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Autore: fool_dynosaur    10/05/2020    0 recensioni
Amanda è arrogante, scorbutica ed narcisista. Una ragazza egoista che sa di essere il centro delle attenzioni, e di meritarselo sempre. Tutti la amano, tutti le vogliono parlare. Il suo unico problema sono le bugie. Mente in tutti i modi pur di piacere alla gente.
Finché lui, il suo nuovo compagno di banco, si presenta diverso, facendole capire quanto il suo favoloso mondo incentrato su di lei fosse tossico, ma ormai è troppo tardi.
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( Questa è una storia di fantasia, qualsiasi referenza al mondo reale è puramente casuale )
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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C a p i t o l o
U n o






Aggiungi un posto a tavola



 

Il principe doveva stare accanto alla sua principessa e la principessa accanto al suo principe; guardando il loro amore bello quanto le rose sbocciare sotto l’applauso di tutti. Quello era il sogno di Amanda, trovare qualcuno che la amasse così come i principi amavano le proprie principesse. E aveva promesso a se stessa che con lui sarebbe stata come mai con nessuno: sincera.
Il grave problema di Amanda erano le bugie. Mentiva per far piacere ai propri amici, al proprio genitore. E tutte quelle bugie l’avevano resa una principessa, ma senza il suo principe. Ogni mattina ci impiegava venti minuti per arrivare a scuola, ed in quei venti minuti riceveva sempre due o tre lettere dai suoi ammiratori. Mani che tremavano e le porgevano quelle lettere imbustate con carta rosa e cuoricini.
“Dicono che le leggi tutte, nonostante tu non risponda a nessuno. Sappi solo che ogni volta che ti vedo il mio petto sembra pesante e ho problemi a respirare. Non riesco nemmeno a concentrarmi nello studio!”
La ragazza sorrise, posando la lettere nella borsa.
“Ma certo, sono sempre grata di ogni lettera e complimento.” 
Forse più dell’ottanta per cento di quello che diceva in una giornata erano bugie. Ma a lei poco gravava; non pensava di sbagliare o di recare torto, erano semplici bugie. Innocue per tutti.
“Amanda, spero tu abbia una bella giornata!” - esclamò uno dei compagni di liceo, di cui lei nemmeno ricordava il nome ma poco le importava.
“Grazie mille, spero anche tu abbia una bella giornata.”
Il ragazzo sospirò, andando a scontrarsi con un segnale stradale. Amanda nascose la sua risata dietro una delle sue lettere, continuando a camminare verso la scuola.
“Ma ogni mattina è così?” - chiese Anna.
Anna, una delle migliori amiche di Amanda, era ormai abituata a quelle scene ogni mattina tanto da scherzarci sù.
“Non è che sia la prima volta che tu veda ciò.”
“Sì, ma comunque mi fa venire i brividi.”
La tinta sorrise, continuando a camminare verso il liceo.
“Sai, stanotte ho avuto un bel sogno.”
Amanda la incitò a continuare.
“Come già sai è inizio ottobre, e quindi c’è il cambio di posti, come ogni mese…”
“Oh Gesù, non dirmi che-“
“No davvero! Ho un buon presentimento! Sai da quanto aspetto questo momento? Dall’anno scorso. Ho in lista cinque candidati, spero di sedermi accanto a uno di questi.”
Anna tirò fuori la lista dal portafoglio, mostrando i nomi alla compagna.
“Forse dovevo farla da dieci candidati? Avrei una maggiore chance. Con chi vorresti sederti?”
Amanda guardò la lista, non riuscendo a collegare i nomi a visi conosciuti.
“Che me ne importa, non è che ci do tanto peso. Chi sono questi?”
Anna sorrise sotto i baffi, accarezzandosi il mento.  
“Ma i nuovi arrivati ovvio. Corrompere la segretaria è stato facilissimo! A me basta non sedermi con il ragazzo con cui sono stata a maggio. Quanto lo odiavo.”
Il suo pugno alzato in aria fece rabbrividire Amanda.
“Davvero non hai aspettative? Non ti interessa nessuno nessuno?”
La ragazza scosse la testa. Bugia.
“Buongiorno!”
Le ragazze si girarono, riconoscendo il nuovo compagno. Anna si aggrappò al braccio dell’amica, arrossendo in maniera spropositata.
“E’ Dario, quello nuovo.” - le sussurrò.
Il ragazzo, dagli improponibili capelli color verde muschio, era il più gentile dei nuovi arrivati.
“Ciao! - esclamò Anna, sistemandosi il caschetto disordinato. - Ti è servito l’orario che ti ho mandato ieri?”
“Ciao Dario, spero tu ti stia trovando bene nella nostra classe.”
“Non sono molto felice di aver cambiato tutto all’ultimo anno, ma sto benone.”
“Abbiamo i stessi indirizzi, quindi non ti devi preoccupare.”
“Inoltre oggi c’è il cambio posto. - Anna batté le ciglia con far dolce, avvicinandosi al ragazzo. - Hai qualche preferenza, eh?”
“Anna non spaventarlo. Devi scusarla, è molto espansiva.”
Nel prenderle il braccio e trascinarla via, Amanda fece cadere la lista di Anna a terra. Le due ragazze si spaventarono quando Dario la raccolse.
“Che dolce, c’è anche il mio nome.” - commentò sorridendo.
Anna fece un mezzo sorrise a viso sconvolto, non sapendo se vergognarsi da morire o esserne felice.
“Grazie, spero di sedermi con te. Dobbiamo andare o saremmo in ritardo.”  
Amanda prese la lista dalle mani del ragazzo, quasi correndo via con la sua amica.
“Perché hai mentito?” - le chiese quasi triste la mora.
“Ti vedevo in difficoltà, cosa dovevo fare?”
Anna rimase perplessa, ma ringraziò la ragazza. Amanda sospirò, non voleva far sapere le sue vere intenzioni. D’altronde, per una principessa serviva un principe. Dario stava lentamente conquistando le vette di quella scuola; non per la bizzarra capigliatura ma per la sua bellezza. Vinse il concorso come il bambino più dolce della città nel 2005 e nel vecchio istituto era visto come il più carino, che preservava gentilezza e dolcezza per tutti.
Esattamente come Amanda. Lui era il migliore a vestire la figura del principe per lei.
“E capiterà presto.”
“Cosa?” - chiese Anna, posando i libri nell’armadietto.
Amanda sobbalzò, rendendosi conto di aver parlato a voce alta. Rise, schiaffeggiando il braccio della ragazza.
“Il cambio dei posti, capiterà presto, no?”
Gli occhi di Anna si illuminarono al pensiero. Prese le mani di Amanda e iniziarono a volteggiare nel corridoio semi vuoto. Oramai erano in ritardo per le lezioni.
“Questo sarà l’ultimo giorno vicino a quella scimmia di Calogero. Non ce la facevo più.”
Amanda, per guardare la ragazza in viso, iniziò a camminare al contrario tenendo le mani unite come in preghiera.
“Immaginati se ti sedessi vicino a quel figo di Stefano.”
“Basta non sia Calogero.”
Amanda rise, una risata nasale che spense il sorriso di Anna. Nell’altra parte del corridoio, Felix e Antonio camminavano tranquillamente come se fosse la pausa pranzo.
“E te l’ha regalata tua cugina? E’ fighissima, ma sei ricco?”
Felix alzò gli occhi al cielo.  
“Anche io volevo una penna del genere, ma costa un botto. - gli occhi di Antonio puntarono l’amico. - Che ne dici se me la vendi? Comprandola da te sarebbe di seconda mano e quindi pagherei la metà del prezzo!”
“Sarebbe meglio per te ridarmela finché te lo chiedo gentilmente.” - rispose il ragazzo, continuando a studiare il programma dell’anno scolastico.
“Oh, andiamo ragazzino. Che ne dici se me la lasci in prestito per un mese? Mh?”
“Non vedi che sono impegnato!?” - disse il ragazzo, sbattendo i fogli in faccia al rossiccio.
“Cos’è? Programma scolastico? Non cambierai mai secchione?”
“Dovresti stare in silenzio dato che sei stato bocciato.”
“Non sono stato bocciato, io volevo stare ancora un altro anno nella nostra scuola!"
“Lascia perdere. Dammi la mia penna, devo firmare.”
Antonio rise, sfruttando la sua altezza per non farsi prendere l’oggetto prezioso.
“Non mi hai ancora risposto, posso averla in prestito?”
“Non sono dell’umore per le pagliacciate, dammi la penna!”- urlò saltando per raggiungerla.
“Allora per un giorno?”
“Va bene, ma dammela.”
Antonio restituì la penna al ragazzo, che se la riprese quasi strappandogliela dalla mano. Il rossiccio ghignò.
“Hai promesso, eh.”
“Sei solo un ricattatore di-“
Qualcosa colpì Felix da dietro, facendolo retrocedere. La penna finì per terra, o meglio, sotto la scarpa di qualcuno. Il suono della plastica che si ruppe sotto il peso di Amanda era quasi orrendo per le orecchie di Felix. Antonio mise le mani sulle guance, imitando il quadro di Much mentre Anna poggiò una mano sulla bocca per coprire la sua sorpresa. Amanda arrossì.
Crack?” pensò la bionda, non capendo cosa fosse successo.
Sapeva di aver sbattuto contro qualcuno ma non sapevo che esso facesse un suono simile. Si allontanò di qualche passò verso Anna. Antonio si inginocchiò per terra sconvolto, prendendo i pezzi della penna tra le mani.
“No! - urlò quasi lacrimando. - La mia penna da 119 euro e cinquanta!”
Le ragazze impallidirono di fronte a quella frase. Amanda sbiancò in viso, ripensando a quello che disse il ragazzo.
Cosa ha detto questo teppista? Non sarà che vuole solo spaventarmi? Una penna non può costare così tanto. E’ tempestata di diamanti? Immersa nell’oro?
“Era anche immersa nell’oro…”
La colpevole aprì la bocca per la sorpresa.
Per davvero?!
“Hey, dovresti stare più attenta…” - sussurrò Anna.
Dannazione, cosa dovrei fare? Mia madre non ha ancora preso la paga quindi non posso ripagargliela ora. Dovrei semplicemente fingere, giusto?
Amanda finse uno sguardo triste, piegandosi alla stessa altezza del ragazzo.
“Mi dispiace così tanto… Non ero attenta a dove stavo mettendo i piedi. Sai che non l’ho fatta apposta, giusto? Chiedo venia.”
Si portò una ciocca dietro i capelli, mostrando gli occhi dolci. Antonio arrossì di fronte a quella vista quasi come se fosse un’apparizione divina.
“Oh… non è mia, ma sua.”
La ragazza strinse i denti.
Ma allora perché ti danni tanto per una penna che nemmeno è tua?! 
Era come se l’aria in torno a Felix fosse nera, per non parlare del suo sguardo. Amanda, sospirò, regalando uno dei suoi sorrisi ad Antonio. Gli occhi del più basso si accesero per la rabbia.
“Scusami ehm… ragazzo. Davvero, non volevo.”
Dovresti ringraziare la tua penna che ti ha dato l’opportunità di parlarmi.” ripensò la ragazza, esausta di quella conversazione.
“Pagherò io le spese, se lo vorrai.”
Fece gli occhi dolci anche a Felix, coprendosi il sorriso con la mano. Sorriso che si spense subito quando vide lo sguardo cupo del ragazzo. Amanda si allontanò, usando Anna come scudo in caso di attacco. Il ragazzo sospirò, recuperando i fogli caduti a terra ed i resti della penna.
“Lascia perdere…”
“Sono davvero dispiaciuta. Posso darti i soldi e comprartene un’altra uguale.”
Felix si voltò senza nemmeno darle corda. Antonio si alzò e lo segui lungo il corridoio, lasciando le ragazze sconvolte.
“Puoi firmare il programma con la mia penna se vuoi.”
Antonio tirò fuori la sua penna con il marchio di uno famoso youtuber. Felix sospirò per l’ennesima volta, senza dargli ascolto. Ebbe come l’impressione che oltre alla penna, fosse stata calpestata anche la sua felicità. D’altra parte Amanda si stava mordendo l’unghia del pollice ben curato mentre pensava alla maleducazione di quel ragazzino con gli occhi da gatto. Aveva uno sguardo davvero intimidatorio. Alzò la testa spostandosi i capelli di lato, colpendo Anna.
“Hai visto? E’ completamente caduto ai miei piedi e mi ha detto che non devo pagare niente.”
Anna rimase ancor più scioccata.
“Adesso è meglio andare, siamo in super ritardo.” 

“Allora ragazzi, come sapete, è il primo Ottobre, quindi giorno del cambio posti del mese.”
Anna applaudì con più forza del solito, facendosi male ai palmi. Il sistema scolastico era differente dai soliti licei. Per stimolare i ragazzi alla socializzazione e diminuire gli atti di bullismo nelle classi, la preside ebbe in mente l’idea di realizzare il primo del mese, il giorno in cui i ragazzi avrebbero cambiato sezioni e posti per avere maggior dialogo con tutti. Ad orari precisi si riunivano le vari classi per realizzare i sorteggi.
“Perché le classi quinte devono sempre avere l’orario dopo mensa? E’ una seccatura. - si lamentò Giulia. - Non potresti fare qualcosa Amanda?”
La ragazza era persa nei suoi pensieri, e lo fu fino all’ora del sorteggio. Si sentiva poco bene da quella mattina a causa di quel ragazzo. Era felice di non dover spendere soldi che non aveva per una penna talmente brutta, ma lo sguardo arrabbiato di quel ragazzo non riusciva a dimenticarlo, aveva degli occhi cattivi. La rendeva insicura.
Non cambierà idea e mi chiederà di pagarlo, vero?
La piccola pinocchio si aggiunse alla fila indiana, con Anna dietro, iniziando a camminare fino agli scatoloni con le varie lettere dell’alfabeto.
“Meno male i nostri cognomi iniziano con la A.” - disse Anna, pescando il suo numero.
Una volta fuori dalla fila, le ragazze guardarono la loro sorte.
“Dove sei messa?”
“Sarò nella sezione C, posto tredici.”
“Siamo lontane.” - affermò la ragazza bionda, guardando nuovamente il suo biglietto.
Anna sbirciò il suo foglio, rimanendo delusa.

“Avete già salutato i vostri nuovi compagni? Spero andrete d’accordo. Se vi becco a cambiare posto sapete cosa accadde, giusto?”
Il professore di religione indicò la lavagna, mostrando il disegno della classe con i vari banchi numerati. Amanda batté il pugno sul banco.  
Stiamo scherzando qui dentro?”

 

La vita di Amanda era sempre stata come una giornata di sole: bella, calda e ricercata.


Felix la fulminò con lo sguardo, delimitando l’area del banco.
“Questa è la mia parte, quella la tua. Superala e sarai morta.”

Ma sembrava che da quel momento in poi, la sua vita, sarebbe diventata un po’ più nuvolosa.


Più tardi…
“Hey Anna, non sai con chi sono capitata! Con quello strambo a cui ho rotto la penna. E’ lui. E’ del nuovo istituto? Non l’ho mai visto. Non ha senso, cioè, quante chance c’erano che io finissi esattamente con quel-”
Amanda guardò il viso basso dell’amica, poi il suo sguardo si alzò sul suo compagno di banco. Era il “Basta non sia Calogero”.
“Ti avevo detto di prendere un biglietto della lotteria.”
Anna digrignò i denti, massaggiandosi il pugno destro.
“Chiudi la bocca Amanda.”

 

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