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Autore: ladypink88    10/05/2020    9 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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L’ultima parte della giornata era trascorsa in maniera quasi spensierata.  A Laura parve davvero quasi surreale , visti i trascorsi di solo qualche ora prima. Ma non era di sicuro un problema.
Sua madre le aveva raccontato del suo viaggio di lavoro. Era veramente entusiasta del contratto che appena firmato per una delle più esclusive strutture ricettive del sud Italia.  Questo le avrebbe fatto fare un figurone con i responsabili dell’agenzia turistica che le avevano affidato l’incarico, e cosa ancora più importante, le sarebbe fruttato un guadagno extra che di certo male non faceva.
Laura si ricordava bene le ristrettezze nelle quali era cresciuta, e proprio non riusciva a staccarsi dal concetto che il denaro fosse importante . O per meglio dire, il vile denaro era funzionale, non importante.  Ci sono cose che sono essenziali che i soldi non potevano acquistare. Come l’amore di suo padre, ma quella era un’altra storia, un pensiero che scacciò non appena si affacciava nella sua mente.
 
Diede un’occhiata al cellulare. Nessuna chiamata. Manuel non le aveva mandato neanche un messaggio. Silenzio. Ma stavolta si trattava di un silenzio diverso. Non era piacevole, sapeva di amarezza, e nostalgia, e solitudine. Quanti sentimenti negativi tutti assieme….
Decise che era il caso di  sfogarsi : dal fondo dell’ultimo cassetto della scrivania estrasse il suo diario. Prese la penna ed iniziò a scrivere di getto. Era quasi un gesto catartico. Ora stava un pochino meglio. Poteva anche provare ad andare a dormire, e il suo sguardo andò verso il suo zainetto.
 
Taschino in basso, prese dall’astuccino la bottiglietta delle “maledette”. Merda. Perché non si era sincerata di controllare anche quante gocce restavano prima di tornare a casa invece solo di rassicurarsi di non aver perso l’intera boccetta? Stanotte non avrebbe dormito senza la sua dose di tranquillante.
Ecco svelato il mistero delle maledette : esse servivano a farla riposare, e Laura aveva scoperto che senza di loro non riusciva più a dormire bene. Il fatto di esserne dipendente la faceva imbestialire, ma allo stesso tempo non aveva ancora deciso di sbarazzarsene all’atto pratico.
Il suo restava un desiderio, un’intenzione che ancora non si era trasformato in un vero obiettivo. Questa sua condizione la frustrava profondamente, ma soprattutto ciò che la preoccupava ancora di più era che l’aspettava una nottata in bianco.  Con tutti questi pensieri negativi si  mise sotto le coperte e cercò di prendere sonno.
Ciò che non sapeva era che quel pensiero “scomodo” che lei aveva lasciato fuori dal portone di casa, in realtà si era annidato al margine della sua mente, e aspettava solo un momento di debolezza per farsi avanti e scatenare l’inferno.
Ma Laura di tutto questo era ignara. Assolutamente ignara. Non sapeva di certo che il peggio doveva ancora arrivare.
 
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Un abitino bianco. Una camicetta rossa. Voci chiassose . Risate.
Una canzone . 
Una canzone conosciuta. Una canzone di compleanno. Le candeline. La torta .
Una bimba molto felice, con il suo vestitino bianco e la sua camicetta rossa. Un sorriso così allegro che era così contagioso che pur non volendo  mi veniva da sorridere mio malgrado.
“ Ma dove sono? Cosa sto guardando? E soprattutto perché mi trovo qui?” .
 Laura si faceva delle domande, si sentiva in una dimensione fuori dal tempo fuori dallo spazio, e suo malgrado nonostante lo volesse con tutte le sue forze, non riusciva, non riusciva a venire fuori da quello strano ambiente ovattato . Sentiva un nodo nello stomaco, eppure questa volta non riusciva a fare quello che veniva meglio . Fuggire.
Quel profondo stato di angoscia la inchiodava con dei fili invisibili a guardare quello strano teatrino che stava sfilando davanti ai suoi occhi attoniti.
 
Una bimba felice  a cui mancavano due denti davanti, ma che nonostante questo sorrideva più che poteva alla vita. Una giovane donna con i capelli castani lunghi che guardava con occhi luminosi quella splendida creatura : sua figlia .
“Laura, vieni vieni qua c’è una sorpresa per te! Lo vuoi il tuo regalo?” “ Oh sì mammiiii che belloooooo!”.
 Un pacchetto che venne ben presto aperto e che conteneva ciò che per la bimba rappresentava un tesoro.
 
“Il mio cicciobello!” disse Laura tra sè e sè. “ Oh mio Dio!Ma quella sono io! Ma perché sto vedendo questa scena?”
Ma il malefico teatrino di strane scene non aveva smesso di sfilare, e Laura non riusciva a fermarlo,  perché lei aveva solo una certezza in quel frangente : quel teatrino andava fermato, o sarebbe finita male, ma il motivo non lo capiva ancora.
Ehy piccola, lo zio Alfredo sta andando via! Salutalo e ringrazia”, ma la bambina non sembrava molto propensa . In quel momento il suo sorriso si spense per lasciare il posto ad una soggezione mista a paura. La piccina scappò a chiudersi nella sua stanza. E mamma Roby disse allo zio “ Mi spiace, non so cosa le sia preso! “ ; a quel punto l’uomo assunse un’espressione che a Laura fece venire i brividi.
“Mamma no! Ti prego non farlo, non farlo entrare nella mia stanza urlò”
“ Se vuoi posso entrare nella sua stanza almeno la saluto e la tranquillizzo è un problema?” disse l’uomo con voce ferma.  Roberta, la madre di Laura lo osservò un attimo, poi si decise a fare un sorriso di circostanza e disse in modo non troppo convincente : “ Va bene Alfredo, sono sicura che le farà piacere ! In fondo sei il suo zio preferito”.
“Mamma non voglio quell’uomo nella mia stanza! Salutalo e mandalo via!” urlava Laura in preda all’angoscia. Ma non fu così. Il teatrino malefico stava volgendo alla scena finale.
L’uomo assunse un’aria compiaciuta. Non se lo fece ripetere due volte ed entrò nella stanza di Laura.
La scena si dissolse in un istante. Si dipanò nell’aria  una nebbia lattiginosa e in lontananza poteva udire una voce di una bimba che piangeva.
Un vestitino bianco. Una camicetta rossa. Il sorriso caldo e contagioso era sparito per lasciare spazio alle lacrime e ad un senso di sporcizia.
Piango ma le lacrime non puliscono la mia sporcizia .
La mia anima è sporca e non so come ripulirla.
Posso solo cadere. In un baratro buio e oscuro fatto di silenzio . Il silenzio seppellirà tutto.
La nebbia lasciò spazio ad una fitta oscurità.
Un urlo. Pianto . Angoscia. Il cuore che martella veloce.
 
Laura aprì gli occhi.  Laura era sporca . La sua anima era sporca. Ora lo sapeva.
Il suo cuore batteva all’impazzata e le mancava il fiato . Non ebbe bisogno  di farsi troppe domande. Sapeva che qualcosa dentro di sé lottava per riemergere dai ricordi, ma lei aveva sempre fatto in modo di fuggire ogni qualvolta sentiva il suo essere ribollire per quell’angoscia apparentemente immotivata.

   
 
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