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Autore: LetsCuddle    10/05/2020    1 recensioni
Jack Frost aveva vissuto tutta la sua vita in solitudine, nessuno poteva vederlo o sentirlo, nessuno si accorgeva della sua presenza.
Una storia in tre capitoli che narra dell'incontro con una piccola bambina dagli incredibili poteri che cambiò totalmente la sua vita, facendogli conoscere per la prima volta l'amore.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Crescendo Elsa imparò sempre di più a gestire i suoi poteri, soprattutto grazie all’aiuto di Jack che oltre essere suo amico diventò il suo insegnate e punto di riferimento.
Era l’unica in grado di vederlo, neanche la sua adorata sorellina ci riusciva e di questo Elsa si rammaricò sempre.
“Sicuro che non sei solo il mio amico immaginario?” le chiese lei una volta per prenderlo in giro cercando di tiragli su il morale.
Lui le fece una linguaccia e poi le tirò una palla di neve in pieno viso: “Ti sembrava immaginaria questa?”
Era molto legata ad Anna, ma lo era anche a Jack e avrebbe voluto che anche loro due potessero parlare. Il folletto ovviamente si prendeva cura di Anna come di Elsa, la quale in fondo sapeva che a lui dispiaceva che la piccola principessa non ne fosse consapevole, motivo per cui quando erano tutti e tre insieme faceva sempre il possibile perché anche lui fosse felice.
Spesso si divertivano a far nevicare in casa quando fuori era piena estate o ad usare il letto come trampolino per dei tutti su montagnole di neve, per il compleanno di Anna, che cadeva il giorno del solstizio d’estate, la loro cameretta diventava una pista di pattinaggio personale, in inverno giocavano in cortile a palle di neve quasi ogni mattina e quando la sorellina più piccola non riusciva a dormire Jack e Elsa creavano per lei qualche fiocco di neve che le vorticava sopra la testa finché non prendeva sonno.

Jack era lì, presente anche quando avvenne la tragedia.
A otto anni mentre stavano giocando, Elsa per sbaglio colpì Anna con la sua magia, dritta in fronte.
La bambina era terrorizzata all’idea di perdere la sorella e urlò nel cuore della notte chiamando i genitori. Jack corse subito verso Anna ma come al solito le passò solo attraverso, mai si sentì impotente come in quel momento. Il re portò subito la sua famiglia nel bosco, dai troll, e Jack li seguì volando sopra i loro cavalli.
Tenne Elsa per mano tutto il tempo quando arrivarono, la bambina era così spaventata da sé stessa, guardava Jack con aria implorante, il quale non poté fare altro che starle vicino.
I troll cancellarono dalla memoria di Anna la magia che i tre avevano vissuto insieme e per la prima volta Elsa capì davvero fino in fondo quello che Jack provava tutto il tempo.
Lo Spirito delle nevi riaccompagnò la famiglia reale al castello, mise a letto Anna con i genitori e poi fece compagnia ad Elsa finché non si addormentò: “Jack ho paura” sussurrò lei prima di chiudere gli occhi.
“Non ti preoccupare piccola, non è stata colpa tua” disse lui accarezzandole la testa.
“Si invece, Anna è quasi morta per colpa mia”.
Jack rimase in silenzio, non sapeva proprio come rispondere a quell’affermazione. Sapeva che qualche umano ogni tanto perdeva la vita per via delle tormenta di neve che causava ma non era la stessa cosa, lui non li conosceva, non era intenzionale e a parte tutto questo Jack sapeva che quello faceva parte dei suoi doveri, glielo aveva detto l’uomo nelle Luna.
“Non li userò mai più, Jack”.
Jack sentì un brivido corrergli lungo la schiena, rischiava di perdere l’unico vero legame che aveva: “No Elsa, non dire così, i tuoi poteri sono un dono, ti insegnerò io a controllarli, a domarli”.
Ma Elsa non riuscì a sentire la determinazione di Jack, ormai dormiva già.
Quella notte Jack tornò nel bosco dei troll, essendo anche loro creature magiche potevano vederlo. Si rivolse a Gran Papà e gli chiese cosa avrebbe potuto fare per proteggere Elsa e sua sorella.
“Tu e Elsa condividete un dono Jack Frost, lei però è non è completamente uno Spirito come te, devi prima di tutto insegnarle a dominare i sentimenti, la paura, a gestire i suoi poteri, ma soprattutto devi aiutarla a stare lontana da Anna.”
“Gran Papà quella bambina adora sua sorella maggiore, sarà dura per lei” lo incalzò Jack.
“Sarà ancora più dura per Elsa nasconderle la sua vera natura”.

Dopo quell’episodio Elsa ed Anna vennero divise. Dapprima condividevano tutto, anche la cameretta, ma in seguito ad Elsa ne fu assegnata un’altra.
Jack Frost era condannato a vedere la piccola Anna implorare per l’amore della sorella maggiore e Elsa che si costringeva a starle lontana.
Le principesse di Arendelle si vedevano sempre meno, Elsa passava le giornate con il padre che le insegnava a nascondere i poteri e le nottate con il folletto che le insegnava a gestirli mentre Anna era sempre sola, annoiata e per lei Jack non poteva fare nulla se non regalarle qualche nevicata in inverno con cui creare pupazzi di neve.

I giorni trascorrevano veloci, poi i mesi, poi gli anni.
Jack aveva un compito da svolgere in tutto il mondo ma ogni momento libero lo passava con Elsa, vide la ragazza crescere e reprimere il suo potere che cresceva insieme a lei, cercava di darle lezioni, di aiutarla a gestire la magia ma la ragazza aveva ancora troppa paura.
Jack conosceva bene la paura, l’aveva affrontata faccia a faccia.
E l’aveva vinta.
Poco dopo la morte dei genitori delle due sorelle, quando avrebbe dovuto starle più vicino che mai, Jack dovette affrontare una crisi imprevista: era stato convocato dai Guardiani per sconfiggere Pitch Black. Per fortuna dopo una luna battaglia, i Guardiani trionfarono e Jack diventò uno di loro, il Guardiano del Divertimento, conobbe Dentolina e finalmente altri bambini oltre Elsa iniziarono a vederlo; Jack non si sentiva più solo. Elsa però, rimaneva la sua migliore amica, la prima bambina che lo vide, la persona con cui condivideva un legame magico importante, non l’avrebbe abbandonata per nulla al mondo.
Sventata la minaccia dell’Uomo Nero, il Guardiano tornò di corsa ad Arendelle, lì trovò una Anna tutta sola e una Elsa più chiusa in se stessa che mai. Per Anna non poteva fare nulla perché la giovane ragazza continuava a non vederlo e da quando i troll le cancellarono la memoria fu ancora peggio, perse ogni tipo di legame con lei, Elsa invece era sempre più spaventata, senza l’aiuto dei genitori e con il regno sulle sue spalle la giovane donna aveva il terrore di rovinare tutto per colpa della sua magia. Da quel momento si rifiutò di continuare a prendere lezioni da Jack: “Elsa può solo farti bene allenare i tuoi poteri”.
“Tu non capisci Jack, i miei poteri servono solo a fare del male”.
“Ma non è vero! Puoi creare la meraviglia! Guarda me, ho quasi i tuoi stessi poteri e sono il Guardiano del Divertimento!”.
“Io e te siamo persone diverse Jack, tu sei abituato a gestire i tuoi poter…”
Jack la interruppe: “Pensi che io non abbia mai sbagliato? Pensi che io non abbia mai fatto del male a nessuno? Per colpa mia… Tutte quelle fatine hanno rischiato grosso, i bambini, i miei amici, tutti! Ho fatto un casino sì, ma poi ho rimediato!”
Elsa non degnò l’amico nemmeno di una risposta, si limitò ad abbassare lo sguardo e voltarsi verso il suo letto. Jack rimase lì immobile, incapace di aiutarla.

Tra i doveri come Guardiano ed il tempo passato con Dentolina, Jack non tornava più tanto spesso ad Arandelle, non perché non volesse, ma semplicemente si sentiva inutile lì, Anna che non desiderava altro che l’aiuto di qualcuno che le volesse bene non poteva vederlo, Elsa che invece poteva vederlo non voleva il suo aiuto. Si sentiva maledetto.
“Non puoi aiutarle a risolvere il loro problemi Jack, quello che puoi fare è solo starle vicino nel momento del bisogno”. Questo le disse Dentolina una sera in cui lo Spirito era ad aiutarla in servizio.

Il giorno dell’incoronazione di Elsa Jack tornò a trovarla dopo qualche mese che non si vedevano, per fortuna lei non si era dimenticata di lui.
“Perché non sei più tornato?” le domandò preoccupata.
“Credevo preferissi rimanere sola” rispose Jack rassegnato.
Gli occhi di Elsa si velarono di tristezza e abbassò lo sguardo: “Ho paura Jack”.
“Si lo so, lo ripeti spesso e io ti dico sempre che non devi” sbottò d’improvviso lui.
Elsa rialzò lo sguardo verso il vecchio amico visibilmente ferita da quella reazione inaspettata: “Beh non lo faccio di proposito! C’eri anche tu quella sera, sai che cosa ho rischiato! Ho perso già i miei genitori non posso rischiare di perdere anche lei!” presa dall’agitazione Elsa perse un guanto e una raffica di vento gelato sferzò per la stanza lasciando una brina ghiacciata sul pavimento e degli spuntoni di ghiaccio lucenti. La futura regina si tirò indietro impaurita da quello che aveva creato, anche solo un po’ di brina e del ghiaccio la spaventavano ormai: “Guarda cosa mi hai fatto fare!” gridò verso il Guardiano cadendo a terra.
Jack Frost a quella reazione non mosse un muscolo, conosceva Elsa da tutta la vita, la conosceva perfettamente e sapeva perché si comportava in quel modo, non capiva come potesse farsi frenare così, si teneva tutto dentro, non mostrava sé stessa a nessuno, reprimeva i suoi poteri in ogni modo possibile e così facendo li istigava solo di più ad uscire fuori.
Dov’era quella bambina di sei anni determinata e senza paura? Quella piccolina nata in una tormenta di neve scaturita dall’amore.
Non poteva sopportare di vederla in quel modo, era la sua migliore amica e avrebbe fatto di tutto per farla tornare quello che era.
Jack la abbracciò e le disse che sarebbe andato tutto bene, per una volta le disse quello che voleva sentirsi dire e non quello che avrebbe voluto dirle veramente: “Mettiti i guanti, rimani calma, il tuo potere sei tu, è una estensione di quello che sei, concentrati e potrai domarlo” come le aveva sentito dire dal padre milioni di volte.
Elsa sembrò tranquillizzarsi a quelle parole, erano il suo mantra “Celarlo, domarlo, non mostrarlo.”
Fece un respiro profondo, si infilò i guanti e si rialzò: “Sono pronta”.

Jack partecipò sia all’incoronazione sia ai festeggiamenti dopo, nessuno poteva vederlo quindi si aggirava indisturbato tra gli ospiti a fare piccoli scherzi congelando qualche bicchiere qua e là, con la coda dell’occhio controllava sempre l’amica, ma era fiero di lei, Elsa se la stava cavando egregiamente perciò quando Anna andò a chiederle la sua benedizione per il matrimonio Jack era dall’altra parte della sala e si accorse di quello che stava accadendo solo all’ultimo minuto.
Quando Elsa inizio a congelare tutto e tutti e a portare un inverno perenne in piena estate fu troppo tardi, nemmeno lui potette fare nulla per invertire quella magia.
  
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