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Autore: Razu    10/05/2020    1 recensioni
"Wanderlust is a strong desire for or impulse to wander or travel and explore the world"
"Avresti potuto essere l'orgoglio della nostra Casa con le tue doti, avresti potuto addirittura esserne il vanto. Ma hai scelto di non esserlo e questo dimostra il tuo valore...figlia mia".
È con queste parole che Faerie si separa dal padre per partire alla volta del Buio Profondo, unico rifugio dalle grinfie della sua perfida madre. Crede di aver trovato lì la pace e la libertà da sempre agognata, ma il passato è sempre pronto a tornare e lo farà in un modo che Faerie nemmeno si immagina...
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Vi ringrazio per essere giunti in modo tanto sollecito...- li salutò Re Schnicktick, il sovrano di Blingdestone.

-Ci si muove in fretta quando si hanno delle lance puntate addosso- ringhiò Belwar.

-...anche se non era necessaria la tua presenza, Faerie- aggiunse, scoccando un'occhiata alla drow.

-Diciamo che mi sono trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato- minimizzò lei. -Ma in ogni caso non me ne andrò.-

-E se io te lo ordinassi?-

-Ve lo chiedo per favore- si affrettò ad aggiungere Faerie. Il Re la guardò con un sopracciglio alzato.

-Mi chiedo cosa tu abbia da spartire con il nostro ospite.-

-Lui, mio signore, è mio fratello. Non ne ero a conoscenza neanche io prima della sua venuta.-

Re Schnicktick non riuscì a nascondere la sorpresa, ma decise di lasciar correre. Quei dettagli non erano rilevanti al momento.

Avevano cose più importanti di cui discutere.

-La mia guardia tende a eccitarsi un po', vi prego di non sentirvi offesi- disse rivolgendosi a Belwar.

-Nient'affatto- disse Drizzt. Faerie si limitò a una scrollata di spalle, accompagnata da un "ho passato di peggio".

Il Re le scoccò un'occhiataccia. Sapeva quanto Faerie fosse orgogliosa, ma questo non le impediva di assumere un atteggiamento consono davanti al Re.

-Spero tu abbia passato un periodo piacevole nella nostra città- disse il sovrano, rivolgendosi a Drizzt. L'elfo scuro annuì.

-Il vostro popolo è stato più cortese di quanto potessi chiedere o aspettarmi, vi ringrazio infinitamente.-

Il Re sorrise. -E tu ti sei rivelato un buon amico. Tuttavia, sono successi alcuni avvenimenti...-

-Magga cammara!- esclamò Belwar, facendo trasalire i presenti. -Volete cacciarlo!- ringhiò.

Re Schnicktick sospirò. -Purtroppo... non ho altra scelta, Belwar, credimi. Mi duole allontanare il nostro ospite e amico, ma non posso rischiare una guerra per un singolo drow.-

-Una guerra?- intervenne Faerie, confusa.

Il Re parve ricordarsi solo in quel momento della sua presenza. Sospirò.

-Avete sentito parlare della presunta attività drow nei tunnel vicino ai nostri confini orientali?-

-Sì- disse Drizzt.

-No- disse Faerie.

Il fratello la guardò interrogativo. -Cosa c'è?- disse lei sulla difensiva. -Non parlo con nessuno all'infuori di Belwar e non esco spesso di casa, come facevo a saperlo?-

Il Re diede un colpo di tosse, come a ricordare loro che la discussione non verteva su quello. -Crediamo di sapere quale sia il loro scopo.- Fece un respiro profondo. Dire quelle parole gli faceva male, ma era un re, e aveva un dovere verso il suo popolo.

-Il loro scopo sei tu, Drizzt Do'Urden.-

Il silenzio nella stanza di fece pesante.

-Mia madre mi cerca- disse Drizzt pacatamente.

-Ma non ti troverà!- ringhiò Belwar. -Non finché resterai a Blingdenstone!-

-E poi, dovrà passare sul mio cadavere- intervenne Faerie.

Il fratello la guardò interrogativo. -Fino a dieci minuti fa credevi fossi un bugiardo e un assassino.-

-Esistono le illuminazioni divine, Drizzt- sbuffò Faerie. -Scherzi a parte, diciamo che avevi iniziato a convincermi prima di venire qui. E poi ho riflettuto. Ero accecata dalla mia paura, per rendermi conto che eri sincero. Belwar non ti avrebbe mai accolto in casa sua se non si fosse fidato di te, così come il Re non ti avrebbe risparmiato per lo stesso motivo. Belwar ha ragione, ormai la mia famiglia mi ha dimenticata. Non verrà più a cercarmi. E poi... sono stanca di scappare, il tempo di nascondersi è finito.-

Drizzt la guardò colpito. Era lieto che avesse cambiato idea, ma non si aspettava lo facesse da sola e in così poco tempo, soprattutto.

-Belwar, calmati!- disse il Re. -Mi duole moltissimo mandarti via, credimi, ma non possiamo rischiare una guerra con Menzoberranzan.-

-Capisco. Raccoglierò le mie cose e me ne andrò entro un'ora.-

-No!- protestò Belwar. -Lui ci ha dimostrato amicizia! E noi come lo ricambiamo? Cacciandolo da Blingdenstone ed esponendolo agli attacchi dei drow. Che ne è stato della nostra lealtà?!-

-Belwar, adesso basta. La decisione è stata molto dolorosa da prendere, ma definitiva. Non posso rischiare la vita del mio popolo per un solo elfo scuro.-

-Ma non è giusto!-

-Belwar- era stato Drizzt a parlare. -Va tutto bene. Il Re ha ragione. Se i drow dovessero attaccarvi non me lo perdonerei mai: mi avete accolto e mi avete trattato con rispetto e amore. Sarebbe un gesto orribile da parte mia attirare tali calamità. Prenderò le mie cose ed entro un'ora me ne sarò andato...-

-Ed io verrò con te- disse Faerie.

I presenti la guardarono sorpresi.

-Ma...-

-Te l'ho già detto, Drizzt. Il tempo di nascondersi è finito. Inoltre, chi è nemico di Matrona Malice è amico mio. E poi siamo fratelli, giusto?-

-Non voglio metterti in pericolo- protestò debolmente Drizzt.

-Non possono farmi nulla che non mi abbiano già fatto. Io verrò con te, Drizzt Do'Urden, e questa è la mia ultima parola.-

Drizzt sospirò rassegnato. -E va bene- disse. -Vieni pure.-

E, detto questo, se ne andò dalla sala, seguito da Belwar e da Faerie.

~*~

-Sei pronta?- le chiese Drizzt, assicurandosi le scimitarre alla cintura.

Faerie annuì, mentre si legava alla schiena una faretra piena di frecce. In mano recava un lungo e possente arco.

Le sue leggere spade a una mano e mezza erano assicurate alla cintura, mentre il suo pugnale era infilato nella manica destra. Un meccanismo faceva sì che la lama uscisse ogniqualvolta la sua padrona lo mettesse in azione.

-Sicura di riuscirlo a usare?- le chiese Drizzt, alludendo all'arco.

-Non lo uso da tanto- ammise lei. -Quindi credo di essere un po' arrugginita- aggiunse incoccando una freccia immaginaria e lasciando andare la corda.

-Belwar non viene a salutarci?- chiese lui. La sorella fece spallucce.

-Non lo so. È strano.-

-Magari ci aspetta all'uscita della città.-

-Forse- disse lei poco convinta.

I due fratelli uscirono dalla casa di Faerie, dove erano andati per prendere alcuni effetti personali della drow, diretti ai confini di Blingdenstone dai quali Drizzt era passato, tanti giorni prima.

Una folla di svirfnebli li attendeva, venuta per salutare Drizzt, che ormai era una specie di eroe per loro.

Lo salutarono con parole buone e gentili, che commossero il drow. -Ci serviranno- sussurrò a Faerie. Lei annuì, grave.

Molte parole d'amore e di amicizia vennero rivolte anche a Faerie, che tuttavia non ebbe reazione alcuna, se non tenere lo sguardo basso e mormorare ringraziamenti.

Belwar, però, ancora non si vedeva.

-È ora di andare- sussurrò Drizzt. Faerie sospirò tristemente, e lo seguì con il cuore gonfio di dolore.

Per più di cinquant'anni Blingdenstone era stata la sua casa, l'unico posto in cui si era sentita protetta, amata e al sicuro, e ora la stava abbandonando alla volta dell'ignoto, senza sapere se sarebbe mai tornata.

Questo quasi le fece rimpiangere la sua scelta. No, si disse, non devo cedere. Drizzt ha bisogno di me, là fuori, ed è tempo che io affronti le mie paure. Non posso arrendermi.

Quel pensiero quasi rese meno dolorosa l'uscita dai cancelli della città.

Quando i pesanti battenti di pietra si chiusero, Faerie sentì una stretta al cuore. E così è cominciata...

I due fratelli rimasero a lungo fermi nell'oscurità, incerti e spaventati, persi in profonde riflessioni e oscuri pensieri.

Quasi istintivamente, Faerie prese la mano di Drizzt.

Lui la guardò sorpreso.

-Almeno questa volta siamo in due- bisbigliò lei. -L'ultima volta eri da solo, o sbaglio?-

-C'era Guenhwyvar con me...-

-Lei non conta.-

Rimasero in silenzio.

-Comunque hai ragione- concesse Drizzt. -È meglio se siamo in due. L'ultima volta ho rischiato di impazzire, credimi.-

-Immagino. Eri sempre da solo. Chiunque sarebbe impazzito.-

Rimasero di nuovo in silenzio, mano nella mano, ancora incerti se andarsene o no.

-Andiamo?- chiese Drizzt.

-Andiamo- rispose la sorella.

Senza lasciarsi le mani, i due fecero un passo avanti, ma non appena posarono il piede a terra, sentirono uno scalpiccìo provenire da dietro di loro.

Nello stesso lasso di tempo che Drizzt impiegò per sbattere le ciglia, Faerie lasciò la sua mano ed incoccò una freccia nell'arco.

Il fratello, invece, estrasse le scimitarre.

Presto, una figura fu visibile, ma prima ancora che fosse completamente distinguibile, Faerie lasciò partire la freccia. Essa si piantò nella scarpa della figura, ma senza danneggiare il piede, inchiodandola a terra.

-Un po' arrugginita, eh?- sussurrò Drizzt.

-Sta' zitto- borbottò Faerie, ma il fratello riuscì a vedere un sorriso comparire sul suo volto.

-Magga cammaraFaerie!- esclamò la figura. -È così che tratti gli amici?-

I due fratelli si guardarono sorpresi. -Belwar!- esclamarono in coro, mentre Faerie correva ad abbracciare lo svirfnebli.

-Piano, piano- borbottò lui. -Non stringere così forte, non ho più le ossa così buone.-

Ma nonostante i brontolii, era contento che Faerie lo stesse abbracciando.

-Temevamo che non ci avresti detto addio- disse Drizzt.

-Non lo farò infatti- rispose lui.

Solo allora, i due Drow notarono uno zaino sulle spalle di Belwar.

Entrambi sbiancarono. -No, Belwar- balbettò Drizzt.

-Non possiamo lasciartelo fare- aggiunse Faerie, guardandolo spaventata.

-Non mi pare di aver chiesto il vostro permesso- osservò Belwar tranquillamente.

-È troppo pericoloso...- iniziò Faerie.

-Non avete idea di come io sia capace di affrontare i pericoli.-

-Se dovessi morire non me lo perdonerei mai...- disse Drizzt.

-Non succederà.-

-Belwar, ti supplico, torna indietro- disse Faerie.

-Hai un popolo che ti accetta e che ti vuole bene, sembra una cosa scontata ma non lo è- disse Drizzt.

-Sono d'accordo- disse Belwar. -Ma voi due invece avete un amico che vi accetta e che vi vuole bene, e che vi sta accanto. Perciò- disse staccandosi dall'abbraccio di Faerie -vogliamo andare o dobbiamo aspettare che la vostra famiglia venga a distruggerci?-

I due fratelli sorrisero.

-Da questa parte- disse Drizzt, avventurandosi nel Buio Profondo.

Faerie diede un colpetto sulla spalla di Belwar. -E comunque... sono contenta che tu sia qui- sussurrò, in modo che Drizzt non potesse sentire.

-Lo so, Faerie- disse lo gnomo con un sorriso. -Lo so.-


































 

Piccola nota
Se avete letto il libro noterete che alcune frasi dette dai personaggi sono prese dal libro, mentre alcune sono modificate (anche se il concetto è sempre quello).
Volevo semplicemente dire che non mi andava di copiare, però volevo tenere comunque i concetti, perciò ho modificato un po' riadattandolo al mio stile. Spero che capirete questa scelta.
Alla prossima!
Razu

 

   
 
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