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Autore: Razu    10/05/2020    1 recensioni
"Wanderlust is a strong desire for or impulse to wander or travel and explore the world"
"Avresti potuto essere l'orgoglio della nostra Casa con le tue doti, avresti potuto addirittura esserne il vanto. Ma hai scelto di non esserlo e questo dimostra il tuo valore...figlia mia".
È con queste parole che Faerie si separa dal padre per partire alla volta del Buio Profondo, unico rifugio dalle grinfie della sua perfida madre. Crede di aver trovato lì la pace e la libertà da sempre agognata, ma il passato è sempre pronto a tornare e lo farà in un modo che Faerie nemmeno si immagina...
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Va tutto bene? Sembri turbato- domandò Belwar a Drizzt quella sera, mentre cenavano nella casa dello gnomo.

-Mmmmh- fu la risposta. Lo svirfnebli guardò l'amico con un sopracciglio alzato.

-È successo qualcosa, oggi?-

-Perché non mi hai detto di Faerie?-

Lo gnomo non rispose subito. -Sei qui da pochi giorni Drizzt, non ce n'era motivo. Devi ancora ambientarti per bene. Te ne avrei parlato, a tempo debito.-

-Credo ti toccherà parlarmene ora che l'argomento è stato toccato.-

-Immagino di sì- sospirò Belwar.

-Innanzitutto, chi è lei? Da dove viene? Perché è qui? E come mai il Re le permette di restare?-

-Io non ero qui il giorno che arrivò a Bilngdenstone. Mi raccontarono che si era trascinata qui ferita e a un passo dalla morte. La cicatrice sul viso era fresca, e la stava lentamente uccidendo, anche perché l'acido non era ancora stato rimosso del tutto e stava ancora scavando nella sua carne.-

Drizzt rabbrividì nel sentire come Faerie si era procurata la cicatrice. Non c'era da stupirsi, quindi, che non si fidasse della sua stessa razza.

-Ebbe la forza necessaria a gettare le armi lontano da sé, poi svenne. Coloro che assistettero alla scena, mossi a pietà, decisero di guarirla prima di decidere cosa farne. La sentenza era morte, senza ombra di dubbio, ma lei riuscì a convincere il Re e i suoi consiglieri della sua bontà. Non so come fece, solo coloro che erano con lei quel giorno lo sanno. Comunque, dopo che le fu permesso di restare, si installò in una casa e lì rimase, senza mai uscire, se non raramente. Adesso è molto più socievole di allora, esce più spesso, nonostante sia ancora molto solitaria, ma è una compagnia piacevole, è sempre molto gentile ed è un tipo chiacchierone...-

Drizzt si sfiorò la gola, nel punto dove Faerie lo aveva afferrato. -Davvero? Non mi è sembrata nessuna di queste cose.-

Belwar lo guardò. -Vi siete incontrati?-

Il drow annuì. -Però... diciamo che non è stato proprio piacevole.-

Lo gnomo sospirò. -Non si fida di te.-

-Lo avevo intuito.-

-Pensa che tu sia un assassino, proprio come la tua gente, e teme che tu sia venuto per lei.-

-Perché dovrei essere venuto per lei? Non la conosco nemmeno!-

-Vedi, Drizzt, lei fuggì a causa della sua famiglia. Per quanto sia riuscita a raggirarli, teme ancora di venire trovata e riportata a casa. È molto paranoica su questo.-

-In realtà mi ha detto tutt'altro: ha detto che mi avrebbe ucciso se avessi fatto del male a qualcuno di voi.-

-Aggiungici anche quello. È molto riconoscente verso il nostro popolo. Non so quanto sia disposta ad ammetterlo, ma questa è la cosa più simile a una casa che abbia mai avuto in tutti questi anni. È naturale il suo desiderio di proteggerci.-

-Mi hanno detto che siete particolarmente amici, tu e lei.-

Belwar annuì. -Direi di essere l'unico in tutta Blingdenstone ad avere un legame così saldo con lei. È amica di tutti, tutti la conoscono, ma io sono l'unico con cui si confida, con cui parla, a cui vuole bene. O almeno, per quel che ne so io, ma dubito che Faerie abbia altri legami come il nostro.-

-Capisco...- disse Drizzt. Rimase in silenzio per un po', poi fece la domanda che lo attanagliava da quando aveva viso Faerie per la prima volta: -perché è scappata? Voglio dire, a causa della sua famiglia, certo, ma perché?-

-Questo te lo dirà lei, se lo vorrà.-

-Tu lo sai?- Belwar scosse la testa.

-Non me lo ha mai voluto dire.-

Drizzt sospirò. -E va bene- disse. -Sai dirmi dove abita?-

Lo gnomo annuì. -Certamente.-

~*~

Il giorno dopo, il giovane Do'Urden si presentò davanti alla casa di Faerie.

Bussò con tocco lieve alla porta. -Avanti- disse la voce della drow.

Drizzt entrò.

-Ci sono andata, Belwar- disse lei. Drizzt non la vide, perciò dedusse che fosse in un'altra stanza.

-Sono andata da lui, come mi avevi consigliato, ebbene sappi che...- la voce di Faerie si interruppe bruscamente non appena lei andò nell'ingresso.

Ringhiò alla vista di Drizzt.

-Che cosa vuoi?- sibilò.

-Voglio solo parlarti- disse Drizzt.

-E di cosa, di grazia? Non ho nulla da spartire con te! Sparisci!-

-No, voglio sapere chi sei.-

-Ti ho detto di andartene!-

-No, Faerie, non lo farò. Ascoltami, io...-

-Sei sordo per caso?!- esclamò lei spingendolo verso la porta.

-Io e te siamo simili!-

-Non osare insultarmi così, sporco drow, io non sono come te e la tua razza di assassini!-

-Guardami negli occhi! Capirai che ho ragione!-

-Che cosa avrebbero di speciale i tuoi stupidissimi...- lo sguardo di Faerie cadde sugli occhi di Drizzt. E il mondo parve fermarsi.

Tutta presa dalla sua rabbia, il giorno prima non ne aveva notato il colore: erano viola, proprio come i suoi, o meglio, il suo.

La sua pressione sul corpo di Drizzt diminuì. -Va bene- borbottò. -Supponiamo che in parte tu abbia ragione. Che cosa vuoi sapere da me?-

-Tutto- disse Drizzt. -Voglio capire perché te ne sei andata e chi sei, e non mi riferisco al tuo nome.-

Faerie sospirò. -Puoi chiedere ad altri svirfnebli, loro sanno la storia di come sono arrivata. Nel frattempo... posso offrirti un bicchiere di vino? Come cuoca faccio abbastanza pena, sarei capace di dare fuoco all'acqua.-

-Non è quello che voglio sapere, lo so già. E sì, grazie, gradirei del vino.-

Faerie prese da una credenza una bottiglia impolverata e due rozzi boccali. -Perché vuoi sapere queste cose?-

-Perché mi incuriosisci, perché credo che tu sia simile a me.-

-E come fai a dirlo? Non mi conosci nemmeno.-

-Intanto da come ti rivolgi a me: una drow normale mi avrebbe coperto di insulti e parlato con aria di sufficienza sin da subito. Tu no. Tu mi hai parlato come se fossi un tuo pari. E poi la tua fuga. Nessun drow scapperebbe da Menzoberranzan.-

Faerie non rispose. Rimase in silenzio fino a che non ebbe finito di versare il vino nei bicchieri.

-E tu?- gli chiese. -Perché sei scappato?-

-Diciamo che non amavo particolarmente né la mia famiglia né la mia società.-

Faerie rimase di nuovo in silenzio per qualche attimo.

-Comunque, non ti ho ancora chiesto come ti chiami- disse prendendo i boccali e girandosi verso Drizzt.

-Il mio nome è Drizzt, Drizzt Do'Urden.-

Si sentì un sonoro tonfo: Faerie aveva fatto cadere i bicchieri. La sua espressione divenne furiosa.

-Va tutto bene?-

-Esci subito di qui- ringhiò lei. -Ora.-

-Ma...-

-Credevi di potermi fregare, eh?! Cercavi di raggirarmi, eh?! Beh, ti sei tradito da solo, imbranato. Bella la bugia sulla tua fuga, davvero molto ben costruita. E i tuoi occhi? Incantesimi sicuramente, che altro dovevo aspettarmi?! Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!-

-Io non...-

Rapida come un fulmine, Faerie estrasse un pugnale dalla cintura e lo puntò alla gola di Drizzt. -Se non ti uccido- ringhiò -è solo perché sei amico e ospite di Belwar, ma sta pur certo che lo farò, perché lo so che tu vuoi la mia rovina. Ti hanno mandato loro, vero?!-

-Io non so di cosa tu stia...-

-Non fare il finto tonto! Sarai anche dalla loro parte, ma ora sei qui e vedi di fare il bravo o manterrò la mia promessa della testa sulla picca. E ora sparisci.-

-Ma...-

-Ho detto... SPARISCI!- urlò Faerie.

La porta si aprì da sola, come se fosse stato effettuato un incantesimo, e Drizzt si ritrovò catapultato fuori di casa.

-Non solo un assassino, anche un bugiardo! Vergognati!- sentì Drizzt mentre la porta veniva violentemente sbattuta.

In quegli attimi di stordimento, Drizzt si chiese: ma cosa ho fatto?

~*~

-Io non capisco- si lamentò Drizzt quella sera, a cena. -Stavamo tranquillamente parlando, ma quando le ho detto il mio nome è diventata una furia. Mi ha dato del bugiardo, e sembrava essere convinta che volessi ucciderla. Mi ha sbattuto fuori di casa intimandomi di sparire. Io non capisco, Belwar, che cosa ho sbagliato?-

-Mmmmmh- disse lo gnomo, pensieroso. -Non credo che tu c'entri qualcosa. Te l'ho detto, è molto paranoica...-

-Dubito che sia semplice paranoia. Se così fosse stato non si sarebbe fermata ad ascoltare le mie parole.-

-Può darsi che tu abbia ragione, ma bisogna parlare per...-

-Parlare?! Mi ha sbattuto fuori di casa, Belwar, e a momenti mi taglia la gola. Dubito fortemente che sia disposta ad ascoltarmi...- lo interruppe Drizzt in tono sarcastico. Belwar sospirò.

-Intendevo parlarci io, Drizzt. Sta' sicuro che lei non mi caccerà via.-

Drizzt fece uno sbuffo risentito, e continuò a mangiare.

-Domani andrò da lei- promise Belwar. -E vedrò se riesco a farla ragionare.-

-Grazie Belwar, sei un amico.-

L'elfo giocherellò con il cibo per qualche minuto prima di portarselo alla bocca. Era determinato a volerla conoscere: aveva sempre pensato che lui e suo padre fossero gli unici diversi nella caotica società dei drow, e invece quel giorno aveva scoperto che non era così. Sentì nascere la speranza nel suo cuore. Non sarebbe mai tornato a Menzoberranzan, ma la possibilità che non fosse solo gli riscaldava il cuore, anche se non poteva fare a meno di addolorarsi al pensiero di tutti quei drow come lui e Faerie, intrappolati in una società a cui non appartenevano.

Scosse la testa, come per scacciare quei pensieri. Ci avrebbe pensato il giorno dopo.

 

   
 
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