Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Frieda B    10/05/2020    1 recensioni
Lui, freddo, cinico, spaventato da se stesso.
L'altro lui, bel sorriso, mancino, gran rompiscatole.
Due piloti, un solo aereo.
Aviazione tedesca, ai giorni d'oggi.
Genere: Guerra, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo V
Giardino del paradiso


 
                «C’è una macchia lì.»
«Cosa?» Bastian sbadigliò.
Si sistemò su un fianco e gli circondò la vita con un braccio. Appoggiò il naso sull’incavo del suo collo. «Perché abbiamo perso così tanto tempo per farlo?»
Karl tirò via il lenzuolo. Si voltò e lo guardò negli occhi, scrollando le spalle. Non ricambiò l’abbraccio. «Perché il motel non aveva camere prima di oggi e non potevamo farlo in caserma.»
«Giusto. Mi ricordi perché non potevamo farlo in caserma?»
«Perché magari qualcuno avrebbe potuto pensare che ci piacesse.»
«Giusto. E ci piace?»
«Oh, sì, sono sicuro ti sia piaciuto molto…»
«Giusto. E qual è il problema se una cosa ci piace e gli altri sanno che ci piace?»
Karl sospirò. «Bastian, smettila. Ne abbiamo già parlato milioni di volte. Stai zitto cinque minuti, ma quanto diavolo parli…»
Bastian sciolse la presa e si mise seduto, scrocchiando le dita indolenzite. «D’accordo, non ti disturbo più. Vado a fare una doccia.»
«Sì, almeno le mie orecchie si riposano un po’,» borbottò lui. «Sei più fastidioso degli speaker radiofonici.»
Bas rise sentendolo e si chiuse in bagno. Karl, invece, chiuse gli occhi e si addormentò.
 
 
                In caserma le cose erano sempre uguali.
Stesso menù della domenica, stessi ordini sbraitati dagli ufficiali, stesse punizioni.
Lo sapevano bene loro, quel gruppo un po’ improvvisato, che si ritrovava ormai da quattro mesi a bere birra di scarsa qualità e di mangiare kebap nello stesso locale gestito da turchi.
Ogni volta che entravano, Achim iniziava a guardarsi attorno nervoso.
«Non c’è, non c’è nemmeno oggi,» disse quella sera, agitato.
«Dai tempo al tempo, magari è in cucina, salterà fuori,» fece Bastian ridendo.
«Chi cerca?» chiese Karl al suo orecchio.
Lui si voltò per guardarlo e mormorò: «Achim si è innamorato perdutamente della figlia del proprietario, Irem.»
«Ah…»
«Tu non capisci, Karl» fece Achim. «Il suo nome significa giardino del paradiso. Non è stupendo?»
«Eccola, eccola!» fece Bart. «Chiamala per le ordinazioni.»
«Cosa? Sei pazzo? Io non ci posso parlare con lei.»
Mentre litigavano per decidere chi dovesse chiamarla, Karl alzò la mano e le fece un cenno.
«Sta arrivando,» disse solo.
Bastian rise. «Trova il coraggio per dirle qualcosa, perché nessuno di noi dirà una parola.»
«Siete degli stronzi bastardi,» bofonchiò Achim.
Irem si avvicinò a loro con uno smagliante sorriso ed un taccuino rosa in mano. «Ciao, ragazzi. Vi porto il solito? Cinque kebap completi e cinque bionde, dico bene?»
Achim la guardava come un gatto innamorato, quasi incantato. Deglutì. «D-Dici benissimo, non bene. Come fai ad aver memorizzato già i nostri… i nostri soliti… i nostri soliti gusti?»
Robert scoppiò a ridere fortissimo e lui lo fulminò con lo sguardo.
Irem scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Prendete sempre quello, è facile. Frequentate il locale di mio padre da diverso tempo ormai.»
«Giu…giusto…»
«Vi porto le ordinazioni, allora.»
«Sì… grazie… sei così gentile…»
Lei rise e si allontanò e lui aggiunse: «oddio santissimo, è di un colore così bello lei.»
Tutti i suoi amici scoppiarono a ridere fortissimo, persino Karl sorrise divertito.
«Che cazzo di complimento sarebbe?» fece Bastian. «Oh, guarda, si avvicina suo fratello…»
Il fratello di Irem, Sefa, le tolse le birre dalle mani e la rimproverò. «Non devi servire tu quel tavolo di soldati. Ci penso io.»
Si avvicinò a loro ed appoggiò il vassoio sul tavolo. Aprì sgarbatamente la birra, guardando negli occhi Achim.
«Ve le porto io, le vostre ordinazioni,» borbottò, poi si allontanò.
Robert rise e bevve un sorso della sua birra, poi guardò Bastian. «E a te che tipa piace?»
«A me? Vuoi sapere cosa me lo fa alzare? Un pompino fatto bene,» rispose lui, bevendo dalla propria birra. Poteva sentire l’agitazione di Karl accanto a sé. Karl non rise di quella risposta, come invece fecero gli altri.
«Vuoi davvero sapere quali sono i miei gusti?»
«Sì, sono curioso.»
«Mi piace il cazzo.»
Robert scoppiò di nuovo a ridere. «Ah.»
Bart rise. «Io lo sapevo già.»
«Be’, ora lo sapete tutti,» mormorò Bas con una scrollata di spalle.
Sefa servì loro i panini e Karl da quel momento si fece più taciturno, rispondendo solo a monosillabi e seguendo a stento la conversazione.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Frieda B