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Autore: LazySoul    10/05/2020    0 recensioni
[Terzo libro della serie "Mai scommettere col nemico", si consiglia la lettura dei due libri precedenti]
Trama:
Hermione Granger è tornata a scuola.
Il mondo magico non è più lo stesso dopo l'ultima guerra, quella contro Voldemort, che ha portato morte e sofferenza nei cuori di molti studenti di Hogwarts.
Hermione però non è sola, ha i suoi amici, oltre a Draco Malfoy, il ragazzo di cui è innamorata.
Non è facile però tornare alla solita e tranquilla routine scolastica.
Non lo è per Hermione, ma non lo è soprattutto per Pansy Parkinson, che sembra essersi allontanata molto dai suoi amici Serpeverde dopo lo scontro della settimana precedente, impedendo a chiunque di avvicinarsi più del dovuto.
Per non parlare di Luna e Blaise, ora una coppia a tutti gli effetti, sempre pronti a condividere la loro saggezza dando preziosi consigli a Daphne Greengrass e Padma Patil, che sembrano continuare a rincorrersi senza mai trovarsi.
Saranno vere le voci che girano? Bellatrix Lestrange vuole davvero vendicare la morte di Voldemort o sono solo pettegolezzi privi di fondamento?
Buona lettura ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Padma Patil, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai Scommettere col Nemico'
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16. Our little secret



·≈· DAPHNE'S POV ·≈·

 

 

Percorrevo i corridoi a passo di marcia, ignorando gli sguardi che mi osservavano curiosi e la stanchezza che annebbiava la mia mente.

Avevo un obiettivo ben preciso in testa e non avevo tempo di preoccuparmi di cose banali come il mio tipico portamento aristocratico o il mio viso che solitamente mostrava indifferenza o malcelato disgusto.

Sapevo come dovevo apparire agli sguardi dei pochi studenti che avevo incrociato per le scale: una Serpeverde scarmigliata con la cravatta della divisa allentata e il mascara leggermente sbavato dopo le interminabili ore di lezione.

Non avevo mai permesso a nessuno, oltre a Pansy e Millicent, di vedermi in uno stato simile, ma in quel momento il mio aspetto fisico non importava; contava soltanto la rabbia e l'umiliazione che mi bruciavano la gola.

Entrai in biblioteca senza rallentare o modificare in alcun modo il mio incedere rumoroso e nervoso.

Ero talmente agitata che ci misi qualche secondo di troppo a individuare la figura che stavo cercando.

Padma Patil era seduta vicino alla scrivania di Madama Pince, aveva il capo piegato su un libro e i capelli lisci color ebano legati in una semplice treccia.

Ignorai la sensazione di malessere che trovarmi in biblioteca e quindi circondata da strati e strati di polvere mi causava e sbattei entrambe le mani sul banco occupato da Padma.

La Corvonero sussultò per lo spavento, alzando i suoi occhi scuri su di me.

Per un istante percepii del timore nel modo in cui sbarrò leggermente gli occhi e socchiuse le labbra; poi Padma abbassò nuovamente lo sguardo sul libro dalle pagine giallognole che aveva di fronte, tornando a ignorarmi.

Non riuscii a trattenermi e starnutii, coprendomi la bocca e il naso con la mano destra.

«Salute», disse la Corvonero in un sussurro.

Mi sporsi sul banco e chiusi di malo modo il libro che Padma stava leggendo, attirando nuovamente su di me i suoi occhi scuri.

«Perché non sei venuta ieri sera?», le chiesi, senza preoccuparmi degli altri studenti, che ci osservavano con vivo interesse, o di Madama Pince che sembrava sul punto di lanciarci contro uno sciame di matite incantate.

Padma sussultò alle mie parole, osservandomi con occhi allucinati.

Sembrava sul punto di rispondermi, quando la figura di Madama Pince si palesò alla nostra destra e con un tono di voce basso e autoritario ci intimò di abbandonare la biblioteca, se il nostro unico scopo era quello di disturbare gli altri studenti.

La Corvonero non sembrò felice di esser stata scacciata, mentre io ero soddisfatta di aver ottenuto in così breve tempo proprio quello che volevo: parlare con Padma Patil, da sole.

Una volta in corridoi, presi un profondo respiro (per quanto il naso chiuso e arrossato per l'allergia mi permetteva) e puntai i miei occhi chiari in quelli scuri di Padma.

«Avevi detto che avremmo parlato, perché non sei venuta?»

In un primo momento la Corvonero sembrò voler evitare il confronto e si allontanò lungo il corridoio con passo di marcia, poi si fermò di fronte alla prima aula vuota e, voltandosi verso di me mi disse: «Hai intenzione di rimanere lì impalata per sempre, Greengrass? O ti decidi a venire?»

Non me lo lasciai ripetere una seconda volta e la raggiunsi in pochi passi, decisa a non lasciarmi sfuggire l'occasione di parlare con lei seriamente una volta per tutte.

Padma si preoccupò di lanciare un incantesimo Muffliato e di bloccare la porta della stanza, così da non essere disturbate, mentre io lanciavo un incantesimo Gratta e Netta per eliminare parte della polvere che ricopriva il mobilio dell'aula.

Rimanemmo a studiarci per qualche secondo, fui io a interrompere il silenzio, ponendo per l'ennesima volta la stessa domanda: «Perché non sei venuta ieri sera?»

Padma sospirò e si sedette sul banco più vicino, lasciando ciondolare le gambe nel vuoto: «Non mi sentivo bene».

La guardai allibita, poi scoppiai a ridere, gettando brevemente il capo all'indietro: «É la scusa più patetica che io abbia mai sentito», dissi, puntando nuovamente i miei occhi su di lei: «Ora puoi dirmi cortesemente la verità, Padma?»

La Corvonero abbassò lo sguardo sulla sua gonna, che le copriva le gambe fino al ginocchio: «Cosa vuoi da me, Greengrass? Una sveltina?»

Sbarrai gli occhi, sorpresa: «Per prima cosa: non si risponde a una domanda con un'altra domanda, dovresti saperlo. Seconda cosa: la tua è una proposta?»

Gli occhi scuri di Padma tornarono su di me, indecifrabili: «No, non è una proposta, Greengrass».

«Oh, peccato», dissi, osservandomi distrattamente le unghie per nascondere la mia delusione: per un attimo avevo davvero pensato che sarebbe stato così facile.

Calò un silenzio teso.

Ancora una volta fui io a interromperlo: «Allora? Hai intenzione di rispondere alla mia domanda?»

Padma sbuffò e sollevò lo sguardo per incontrare il mio: «No».

Il suo tono di voce, secco e deciso, mi provocò un brivido lungo la schiena: ammiravo molto le persone con carattere e non si poteva certo dire che lei non ne avesse da vendere.

Poteva sembrare timida e ingenua, allo stesso modo in cui io potevo sembrare sciocca e debole, ma in realtà aveva abbastanza grinta da tenermi testa.

«Nessuno aveva mai osato darmi buca, Padma», dissi, scandendo molto bene le parole, mentre muovevo un paio di passi verso di lei, accorciando le distanze: «Non mi sembra irragionevole da parte mia, voler sapere il motivo che ti ha spinto a non venire alla Torre di Astronomia ieri sera. Sbaglio, forse?»

«Vuoi la verità, Greengrass?», iniziò lei, alzandosi dal banco su cui era seduta.

«Puoi chiamarmi Daphne», dissi, interrompendola: «O Daph, non c'è bisogno di usare il mio cognome, Padma».

La Corvonero sembrò per qualche secondo senza parole, poi riprese il discorso: «Sono venuta alla Torre di Astronomia ieri sera, solo che, una volta arrivata di fronte alle scale della torre, non sono riuscita a salire».

Mi sembrò fragile, insicura; non era un lato di Padma che avevo mai notato prima di allora e rimasi spaesata per qualche secondo.

Il puzzle misterioso che era Padma si stava lentamente svelando di fronte ai miei occhi.

Avevo sempre pensato che fosse una ragazza molto seria e intelligente, quindi poco avvezza a mostrare i suoi sentimenti o debolezze. Solo in quel momento mi rendevo conto che in realtà indossava una maschera di fredda indifferenza, per tenere lontane le persone e non rimanere ferita.

Quella mia scoperta dimostrava che eravamo più simili di quanto credessimo o fossimo pronte ad ammettere.

«Perché non ci sei riuscita?», le chiesi, rischiando il tutto per tutto; appoggiando una mano sulla sua spalla.

La sentii irrigidirsi solo per qualche secondo, poi la sentii rilassarsi e sospirare: «Perché ho avuto paura, Daphne».

Sentire il mio nome pronunciato da quelle labbra piene così invitanti mi fece sorridere appena.

«Paura di me?», le chiesi, incredula.

Perché avrebbe dovuto avere paura di me? Solo perché ero una Serpeverde? Possibile che nutrisse ancora pregiudizi simili nei confronti della mia Casa di appartenenza?

Mi azzardai a lasciar scorrere la mano sul suo braccio, ero quasi arrivata a prenderle la mano, quando Padma si scostò, portandosi entrambe le braccia al petto, gli occhi sbarrati: «É proprio questo di cui ho paura, Greengrass. Tu sei troppo diretta e sicura, mi destabilizzi».

Non mi aspettavo una reazione simile dalla Corvonero e rimasi qualche secondo senza parole.

«Non capisco», ammisi, aggrottando le sopracciglia.

Le avevo soltanto toccato un braccio, certo era stato piacevole ed emozionante, ma non le avevo mica infilato una mano in mezzo alle gambe. Perché era così terrorizzata?

«Non ho esperienze in questo campo, non ci sono libri che posso leggere al riguardo, non ad Hogwarts almeno, e tu sembri una persona molto fisica», disse, lanciandomi veloci occhiate.

Starnutii e mi portai il mio fazzoletto ricamato al viso, così da soffiarmi il naso.

Utilizzai quei pochi secondi per analizzare le parole dette da Padma.

«Non ti piace essere toccata?», le chiesi, arricciando leggermente il naso per trattenere l'ennesimo starnuto.

«Non lo so, non sono mai stata toccata come intendi tu, Greengrass».

Avevo dato per scontato che la bellissima e brillante ragazza di fronte a me avesse avuto un qualche tipo di esperienza romantica fuori dalle mura di Hogwarts, magari un amore estivo o un flirt durante le vacanze di Natale. Scoprire che non era così mi sorprese.

«Oh», sussurrai, poi sorrisi: «Possiamo fare una prova», alzai subito le mani quando vidi i suoi occhi preoccupati: «Con i vestiti addosso», specificai, vedendo istantaneamente le sue spalle tese rilassarsi: «Non toccherò nulla che tu non voglia».

Padma lasciò cadere a terra la sua borsa colma di libri, poi puntò lo sguardo nel mio, c'era una risoluzione nei suoi occhi che mi stregò.

«Baciami», disse, senza distogliere lo sguardo, le gote leggermente arrossate e le labbra carnose strette in una linea nervosa.

Sorrisi e mi avvicinai a lei, appoggiando le mani sulle sue spalle: «Sei troppo tesa», le sussurrai all'orecchio, prima di inspirare a fondo il profumo dei suoi capelli: cocco e miele.

Portai una mano a giocare con la sua treccia, per poi arricciare tra le dita le poche ciocche libere, che le accarezzavano il collo. L'altra mano la lasciai scivolare lungo il suo braccio, fino a stringere le sue dita tra le mie.

Aveva la pelle dei palmi fredda e sudata.

Le baciai lo zigomo ben disegnato, poi feci scontrare i nostri nasi, facendo attenzione a non baciarla, non ancora.

«Hai dei bellissimi occhi, Padma», sussurrai, facendo sfiorare appena le nostre labbra: «Ho sempre avuto l'impressione che tu nasconda dietro a questi occhi indecifrabili tutto quello che provi».

«Daphne», mormorò, portando la sua mano libera a circondarmi la nuca, stringendo tra le dita alcuni miei capelli: «Ho detto: baciami».

Bastò un'istante di cedimento e il suo volto, che si era sforzato di rimanere impassibile fino a quel momento, mi mostrò il desiderio, l'attesa, l'impazienza che la tormentavano.

La baciai piano inizialmente, assaporando quel momento che avevo atteso a lungo; le sue labbra erano morbide proprio come le avevo sempre immaginate.

Sentii un brivido attraversarmi interamente, quando la sua mano scese, spostandosi dalla nuca alla spalla e poi al mio seno; lo sfiorò appena, ma quel semplice gesto bastò per farmi stringere le dita alla base della sua treccia, tirandola quanto bastava per farle esporre la gola, dove lasciai una scia di baci lievi, prima di tornare a far scontrare le nostre labbra e lingue.

Strinsi le sue dita, che si trovavano ancora intrecciate alle mie, e iniziai ad avanzare, in modo da bloccarla contro il banco su cui si era seduta poco prima. 

Gemette piano quando portai la mano libera ad accarezzare la sua coscia, coperta dai collant, sotto la gonna della divisa.

Avrei voluto portare le mie dita in un posto ben specifico, ma sapevo che era troppo presto e che se non volevo spaventarla e allontanarla de me per sempre, avrei dovuto aspettare che fosse lei a chiedermelo.

Fui io a interrompere il bacio, mettendo qualche centimetro tra i nostri corpi.

Attesi per qualche secondo, in silenzio, che Padma dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, alla fine mi arresi al fatto che, come sempre, sarebbe toccato a me interrompere il silenzio: «Com'è stato?»

Non mi ero mai sentita tanto insicura in vita mia.

Padma mi guardava con i suoi grandi occhi scuri, di nuovo indecifrabili.

«É stato bello», disse alla fine, la voce che le tremava appena.

Si sporse per darmi un semplice bacio a stampo e portò entrambe le sue mani intorno al mio viso: «Continuo ad essere intimidita da te, Daphne Greengrass, ma se sei disposta a portare molta pazienza e a darmi tempo, possiamo provarci».

Sorrisi e le diedi a mia volta un bacio veloce: «Posso dire in giro che sei la mia ragazza, quindi?»

Padma rise e sentii chiaramente una fitta al petto nel vederla così felice: «Adesso non esageriamo, Greengrass, non c'è nulla di ufficiale, sei in prova».

Sorrisi: «Posso dirlo ai miei amici?»

«Non mi piace essere al centro dei pettegolezzi», disse Padma, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

«Quindi sarà un segreto?»

La Corvonero annuì: «Il nostro piccolo segreto».

 

 

***

Buongiorno!

Eccoci alla fine di un altro capitolo!

Cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Non vi è piaciuto?

Io personalmente trovo Daphne e Padma molto carine insieme, anche se mettermi nella testa di Daphne non è sempre facile.

Spero che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa pensate del capitolo!

Vi ricordo del mio account su Instagram (lazysoul_efp), dove rispondo alle vostre domande, vi parlo di libri e vi tengo aggiornati sui futuri aggiornamenti.

E dato che ci sono, faccio pubblicità alla mia storia da poco su EFP che s'intitola "L'Amore ai Tempi della Quarantena", per chi avesse voglia di una lettura leggera e divertente, questa è la storia che potrebbe fare per voi, anche se non è una Dramione.

Vi auguro una buona giornata e una serena quarantena e ovviamente un augurio speciale e tutte le mamme!

Un bacio,

LazySoul

  
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