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Autore: Iaiasdream    10/05/2020    0 recensioni
Andrea Coreno, da tutti conosciuto come Sky Coreno è un attore-modello, amato dalle teenagers.
Stanco della sua vita oppressa da ciò che comporta l'essere famoso, decide di allontanarsi per un po'. Acquista una villa di campagna e tra i vasti campi di lavanda che adornano il paesaggio conosce Chloe Merisi, una giovane erborista.
Sky viene subito colpito dall'aria misteriosa che avvolge la ragazza, ma il carattere che lei svela non appaga le aspettative dell'attore.
La loro sembra essere una relazione senza capo nè coda, formata solo da dispetti e incomprensioni, ma c'è anche attrazione e, quel forte sentimento non riusciranno a ignorarlo.
Gli strani comportamenti della ragazza altro non sono che la conseguenza del suo passato.
Sky l'ama ma sarà disposto a rinunciare alla cosa più importante?
Chloe crede di ricambiare quel sentimento, ma ha paura di quella che sembra essere una seconda possibilità offertale dal destino. Quest'ultimo, però, ha qualcosa di diverso in serbo per loro poichè i suoi fili sono infinti.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Un manto dalla sfumatura color indaco comparve davanti ai loro occhi non appena sorpassarono il dosso della carreggiata. Sky Coreno rimase esterrefatto nell'ammirare quell'idilliaco paesaggio, abbassò il finestrino dell'auto in corsa, si affacciò e venne subito colpito dall'afoso vento che trasportava con sé l'intenso profumo di quei fiori. Chiuse gli occhi e aspirò a pieni polmoni sentendosi vacillare nell'inebriante sensazione di sensuale eccitazione.
- Ferma l'auto! – ordinò al suo amico.
- Che cosa ti prende? – chiese Angelo acconsentendo al suo volere – Ti senti male?
Sky non rispose, scese dall'auto e s'inoltrò in quel vasto mare viola. Piroettò sorridendo, chiuse gli occhi e alzando il capo permise al vento di scompigliargli i capelli.
Angelo, dalla macchina, lo guardava allibito. Che bambino, pensò. Uscì anch'egli, si appoggiò di spalle alla carrozzeria, incrociò le braccia al petto, accavallò una gamba sull'altra e, sorridendo, continuò ad osservare i movimenti infantili del suo amico. – Ma che fai? – esclamò dopo un po'.
- Adesso sì che sto fiorendo anch'io! – urlò Sky, felice.
- Ma che dici? Dai, andiamo!
Il giovane attore girò ancora una volta su se stesso, poi si volse verso l'orizzonte laddove i fiori sembravano un unico colore e scorse una figura bianca che si muoveva come se fosse trasportata dal vento. Cercò di capire cosa fosse, ma era troppo lontana per distinguerla.
- Allora, Coreno! – gridò Angelo impaziente.
Sky trasalì preso alla sprovvista, poi si volse verso l'amico. – Arrivo! – rispose. Diede un'ultima occhiata alla figura ed infine ritornò in auto.
- Non ti innamorare di questo campo; ha già un padrone. – lo schernì il geometra.
- Sai se da casa mia è visibile?
- È difronte.
L'attore si compiacque e ritornò a guardare il campo. Si stavano avvicinando velocemente a quella macchia bianca che aveva intravisto. Si trattava di una persona; una donna che indossava una prendisole bianco e aveva lunghi e castani capelli sciolti al vento. Camminava tra quei cespugli in fiore, dando le spalle ai passanti. Reggeva su un braccio un cesto di vimini e con l'altra mano si liberava il volto dalle ciocche ribelli.
Sky la seguì con lo sguardo fino a quando non divenne di nuovo un puntino bianco, dispiaciuto per non averla vista in volto; dopodiché ritornò a guardare la strada che si allungava davanti a loro.
- Qualcun altro abita da queste parti? – chiese curioso.
- A un chilometro da casa tua – rispose Angelo, - ma non ti preoccupare, non ti daranno fastidio. Sono persone alquanto discrete. – detto questo, l'amico rallentò, impostò la freccia a destra e accostò davanti a un cancello sorretto da due colonne, circondato da una retina coperta da cespugli ben curati. – Siamo arrivati. – annunciò, infine.
L'attore sbirciò oltre il cancello notando subito il viale di pruni che conduceva dritto alla casa ricoperta, sulla maggior parte delle pareti, da piante rampicanti.
I due amici scesero insieme dall'auto. Angelo gli fu accanto e, dopo aver aperto il cancello, lo invitò ad entrare. Sky non se lo fece ripetere due volte. Osservò il giardino ben curato, adornato da un salice e qualche cycas. Dall'altra parte c'era un gazebo fatto di pietra e legno con un tavolino e due sedie in ferro battuto, poi la sua attenzione si spostò su ciò che più lo interessava: la villa. Su due livelli, aveva una tinta rossa che contrastava con il verde dell'edera, tre arcate, che sorreggevano il balcone del piano superiore, presentavano l'entrata e formavano un'accogliente veranda.
Entrarono. La casa si presentava completamente arredata e in stile moderno; c'era il caminetto, una libreria ben fornita, la cucina e il soggiorno. Una scalinata a chiocciola conduceva al primo piano dove una vetrata sul soffitto rigettava all'interno dell'ambiente il cielo azzurro. Il corridoio circondava in forma quadrata l'intero piano e ad ogni parete c'era una porta.
Mentre visitavano le camere, Angelo raccontò che il proprietario di quella casa era un noto professore di arte, - Partì per l'America. – spiegò – Non fece più ritorno perché morì. È stata sua figlia a metterla in vendita.
Delle quattro stanze, quella che colpì in pieno il cuore del ragazzo fu la camera da letto, la più grande, formata da un boudoir che fungeva da studio e il vano letto con le pareti affrescate da meravigliosi paesaggi autunnali. Sky s'inoltrò in quel bosco delle fiabe e andò subito ad aprire la finestra, dalla quale trionfò il sublime paesaggio che per tante notti aveva visitato i suoi sogni dipingendosi, ora, nella realtà.
Angelo lo seguì e lo guardò in volto accorgendosi che gli occhi di onice brillavano come quelli di un bambino. Non l'aveva mai visto così: sprizzava gioia da tutti i pori. – Sapevo che ti sarebbe piaciuto – ammise modesto, - ma non pensavo di lasciarti allibito! Di' qualcosa, mi stai spaventando! – lo burlò.
- Non ho parole, amico mio. – rispose Sky come un automa. – Se fossi stato una ragazza ti avrei baciato all'istante. – continuò con il sorriso sulle labbra.
- Allora continua a rimanere con quell'espressione! – ribatté Angelo accennando due passi indietro.
- Sapevo di poter contare su di te. Hai fatto un ottimo lavoro.
- Lo so, ma ora possiamo ritornare dentro? Devo darti altre istruzioni. Visto che mi hai dato campo libero – riprese il giovane non appena ritornarono in salotto, - mi sono proposto come garante nell'acquisto, tu dovrai solo andare dal notaio per firmare l'atto di proprietà. La figlia dell'ex proprietario non si trova qui, il suo avvocato ne ha fatte le veci. Un'altra cosa: ho pensato anche alla pulizia della casa. Ti ricordi quando t'ho detto che a un chilometro da qui abitano alcune persone? Be', due giorni fa ho incontrato una signora, si chiama Samantha Bellini, una quarantenne nubile, e parlando del più e del meno si è offerta come domestica. Verrà tutte le mattine alle dieci, partendo da lunedì. Penso che fino ad allora, ti sarai trasferito.
- Vorrei farlo da stasera, ma ho deciso che cenerò con mia madre. Non voglio farla preoccupare. – rispose Sky, afferrando la cartella del contratto e sfogliandola senza attenzione.
- Un'ultima cosa. – riprese Angelo, - Devi ripagarmi il favore.
- Tutto quello che vuoi.
- Dovrai lasciarmi il tuo appartamento per qualche giorno. Arriverà la mia nuova ragazza e non vuole soggiornare in un albergo. A casa mia non posso portarla, ai miei genitori verrebbe un colpo.
- Certo che te la lascio, ma non mi avevi detto che ti sei fidanzato.
- Sei tu che non ti fai sentire da una settimana! – esclamò Angelo strappandogli di mano la cartelletta e alzandosi.
Sky lo imitò e, data un'ultima occhiata all'ambiente, uscirono raggiungendo l'auto.
Durante il tragitto, Angelo lo avvisò di non aver pensato al rifornimento del frigorifero, aggiungendo che per i suoi bisogni sarebbe potuto andare nel paese che distanziava solo tre chilometri dalla villa.
Ancora una volta, Sky ringraziò l'amico e, giunti nel suo appartamento, preparò la valigia, consegnò le chiavi al geometra e si recò a casa di sua madre. Ad accoglierlo per primo fu il vecchio Benny un pastore maremmano che non appena lo vide, gli saltò addosso leccandolo su tutto il viso e dopo un po' comparve sua madre la cui età non combaciava affatto con l'aspetto fisico. Era bassa, con gli stessi occhi e colore dei capelli del figlio, il quale, accortosi della sua presenza, scostò il cane e le corse in contro per abbracciarla.
La donna, dal canto suo, lo accolse come se non lo vedesse da anni. – Da quando non trasmettono più la tua pubblicità, mi sento ancora più sola! – disse stringendolo forte a sé.
- Ma mamma, non sei sola! Che mi dici di Aurora?
- Oh, tua sorella è sempre così indaffarata col suo studio fotografico, e poi da quando si è fidanzata, sembra proprio che non abbia più tempo da dedicare a sua madre.
Le lamentele della donna durarono fino a quando il giovane non decise di dirle che non aveva pranzato. Dopo averlo guardato storto sua madre si prodigò per preparare i suoi piatti preferiti. Sky, liberatosi dai capricci della donna, si dedicò a Benny. Entrarono insieme in quella che per parecchio tempo era stata la sua camera, quando ancora nel quartiere lo conoscevano come Andrea Coreno il piccolo sognatore. Mancava da un giorno, ma ogni volta che rivedeva quella casa, a Sky ritornavano alla mente ricordi legati a una vita fatta di sacrifici e rinunce, ma che gli aveva insegnato molto, gli aveva fatto conoscere persone giuste come Angelo e lo aveva fatto diventare l'uomo che era.
Sky perse suo padre per una grave malattia, quando aveva solo cinque anni; con sua madre e sua sorella maggiore si erano trasferiti in quella casa per comodità lavorative, poiché la donna aveva trovato lavoro come badante in quel quartiere. Fu proprio lì che Andrea aveva iniziato ad amare il teatro. Insieme con i suoi compagni organizzavano spettacoli in strada, recitando scene di fumetti giapponesi, fino a quando all'età di diciassette anni, decise di cambiare la sua vita sfruttando la sua bellezza come modello.
Anche allora, come in quel momento, sapeva che la sua vita avrebbe preso una svolta.
Sky passò due giorni a casa di sua madre contando le ore che lo distanziavano dal trasferimento in quella villa. La donna insistette perché si portasse il pastore maremmano, aggiungendo che si sarebbe sentita male nel pensare suo figlio praticamente solo.
L'attore, come al solito, per tranquillizzarla, la strinse forte al petto, sussurrandole che sarebbe andato a trovarla.
Il giorno dell'arrivederci era ormai giunto, dopo i saluti e le raccomandazioni, Sky partì insieme col suo fidato amico a quattro zampe.
Per non destare sospetti, evitò le strade affollate, si coprì il capo con un berretto a visiera e si infilò un paio di occhiali da sole, liberandosene solo quando uscì dalla città. Aprì il finestrino e sorridendo respirò a pieni polmoni l'aria pulita della campagna. Quando arrivò al famigliare dosso, strabuzzò gli occhi preparandosi a quella vista spettacolare e, quando finalmente il vasto manto blu-viola cambiò la cromatura dei suoi occhi, il cuore iniziò a palpitargli più velocemente.
Il ragazzo abbassò tutti e quattro i finestrini e accelerò per far sì che quel lieve vento gli donasse l'estasiante profumo dei fiori.
Benny ne approfittò per fare capolino e permettere all'aria di scompigliargli il bianco e ovattato pelo, poi l'auto si fermò davanti alla villa, Sky, dopo aver aperto il cancello, ritornò in auto per parcheggiarla nello spiazzale. Come si fu fermato, Benny saltò dal finestrino e iniziò a correre per tutto il giardino.
- Piace anche a te, vero? – chiese il suo padrone mentre apriva il bagagliaio ed estraeva le valige. Nel momento in cui entrava in casa, la prima cosa che fece fu recarsi nella camera dalle pareti dipinte d'autunno e spalancare la finestra. La luce del giorno inondò il posto appaiata dal fresco odore della natura.
Sky uscì sul balcone e si affacciò alla balaustra, ammirando senza sosta il paesaggio davanti a sé. – Se morissi adesso, non mi dispiacerebbe affatto. – mormorò felice, poi stiracchiandosi, rientrò cominciando a famigliarizzare con il posto. Dato l'ordine e la pulizia, comprese che la donna nominata da Angelo aveva fatto il suo lavoro e ne ebbe conferma quando, scendendo per prendere le valige, si accorse che sul tavolo c'era un bigliettino con su scritto: "Salve signor Coreno, sono Samantha Bellini. Il suo amico mi ha informata del trasferimento, così mi sono permessa di chiedergli una copia delle chiavi per dare una pulita. Spero che il mio lavoro sia di suo gradimento. In ogni caso sarò da lei lunedì mattina. Questo è il mio numero..."
- Sembra una persona onesta. – sibilò il giovane lasciando il bigliettino, poi raccolse le valige e ritornò in camera sua. Dopo aver disfatto i bagagli e rinfrescatosi, si recò in cucina, affamato, ma solo dopo aver visto il frigo vuoto, si ricordò l'avvertimento di Angelo. Essendo domenica, non si sarebbe potuto recare in paese per comprare qualcosa, così decise di chiamare il suo amico per chiedergli se conoscesse qualche ristorante. Il geometra affermò che c'era una trattoria.
Sky non perse altro tempo, andò a prepararsi e uscì.
In giardino, Benny si stava rotolando sul verde prato.
- Sarò di ritorno molto presto. Tu fa' la guardia alla casa, se sarai bravo, ti porterò una buona cenetta.
Benny, come risposta, abbaiò scodinzolando, mentre con lo sguardo seguiva i movimenti del suo padrone che entrò nell'auto e se ne andò.
Il paesello che si trovava a tre chilometri dalla villa di Sky, somigliava ad un presepe. Non c'erano palazzi o case morderne, erano tutte casette disposte a schiera. Tutto sommato era accogliente e bello da vedere.
Sky parcheggiò e, notando in lontananza due ragazzine, decise di chiedere loro informazioni sulla trattoria.
Le giovani, non appena lo videro, rimasero pietrificate.
- Sapete per caso indicarmi una trattoria? – chiese l'attore indifferente al loro comportamento. Una delle due, a malapena, alzò un braccio. Sky seguì l'indicazione con lo sguardo e ringraziando se ne andò lasciando le due ferme come statue a sibilare: - È proprio lui!
La trattoria si trovava nella piazzetta fra un'erboristeria e un panificio. L'insegna riportava il titolo "Trattoria la Piazzetta". Sky vi entrò.
L'interno si presentò come un ampio locale tutto rivestito in legno, dal pavimento in parquet alle pareti con travi di noce. Pochi tavolini erano occupati. L'attore scelse quello più discreto che si trovava davanti a una vetrata. Aspettò paziente l'arrivo della cameriera, la quale, non appena si fu liberata di altri due clienti, si avvicinò a lui chiedendo di darle la comanda.
- Sì, vorrei la specialità della casa. – rispose il ragazzo dando un'occhiata sfuggente al menù, ma si accorse che la cameriera rimaneva ferma davanti a lui, così alzò lo sguardo e la vide impietrita a fissarlo.
- C'è qualcosa che non va? – chiese il giovane titubante.
- Lei – balbettò la ragazzina dalle trecce rosse – lei è Sky Coreno?
L'attore annuì sorridendo, mentre la cameriera, senza distogliergli lo sguardo di dosso, scriveva l'ordinazione sul block notes, infine, come un automa si girò e se ne andò.
Sky sbottò ridendo, poi si guardò in giro: a un tavolino alla sua destra c'era una coppietta intenta ad amoreggiare, a due tavoli più in là, due donne lo guardavano con malizia. Il giovane distolse subito lo sguardo da loro e quando si volse al lato opposto, si ritrovò a guardare una ragazza sola che teneva un gomito appoggiato sul tavolino e la testa rivolta verso la vetrata. Con l'altra mano, armeggiava un bicchiere, sembrava indifferente a ciò che la circondava. Aveva gli occhi spenti e un'espressione malinconica.
Sky distolse lo sguardo, ma senza volerlo ritornò a guardarla. Tutti i presenti si erano accorti di lui, tranne quella giovane donna che nonostante si fosse girata, mostrando il suo volto tondo e privo di tracce di profumeria, il suo unico punto di riferimento su cui mostrare attenzione era solo il bicchiere sottomesso alle sue dita.
Sky, che in quel momento poteva guardarla meglio, fu attratto dalla sua semplice bellezza: aveva occhi a mandorla scuri, naso dalla punta arrotondata, labbra sottili, ma ben disegnate e una corona di capelli castani si poggiavano sulla spalla raccolti con un fermaglio.
A un tratto l'interessante figura fu coperta dal corpo snello della cameriera che gli si piazzò d'avanti per porgergli le ordinazioni e un'agenda con una penna.
L'attore, confuso, la guardò. – Un autografo... - rispose lei, balbettando. Il giovane sorrise e, dopo averla accontentata, ritornò a guardare la ragazza solitaria, ma il tavolino era vuoto. Si guardò intorno per cercarla, ma non la trovò, così, facendo spallucce, consumò il suo pasto.
Quando ritornò alla villa, trovò Benny a farle da guardia, gli posò la vaschetta con della carne e rimase a guardarlo mentre mangiava contento.
- Sai, Benny? Mi sto pentendo di essere andato in paese. Mi hanno riconosciuto. Penso proprio che domani diremo addio al nostro rifugio segreto. – mormorò sbuffando, poi sentitosi ignorato dal suo fedele amico, entrò in casa. Salì in camera sua, si svestì, indossò un pantalone comodo e, rimanendo a dorso nudo, uscì sul balcone.
Il campo di lavanda si mescolava col cielo notturno stellato. Il suo profumo rimaneva nell'aria assicurando il giovane che i suoi fiori erano lì davanti a lui e che sarebbero tornati ad immergersi nei suoi occhi scuri non appena sarebbe rispuntato il sole.
L'aria della notte era molto calda. Sky decise di rimanere ancora un po' fuori, andò a prendersi una sedia a sdraio e rimase a fissare il manto punteggiato di diamanti. C'era pace e tranquillità. Il ragazzo chiuse gli occhi e si concentrò sul rumore della natura: non molto lontano, si udivano il verso dei grilli e di una civetta, poi percepì un lieve vocio femminile. Aprì subito gli occhi e guardò lo sconfinato paesaggio immerso nell'oscurità; non vedendo nessuno, pensò di averlo immaginato, poi, però, lo udì ancora. Si alzò, si affacciò alla balaustra e finalmente intravide qualcosa: una figura che spiccava sul vasto campo di lavanda, qualcosa che si muoveva velocemente tra i fiori.
Sky assottigliò le palpebre per mettere a fuoco l'immagine e vedere meglio di cosa si trattasse.
- Zia Sam! – sentì dire e questa volta era più vicina. – L'ho trovata, era qui! – continuò la sconosciuta.
Da lontano un'altra voce rispose qualcosa di incomprensibile.
Il giovane rimase a fissare la scena: vide la ragazza uscire dal campo di lavanda e posizionarsi davanti al cancello. Anche se non riusciva a vederla in volto, notò i lunghi capelli che danzavano accompagnati dal lieve vento. Si accorse che stava guardando dalla sua direzione. Si fissarono per alcuni istanti che a Sky sembrarono un'eternità, convinti che, forse, nessuno di tutti e due riuscissero a vedersi, poiché i morbodi rami del salice piangente ne contrastavano la visuale; infine la sconosciuta si volse e se ne andò. L'attore, senza sapere il perché, trasalì nell'incomprensibile tentativo di chiamarla, ma si riprese subito e rimase a fissarla fino a quando non la vide diventare un puntino minuscolo. Solo quando Benny diede voce dal giardino, ritornò alla realtà, si andò a sedere di nuovo sulla sedia a sdraio e, volgendo ancora una volta gli occhi al cielo, pensò prima di concedersi al sonno: "Sento che quest'estate accadranno cose meravigliose".


 

   
 
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