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Autore: Meissa    10/08/2009    2 recensioni
[Prima classificata al Contest 1Number&!Letter, indetto da CelesteKus e giudicato da Noin]
[Riveduta e Corretta dopo aver ricevuto il risultato del concorso]
“Allora, a cosa stai pensando?” domanda dopo un po’, rompendo il silenzio.
“Nh... nulla” dice secco.
“Palle,” ribatte Suigetsu con un sorriso mentre si porta alle labbra la cannuccia dentro al suo bicchiere.
“Prego?” domanda Sasuke intimidatorio.
“Eri assorto prima, quando guardavi il ponte, e lo sei rimasto anche mentre arrivavamo fin qui,” commenta ampliando il sorriso da squalo e facendogli l’occhiolino.
Sasuke lo scruta per qualche secondo, indecifrabile - più del solito – poi intreccia le dita davanti alla faccia, pensoso. “No,” sospira infine. “Nulla di che.”

One Shot ambientata subito dopo che Suigetsu e Sasuke hanno preso la spada di Zabuza e prima di andare da Karin. Semplici confidenze, l'inizio di un'amicizia.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha, Suigetsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Nota bene: Questa storia è stata scritta per il contest 1Number&1Letter indetto da CelesteKus su EFP forum e di cui trovate il bando qui.
Essendo scomparso il giudice e dovendo trovarne uno nuovo, si è deciso, con l’intervento di suinogiallo, di pubblicare le fan fiction partecipanti, di modo che il nuovo giudice possa leggerle, visto che siamo in piena estate e alcune partecipanti –come me, ad esempio- devono ancora andare in vacanza.
PS: So che c'è una ripetizione nel finale, me ne ero accorta e pensavo di toglierla una volta pubblicato, perché avremmo già dovuto avere i risultati del contest, ma non avendo ancora alcun giudizio ho lasciato la storia esattamente come l'ho inviata all'altra giudice ^^ Giusto per dire che sì, me ne sono accorta XD

Specchietto
Nick: Meissa
Titolo: What I lost
Lettera/Numero: B 4
B. Alcool
4« In ogni nuvola, in ogni albero, nell'aria della notte e nell'aspetto di ogni oggetto durante il giorno, io sono circondato dalla sua immagine! I più comuni visi di donna o uomo, i miei stessi lineamenti, si fanno gioco di me con il loro ricordarla. Il mondo intero è per me una terribile collezione di cimeli che mi ricordano che lei è esistita e che io l'ho persa! »

Pg/Pairing: Sasuke Uchiha, Suigetsu Hoozuki
Rating: verde
Genere: malinconico
Avvertimenti: One Shot
Note Autore: Questa one shot si colloca idealmente quando Suigetsu e Sasuke, dopo aver preso la spada di Zabuza, si dirigono da Karin. E', in pratica, solo il resoconto di un giorno di viaggio. Per le informazioni su Suigetsu, sparse per il testo, mi sono basata sulle parole di Kisame e quelle di Suigetsu stesso (Zabuza era il mio senpai). In sostanza mi sono presa a riguardo parecchio licenze e non credo siano tutte giustificabili. Ah, un'altra cosa, prima che mi dimentichi. Quando c'è scritto capo, riferito a Sasuke, è inteso dal punto di vista di Suigetsu, e quindi anche con una certa ironia, non come assoluto riconoscimento della superiorità di Sasuke. Anche perché, be', si sono appena conosciuti. La frase data inoltre è stata interpretata in modo decisamente libero, non certo riferito a una persona, quanto a un soggetto assolutamente astratto, quale la felicità. La parte finale in cui ricorda Itachi è non perché non lo odi per ciò che ha fatto, ma perché gli manca ciò che avevano. -Poi per chi sa gli spoiler ovviamente si può discutere a riguardo, ma in un Sasuke pre-morte di Itachi credo che il rapporto con il fratello maggiore si districhi tra amore-odio e nostalgia.


Edit: Ho avuto i risultati del contest,e pertanto ho potuto risistemare alcune virgole che aprivano o comparivano random, e alcune precisazioni lessicali. Per il resto, è esattamente uguale a prima.
E, oh, il risultato del concorso... be' sì, sono arrivata prima, e ne sono molto ma molto felice XD






What I lost



Il vento spazza la spianata erbosa, situata su una altura difficile da raggiungere a causa dei pendii scoscesi. È stata scelta apposta: da lì si ha un’ottima visuale sul territorio circostante e se qualcuno dovesse provare a raggiungerli lì sopra avrebbero il tempo di organizzarsi; in ogni caso non riuscirebbero a coglierli di sorpresa. Una posizione strategica ideale.
Suigetsu slaccia la cintura cui è legata la kubikiri bochou e conficca la spada appartenuta a Zabuza nel terreno con un colpo secco.
Sasuke lo degna di uno sguardo senza cambiare espressione, e Suigetsu gli risponde con il suo solito sorriso da squalo, non esageratamente ampio ma i denti aguzzi sin troppo evidenti e quel brillio nello sguardo. Non si sa mai se ti stia prendendo per i fondelli o meno. Poggia le mani sui fianchi e inarca la schiena, poi scrolla le spalle un paio di volte, e si passa la mano sul collo, massaggiandolo.
Sasuke non sposta lo sguardo dal suo nuovo compagno ma l’indifferenza di prima si trasforma in leggero biasimo.
“Cosa?” domanda Suigetsu continuando a muovere e massaggiarsi il collo e le spalle. “La kubikiri bochou non pesa mica come quello stecchino che ti porti tu!” lo provoca indicando la Katana che Sasuke ha dietro la schiena.
L’interessato non raccoglie e si mantiene assolutamente indifferente. Suigetsu si appoggia all’impugnatura della propria spada, le braccia incrociate e la testa piegata mentre il solito sorriso si ampia.
“Non dai alcuna soddisfazione, sai?” gli dice rassegnato. “Davvero, te lo dico a titolo informativo, così magari migliori… Sorridere ogni tanto ti farebbe bene.”
Sasuke assottiglia appena lo sguardo, il vento che continua a soffiare e muovere gli steli d’erba.
“Suigetsu…” lo ammonisce con voce ferma.
Suigetsu sente un brivido freddo percorrergli la spina dorsale, interessante come Sasuke sia così intimidatorio senza fare apparentemente nulla. È come un’aura che emana, gelida, fredda e terrorizzante.
“Ehi, ehi…” risponde con un leggero tremore nella voce, le mani a palmo aperto davanti a sé in segno di resa. “Stavo scherzando… non c’è bisogno di agitarsi, davvero,” termina sorridendo, cercando di buttarla sul ridere e rendere meno tesa la situazione.
Sasuke si limita a dargli le spalle e getta un’occhiata oltre l’altura. Non sarebbe certo un problema se arrivasse qualcuno, non avrebbero difficoltà a batterlo facilmente, ma vuole risparmiare le energie per una sola persona, non ha intenzione di sprecarle con altri. Soprattutto con quegli altri.
“Non vuoi vedere cosa ho preso per cena?” domanda Suigetsu con un ritrovato sorriso. Sembra che su di lui le emozioni durino circa trenta secondi. Una ruga di fastidio si forma sulla fronte di quello che è stato fino a qualche giorno prima l’allievo prediletto di Orochimaru. Alza un sopracciglio e sbuffa, per esternare il suo disappunto e il suo disinteresse.
“Ecco qua!” riprende Suigetsu ignorando la sua aperta ostilità. “Spaghetti di riso con verdure per te e una bella zuppa per me! Ovviamente la zuppa la prendo io perché ne ho bisogno, con la fatica che ho fatto per convincere quella donna pazza a darmela nella pentola… sosteneva si sarebbe rovesciata se la avessi portata in giro,” continua a sproloquiare. “Be’, che fai? Siediti, mica vorrai mangiare in piedi, no?” Lo incoraggia mentre toglie dalla bisaccia alcune ciotole con coperchio e delle bacchette. “Cosa stavo dicendo?”
Sasuke sta zitto, segno inequivocabile che non c’è alcuna necessità per cui riprenda a mitragliarlo di parole prive di qualsiasi utilità. Suigetsu, ovviamente, si comporta come se Sasuke non fosse nemmeno lì. O se non lui per lo meno la sua indifferenza.
“Dicevo… ah, sì, la mia zuppa! Vecchia scema, come se fossi così stupido da rovesciarla,” riprende da dove ha interrotto mentre passa a Sasuke una ciotola sul cui coperchio c’è scritto spagetti di riso.
Evidentemente, pensa Suigetsu, oltre che scema è pure analfabeta. Glieli passa al capo con il solito sorriso sghembo. “Tieni, sono squisiti. Mi han detto che è la miglior trattoria della città e, da come mangiavano ieri sera, mi fido. Ti piacciono gli spaghetti di riso, vero?” domanda bloccandosi con la ciotola in mano.
Sasuke scuote la testa e allunga la mano per prendere la sua cena e le bacchette, mentre con l’altra toglie la katana dalla cintura e la poggia accanto alla spada del compagno.
Suigetsu sorride davvero stavolta, senza scherno e sottili prese in giro, ma a riguardo non dice nulla.
“Oh, dannazione, si è davvero rovesciata la zuppa,” geme frustrato tirando fuori dalla bisaccia una pentola gocciolante.
Sasuke è seduto con le bacchette in mano, sta per mettere in bocca il primo boccone, alza lo sguardo e lo riposa sul contenitore. “Tieni,” dice incolore tendendogli la propria cena, il ricordo vivido che si affaccia prepotentemente nella mente e che ricaccia indietro a forza.
Suigetsu rimane sgomento e immobile per un paio di secondi, poi lascia cadere la questione con un sorriso. “Naah, figurati, non serve,” lo tranquillizza prendendo degli altri spaghetti. “Visto? Non sono mica sprovveduto!” esclama sedendosi di fronte a lui. “Buon appetito!” Alza la scodella, quasi dovesse brindare, e prende le bacchette a sua volta.
Sasuke ha emesso un vago mormorio di approvazione, qualcosa come anche fossi restato senza cena sarebbe stato lo stesso, e Suigetsu decide saggiamente di lasciar correre. Sta per addentare con voracità gli spaghetti quando si ricorda che non ha preso da bere, e si blocca a mezz’aria, l’espressione beota.
L’Uchiha alza lo sguardo dal pasto verso di lui e inarca le sopracciglia. “Che?” domanda semplicemente.
“Non ho messo in tavola da bere,” risponde lui alzandosi da terra con una smorfia e portando due bicchieri e un thermos di acqua fresca.
Sasuke emette un mugolio di approvazione o ringraziamento; il ninja della nebbia non riesce ancora, suo malgrado, a comprendere tutti i silenzi e gli sbuffi del capo.
Mangiano in silenzio, le bacchette che tintinnano sul coccio della ciotola quando Sasuke finisce di mangiare. Suigetsu allora alza lo sguardo verso di lui, le bacchette in mano.
“Hai finito? Vuoi qualcos’altro?” chiede gentilmente. Sasuke scuote la testa, e Suigetsu si dedica alla sua cena senza dire null’altro. Sasuke sembra una statua, non parla e non si muove, anche se ogni tanto, nota Suigetsu, stringe le palpebre, ma non riesce a capire quale reazione indichi. Continua a osservarlo, sollevando gli occhi dal piatto per concentrarsi sul compagno di viaggio, che non lo nota nemmeno.

“Allora, a cosa stai pensando?” domanda dopo un po’, rompendo il silenzio.
“Nh... nulla” dice secco.
“Palle,” ribatte Suigetsu con un sorriso mentre si porta alle labbra la cannuccia dentro al suo bicchiere.
“Prego?” domanda Sasuke intimidatorio.
“Eri assorto prima, quando guardavi il ponte, e lo sei rimasto anche mentre arrivavamo fin qui,” commenta ampliando il sorriso da squalo e facendogli l’occhiolino.
Sasuke lo scruta per qualche secondo, indecifrabile - più del solito – poi intreccia le dita davanti alla faccia, pensoso. “No,” sospira infine. “Nulla di che.”
Suigetsu alza un sopracciglio, saputo, poi scrolla le spalle, e mantiene un’aria rilassata e quel sorriso che è sempre lì, non se ne va mai.
“Oh… mi sono dimenticato di farti vedere il pezzo forte della giornata! Guarda cosa son riuscito a prendere!”
“Che roba sarebbe?” domanda osservando la bottiglia che Suigetsu ha appena preso dalla bisaccia.
“Saké,” illustra con fare cospiratore girandogli la bottiglia davanti agli occhi.
“Non bevo,” ribatte Sasuke sostenuto, ponendo fine alla conversazione.
Peccato che Suigetsu non se ne sia reso conto. “Dovresti,” afferma aprendo la bottiglia. “L’alcool aiuta a essere sinceri, sai?” lo provoca con una scintilla di divertimento nello sguardo.
Sasuke inarca un sopracciglio, evidentemente irritato, perché Suigetsu sarà anche forte, sì, ma è anche un gran spacca palle quando ci si mette, e ci si mette sempre.
Lo shinobi in questione ignora con noncuranza la sua irritazione e versa il liquido in due bicchieri, ne tiene uno per sé e l’altro lo spinge verso il capo.
L’ultimo degli Uchiha s’irrigidisce, non muove un muscolo, e una vena pulsa sulla fronte, segno che sta per perdere la pazienza, peccato che l’Hoozuki non lo calcoli minimamente. Si porta il bicchiere – riempito di poco – alle labbra e ne beve un sorso.
“Sai… quando eravamo in quella foresta…” inizia Suigetsu pensoso. “Non so, non mi sarei mai immaginato che sarebbe finito così, sconfitto da dei ragazzini. In quella foresta…”
Sasuke resta zitto ad ascoltare, la voce dell’altro che riempie la spianata.
“Mi ricordo ancora quando ha deciso di insegnarmi… era una giornata coperta e uggiosa di febbraio, è vivida nella mia memoria come fosse successo ieri,” sussurra assaporando ogni parola, gli occhi socchiusi, l’aria fresca della sera che scompiglia i fili d’erba. “Ha posato gli occhi su di me e mi ha detto: tu ragazzino, proprio tu… come faresti?
Sasuke ascolta attento le parole di Suigetsu, con studiata indifferenza. Dal tono sognante del ninja della nebbia può quasi vederlo, un ragazzino coi capelli chiari gli occhi gonfi di stupore e meraviglia, l’eccitazione che batte nel petto.
“Io sapevo chi era, lo sapevano tutti, e… non pensavo si fosse accorto di me, ero nascosto dietro un albero e alcuni altri osservavano Zabuza nella radura.” Si passa una mano tra i capelli, leggermente imbarazzato, poi sorride, e Sasuke può leggervi l’orgoglio. “Insomma tra tutti ha notato proprio me, beh, sono rimasto immobile per qualche secondo, incredulo, ho dovuto deglutire un paio di volte prima di parlare. Ho risposto: prima il braccio destro. Mi ha ascoltato, capisci?” domanda con l’eccitazione in gola. Sasuke rimane in silenzio ma non smette di guardarlo, per fargli capire che ha la sua attenzione.
“Ha fatto come ho detto io. Prima un braccio, poi l’altro. È stato meraviglioso vedere morire quella persona sotto le mie indicazioni,” rivela con dolcezza. “Dopo che finì mi fece segno di seguirlo e ci allontanammo. Mi ha offerto anche una limonata,” dice all’improvviso ridacchiando come ricorda quel particolare. “Sai perché mi ha guardato e ha chiesto proprio a me, tra tutti, proprio io che mi nascondevo?” gli domanda con un sorriso obliquo. Sasuke scuote la testa impercettibilmente, ma Suigetsu recepisce il messaggio. Se a Sasuke il discorso desse davvero fastidio, lui non sarebbe lì a parlare ancora.
“Ha detto che avevo qualcosa nello sguardo. Una scintilla. Ha capito che ero io,” ride leggero, pieno dei propri ricordi.
Nessuno dei due parla per un po’, ormai è buio, le stelle in cielo brillano fioche, oscurate da nuvole di passaggio. Si perde un attimo e Suigetsu pensa che voglia dire qualcosa, invece lo shinobi si alza e rimette ciotole e bicchieri nella bisaccia.
“Andiamo, non possiamo dormire qui, siamo scoperti. C’è una rientranza nella roccia, più avanti. Per stanotte dormiremo lì,” ordina prendendo la katana.
Suigetsu si alza a sua volta, estrae la spada dal terreno e la sistema con la cintura per portarla come al solito. Prende la bisaccia dalle mani di Sasuke e s’incamminano, ridiscendono la scarpata e si muovono per una ventina di minuti prima di trovare il riparo di cui parlava Sasuke.
Suigetsu non aspetta nemmeno che Sasuke dica qualcosa, sistema la spada sulla parete in fondo e prende una coperta leggera. Si sdraiano entrambi infagottati in quei pezzi di stoffa logori – quando hanno cercato i vestiti per Suigetsu, hanno preso anche quelle – e Sasuke spegne la fiamma che crepita vivacente nella quiete notturna. L'ha accesa lui stesso quando sono arrivati, per controllare che fosse tutto in ordine, niente che non andasse. Da una crepa sottile si vede uno squarcio di cielo blu e qualche stella solitaria. Sasuke si è accoccolato nella sua coperta in modo da poterlo vedere.
Passa una quantità di tempo indefinita, che potrebbe essere ore o minuti, prima che Sasuke rompa il silenzio, nel nero delle iridi il riflesso di una stella lontana.
“Pensavo… quella foresta, il ponte…” inizia la voce tremante. “Mi è venuta in mente una cosa. Una persona... delle persone… Konoha,” rivela.

Kakashi li ha radunati nel fitto della boscaglia, dove gli alberi sono così alti da sembrare dei giganti, che li osservano silenziosi e ridono di loro, piccoli e inutili. Sbalordiscono i tre genin quando il sensei arriva su un ramo camminando sul tronco.
Ed eccola lì, la sfida.
Sasuke sente il cuore pompare sangue veloce mentre la corteccia si stacca sotto i suoi piedi e cade indietro.
Naruto è arrivato più in basso di lui, osserva soddisfatto, ma Sakura… Sakura è lì in alto su un ramo che li guarda, con un sorriso che va da parte a parte.
E Sasuke, per la prima volta, capisce cosa voglia dire sentirsi inadeguato.
Gli sbeffeggiamenti di Kakashi non fanno altro che aumentare la sua irritazione e Sakura lancia al sensei un’occhiata sconsolata. Lei, più sveglia di quei due, sa già come finirà quella storia.
E, infatti, ecco Naruto che si avvicina e in tono confidenziale le chiede come fare.
Sono andati a dormire, stremati, Sakura è stata esonerata dagli esercizi e adesso sono solo Sasuke e Naruto ad allenarsi nella foresta. Sasuke prende un respiro profondo e mentre manda aria nei polmoni, ingoia anche l’orgoglio.
“Ehi Naruto! Volevo chiederti… cosa… cosa ti ha detto Sakura?*”



“Più veloce, Sasuke,” lo riprende Kakashi. Sasuke respira affannato, bisognoso di aria, stremato. Nonostante questo si rimette in piedi, cercando di non dare a vedere la propria stanchezza.
Kakashi emette un buffo sospiro, a metà tra il rassegnato e il dispiaciuto, e Sasuke prova il terrore di essere una delusione; cerca di regolarizzare il respiro più in fretta che può, l'agitazione nello sguardo, per rimettersi immediatamente al lavoro.
“Preparati Sasuke, sto per farti vedere a cosa ti serve essere così veloce,” annuncia Kakashi concentrando nel braccio sinistro una quantità di chackra tale da vederlo. Sasuke sbalordisce, ma non fa in tempo a esprimere il proprio stupore che Kakashi è già partito, rapidissimo; non distingue la sua figura, vede solo il chackra, sente un rumore assordante e la roccia dopo pochi secondi si sgretola sotto il colpo del sensei.
Kakashi boccheggia, il braccio ancora teso. Riprende fiato, poi si volta verso il suo allievo prediletto.
“Questo, Sasuke, è Chidori.”



“Nii-san! Nii-san!”
“Sasuke, cosa c’è?”
“Waaa!”
Itachi rovina a terra, Sasuke abbarbicato sulla sua schiena, e non accenna a muoversi.
“Sasuke!”
“Ti ho catturato, Nii-san, ora sei mio prigioniero!” esclama Sasuke radioso.
“Ah, sì?” Itachi se lo toglie di dosso con una mano e lo tiene sospeso in aria per il colletto, senza sforzo. “Chi ha preso chi, Otouto?” domanda Itachi a sua volta con un sorriso.
“Nii-san, non vale! Lasciami scendere, Nii-san!” protesta il bambino scalciando e dimenandosi.
“Nii-san, non puoi farmi il solletico… ahaha… non vale Nii-saaaan” continua a protestare Sasuke tra le risate.
Quello che nessuno dei due si aspetta è che Sasuke impegnato nel suo nuovo ruolo da contorsionista tiri un pugno nell’occhio al fratello maggiore.
“Nii-san, Nii-san, ti sei fatto molto male?” geme Sasuke da terra.
“No, Otouto, solo non vorrei mettermi contro i tuoi pugni,” risponde Itachi scherzoso.
C’è solo da sperare che Sasuke non lo racconti in giro, altrimenti come farà a spiegare che suo fratello gli ha fatto un occhio nero?

“Maaaamma! Mammaaa!”
“Sono in cucina, cosa c’è di così urgente da urlare in questo modo, si può sapere?” domanda una discreta Mikoto pulendosi le mani su uno straccio. “Arrivo, arrivo.”
La donna esce dalla cucina con un sorriso, perché - ne è sicura - dev’essere successo qualcosa.
“Oh, kami, Itachi, cos’è successo al tuo occhio?” domanda apprensiva prendendo il volto del primogenito tra le mani.
“Sono stato io!” trilla Sasuke orgoglioso.
Mikoto sposta lo sguardo su di lui, sbalordita. “Sei stato tu, Sasuke?” indaga tra lo stupore e la severità.
Sasuke annuisce, frenetico, ma Itachi sbuffa e lo zittisce, scompigliandogli i capelli.
“Non l’ha fatto apposta,” spiega paziente. “Mi ha teso un agguato,” inizia facendo l’occhiolino a sua madre. “E mi ha preso di sorpresa. Poi però non ha resistito al solletico, si agitava come uno scalmanato e involontariamente mi ha tirato un pugno.”
Mikoto sospira, sollevata, poi sorride benevola all’indirizzo del suo secondogenito, che è incomprensibilmente imbronciato.
“Non è vero mamma,” sbotta il bambino a braccia incrociate. “La verità è che era tutto un piano, avevo calcolato che mi avrebbe fatto il solletico per giocare, e ne ho approfittato per colpirlo. È solo che Nii-san si vergogna ad ammetterlo e così inventa che è stato tutto un incidente!” protesta con veemenza.
Mikoto e Itachi si scambiano un’occhiata, per qualche secondo sembrano contenersi, poi esplodono in una risata fragorosa.
“Ma, mamma! Ti dico che è vero!” continua Sasuke mentre lei lo prende in braccio, cercando di essere serio.
“Certo, certo!” risponde Mikoto ridendo allegra, e Sasuke nonostante le sue resistenze finisce per essere coinvolto dalle risa di entrambi.
“Ti va di aiutarmi a fare i biscotti?”
“Quelli al burro, con la marmellata di ciliegie? Sìì!”
“E allora è deciso! Aiuto cuoco in prova Sasuke, le raccomando di stare attento!” intima Mikoto scherzosa prendendo un grembiulino per lui. “E Itachi, metti qualcosa su quell’occhio, o si gonfierà. Voglio proprio vedere con che coraggio andresti in giro a dire che a farti l’occhio nero è stato il tuo fratellino!” ride tenendosi la pancia.
“Mamma, sai essere diabolica,” le risponde Itachi rassegnato mentre sistema del ghiaccio sull’occhio, senza però nascondere un sorriso.
Se questa storia si viene a sapere sarà lo zimbello di Konoha.

“…una persona... delle persone… Konoha,” rivela, i ricordi che lo sommergono, è un bagno nel passato, un tuffo in un’acqua gelida, e si sente soccombere rispetto ad essa. Rimane in silenzio per un po’ prima di parlare di nuovo. “Niente. Non è niente,” dice brusco. “È solo qualcosa che ho perso, tanto tempo fa.”
Il silenzio cala nuovamente tra di loro, la conversazione è finita e si addormentano. Mentre cede al sonno Sasuke si sente stanco come non mai.

Il sole è sorto, è mattina presto, un venticello leggero scompiglia i capelli di entrambi.
“Pronto? Dobbiamo andare a prendere Karin, voglio arrivarci nel pomeriggio.”
“Prontissimo, capo! Questa notte è stata estremamente riposante.”
“Ah, Suigetsu, a proposito di questa notte… qualsiasi cosa abbia detto, ero sotto l’influsso dell’alcool, quindi dimenticala. E non portare mai più quella schifezza in giro,” aggiunge imperioso.
Suigetsu annuisce, obbediente, e non gli fa notare che il suo bicchiere di sakè, Sasuke, non l’ha mai bevuto.
“Andiamo allora.”





*La frase finale si rifà al capitolo 19

Breve dizionarietto:
Kami: Dei
Nii-san: fratello maggiore -spiacente, ma fratellone mi schifa proprio >.> indi beccatevi i termini giapponesi
Otouto: fratello minore -idem per fratellino




Ecco il risultato del concorso, giudicato da Noin, che ringrazio sentitamente una volta in più.

I criteri di valutazione:
Grammatica: 10 p
Caratterizzazione dei personaggi: 10 p
Attinenza alla traccia: 10 p
Originalità*: 10 p *riferito alla storia/ambientazione/interpretazione

per un totale di 40 punti

I classificata

What I lost di Meissa


Grammatica: 8.5
Qualche imprecisione qua e là, virgole che spariscono o di troppo. In almeno due punti sarebbe stato meglio sostituire la virgola con un punto e virgola, per dare una pausa più forte. La lettura è fluida, piacevole, istintiva, coinvolgente.

Caratterizzazione dei personaggi: 10
Sasuke è Sasuke e Suigetsu è Suigetsu. Niente da aggiungere. Un esempio vale mille parole: se non è Suigetsu quello che racconta il suo primo incontro con Zabusa felice come un bambino a cui hanno regalato le caramelle... Dillo, ti ha suggerito Kishimoto?
Senza nulla togliere alla capacità di gestire il rapporto tra i due ragazzi. Sono sbalordita.

Attinenza alla traccia: 10
L'alcool si rivela il punto di partenza delle riflessioni di Sasuke, che subito si ricollegano alla sua felicità ormai perduta, di cui intravede sfocate ombre in quel rapporto che ha dovuto instaurare con Suigetsu, e nella quotidianità di atteggiamenti e consuetudini.

Originalità: 9.5
Scelta indubbiamente azzeccata parlare della felicità perduta di Sasuke in riferimento alla citazione.


Totale: 38

Sì, be', ne sono felice. Mi dà fastidio aver fatto caspiate sulla parte grammaticale (ora a livello teorico è corretta, ma se ci sono errori provvedo) però quei due 10 lì... Sì, credo renderebbero orgogliosi più o meno tutti XD
E poi, il banner non è adorabile? *_*
   
 
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