo aver finito di mangiare, prese parola.
 
"Mi dispiace, ma non me la sentivo di andare" disse con un filo di voce, guardandolo di sfuggita. 
"No, è a me che dispiace. Se ti sentivi a disagio ad avermi con te, potevi dirmelo" rispose Merlino, voltandosi a guardarlo.
"No, non è questo, giuro. Io non volevo neanche andarci e penso che tu l'avessi già capito" replicò e Merlino fece un piccolo cenno con la testa.
"Odio queste cene. Mi rendono sempre nervoso. Devo comportarmi in un determinato modo, stare attento a ciò che dico, a ciò che faccio, fingere sorrisi e cortesia, quando vorrei solo scappare. Non volevo coinvolgerti in questo" spiegò, stringendosi nelle spalle.
Merlino gli rivolse un piccolo sorriso. "Tranquillo, non ti devi giustificare. Ero nervoso un po' anche io" ammise. 
"Solo un po'?" chiese Artù, guardandolo in modo eloquente.
"Okay, forse un po' tanto" gli concesse Merlino, arricciando le labbra in un sorriso colpevole. 
"Allora mi sento meno in colpa per non esserci andato" 
 
"Cosa ne penserà tuo padre?" gli chiese Merlino, guardandolo in modo così intenso che per un attimo Artù si sentì a disagio. Sembrava che Merlino volesse leggergli dentro, non sapeva dire se lo facesse intenzionalmente o se fosse solo colpa dei suoi grandi occhi blu.
"Sinceramente non me ne importa. Non voglio pensarci" disse, sospirando rumorosamente.
 
"Dovrebbe importarti, invece. Io credo che dovresti fargli capire quanto il suo supporto e la sua approvazione significano per te" ribatté Merlino.
"Pensi che non lo abbia già fatto? Sembra che abbia i paraocchi" 
 
"Ascolta, so che ti sembra impossibile, e magari avrai provato altre volte a parlargli. Ma per prima cosa ne devi essere convinto tu" gli fece notare.
"Come faccio ad esserne convinto se ogni volta che vado per parlargli, mi si forma un nodo in gola? Nella mente ho le parole già pronte, ma poi non riesco a pronunciare nulla, non riesco a dire niente di ciò che vorrei dire" rispose Artù, sospirando frustrato.
 
"Perché parti prevenuto. Perché già immagini che la conversazione andrà male e alla fine è quello che succede. Io credo che lui sia disposto a venirti incontro più di quanto immagini. E' pur sempre tuo padre, lui è la tua famiglia. Non dovete allontanarvi per questo" disse con convinzione, arrossendo leggermente allo sguardo penetrante di Artù. Ringraziò il fatto che fossero quasi al buio, illuminati solo dalle luci distanti della città. 
 
"Perché dovrei fare io il primo passo? Non dovrebbe spettare a lui?" chiese Artù, rompendo il silenzio. 
"Mh, siete entrambi dei Pendragon. Come la pensi tu così, la pensa anche lui" rispose Merlino, stringendosi nelle spalle.
 
"Vorresti insinuare che noi Pendragon siamo..." andò per dire Artù, non riuscendo a trovare l'aggettivo esatto.
"Insopportabilmente orgogliosi, testardi e pieni di sé? Assolutamente sì" continuò Merlino per lui, nascondendo un ghigno dietro il bicchiere di carta che teneva in mano. Artù assottigliò lo sguardo in quella che doveva essere un'espressione minacciosa.
 
"Sinceramente in questo momento sembri un gattino arruffato" disse Merlino, allungando un braccio per scompigliargli i capelli, ma Artù gli schiaffeggiò la mano.
"Non ci provare" sibilò, e Merlino scoppiò a ridere. Artù, suo malgrado, non poté che fare lo stesso. 
 
"Comunque quello che voglio dirti è di non rischiare di perdere tuo padre solo per non mettere da parte il tuo stupido orgoglio. Potresti pentirtene un giorno" concluse Merlino, allungando un braccio per poggiare il bicchiere ormai vuoto, sul cruscotto.
 
Artù lo guardò per qualche istante, incerto su cosa dire. "Grazie. Sei davvero un buon amico, Merlino" 
 
Le labbra di Merlino si stesero in un ghigno. "Sta' attento, rischi di diventare sentimentale" scherzò, beccandosi uno schiaffo giocoso sul braccio. 
"Gattino arruffato" mormorò in tono provocatorio e Artù allungò le mani per solleticarlo. Merlino si ritirò sul sedile, cercando di bloccargli i polsi. Risero e continuarono quella strana lotta per qualche minuto, fino a quando Merlino non sbatté la nuca contro il finestrino. Artù si rimise composto, poggiando la testa sulla testiera del sedile. Merlino lo imitò e per qualche istante si guardarono in silenzio, cercando di regolarizzare i loro respiri leggermente affannati dalle risate.
 
Artù ad un certo punto sospirò e aprì e chiuse la bocca diverse volte, sul punto di dire qualcosa per poi ripensarci. E nel momento in cui Artù parlò, Merlino seppe quanto fosse difficile per lui aprirsi in quel modo e mostrarsi vulnerabile. 
 
"Hai mai la sensazione di non essere abbastanza? Non importa quanto duramente ci provi, non importa quanto impegno tu ci metta, niente sarà mai abbastanza" gli disse, con lo sguardo perso nel vuoto.
"E non intendo solo con mio padre. E' in generale. Ho la sensazione che nessuno si renda veramente conto di quello che provo e di quello che faccio, o semplicemente non gliene importa" continuò, stringendosi nelle spalle.
 
Merlino cercò le parole giuste da dire, qualche rassicurazione, senza sapere che parte di quel discorso era implicitamente riferito anche a lui, nei panni dello Stregone. Perché Artù si era sentito ferito dal suo comportamento, ma aveva mandato giù il nodo alla gola e aveva finto che tutto andasse bene, quando in realtà un po' sentiva di aver fallito. Aveva la sensazione di non essere riuscito a fargli capire quanto tenesse a lui. 
 
"So quanto sia brutto sentire di non essere abbastanza. Sentirsi soli anche in mezzo ad una folla. Avere quella sensazione di un vuoto dentro che non sai se riuscirai mai a colmare" disse Merlino, stupendosi del modo in cui fosse facile parlare con Artù. Era come se sentisse il bisogno di dirgli quelle cose. 
"E' frustrante. Metti tutto te stesso in una cosa, eppure anche quel tutto non è abbastanza e ti ritrovi a chiederti perché" continuò, mentre Artù lo guardava con attenzione. Era incredibile il modo in cui Merlino sembrava capirlo. 
 
"Come hai fatto?" domandò Artù con un filo di voce. Merlino assunse un'espressione perplessa. 
"Fatto cosa?"
"Sei riuscito a farmi parlare di cose personali, cosa che non faccio facilmente, neanche con i miei migliori amici" rispose, mentre una vocina dentro di lui gli ricordava che era riuscito ad aprirsi e a parlare senza paura solo con un'altra persona.
 
Merlino fece un piccolo sorriso e si strinse nelle spalle. "Magia" sussurrò come se stesse rivelando un segreto e Artù si ritrovò a sorridere con lui, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso. Era come ipnotizzato da quegli occhi di un intenso blu, -sembrava che il cielo notturno si stesse riflettendo in quelle iridi-, dal suo sorriso ancora disegnato sulle sue labbra rosee, e dal calore che sprigionava la mano sulla sua spalla, irradiandosi lungo tutto il corpo. Senza che potesse controllarlo, si avvicinò a Merlino, o forse Merlino si era avvicinato o forse lo fecero entrambi contemporaneamente, nessuno dei due lo capì. Ciò che era certo era che l'attimo dopo si trovarono con le labbra unite. 
 
Merlino restò per un attimo immobile, ma poi sospirò e chiuse gli occhi, lasciandosi andare in quel bacio. Strinse la mano sulla spalla di Artù, mentre quest'ultimo portò una mano sulla sua guancia, sfiorandola con la punta delle dita. Merlino sentì la pelle formicolare e si spinse leggermente contro di lui.
 C'era qualcosa di terribilmente sbagliato in tutto quello, ma allo stesso tempo sembrava così giusto. Era come se non avessero aspettato altro che quel momento. I loro corpi cercavano di aggrapparsi l'uno all'altro, anche solo con una semplice carezza, e le loro labbra si muovevano lentamente le une sulle altre, creando una dolce armonia di sospiri nel silenzio della notte. 
Uno schiocco di labbra un po' più rumoroso, sembrò risvegliarli. Si resero conto di ciò che stavano facendo e, lentamente, si staccarono l'uno dall'altro, guardandosi attentamente negli occhi, come se stessero cercando una risposta l'uno nell'altro. Risposta che però non trovarono.
 
 "Scusa" dissero contemporaneamente, sorridendo nervosamente.
"Davvero, scusami. Io non so perché l'ho fatto" ribadì Artù, quasi sentendosi in dovere di giustificarsi. Merlino si strinse nelle spalle.
"Tranquillo, ci siamo solo lasciati trascinare dall'atmosfera che si era creata" lo rassicurò Merlino, sedendosi composto sul sedile. Artù sembrò sul punto di dire altro, ma poi ci ripensò e, senza pronunciare una parola, accese il motore della macchina e partirono. 
 
Durante tutto il tragitto, non avevano detto una parola. Una volta arrivati a casa, si chiusero rispettivamente nelle loro stanze. 
Merlino digitò un messaggio veloce a Gwen, chiedendole di andarlo a prendere con una qualsiasi scusa. Non poteva restare sotto lo stesso tetto con Artù. Non era pronto ad affrontarlo. 
Fortunatamente Gwen fu immediata a presentarsi sotto casa, e a Merlino non interessò neanche che scusa avesse usato. Ciò che importava era che si sarebbe allontanato da Artù.
 
 
 
 
 
 
Uhm, quindi sì. Artù e Merlino si sono baciati. Nel capitolo che avevo scritto precedentemente, il bacio era molto diverso. Molto più focoso e impulsivo, mentre qui l'ho riscritto in modo più soft. 




 
 
Nel prossimo capitolo:
 
(doppio spoiler!)
 
 
The_Sorcerer:
 
Credi che stiamo inseguendo una fantasia?
 
TheKing:
 
Cosa intendi?
 
The_Sorcerer:
 
Intendo questa cosa che c'è fra noi. Non so cosa sia, ma so che è importante per me. 
 
TheKing:
 
Lo è anche per me.
 
The_Sorcerer:
 
E' che non abbiamo mai definito il nostro rapporto e.. non lo so.
 
TheKing:
 
Perché me lo chiedi? C'è un'altra persona?
 
_______
 
 
Lady*of*the*lake:
 
Ragazzi, grandi notizie! Ho appena finito di parlare con gli altri amministratori del gioco, e dopo tanti dubbi e discussioni, abbiamo convenuto di fare un raduno proprio qui a Londra! Anche quelli di Dublino e Parigi e città limitrofe parteciperanno. 
Camelot prenderà vita!!
 
 
  
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